Animali

  • Cani, gatti e consapevolezza degli ‘umani’

    Secondo il rapporto Eurispes gli italiani sono sempre più pronti ad adottare un animale da compagnia prendendolo da un rifugio, gattile o canile, piuttosto che acquistarlo anche se, purtroppo, vi sono ancora persone che per l’acquisto si affidano alla Rete e, inconsapevolmente, finiscono spesso per finanziare quelle associazioni criminali che contrabbandano cuccioli.

    Alcuni dati ripresi in un articolo dell’Espresso, a firma Viola Carognani, evidenziano come non tutti coloro che divengono “gli umani“ di un cane o di un gatto siano consapevoli dell’impegno che la convivenza comporta. Sempre nello stesso articolo si torna ad affrontare il tanto dibattuto tema della vendita di animali nei negozi, come se fossero oggetti e non esseri senzienti. Su questo tema la Francia ha già legiferato vietando che i cuccioli di animali siano venduti nei negozi.

    La convivenza con un animale da compagnia comporta nuovi stili di vita anche per gli umani. Dovremmo sapere tutti che anche se un gatto può stare più tempo da solo ha poi bisogno di giocare, interagire, sentirsi attenzionato e il cane, oltre alle manifestazioni d’affetto ed al gioco, ha anche bisogno di fare passeggiate, di muoversi all’aperto, non solo per fare i suoi bisogni fisiologici.

    Nel 2023 è ancora aumentato il numero delle famiglie nelle quali vivono uno o più animali da compagnia, gli animali sono sempre più parte della nostra vita ed i bambini che possono crescere con loro imparano di più cosa significa occuparsi di un altro, sentire quell’empatia che, anche per l’uso eccessivo della Rete dove i rapporti interpersonali sono privi di contatto autentico, aiuta in tutte le relazioni ad impedire inutili conflitti.

    Ora che comincia il tempo delle vacanze è necessario programmarle anche tenendo conto dei nostri amici animali e ciascuno di noi deve sentirsi impegnato a combattere gli abbandoni.

  • La pet therapy entra nelle RSA

    Tutti i cani sono i benvenuti negli spazi comuni delle strutture socio-sanitarie Korian Italia, leader nei servizi dalla prevenzione alla cura. Il progetto si inserisce nel più ampio percorso con gli animali che Korian dal 2015 ha attivato con un Dog Camp nella residenza Heliopolis di Binasco dove, dallo scorso anno, educatori cinofili, istruttori, addestratori, dog sitter, operatori Pet Therapy dell’associazione P.E.T.S., oltre a offrire i propri corsi e un servizio di Dog Sitting, danno vita anche a una serie di eventi cinofili dedicati agli ospiti.

    La pet therapy, integrata a supporto delle terapie tradizionali, porta numerosi benefici tra cui la socializzazione e il superamento del senso di solitudine, la riattivazione motoria e la stimolazione delle abilità cognitive. Alla fine di ogni incontro, gli amici a quattro zampe sfilano tra i pazienti e le carrozzine per farsi accarezzare.

    Il Dog Camp di Binasco è un grande spazio dotato di casette per ospitare i cani e di aree verdi attrezzate per lo sgambo degli animali e per corsi realizzati ad hoc, aperti anche alla cittadinanza.

    Quest’anno gli incontri sono previsti in 15 strutture su tutto il territorio nazionale.

  • ‘Focus: cani e link’, un seminario per imparare a conoscere chi si addestra con il proprio cane

    Quello che è successo al bimbo sbranato e altri gravi episodi sottolineano l’importanza dell’argomento. Ed è per questo utile che se ne parli sempre più, come farà l’”Associazione Tutela Allevamento e Addestramento Cinofilo Italiano” con il seminario Focus: cani e link – La pessima variante italiana dello studio dell’FBI sul “link” che si svolgerà sabato 8 e domenica 9 giugno al Cinema Teatro Nuovo di Trescore Balneario (Bergamo) in via Antonio Locatelli 104.

