La Libia ha espresso il proprio interesse ad aderire ai Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), il gruppo di Paesi emergenti che si pone come alternativa economica e politica alle alleanze occidentali. Secondo quanto riportato dal sito web d’informazione “Al Wasat”, Taher Baour, responsabile del ministero degli Esteri del Governo di unità nazionale libico di Tripoli, ha confermato l’interesse libico per l’adesione durante il Forum di partenariato Russia-Africa, tenuto a Sochi nel fine settimana. Al Baour ha dichiarato che l’esecutivo libico riconosciuto dall’Onu, guidato dal premier Abdulhamid Dabaiba, sta attualmente valutando l’opzione, esaminando in dettaglio i possibili benefici economici e strategici che deriverebbero dall’adesione al gruppo dei Brics. Tuttavia, il diplomatico ha precisato che, al momento, la Libia non ha ricevuto un invito ufficiale per partecipare ai vertici della coalizione.
Lo scorso ottobre, la Russia ha ospitato il sedicesimo vertice Brics che ha ufficializzato l’ingresso dei quattro nuovi membri: Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran. Durante il vertice, a cui hanno preso parte i rappresentanti e leader di 36 Paesi e sei organizzazioni internazionali, altre 13 nazioni sono diventate Paesi partner, il primo passo necessario all’adesione piena: Algeria, Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Nigeria, Turchia, Uganda e Uzbekistan. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha sottolineato nella conferenza stampa alla fine del summit che il gruppo Brics non opera in un formato chiuso e rimane aperto a tutte le nazioni che condividono i suoi valori. Secondo gli organizzatori del vertice di Kazan, i Paesi parte dei Brics occupano oltre il 30% del territorio mondiale e rappresentano il 45% della popolazione del Pianeta, forniscono oltre il 40% del petrolio prodotto e a loro si deve circa un quarto delle esportazioni mondiali di merci.
Al Baour ha evidenziato che, per la Libia, l’adesione ai Brics rappresenterebbe una significativa opportunità, sia per rafforzare le proprie relazioni economiche e commerciali con altri membri sia per garantirsi maggiore stabilità economica nel contesto attuale. “Siamo interessati a esplorare le opportunità di valore e beneficio che un’adesione ai Brics potrebbe offrire alla Libia”, ha affermato il diplomatico, aggiungendo che l’adesione potrebbe avvenire in un primo momento anche solo come osservatore, per meglio comprendere il funzionamento interno del gruppo. Parallelamente, secondo quanto riferito da “Al Wasat”, anche il ministro degli Esteri del governo libico parallelo con sede a Bengasi, Abdulhadi al Hawaij, starebbe conducendo una serie di studi sulla possibilità di aderire al gruppo, considerando diversi aspetti economici e politici legati all’eventuale integrazione.
Dal febbraio del 2022 la Libia è divisa in due amministrazioni politico-militari: da una parte il Governo di unità nazionale con sede a Tripoli del premier Abdulhamid Dabaiba, riconosciuto dalla comunità internazionale e appoggiato soprattutto dalla Turchia; dall’altra il cosiddetto Governo di stabilità nazionale guidato da Osama Hammad, primo ministro designato dalla Camera dei rappresentanti, di fatto un esecutivo parallelo con sede a Bengasi manovrato dal generale Khalifa Haftar, comandante in capo dell’Esercito nazionale libico (Enl) acquartierato a Bengasi. Per uscire dallo stallo politico, l’Onu sta portando avanti difficili consultazioni politiche per insediare un nuovo governo tecnico unitario e organizzare le elezioni in una data ancora da definire.