Attualità

  • Il pressapochismo e le sue conseguenze

    Negli ultimi anni abbiamo visto, in troppe occasioni, molti capi di Stato, primi ministro, leader d’opposizione che non sempre sembravano consapevoli delle loro dichiarazioni e relative conseguenze, in altre consapevoli ed in totale spregio delle conseguenze.

    La teoria che l’inquinamento, non solo ambientale, possa avere colpito le capacità di ragionamento ed essere la causa non è stata al momento né suffragata da prove scientifiche ma neppure smentita, certo è che l’inquinamento emotivo ha procurato un’escalation di violenza in ogni strato della popolazione.

    Quello che oggi preoccupa ulteriormente è l’inconfutabile certezza che tutto si va deteriorando anche negli apparati più sensibili, non per nulla nessuno avrebbe potuto immaginare una sconfitta così tragica come quella subita dai servizi d’informazione israeliani il 7 ottobre.

    Che gli Stati Uniti abbiano periodicamente un attentato ad un presidente o ad un leader politico è cosa nota ma non può che stupire come si è compiuto l’atto scellerato, ma altrettanto maldestro, di chi ha sparato a Trump, uccidendo un inerme cittadino, nella disattenzione generale di chi era preposto, sul campo, alla sicurezza.

    I molto gravi attentati terroristi degli ultimi anni, che hanno colpito anche la Russia, e i tanti attentati minori, compiuti da persone già segnalate come pericolose, dimostrano purtroppo uno scadimento sempre più preoccupante dei sistemi di sicurezza.

    Viviamo in una società ad alto rischio ma i rischi maggiori sono dovuti allo scollamento delle istituzioni ed al pressappochismo.

  • Pensieri in libertà

    Siamo ormai abituati a tutto ma la notizia che il capo di una organizzazione terrorista, nota per i suoi massacri e che da anni tiene in ostaggio e sacrifica ai propri interessi il suo popolo, sia messo sullo stesso piano, con un mandato di cattura internazionale, di un primo ministro che, pur con tutti i suoi errori, è stato eletto democraticamente riesce ancora a stupirci.

    Così come continua a stupirci che l’Occidente si sgoli in dichiarazioni a favore dell’Ucraina ma ormai da anni ritardi la consegna delle armi necessarie a difendere la vita dei civili ed ad impedire l’avanzamento dell’esercito russo, i cui soldati sono in gran parte inviati a morte certa dalla follia di potere di Putin.

    Ci stupisce, parlando di cose meno importanti e drammatiche, che un governo di centro destra rispolveri il redditometro, strada sicura per un ritorno ai pagamenti in nero oltre che decisione vessatoria per molti e non altrettanto utile per scoprire vere o presunte evasioni.

    Ci saremmo aspettati controlli incrociati sui dati non certo un redditometro che ci riporta indietro nella cronaca ed anche ritirare ora il provvedimento non servirà a impedire i sospetti che lo si voglia ripresentare a settembre dopo le elezioni ed a cancellare la sensazione che a volte si prendano decisioni senza ponderarne le conseguenze.

    Non ci stupisce che Fedez sia rimasto coinvolto in una rissa, ammesso che non sia lui stesso il promotore dello squallido evento, come dicevano i nostri vecchi “ogni botte dà il vino che ha” e di Fedez abbiamo ormai potuto conoscere quasi tutto dalle sue esternazioni e dalle sue azioni.

    Siamo più che stupiti seriamente preoccupati per il nuovo avviso di garanzia al generale Mori a distanza di 31 anni dalla strage di Firenze, questo ci conferma, purtroppo, che la giustizia, la verità, in Italia non esistono, specie per le stragi.

  • Riflessione

    Ogni giorno arrivano notizie sempre più allarmanti: dai femminicidi alle violenze sui bambini, dai massacri che ogni guerra porta con se alla presenza costante del terrorismo, dagli sbarchi che continuano all’aumento delle povertà e delle fragilità.

    Nonostante da un lato i ristoranti siano pieni, e così le autostrade, passando nelle vie delle città, grandi e piccole, vediamo sempre più saracinesche abbassate, attività dismesse mentre aumentano le vendite on line che hanno travolto migliaia di piccoli e medi esercizi lasciando senza lavoro dipendenti e proprietari.

