Cani

  • Cani da difesa degli armenti: l’Italia impari dall’Africa

    Continuano periodicamente, ormai da qualche anno, le polemiche sulla presenza dei lupi in Italia e sui modi per contenerli.

    Già altre volte abbiamo affrontato l‘argomento ricordando le normative europee, che proteggono il lupo come animale essenziale per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema, dimostrando, dati alla mano, che gli allarmismi, anche di alcuni autorevoli politici, erano e restano ingiustificati, e sottolineando come, a fronte di un dimostrato danno da parte dell’allevatore, siano contemplati ed erogati contributi pubblici.

    Da molti anni vi è uno specifico progetto che dona agli allevatori i cani da guardiania, ii pastori maremmani abruzzesi che non fanno avvicinarsi i lupi agli armenti, inoltre ci sono sovvenzioni per elettrificare le recinzioni.

    E’ certamente vero che i lupi sono un po’ di più di qualche anno fa quando erano praticamente estinti come è vero che continua il bracconaggio e che molti esemplari sono travolti ed uccisi sulle strade. E’ vero che alcuni lupi scendono di più in pianura inseguendo i cinghiali, sempre più numerosi anche in città, ed è altrettanto vero che i cinghiali si avvicinano all’abitato per la pessima abitudine degli umani di abbandonare immondizie che sono per loro un interessante alimento che non costa fatica.

    Sarebbe utile, tra i tanti accorgimenti da prendere, che le regioni od i comuni organizzassero le battute ai cinghiali dove questi si avvicinano di più all’abitato, inseguire i cinghiali in collina significa spingerli sempre di più a valle e portare a valle anche i lupi che restano l’unico vero deterrente per contenere la presenza di ungulati, caprioli e cervi compresi, che sono diventati in sovrannumero.

    Il ventilato ritorno alla caccia al lupo, con il pretesto di proteggere gli animali da allevamento, sarebbe un gravissimo errore e vanificherebbe lo sforzo di anni, costato anche economicamente.

    Il Patto Sociale vi propone, con l’articolo che segue, quanto il Cheetah Conservation Fund sta facendo da alcuni anni per proteggere pecore e vitelli in Namibia, dall’attacco del ghepardo che è anch’esso un animale da proteggere perché sempre più a rischio.

    Se la presenza di cani da guardiania funziona anche contro i grandi felini perché tanta reticenza da parte dei nostri allevatori, perché non si dotano anche loro di quegli splendidi guardiani che sono i pastori maremmani abruzzesi o i pastori della Sila?

    Certo deve essere chiaro che gli armenti non possono essere protetti da cani conduttori o che non hanno la potenza fisica e la tradizione di secoli di lavoro che hanno i cani preposti alla difesa del bestiame, cani che controllano il territorio costantemente, che impediscono l’arrivo del lupo, che non lo inseguono nel bosco ma restano vicini agli animali che sanno di dover difendere.

  • Vita da cani

    Molti articoli sono stati dedicati, da diverse testate, al giro d’affari, in aumento, di tutto quanto riguarda gli animali da compagnia, specie i cani, dalle scatolette e croccantini ai tanti prodotti per pulire i denti, per accontentarne la golosità, o utili per incentivare l’apprendimento.

    Il mercato però offre molto di più e si sa che il mercato offre quando c’è richiesta, richiesta a sua volta sollecitata dalle offerte perciò, complice la moda esportata dagli Stati Uniti, ecco comparire nei negozi per animali non solo giochi ma vestitini, copertine, collari e guinzagli impreziositi da stravaganti gemme, il tutto a prezzi esorbitanti.

    Poi, ovviamente, oltre alle giuste spese per la pulizia e il veterinario, e se è necessaria per la riabilitazione del nostro amico a quattro zampe, ecco comparire anche case d’appuntamento e gadget spesso astrusi  per celebrare compleanni e ricorrenze. Tutto ovviamente più a beneficio dell’umano che del peloso che di vestitini e smalti farebbe molto volentieri a meno!

    Altri articoli, che forse non leggiamo con sufficiente attenzione, ci parlano di realtà ben diverse: cani abbandonati anche nelle discariche, nei cassonetti, sulle strade trafficate, di  rifugi pieni zeppi, alcuni veri e propri lager, di  cani addottati durante il covid e riportati indietro quando non servivano più per la passeggiata che liberava, per qualche  minuto, il suo proprietario dalla clausura.

