aiuti

  • L’appello dei veterinari ucraini ai colleghi

    I veterinari rimasti in Ucraina per salvare gli animali chiedono un aiuto, chi può sia loro una mano, anche poco è utile

    Vladlen Ushakov, Presidente di USAVA la Società dei Veterinari ucraini per animali da compagnia, rivolge un appello via Facebook: “Collega, aiuta un veterinario!”. Le coordinate bancarie per inviare aiuti finanziari sono state comunicate nei giorni scorsi da Wsava, per donazioni tramite bonifico internazionale. ANMVI mette a disposizione anche le proprie coordinate bancarie per agevolare le donazioni, via bonifico ordinario, da riversare poi a Usava.

    “Siamo grati ai nostri vicini della Polonia, che ci hanno teso una mano su tutti i fronti. Siamo grati ai nostri colleghi degli Stati baltici per il loro grande cuore e la loro disponibilità ad aiutare. Siamo molto grati ai colleghi di Bulgaria, Romania, Slovacchia e Irlanda che hanno risposto. Abbiamo iniziato a fare una lista di colleghi che sono pronti ad aiutare”. E inoltre: “Siamo molto grati al laboratorio Labokli, che ha generosamente accettato di eseguire gratuitamente i titoli anticorpali contro la rabbia per gli animali provenienti dall’Ucraina.“La decisione della Commissione Europea- dicono – ha salvato migliaia di vite animali”.

    Versamenti sul c/c di USAVA
    Nome del Beneficiario
    Ukrainian Small Animal Veterinary Association
    Indirizzo: Genuezska str.24 a, Odessa, 65009, Ukraine
    Coordinate bancarie: UA173282090000026008010048132
    Banca BANK PIVDENNYI – Odessa, Ukraine
    SWIFT code: PIVDUA22
    Causale: USAVA

    Donazione via ANMVI
    Coordinate Bancarie intestate a: ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
    IBAN: IT77P0623011419000043988583
    BIC: CRPPIT2P219
    Causale: Pro Veterinari Ucraina

    Collaborazioni con strutture veterinarie all’estero– Se ciascuna delle associazioni potesse inviarci elenchi di cliniche in cui i rifugiati e i loro pazienti possono essere inviati per il primo soccorso, l’esame clinico e la determinazione del titolo anticorpale della rabbia, questo sarebbe un grande supporto per noi”. Non mancano i commenti di Colleghi che invitano il Presidente Usava a lasciare il Paese. In chiusura le coordinate bancarie: “Saremo grati per le donazioni finanziarie”. Dal Paese stanno fuggendo anche studenti e ricercatori universitari.
    Appello alla Fve e alla Wsava- Il Presidente Ushakov -che è anche rappresentante di Usava nella Wsava- ha sottoscritto una lettera per chiedere “di escludere ufficialmente la Russia in quanto Paese aggressore dalle comunità veterinarie europee e mondiali Wsava e Fecava”. La lettera è firmata da Natalia Ignatenko, collega rappresentante dell’Ucraina alla Fecava.

    “Proprio come con la seconda guerra mondiale- affermano- si sta scrivendo una insanguinata della storia mondiale. La notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 è stata l’inizio del più grande spargimento di sangue nella nostra Patria, invasa dalla Russia. È impossibile pensare che questo sta accadendo nel 21° secolo. Il nostro popolo ora sta lottando per ogni centimetro della sua terra e speriamo che europei e colleghi di tutto il mondo siano dalla nostra parte”.
    “Stiamo lavorando”– La Società dei Veterinari ucraini per animali da compagnia si trova a Odessa e posta immagini di lavoro, di visite e di chirurgie. I Colleghi offrono notizie su quanto accade. Inizia a mancare pet food, in particolare le diete speciali per cani e gatti con patologie, dicono, perché molti negozi di animali e prodotti veterinari sono fuori attività. Un sito web elenca i negozi rimasti operativi. Ushenko ringrazia le aziende del pet food che hanno già offerto cibo gratuito nei rifugi ucraini. “A Kiev, un gran numero di animali rimane nei rifugi e non possono andarsene.

    Vets for peace, donazioni ai Veterinari ucraini
    Vets for Ukraine, tutte le iniziative in un unico sito

    Pagina Facebook di USAVA

    Fonte: AnmviOggi

  • Aiuti di Stato: la Commissione approva un regime italiano da 100 milioni di euro a sostegno degli operatori di servizi di ristorazione nel contesto della pandemia di coronavirus

    La Commissione europea ha approvato un regime italiano da 100 milioni di € a sostegno dei servizi di ristorazione nel contesto della pandemia di coronavirus. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato.

