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  • L’accessibilità possibile per tutti grazie a WeGlad, l’app che consente di mappare le barriere architettoniche e fare rete

    Pochi click per mappare qualsiasi barriera architettonica, locali inclusi, taggarla e geolocalizzarla. E’ la mission di WeGlad, app nata per semplificare la mobilità di chi ha difficoltà motorie e non ha dati per potersi muovere in autonomia. Ad idearla Petru Capatina che, partendo dalla sua esperienza personale e dai numerosi disagi affrontati, ha deciso di sfruttare tutto il potenziale delle nuove tecnologie per creare una startup in grado di migliorare la vita di chi ha una disabilità fisica, e dei tanti caregiver, in un’epoca in cui il tema dell’inclusività sta diventando sempre più importante. 

    Come è nata l’idea di WeGlad e come funziona?

    WeGlad è un’app che semplifica la mobilità delle persone con difficoltà e disabilità motorie. Nasce da tre esperienze che hanno catalizzato in me l’esigenza di dare origine a questo progetto. In primis, 15 anni fa ho avuto un incidente che mi ha bloccato a letto dopo essere stato colpito da una macchina, ho dovuto imparare nuovamente a camminare, questo mi ha segnato. Successivamente ho lavorato girando l’Europa con il mondo del circo e dei live show: un amico, acrobata, a seguito di un incidente ha subito danni pesanti ai piedi e facendogli da caregiver ho compreso ulteriormente quanto fosse difficile trovare informazioni su strade e locali accessibili. Era un tormento, città nuova ogni 10 giorni, mai il tempo di adattarsi. Appena studiavamo il tragitto più funzionale e i 2-3 locali accessibili, cambiavamo zona. L’epifania è arrivata quando ho iniziato a lavorare nel mondo delle tecnologie esponenziali, capaci di risolvere problemi grandi, gravi e complessi in tempi record. Lì ho capito che avrei dedicato la mia vita all’utilizzo di quella forza esponenziale per risolvere problemi sociali con una potenza che non avevamo mai avuto possibilità di esercitare prima. E’ stato immediato scegliere il tema della mobilità accessibile, non c’era niente sul mercato, conoscevo il problema, così come i miei soci, la tecnologia era matura, ci abbiamo scommesso tutto. E’ il nostro purpose.

    Con WeGlad si può mappare l’accessibilità fisica delle strade e locali aperti al pubblico. Ovvero per chi ha difficoltà motorie e oggi non ha dati per potersi muovere in autonomia. In pochi click possiamo mappare qualsiasi barriera architettonica, taggarla e geolocalizzarla. Stessa cosa con i locali. I dati sono condivisi gratuitamente con tutto il mondo. Il risultato è generare una mappa intelligente che possa, in base alle esigenze del singolo, navigarlo da punto A verso punto B nel modo più accessibile e sicuro, garantendo inoltre che il punto B possa accoglierlo. Sembra banale, ma è una tortura senza la tecnologia.

    Come è stata accolta, che riscontro state avendo e in che modo state cercando di diffonderla?

    Ora molto bene, ma è stato complesso inizialmente, di aziende simili ne erano nate una decina in giro per il mondo ma fallivano entro l’anno. Abbiamo cercato e trovato gran parte dei fondatori per intervistarli e capire cosa fosse andato storto per non ripetere gli stessi errori. Abbiamo investito centinaia di ore con le persone che vivevano quelle difficoltà per approfondire. Una volta pronti per lanciare l’app arriva il covid. Mobilità in stallo. Lì abbiamo deciso di creare la community, oltre le barriere architettoniche, ci sono quelle sociali, abbiamo creato il primo gruppo di persone in Italia che mettesse insieme persone normotipo, con disabilità e caregiver. Niente ghettizzazione. Ripartita l’economia quelle persone sono state chiave per ampliare il bacino e testare velocemente più di 5 prototipi e capire come consolidarsi. A 5 mesi dalla costituzione della società vinciamo il Premio Nazionale per l’Economia Civile, poi l’ESG 2022 delle Nazioni Unite, parliamo con corporate, governi e policy maker globali, stiamo facendo la cosa giusta. Abbiamo capito che la risoluzione del problema non coinvolge solo gli stakeholder ma è un tema di tutti. Abbiamo così creato il Mappathon, un gioco sociale, una maratona di mappatura, ottimo strumento di diffusione. Coinvolgiamo dipendenti delle Corporate, partendo dalle ERG interne (Employee Resource Group), chi mappa genera punti, sale di classifica, vince premi. Si condivide il budget con Terzo Settore per ampliare l’impatto e mappature, si sensibilizzano i cittadini, si condividono i dati coinvolgendo le PA per monitoraggio e risoluzione. Abbiamo così tutti gli strati della società, insieme, per un obiettivo che riguarda tutti: la dignità naturale dell’essere umano. A Milano abbiamo coinvolto 6 corporate competitor e il Comune, in 3 mesi 5.500 mappature, numero impressionante considerando quasi quattro decenni dalla legge che rende il monitoraggio un obbligo.

