artigianato

  • Entra in vigore il nuovo regolamento sulla protezione dei prodotti artigianali e industriali europei

    E’ entrato in vigore il 16 novembre il regolamento sulle indicazioni geografiche artigianali e industriali, segnando una tappa importante per la protezione dei nomi dei prodotti artigianali e industriali europei frutto dell’originalità e dall’autenticità delle competenze tradizionali delle regioni dalle quali provengono.

    Il regolamento armonizzerà la protezione dei prodotti artigianali e industriali europei di grande valore, come la porcellana di Limoges, la coltelleria di Solingen, il marmo di Carrara o i ricami di Madera.

    Gli Stati membri, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), la Commissione e le parti interessate avranno due anni di tempo per prepararsi alla piena applicazione del nuovo sistema, prevista per dicembre 2025. Le indicazioni geografiche nazionali esistenti per i prodotti artigianali e industriali cesseranno di esistere un anno dopo la data di applicazione del regolamento.

    Il regolamento è una delle principali proposte del piano d’azione sulla proprietà intellettuale, presentato dalla Commissione europea nel novembre 2020. La proposta risponde agli appelli dei produttori, delle autorità regionali, del Parlamento europeo, del Comitato economico e sociale europeo e del Comitato delle regioni, che chiedevano alla Commissione di istituire un quadro normativo per la protezione dei prodotti artigianali e industriali.

    L’assenza di un quadro unitario di protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali a livello europeo ha comportato differenze nella tutela giuridica tra gli Stati membri. Riconoscendo questa disparità, il regolamento sulle indicazioni geografiche artigianali e industriali è teso a porre rimedio a questa situazione e ad armonizzare la protezione di questi prodotti europei di valore.

  • La Commissione accoglie con favore l’accordo politico per rafforzare la protezione dei prodotti artigianali e industriali europei nell’UE e nel mondo

    La Commissione accoglie con favore l’accordo politico provvisorio raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio su un nuovo regolamento per proteggere la proprietà intellettuale dei prodotti artigianali e industriali che costituiscono il frutto dell’originalità e dell’autenticità di competenze tradizionali regionali.

    Il nuovo regolamento consentirà ai produttori dell’UE di proteggere i prodotti artigianali e industriali e le loro competenze tradizionali, in Europa e nel mondo, anche online. Il regolamento permetterà ai consumatori di riconoscere più facilmente la qualità di tali prodotti e di fare scelte più informate e aiuterà a promuovere, attrarre e mantenere competenze e posti di lavoro nelle regioni d’Europa, contribuendo al loro sviluppo economico. Inoltre il regolamento garantirà di porre i prodotti artigianali e industriali su un piano di parità rispetto alle indicazioni geografiche protette già esistenti nel settore agricolo.

  • Artigianato come startup, settore per nativi digitali

    Per la generazione Z la casa è ideale dovrebbe essere tutta ecostenibile, oggettistica e soprammobili compresi. E sono proprio i giovani, nativi digitali, che stanno rilanciando il settore dell’artigianato. Una tendenza che emerge chiaramente da Homi, il Salone degli stili di vita, che si è tenuto a FieraMilano (500 i brand presenti, il 40% dall’estero, in rappresentanza di 28 paesi) dopo 4 giorni di esposizione, contatti e workshop.

    “Nei distretti produttivi italiani, che hanno subito nell’arco degli ultimi decenni un impatto importante, sono proprio i giovani che stanno cercando di rivitalizzare delle competenze che rischiavano di andare perse – afferma Emanuele Guido, direttore di Homi – Si reinventano abbinando a queste competenze anche dei valori che sono estremamente attuali e che in particolare richiamano la sostenibilità”. Sarebbe un errore però parlare di rilevare vecchie aziende. “In realtà parliamo proprio di startup – spiega il direttore – e quando si tratta di startup la cosa interessante è che partendo da zero sono davvero molto credibili anche nel percorso di racconto del proprio prodotto”. Dalla sofisticata attrezzatura che riesce a riprodurre sulle pareti decorazioni e affreschi digitali (sostituendo imbiancature e carte da parati) alla lampada di sale composta da elementi naturali e riciclati, fino al taccuino in carta piantabile, tutto è studiato per uno stile di vita il più green possibile. “Noi abbiamo due grandi supporti per le nostre attività, la ricerca e sviluppo e la conoscenza tecnica del prodotto- spiega Diego Toscani, ad di alcuni brand presenti a Homi – Trovandoci in un momento unico nella storia dell’umanità, la convivenza di cinque generazioni, dobbiamo essere in grado, se vogliamo essere competitivi, di accontentare tutti, dai boomers alla generazione Z e questi ultimi hanno completamente stravolto gusti, abitudini, consumi”. Per questo molte aziende cominciano a puntare sui giovani, considerando ormai indispensabile unire alla creatività tradizionale, velocità, snellezza, abilità che solo i nativi digitali posseggono. Alcuni imprenditori stanno anche valutando di creare delle vere e proprie Accademy interne. “Ci pensiamo da quando l’azienda ha preso un nuovo corso alcuni anni fa, adesso ci stiamo trasferendo in una nuova sede e ci sono anche gli spazi adatti per concretizzare questo progetto – dice Regina Santoro, responsabile comunicazione di un brand di accessori per la tavola di alto design – Un progetto nato dall’ esigenza di portare in azienda uno sguardo nuovo, talenti nuovi da coltivare, per trasferire e soprattutto fare evolvere le nostre proposte creative”.