    Nell’ambito del regime, l’aiuto assumerà la forma di sovvenzioni dirette fino a 10 000 € per operatore. Il bilancio rimanente sarà ripartito tra i beneficiari ammissibili in base al rapporto tra il numero di dipendenti di ciascun operatore e il numero totale di dipendenti di tutti i beneficiari. La misura sarà aperta agli operatori di servizi di ristorazione di qualsiasi dimensione. Lo scopo del regime è aiutare i beneficiari a soddisfare il fabbisogno di liquidità e a proseguire le loro attività durante e dopo la pandemia.

    La Commissione ha constatato che il regime italiano è in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo. In particolare, l’aiuto i) non supererà i 2,3 milioni di € per beneficiario; e ii) sarà concesso entro il 30 giugno 2022.

    La Commissione ha concluso che la misura è necessaria, adeguata e proporzionata per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del TFUE e con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo. Su tale base la Commissione ha approvato le misure in conformità delle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.

  • L’UE coordina l’assistenza di emergenza e intensifica gli aiuti umanitari per l’Ucraina

    Con l’aggravarsi della situazione umanitaria in Ucraina e la fuga degli ucraini nei paesi vicini, la Commissione europea si sta adoperando su tutti i fronti per fornire assistenza di emergenza. La Commissione ha annunciato ulteriori 90 milioni di euro per programmi di aiuti di emergenza a favore dei civili colpiti dalla guerra in Ucraina, nel quadro di un appello urgente delle Nazioni Unite. I finanziamenti aiuteranno le persone in Ucraina e Moldova. Questo nuovo aiuto umanitario dell’UE fornirà cibo, acqua, assistenza sanitaria, alloggio e contribuirà a coprire le necessità di base.

    Mediante il meccanismo di protezione civile dell’UE, la Commissione sta inoltre coordinando la fornitura di assistenza materiale all’Ucraina, comprendente 8 milioni di articoli per le cure mediche essenziali e il sostegno della protezione civile. Le offerte provengono attualmente da 20 Stati membri: Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia. Ieri un primo carico è arrivato dalla Slovenia alla capitale ucraina Kiev.

    La Moldova ha attivato il meccanismo per sostenere gli ucraini che arrivano nel paese. Austria, Francia e Paesi Bassi hanno già offerto alla Moldova un sostegno di emergenza, quali risorse per l’accoglienza e l’assistenza medica. La Commissione è in contatto costante con altri paesi vicini dell’Ucraina ed è pronta a fornire ulteriore assistenza in base alle richieste.

  • TrustMeUp supporta la raccolta fondi a favore del popolo ucraino promossa dalla non profit O.S.J. Cavalieri di Malta

    “La crisi ucraina è un dramma umanitario. La raccolta fondi è ora più che mai fondamentale per attutire le sofferenze di un popolo che sta perdendo tutto”. E’ quanto dichiara Thomas Molendini, Luogotenente dell’ordine di San Giovanni di Gerusalemme – Cavalieri di Malta OSJ che ha ideato la campagna di solidarietà Cibo e Coperte: il tuo aiuto per l’Ucraina all’indomani dello scoppio del conflitto russo-ucraino. Numerosi camion vengono riempiti con tutti gli aiuti che servono a uomini, donne, anziani e bambini travolti dalla guerra in corso. L’iniziativa è appoggiata da TrustMeUp, piattaforma web internazionale che trasforma ogni acquisto online in donazione e ricompensa ogni donazione, al 100%, in sconti per acquisti digitali. Carlo Carmine, chairman di TrustMeUp, sottolinea “Questo è il momento di essere uniti e aiutare chi ha bisogno e sono sicuro che i cittadini, i donatori e i consumatori digitali non tarderanno ad agire nel bene di un popolo in drammatica difficoltà. Questo è il momento di unire tutte le nostre forze per il bene del popolo Ucraino”.

    Promossa dalla non profit O.S.J. Cavalieri di Malta, la campagna vedrà convogli di volontari partire con derrate alimentari e coperte per dare sostegno alle vittime di questa guerra. L’obiettivo è essere aiuto immediato per i tanti che stanno soffrendo, nascosti, impauriti, affamati e nel freddo dell’inverno ucraino.