    Perché il riferimento al gladiatore?

    WeGlad è la contrazione di ‘Welcome Gladiators’, ovvero benvenuti gladiatori. Quella del Gladiatore è una metafora riferita a tutte le persone che combattono nell’arena della vita, contro difficoltà che non hanno scelto. Che hanno il ritorno sul tempo investito storpiato da un contesto urbano che non li accoglie. Perché la disabilità non è loro, è del contesto. Persone che, come direbbe Pasolini, parlando del ‘sentimento primo’, da quando sono nate, hanno notato di non essere ‘previste’. Noi le cerchiamo e sono benvenute, accolte. Poi, il gladiatore più forte era l’essedarius, che guidava il carro, l’esseda. Aveva appunto due ruote, come la sedia rotelle e combatteva per la libertà. Era perfetto.

    Chi sono i principali fruitori dell’App?

    Siamo partiti dalle difficoltà motorie. Secondo l’ISTAT circa il 4% delle persone ha disabilità motoria, il 13,9% di anziani che rappresentano il 31% della popolazione italiana, ha difficoltà motoria, 11% persone sono severamente obese e il 4% sono genitori di bambini 0-4 anni che usano un passeggino. Oggi, stiamo puntando a integrare dati su tematiche di neurodivergenza e alimentari, e successivamente trasformare i dati della mobilità in dati utili per persone ipovedenti.

    Quante segnalazioni avete avuto da quando è nata WeGlad e a chi veicolate le informazioni?

    Ad oggi abbiamo più di 10.000 barriere architettoniche segnalate e oltre 5.000 locali, di ogni genere, in ogni parte dell’Italia. Nascono anche le mappature all’estero.

    Pensate, in un secondo momento, di creare delle partnership con scuole e/o università?

    Assolutamente sì, interagiamo spesso con scuole e università, le abbiamo già coinvolte in 4 mappathon. I giovani sono molto sensibili e vogliono contribuire, partecipare. Infatti sono proprio loro che ci hanno chiamato il “Pokemon GO” dell’accessibilità, ed è grazie a loro che stiamo investendo molto nella gamification, proprio per renderlo sempre di più un social game, dove le persone possono contribuire e imparare di più sull’inclusione venendo premiati e stimolati. Puntiamo sulle nuove generazioni.

    Negli ultimi anni si parla molto di inclusività in tutti i settori della vita quotidiana. Avete programmi anche nel lato retail?