    Secondo la ‘variante italiana’ del Link studiato negli USA dall’FBI, oggi in Italia chi si forma insieme al proprio cane, per tutelare l’incolumità di persone e animali attraverso gli strumenti e la pratica dell’addestramento, viene considerato un individuo pericoloso per la società. L’ATAACI invita tutti a parlarne insieme.

    Per partecipare e ottenere il pass d’accesso al teatro bisogna inviare una mail ad ataacifocus890624@libero.it.

  • La moralità degli animali

    L’etologo Marc Beckoff, autore del libro ‘La vita morale degli animali’, in un’intervista rilasciata anni fa al quotidiano La Stampa dichiarò, tra l’altro: «Se noi decidiamo di lanciare un missile siamo convinti di non mettere a repentaglio la nostra incolumità anche se non rispettiamo le regole, negli animali sociali si rispettano invece le regole e chi non lo fa è pesantemente sanzionato. Gli animali sono più morali di noi. Se osserviamo i comportamenti morali vediamo che sono divisi in tre categorie: la cooperazione, l’empatia e la giustizia. Nel primo gruppo troviamo l’altruismo, la reciprocità, la lealtà e la fiducia; nel secondo la compassione, il dispiacere, la capacità di consolare; nel terzo la condivisione, l’equità, la correttezza e il perdono. Questi comportamenti li ritroviamo negli animali sociali, come spesso negli esseri umani, i quali però nell’attuale società sembrano sempre meno capaci di dare loro corso, in sintesi di provare empatia”.

    Beckoff, a fronte di tutti gli studi compiuti direttamente sul campo osservando in natura gruppi di animali sociali, sostiene che la moralità, come la giustizia, per gli animali non è una questione astratta come per gli esseri umani, per i quali notoriamente le regole cambiano a seconda delle cultura dominante. Infatti, dimostra con chiari esempi come i comportamenti degli animali siano pratici e di conseguenza nel branco sono puniti gli imbroglioni, gli aggressivi, e quanti non cooperano. «La moralità è un insieme di comportamenti correlati e indirizzati verso gli altri per regolare le relazioni all’interno dei gruppi sociali», afferma Beckoff. E’ quindi necessario, per vivere in un branco, che vi siano requisiti condivisi, norme comportamentali stabilite e l’abilità di prendere decisioni. Lo vediamo anche quando osserviamo gli animali domestici giocare tra loro, anche se gli animali da compagnia, vivendo con noi, e quindi meno a contatto coi loro simili, a volte dimenticano le regole della convivenza che vigono nel branco. In natura i lupi ad esempio, o i coyote, giocando si mordono, si spintonano senza farsi male, mentre nell’area cani possono succedere litigi, anche violenti.

    La moralità, sostiene Beckoff, è una necessità, un modo per adattare i singoli alla vita sociale del gruppo, perciò vi è un legame tra evoluzione morale e sociale. Queste regole, che guidano anche le società umane, sono però spesso infrante dall’uomo, sia all’interno dello stesso nucleo, Paese, nazione o famiglia, che tra nuclei diversi e nel momento nel quale si creano violazioni delle regole si arriva a manifestazione di autentica malvagità, quella malvagità che negli animali non esiste.

    L’animale uccide per mangiare, spesso l’uomo uccide per piacere o perché la parte violenta prevarica su tutto. Lo vediamo nelle guerre, anche ai giorni nostri, dovendo prendere atto che gli orrori del passato non sono un deterrente sufficiente rispetto alla capacita di commettere nuove barbarie. Nelle guerre infatti, anche oggi, nonostante tutto il progresso tecnologico, che purtroppo non sempre corrisponde ad un progresso di civiltà, nonostante tutte le conoscenze che abbiamo sulle devastanti conseguenze che hanno avuto i delitti del passato, si commettono ancora azioni di pura crudeltà con feroce accanimento contro gli inermi e i civili.

    L’etologia è perciò una scienza che, anche per chi non può studiarla direttamente in natura osservando il comportamento degli animali sociali, può essere molto utile per capire meglio la condotta degli uomini e per cercare di far crescere una cultura di maggior rispetto reciproco.

