antisemitismo

  • L’antisemitismo ed il terrorismo non si combattono solo a parole, l’Europa, le Nazioni Unite, ogni singolo cittadino siano più attivi

    Commemorare l’Olocausto non basta se non vi è una forte, concreta, comune iniziativa europea e delle Nazioni Unite per sancire, e di conseguenza agire, affinché ogni manifestazione, attività, dichiarazione volta a promuovere o ad accettare l’antisemitismo sia combattuta ed eradicata immediatamente

    Il commosso ricordo dei bambini, delle donne e degli uomini brutalmente uccisi e torturati nei campi di sterminio nazisti, di quelli che morirono nei gulag stalinisti, di quanti sono stati barbaramente trucidati da Hamas il 7 ottobre, come di coloro che hanno subito violenze, in ogni parte d’Europa e del mondo, in quanto ebrei ci insegni, definitivamente, che la lotta al terrorismo, alla discriminazione, all’antisemitismo devono essere impegno non solo degli Stati ma anche di ciascuno di noi.

    Tutti coloro che non saranno chiari ed attivi in questo impegno si renderanno responsabili di correità.

  • Ursula von der Leyen in occasione della Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto: “Non dobbiamo mai dimenticare il destino di milioni di ebrei”

    Il 27 gennaio ricorreranno la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto e il 78º anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. In vista della Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto, la Presidente von der Leyen ha dichiarato:

    “Non dobbiamo mai dimenticare i sei milioni di donne, uomini e bambini ebrei e tutte le altre vittime, tra cui centinaia di migliaia di rom, assassinati durante l’Olocausto.

    Quest’anno ricorderemo la resistenza e le rivolte degli ebrei nell’Europa occupata dai nazisti. Commemoreremo l’80º anniversario di grandi rivolte, come quella del Ghetto di Varsavia del 19 aprile 1943, che è diventata simbolo della resistenza ebraica e della brutalità del regime nazista. Ma ricorderemo anche altri atti di resistenza come quello avvenuto in Belgio, dove in quello stesso giorno tre membri della resistenza – Robert Maistriau, Youra Livchitz e Jean Franklemon – sabotarono un treno diretto ad Auschwitz, pieno di deportati ebrei condannati a morte. Altri riuscirono, in seguito, a fuggire dal treno, ma solo 120 sopravvissero. Ci furono anche altre rivolte, di cui probabilmente si parla meno, come quelle avvenute nei campi di concentramento e di sterminio di Treblinka e Sobibor o nel Ghetto di Białystok. Le vittime ebree, infatti, non erano passive e hanno organizzato la resistenza contro i nazisti.

    Ancor oggi, e per sempre, possiamo trarre lezioni dalla forza, dal coraggio e dalla determinazione di quei combattenti e partigiani ebrei scarsamente armati che, tra mille avversità, hanno guidato con successo le rivolte, andando incontro a una morte quasi certa. Hanno combattuto in nome della giustizia ed erano determinati a reagire.

    Come ha affermato Elie Wiesel, sopravvissuto ad Auschwitz: “Il punto non è sapere perché non tutti gli ebrei hanno combattuto, ma quanti di loro lo hanno fatto. Torturati, picchiati, affamati, dove hanno trovato la forza – spirituale e fisica – di resistere?”

    Non possiamo restare in silenzio di fronte a un’ingiustizia, ad un massacro. Dobbiamo gridare contro l’antisemitismo, l’antiziganismo e tutte le forme di odio e discriminazione, siano esse fondate sulla razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, il genere, l’orientamento sessuale, l’età o la disabilità.

    L’antisemitismo ha generato l’Olocausto, ma non si è concluso con la sua fine. Anzi, è di nuovo in aumento in Europa, esattamente come la negazione, la rappresentazione distorta e la banalizzazione dell’Olocausto, che alimentano l’antisemitismo, con effetti corrosivi sulla memoria e sulla coesione collettive europee.

    La memoria non è un fine in sé. Dobbiamo fare un passo in più. Dobbiamo sostenere la vita ebraica. L’Europa potrà prosperare solo quando potranno farlo anche le sue comunità ebraiche. Ci batteremo per un’Unione europea libera dall’antisemitismo e da qualsiasi forma di discriminazione, per una società europea aperta, inclusiva ed equa.”