    Si, decisamente. Il retail sarà proprio il nostro focus per i prossimi anni. Lanceremo a breve il nostro modello REACT (Retail Accessibile e Trasparente) che abbiamo sviluppato nel corso dell’estate per coinvolgere tutti i retailer di banche, assicurazioni, food, telco, franchising ecc che hanno punti vendita e implementare i loro ‘store locator’. Ad oggi, meno di 1 su 100 ha dei dati sull’accessibilità. Il nostro modello serve per abilitarli a rilevare l’accessibilità fisica, sensoriale e alimentare dei punti vendita/filiali e poterli integrare con un’interfaccia, direttamente nei propri siti web e app, dove i loro utenti possano consultare in modo intuitivo la tipologia di servizio di interesse. Il retail non è sempre accessibile a tutti, ma questo è noto alle persone, e spesso è questione di edifici storici, di locali in affitto su cui c’è poca possibilità di manovra e accordi di franchising complessi. Dobbiamo però capire che la trasparenza batte l’imperfezione. Oggi il consumatore vuole sapere se un locale è ok per le sue esigenze, senza investire tempo per sposarsi e scoprire poi di non essere accolto. La trasparenza serve per permettere all’utente anche di scegliere la destinazione migliore tra i locali offerti dall’azienda, altrimenti si perde la fiducia del cliente e si crea disagio. Noi risolviamo questo, dando nuove possibilità di monetizzazione e posizionamento, creando impatto sociale misurabile. Inoltre, nel 2025 ci sarà l’European Accessibility Act, siamo al centro del ciclone di un grande cambiamento, ora è il momento di agire. Il mercato è maturo e lo esige, le aziende intelligenti, come sempre, sapranno cogliere l’opportunità al posto di subire la policy. Noi le affiancheremo per farlo al meglio.

  • Parte la sfida delle banche digitali e l’Italia è seconda solo al Regno Unito

    Le banche digitali, con servizi esclusivamente da app e smartphone, sfidano il sistema bancario tradizionale in tutta Europa favoriti dal progresso tecnologico e dalla pandemia. A fronte di un calo strutturale di ricavi e margini, che nell’ultimo decennio ha portato gli istituti di credito a ridurre sportelli e personale, le challenger banks spingono sull’acceleratore, crescendo e raccogliendo capitali.

    Ad analizzare gli scenari del mondo Fintech è l’area studi di Mediobanca che ha dedicato un report alle 96 challenger banks del Vecchio Continente, dove l’Italia si piazza sul podio, al secondo posto, con 12 operatori dopo il Regno Unito (37) e insieme alla Francia (12). A seguire, Germania (8) e Spagna (7). Nel paniere considerato, circa il 65% è nato dopo il 2013 mentre solo 9 società sono quotate in Borsa, di cui una italiana (illimity Bank).

    Caratterizzate da una forte connotazione tecnologica, assenza di filiali fisiche e costi inferiori per i clienti, queste banche nel 2021 hanno più che raddoppiato la raccolta di fondi in venture capital, arrivata a 3,5 miliardi di euro (+129,5%), con ulteriori 1,8 miliardi nel primo semestre 2022. I ricavi 2020 sono cresciuti del 3,9%, a 7,9 miliardi, con un picco di +24,8% per le neobanks (costituite dopo il 2010) e un +19,9% segnato da realtà appartenenti a grandi gruppi bancari. Il risultato netto aggregato nel 2020 è peggiorato del 12,7%, in linea con le performance delle banche dell’eurosistema. In questo contesto, le 12 realtà italiane segnano una crescita dei ricavi 2021 del 22,8%, a 513 milioni, con un miglioramento del risultato netto (+63%) e del risultato operativo (+75,2%), dopo aver superato “brillantemente il primo anno pandemico” con un balzo del margine di intermediazione del 42,2% nel 2020.

    In aumento anche la forza lavoro: +18% nel 2020 sul 2019 e +5,7% nel 2021. Gli operatori italiani – secondo il report – appaiono tuttavia di dimensioni minori e presentano valori inferiori alla media per ricavi e totale attivo. Il Paese si posiziona inoltre nelle retrovie per utilizzo dei servizi bancari online: 45% degli italiani contro una media Ue del 58% e punte del 90% nei Paesi del Nord, che spiccano anche per una bassa densità di filiali rispetto alla popolazione. Più in generale, la profonda ristrutturazione dei modelli distributivi tra il 2010 e il 2020 ha portato a una riduzione del personale bancario del 14,8% in Italia (-34,4% in Spagna, -26,4% nel Regno Unito e -13,9% in Germania) e del 30% degli sportelli (-48,3% nel Regno Unito, -48,1% in Spagna, -36,8% in Germania).