    Cani, ancora oggi, usati per la sperimentazione, allevati per combattere con altri cani rimpinguando le casse della criminalità organizzata, cani cuccioli contrabbandati da altri paesi e venduti malati, cani da caccia con collari elettrici, vietati, cani alla catena, contro le norme, cani seviziati in una società dove la violenza, specie adolescenziale, è sempre più comune.

    Poi ci sono i veri cani felici perché ricevono e danno un amore sano, vivono come componenti della famiglia ma non si devono vestire di lustrini, mangiano bene, anche se il proprietario non ha molte disponibilità, conoscono le regole, sanno che bisogna rispettarle così possono avere più libertà e socialità. Cani ed umani educati e che danno valore ai sentimenti, sì perché anche gli animali provano sentimenti profondi.

    Sono i cani, salvati dall’abbandono o comperati da persone consapevoli di quale tipo di cane è adatto al loro modo di vita, sono i cani scelti da uno sguardo reciproco, i cani che ci ricordano come la loro presenza sia un regolatore naturale delle nostre ansie e del battito cardiaco.

    È facile dire vita da cani, ogni cane, come ogni umano, ha la sua storia e la sua vita, storia e vita che dipendono dal nostro buon senso, dalla nostra capacità di amore e di confronto, per questo, in mezzo ai tanti problemi di questa società convulsa, superficiale e troppo spesso crudele, occupiamoci seriamente anche di loro.

  • Record negativo di abbandono di animali da compagnia durante l’estate

    La torrida estate che ha portato tanti eventi negativi, dalla siccità, con il conseguente calo di produzione agricola, ai violenti nubifragi, con morti, feriti e distruzione di beni ed attività, ha visto anche il record negativo dell’abbandono di animali da compagnia.

    Nonostante i tanti appelli per evitarli gli abbandoni di cani e gatti sono tornati a cifre inaccettabili per un paese civile che, durante le chiusure per covid, aveva incrementato adozioni ed acquisti. Animali ancora trattati come oggetti e dei quali ci si disfa senza pensarci su appena non sono più utili o richiedono qualche piccolo sacrificio.

    Abbandonati da cuccioli in sacchetti di plastica, legati da adulti a qualche inferriata e lasciati lì o lanciati da macchine in corsa o portati a morire in autostrada. Quelli ai quali è andata meglio, si fa per dire, sono stati consegnati ai rifugi o fuori dalla porta di qualche veterinario.

    Solo in due settimane di giugno l’ENPA ha dovuto recuperare 1000 cuccioli di cane, dei gatti è ancora più difficile avere numeri corretti. Nel 2021 sono entrati nei canili pubblici, o nei rifugi, circa 100.000 cani, le regioni peggiori per cani abbandonati o randagi sono Campania, Lazio e Sicilia. Sempre nello stesso anno, secondo il Ministero della Salute, sono stati adottati 33.981 cani- Fortunatamente ci sono stare anche adozioni non conteggiate perché fatte direttamente da privati che raccolgono il cane abbandonato, ci sono  sempre più persone che amano e rispettano gli animali.

    L’abbandono di animali porta anche pericoli di vario tipo, dall’incidente in macchina all’inselvatichimento dei cani che possono aggregarsi in branco e diventare aggressivi. Continua intanto da parte dell’ENPA e delle associazioni di volontariato la campagna per la sterilizzazione, particolarmente necessaria in quelle aree, specie nelle campagne, dove anche il cane di proprietà è tenuto libero e non custodito.

    Scegliere di avere un cane o un gatto è scegliere un compagno di vita, sono esseri senzienti, capaci di sofferenza e sentimenti, non sono oggetti regalo, o status symbol, ricordiamocene sempre.

