Cani

  • L’autogol del Comune di Milano

    Nei giorni scorsi il Comune di Milano ha approvato un nuovo regolamento che riguarda gli animali, gran parte del regolamento è ampiamente condivisibile sia per quanto riguarda alcuni divieti che per la maggiore attenzione dedicata al benessere animale ma l’amministrazione cade poi in un autogol introducendo un ipotetico patentino per i possessori di cani di razze potenzialmente pericolose.

    I vari esperti consultati dall’Amministrazione, tra i quali per altro non mi risulta compaiano gli istruttori cinofili, hanno completamente ignorato quanto stabilito nell’ordinanza del Ministero della Salute nel marzo 2009 puntualmente ripreso dalle seguenti leggi nazionali attualmente in vigore. L’ordinanza si rese necessaria, alla luce di dati scientifici e condivisi, per abrogare quanto stabilito nell’ordinanza del 2008, a firma del ministro Turco che aveva predisposto una lista di cani potenzialmente pericolosi, in quanto non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane in base all’appartenenza ad una razza o a suoi incroci. L’Amministrazione milanese, speriamo solo per ignoranza, anche se è noto che ignorantia lex non excusat, ripropone un errore del  passato, forse per sintonia partitica, creando una serie di gravissimi problemi dei quali sembra pochi si siano resi conto.

    Riaffermato scientificamente che non è possibile stabilire il rischio dell’aggressività in base alla razza con quale criterio è stata redatta questa misteriosa lista? Secondo indiscrezioni, che ci auguriamo errate, sembra vi siano contemplati animali come il cane lupo italiano del quale esistono solo 200 esemplari e che non è in vendita ma dato solo in affido, e non compaiano esemplari di altre razze forti di numerosi esemplari che si sono in alcune occasioni mostrati mordaci, compaiono cani da lavoro e utilità e non razze notoriamente utilizzate per guardia e difesa. Ma la verità incontrovertibile e che un cane può essere aggressivo in base al suo vissuto, all’educazione che ha ricevuto, ai  comportamenti di chi si relaziona con lui e non certo solo in base alla razza. E certamente non è ipotizzabile che si possano rilasciare patentini, ai proprietari di cane, dopo qualche ora di corso senza la presenza dello stesso cane. Nel regolamento il Comune dice di voler facilitare la gestione del parco canile e favorire  l’adozione degli animali, benissimo, ma non sarà certo aumentando gli obblighi e le imposizioni che si otterrà il risultato, anzi rischieremo qualche abbandono in più!

    invitiamo il Consiglio comunale di Milano a relazionarsi meglio con i proprietari di cane e a creare quel rapporto necessario, e ad oggi inesistente, con gli istruttori cinofili senza il contributo dei i quali non potranno essere educati né i proprietari né i cani e neppure, sull’argomento, le varie forze politiche.

    Un vero autogol quello milanese che si è fatta scappare anche l’occasione per dire una parola seria sull’uso improprio e pericoloso degli psicofarmaci ormai diventati di moda per contenere il cane esuberante, psicofarmaci che creano ulteriori problemi anche rispetto all’aggressività. Se veramente vogliamo affrontare in modo corretto la convivenza tra uomini ed animali non improvvisiamo ma impariamo a studiare i problemi ed a confrontarci correttamente, a tal proposito ricordo che nel 2018 la BVA (commissione Ambiente e agricoltura del Parlamento britannico) ha sottolineato come il comportamento di un cane, compreso quello aggressivo, dipende da fattori diversi da quelli della razza quali la socializzazione, l’allevamento, la formazione, le circostanze ambientali mentre vietare o rendere difficile la vita ad alcune razze non ha portato ad alcun risultato.

     

     

  • Coronavirus: cani e gatti non contagiano

    La psicosi da mascherina anti Coronavirus ha colpito, almeno in Cina, anche i proprietari di cani e gatti – e non solo a Wuhan, città in cui si è sviluppato il focolaio – dopo che fonti locali non avevano escluso un possibile contagio anche tra i pets. E così la vendita di mascherine, la cui azienda produttrice, ironia della sorte, ha sede proprio a Wuhan (almeno quelle vendute in alcune farmacie di Milano e Roma arrivano proprio da lì), si è moltiplicata ma, stando alle dichiarazioni dello statunitense CDC (Centers for Disease Control and Prevention) non solo l’allarme è ingiustificato ma studi scientifici dimostrano che la notizia è priva di evidenze scientifiche. Semmai il pericolo è al contrario. I Coronavirus, infatti, sono una grande famiglia di virus e la forma che riguarda i pets è nota da tempo. Tutt’altra cosa è quello che si è diffuso tra gli uomini a partire dalla metà di dicembre che potrebbe essere pericoloso per gli animali. Tocca quindi a padroni o a semplici passanti indossare una mascherina in presenza di pets.