  • Coldiretti lancia l’app Demetra per il controllo dei terreni

    Coldiretti rende noto che “con l’app satellitare Demetra per controllare i terreni e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici salgono a 70mila gli agricoltori iscritti al Portale del Socio Coldiretti. Lo strumento consente di accedere a: mappe degli appezzamenti delle singole colture; previsioni meteo dettagliate sempre aggiornate; sistema di supporto alle decisioni con indici elaborati su singolo appezzamento; immagini satellitari con vari indici di vigoria per monitorare lo stato di ogni singola coltura. La App avvisa inoltre se le colture possono andare in stress idrico o se c’è un rischio gelata. Un aiuto importante in una situazione gli eventi estremi si sono moltiplicati, esponendo le aziende agricole al rischio di subire gravissimi danni alle colture”.

    La stessa associazione sottolinea anche che “il Portale del Socio Coldiretti rappresenta un vero e proprio ‘cruscotto’ aziendale con molteplici funzioni e possibilità”. E spiega:

    “Quaderno di campagna Grazie alla perfetta integrazione con il fascicolo aziendale il Quaderno di Campagna digitale consente di gestire i cicli colturali, il magazzino degli agrofarmaci, i trattamenti, i diserbi, le fertilizzazioni (con controlli automatici e completi in tempo reale rispetto alle etichette e ai disciplinari) e tutte le lavorazioni, l’irrigazione, le macchine e molto altro.  Ma il Quaderno di Campagna digitale rende più semplice anche la domanda Pac e riduce il rischio di sanzioni e tagli ai premi comunitari. Perfettamente adattabile alle esigenze aziendali mette a disposizione strumenti in grado di gestire la produzione bio, i piani di fertilizzazione, la cartografia, le etichette e tutto ciò che è legato, in generale, alla produzione e alla normativa vigente.

    Fatturazione digitale – Digit – Offre la gestione digitalizzata delle fatture e dell’intero ciclo attivo della contabilità d’impresa grazie a un programma avanzato che consente di monitorare prodotti, listini e clienti, direttamente collegato con le Imprese Verdi.

    Servizio presenze L’applicazione permette di gestire le presenze e giustificare le eventuali assenze di ogni lavoratore presenze ma anche di conoscere il costo di un Operaio Agricolo a tempo Determinato (OTD) e calcolare l’importo della retribuzione lorda partendo dal netto e viceversa.

    Fascicolo aziendale – I soci, grazie alla collaborazione con Agea, possono monitorare lo stato di avanzamento delle domande Pac e Psr presentate, consultare tutti i dati relativi alla propria azienda così come conosciuti dalla Pubblica Amministrazione (piano colturale, portafoglio titoli, ecc.) e tenere traccia di tutti i pagamenti ricevuti, rendendo più semplici e sicuri i rapporti con gli enti che erogano i fondi comunitari.

    Sportello pratiche Caa – E’ uno sportello web dove comunicare direttamente con gli operatori del Caa Coldiretti per presentare o completare le pratiche, risolvere i problemi e sbrigare i vari adempimenti in tutta sicurezza senza doversi recare in ufficio, usando il telefonino o il tablet.

    Archivio fatture E’ un archivio elettronico e gratuito consultabile dal pc dove gestire e avere sempre disponibili tutte le fatture elettroniche attive e passive della propria azienda. Il sistema consente la consultazione, la visualizzazione ed il download delle fatture attive e passive (con l’esportazione in excel) e una facile gestione delle scadenze dei pagamenti nonché degli incassi delle stesse fatture elettroniche.

    Oltre a ciò il Portale del Socio Coldiretti offre anche l’agenda on line gratuita e personalizzabile che avvisa delle scadenze d’impresa, le notizie in anteprima e le informazioni sui nuovi bandi del Psr, il meteo, convenzioni riservate ai soci e molto altro.

    Registrarsi al Portale del Socio Coldiretti è facile e gratuito. Basta andare su internet e digitare l’indirizzo https://socio.coldiretti.it. Cliccando su “registrati” dovrai inserire il tuo numero di Socio Coldiretti che si trova sulla tessera (il numero di socio e non quello di tessera, ndr), la partita Iva o il codice fiscale e un indirizzo mail. Sulla tua posta elettronica riceverai subito una mail che ti permetterà di completare la registrazione e accedere ai servizi del portale”.

