Cancro

  • La Commissione raccomanda nuove misure sulla prevenzione vaccinale dei tumori

    Dalla Commissione europea arriva una raccomandazione volta a sostenere gli Stati membri nel loro impegno a prevenire il cancro mediante la vaccinazione. La raccomandazione si concentra, in particolare, sulla promozione del ricorso a due vaccinazioni chiave in grado di prevenire infezioni virali che possono causare tumori (il papillomavirus umano (HPV) e il virus dell’epatite B (HBV)) e sul miglioramento del monitoraggio dei tassi di copertura.

    La raccomandazione fa parte del piano europeo di lotta contro il cancro, un pilastro fondamentale dell’Unione europea della salute. Si stima che circa il 40% dei casi di cancro nell’UE sia prevenibile. Tuttavia, secondo una nuova relazione appena pubblicata, nel 2021 gli Stati membri dell’UE hanno destinato alla prevenzione solo il 5% circa della spesa sanitaria totale.

    In molti Stati membri la copertura vaccinale contro il papillomavirus è ben al di sotto del 50% tra le ragazze, i dati relativi a ragazzi e giovani adulti sono molto limitati ed è marcata la mancanza di dati sui tassi di vaccinazione contro il virus dell’epatite B.

  • L’UE limita l’esposizione alla formaldeide nei prodotti di consumo

    La Commissione ha adottato misure per proteggere meglio le persone dal rischio di cancro introducendo un limite massimo di emissione per la sostanza cancerogena formaldeide in una serie di prodotti di consumo.

    Le nuove norme stabiliscono un limite di emissione di 0,062 mg/m³ di formaldeide in ambienti chiusi per i principali prodotti che concorrono alle emissioni, come gli articoli e i mobili a base di legno e l’interno dei veicoli stradali. A tutti gli altri articoli, quali tessili, cuoio, plastica, materiali da costruzione o prodotti elettronici, si applicherà un limite di 0,08 mg/m³. Ciò garantirà un elevato livello di protezione della salute umana, limitando nel contempo l’onere socioeconomico e la necessità di cambiamenti tecnologici per un’ampia gamma di industrie e settori.

    I produttori di articoli in cui è utilizzata formaldeide disporranno di 36 mesi per conformarsi alle nuove norme; le parti interessate avranno quindi tempo sufficiente per conformarsi alle prescrizioni, sviluppare metodi analitici per testare le emissioni e sviluppare prodotti privi o a basse emissioni di formaldeide. Ai veicoli si applicherà un limite di 48 mesi. Inoltre l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, con il sostegno dell’industria e di esperti, elaborerà orientamenti che agevoleranno l’attuazione armonizzata delle condizioni di prova per misurare le emissioni di formaldeide.

    È noto che la formaldeide ha proprietà cancerogene e mutagene e presenta un rischio di tossicità e sensibilizzazione della pelle. È usata principalmente nella produzione di resine, termoplastiche e altre sostanze chimiche, utilizzate a loro volta in una serie di prodotti e applicazioni di consumo, come la fabbricazione di mobili e pavimenti a base di legno, che sono le principali fonti di esposizione dei consumatori alle emissioni di formaldeide negli ambienti chiusi. È usata anche in prodotti tessili e cuoio, parti di veicoli e aerei, schiume, plastica e fibre vetrose sintetiche.

  • La Ue riduce i livelli di contaminanti cancerogeni nel cibo

    Arriva la stretta dell’Europa sui metalli pesanti nel cibo. Per dare concretezza al suo piano d’azione per la lotta contro il cancro, Bruxelles ha deciso di fissare nuovi livelli massimi di cadmio e piombo in un’ampia gamma di prodotti alimentari. Dal vino alle frattaglie, passando per il sale, la frutta, la verdura e il cioccolato, sono svariati gli alimenti che a fine agosto dovranno rispondere ai nuovi requisiti comunitari sulla presenza dei due contaminanti cancerogeni. Una mossa che, nelle parole della commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, mette “i consumatori in prima linea” nella scelta di “alimenti più sani e sicuri”. E rappresenta “un ulteriore passo in avanti nel rafforzamento degli standard già elevati e di livello mondiale della Ue nella catena alimentare”.

    Partendo dal presupposto che “una dieta malsana aumenta il rischio di cancro”, ha ricordato la politica e psicologa cipriota diventata un’icona in patria per la lotta ai tumori dopo essere guarita da un tumore al seno, la Commissione Ue è arrivata alla decisione dopo anni di intenso lavoro con gli Stati membri e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). E non senza aver consultato anche le aziende del settore. Per quanto riguarda il cadmio, metallo pesante tossico soprattutto per i reni presente nell’ambiente sia naturalmente che a seguito di attività agricole e industriali, tutte le analisi hanno confermato la necessità di abbassarne i tenori massimi. Nel 2009, l’Efsa ne aveva stabilito una dose settimanale tollerabile pari a 2,5 μg/kg di peso corporeo, riscontrando tuttavia un’esposizione media degli adulti in tutta l’Unione prossima o leggermente superiore a tale indicazione.

