Agricoltura

  • La siccità fa anticipare la vendemmia

    Ha preso il via in Italia la vendemmia 2022, ben sette giorni in anticipo rispetto allo scorso anno. Il primo grappolo è stato staccato l’1 agosto nell’azienda agricola Faccoli, a Coccaglio, nella Franciacorta bresciana. Siccità, caldo oltre i 40 gradi di giorno, afa senza tregua di notte, temperature eccezionalmente alte per mesi hanno anticipato la raccolta delle uve ma abbassato la resa. Situazione non rosea per il settore che potrebbe anche peggiorare, avvertono gli enologi, se non arriverà presto la pioggia.

    Il rischio è un taglio della produzione del 10% a livello nazionale, stima Coldiretti, “per un quantitativo intorno ai 45,5 milioni di ettolitri, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature, che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti”.  Dello stesso avviso il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella, che avverte: “Se nell’arco di dieci giorni avremo delle piogge facciamo ancora in tempo a recuperare la stagione, se non dovesse avvenire allora avremo dei problemi”. Tutto dipenderà dai prossimi giorni”, spiega Cotarella, che aggiunge: “Se non dovesse piovere assisteremo al fenomeno in cui la pianta richiederà, addirittura ai suoi acini, la poca acqua che era riuscita a dargli. Questa è la peggiore di tutte le previsioni. Speriamo che non si verifichi”.

    Tuttavia, se l’andamento della raccolta sarà influenzato molto dai mesi di agosto e settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo, in Italia “si attende comunque un’annata di buona/ottima qualità”, per Coldiretti, che sottolinea, come  nonostante il calo a livello nazionale, l’Italia sia “il primo produttore mondiale di vino, mentre per il secondo posto si prospetta una sfida tra Francia e Spagna, Paesi che hanno subito entrambi i danni causati dalla siccità e dagli incendi”.

    Da nord a sud della Penisola la raccolta parte tradizionalmente con le uve da spumanti Pinot e Chardonnay in un percorso che prosegue a settembre ed ottobre con la Glera per il Prosecco e con le grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale.

    La produzione tricolore, secondo la Coldiretti, può contare su 607 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi, con le bottiglie Made in Italy destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola a dimostrazione del ricco patrimonio italiano di biodiversità.

    Quanto all’export le previsioni sono più che positive: il vino Made in Italy vola nel mondo con un aumento del 12% delle vendite all’estero nonostante la guerra in Ucraina e i venti di recessione, anche se sui conti delle aziende pesa il rincaro traumatico dei costi, dalle bottiglie ai tappi, dalle etichette agli imballaggi (secondo l’analisi di Coldiretti su dati Istat dei primi 4 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). L’Italia è il primo esportatore mondiale di bottiglie e “per la prima volta”, stima l’associazione, “il valore delle esportazioni di bottiglie italiane potrebbe sfiorare gli 8 miliardi di euro nel 2022”.

  • La Commissione approva il regime italiano da 1,2 miliardi di euro a sostegno degli investimenti nei pannelli fotovoltaici nel settore agricolo

    La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, un regime italiano da 1,2 miliardi di euro, resi disponibili attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, a sostegno degli investimenti nei pannelli fotovoltaici nel settore agricolo. Il regime contribuirà anche al conseguimento degli obiettivi strategici dell’UE connessi al Green Deal europeo.

    Il provvedimento notificato dall’Italia, che ha una dotazione di 1,2 miliardi di euro, sarà interamente finanziato con il dispositivo per la ripresa e la resilienza, a seguito della valutazione positiva, effettuata dalla Commissione e adottata dal Consiglio, del piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia.

    Il regime, che durerà fino al 30 giugno 2026, mira a sostenere gli investimenti delle imprese agricole, agroalimentari e agroindustriali nell’uso delle energie rinnovabili, con il conseguente miglioramento della competitività del settore e effetti positivi sul clima.

    Il sostegno concesso tramite il regime approvato consisterà in sovvenzioni dirette fino al 90% dei costi di investimento ammessi, soggetti a massimali in funzione della capacità dell’impianto fotovoltaico interessato. I beneficiari possono investire esclusivamente in capacità fotovoltaiche che non superino il loro fabbisogno energetico.