    Le donazioni possono essere effettuate attraverso la piattaforma TrustMeUp che ricompenserà ogni donazione al 100% in sconti digitali facendo sì che la stessa possa essere effettuata a costo zero: https://bit.ly/TrustMeUp-For-Ucraina

  • Aiuti di Stato: la Commissione approva la carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l’Italia

    La Commissione europea ha approvato la carta dell’Italia per la concessione degli aiuti a finalità regionale dal 1º gennaio 2022 al 31 dicembre 2027 nel quadro degli orientamenti riveduti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale (“orientamenti”).

    Gli orientamenti riveduti, adottati dalla Commissione il 19 aprile 2021, entreranno in vigore il 1º gennaio 2022. Essi consentono agli Stati membri di aiutare le regioni europee meno favorite a recuperare il ritardo accumulato e di ridurre le disparità in termini di benessere economico, reddito e disoccupazione – obiettivi di coesione che sono al centro delle politiche dell’Unione. Essi offrono inoltre agli Stati membri maggiori possibilità di dare sostegno alle regioni che affrontano una transizione o sfide strutturali, come lo spopolamento, affinché possano contribuire pienamente alla transizione verde e digitale.

    Allo stesso tempo, gli orientamenti riveduti mantengono solide garanzie per impedire agli Stati membri di utilizzare fondi pubblici per innescare la delocalizzazione di posti di lavoro da uno Stato membro dell’UE a un altro, aspetto essenziale per la concorrenza leale nel mercato unico.

    La carta degli aiuti a finalità regionale dell’Italia indica le regioni italiane ammissibili agli aiuti per investimenti a finalità regionale. La carta stabilisce inoltre le intensità massime di aiuto nelle regioni ammissibili. L’intensità dell’aiuto è l’importo massimo dell’aiuto di Stato che può essere concesso per ciascun beneficiario, espresso sotto forma di percentuale dei costi di investimento ammissibili.

    A norma degli orientamenti riveduti, un gruppo di regioni che ospitano il 41,99 % della popolazione italiana sarà ammissibile agli aiuti per investimenti a finalità regionale:

    • Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (che totalizzano il 32% della popolazione italiana) rientrano tra le regioni più svantaggiate dell’UE, con un PIL pro capite inferiore al 75 % della media UE. Tali regioni sono ammissibili agli aiuti a norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera a), TFUE (le cosiddette “zone a”), con intensità massime di aiuto per le grandi imprese comprese tra il 30 % e il 40 %, in funzione del PIL pro capite della “zona a” di appartenenza;
    • l’Italia ha la possibilità di designare cosiddette “zone c non predefinite” per un massimo del 9,99 % della popolazione nazionale. La designazione specifica delle “zone c non predefinite” può avvenire in futuro e comporterebbe una o più modifiche della carta degli aiuti a finalità regionale approvata oggi.

    In tutte le zone menzionate, le intensità massime di aiuto possono essere maggiorate di 10 punti percentuali per gli investimenti delle imprese di medie dimensioni e di 20 punti percentuali per gli investimenti delle piccole imprese (per i loro investimenti iniziali con costi ammissibili fino a 50 milioni di EUR).

    Una volta definito un futuro piano territoriale per una transizione giusta nell’ambito del regolamento sul Fondo per una transizione giusta, l’Italia avrà la possibilità di notificare una modifica della carta degli aiuti a finalità regionale approvata oggi, al fine di applicare un potenziale aumento dell’intensità massima di aiuto nelle future aree di transizione giusta, come specificato negli orientamenti riveduti per le “zone a”.

    Fonte: Commissione europea

  • La Commissione UE approva un regime italiano di aiuti di 520 milioni di euro destinato a indennizzare il settore fieristico e congressuale per i danni subiti a causa della pandemia di COVID-19

    Nel quadro delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, la Commissione europea ha approvato un regime italiano di 520 milioni di € destinato a indennizzare le imprese attive nel settore fieristico e congressuale e i relativi fornitori di servizi per i danni subiti a causa delle misure restrittive introdotte dal governo italiano per limitare la diffusione del coronavirus.

    La misura italiana di sostegno

    L’Italia ha notificato alla Commissione, a norma dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), un regime di aiuti destinato a indennizzare le imprese attive nel settore fieristico e congressuale e i relativi fornitori di servizi per i danni subiti a causa delle misure restrittive introdotte dal governo italiano per limitare la diffusione del coronavirus.