  • Una zampa in famiglia: il progetto che i veterinari italiani portano nelle scuole

    Portare ai bambini, fin dalle scuole primarie, una corretta educazione alla convivenza con gli animali domestici. Questa la lodevole iniziativa promossa dai veterinari italiani con il progetto didattico “Una zampa in famiglia” promosso da Anmvi. L’anno scorso circa tredicimila bambini  hanno potuto conoscere il progetto ‘Zampa’, il cane protagonista del materiale didattico, insieme a Zampa la micia Mimì e il coniglio Lillo. Con l’aiuto e le spiegazioni dei medici veterinari i bambini imparano a relazionarsi con gli animali, a conoscere le loro esigenze, a comprendere come esseri senzienti siano portatori di affetti, emozioni, necessità. Tenendo conto che vi è almeno un animale ogni due famiglie, nelle case degli italiani, e che la convivenza comporta diritti e doveri per tutti, il progetto, che è al suo secondo anno, assume particolare importanza vista anche la necessità di contrastare l’abbandono ed il randagismo.

    L’animale non è un gioco, non è un oggetto del quale sbarazzarsi quando si è stanchi o se insorge qualche problema, l’animale diventa un membro della famiglia e come tale va rispettato ed accudito e a sua volta deve imparare le regole giuste per vivere con noi in casa e per strada con le altre persone e gli altri animali. I medici spiegheranno anche la necessità di essere attenti alla salute dei propri animali partendo dal cibo, infatti troppe volte si cade, in buona fede, nell’errore di dare alimenti che non sono adatti e possono creare anche gravi patologie. Durante le lezioni interattive i medici veterinari, attraverso il racconto ed il gioco, insegneranno i modi corretti per interagire con un animale da compagnia e l’importanza di una adozione consapevole che non può tramutarsi poi in un abbandono. Il rapporto e la comunicazione con i bambini ha già dimostrato buoni risultati anche per quanto riguarda i genitori.

    Anche le recenti norme sui microchip anche per i gatti fanno comprendere come la figura del veterinario sia sempre più importante nel rapporto uomo-animale e società, infatti gli animali che possono essere in caso di smarrimento identificati ritrovano la loro famiglia umana e non vanno incontro a morte o comunque ad aumentare la già troppo numerosa schiera dei randagi.

    Fino a giugno circa 200 veterinari arriveranno in altrettante scuole toccando 177 città ed anche a casa si possono scaricare notizie e materiale didattico sul sito https://www.unazampainfamiglia.it/. All’iniziativa collabora anche MSD Animali Health.

     

  • Nuovo regolamento animali di Milano

    Obblighi vessatori e controproducenti: il Medico Veterinario curante è un educatore sociale. Sia valorizzato non punito. Sanzioni per fare cassa?

    Ci auguriamo che il nuovo Regolamento esca dal Consiglio comunale significativamente emendato rispetto al testo della Giunta. L’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari) fa riferimento ad alcuni obblighi, e sanzioni, a carico dei Medici Veterinari liberi professionisti, non previsti né dalle norme regionali né da quelle nazionale.

    Si tratta di obblighi  vessatori, che sembrano più dettati da logiche di cassa che dà autentiche finalità di tutela animale.

    Veterinario educatore sociale non delatore – All’ANMVI – da sempre contraria ad attribuire ai liberi professionisti compiti di “delazione” –  non piace l’obbligo di segnalare alla ATS il proprietario in caso di rifiuto della microchippatura del proprio cane o gatto. La norma rischia di inficiare il rapporto fiduciario con il Medico Veterinario curante, al quale devono essere riconosciute funzioni di prevenzione e di educazione.

    Le autorità  competenti hanno già a disposizione adeguati strumenti di controllo (dalla lettura dei microchip negli spazi pubblici fino ai database dell’anagrafe animale e, di recente, delle ricette veterinarie elettroniche). I Medici Veterinari liberi professionisti- che svolgono un ruolo di educazione quotidiano dei proprietari – vengano semmai valorizzati e coinvolti nella formazione al corretto rapporto uomo-animale (Patentino).