    La Commissione ha constatato che il regime:

    • agevola lo sviluppo di talune attività economiche, in particolare gli investimenti nei pannelli fotovoltaici nel settore agricolo;
    • ha un “effetto di incentivazione” in quanto i beneficiari non realizzerebbero gli investimenti nella stessa misura in assenza dell’aiuto;
    • ha un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi all’interno dell’UE. In particolare:
      • è necessario e appropriato per garantire una crescita sostenibile del settore agricolo,
      • è proporzionato in quanto eventuali effetti negativi sulla concorrenza e sugli scambi nell’UE saranno limitati, considerando le dimensioni dei progetti, gli importi degli aiuti e le caratteristiche del settore;
    • migliora la competitività del settore agricolo e ha effetti positivi sul clima, in quanto incoraggia gli operatori a utilizzare energie rinnovabili anziché fossili. Il provvedimento è inoltre in linea con gli obiettivi di sviluppo rurale dell’UE e con gli obiettivi strategici dell’UE per la transizione ecologica.

    Fonte: Commissione europea

  • Coldiretti plaude al decreto agrisolare su tetti di 20mila cascine e stalle

    “La pubblicazione in Gazzetta del decreto agrisolare apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, contribuendo alla transizione green e alla sovranità energetica del Paese con cittadini e imprese in difficoltà per i rincari di elettricità scatenati dalla guerra in Ucraina”. E’ quanto afferma il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare positivamente l’annuncio del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli sul provvedimento che destina 1,5 miliardi ai bandi per aumentare la sostenibilità, la resilienza e l’efficienza energetica del settore.   “Una opportunità – sottolinea Prandini – che consente l’installazione di pannelli fotovoltaici su una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq per 0,43 GW sulle coperture degli edifici agricoli e zootecnici ma senza consumare terreno fertile. Un sostegno per le imprese agricole e zootecniche che possono avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici ma anche – conclude Prandini – per il Paese che può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti”.

    Fonte: Coldiretti Piacenza

  • In 38 anni hanno chiuso due aziende agricole su tre, ma le big sono andate bene

    Negli ultimi 38 anni due aziende agricole su tre hanno cessato l’attività. Ma chi resta nel comparto primario, fa sul serio: nell’ultimo decennio si sono ampliate le dimensioni di impresa, raddoppiando la Sau (Superficie Agricola Utilizzata) passata da 5,1 a 11,1 ettari medi. Ancora poco rispetto a Francia e Germania dove la superficie media delle aziende agricole e zootecniche è di 60 ettari, ma la strada per superare l’iper-frammentazione nell’Italia rurale è avviata. Le aziende a conduzione familiare e le ditte individuali fanno ancora la parte del leone ma cambiano le dinamiche fondiarie con meno campi di proprietà e più locazioni. È questa la fotografia fornita dai primi dati del settimo Censimento generale Agricoltura, presentato oggi dall’Istat e portato a termine in tempi di pandemia rispetto alla quale il comparto si mostra tra i più resilienti.

    A ottobre 2020 sono attive in Italia 1.133.023 aziende agricole, dal 1982 ne sono scomparse quasi due su tre, ha evidenziato il Censimento Agricoltura Istat. Nel 2020, precisa il Censimento Istat, soltanto due aziende agricole su 10 hanno meno di un ettaro, erano il doppio nel 2010; ulteriore segnale di cambiamento in termini di concentrazione. Sulle forme giuridiche restano importanti le imprese individuali o familiari (93,5% nel 2020), ma in calo del 32% rispetto al 2010, mentre crescono le società di persone e di capitali, soprattutto come superficie agricola. Flessione importante sul numero di aziende con terreni di proprietà (58,6% nel 2020, erano 73,3% nel 2010), mentre crescono gli affitti. Anche nell’analisi per ripartizione geografica, si registra una flessione generalizzata nel numero di aziende, soprattutto nel Mezzogiorno, mentre la provincia di Bolzano è quella con meno decrementi. Il calo del numero di aziende un po’ tutti i settori produttivi, e riguarda anche altri Paesi europei. Nel 2020, in oltre il 98% delle aziende agricole si trovava manodopera familiare, anche se nella forza lavoro è stata progressivamente incorporata manodopera non familiare, che ha raggiunto 2,9 milioni, cioè il 47%. Nel 2010 era il 24,2%, più o meno la metà. Negli stessi 10 anni, la forza lavoro complessiva ha perso il 28,8%, in termini di addetti, e il 14,4% in termini di giornate standard lavorate. Mentre per la digitalizzazione c’è ancora molto da fare. Il settore, rileva Istat, è approdato ancora solo marginalmente all’adozione di tecnologie digitali, sebbene la quota di imprese che si sono digitalizzate sia quasi quadruplicata in dieci anni, dal 3,8% nel 2010 al 15,8% nel 2020. A trainare il salto tecnologico i giovani imprenditori e i big: laddove la leadership è esercitata da persone fino a 44 anni il tasso di digitalizzazione arriva al 32,2%; dove invece i dirigenti hanno più di 65 si ferma al 7,6%, precisa il Censimento Agricoltura. Intanto l’analisi statistica si dinamizza visto che, come annunciato dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, non avrà più cadenza decennale ma permanente e attraverso indagini campionarie. Novità apprezzata sia dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli che dal sottosegretario al Mipaaf Gian Marco Centinaio.”La quantificazione delle dinamiche di cambiamento in ambito rurale è cruciale – ha osservato Patuanelli – per poter avviare velocemente le politiche di sostegno alle imprese ma anche per supportare la nostra richiesta all’Unione europea di una azione comune più incisiva”.