    Dopo alcune misure di attenuazione, ora la Ue ritiene di essere pronta per un abbassamento dei livelli nel cibo. A esserne toccati sono soprattutto frutta, verdura, cereali e semi oleosi.

    Discorso molto simile per il piombo, a cui l’uomo è esposto soprattutto per via alimentare e che può causare problemi cardiovascolari e nefrotossicità negli adulti, ma anche neurotossicità nella fase di sviluppo nei bambini. Per questo, oltre a riguardare prodotti come il vino, il sale, le frattaglie, i funghi selvatici e le spezie, le nuove soglie di piombo si applicheranno anche agli alimenti per lattanti e bambini.

    Le nuove misure entreranno in vigore il 30 agosto per il piombo e il 31 agosto per il cadmio. Oltre quella data, tutti i prodotti alimentari con concentrazioni più alte verranno via via messi fuori commercio. 

  • Nuovi modelli etici e razionali per la ricerca scientifica

    Il 20 giugno scorso a Telecolor di Roma e a Primarete Lombardia di Milano il prof. Giuseppe Di Bella è stato protagonista di una interessantissima trasmissione riguardante i nuovi paradigmi, etici e razionali, utilizzati per la ricerca scientifica, con particolare riferimento alla ricerca oncologica. La rapida progressione dell’incidenza dei tumori ha indotto il prof. Di Bella a documentare, spiegare e divulgare il progetto terapeutico, il meccanismo d’azione e le sinergie dei fattori relativi ai principi attivi che sono alla base di una reale, scientifica ed efficace prevenzione farmacologica e terapia dei tumori. Sulla massiccia banca dati biomedica a tutt’oggi sono stati pubblicati oltre un migliaio di casi di ammalati di cancro che hanno ottenuto risultati superiori a quelli dei protocolli oncologici nelle stesse patologie. Sono dati di fatto e documenti incontestabili, ma intollerabili per i circoli di potere globali, che temono di esserne delegittimati e di perdere potere e credibilità. Essi pretendono l’assoluto ed esclusivo monopolio della gestione della salute e della vita della gente. Le qualità scientifiche del metodo Di Bella nella prevenzione e nella terapia del cancro sono pubblicate e facilmente reperibili sulle maggiori banche dati biomediche, ma la loro valorizzazione ne è vietata. E’ indubbio che l’esponenziale incremento della diffusione del cancro rappresenta la più evidente prova del totale fallimento delle attuali misure di prevenzione, così come i gravi limiti della terapia medica del cancro sono certificati dai milioni di morti ogni anno e dal dato reale che malgrado i continui annunci di gradi progressi, ancora oggi la prima causa assoluta di morte nelle donne, in tutto il mondo, è il cancro al seno. Se la terapia medica del cancro fosse in grado di guarire i tumori solidi, certamente non avrebbe ragione di esistere la chirurgia oncologica, che oggi rappresenta l’unica efficace misura terapeutica in grado di salvare una certa percentuale di ammalati. Significative le pubbliche dichiarazioni del premio Nobel, Prof.Randy Schekman: “la ricerca in campo scientifico non è affatto libera, ma in mano ad una cerchia ristretta (la cosiddetta “Comunità scientifica”). Almeno il 50% dei dati medici è corrotto”. Questa realtà è stata documentata da Richard Horton, caporedattore di Lancet, una delle più prestigiose riviste mondiali di medicina: “Gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può essere dichiarata semplicemente falsa. La scienza ha preso una direzione verso il buio”. Anche Marcia Angell, per 20 anni caporedattrice di un’altra delle massime testate scientifiche internazionali, il New England Medical Journal, ha dichiarato “Semplicemente non è più possibile credere in gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata…”. Horton e la Angell, grandi esperti a livello mondiale, non sono pericolosi complottasti, o biechi populisti, ma le rare, forse le ultime voci che all’onestà intellettuale associano una grande cultura e rilevanti meriti scientifici. Le evidenze e le scoperte scientifiche che non arricchiscono non sono pubblicate. Le grandi riviste biomediche rifiutano la pubblicazione di una rilevante quantità di dati scientifici definitivamente acquisiti, certificati e incontestabili, che non sono trasferiti nella clinica, che non sono inseriti nei prontuari, nelle linee guida, nei protocolli. Per questo, malgrado una vastissima e autorevole letteratura dimostri quanto la proliferazione cellulare tumorale sia strettamente dipendente dall’interazione tra Prolattina e Ormone della crescita e da fattori di crescita GH dipendenti, né il suo antidoto naturale, la Somatostatina, né gli inibitori prolattinici, sono inseriti come antitumorali nei prontuari, in quanto produrrebbero se non un crollo, un grave ridimensionamento dei fatturati oncologici. Per superare queste incongruenza e l’attuale grave stallo nella terapia del cancro e affrancare la ricerca scientifica e la pratica medica dall’esasperata logica del profitto, è necessaria una rivoluzione copernicana dei parametri di valutazione dei risultati clinici e dei paradigmi della ricerca, che ora sono invece programmati e pianificati per perpetuare l’attuale asservimento ai circoli di potere che gestiscono il farmaco, la vita e la salute delle persone. Negli Stati Uniti diversi docenti e ricercatori stanno incominciando a condividere il metodo Di Bella, ad accettare la necessità di una multi-terapia oncologica e la demolizione degli attuali paradigmi e programmi di ricerca. Questi stessi circoli accademici Usa, ricercatori e docenti universitari, hanno preso piena coscienza del grave e intollerabile inquinamento della scienza e hanno diffuso un film-documentario sul fallimento degli attuali protocolli oncologici che non tengono presente la base del ragionamento scientifico, l’esame, l’attenta valutazione del dato di fatto, della realtà. A distanza di quarant’anni, il film conferma pienamente, condivide e spiega le reali ragioni del fallimento della ricerca e della terapia oncologica denunciate a suo tempo dal Prof Di Bella. Diversi sono gli accademici intervistati e tutti riprendono e confermano tesi allora sostenute dal professore italiano.