    Il 5 ottobre 2021 la Commissione europea ha presentato la prima strategia sulla lotta contro l’antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica, con cui mira a sostenere i paesi dell’UE e la società civile nel contrasto all’antisemitismo. La commemorazione dell’Olocausto è un pilastro essenziale delle iniziative volte a garantire che nessuno di noi cancelli mai la storia dalla sua memoria.

    Il 23 gennaio di quest’anno, nell’ambito delle iniziative previste per celebrare la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto e in collaborazione con la presidenza svedese del Consiglio, la presidenza svedese dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA) e le organizzazioni di coordinamento ebraiche con sede a Bruxelles, la Commissione europea ha organizzato la conferenza “Ricordare il passato per costruire il futuro”.

    Per sensibilizzare l’opinione pubblica e contrastare la rappresentazione distorta dell’Olocausto, la Commissione ha avviato e continua a condurre a livello mondiale, insieme all’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA), all’UNESCO e alle Nazioni Unite, la campagna #ProtectTheFacts.

    Nel 2005, con la risoluzione 60/7 sulla memoria dell’Olocausto l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 27 gennaio come giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto, in ricordo di quel 27 gennaio 1945 in cui le forze alleate liberarono il campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

    La risoluzione esorta ogni paese membro delle Nazioni Unite a onorare la memoria delle vittime dell’Olocausto e a incoraggiare lo sviluppo di programmi educativi sulla storia dell’Olocausto, al fine di prevenire futuri genocidi. Chiede inoltre di preservare attivamente i siti in cui l’Olocausto si è consumato: campi nazisti di sterminio, di concentramento e di lavoro forzato e prigioni naziste.

    Nel gennaio 2022 le Nazioni Unite hanno adottato un’altra risoluzione che condanna la negazione e la rappresentazione distorta dell’Olocausto. La risoluzione esorta i membri delle Nazioni Unite e le imprese dei social media ad adottare misure efficaci di contrasto all’antisemitismo e alla negazione o rappresentazione distorta dell’Olocausto.

    La Commissione europea e gli Stati membri dell’UE si sono impegnati a combattere l’antiziganismo nell’ambito del quadro strategico dell’UE per i Rom e della raccomandazione del Consiglio sui Rom. Il 9 gennaio 2023 è stata adottata la prima relazione di valutazione dei quadri strategici nazionali degli Stati membri per i Rom.

    Nel 2023, nell’ambito del programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (CERV), la Commissione europea erogherà più di 10 milioni di € di finanziamenti UE a sostegno di progetti sulla memoria europea, privilegiando come particolarmente prioritari quelli volti a consolidare la memoria, ad ampliare l’istruzione e la ricerca sull’Olocausto o a combattere le sue rappresentazioni distorte e il negazionismo.

  • Allarme in Europa: l’antisemitismo cresce con la pandemia

    Tre generazioni dopo l’Olocausto, l’antisemitismo in Europa continua a crescere e arriva a toccare livelli sempre più allarmanti. Nell’anniversario della ‘Notte dei lunghi cristalli’ – i pogrom antisemiti che scoppiarono su scala nazionale nella Germania nazista nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 – papa Francesco e l’Unione europea hanno fotografato una situazione peggiorata durante la pandemia. In questo periodo, secondo il rapporto pubblicato dall’Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra), sono emersi, specie sul web, nuovi miti antisemiti e teorie del complotto che incolpano gli ebrei della diffusione del Covid.

    “La minaccia dell’antisemitismo che ancora serpeggia in Europa e altrove – ha ammonito il pontefice in un tweet postato in occasione della ricorrenza dei pogrom del 1938 – è una miccia che va spenta. Impegniamoci a promuovere una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano”.

    Ma a esprimere la grande preoccupazione con cui l’Ue guarda al fenomeno è stato soprattutto il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, durante il suo intervento all’Europarlamento su questo tema. Durante la pandemia, ha detto Schinas, quella ebrea è stata “una delle comunità più attaccate”, accusata “oltraggiosamente e falsamente di aver creato il virus”. Inoltre, ha aggiunto, “le misure di salute pubblica sono state paragonate a misure che hanno portato allo sterminio della maggior parte degli ebrei europei, banalizzando così l’Olocausto”.