  • Una guida dell’OIPA per conoscere i comportamenti da adottare se si vede un cane chiuso in macchina al caldo

    Cosa fare se si vede un cane chiuso in macchina al caldo? Come intervenire per salvarlo? A queste domande risponde l’OIPA (l’Organizzazione internazionale protezione animali) con un approfondimento diffuso in questi giorni dallo sportello legale e un video-tutorial.
    Cane in auto: le regole
    Intanto, esordisce l’associazione, il trasporto di un animale di compagnia è disciplinato dal Codice della strada, che prevede il dovere di custodirlo in un trasportino omologato o nel vano posteriore del veicolo, sì da separarlo dal conducente ed evitare qualsiasi pericolo mentre si guida.
    Inoltre, lasciare un animale in macchina quando fa caldo, anche se per poco tempo, è pericoloso e vietato dalla legge. In tal senso, militano diversi regolamenti comunali che prevedono il divieto di detenzione all’interno del veicolo, con multe piuttosto elevate. Un esempio, fra tutti, il regolamento di Roma Capitale che all’articolo 8 vieta di “lasciare animali chiusi in qualsiasi autoveicolo e/o rimorchio o altro mezzo di contenzione al sole dal mese di aprile al mese di ottobre compreso di ogni anno”. In caso di violazione, scatta la sanzione pecuniaria da 200 a 500 euro.
    Cane in auto: è reato
    Ma tenere un animale in un veicolo fermo al caldo può configurare, altresì, una responsabilità penale, ricorda l’OIPA. In questo senso si è espressa più volte la Cassazione, ritenendo integrato il reato di cui all’articolo 727 c.p., “anche in assenza della specifica volontà d’infierire sugli animali, essendo sufficiente che (la condotta) sia determinata da condizioni oggettive di incuria o di negligenza, e dunque occasionate da mera colpa” (cfr., tra le altre, Cass. n. 36713/2021; n. 14250/2014; n. 175/2008).
    Come intervenire

    Detto questo come intervenire se si vede un animale chiuso in auto sotto il sole?
    Il primo passo da compiere, spiega l’OIPA, “se non si trova nelle vicinanze il proprietario del veicolo, anzitutto è nostro dovere contattare immediatamente la forza pubblica: ovunque ci si trovi, si può chiamare il 112, numero di emergenza unico europeo”.
    Le forze dell’ordine hanno il dovere d’intervenire per accertare la situazione e salvare l’animale, oltre che di denunciare d’ufficio il detentore dell’animale.
    Inoltre, è consigliabile trovare testimoni sul posto e far presente, già al telefono, le condizioni di salute dell’animale, al fine di poter intervenire in caso di necessità con cure veterinarie.
    Si può rompere il finestrino?
    Laddove non fosse possibile ottenere l’intervento tempestivo delle autorità e l’animale manifestasse malessere, il soccorritore può rompere il finestrino dell’auto, senza rischiare di incorrere in responsabilità per danneggiamento del veicolo?
    “Alla luce dell’orientamento giurisprudenziale in materia e della coscienza collettiva che impone la tutela degli animali in quanto esseri senzienti, è possibile invocare lo ‘stato di necessità’ nel caso di un’eventuale richiesta d’indennizzo da parte del proprietario del veicolo” chiarisce l’associazione. Tuttavia, rimane sempre consigliabile “prima di tutto contattare immediatamente la forza pubblica e, al fine di contestare una responsabilità al detentore dell’animale, avere testimoni e prove come foto e video per dimostrare la necessità d’intervenire per salvare una vita”.

    Da: ‘Norme e Tributi’

  • L’amicizia è una cosa seria: la Polizia realizza un video per la giornata contro l’abbandono degli animali

    In occasione della giornata nazionale contro l’abbandono degli animali (2 e 3 luglio) la Polizia di Stato ha realizzato un video con un richiamo efficace: ‘#lamiciziaèunacosaseria’. L’obiettivo è quello «di combattere questo odioso fenomeno che, soprattutto durante la stagione estiva, complici le vacanze con annesse partenze, fa registrare un forte aumento di casi». Tutto ciò, sottolinea la Polizia, «è evitabile con un semplice e doveroso gesto d’amore: non abbandonarli ma portarli con sé. E chi dovesse vedere l’abbandono di un cane è sufficiente che chiami i numeri d’emergenza per avvisare le forze dell’ordine». Alla fine, suggerisce la Polizia di Stato, «basta veramente poco: non partire senza di loro; viaggia in sicurezza; avvisa la Polizia di Stato se ne avvisti uno su strada», perché #lamiciziaèunacosaseria.