  • La Commissione approva un regime italiano da 180 milioni di euro a sostegno delle imprese attive nei settori agricolo, forestale, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina

    La Commissione Europea ha approvato un regime italiano da 180 milioni di euro a sostegno delle imprese attive nei settori agricolo, forestale, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi degli aiuti di Stato, adottato dalla Commissione il 23 marzo 2022. In base al regime, l’aiuto consisterà in importi limitati di aiuto sotto forma di garanzie sui prestiti. Lo scopo del regime è sostenere il fabbisogno di liquidità del beneficiario e aiutarlo a superare le difficoltà economiche e finanziarie legate all’aumento dei costi energetici e di altri input dovuto all’attuale crisi geopolitica. La Commissione ha riscontrato che il regime italiano è in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi. In particolare, l’aiuto (i) non supererà i 35.000 euro per beneficiario; e ii) sarà concesso entro il 31 dicembre 2022. La Commissione ha concluso che il regime è necessario, appropriato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro.

    Fonte: Commissione europea

  • Stretta dell’Ue sulla chimica in agricoltura

    Ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030. Con questo obiettivo la Commissione europea si appresta a presentare il suo pacchetto natura, che oltre alla stretta sulla chimica in agricoltura dovrebbe contenere altri obiettivi vincolanti per frenare la perdita di biodiversità. Il dimezzamento nell’uso e nel rischio (con riferimento cioè alle sostanze più pericolose) dei pesticidi a livello Ue è uno degli obiettivi dichiarati della Strategia Farm to Fork, sui sistemi alimentari sostenibili.

    Diventerà legislazione attraverso un regolamento che rimpiazzerà l’attuale direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi. “Manterremo gli ambiziosi impegni assunti nell’ambito della strategia – ha detto all’agenzia Ansa pochi giorni fa la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides – e nel farlo manterremo anche la nostra promessa di non lasciare indietro nessuno, né consumatori, né produttori”. “La nostra ambizione – aggiungeva – sarà accompagnata da un livello di sostegno altrettanto ambizioso”.

    Il quadro normativo renderà più stringente il principio che la chimica è una soluzione da adottare solo quando le altre sono insufficienti. Solo dopo, cioè, aver applicato pratiche agricole sostenibili, misure di prevenzione, metodi di lotta biologica ai parassiti o varietà resistenti. Un principio già riconosciuto dalle leggi Ue ma, secondo le numerose valutazioni sulla direttiva pesticidi fatte dalla Commissione europea, poco praticato a livello di Stati membri. Il pacchetto dovrebbe contenere anche gli obiettivi per riservare una certa percentuale di aree agricole ad aree ad alta diversità.

    Tutte misure che nei mesi scorsi hanno fatto discutere per i rischi potenziali in termini di capacità produttiva in una fase in cui la guerra in Ucraina rimette in discussione la sicurezza alimentare mondiale. I rischi “per la sicurezza alimentare in Africa e Medio Oriente”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans in un’intervista al Fatto Quotidiano, “sono enormi”. “Ma – ha aggiunto – usare questi problemi come alibi per non realizzare la Farm to Fork significherebbe uccidere la salute e la sopravvivenza a lungo termine della nostra agricoltura”.