    Nell’ambito di tale regime i beneficiari ammissibili avranno diritto a un indennizzo sotto forma di sovvenzioni dirette per parte dei danni subiti tra il 9 marzo 2020 e il 14 giugno 2020 e tra il 24 ottobre 2020 e il 14 giugno 2021, periodi in cui, in ragione delle misure restrittive in vigore, non è stata consentita l’organizzazione di tali eventi.

    Le autorità italiane verificheranno che l’indennizzo sia commisurato alle perdite nette subite da ciascun beneficiario a causa della pandemia in modo che nessun singolo beneficiario riceva un indennizzo superiore ai danni subiti, garantendo inoltre il recupero di eventuali pagamenti in eccesso.

    La Commissione ha valutato il regime ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, che consente alla Commissione di approvare misure di aiuto di Stato concesse dagli Stati membri (sotto forma di regimi di aiuti) per indennizzare imprese o settori specifici dei danni direttamente arrecati da eventi eccezionali.

    La Commissione ritiene che la pandemia di COVID-19 sia un evento eccezionale, trattandosi di un fenomeno straordinario e imprevedibile con significative ricadute economiche. Di conseguenza gli interventi eccezionali decisi dagli Stati membri per compensare i danni direttamente connessi all’epidemia sono giustificati.

    La Commissione ha appurato che la misura del governo italiano compenserà i danni direttamente connessi alla pandemia di COVID-19. Ha anche accertato che la misura è proporzionata, in quanto la compensazione prevista non eccede quanto necessario per ovviare ai danni.

    La Commissione ha pertanto concluso che la misura è in linea con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato.

    Contesto

    Il sostegno finanziario con fondi UE o nazionali concesso ai servizi sanitari o ad altri servizi pubblici per far fronte alla situazione dovuta al coronavirus non è soggetto al controllo sugli aiuti di Stato. Lo stesso vale per qualsiasi sostegno finanziario pubblico fornito direttamente ai cittadini. Analogamente le misure di sostegno pubblico a disposizione di tutte le imprese, ad esempio le integrazioni salariali e la sospensione del pagamento delle imposte sulle società, dell’IVA o dei contributi sociali, non sono soggette al controllo degli aiuti di Stato e possono essere attuate dagli Stati membri senza che sia necessaria l’approvazione della Commissione ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato. In tutti questi casi, gli Stati membri possono intervenire immediatamente. Nei casi in cui si applicano le norme in materia di aiuti di Stato, gli Stati membri possono elaborare ampie misure di aiuto a sostegno di imprese o settori specifici che risentono delle conseguenze della pandemia di COVID-19, in linea con la vigente disciplina dell’UE in materia di aiuti di Stato.

    Il 13 marzo 2020 la Commissione ha adottato una comunicazione relativa a una risposta economica coordinata all’emergenza COVID-19 che illustra queste possibilità.

    Ad esempio:

    • gli Stati membri possono compensare (sotto forma di regimi di aiuti) determinate imprese o determinati settori per i danni subiti e causati direttamente da eventi eccezionali, quali quelli provocati dall’epidemia di coronavirus, come prevede l’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE.
    • Le norme in materia di aiuti di Stato basate sull’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE consentono agli Stati membri di aiutare le imprese che hanno carenza di liquidità e necessitano di aiuti al salvataggio urgenti.
    • A ciò si può aggiungere un’ampia gamma di misure supplementari, come quelle a norma del regolamento “de minimis” e del regolamento generale di esenzione per categoria, che possono essere varate dagli Stati membri anche immediatamente, senza che la Commissione debba intervenire.

    In situazioni economiche particolarmente gravi, come quella in cui si trovano attualmente tutti gli Stati membri a causa dell’emergenza coronavirus, le norme dell’UE sugli aiuti di Stato consentono agli Stati membri di concedere aiuti per porre rimedio a un grave turbamento delle loro economie, come prevede l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE.

