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  • Trenitalia scopre il mercato della Lombardia: venderà biglietti per i mezzi pubblici locali

    Trenitalia annuncia l’apertura delle vendite dei biglietti per viaggiare nell’area metropolitana di Milano, Monza e Brianza, ampliando così la gamma dei servizi acquistabili sulla propria App. I titoli di viaggio saranno validi per spostarsi sui treni del Regionale di Trenitalia, Trenord, su tutti i mezzi ATM e altri operatori integrati nelle zone dell’area di Milano, Monza e Brianza (grazie al sistema tariffario integrato valido nell’area che comprende Milano, Monza e Brianza e si estende a tutti i Comuni che ne fanno parte, nonché ad alcuni comuni fuori provincia). Questa integrazione permette a Trenitalia di raggiungere 5 milioni di abitanti e 438 comuni, l’equivalente di un terzo del trasporto pubblico nazionale.

    L’acquisto dei biglietti, in formato QRCode utilizzabile sul circuito Stibm, anche ai tornelli della metropolitana, al momento è disponibile solo sull’App Trenitalia. Entro fine anno saranno integrati anche nella funzione “door to door”, la quale consente di pianificare un viaggio da un “punto A” ad un “punto B”, includendo ad esempio treno, bus e parcheggio, semplicemente impostando un indirizzo di origine e destinazione che va oltre le stazioni ferroviarie. Il biglietto deve essere convalidato entro 12 mesi dall’acquisto.

    Una volta attivato dall’App, è possibile effettuare più viaggi, anche in metropolitana e treno, con lo stesso biglietto entro le aree e la durata temporale di validità. Il titolo di viaggio è utilizzabile esclusivamente da canale App Trenitalia, con la stessa utenza e/o dispositivo da cui è stato effettuato l’acquisto, previa convalida.

    A partire da Milano, il territorio circostante è stato suddiviso in fasce concentriche, aventi ampiezza di circa 5 km ciascuna, ognuna con un proprio codice identificativo, costituito dalla sigla “Mi-” seguita da un numero crescente: la zona Mi-1, ad esempio, è costituita solamente dal territorio di Milano, al di fuori di essa si procede in sequenza, dalla zona Mi-3 alla zona Mi-9. Le tariffe dei titoli di viaggio vengono calcolate sulla base del numero di fasce contigue in cui il titolo è valido. Ogni comune appartiene interamente ad una sola fascia.

  • Il biglietto nominale obbligatorio per contrastare il secondary ticketing è legge ma gli organizzatori dei live non ci stanno

    Che cos’è la musica dal vivo? Condivisione, allegria, fantasia, estro, passione. Tutto questo però potrebbe diventare solo un ricordo, almeno secondo gli addetti ai lavori, a causa delle incombenze burocratiche causate dall’emissione del biglietto nominale obbligatorio. Introdotto nella Legge Finanziaria, dal 1° luglio, infatti, è entrato in vigore l’emendamento Battelli, dal nome del senatore del Movimento 5 Stelle, primo firmatario del  testo, secondo il quale chi acquisterà un biglietto on line per poter assistere ad un concerto di musica pop o rock che si svolge in luoghi la cui capienza supera le 5000 persone non solo dovrà fornire i suoi dati personali al momento dell’acquisto ma qualora fosse impossibilitato a recarsi all’evento e vorrà rivedere il biglietto potrà farlo solo attraverso lo stesso canale di acquisto. Dall’emendamento sono esclusi spettacoli teatrali, lirici, di musica classica, di prosa e jazz. Insomma una misura ad hoc che dovrebbe arginare il dilagante fenomeno del secondary ticketing e il tradizionale – per quello che ne resta – bagarinaggio fisico. Il biglietto nominale non è una novità, già da qualche anno, infatti, è stato introdotto nel calcio per ragioni di sicurezza. La proposta di Sergio Battelli però ha decisamente fatto irritare i principali organizzatori di concerti – Roberto De Luca (Live Nation), Ferdinando Salzano (Friends&Partners), Francesco Barbaro (Otr Live), Mimmo D’Alessandro (Di and Gi) Maurizio Salvadori (Trident), Clemente Zard (Vivo Concerti), Andrea Pieroni (Vertigo), Francesco Cattini (International Music&Arts) – che si sono riuniti a Milano, con Vincenzo Spera di Assomunsica, e durante una conferenza stampa in cui sono stati chiamati a raccolta giornalisti musicali e non solo hanno spiegato i motivi della loro contrarietà all’emendamento.