  • La vittoria di Callipo

    Era stato abbandonato a lato di una strada, in un fosso nella periferia di Faenza la mattina del 18 dicembre 2017, accanto a lui il fratellino morto assiderato per le temperature rigide. A salvarlo ci hanno pensato i volontari Enpa della Sezione di Faenza che hanno chiamato il cagnolino Calippo. Come riporta l’AGI “l’Ente Nazionale Protezione Animali ha presentato denuncia e grazie alle indagini dei Carabinieri e alle dichiarazioni di diversi testimoni, tra cui quella di una vicina di casa che, vedendo la foto di Calippo sul profilo Facebook di Enpa Faenza, aveva riconosciuto in lui il cucciolo già notato insieme al fratellino nel cortile della casa adiacente, è stato possibile individuare la coppia. L’Enpa . continua l’AGI – si è quindi costituita parte civile tramite l’avvocato Enpa Claudia Ricci e l’avvocato Barbara Liverani di Rete Legale Enpa a Ravenna. Ieri il Tribunale penale di Ravenna ha condannato gli imputati alla pena di cinque mesi e 15 giorni di reclusione, oltre € 2.500,00 come risarcimento del danno, di cui 1.000 euro come provvisionale. La motivazione si avrà tra 90 giorni”. Per Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa, “è una sentenza importantissima perché grazie alle indagini dei Carabinieri e alla collaborazione dei cittadini sono stati individuati i responsabili, cosa che purtroppo non avviene facilmente nei casi di abbandono. Questa condanna per maltrattamento, purtroppo non vi è stata prova provata del reato di uccisione di animali per il fratellino morto, è molto importante perché ricorda ancora una volta che abbandonare gli animali è un reato e chi compie gesti orribili come questo deve rispondere anche di fronte alla legge e prendersi le conseguenze penali. Un monito per tutti in vista dell’estate, periodo che purtroppo continua a essere il più gettonato per gli abbandoni degli animali, non solo cani ma anche tanti gatti e conigli”.

    Calippo oggi vive insieme alla famiglia che lo ha adottato al termine del percorso di riabilitazione al Rifugio Enpa di Faenza.

  • Non sempre il web è la via migliore per scegliere un amico a quattro zampe

    Il Patto Sociale ha, in diverse occasioni, lanciato un allarme per invitare tutti coloro che volevano prendere un cane a non rivolgersi al web soprattutto per gli acquisti. Infatti sui siti si sono consumate moltissime truffe, come testimoniano le diverse indagini, seguite da arresti, svolte da carabinieri e polizia. Nelle truffe erano e sono coinvolte persone apparentemente insospettabili oltre a noti truffatori. In questi giorni anche l’ANMVI lancia un nuovo allarme perché, proprio negli anni della pandemia, le truffe sono aumentate.

    Purtroppo in Europa il traffico di animali viaggia per la massima parte sul web. In Italia il traffico di animali da compagnia è un reato ma ora occorrerebbe una legge che vietasse l’acquisto on line di animali. Se è possibile vedere sui siti foto e caratteristiche dell’animale che si vuole comperare poi dovrebbe essere obbligatorio vedere l’animale dal vivo presso l’allevamento o il negozio e l’acquisto deve essere fatto solo dopo aver visionato anche tutti i documenti e, sarebbe meglio, anche la madre del cucciolo. Solo così si può essere certi della salute dell’animale che si acquista e dare un duro colpo al traffico di cuccioli che arrivano da paesi esteri e che sono trasportati in condizioni terribili che spesso portano a gravi malattie o alla morte in tenera età.

    Chi desidera avere un amico peloso deve, per la sua sicurezza e per quella del animale, rivolgersi a centri di vendita legali che devono fornire tutti i documenti necessari e validi ed essere responsabili per l’eventuale insorgere di patologie nei primi mesi di vita dell’animale. Ma per avere un cane o un gatto che diventi un compagno di vita ci si può rivolgere anche ai rifugi e canili ufficiali che ospitano migliaia di cani e gatti abbandonati spesso anche cuccioli. Salvare la vita ad un animale abbandonato, ad un cucciolo, che in canile crescerebbe senza quel valore affettivo che è tanto necessario per avere una vita equilibrata, è una bella scelta e chi la farà sarà ampiamente ricompensato perché gli animali salvati hanno ancora più affetto da dare.

    Cerchiamo di contribuire tutti a debellare il traffico illecito che procura tante sofferenze agli animali e un danno economico ed affettivo a chi li compra, perché spesso questi animali che arrivano illecitamente dall’estero hanno gravi patologie, mentre sono grandi i guadagni illegali dei malfattori e dei loro complici.