    Il 19 marzo 2020 la Commissione ha adottato un quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, basato sull’articolo 107, paragrafo 3), lettera b), TFUE, che consente agli Stati membri di avvalersi pienamente della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’emergenza determinata dal coronavirus. Il quadro temporaneo, modificato il 3 aprile, l’8 maggio, il 29 giugno, il 13 ottobre 2020 e il 28 gennaio 2021, prevede che gli Stati membri possano concedere i seguenti tipi di aiuti: i) sovvenzioni dirette, conferimenti di capitale, agevolazioni fiscali selettive e acconti; ii) garanzie di Stato per prestiti contratti dalle imprese; iii) prestiti pubblici agevolati alle imprese, compresi prestiti subordinati; iv) garanzie per le banche che veicolano gli aiuti di Stato all’economia reale; v) assicurazione pubblica del credito all’esportazione a breve termine; vi) sostegno alle attività di ricerca e sviluppo in materia di coronavirus; vii) sostegno alla costruzione e all’ammodernamento di impianti di prova; viii) sostegno alla produzione di prodotti per far fronte alla pandemia di coronavirus; ix) sostegno mirato sotto forma di differimento del pagamento delle imposte e/o di sospensione del versamento dei contributi previdenziali; x) sostegno mirato sotto forma di integrazioni salariali per i dipendenti; xi) sostegno mirato sotto forma di strumenti di capitale proprio e/o ibrido; xii) sostegno per i costi fissi non coperti per le imprese che devono far fronte a un calo del fatturato nel contesto della pandemia di coronavirus.

    Il quadro temporaneo rimarrà in vigore fino alla fine di dicembre 2021. Al fine di garantire la certezza del diritto, la Commissione valuterà prima di tale data se il quadro debba essere prorogato.

    Fonte: Commissione europea

  • Incendi boschivi: l’UE va in aiuto di Italia, Grecia, Albania e Macedonia del Nord

    Di fronte agli incendi che continuano a divampare in diverse regioni del Mediterraneo e dei Balcani occidentali, la Commissione europea si mobilita rapidamente per aiutare i paesi colpiti a contenere le fiamme e proteggere vite e mezzi di sussistenza. Due Canadair inviati dalla Francia nelle zone colpite d’Italia cominceranno le operazioni oggi stesso. Due aerei antincendio provenienti da Cipro in aiuto alla Grecia andranno ad aggiungersi alla squadra antincendio che sostiene le operazioni sul posto. Dalla Cechia e dai Paesi Bassi arriveranno invece due elicotteri per sostenere le operazioni in Albania. Inoltre la Slovenia sta inviando in Macedonia del Nord una squadra di 45 vigili del fuoco.

    Tutti gli aiuti sono mobilitati grazie al meccanismo di protezione civile dell’UE, con la Commissione che cofinanzia almeno il 75 % dei costi di trasporto. Questi interventi si aggiungono alle operazioni antincendio coordinate dall’UE in corso attualmente in Turchia e in Sardegna alla fine di luglio. Le mappe satellitari del servizio UE di gestione delle emergenze di Copernicus sono ugualmente di aiuto ai servizi di emergenza nel coordinare le operazioni. Il Centro di coordinamento UE della risposta alle emergenze, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, è in contatto costante con le autorità di protezione civile dei paesi colpiti di cui monitora attentamente la situazione, e convoglia l’assistenza dell’UE.

    Il Commissario per la Gestione delle crisi Janez Lenarčič ha commentato: “Stiamo lavorando senza soluzione di continuità per aiutare a domare gli incendi che divampano in tutta Europa. Ringrazio Cipro, Cechia, Francia, Slovenia e Paesi Bassi per aver inviato rapidamente aerei e elicotteri antincendio e una squadra di vigili del fuoco a sostegno dei paesi pesantemente colpiti dagli incendi boschivi. In un momento in cui diversi paesi del Mediterraneo sono alle prese con le fiamme, la protezione civile dell’UE fa in modo che i nostri strumenti antincendio siano utilizzati al massimo delle capacità. Un esempio eccellente di solidarietà dell’UE in tempi di bisogno.

    Fonte: Commissione europea

  • Le due montagne

    In tono trionfalistico il presidente della Regione Veneto annuncia un accordo per il “decongestionamento” dei passi tra Veneto e Trentino Alto Adige. Ancora una volta, attraverso una tempistica addirittura offensiva, la classe politica, in questo caso regionale, offre una dimostrazione del proprio distacco dalla realtà oggettiva vissuta dall’area veneta e montana in generale.

    Il nostro Paese è ancora alle prese con la difficile gestione della pandemia i cui termini ultimi non si possono considerare ancora definiti. In più ci si trova alla soglia di un timido allentamento del quadro di norme restrittive (26 aprile) invece di “liberare e togliere” ogni vincolo di accesso tanto alla montagna quanto al mare e alle città d’arte con il fine di riattivare i flussi turistici, perlomeno fino alla fine dell’emergenza sanitaria ed economica.