  • La Commissione europea autorizza due nuove indicazioni geografiche provenienti dall’Italia e dalla Germania

    Questa settimana la Commissione ha approvato due nuove indicazioni geografiche protette (IGP): l’italiana “Lenticchia di Onano” è stata aggiunta all’elenco di 1579 prodotti agricoli e alimentari esistente, mentre la tedesca “Hohenloher Birnenbrand” è stata inserita nell’elenco delle 258 acquaviti già protette provenienti dall’UE e da paesi terzi.

    La “Lenticchia di Onano” è un tipo di lenticchia coltivata esclusivamente in sei comuni della provincia di Viterbo, a nord-ovest di Lago di Bolsena. Cresce in terreni vulcanici e naturalmente ricchi di microelementi, compreso il ferro. Ciò comporta una serie di effetti positivi, in particolare un basso tenore di zuccheri, un sapore pieno e una buona durata di conservazione. Le lenticchie sono coltivate e consumate nella regione di Viterbo sin dal Medioevo per compensare la carenza di carne.

    La “Hohenloher Birnenbrand” è un’acquavite prodotta esclusivamente nella zona tedesca dell'”Hohenlohe” mediante fermentazione e distillazione di pere originarie della regione. Da tempi immemori l’”Hohenlohe” è caratterizzato da frutteti su prato, con specie arboree simili e portainnesti. Le varietà di pere ad alto tenore di zuccheri sono particolarmente adatte alla produzione di alcole, e l’acquavite ha un titolo alcolometrico non inferiore a 38% e un bouquet aromatico di pera.

    L’elenco di tutte le indicazioni geografiche protette è disponibile nella banca dati eAmbrosia.

    Fonte: Commissione europea

  • Approvato dalla Commissione il regime italiano da 1,2 miliardi di euro a sostegno dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina

    La Commissione ha approvato il regime quadro italiano da 1,2 miliardi di € a sostegno dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, adottato dalla Commissione il 23 marzo 2022, che si fonda sull’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), e riconosce che tutta l’economia dell’UE sta subendo un grave turbamento.

    L’Italia ha notificato alla Commissione un regime quadro da 1,2 miliardi di € a sostegno dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina.

    Nell’ambito del regime i beneficiari ammissibili avranno diritto a ricevere aiuti di importo limitato in una delle seguenti forme: i) sovvenzioni dirette; ii) agevolazioni fiscali o di pagamento; iii) anticipi rimborsabili; e iv) riduzione o esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

    La misura sarà accessibile alle imprese di tutte le dimensioni attive nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura colpite dall’aumento dei prezzi dell’elettricità, dei mangimi e dei carburanti causato dall’attuale crisi geopolitica e dalle relative sanzioni.

    La Commissione ritiene che il regime italiano sia in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi. In particolare, gli aiuti i) non supereranno il massimale di 35 000 € per beneficiari attivi nella produzione primaria nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura e di 400 000 € per imprese operanti in tutti gli altri settori; e ii) saranno concessi entro il 31 dicembre 2022.

    La Commissione ha concluso che il regime italiano è necessario, adeguato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE e con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo.

    Su queste basi la Commissione ha approvato la misura di aiuto in quanto conforme alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.

    Il 23 marzo 2022 la Commissione europea ha adottato un quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato per consentire agli Stati membri di avvalersi della flessibilità prevista dalle norme in materia al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina.

    Il quadro temporaneo di crisi prevede che gli Stati membri possano concedere i seguenti tipi di aiuti:

    • aiuti di importo limitato, in qualsiasi forma, fino a 35 000 € per le imprese colpite dalla crisi che operano nel settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura e fino a 400 000 € per le imprese colpite dalla crisi che operano negli altri settori;
    • sostegno alla liquidità sotto forma di garanzie statali e prestiti agevolati; e
    • aiuti destinati a compensare i prezzi elevati dell’energia.L’aiuto, che può essere concesso sotto qualsiasi forma, compenserà parzialmente le imprese, in particolare gli utenti a forte consumo di energia, per i costi aggiuntivi dovuti ad aumenti eccezionali dei prezzi del gas e dell’elettricità. L’aiuto complessivo per beneficiario non può superare il 30 % dei costi ammissibili, fino a un massimo di 2 milioni di € in un dato momento. Quando l’impresa subisce perdite di esercizio, possono essere necessari ulteriori aiuti per garantire il proseguimento di un’attività economica. Pertanto, per gli utenti a forte consumo di energia, le intensità di aiuto sono più elevate e gli Stati membri possono concedere aiuti superiori a tali massimali, fino a 25 milioni di €, e, per le imprese che operano in settori e sottosettori particolarmente colpiti, fino a 50 milioni di €.