  • Un decalogo per imparare a convivere con i nostri gatti

    Il 17 febbraio è stata la giornata mondiale dedicata al gatto, questo piccolo felino che nei millenni ha collaborato e collabora con gli umani sia per difendere i raccolti che per allietare la sua casa. Animale da compagnia pieno di dignità, giocherellone e filosofo il gatto è uno dei piccoli misteri delle vita. Quante volte ci siamo chiesti a cosa stia pensando mentre immobile fissa, imperscrutabile, davanti a se, gatti diversi per carattere, secondo la tipologia ma anche all’interno della stessa famiglia, diversi anche di carattere ed atteggiamenti, secondo il colore del pelo, ma tutti pensatori. Predatore ed amico dolcissimo, indipendente ma nella maggior parte dei casi legati al loro umano da un vincolo di amicizia strettissimo ma che non consente di violare alcune sue priorità. Chiede coccole ma non così tante che lo possano far sentire prigioniero, dimostra il suo affetto ma sembra dire che il rapporto è sempre alla pari, ci dorme addosso ma se va quando decide che è arrivato il momento della solitudine. Anche chi ha avuto gatti straordinariamente affettuosi, legati al loro umano solo come i cani sanno fare, gatti così dolci che si abbandonano come peluche tra braccia, sa che dietro il loro sguardo rimane un piccolo mistero ed è per questo che tanti li amano e che alcuni li seviziano ed uccidono. Amare i nostri gatti è anche seguire le regole che consigliano i veterinari e rispettare ed aiutare quelli che vivono liberi e devono affrontare tanti pericoli.

    Nel giorno della festa nazionale del gatto ANMVI promuove la responsabilizzazione dei proprietari riguardo la salute, la sicurezza e la tracciabilità dei felini. Molte indagini dimostrano che la pandemia ha aumentato il numero dei pet nelle case degli italiani. Per questo ANMVI desidera diffondere un decalogo rivolto a chi convive con i gatti o ci vorrebbe convivere.

    1. La microchippatura e l’iscrizione all’anagrafe nazionale felina sono il primo gesto di attenzione.

    Ancora in molte zone d’Italia l’applicazione del microchip è un gesto volontario dei singoli proprietari, ANMVI auspica che tutti i proprietari dei gatti li iscrivessero all’anagrafe nazionale felina. Come siamo abituati a chiamare il nostro gatto per nome allo stesso a dovremmo dotarlo, per il suo bene, di un’identità pubblica.

    1. La prima visita dal veterinario: prima è meglio è.

    Fin dalle prime settimane di vita è buona cosa educare il gatto ad una corretta interazione con le persone. Al fine di evitare traumi al cucciolo, i veterinari ANMVI consigliano di affidarsi a strutture “cat friendly”, per favorire l’esecuzione della prestazione medica in sicurezza

    1. Vaccinazione core o non core? Se hai dubbi chiedi al veterinario

    I neo proprietari spesso necessitano di una corretta informazione relativa alle vaccinazioni. Conoscere i livelli di rischio a cui il gatto è esposto è importante per definire il tipo di vaccinazione adatta. Raccontare al veterinario il contesto in cui vivrà il cucciolo è il primo passo per proteggerlo.

    1. Malattie infettive: un sfida di squadra

    Quando si parla di malattie infettive nel gatto, il medico veterinario è la figura di riferimento da molteplici punti di vista, ma il nostro aiuto è fondamentale. Per formulare un completo piano di profilassi il medico ha bisogno delle nostre informazioni sulle abitudini di vita del pet, solo collaborando si può scongiurare il pericolo delle malattie infettive.

    1. La casa è il regno del gatto

    La mancanza dei corretti stimoli per il gatto è alla base della comparsa di comportamenti stress-derivati e di conseguenti patologie che possono metterne a rischio la salute. Un ruolo fondamentale è giocato dalla suddivisione degli spazi vitali, ad esempio il posizionamento in luoghi tranquilli e a diverse altezze di igloo, amache, ceste e rifugi garantiscono la tranquillità al pet.

    1. Profilassi preventiva stagionale: un’arma contro la filariosi cardiopolmonare

    La filariosi cardiopolmonare è una patologia direttamente correlata all’attività biologica delle zanzare. A causa delle sempre più frequenti modificazioni termiche e della maggiore adattabilità di alcune specie di zanzare, prima tra tutti la zanzara tigre capace anche di infliggere 30-48 punture l’ora, la profilassi non deve limitarsi solo ai mesi estivi.