  • Fare politica dovrebbe essere una missione ignorando i propri interessi e i propri impulsi

    Non stupisce più di tanto, anche se inorridisce, la dichiarazione, confermata in un suo libro, della governatrice del South Dakota che tranquillamente scrive di avere ucciso deliberatamente il suo cane, cucciolo di 14 mesi, perché non obbediva e non andava bene per la caccia.

    Non contenta di questa infamia la governatrice ha subito dopo ucciso, con la stessa pistola, una capretta perché la trovava brutta.

    Entrambi gli animali, con indifferente crudeltà, sono stati portati sul luogo dell’esecuzione dalla stessa governatrice che, fino all’uscita delle sue dichiarazioni, era, e forse è ancora, favorita per affiancare Donald Trump nel ticket per le presidenziali di novembre.

    Ovviamente, come riporta ampiamente il Corriere della Sera di domenica 28 aprile, si sono levate molteplici voci e proteste, da vari campi, ma al di là della tragica fine dei due poveri esseri viventi e delle battaglie, che condividiamo sempre per difendere gli animali, quello che in questo momento ci preoccupa è il futuro del popolo americano affidato a persone come Kristi Noem.

    Il motto di Trump era ed è ‘Rendiamo di nuovo grande l’America’ e, a prescindere dalle molte intricate e buie vicende che lo circondano, ci si chiede di quale spessore morale, culturale e civile siano gli altri suoi alleati e sostenitori dopo aver appreso la torbida coscienza che guida la governatrice del South Dakota e come, con questi alleati, intenda fare di nuovo grande l’America!

    Che, in ogni parte del mondo, ci sia un irrefrenabile scadimento del personale politico, che nella società, e perciò nei singoli, sia sempre più difficile ritrovare basilari sentimenti di umanità ed empatia, anche le guerre in corso lo dimostrano, che ci sia un preoccupante aumento dalla violenza e dell’indifferenza sono purtroppo dati che conosciamo tutti.

    La difficoltà degli Stati Uniti per trovare, in ogni ordine e grado, persone degne di rappresentare i cittadini in sede locale, nazionale e mondiale pone inquietanti interrogativi anche rispetto alle alleanze nel contesto internazionale.

    Ci preoccupiamo, in molti, dei gravi problemi dovuti a quelle azioni umane che hanno messo a rischio la stabilità del pianeta, cambiamenti climatici, distruzione dell’ecosistema etc, ora è anche arrivato il momento di chiederci se, per risolvere questi problemi, non dobbiamo modificare il nostro approccio alla politica e ai modi nei quali diamo consenso alla classe dirigente.

    I politici, di ogni ordine e grado, devono dare prova di avere moralità, onestà, disinteresse, capacità di provare empatia, conoscenza dei valori e rispetto dei diritti fondamentali di ogni essere vivente e dello stesso pianeta.

    Fare politica dovrebbe essere una missione, un impegno a tutto campo per il quale si deve essere disposti a ignorare i propri impulsi, a dimenticare i propri interessi, a sentire che il proprio dovere è superiore al proprio diritto.

    Oggi un cane ed una capra ci hanno comunque dimostrato che la governatrice del South Dakota è indegna di governare anche la propria casa in campagna.

  • In Africa è allarme commercio di pelle di asino

    Secondo l’OIPA Camerun e l’Organizzazione britannica The Donkey Sanctuary  5 milioni di asini, in diversi Paesi dell’Africa, vengono macellati e la loro pelle viene esportata illegalmente con una grave decimazione della specie con il conseguente rischio di estinzione nel continente.

    Nigeria, Ghana e Kenya hanno vietato il commercio di pelle d’asino ma i facili guadagni per i contrabbandieri e la forte domanda cinese fanno da propellente a questo commercio illegale. In Cina infatti la pelle d’asino è utilizzata per ottenere, con la bollitura, una gelatina e una polvere che poi sono diluite in acqua calda ottenendo una bevanda calda che, secondo la medicina tradizionale cinese, può contrastare malattie cardiache e problemi circolatori.