    I dati snocciolati dal vicepresidente della Commissione sono significativi. Nove ebrei su dieci ritengono che l’antisemitismo sia in aumento nel proprio Paese, e il 38%, spinto dalla crescente percezione di insicurezza, ha preso in considerazione l’idea di migrare altrove. Un quadro allarmante che emerge anche dal documento diffuso dall’Agenzia Ue per i diritti fondamentali. Sebbene i lockdown possano aver portato a un contenimento fisiologico degli episodi di antisemitismo negli spazi pubblici, “la proliferazione delle cospirazioni antisemite online – si legge nel rapporto dell’Agenzia – mostra come il numero di incidenti registrati non sia indicativo della situazione. Dai sondaggi effettuati emerge infatti che gli attacchi contro gli ebrei sono fortemente sottostimati e che l’odio sul web, incluso l’antisemitismo, ha messo saldamente radici nelle società europee.

    E proprio per ricordare le violenze e i morti di una delle pagine più buie della storia d’Europa, l’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) ha invitato le 21 Comunità distribuite su tutto il territorio ad accendere una luce in tutte le sinagoghe e i luoghi ebraici d’Italia. “Un gesto di memoria, ma anche un messaggio di identità ebraica viva, di luci ancora accese e di testimonianze – si legge in una nota – che continuano a trasmettersi attraverso le generazioni, nonostante i propositi di chi allora perseguiva la distruzione dell’ebraismo europeo”.

  • Antisemitismo in ripresa, soprattutto in Francia, Germania e Usa

    Francia, Germania e Usa sono le aree che registrano la maggior crescita dell’antisemitismo. A dirlo è il Rapporto 2020 del Centro Kantor dell’Università di Tel Aviv diffuso poche ore dal Giorno della Shoah e del Ricordo che in Israele si celebra a partire dalla sera del 20 aprile (giorno di nascita di Adolf Hitler, peraltro) e fino alla sera del 21. Dopo aver denunciato che la diffusione del coronavirus ha avuto come effetto un aumento nei primi mesi di quest’anno di sentimenti antisemiti, il Centro ha segnalato nel 2019 un 18% in più di maggiori incidenti antisemiti: 456 contro i 387 del 2018, con 7 ebrei uccisi.

    “Una crescita netta – ha denunciato il Centro – specialmente in considerazione del declino registrato invece negli anni dal 2015 al 2017”. “Almeno 169 persone (37% del totale) – ha spiegato – sono state fisicamente assalite per lo più in spazi pubblici e alcune di queste vicino le proprie case”. Almeno 53 sinagoghe (12%) e 28 centri comunitari e scuole (6%) sono stati – ha proseguito – attaccati. Per quanto riguarda l’Europa, il Centro ha sottolineato che il Vecchio Continente sta affrontando “una generale crescita del razzismo e della xenofobia”. Nello specifico, in Francia l’antisemitismo “cresce a spirale” e “il 41% degli ebrei tra 16-34 anni ha pensato di emigrare dall’Europa”. In Germania – ha sottolineato il Rapporto – l’attacco alla sinagoga di Halle “ha segnato una pietra miliare” e un rapporto preliminare della polizia ha registrato “1839 incidenti antisemiti, 5 al giorno, il più alto tasso dal 2001, condotti in prevalenza da neonazisti e estrema destra”. Per quanto riguarda gli Usa, il Centro Kantor ha detto che “le comunità ebraiche locali stanno assistendo ad una situazione mai vista: crescita delle manifestazioni antisemite, violenza, picchi di sparatorie e numerosi feriti”.

    Sull’Italia, il Rapporto segnala nel 2018 251 casi di antisemitismo con un “evidente aumento” rispetto all’anno precedente, quando gli stessi erano stati 197. Del totale 5 sono stati “incidenti violenti”: 2 assalti fisici e 3 vandalismo. Il resto si riferisce a casi su internet, con un andamento crescente tra la generazione più giovane della banalizzazione della Shoah e l’esaltazione del nazismo.