  • Misure di difesa commerciale dell’UE: oltre 460.000 i posti di lavoro tutelati in Europa

    La Commissione europea ha pubblicato la sua relazione annuale sulle attività di difesa commerciale dell’UE nel 2021, nella quale si conclude che le misure commerciali dell’UE hanno direttamente tutelato 462.000 posti di lavoro nell’Unione nel 2021 in settori produttivi chiave dell’UE quali l’alluminio, l’acciaio, la ceramica e le tecnologie verdi. Ciò dimostra l’efficacia delle misure adottate dall’UE nel difendere i produttori dell’UE dalle pratiche commerciali sleali a livello internazionale.

    Combattendo le importazioni sleali di prodotti fondamentali per le energie rinnovabili o le catene del valore digitali, come i componenti per torri eoliche o le fibre ottiche, le misure commerciali dell’UE incoraggiano gli investimenti nei processi di fabbricazione moderna e nelle attività di ricerca e sviluppo, due componenti fondamentali affinché in tali settori in Europa possano essere mantenuti gli approvvigionamenti, la crescita, le entrate e la stabilità occupazionale. Dette misure sostengono anche il Green Deal europeo e l’agenda digitale europea.

    La relazione annuale 2021 indica che la Commissione ha intensificato le attività di monitoraggio per individuare e sanzionare gli operatori economici che si sottraggono ai dazi, in particolare attraverso l’elusione. La Commissione è intervenuta con decisione, adottando misure antielusione o antiassorbimento, nei casi in cui sono state riscontrate tali pratiche nel corso del 2021.

    La Commissione ha inoltre migliorato l’assistenza prestata agli esportatori dell’UE nell’affrontare le misure di difesa commerciale ingiustificate o inique imposte loro da paesi terzi.

    La Commissione ha altresì attuato le restanti raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti europea nel 2020, in particolare per quanto riguarda le attività di comunicazione e di sensibilizzazione dei portatori di interessi (soprattutto le PMI) sullo scopo e sull’utilizzo degli strumenti di difesa commerciale.

    Alla fine del 2021 erano in vigore nell’UE 163 misure definitive di difesa commerciale; si trattava, nella maggior parte dei casi, di misure antidumping. Nel 2021 la Commissione ha avviato 14 nuove inchieste: 11 inchieste antidumping e 3 inchieste antisovvenzioni.

    Il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la relazione annuale elenca le attività di difesa commerciale della Commissione del 2021, presentando una selezione di casi e interessanti sentenze giudiziarie in materia di difesa commerciale e fornendo approfondimenti su diversi casi di paesi terzi monitorati nel corso dell’anno dalla Commissione.

    Fonte: Commissione europea

  • Tutela Igp della Ue per 50 eccellenze dell’artigianato italiano

    Dall’alabastro di Volterra al vetro di Murano, passando per i gioielli di Torre del Greco, la ceramica di Caltagirone e il merletto Goriziano, le campane di Agnone e il mobile d’arte Veronese: sono una cinquantina i prodotti italiani che hanno le carte in regola per diventare prodotti protetti dal marchio Igp (Indicazioni geografiche protette) dell’Ue. La Commissione europea ha infatti proposto di riconoscere ai più caratteristici manufatti artigianali e industriali italiani e degli altri 26 Paesi Ue lo stesso tipo di tutela destinata oggi alle Dop e alle Igp alimentari. Uno scudo contro le imitazioni e le frodi nel mercato interno, sull’online e negli accordi di libero scambio che l’Ue stipula con Paesi terzi.

    Per ottenere la tutela europea e il simbolo dell’Indicazione geografica protetta, i prodotti dovranno soddisfare alcuni requisiti chiave: ad esempio, vantare una reputazione consolidata, avere caratteristiche qualitative attribuibili all’origine geografica e garantire che almeno una delle fasi di produzione avvenga nell’area di origine.

    Secondo la proposta di Bruxelles, la procedura di autorizzazione prevede due tappe, una prima a livello nazionale e la seconda affidata all’Ufficio europeo per la protezione dei brevetti (Euipo). La tutela delle Igp “aumenta la visibilità del prodotto e del territorio e contribuisce ad attrarre turisti, aumentare i posti di lavoro e la competitività, in particolare nelle aree rurali e meno sviluppate. Tutti fattori molto rilevanti all’indomani del Covid-19”, spiegano a Bruxelles.