    Proprio nei paesi africani, dove gli asini sono presenti in tutte le famiglie come aiuto per svolgere diverse attività, gli animali vengono rubati e spesso uccisi e scuoiati in modo brutale direttamente per strada. Vi è preoccupazione per la sopravvivenza  della specie e le autorità regionali, anche del Camerun, hanno chiesto di segnalare i casi di furto nel tentativo di contrastare il fenomeno e lo sterminio.

    L’Oipa Camerun si è molto attivata con convegni ed interventi sul posto per insegnare, specie ai giovani, come contrastare il furto e l’uccisione degli asini.

  • La storia di Hela: da cucciolo di ghepardo orfano a madre selvaggia

    Era l’agosto del 2018, quando gli incaricati del Ministero dell’Ambiente, delle Foreste e del Turismo della Namibia (MEFT) hanno recuperato quattro fratellini di ghepardo di circa quattro mesi, rimasti orfani in circostanze sconosciute.  Affidati immediatamente alle cure del Cheetah Conservation Fund di Otjiwarongo, i cuccioli, dopo i primi esami di routine, risultavano in buone condizioni fisiche e di salute. Come da prassi sono stati assegnati loro, per la distinzione tra i soggetti, i nomi di Thor, Loki, Mike e Hela, la nostra protagonista.

    Le fasi del ciclo di vita di un ghepardo sono tre: cucciolo (dalla nascita a 18 mesi), adolescenza (da 18 a 24 mesi) e vita adulta (da 24 mesi in poi). A 4 mesi di età, in natura, i cuccioli di ghepardo sono molto attivi e curiosi, apprendono velocemente dal mondo che li circonda iniziando ad esplorare il territorio seguendo ed accompagnando la madre nel quotidiano. Ogni occasione è buona per il gioco, stimolo all’attività futura di “veloci cacciatori”. In questa fase vitale, le loro unghie semi retrattili sono ancora affilate, arrampicarsi sugli alberi è una divertente attività per ottenere una visuale più lunga sull’orizzonte, oggi un gioco, e domani utile pratica per localizzare le prede in lontananza.

    È noto che la privazione precoce dell’influenza degli adulti ha effetti a lungo termine sulla possibilità di apprendimento alla vita selvaggia, poiché gli adulti svolgono un ruolo chiave nel guidare e regolare il comportamento dei giovani. I ghepardi restano accanto alla madre per 18 mesi (fase adolescenziale), quindi è probabile che l’assenza della madre possa aver provocato una perdita di apprendimento nello sviluppo delle abilità dei cuccioli recuperati. La risposta ai primi esami comportamentali dei cuccioli orfani, ha fatto ben sperare per un eventuale e potenziale rilascio in natura.

    Accolti nell’area di riabilitazione, dove le interazioni umane sono ridotte al minimo, sono stati affiancati con successo ad altri ghepardi orfani di età maggiore. Una buona reazione all’ambiente che li ha accolti, aggiunto alle scrupolose cure del personale del CCF hanno fatto sì che raggiungessero i 18 mesi forti e sani. La speranza di un ritorno in natura si faceva più tangibile. Per evitare le note zuffe fra i sessi opposti, soprattutto in fase adolescenziale, sono stati separati in gruppi maschili e femminili. Hela è stata unita ad un’altra femmina di nome Adina, e i maschi congiunti ad altri tre.

    Dopo due anni di monitoraggio nell’area di riabilitazione, confermato l’atteggiamento “selvaggio” e la percezione di “pericolo” nei confronti dell’essere umano, si è potuto finalmente confermare il rilascio in libertà di Hela. Inizialmente Adina e Hela sono state sedate per il controllo sanitario, che comprendeva la pesatura, la misurazione, il prelievo dei campioni di sangue. Dotate anche di collari satellitari per monitorarne gli spostamenti sono state accompagnate. Nella prima fase del rilascio che comprendeva il trasferimento in un “boma” di 200 ettari (area di controllo recintata per il periodo di adattamento), e successivamente, qualche mese dopo, è avvenuto il rilascio in Natura delle due femmine.