  • Amazon invitata a ritirare libri che esaltano la propaganda nazista

    I profitti di Amazon arrivano anche dalla vendita di libri che fanno feroce propaganda nazista antisemita come quelli di Julius Streicher, un nazista condannato per crimini contro l’umanità. Così si è espresso il Museo di Auschwitz che ha invitato la più importante piattaforma di vendita on line, nella persona del suo fondatore Jeff Bezos, a rimuovere le controverse pubblicazioni antisemite dell’era nazista. Nel corso dell’ultimo anno Amazon ha ritirato diversi libri di autori di estrema destra tra cui David Duke, ex leader del Ku Klux Klan, e George Lincoln Rockwell, fondatore del partito nazista americano.L’anno scorso, Amazon ha scatenato numerose proteste il 1° dicembre perché aveva messo in vendita ornamenti natalizi decorati con immagini del campo di concentramento di Auschwitz.

  • La Francia si dota di un ufficio per combattere i crimini del crescente odio antisemita

    Il Ministro degli interni francese Christophe Castaner ha annunciato la creazione di un ufficio per combattere i crimini d’odio, dopo la profanazione con svastiche di 107 tombe ebraiche a Westhoffen , nella Francia orientale. “L’ufficio coordinerà il lavoro di polizia e magistratura affinché coloro che commettono atti di odio antisemita, islamofobici e anticristiani siano incriminati”, ha affermato Castaner con un tweet in cui aggiunge che le autorità saranno in prima linea per impedire all’antisemitismo di avvelenare la Repubblica francese.

    La profanazione è avvenuta poche ore prima che la Francia adottasse una risoluzione giuridicamente non vincolante modellata sulla definizione di antisemitismo dell’Alleanza per la memoria dell’Olocausto internazionale, che identifica l’antisionismo con l’antisemitismo.

    Il vandalismo in Francia non è nuovo. A febbraio infatti sono state profanate 96 tombe ebraiche a Quatzenheim, una piccola città a soli 10 km da Westhoffen. Sebbene la Francia abbia la più grande popolazione ebrea nell’Unione europea, i rapporti della polizia dicono che gli episodi di antisemitismo in tutto il Paese sono aumentati del 74% dal 2017 al 2018.

    Il Presidente francese Emmanuel Macron ha condannato l’incidente dichiarando con un tweet che “gli ebrei sono e fanno la Francia e che chi attaccano loro e le loro tombe non è degno dell’idea che abbiamo della Francia”.

  • No ad ogni forma di odio e di antisemitismo

    Senza se e senza ma l’antisemitismo va combattuto in modo chiaro e deciso. E per combattere l’antisemitismo bisogna essere inflessibili nel condannare tutti coloro che nel passato hanno compiuto crimini orrendi contro gli ebrei e coloro che nel presente negano l’olocausto perpetrato dal nazismo o tacciono sulle persecuzioni ed i gulag del comunismo, come ha anche ribadito una recente risoluzione approvata dal Parlamento europeo.

    Viviamo in una società che sembra abituarsi alla violenza, verbale, scritta, fisica, per questo non possiamo permetterci l’indifferenza o la debolezza né dobbiamo accettare mistificazioni. Combattere l’antisemitismo significa anche assumersi nuove responsabilità politiche rispetto alla vita dello Stato di Israele. Troppi silenzi inquietanti proprio da coloro che istituzionalmente sono deputati a far comprendere al mondo arabo che senza il riconoscimento di Israele non vi potrà essere mai pace e sicurezza in Medio Oriente e di conseguenza anche il popolo palestinese continuerà a soffrire.

    Mentre è decisa la nostra solidarietà alla senatrice Segre e a tutti coloro che, in quanto ebrei, sono stati e sono minacciati o insultati è altrettanto fermo il nostro impegno contro l’odio e la violenza, dagli stadi alla scuola, di coloro che si accaniscono contro i più deboli o distinguono e discriminano le persone in base alla religione o al colore della pelle.

    Ed è ferma la nostra condanna anche per chi, strumentalizzando un tema centrale e terribile come il razzismo, tenta di fare terra bruciata intorno agli avversari politici.

  • France looks to push back against surge of anti-Semitism

    Marches against anti-Semitism have been taking place throughout France after 80 Jewish grave were desecrated in the French city of Alsace earlier this month. The demonstrations are part of a growing wider awareness in France about the rise of anti-Semitism in a country with one of the world’s largest Jewish populations.