    Irricevibile l’obbligo di affissione sanzionato –  L’ANMVI auspica che esca dal nuovo Regolamento l’obbligo di affissione nella struttura veterinaria di un cartello di avviso sugli obblighi di microchippatura. Il Comune di Milano pensa a sanzioni fino a 240 euro in caso di mancata affissione.  Non è l’approccio – conclude l’ANMVI – con il quale i Medici Veterinari sono soliti parlare ai proprietari dei pazienti animali i cura. Spetta all’Amministrazione pubblica informare i cittadini sulle regole che devono osservare. Il sospetto di voler fare cassa è più che legittimo.

    Fonte: Ufficio Stampa ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

  • Quando l’addestramento ai cani fa bene a tutti

    Si intitola Addestrare il cane fa bene al cane e alla società il convegno che si svolgerà lunedì 25 novembre, alle ore 14,40, a Bologna nella Sala Guido Fanti (Viale Aldo Moro, 50) e al quale parteciperà, come relatore, l’On. Cristiana Muscardini con Luca Scandone, medico e chirurgo veterinario, l’avvocato Massimiliano Baccillieri, la psicologa Irene Preziuso, Elisa Arata, laureata in Allevamento e Benessere animale, l’avv. Marco Braga, Giovanni Giacobbe. Dottore in scienze e tecniche psicologiche, Ileana Pennati, animalista e volontaria di canile, Gianluca Maletti, presidente Pet Rescue Italia Onlus.

    Nel corso del convegno interverranno esperti in addestramento.

  • La lezione di Conan all’uomo

    Ancora una volta i cani sono stati protagonisti, con  sprezzo  del pericolo, di azioni contro il terrorismo. Conan, così è stato chiamato dai mezzi d informazione visto che sul suo nome c’è riserbo per ragioni di sicurezza, è il cane soldato rimasto ferito nell’azione che ha portato a stanare il capo dell’Isis  al Baghdadi, il quale si è poi fatto saltare in ara insieme a suoi famigliari. Conan non era solo, altri cani soldato hanno partecipato all’azione ed anche nella cattura e uccisione di Bid Laden un altro cane soldato aveva dato il suo contributo. Conad ha lavorato in aiuto alla Delta Force e lo stesso presidente americano Trump ha scritto “abbiamo desecretato la foto di un meraviglioso cane che ha fatto un gran lavoro nel catturare il leader dell’Isis”. Conan è un cane malinois, una razza belga molto usata sia dalle forze di sicurezza che dagli addestratori cinofili per dimostrazioni sui modi di addestramento. Conan, ha detto il Capo di Stato maggiore congiunto degli Stati Uniti, è stato riportato a casa e curato e ha già ripreso servizio. In premio del suo eccezionale lavoro sarà ricevuto alla Casa Bianca, è la prima volta che un cane entra alla Casa Bianca durante la presidenza Trump che non ha mai voluto animali, a differenza dai suoi predecessori.

    L’impresa di Conan e degli altri cani soldato, così come quelle dei tanti cani, spesso non di razza, che hanno salvato i loro padroni e amici umani, ripropone, ancora una volta, il tema del corretto rapporto uomo-animale in una società che spesso lascia correre su tante crudeltà o non comprende che il corretto addestramento del cane è utile, necessario, ad una serena convivenza, specie  nelle aree più urbanizzate. Inoltre vi è anche il problema legato a norme che contrastano con il buon senso, come quella che vorrebbe imporre la pettorina a tutti i tipi di cane. Spesso purtroppo chi prepara le leggi, e non solo in questo campo, è lontano dalla realtà per questo, in ogni settore, il legislatore dovrebbe avere l’umiltà di confrontarsi con le varie categorie che si occupano dello specifico problema e contestualmente tenere conto della variegata realtà che le persone vivono ogni giorno.

  • Milano capitale del cane simpatia

    Domenica 22 settembre arriva la 28a edizione del Raduno Cani Simpatia, nella splendida cornice del Parco Forlanini. Una giornata in allegria, assieme al proprio pet. Questo è il “succo” della sfilata canina organizzata da ASSOCIAZIONE DIAMOCI LA ZAMPA ONLUS e Gaia Animali E Ambiente, da decenni attive contro l’abbandono e il randagismo. La sfilata, aperta a tutti i cani, è una “gara” dove pedigree, eleganza e acconciature non contano: conta solo la simpatia. Vince, infatti, l’allegria: saranno premiati il più simpatico gigante, il più allegro “pesi medi”, il più scavezzacollo “mini”, il cucciolo più discolo. Ci sarà un occhio d’attenzione per gli ex sfortunati: in palio anche le coppe “Più simpatico adottato da un canile” e il “premio Trovatello” per il più “brigante” adottato dalla strada. Non mancheranno, ovviamente, il Best in Show, la Coppa del re e il…Pest in show, per il più scavezzacollo di tutti. A disposizione dei partecipanti: gadgets, libri, magliette, guinzagli, giochini ecc, stand a tema canino, Husse Italia, leader europeo nella produzione e consegna a domicilio di petfood di alta qualità, per consigli sull’alimentazione del cane. La sfilata è un pretesto per passare una giornata in allegria con il proprio quattrozampe, ma anche per sensibilizzare e per raccogliere fondi per i trovatelli senza casa che Diamoci La Zampa e Gaia ospitano curandoli, vaccinandoli e cercando di farli adottare. Siete tutti invitati a partecipare!