    Hela ha svolto la riabilitazione in modo straordinario, tanto da diventare un’ottima cacciatrice. Abbatteva regolarmente le prede, e il suo atteggiamento schivo nei confronti dell’essere umano la rendeva “selvaggia” a tutti gli effetti. Questo è stato uno dei motivi per cui è stata inizialmente selezionata come uno degli otto ghepardi candidati al trasferimento in India per il programma di reintroduzione Cheetah Project. Durante il controllo sanitario, prima della partenza, abbiamo scoperto che Hela era incinta, accoppiatasi certamente nel periodo passato in libertà, e si è deciso immediatamente di escluderla dal progetto, di farla partire per l’India. Lontano dalle interazioni umane e nella privacy più totale, nell’area di riabilitazione ha partorito quattro bellissimi cuccioli che ha cresciuto in modo esemplare.

    Il mese scorso (24 marzo), confermate le eccezionali attitudini di Hela si è deciso per il grande, e definitivo, ritorno della famiglia in natura. Ai cuccioli è stato riservato un controllo speciale: sono stati pesati, misurati e dotati di collari localizzatori per monitorarne gli spostamenti, e garantire loro sicurezza e nel caso di bisogno ed intervenire con le cure necessarie. Ogni cucciolo pesava tra i 32 e 35 kg.

    Il loro rilascio è andato liscio, l’istinto di Hela ha preso il sopravvento quando, una volta libera, ha subito richiamato a sé i suoi cuccioli attraverso le tipiche vocalizzazioni cosicchè ciascuno dei cuccioli si è rapidamente ricongiunto alla madre. È stato commovente vedere il legame tra “madre e cuccioli”, ed era chiaro che tutti erano pronti per iniziare la loro nuova vita in libertà. Oggi Hela caccia regolarmente per lei e ed i suoi cuccioli. Ciò che verrà trasmesso alla prole da questa madre straordinaria sarà il risultato di una nuova popolazione di ghepardi selvaggi e liberi di correre veloci nelle savane Namibiane.

    “Sono entusiasta di vedere che Hela e i suoi cuccioli hanno la possibilità di vivere nel loro habitat naturale” dice la Dott.ssa Laurie Marker, “Tutto può succedere ad Hela ed ai suoi cuccioli in natura; la sopravvivenza non è garantita. Ma, nei primi momenti dopo il rilascio, guardandola chiamare i suoi cuccioli, so che tutta la dedizione dello staff del CCF ha dato un risultato straordinario”. 

    Grazie al vostro sostegno, lavoriamo quotidianamente per rendere la natura un posto migliore sia per i ghepardi che per gli esseri umani.

  • Seminario Focus: imparare a conoscere il mondo animale

    Il 24 marzo si è svolto a Bologna il seminario focus, Partecipare ai seminari Focus, organizzato da Massimo Giunta e altri tecnici provenienti da tutta Italia, è un tuffo vero e profondo nel mondo animale, in special modo in quello del cane.