    La Storia è piena di scoperte scientifiche che sono state censurate per le ripercussioni sullo status- quo predominante. Sono state ricordate quelle di Semmelweis (disinfezione e sterilità), di Pettenkofer (vibrioni del colera), di Barry James Marshall, Nobel della medicina nel 2005 (proprietà cancerogene dell’elicobacter). Sono state anche menzionati i blocchi della ricerca da parte dei comitati etici, se la ricerca compromette i fatturati delle multinazionali. Per quanto riguarda i trials clinici sui nuovi farmaci gli accademici intervistati sono unanimi nel dichiarare che sia necessaria una riforma delle regole, sia per i lunghi tempi, che sul primo utilizzo in pazienti terminali, proprio come fu fatto nella sperimentazione sul Metodo Di Bella nel 1998. Questa concezione terapeuticabiologica fisiologica e razionale, oggi rivalutata e riscoperta, fu creata oltre quarant’anni fa dal prof Di Bella e così da lui  enunciata: “L’essenziale sta nell’attivare tutti gli inibitori dei noti fattori di crescita alle dosi e con tempestività e tempi opportuni. Il protocollo MDB è nato in quest’atmosfera, quella della vita e non dell’intossicazione e morte delle cellule, metodo che asseconda ed esalta le reazioni vitali, senza ricercare con precisione statistica le dosi più opportune per uccidere.  Il tumore (dagli stadi iniziali, pretumorali, alle fasi avanzate, metastatiche) è deviazione dalla vita normale, per cui occorre riportare le reazioni deviate alla norma, attraverso l’esaltazione di tutti quei mezzi che la Fisiologia considera essenziali per la vita. La premessa della sua concezione è considerare il cancro come forma di vita, da lui definita “potente, prepotente, parassitaria, anarchica…” “…non esiste né esisterà alcun trattamento chemioterapico citotossico (né monoterapia) in grado di guarire un tumore solido, ma unicamente un Metodo, una multiterapia razionale e biologica, un complesso di sostanze sinergiche e fattorialmente interattive, singolarmente dotate di attività antitumorale atossica, che sequenzialmente o contemporaneamente agiscano centripetamente sulla miriade di reazioni biologiche della vita tumorale, riconducendo gradualmente alla normalità le reazioni vitali deviate dal cancro…”

  • L’UE sempre più impegnata nella lotta al cancro

    Il tumore è la seconda causa di morte nell’UE, sempre più importanti sono perciò  le ricerche e la prevenzione, dalla diagnosi alle cure adeguate. In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, il Centro comune di ricerca (JRC), il servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza, ha aperto il sito Internet del sistema europeo d’informazione sul cancro, che permette a esperti e specialisti di analizzare modelli geografici e tendenze. Il sito raccoglie i dati di circa 150 registri europei dei tumori basati sulla popolazione, che coprono 25 Stati membri dell’UE e 7 paesi europei non membri, e fornisce informazioni preziose sul successo dei programmi nazionali di prevenzione dei tumori e sulle lacune da colmare. L’UE sostiene la ricerca contro il cancro dal 1985 con i suoi programmi di ricerca e innovazione e si concentra sullo sviluppo di strategie incentrate sul paziente per prevenire, curare e aiutare le persone a convivere con la malattia. Grazie ad un finanziamento di 2,4 milioni di euro, dal 2007 la ricerca europea sul cancro ha contribuito allo sviluppo di nuovi approcci di medicina personalizzata e agli sforzi per comprendere la biologia dei tumori e migliorare la prevenzione, la cura e le soluzioni di assistenza.

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