    The most recent act of vandalism took place in the village of Quatzenheim, close to the border with Germany. The headstones were painted with Nazi symbols and references to the Elsassisches Schwarzen Wolfe (Black Alsacian Wolves), a notorious neo-Nazi separatist group that operated in the Alsace region in the 1970s.

    One of the marches against anti-Semitism that took place in Paris was attended by Prime Minister Edouard Philippe and two former Presidents,  François Hollande and Nicolas Sarkozy, along with a few members from the controversial Yellow Vest movement.

    The Yellow Vest movement has been dogged by accusations of anti-Semitism ever since the group led violent protests in the streets on central Paris late last autumn. Most recently, a video from tied to the Yellow Vest movement featured a character who referred to himself as a  “dirty Zionist” went viral on social media.

    Yellow Vest protesters also launched anti-Semitic abuse at Ingrid Levavasseur, who tried to lead a list of the protest movement in the coming European Parliament elections.

    Recently the headquarters of daily Le Monde was sprayed with graffiti that used anti-Semitic slogans in reference to President Emmanuel Macron‘s former job as a Rothschild investment banker. Other graffiti across Paris called Macron a “Jews’ Bitch” and a “Jewish pig.”

    Last year, French police recorded a 74% surge in anti-Semitic crimes.

  • Gli ebrei europei avvertono una crescita dell’antisemitismo

    Sale e arriva all’81% (+14% rispetto al 2012) la percentuale degli ebrei italiani convinti che l’antisemitismo sia aumentato negli ultimi sei anni. Lo rivela una ricerca dell’Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali (Fra) condotta fra maggio e giugno in 12 Paesi Ue dove si stima vivano il 96% degli ebrei europei. Il 90% di tutti gli intervistati ha denunciato la costante crescita del fenomeno anche online e per il 70% media e politici sono fonti che alimentano l’antisemitismo.

    “Decenni dopo l’Olocausto, scioccanti livelli di antisemitismo continuano ad affliggere l’Ue”, ha affermato il direttore della Fra, Michael O’Flaherty. “Gli Stati membri devono prenderne nota e intensificare i loro sforzi per prevenire e combattere il fenomeno. Gli ebrei hanno il diritto di vivere liberamente, senza odio e senza paura per la loro sicurezza”, ha aggiunto commentando i dati del sondaggio sulla discriminazione e i reati di odio contro gli ebrei nell’Unione europea. In base alla rilevazione circa il 90% degli intervistati, in tutti i Paesi in cui è stata condotto il sondaggio, ritiene che l’antisemitismo stia crescendo nel loro Paese. Stessa percentuale per chi lo ritiene particolarmente problematico online, mentre circa il 70% degli intervistati cita i media e la politica come fonti comuni di antisemitismo. Inoltre, quasi il 30% dichiara di essere stato molestato.

    Secondo lo studio, l’antisemitismo sembra essere così radicato nella società che le molestie regolari sono diventate parte della normale vita quotidiana. Infatti quasi l’80% non segnala incidenti gravi alla polizia o a qualsiasi altro corpo delle forze dell’ordine. Spesso è perché sono convinti che nulla cambierà. Inoltre più di un terzo evita di partecipare a eventi ebraici o di visitare siti ebraici perché teme per la propria sicurezza e si sente insicuro. Tra le misure urgenti richieste agli Stati membri per prevenire e combattere l’antisemitismo, un rafforzamento dell’istruzione sui temi dell’Olocausto e attività di sensibilizzazione, ma anche monitorare regolarmente i reati di odio nei confronti degli ebrei, con un invito a tutti i Paesi membri a recepire pienamente e correttamente le leggi Ue per contrastare il razzismo nella loro legislazione nazionale. I risultati riguardano 12 Stati membri: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

    Il Parlamento europeo ha chiesto che la Commissione europea presenti, entro il 31 marzo 2019, una proposta legislativa che istituisca tale visto, che darebbe al richiedente l’accesso al territorio europeo esclusivamente nello Stato membro che lo rilascia e al solo scopo di presentare una domanda di protezione internazionale.

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