    La decisione di intervenire per applicare anche ai prodotti artigianali e industriali il marchio Igp arriva dopo dieci anni di studi e appelli ripetutamente lanciati dall’Europarlamento e dal Comitato europeo delle Regioni (Cdr). Tutelare i prodotti dell’artigianato locale “è un dovere, come aveva chiesto il Cdr già nell’ottobre scorso approvando all’unanimità il parere elaborato da Martine Pinville, consigliera regionale della Nuova Aquitania”, ha sottolineato Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale del Veneto e capo della delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni.

  • Artigiano in Fiera sempre più da record

    I numeri dell’Artigiano in Fiera sono sempre più impressionanti. Le stime dello scorso anno parlavano di 150.000 visitatori al giorno per il mercato più grande del mondo, con più di 3000 espositori da oltre 100 Paesi, che resterà aperto nei padiglioni di Fiera Milano a Rho fino al 9 dicembre.

    A giudicare dalle prime ore dello scorso weekend la 23esima edizione farà segnare nuovi primati. Fin dall’apertura gli organizzatori hanno dovuto raddoppiare tutti i varchi d’accesso previsti.

    Per la cerimonia inaugurale si è scelto quest’anno il tema “un ponte con l’Africa” per presentare un progetto di cooperazione attraverso un’intesa con Egitto e Madagascar tesa a sviluppare una rete tra imprese artigiane italiane e africane.

    All’inaugurazione della rassegna, promossa da Ge.Fi. – Gestione Fiere Spa e tenutasi all’interno dell’area eventi Africa, sono intervenuti il presidente di Artigiano in Fiera, Antonio Intiglietta, l’amministratore delegato di Fieramilano, Fabrizio Curci, il ministro della Solidarietà sociale dell’Egitto, Ghada Wali, il ministro e capo dell’ufficio economico dell’Ambasciata del Senegal in Italia, Amadou Lamine Cissé, la promotrice di Ferronerie d’Art (impresa e comunità del Madagascar), Violette Ralalaseheno, il direttore generale di E4Impact Foundation, Frank Cinque, il rappresentante degli enti di formazione, Stefano Salina, e il presidente Comitato direttivo di Artigiano in Fiera, Maria Teresa Azzola.

    Particolare attenzione ai giovani, alle donne e al tema dell’innovazione in Africa. Una cooperazione tra le realtà artigiane e gli operatori della formazione professionale con il coinvolgimento di importanti enti italiani (Formaper, Galdus, Capac-Confcommercio, ENAIL-ACLI); collaborazioni, a livello universitario, tese alla formazione manageriale e imprenditoriale a sostegno delle start-up d’impresa, con il supporto di E4impact; il coinvolgimento degli artigiani all’interno della piattaforma e-commerce europea Artimondo, a partire dai settori Food e Cosmesi.

    “È un tema vero – ha sottolineato il presidente di Ge.Fi. Antonio Intiglietta – bisogna decidere se il futuro della nostra umanità si costruisce costruendo barriere o ponti. Se vogliamo costruire ponti bisogna investire nell’umanità, nei giovani, nelle donne nei paesi dove vivono”. “Questa intesa – ha detto Amadou Lamine Cisse’, ministro-consigliere e capo dell’ufficio economico dell’Ambasciata del Senegal in Italia – dimostra ancora una volta l’interesse per questa fiera, un globo intero dove i colori della pelle sono una ricchezza prima che una differenza”.

    “I giovani africani – ha concluso Intiglietta – sono capaci di grandi cose, di bellezze inaudite di qualità, di intelligenza nel lavoro. E allora noi vogliamo creare un progetto di collaborazione in cui dalla formazione coi nostri enti alla formazione imprenditoriale con l’università fino al collegamento con la Fiera e le piattaforme e-commerce si generi un nuovo modo di rapportarsi fra di noi che è quello di investire sulle persone valorizzando i loro paesi e i loro territori”.

    Diverse anche le novità tra i padiglioni italiani. Dopo l’esordio dello scorso anno, la Nazionale italiana degli chef è tornata ad esibirsi nella cucina dell’Artimondo Restaurant, lo spazio dedicato alle ricette del made in Italy, in collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi.

    Grande novità anche la presenza dell’Associazione pizzaiuoli napoletani che, all’Artigiano in Fiera, continua la sua opera di tutela e di promozione della ricetta originale della pizza.

    “A fare la differenza – spiega Gianluca Pirro, portavoce dell’Associazione – è la manualità nel preparare l’impasto e soprattutto la stesura con la famosa tecnica dello schiaffo. La nostra associazione porta in tutto il mondo questa tecnica, dalla Cina al Giappone e fino a Taiwan”.

    L’Associazione pizzaiuoli napoletani, lo scorso anno, dopo otto anni di negoziati internazionali, a Jeju, in Corea del Sud, ha ottenuto con voto unanime del Comitato di governo dell’Unesco il riconoscimento di unicità della pizza napoletana come una delle più alte espressioni identitarie della cultura partenopea. E proprio all’Artigiano in fiera i pizzaiouli celebrano un anno dal risultato.

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