    Lascia decisamente sbalorditi la tempistica di questa scelta, forse dettata dall’unico fine di accreditarsi una visione ambientalista, imponendo, ancora in piena pandemia, dei nuovi vincoli, perché altrimenti non troverebbe giustificazione.

    Francamente risulta inqualificabile ed espressione di una imbarazzante mancanza di conoscenza delle reali condizioni economiche che stanno vivendo le realtà montane: imporre nuovi vincoli conferma il fatto  che ancora oggi, e molto probabilmente per i prossimi 24 mesi,  la montagna avrà bisogno di ulteriori supporti economici e non certo di aggravi normativi che impediscano o quantomeno limitino ogni  libertà di movimenti e di facilità d’accesso che non  siano quelle legate alla sola capacità infrastrutturale. Questa iniziativa rappresenta una forma di disprezzo nei confronti della crisi economica che la montagna ha dovuto subire per la seconda stagione invernale.

    Il mondo politico non perde occasione per dichiarare la propria vicinanza alle specificità montane ma in realtà non le conosce e neppure esprime la decenza di approcciarsi con rispetto ad esse. Al tempo stesso dimostra di non possedere alcuna idea relativa alla gestione della movimentazione turistica in un periodo così particolare come quello che stiamo vivendo.

    Questo accordo tra il Veneto ed il Trentino Alto Adige si inserisce all’interno dello scellerato Decreto Salva Montagna il quale destina il 55% (385 milioni) dei 700 (anche se ora forse se ne dovrebbero aggiungere altri cento) in dotazione al Trentino Alto Adige mentre alle altre regioni dell’arco alpino ed appenninico (*) rimane il 45% (315 milioni).

    In questo senso giova ricordare come il Trentino Alto Adige abbia 653 (poco più del 38,1%) impianti di risalita sui 1742 totali dislocati sull’intero territorio nazionale. E’ evidente come la distribuzione delle risorse risulti sproporzionata e non in linea con le imprese degli impianti di risalita italiani: ad un 38,1% corrisponde un 55% delle risorse finanziarie dimenticando, tra l’altro, l’importante apporto delle stazioni minori come vere e proprie palestre per lo sci funzionali proprio alle località più lontane ed attrezzate come quelle del Trentino Alto Adige.

    Quantomeno si sarebbe dovuto articolare per il calcolo delle risorse finanziarie da destinare alle diverse regioni una quota relativa ai costi fissi ed un’altra In rapporto ai titoli di viaggio (skipass).

    Il settore turistico del Trentino Alto Adige risulta quindi, sotto profilo economico e finanziario, già “fuori” dalla problematica legata alla pandemia, potendo contare anche sulle operazioni di finanza straordinaria assicurate dalle province autonome di Trento e Bolzano.

    Nel Veneto, esattamente come nelle altre regioni, arriveranno le briciole di questi Ristori mantenendo l’intero settore a combattere contro gli effetti di questa crisi economica e privo di un reale aiuto economico.

    Basti in questo senso ricordare come il solo fondo di ristoro per i maestri di sci sia passato nella definizione finale del decreto statale da 80 a 40 milioni.

    E’ facilmente ipotizzabile come le province di Bolzano e Trento potranno integrate questa ridicola somma per una categoria di operatori della montagna con il famoso 55% della somma complessiva. Una scelta che privilegia l’industria del turismo del Trentino Alto Adige ma che penalizza oltremodo tutto il mondo legato alla economia della neve dell’arco alpino e della dorsale appenninica.

    In questo contesto risulta ancora più imbarazzante l’accordo tra il Veneto e Trentino Alto Adige, cioè tra due realtà turistiche ed economiche che stanno vivendo in modo assolutamente diverso l’emergenza pandemica ma soprattutto due realtà che godono di sostegni finanziari assolutamente non bilanciati. Di fatto il Trentino Alto Adige gode di un doppio aiuto legato alla propria autonomia alla quale si sommano i Ristori nazionali, mentre il Veneto e tutte le altre regioni alpine e montane stanno pagando pesantemente le conseguenze.

    Due situazioni tra la realtà montana delle province autonome e le altre. Due montagne, quindi.