    1. Pulci: mai da sottovalutare

    Tutti i gatti possono essere infestati da pulci, è possibile l’introduzione di larve dall’esterno con l’infestazione anche degli esemplari strettamente casalinghi. Le pulci possono fungere da vettori di altri agenti patogeni: il gatto grattandosi e mordendosi si procura lesioni che possono fungere da porta d’ingresso per altri batteri patogeni.

    1. Zecche: uno nessuno centomila parassitari

    Il medico veterinario saprà consigliare la molecola e il formato più idoneo dell’antiparassitario in relazione al singolo esemplare felino sia nel caso in cui viva in un contesto domestico sia qualora il trattamento vada effettuato in una colonia felina o in rifugio. In commercio sono disponibili molecole che garantiscono sicurezza, efficacia, economicità e facilità di somministrazione.

    1. I parassiti un problema one health

    È assolutamente errato pensare che la presenza dei parassiti sia un problema solo per gli animali, poiché lo è anche a livello ambientale visto che numerose specie possono perpetuare l’infestazione nel tempo grazie alla resistenza delle proprie forme immature. Alcune specie possono inoltre trasferirsi anche l’uomo.

    1. Non è vero che il gatto soffre di solitudine

    I gatti domestici sono spesso costretti a restare soli per molte ore, per questo è importante accorgersi dei loro comportamenti e offrire loro degli strumenti con cui stimolare il corpo così come la mente. I prodotti d’attivazione mentale mantengono il pet attivo anche quando è solo.

  • Pechino fa uccidere cani e gatti di chi è in quarantena

    Shiangrao, provincia di Jiangxi, sud est della Cina. Un piccolo corgie viene svegliato di colpo da forti rumori fuori dalla porta di casa. Esce dalla sua cuccia e si nasconde sotto al tavolo. Due uomini, che indossano tute e visiere anti-Covid, entrano in casa tenendo in mano un sacchetto giallo ed un piede di porco. “Il capo ha detto che dobbiamo sistemare la cosa direttamente qui, sul posto no?”, chiede uno. “Sì”, risponde l’altro, che prende il piede di porco e lo usa per far uscire il cane da sotto al tavolo. L’animale spaventato corre in un’altra stanza ed esce dall’inquadratura. Sono i suoi ultimi momenti di vita, ripresi da una telecamera di sicurezza, che la sua padrona ha condiviso su Weibo, il sito di microblogging cinese. Il video ha suscitato sgomento e indignazione ed è diventato il simbolo della linea durissima traguardo di “zero casi Covid” nel Paese da cui tutto è partito.

    La proprietaria del piccolo corgie era stata costretta alla quarantena dopo la scoperta di un focolaio di coronavirus nella sua città, nonostante lei fosse risultata negativa al test. A tutti gli inquilini era stato ordinato di lasciare la porta dell’appartamento aperta per permettere la disinfezione di ogni stanza. Fu, questo il nome della padrona del cane, era stata rassicurata dagli operatori che nessuno avrebbe preso né ucciso il suo cane. E invece il corgie è stato barbaramente abbattuto con un colpo alla testa. Le immagini scioccanti hanno scatenato un dibattito online sui diritti degli animali in Cina ma anche su quanto, in questo periodo d’emergenza, il governo di Pechino abbia ampliato i suoi poteri di controllo sull’individuo.

    Non è la prima volta dall’inizio della pandemia che le autorità cinesi uccidono animali domestici. A settembre tre gatti nella città nord-orientale di Harbin sono stati uccisi dopo essere risultati positivi al Covid senza il consenso del loro proprietario, che era in quarantena in ospedale. Nell’ambito delle strette misure contro il coronavirus, Pechino ha deciso di accelerare il passo sui vaccini. Il Paese ha già inoculato il siero anti-Covid ad oltre il 75% dei suoi 1,4 miliardi di abitanti, per lo più adulti e anziani, e adesso mira a vaccinare tutti i bambini tra i 3 e gli 11 anni, pari a circa 160 milioni, entro la fine dell’anno. Oltre la metà – 84,39 milioni – ha già ricevuto la prima dose, mentre in 49,44 milioni hanno completato l’intero ciclo.