    Fonte:Newsletter Gaia Animali & Ambiente Onlus

  • Cani di razza con certificati falsi, sventata truffa commerciale

    Sei persone sono state denunciate per aver organizzato un commercio illegale di cani di razza. Coinvolto anche un medico veterinario.
    A seguito delle segnalazioni di un residente, i carabinieri della Stazione “Parco” Cinque Terre hanno scoperto un commercio illegale di cani di razza. Denunciate sei persone, inclusa la querelante e un Medico Veterinario. Le accuse, a vario titolo, sono di frode nell’esercizio del commercio, favoreggiamento, falsità ideologica, minaccia, truffa, maltrattamento di animali, cessione di cani di razza senza certificato di genealogia.
    La persona che ha fatto denuncia – riferisce la stampa locale- aveva subito minacce per la cessione di un Dobermann. I carabinieri sono arrivati a indagare persone a Reggio Calabria, Salerno, Modena, Cosenza, individuando il commercio con falsi certificati genealogici di cuccioli, separati dalle madri prima dei 60 giorni di vita.
    I reati di truffa e frode nell’esercizio del commercio sono stati commessi “con la complicità di un veterinario, che ha dichiarato il falso nei certificati, per consentire l’iscrizione dei cani nel Libro delle Origini Italiane, così da poterli vendere come tali”- si legge sul notiziario di TeleNord.
    Ad una delle persone denunciate è stata comminata una multa di 31 mila euro per aver ceduto cani di razza privi di certificato di genealogia.

    Fonte:@nmvioggi del 13 settembre 2019

  • Usare collari acustici per cani può essere reato

    Previo parere del Centro di referenza nazionale (CReNBA) sui collari acustici, il Ministero della Salute ha vietato l’uso ad intensità e frequenze elevate (100-130 dB SPL 2000-3000 Hz) di tali collari. La nota ministeriale evidenzia che i collari acustici «possono causare una perdita temporanea dell’udito (spostamento della soglia uditiva) o una perdita permanente dell’udito». La normativa vigente e la giurisprudenza penale, sottolinea il Ministero, portano a concludere che «nessun animale da compagnia deve essere addestrato con metodi che possono danneggiare la sua salute ed il suo benessere, in particolare costringendo l’animale ad oltrepassare le sue capacità o forza naturale, o utilizzando mezzi artificiali che causano ferite o dolori, sofferenze ed angosce inutili». Pertanto «l’utilizzo di collari acustici che possono raggiungere le intensità e frequenze sopra riportate non è consentito in quanto potrebbe configurare il reato di maltrattamento ai sensi dell’art. 544-ter del CP».

    Questo il parere del CReNBA: «In commercio, esistono numerosi apparecchi applicabili alla regione del collo del cane. Alcuni di questi hanno già ricevuto numerose valutazioni giuridiche che ne hanno definito l’uso lecito o meno: è il caso dei collari elettrici. I collari spray con finalità educative sono altrettanto privi di normative specifiche ma, visti i prodotti presenti sul mercato, le implicazioni sul benessere animale potrebbero essere lievi. Nemmeno l’uso dei collari per la profilassi parassitaria a base di emissioni di ultrasuoni è specificatamente normato ma esistono studi esaurienti riferiti ai limiti di distress per le specie canina.

    In merito invece ai collari che producono emissioni acustiche intermittenti, visti i riferimenti bibliografici riportati, è difficile esprimere un parere certo, sebbene il loro utilizzo possa essere di notevole utilità per evitare lo smarrimento o facilitare il recupero di cani infortunati o dispersi.

    Gli studi presenti per la specie canina, infatti, sono chiarificatori per le emissioni sonore di tipo continuo che possono essere causa di danno acustico permanente (es. indagini nei canili).