    Le entità controllate dalla Russia che sono soggette a sanzioni saranno escluse dall’ambito di applicazione di tali misure.

    Il quadro temporaneo di crisi prevede pertanto una serie di garanzie:

    • metodologia proporzionale,che richiede l’esistenza di un nesso tra l’importo dell’aiuto che può essere concesso alle imprese e la portata della loro attività economica e dell’esposizione agli effetti economici della crisi;
    • condizioni di ammissibilità, ad esempio, mediante la definizione degli utenti ad alta intensità energetica come imprese per le quali l’acquisto dei prodotti energetici è pari ad almeno il 3 % del loro valore produttivo; e
    • requisiti di sostenibilità, quando concedono aiuti per ovviare ai costi aggiuntivi sostenuti a causa dei prezzi eccezionalmente elevati del gas e dell’energia elettrica, gli Stati membri sono invitati a considerare, in modo non discriminatorio, la fissazione di requisiti relativi alla protezione dell’ambiente o alla sicurezza dell’approvvigionamento.

    Il quadro temporaneo di crisi sarà operativo fino al 31 dicembre 2022. Al fine di garantire la certezza del diritto, la Commissione valuterà prima di tale data se il quadro debba essere prorogato. Inoltre durante il periodo di applicazione la Commissione valuterà il contenuto e la portata del quadro alla luce degli sviluppi sui mercati dell’energia e sugli altri mercati dei fattori di produzione e della situazione economica generale.

    Fonte: Commissione europea

  • La Commissione approva una misura italiana di aiuti di 44 milioni di euro a sostegno della modernizzazione delle attività di trasformazione alimentare di Mutti SpA

    La Commissione europea ha approvato una misura italiana di aiuti di 44 milioni di euro a favore dell’impresa alimentare Mutti SpA, nel rispetto delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato.

    L’aiuto sosterrà il progetto di Mutti SpA destinato a migliorare gli standard tecnologici e ambientali in materia di trasformazione alimentare, soprattutto in termini di riduzione del consumo di acqua e di energia. L’investimento ha inoltre come scopo la trasformazione digitale, in particolare l’utilizzo dei dati e delle tecnologie digitali per migliorare i processi aziendali e i sistemi di produzione nel settore manifatturiero.

    Il bilancio totale del progetto d’investimento ammonta a 105 milioni di euro, di cui 44 saranno coperti dall’Italia mediante sovvenzioni dirette. Il progetto sarà attuato nell’arco di tre anni (2022-2024).

    La Commissione ha valutato la misura in base alle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, ponendo particolare attenzione sull’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che consente agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di determinate attività economiche secondo condizioni precise, nonché in base agli orientamenti per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali per il periodo 2014-2020, prorogati fino al 31 dicembre 2022.

    La Commissione ha ritenuto che il regime fosse adeguato e necessario per conseguire gli obiettivi del progetto di investimento. La Commissione ha inoltre concluso che il regime è proporzionato, ovvero limitato al minimo indispensabile, e non avrà effetti negativi indebiti sulla concorrenza e sugli scambi nell’UE. Sulla base di queste premesse, la Commissione ha approvato la misura nel rispetto delle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.

    Fonte: Commissione europea

  • L’azione della Commissione per la sicurezza alimentare mondiale e il sostegno agli agricoltori e consumatori dell’UE

    Alla luce dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dei costi dei fattori di produzione, come l’energia e i concimi, la Commissione europea ha presentato una gamma di interventi a breve e a medio termine per rafforzare la sicurezza alimentare mondiale e sostenere agricoltori e consumatori dell’UE. L’impennata dei prezzi delle materie prime a livello mondiale, accelerata ulteriormente dall’invasione russa dell’Ucraina, ha evidenziato nuovamente la necessità di rendere più resilienti e sostenibili le catene di approvvigionamento agricolo e alimentare dell’UE, in linea con la strategia “dal produttore al consumatore“.