    (*) Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Emilia Romagna assieme alle località sciistiche di tutte le altre latitudini

  • L’Unione europea pronta a esentare dall’Iva gli aiuti forniti agli Stati contro la crisi da pandemia

    La Commissione europea propone di esentare dall’Iva i beni e i servizi che insieme agli organi e alle agenzie dell’Unione mette a disposizione di Stati membri e cittadini in tempi di crisi. La proposta, spiega l’esecutivo Ue, è in linea con l’esperienza maturata nel corso della pandemia di Covid-19, che ha insegnato tra altre cose che l’Iva applicata ad alcune transazioni finisce per costituire un fattore di costo negli appalti, mettendo a dura prova i bilanci più limitati. La proposta mira a ottimizzare l’efficienza dei fondi dell’Ue utilizzati nell’interesse pubblico per far fronte a crisi come le calamità naturali e le emergenze sanitarie, rafforzando per giunta gli organi di gestione delle catastrofi e delle crisi che operano a livello dell’Ue. Una volta effettive, le nuove misure permetteranno alla Commissione e alle agenzie e organi dell’Ue di importare e acquistare in esenzione dall’Iva i beni e i servizi da distribuirsi in risposta a un’emergenza nell’Unione.

    I destinatari possono essere Stati membri o terzi, come autorità o istituzioni nazionali (ad es. ospedali, un’autorità sanitaria o altra autorità nazionale di risposta alle catastrofi). Tra i beni e i servizi che rientrano nell’esenzione proposta rientrano test diagnostici, materiali diagnostici e attrezzature di laboratorio; dispositivi di protezione individuale (Dpi) come guanti, respiratori, maschere, camici, prodotti e attrezzature per la disinfezione; tende, letti da campo, abbigliamento e alimenti; attrezzature di ricerca e salvataggio, sacchi di sabbia, giubbotti di salvataggio e gommoni.

    Saranno esentati anche antimicrobici e antibiotici, antidoti contro le minacce chimiche, cure per lesioni da radiazioni, antitossine, compresse di iodio; prodotti del sangue o anticorpi; dispositivi di misurazione delle radiazioni; sviluppo, produzione e approvvigionamento dei prodotti necessari, attività di ricerca e innovazione, costituzione di scorte strategiche di prodotti; licenze al settore farmaceutico, strutture di quarantena, sperimentazioni cliniche, disinfezione dei locali e altro.

    Paolo Gentiloni, commissario responsabile per l’Economia, ha sottolineato che “la pandemia di Covid-19 ci ha insegnato che questo tipo di crisi è assai complesso e ha un impatto ad ampio raggio sulle nostre società. E’ essenziale reagire subito e efficacemente e trovare oggi la migliore risposta possibile per prepararci al domani. Questa proposta va nel senso dell’obiettivo Ue di reagire alle crisi e alle emergenze nell’Unione e farà in modo di ottimizzare l’impatto finanziario degli sforzi di soccorso a livello dell’Ue per combattere la pandemia e sostenere la ripresa”.

  • La Commissione approva le modifiche al regime italiano “ombrello” volto ad aiutare le imprese colpite dalla pandemia di coronavirus

    La Commissione europea ritiene che le modifiche all’attuale regime italiano “ombrello” a sostegno delle imprese nel contesto della pandemia di coronavirus siano conformi al quadro temporaneo e ha approvato le misure in conformità delle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.

    L’Italia ha notificato le seguenti modifiche al regime: i) proroga della durata del regime fino al 31 dicembre 2021; ii) aumento della dotazione finanziaria del regime di ulteriori 2,5 miliardi di euro, da 10 miliardi di euro a 12,5 miliardi di euro; (iii) aumento degli importi limitati degli aiuti, portati rispettivamente a 225 000 euro per le imprese attive nella produzione primaria di prodotti agricoli (erano di 100 000 euro), a 270 000 euro per le imprese attive nel settore della pesca e dell’acquacoltura (erano di 120 000 euro) e a 1,8 milioni di € per le imprese attive in tutti gli altri settori (erano di 800 000 euro), in linea con l’ultima modifica del quadro temporaneo; infine, iv) aumento del massimale di aiuto a sostegno dei costi fissi non coperti, portato a 10 milioni di euro per beneficiario (era di 3 milioni di euro). La Commissione ha concluso che il regime, così come è stato modificato, rimane necessario, adeguato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro, in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), e con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).

    Il regime originario era stato approvato dalla Commissione il 21 maggio 2020.

    Fonte: Commissione europea

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