    La proposta di Battelli, secondo i promoter, non risolverebbe affatto il problema del secondary ticketing ma servirebbe solo a complicare la vita ai fruitori di musica e ad accrescere i costi. I tempi di acquisto si allungherebbero e il costo del cambio del biglietto, qualora lo spettatore decidesse di rinunciare allo spettacolo, si aggirerebbe intorno agli 8-10 euro. Sarebbe perciò propenso a non effettuare più l’acquisto mesi prima, come accade ormai già da qualche anno, o a non regalarlo per l’aggravio economico che l’eventuale rinuncia o cambio di compagnia provocherebbe. Non solo, i controlli capillari, da effettuare in presenza anche del personale legato all’organizzazione del concerto, dilaterebbero i tempi di attesa, richiederebbero l’apertura con largo anticipo del luogo in cui si svolge il concerto, creando così lunghe file e costringendo gli artisti ad effettuare molto prima il soundcheck. Conseguenza? Probabile rinuncia a partecipare da parte del pubblico, soprattutto per chi arriva da lontano, riduzione del numero delle date del tour da parte dell’artista e meno introiti. Il settore musicale, infatti, crea un grande indotto economico: stando ai dati forniti da Ticketone, la media di acquirenti di biglietti, nel corso del 2018, è stata di 2,7 persone e il numero di acquisti è aumentato del 25% durante il periodo natalizio. Non solo, a beneficiare di uno spettacolo dal vivo sono anche le strutture ricettive e gastronomiche vicine al luogo dell’evento, senza dimenticare le opportunità lavorative che l’organizzazione di concerti comporta.

    “La musica è un settore in crescita – sottolinea Spera – crea fatturati di grandissimo valore. Grazie ad Assomusica nel progetto ‘Europa Creativa’ è entrata anche la musica. Questa legge è stata un blitz che non ha avuto un iter”. Secondo Ferdinando Salzano di Friend&Partners, la norma “accresce la sensazione di stato di polizia e controllo che non rappresenta lo spirito di chi va ai concerti per svagarsi”, convinto anche che farà dimezzare gli acquisti. Dello stesso avviso Andrea Pieroni (Vertigo) che parla di “persone che non conoscono questo campo, sono sulla cresta dell’onda e portano il Paese verso una deriva pericolosa”. Per il patron di Live Nation, Roberto De Luca, “la legge è inutile e andrà contro il consumatore diretto, che è il pubblico, contrariamente a quello che dice di voler fare, cioè difendere il pubblico”. Per Mimmo D’Alessandro (Di and Gi) non occorre una norma perché per evitare il secondary ticketing basterebbe oscurarne i siti. Una proposta questa che, ad essere sinceri, appare tanto naif quanto provocatoria visto che da qualche anno proprio gli organizzatori di live sono stati accusati di aver venduto parte dei biglietti dei concerti ai circuiti di bagarinaggio on line, accusa dalla quale tutti si sono prontamente difesi, a partire dalle sedi legali. Rincara invece la dose Maurizio Salvadori (Trident Music) che definisce la legge ‘totalmente idiota’ perché “oggi tutti gli spazi di vendita sono monitorati” e ammette di aver preso sottogamba la proposta quando se ne cominciava a parlare perché, secondo lui, un’idea del genere non sarebbe mai potuta passare. “Ci sono tante problematiche che subentrano sia dal punto di vista umano (c’è chi può anche dimenticare la carta di identità a casa o chi non ce la fa a cambiare il nome sul biglietto) che organizzativo con il personale”, conclude, ipotizzando che nel proporre una simile legge ci fosse solo la ricerca di visibilità da parte di Battelli.

    Assenti, e per ora piuttosto silenti, gli artisti: si aspetta una loro reazione. Chi, invece, potrebbe dire la sua (ammesso che sia davvero infastidito dalla proposta) e costringere a fare abolire la norma è il pubblico dei concerti visto che ci sarebbe la possibilità di prorogarne l’applicazione, per vedere i reali riscontri, e quindi ridiscuterla per dare nuovi parametri o per eliminarla del tutto. L’intenzione di tutti i manager riuniti a Milano infatti è quella di cercare di riaprire il tavolo delle trattative e far sì che la legge venga ridiscussa e si possa giungere a soluzioni mirate, chiare e condivise, supportate anche dal parere di tecnici esperti, che possano finalmente combattere il bagarinaggio on line (e tradizionale).

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