    La Commissione si impegna ad adottare tutte le misure necessarie per garantire che l’UE, in quanto esportatore netto di prodotti alimentari e uno dei maggiori produttori agroalimentari, contribuisca alla sicurezza alimentare mondiale, in particolare in Ucraina, Nord Africa e Medio Oriente, che dipendono ampiamente dalle importazioni di cereali, nonché in Asia e nell’Africa subsahariana. L’UE è uno dei principali fornitori di assistenza umanitaria e allo sviluppo per quanto riguarda l’alimentazione e i sistemi alimentari.

    Attualmente la disponibilità alimentare nell’UE non è a rischio, in quanto il continente è largamente autosufficiente per molti prodotti agricoli. Tuttavia il nostro settore agricolo è un importatore netto di prodotti specifici, come ad esempio proteine foraggere. Questa vulnerabilità, insieme ai costi elevati dei fattori di produzione, come i concimi e l’energia fossile, sta creando difficoltà di produzione agli agricoltori e rischia di far salire i prezzi dei prodotti alimentari.

    La sicurezza alimentare nell’Ucraina devastata dalla guerra è motivo di grande preoccupazione, in particolare nelle città assediate, in quanto la Russia sembra colpire e distruggere deliberatamente i siti di conservazione degli alimenti.

    La Commissione sostiene l’Ucraina nello sviluppo e nell’attuazione di una strategia a breve e medio termine in materia di sicurezza alimentare per garantire che i fattori di produzione raggiungano le aziende agricole, ove possibile, e che siano mantenute le strutture di trasporto e conservazione per consentire all’Ucraina di nutrire i propri cittadini e, infine, di recuperare i suoi mercati di esportazione.

    Un programma di sostegno di emergenza dell’UE del valore di 330 milioni di € a favore dell’Ucraina contribuirà ad assicurare l’accesso ai beni e ai servizi di base e alla protezione della popolazione. Il programma intende contribuire ad alleviare le sofferenze degli ucraini, assicurando l’accesso a beni e servizi di base e la loro protezione. Altri obiettivi importanti saranno la ricostruzione di infrastrutture civili su piccola scala, la pianificazione strategica e la garanzia della sicurezza energetica.

    La Commissione garantirà regolarmente un’analisi dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’insicurezza alimentare e il relativo seguito e manterrà il proprio impegno in seno agli organismi internazionali e multilaterali (FAO, OMC, G7, G20) per coordinare le politiche. Inoltre l’UE ha intensificato l’assistenza umanitaria alle regioni e ai gruppi di popolazione maggiormente colpiti dall’insicurezza alimentare.

    Nel programma di cooperazione internazionale per il periodo 2021-2027 l’UE, insieme a circa 70 paesi partner, si adopererà per sviluppare la sostenibilità dei sistemi alimentari. Inoltre, in occasione del vertice “Nutrizione per la crescita” tenutosi a Tokyo nel dicembre 2021, l’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a continuare a combattere la malnutrizione con un impegno sostanziale pari a 4,3 miliardi di €, di cui almeno 2,5 miliardi di € a sostegno della cooperazione internazionale dell’UE destinata al conseguimento di obiettivi in materia di alimentazione per il periodo 2021-2024.

    L’UE continuerà inoltre a difendere fermamente la necessità di evitare le restrizioni e i divieti all’esportazione di prodotti alimentari e di favorire un mercato unico ben funzionante.

    Questa profonda crisi conferma la necessità di accelerare la transizione del sistema alimentare verso la sostenibilità e la resilienza a livello mondiale per prepararsi meglio alle crisi future. Nel contesto del seguito dato al vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari 2021, la Commissione si impegnerà in otto coalizioni che hanno tutte come obiettivo la trasformazione del sistema alimentare, la resilienza e la crescita sostenibile della produttività.

    Per migliorare l’accessibilità economica dei prodotti alimentari, gli Stati membri possono anche applicare aliquote ridotte dell’imposta sul valore aggiunto e incoraggiare gli operatori economici a limitare i prezzi al dettaglio. Gli Stati membri possono inoltre attingere ai fondi dell’UE, come il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), che sostiene le azioni dei paesi dell’UE volte a fornire prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base ai più vulnerabili.