  • Una domanda facile facile ai partiti del secondo governo Conte

    Che fine ha fatto l’app Immuni della quale non si parla più da mesi? Quanti cittadini l’hanno attivata e che risultati ha dato? Ad oggi quanto è costata? Ci sarà qualcuno dei partiti dell’attuale governo che vorrà informarsi o, come sempre, tutto cadrà nel dimenticatoio?

  • Facebook testa in Brasile i pagamenti via Whatsapp

    WhatsApp ha lanciato ufficialmente il suo sistema di pagamenti tramite app. Si comincia dal Brasile ma presto il sistema verrà esteso ad altri Paesi, ha annunciato Mark Zuckerberg. Dal 15 giugno il servizio di messaggistica di proprietà di Facebook mette a disposizione degli utenti brasiliani un servizio di pagamenti e scambio di denaro. Saranno loro quindi i primi tester della nuova tecnologia. “Stiamo rendendo l’invio e la ricezione di denaro facile come la condivisione delle foto”, ha scritto il fondatore di Facebook sul suo profilo ufficiale. “Stiamo anche consentendo alle piccole imprese di effettuare le vendite direttamente all’interno di Whatsapp”, ha aggiunto.

    Lo scambio di denaro su Whatsapp, che attualmente conta circa 2 miliardi di utenti nel mondo, userà la tecnologia già sviluppata da Facebook Pay, in uso dallo scorso novembre in alcuni Paesi tra cui Stati Uniti e Gran Bretagna. “Voglio ringraziare tutti i nostri partner per aver reso possibile tutto questo”, ha aggiunto Zuckerberg. “Stiamo lavorando con le banche locali, tra cui Banco do Brasil, Nubank, Sicredi e Cielo, il principale processore di pagamenti per i commercianti in Brasile. Il Brasile è il primo Paese in cui stiamo estendendo ampiamente i pagamenti in WhatsApp. Ne arriveranno presto altri”, ha annunciato nel post.

    In un blogpost sul proprio sito ufficiale, Whatsapp precisa inoltre che il servizio di pagamento sarà gratuito per i consumatori (non richiederà quindi commissioni), ma le aziende pagheranno una tassa pari al 3,99 percento di ogni pagamento ricevuto. Prima di lanciare ufficialmente in Brasile, Facebook ha provato a testare Whatsapp pay in India, ricevendo però diversi freni dalle autorità locali.

  • Il food delivery alimenta il business della ristorazione meneghina e capitolina

    I galoppini in bicicletta fanno pedalare gli affari della ristorazione. A Milano e Roma, il food delivery ha portato a una crescita degli ordini, nel 2019, rispettivamente del 98% e del 91%.  «Questi risultati – spiega Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo Italia – confermano non soltanto il trend positivo registrato dalla nostra piattaforma. Ma sottolineano tutte le potenzialità del nostro settore, in termini di sviluppo della ristorazione e creazione di nuovi posti di lavoro». Sarzana sottolinea che «a crescere, infatti, non sono solo le città in cui il servizio è arrivato più recentemente, ma anche quelle, come appunto Milano e Roma, in cui Deliveroo, nonostante sia ormai un’abitudine consolidata, continua a crescere in termini di nuovi consumatori, aree del territorio raggiunte, nuovi ristoranti e frequenza dell’utilizzo della App».

    Riguardo i ristoranti delle due città in piattaforma, Milano guida la classifica dei ristoranti ‘live’ con più di 2.000 mentre a Roma i ristoranti da cui è possibile ordinare cibo a domicilio sono oltre 1.500. «Il numero dei ristoranti che scelgono di collaborare con la nostra piattaforma è aumentato considerevolmente nell’ultimo anno, fino a superare, in tutta Italia, quota 9.000», riferisce ancora Sarzana sottolineando che grazie al food delivery la piattaforma «rappresenta un canale di fatturato incrementale, che non impatta sui costi fissi, che rende più efficiente il servizio e consente di aumentare, in media, il giro d’affari del ristorante in media fino al 30%».

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