    Non è facile inquadrare in modo esaustivo e sintetico il bagaglio di informazioni, esperienze  che, dopo il seminario, ci portiamo a casa da studiare, elaborare e fare nostro.
    Ogni volta che credi di aver trovato una chiave di lettura Focus offre nuovi spunti che rimettono in gioco ogni cosa ma con una base da cui non si scappa mai, il cane e il suo benessere, il suo essere predisposto all’apprendimento e tenendo sempre presente l’incolumità delle persone, libertà sì ma rispettando la libertà di tutti.
    Addestrare il cane fa bene al cane, la mia e la sua libertà non devono ledere la libertà degli altri, un cane addestrato è un cane felice perché potrà partecipare molto di più alla vita quotidiana in famiglia e nella società.
    Purtroppo il tutto non è così semplice da realizzare, bisogna partire dal presupposto che come insegni ai bambini a non buttarsi in mezzo alla strada tra le auto o a non sporgersi dal balcone, perché potrebbero morire o causare un incidente dove altri ci andrebbero di mezzo, così si deve fare con il cane: insegnargli quello che può fare.
    Che amore è amare tuo figlio e consentirgli di fare tutte le esperienze comprese quelle che potrebbero ucciderlo inconsapevolmente? Un bimbo non conosce causa ed effetto, deve impararlo.
    Non voglio paragonare l’amore per un figlio con quello per un cane ma voglio far capire come in entrambi i casi la stessa attenzione possa salvare la vita propria o altrui semplicemente insegnando, come i genitori o la maestra fanno con i bambini, ai proprietari dei cani cosa devono a loro volta insegnare agli amici pelosi, facendosi anche aiutare da esperti.
    La cinofilia è un campo immenso di scuole, idee, metodi e fino a qui sarebbe anche stimolante e interessante se ci fosse alla base la comune volontà di portare il cane a vivere il suo essere cane con le stesse regole che guidano il comune vivere del padrone.
    A volte invece, specie in questo periodo della società, si confonde la libertà con  l’assenza di regole, si crede che ciascuno abbia diritto, per essere spensierato, a fare tutto quello che vuole e così si creano i pericoli per gli uomini e per gli animali.
    Si stigmatizzano i metodi con cui arrivare alla meta.
    Ma non è ovvio che tutto ciò che è estremo è dannoso? Non è ovvio che qualunque mezzo tu utilizzi non deve ledere il benessere etologico? A Focus si mette in risalto il benessere interspecie.

    Collare, pettorina, scorrimento non potrebbero fare danni se mal utilizzati? L’auto se usata male non è pericolosa?
    Quindi vietiamo a tutti di guidare o usare collari e pettorine? O insegniamo come  usare i mezzi necessari per arrivare alla meta?
    Parole che si scontrano con la realtà… Il gps per controllare il cane che può stare a 500 mt da noi magari finendo sotto un auto, inseguire un selvatico, incontrare un altro cane o aggredire qualcuno!!! Alcuni professionisti che dicono di appartenere a scuole cinofile moderne  dicono…ci vuole incoscienza…controllare il cane è una bastardata perché si blocca la sua curiosità, la capacità di fare esperienze…ci sta che si perda….Queste affermazioni si che sono pericolose soprattutto se si applicano alla vita quotidiana!!! Ricordiamoci che esistono le leggi e che devono essere bilanciate tra il benessere animale e la pubblica incolumità. Consigliare l’acquisto e l’uso del gps non è ciò che la vera cinofilia indica, quella vera cinofilia fatta di ore di impegno in campo e non.
    Nei seminari organizzati da Focus non sentiamo solo parole  ma si guardano filmati di eventi accaduti, casi veri, di cani mal gestiti, di situazioni quotidiane poi diventate tragedie che con poco avrebbero potuto essere evitate.
    Se la presunzione lasciasse spazio alla capacità di ascoltare, di informarsi, di ricordarsi che apparteniamo entrambi, uomo e cane, al mondo animale ma siamo dotati di diverse peculiarità-
    I video portati dai tecnici sono esperienze, traguardi, o addirittura cambi di metodo nel momento nel quale il precedente non ha funzionato bene come ci si aspettava.
    Qui sta l’elasticità di coesistenza di pensiero, di metodi, di intenti.
    E’ bellissimo confrontarsi, parlarsi, misurarsi, imparare. Perché il cane oltre ad avere la memoria di razza  può avere bisogno di un “vestito su misura” che dobbiamo aiutarlo a trovare. L’addestramento è il vestito che consente ai cani da soccorso, ricerca ma anche da compagnia di lavorare con e per l’uomo.

    Ricordiamolo sempre.