    Il nuovo meccanismo europeo di preparazione e risposta alle crisi della sicurezza dell’approvvigionamento alimentare (EFSCM), che riunisce le amministrazioni europee e nazionali e gli attori privati lungo tutta la catena di approvvigionamento, effettuerà una mappatura approfondita dei rischi e delle vulnerabilità della catena di approvvigionamento alimentare dell’UE, seguita da raccomandazioni e da adeguate misure di mitigazione.

    Per continuare a svolgere il suo ruolo di fornitore mondiale di prodotti alimentari pienamente impegnato nella transizione ambientale, il settore agricolo dell’UE ha bisogno di tutto il nostro sostegno. A tal fine, la Commissione ha adottato oggi le seguenti misure:

    • un pacchetto di sostegno del valore di 500 milioni di €, che utilizzerà anche la riserva di crisi, per sostenere i produttori più colpiti dalle gravi conseguenze della guerra in Ucraina. Partendo da questa base, gli Stati membri potrebbero fornire un sostegno finanziario supplementare agli agricoltori per contribuire alla sicurezza alimentare mondiale o affrontare le turbative del mercato derivanti dall’aumento dei costi dei fattori di produzione o dalle restrizioni commerciali. Dovrebbe essere data priorità al sostegno agli agricoltori impegnati in pratiche sostenibili, garantendo al contempo che le misure siano destinate ai settori e agli agricoltori che sono stati colpiti più duramente dalla crisi;
    • maggiori anticipi sui pagamenti diretti agli agricoltori nonché per le misure di sviluppo rurale connesse alla superficie e agli animali a partire dal 16 ottobre 2022;
    • misure di sicurezza del mercato a sostegno del settore delle carni suine, in considerazione della sua situazione particolarmente difficile del settore;
    • una deroga eccezionale e temporanea per consentire la produzione di tutte le colture alimentari e correlate ai mangimi su terreni lasciati a riposo, mantenendo al contempo l’intero livello del pagamento di inverdimento per gli agricoltori. Ciò incrementerà la capacità produttiva dell’UE nonostante la limitata disponibilità di terreni fertili;
    • specifiche flessibilità temporanee rispetto agli attuali requisiti per l’importazione di mangimi contribuiranno ad alleviare la pressione sul mercato di tali prodotti.

    La Commissione ha proposto un nuovo e autonomo quadro temporaneo di emergenza che copre anche gli agricoltori, i produttori di concimi e il settore della pesca. In questo modo possono essere concessi aiuti agli agricoltori colpiti da aumenti considerevoli dei costi dei fattori di produzione. I prezzi dei concimi e le forniture per gli agricoltori saranno monitorati per garantire che non siano compromesse le prospettive per i raccolti dell’UE.

    La Commissione propone inoltre che gli Stati membri comunichino mensilmente i dati sulle scorte private delle materie prime essenziali per alimenti e mangimi per avere un quadro accurato e aggiornato della loro disponibilità.

    La sostenibilità alimentare è parte integrante della sicurezza alimentare. Nell’attuare le necessarie transizioni previste dalla strategia “dal produttore al consumatore” e da quella sulla biodiversità, la Commissione garantirà che la produttività complessiva dell’agricoltura dell’UE non sia compromessa. Ciò implica un maggiore ricorso all’innovazione per contribuire ad aumentare le rese in modo sostenibile, ad esempio mediante l’agricoltura di precisione, le nuove tecniche genomiche, una migliore gestione dei nutrienti, la difesa integrata, le alternative biologiche ai pesticidi chimici.

    È più che mai necessario rafforzare la resilienza riducendo la dipendenza dell’agricoltura europea dall’energia, dalle importazioni ad alta intensità energetica e dalle importazioni di mangimi. La resilienza richiede una solida politica commerciale a livello multilaterale e bilaterale che permettano di avere fonti di importazione e sbocchi di mercato diversificati. Orizzonte Europa investirà nella ricerca e nell’innovazione per trovare alternative all’uso di concimi sintetici. Tra le proposte presentate dalla Commissione figurano un uso più efficiente dell’azoto, la transizione verso l’ammoniaca verde per i concimi e la valorizzazione della biomassa. A tale fine la Commissione invita gli Stati membri a utilizzare tutti gli strumenti disponibili nei propri piani strategici della PAC per il periodo 2023-2027. Ciò riguarda, ad esempio, l’uso di strumenti di gestione del rischio, lo sviluppo dell’agricoltura di precisione o il sostegno accoppiato per stimolare le colture proteiche.

    Fonte: Commissione europea

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