Qualche mente elementare ed espressione delle “competenze” proposte dai governi nazionali, negli ultimi anni, si era illusa di ridare vigore al settore dell’industria, anche automobilistica nazionale, avviando accordi politici che favorissero gli investimenti cinesi nel nostro Paese.
Si scopre ora, e persino con stupore, che per investire in Italia, anche solo in una attività di semplice assemblaggio (decisamente diversa da una attività industriale espressione di una filiera produttiva),la casa automobilistica cinese Dongfeng, ampiamente supportata economicamente in patria dallo stato cinese, pretenda di imporre come clausola e condizione iniziale(1) l’ingresso di Huawei come supporto digitale (la stessa giustamente espulsa dal mercato statunitense) e (2) l’utilizzo della AI sempre cinese.
Non paghi di queste pretese assolutamente inaccettabili, in quanto l’impatto di sviluppo e quindi la ricaduta occupazionale sarebbero praticamente nulli per l’economia italiana ed europea, si pretende in più dal Governo italiano di assumere una posizione contraria alla imposizione dei dazi Ue sulle auto cinesi. La Cina utilizza quindi il ricatto economico per influenzare le scelte politiche di un paese sovrano come l’Italia che sconta la propria colpa di non essere stata in grado negli ultimi decenni di esprimere una propria visione da tradurre in una strategia politica, energetica ed economica.
Emerge quindi evidente, anche a chi abbia sempre sostenuto in Italia ed Europa il mercato globale senza individuare la necessità di adottare un minimo di regole condivise, come la assolutamente ideologica transizione verso una mobilità elettrica rappresenti lo strumento invasivo attraverso il quale il regime cinese intenda ampliare la propria egemonia economica e politica (*). L’auto elettrica, in buona sostanza, come l’ideologia di cui risulta espressione, diventa il cavallo di Troia inserto nel mercato europeo con l’obiettivo di distruggere l’intero sistema industriale dell’automotive europeo che vale dodici milioni di posti di lavoro e mille miliardi di tasse. Un progetto finalizzato così ad aumentare l’influenza economica e politica nel continente europeo del colosso cinese il quale nello scenario internazionale si oppone al sistema occidentale, ovviamente con la colpevole complicità di una classe politica europea assolutamente inadeguata. La pretesa, infatti, di ottenere una politica accondiscendente come contropartita ad un investimento nel sistema economico italiano dimostra quali siano gli obiettivi del regime cinese, molti ancora oggi non valutano le differenze con una democrazia, e quanto risulti pericoloso per l’intero occidente sia in termini economici che politici.
Come logica conseguenza, allora, tutte quelle forze politiche ed istituzionali le quali, per semplice convenienza e compromissione ideologica o, peggio, indolente negligenza, appoggino la politica “ambientalista” per una risibile elettrificazione della mobilità fino al concetto più generale del Green Deal della Commissione Europea, si rendono complici di questo progetto politico cinese e quindi diventano esse stesse artefici di un attacco alle istituzioni democratiche occidentali.
Si delinea, quindi, uno scenario strategico e politico già evidente nel 2018 (**) relativo alla ingerenza cinese, ma che ha visto le massime autorità istituzionali italiane sempre molto disponibili nella creazione di accordi di collaborazione con il regime cinese, a cominciare dal Governo Conte 1 e 2 con l’appoggio delle più disparate maggioranze parlamentare, fino a quello in carica che spera di ottenere con il piattino in mano una qualche elemosina in termini industriali.
Quando si parla di declino culturale del nostro Paese non ci si riferisce tanto alla scolarità improbabile e taroccata dei rappresentanti politici, quanto alla palese incapacità di comprendere ed elaborare uno scenario futuro strategico, economico e politico.
Dimostrare ancora oggi di non essere in grado di individuare e valutare gli obiettivi politici cinesi rappresenta appunto il peccato originale interamente attribuibile alla classe politica dirigente nazionale ed europea (**) .
(*) 2024 https://www.ilpattosociale.it/attualita/lauto-di-troia/
(**) 2018 https://www.ilpattosociale.it/attualita/il-peccato-originale/