  • La Federazione europea dei veterinari pubblica un manifesto per le Elezioni Europee

    Riceviamo e pubblichiamo il manifesto della Fve (Federazione europea dei veterinari) diffuso in vista delle prossime Elezioni Europee

    In vista della prossime elezioni europee, la Fve ha pubblicato un manifesto per far luce sulle necessità dei Veterinari “guardiani della salute pubblica”.
    “L’Europa è la culla delle cure veterinarie da oltre 250 anni” e gode di una reputazione di primo piano a livello mondiale per la salute e il benessere degli animali. I Veterinari sono i guardiani della salute pubblica – dichiara la FVE – salvaguardando gli standard di sicurezza alimentare e rafforzando il commercio agricolo dell’UE.
    Tramite un manifesto la Federazione dei veterinari europei mira ad attenzionare il mondo politico, in vista delle prossime elezioni europee, sulla carenza di veterinari e di farmaci e illustra una serie di provvedimenti per migliorare la qualità del lavoro dei Veterinari nell’adempimento della loro funzione pubblica.
    “I veterinari di oggi non sono solo medici veterinari” dichiara la Fve “ma svolgono un ruolo fondamentale nella protezione della salute pubblica dalle malattie animali che potrebbero minacciare la salute umana e la società, dall’influenza aviaria alla rabbia”. “Noi proteggiamo la tua salute supervisionando la salute e il benessere del bestiame e assicurando che tutto il latte, le uova, il pesce e la carne siano sicuri” per i consumatori.
    Carenza di Veterinari – Il manifesto mette in guardia dai rischi che la carenza di Veterinari potrebbe causare in Europa: “l’accesso all’assistenza veterinaria è diventato più difficile per i proprietari di animali a causa della carenza veterinari”. Servizi veterinari “robusti e dotati di risorse adeguate sono un bene pubblico”.

    Prevenire è meglio che curare – “Dare priorità all’assistenza veterinaria preventiva è un investimento strategico per un futuro sano” dichiara il manifesto. La FVE promuove i controlli ufficiali per migliorare la salute e il benessere degli animali e ridurre l’uso di antimicrobici.
    Dotazione di farmaci e strumenti di lavoro – Al mondo politico la Fve chiede anche una dotazione adeguata di strumenti essenziali per monitorare e garantire la salute e il benessere degli animali. Ciò include l’accesso ai dati e a una gamma completa di medicinali e vaccini.
    Incarichi amministrativi – Il manifesto propone inoltre di razionalizzare gli adempimenti normativi in capo ai Veterinari, tramite una semplificazione della “documentazione” e della raccolta dei dati. L’alleggerimento degli oneri amministrativi in capo ai professionisti ridurrebbe i fattori di stress “che incidono sulla fornitura di servizi veterinari di qualità e sul benessere mentale dei Veterinari“.

  • Bangladesh’s critically endangered Asian elephants get court protection

    Bangladesh’s critically endangered wild elephants have received a court order banning their adoption and protecting them from exploitation.

    Animal rights groups welcomed the High Court suspension of all licences, so young Asian elephants can no longer be captured and taken into captivity.

    Some of the animals have been used for begging, circuses or street shows.

    There are now only about 200 of the elephants in Bangladesh, with about half of those living in captivity.

    The country used to be one of the major homes for the Asian elephant but poaching and habitat loss has caused a marked decrease in their numbers.

    Under the previous scheme, young elephants could be taken into captivity where the forestry department issued licenses to logging groups who would use the animals to haul logs. Others ended up in circus groups. Such exploitation broke the terms of the licences, the court said.

    Rakibul Haque Emil, head of animal rights group People for Animal Welfare (PAW) Foundation in Bangladesh, said it was a “landmark order”.

    “In this name of training elephants, private licensees including circus parties brutally separate elephant calves from their mother, shackle them for months and then torture them to teach tricks,” he said.

    He said it was now hoped that captive elephants could be rehabilitated.

    Actor Jaya Ahsan launched the legal case alongside PAW, and said he hoped it would be the end of harsh “training” that could be inflicted on the animals.

    A spotlight was shone on the issue last year when a young elephant was killed by a train after being used for begging on the streets. They are often painted in bright colours and forced to perform tricks by their captors.

    And in 2019 two emaciated elephants were rescued by police after being used for roadside begging.

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