    C’è intorno una duplice sensazione, in parte di eccessiva euforia in parte di depressione, ma per quasi tutti prevale comunque un nervosismo crescente che si vede nell’irascibilità delle persone in ogni contesto mentre, come se non bastasse tutto il resto, anche se facciamo finta di niente, il pericolo covid e polmonite, specie nei bambini, è ancora vivo.

    Mentre si avvicina il Natale, con la frenesia di ogni anno, dovremmo tutti cercare di ritrovare il tempo per qualche momento di riflessione che ci riporti a vedere noi stessi e quanti ci circondano con maggiore obiettività, in molti abbiamo più di tanti altri e troppi mancano quasi di tutto.

    Cerchiamo di dedicare un piccolo spazio al pensiero, alla riflessione, non solo social, mail, corse affannose per fare tutto quello che crediamo di dover fare, non solo apparenza per sembrare, troppe volte, quello che non siamo ma anche l’impegno a ritrovare l’armonia dei sentimenti.

  • Dalla pandemia ai giorni nostri di Francesco Pontelli

    L’economista Francesco Pontelli, attraverso una serie di puntuali e pungenti articoli, fotografa la realtà contemporanea. Dalla pandemia ai giorni nostri è infatti una interessante e per molti versi controcorrente raccolta di spunti di riflessione e analisi. Vengono toccati temi di stringente attualità. Dall’inflazione al ruolo della BCE, dalla crisi energetica alla lunga e sanguinosa guerra in Ucraina. Consigliato per una lettura della situazione interna e internazionale non scontata e ricca di utili informazioni.
    Francesco Pontelli è stato, dal 2007 al 2013, docente idoneo presso il Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano. È inserito nella Banca dati docenti dell’agenzia ICE (Istituto commercio estero). Articolista del sito Il Patto Sociale – Informazione Europa. Con Infilaindiana Edizioni ha già pubblicato la miscellanea di articoli Politica, economia e attualità.

  • Studiare la Storia per evitare errori ed orrori

    Gli insegnanti protestano in piazza, una recente ricerca denuncia che il 51% dei quindicenni non è in grado di comprendere un testo scritto, bullismo, violenza ed ignoranza avanzano di pari passo e stiamo sempre aspettando, illusi, che ci sia una riforma della scuola che sia formativa per i giovani per il loro domani.

    Una scuola formativa nel senso che oltre ad informare deve educare e cioè spiegare come si utilizzano le nozioni che si apprendano, come si fa a far lavorare il cervello per imparare a ragionare con la propria testa rispettando gli altri.

    Una scuola che spieghi e che rimetta al centro dei suoi programmi lo studio della Storia perché, come scriveva lo studioso francese Marc Bloch ucciso dai nazisti nel 1944,”L’oggetto della storia sono gli uomini“ e perciò se non si studia la Storia non si comprendono gli uomini, le loro azioni, le conseguenze dei loro pensieri di potere.

    Vico parlava dei corsi e ricorsi storici e mai come in questo momento, osservando le nefaste e criminali azioni dell’esercito russo sotto la guida di Putin, compendiamo come la Storia resti strumento necessario, imprescindibile, per comprendere motivazioni e decisioni che periodicamente sconvolgono gran parte del mondo.

    La Storia strumento per analizzare e in certi casi per prevenire il ripetersi di errori ed orrori.

    La storia per comprendere gli abissi di crudeltà, la potenza delle passioni, la cecità di fronte alle ragioni dell’altro, l’ambiguità di tante parole e promesse, la forza del desiderio di potere, dovrebbe essere una delle materie più studiate a scuola ed essere riconosciuta strumento indispensabile per potere poi ragionare di geopolitica.

    Ma non è così purtroppo e le conseguenze si vedono nella povertà di ragionamento anche di tanta parte della classe politica e dei media e nella incolpevole superficialità di quei giovani che non capiscono, non si informano o al massimo si rivolgono velocemente alla Rete.

    Come sosteneva Lucio Villari l‘opinione ha sostituito l’analisi scientifica ed io aggiungo che l’opinione individuale tenta sempre di più di soppiantare la realtà.

    Quello che è certo è che la Storia è ridotta a una sine cura, una sola ora di insegnamento negli istituti professionali mentre nelle università si è perso ben il 30% delle cattedre di Storia.

    Non abbiamo molta fiducia ma ci resta il dono della caparbietà e della speranza per questo continuiamo a sperare che il governo Draghi riporti nella scuola, insieme ai tanti cambiamenti necessari, lo studio della Storia.