    Intanto l’Europa è tornata ormai da settimane il centro della pandemia con il virus che viaggia veloce. Mentre in Austria è entrato in vigore il lockdown per i non vaccinati, in Olanda, l’unico Paese europeo finor ad aver reintrodotto chiusure per tutti, sono stati registrati oltre 19.000 nuovi casi giornalieri, un record di gran lunga superiore a quello registrato appena qualche giorno fa di 3.000. Il Belgio, con una riunione del Comitato tecnico-scientifico il 17 novembre, si prepara ad una stretta per contrastare l’aumento di contagi. Previsti il ripristino dell’obbligo della mascherina al chiuso dai 9 anni, il ritorno al lavoro da casa dove possibile, la chiusura per almeno 3 settimane delle discoteche e delle attività sportive al chiuso. Anche la Francia si difende sia all’interno, ritorno della mascherina alle elementari, che all’esterno, con l’obbligo per i viaggiatori sopra i 12 anni non vaccinati e provenienti da Germania, Belgio, Irlanda, Olanda, Austria e Grecia di presentare il risultato di tampone negativo molecolare o antigenico realizzato meno di 24 ore prima della partenza. In Gran Bretagna, il primo Paese in Europa che è stato travolto dalla nuova ondata spinta dalla variante Delta, si punta tutto sulla terza dose di vaccino con il via libera al booster per tutti i quarantenni. Cresce infine la pressione sugli ospedali in Germania, dove si continuano a registrare record di nuovi casi, e nei prossimi giorni si attendono nuove restrizioni.

  • Con la fine dei lockdown in aumento gli abbandoni dei cani

    Durante il primo e secondo lockdown sembra che circa tre milioni e mezzo di italiani abbiano preso un animale da compagnia per alleviare la imposta solitudine. Tra i vari animali scelti i cani sono stati quelli preferiti anche perché, come ricorderete, i pochi momenti di uscita dalla propria abitazione erano consentiti solo se c’era un cane da portare a fare i suoi fisiologici bisogni. Diversi i cani, ma anche gattini, furono salvati dai canili e dai rifugi, per arrivare finalmente in una casa con un umano tutto per loro. Sempre in quel periodo crebbe anche l’attenzione, che era già molto alta, verso la sicurezza e qualità dell’alimentazione animale. Purtroppo ora però le associazioni animaliste e di protezione degli animali segnalano che dall’estate sono ricominciati gli abbandoni o le riconsegne ai canili. Come sappiamo la presenza di un animale in casa è molto utile sia per l’educazione dei bambini che per quella degli adulti perché sviluppa empatia, capacità di relazionarsi con una specie diversa e per gli anziani e le persone sole è spesso l’unica fonte di affetto e compagnia. Coloro che dopo l’entusiasmo iniziale hanno cambiato idea è bene ricordino che l’abbandono di un animale è sanzionato dalla legge ed anche la sua riconsegna in un rifugio comporta una segnalazione per evitare che la stessa persona torni un domani ad adottare un animale per poi riabbandonarlo appena si rende conto che non è un giocattolo ma un essere vivente e senziente il quale ha bisogno di alcune attenzioni e cure. I lunghi mesi di pandemia e le tragedie che in troppi hanno vissuto, malattie, lunghi ricoveri in ospedale, morte, hanno lasciato anche tanti animali privati provvisoriamente o definitivamente del loro umano. Dobbiamo tutti ringraziare quelle associazioni di volontariato che si sono occupate di questi poveri animali accudendoli durante i ricoveri ospedalieri dei loro proprietari e cercando poi una nuova famiglia quando, per la tragica morte degli ammalati e la mancanza di un famigliare di riferimento, si erano trovati soli. Queste poche righe vogliono ricordare a tutti il lavoro svolto dai tanti volontari, che un animale che ci dà tanto affetto non può poi essere lasciato su una strada o in un canile e che la lotta al randagismo passa da una sempre più forte capacità di empatia ed educazione. Intanto lanciamo l’ennesimo appello per chiedere ai comuni di essere più attenti nei controlli di quei rifugi che, in alcune aree d’Italia, sono dei veri e propri lager, di verificare con maggior sollecitudine, con il contributo dei medici veterinari, che ogni animale sia in possesso del sistema identificativo, e che siano più disponibili ad aiutare i volontari. Non può mancare anche la rinnovata richiesta al governo di rendere finalmente nazionale l’anagrafe canina perché da troppi anni i sistemi regionali, difformi e non integrati, impediscono, in caso di perdita di un animale, di riuscire a riconsegnarlo alla famiglia che lo sta cercando.

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