  • Quando la difesa diventa un j’accuse

    Quasi unanime lo sdegno per le parole e l’atteggiamento scomposto e da neuro deliri di Grillo in una difesa del figlio che diventa di fatto un j’accuse involontario anche all’educazione famigliare che è stata data al giovane Grillo. La violenza espressa nell’intervista a noi appare assolutamente in linea con quanto, più volte, Grillo ha detto e ha fatto per anni riuscendo così, con la connivenza e l’acquiescenza di troppi, dalla stampa ai magistrati, dalla politica alla così detta società civile, a conquistarsi quella notorietà e peso politico che tutti conosciamo.

    Siamo in un’epoca nella quale si diventa più forti, più ascoltati, più potenti urlando, minacciando, insultando, non è importante quello che dici ma come lo dici e più lo dici con la bava alla bocca più trovi spazio fino a che, prima o poi, e prima o poi succede perché il tempo spesso è galantuomo, tutta la violenza e la rabbia ti tornano indietro, addosso e improvvisamente scopri, anche se non te ne accorgi subito, che non sei nessuno. Fa pena un uomo che nei fatti ha dimostrato tutte le sue carenze di padre e di essere umano, non dico di politico perché Grillo la politica non sa, e non ha mai saputo, neppure cosa sia. A Milano si diceva ‘ofelè fa el to mesté!’, ecco Grillo era un comico, a chi piaceva faceva ridere e poteva continuare così mentre invece è stato tramutato in un capo partito, nel predicatore di un nuovo sistema che si è dimostrato più confuso del vecchio, e oggi fa piangere chi ha creduto in lui. Forse qualche esame di coscienza dovrebbe essere fatto dai troppi che lo hanno assecondato dandogli uno spazio ingiustificato ed un potere mal riposto, ma da troppo tempo in Italia, e non solo, gli esami di coscienza sono stati aboliti.

    Le donne, i bambini, le persone che comunque subiscono una violenza sanno una volta di più che le leggi non bastano a difenderli, ci vuole una cultura diversa, a partire dalla politica, dai mass media, dalla scuola, diversa da persone come Grillo.

  • Lettera a Babbo Natale

    Caro Babbo Natale,

    quando ero piccola a Natale scrivevo la lettera a Gesù Bambino e trovavo i miei regali sotto l’albero. Un anno, qualche giorno dopo Natale, passando col papà davanti ad un orologiaio posi la fatidica domanda “papa è buono il mio orologio?” e il papà rispose “certo te l’ho comprato io!”. Si aprì un mondo di angoscia e dubbi, allora non me lo aveva portato Gesù bambino… Silenziosamente tornai a casa e scrissi un’altra lettera: “Caro Gesù bambino dimmi la verità l’orologio me lo hai portato tu o lo ha comperato mio papà? Per me va tutto bene ma voglio sapere la verità”. Misi come sempre la lettera sulla scrivania della mia camera e mi addormentai fiduciosa. La mattina dopo la lettera era ancora lì, Gesù bambino, tramite la saggezza dei miei genitori che non l’avevano portata via come in passato, mi aveva detto la verità, era venuto il tempo di cominciare a crescere.

    E dall’infanzia siamo tutti cresciuti, il mondo è cambiato e non sempre in meglio visti non solo gli orrori che ci circondano ma anche l’incapacità di parlarci che, troppe volte, impedisce di capirci mentre Twitter, sms, mail e quant’altro hanno sostituito il contatto umano anche in epoca pre covid. La verità, che chiedevo in quella lettera infantile, resta la preghiera che rivolgo in terra ed in cielo e che affido anche a te Babbo Natale che pur attraverso i pacchetti regalo, i dolci, le decorazioni e il consumismo rappresenti anche un simbolo che spesso riunisce persone lontane per fede e cultura.

    C’è bisogno di verità per ritrovare un po’ di umiltà e di capacità di comprensione, quella verità negata per troppo tempo sul covid e sui necessari presidi di protezione per cercare di contenerlo, ricordate la storia delle mascherine che nei primi mesi non servivano ed ora sono obbligatorie? Verità sull’epidemia, cinese, esportata in e dalla Germania e poi da noi? Mistero, ora ecco la nuova mutazione, che sembra nata nel Regno Unito a settembre, e della quale siamo stati informati pochi giorni fa e solo ora abbiamo saputo che, da diversi giorni, vi sono alcuni ricoverati in Italia, qualcuno sapeva ma i voli dall’Inghilterra sono continuati. Verità per rendere efficaci quelle regole e leggi a difesa dei bambini e delle donne abusate mentre troppe volte ciò che è scritto resta inapplicato e le violenze continuano ed i deboli restano indifesi, verità per gli anziani maltrattati in case di riposo scoperte e dichiarate illegali ma rimaste invece aperte. Verità sull’immigrazione che abbiamo lasciato esplodere senza intervenire per contrastare povertà, diseguaglianza, invasione commerciale scorretta e verità sul terrorismo che non ci ha visto unire, anni fa, tutte le forze per intervenire prima che il tragico fenomeno si radicasse anche a casa nostra mentre invece facevamo affari con governi finanziatori delle più feroci organizzazioni del terrore. Come dimenticare l’appello ai governi europei dell’inascoltato ed eroico comandante Massoud, ucciso in Afghanistan il 9 settembre, due giorni prima degli attentati negli Stati Uniti, e come dimenticare le richieste di attenzione, per quello che avveniva nel Corno d’Africa, dell’ambasciatore somalo alle Nazioni Unite, dottor Yusuf Ismail Bari Bari, poi trucidato a Mogadiscio? Verità sul perché nessun paese europeo ha predisposte leggi che, insieme ad una corretta accoglienza, stabilissero che per attuare la convivenza non si potevano consentire volti coperti, predicazioni in lingua diversa da quella dello stato nel quale si svolgono, macellazioni rituali che vanificano ogni giusta legge sul benessere animale. Verità per sapere perchè mentre si parla da tempo di economia verde si continuano a distruggere boschi e foreste dalla Romania all’Amazonia e si parla di crisi climatica invece che di collasso dell’ecosistema. Verità perché si ammetta che troppe volte i governi, ed i singoli, sono deboli con i forti e forti con i deboli.

    Quante verità sono state negate, quante necessità e giustizie ignorate? Verità che dovrebbero fiorire sulle bocche e nelle coscienze di coloro che, in un modo o nell’altro, condizionano la nostra vita, politici, giornalisti, intellettuali veri e presunti, magistrati non sempre in linea con la giustizia, medici che tradiscono altri medici abdicando al loro dovere. Verità che mancano in troppe famiglie altrimenti non ci sarebbe tanta prostituzione minorile, tanta diffusione di droga, tante persone, specie bambini, scomparse. Se ci fosse maggiore verità, lealtà non saremmo cosi inquieti, arrabbiati, depressi, demotivati. Abbiamo bisogno di verità senza altre menzogne, senza nuovi sotterfugi caro Babbo Natale. Mentre la realtà è quella che viviamo e molte famiglie sono in lutto, non solo in Italia, e troppe sono le persone in coda per un piatto caldo e troppi sono soli, soli anche nel cuore, nell’anima, cerchiamo di dedicare un minuto ad una preghiera, fosse pure laica, una preghiera a te e a noi stessi, preghiamo per avere la forza di cercare sempre e comunque la verità, al di là della nostra fede religiosa o politica, preghiamo per avere la forza di chiedere la verità, anche se scomoda, la forza di offrire verità e con la verità giustizia e, se e veramente necessario, perdono.

    Verità vo cercando che è sì cara…no, non è necessario rifiutare la vita ma è necessario usare la vita perché verità e libertà vivano insieme.

    Buon Natale

  • Il racconto dell’attualità, della politica e dell’economia fatto da Francesco Pontelli è diventato un libro

    Politica, economia e attualità è una miscellanea dei numerosi e interessanti articoli scritti dal noto economista Francesco Pontelli. I temi trattati spaziano dal Made in Italy all’inflazione, dalla politica fiscale all’e-commerce passando per i Giochi olimpici di Cortina che avranno luogo nel 2026. Partendo dall’Italia e dall’Unione Europea lo sguardo dell’autore è sempre rivolto a 360° verso l’intricata realtà che lo circonda. Le dinamiche della globalizzazione vengono qui analizzate a partire anche da casi particolari come, ad esempio, la produzione biellese di filati. Pontelli ha la capacità di trovare inedite chiavi di lettura e suggerire modelli interpretativi affatto scontati.

    Francesco Pontelli è stato, dal 2007 al 2013, docente idoneo presso il Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano. È inserito nella Banca dati docenti dell’agenzia ICE (Istituto commercio estero). Articolista puntuale e pungente del sito Il Patto sociale – Informazione Europa.

    Il libro è disponibile anche su Amazon al seguente link:

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