    Gli studi effettuati su emissioni intermittenti o basati su brevi esposizioni non sono stati effettuati nella specie canina ma in specie di roditori tipicamente utilizzati nel campo della sperimentazione scientifica; inoltre, la molteplicità dei prodotti disponibili in commercio, così come la carenza e/o la disomogeneità delle informazioni riportate nei loro manuali d’uso, inficino una valutazione degli stessi.

    Tuttavia, i dati bibliografici raccolti permettono di esprimere una ragionevole ipotesi di potenziale danno per l’udito del cane a seguito di emissioni acustiche superiori ai 100 dB SPL, soprattutto se ripetute in tempi ristretti e non limitate a singole esposizioni una tantum.

    Considerato che il periodo di caccia presenta una durata limitata ad alcuni mesi l’anno e che la singola battuta può avere durata ascrivibile a qualche ora, durante la quale è improbabile che il “beeper” sia in funzione in modo continuo, è plausibile che l’utilizzo dei collari acustici al massimo di intensità e frequenza (100-130 dB SPL, 2000-3000 Hz) possa quantomeno causare un danno temporaneo all’udito del cane esposto che, se protratto, potrebbe sfociare in una compromissione della restitutio ad integrum. Per questo, è opportuno concludere che l’utilizzo dei collari acustici non dovrebbe mai avvenire a valori di intensità superiori o uguali a 100 dB SPL. Se ciò fosse strettamente necessario, il loro uso dovrebbe essere ridotto al minor tempo possibile (meno di un’ora), lontano dalle orecchie (per esempio legandolo alla zona più caudale dell’addome così come descritto in alcune esperienze messe in atto da addestratori), solo su animali sani ed in buona condizione psico-fisica confermata da preventiva visita veterinaria specialistica.

    L’utilizzo di questi collari andrebbe evitato in soggetti di giovane età (<6 mesi), anziani o affetti da pregresse patologie dell’orecchio, salvo il parere favorevole di un medico veterinario specialista».

  • I nostri amici a quattro zampe non acquistiamoli on line

    Continuano le truffe via internet, comprese quelle legate al traffico illegale di cuccioli di cani di razza, come abbiamo già scritto, in altre occasioni, sul Patto Sociale. Dopo i vari interventi delle forze di polizia sia nel nord est che nel centro Italia questa volta è toccato ai carabinieri forestali di Torino di  intervenire dopo la denuncia di un cittadino che aveva acquistato, via internet, un cucciolo di bulldog francese deceduto, il giorno dopo la consegna, tra forti sofferenze. Dal marzo dello scorso anno i carabinieri hanno indagato sul traffico di animali e, nei giorni scorsi, su mandato della procura torinese hanno proceduto a diverse perquisizioni nelle città e nelle province di Torino e di Asti. Il cucciolo di bulldog, la morte del quale ha portato chi lo aveva acquistato a presentare denuncia, non aveva microchip e i documenti che lo accompagnavano erano tutti falsificati. A seguito della denuncia, dopo accurate indagini, sono stati trovati  diversi casi simili ed i carabinieri hanno potuto identificare sei persone coinvolte nel raggiro e scoprendo dodici cuccioli importati illegalmente e senza le vaccinazioni obbligatorie  e timbri, vaccini e documentazione falsa. il traffico si svolgeva, come nelle altre occasioni, utilizzando macchine private, i truffatori si recavano nei paesi dell’est Europa, principalmente Slovenia ed Ungheria, dove caricavano nel bagaglio, ammassandoli, più cuccioli strappati precocemente alla madre e perciò non in grado di viaggiare, cuccioli di poche settimane, non vaccinati. I cuccioli erano pagati agli pseudo allevatori dell’est cinquanta euro l’uno e quelli che sopravvivevano al terribile viaggio erano poi rivenduti in Italia a un prezzo superiore  di più di dieci volte. Gli acquirenti italiani, ignari della truffa nella quale stavano cadendo, erano raggiunti via internet e erano mostrate loro foto di cani veri e sani, non dei  veri genitori dei cuccioli e non certo quelle dei piccoli zombi malati che si sarebbero visti recapitare. Tutti i documenti d’accompagnamento erano falsi così come le attestazioni ed i certificati delle vaccinazioni. Una delle persone coinvolte nei traffici era già stato condannato dalla polizia ungherese per maltrattamento di animali e tutti i soggetti coinvolti risultano pregiudicati per gli stessi reati, dalla truffa, all’esercizio abusivo di professione. Nonostante le segnalazioni che più volte sono state fatte per avvertire chi desidera acquistare un cane di rivolgersi solo ad allevamenti riconosciuti o almeno conosciuti per poter vedere i genitori del cucciolo e assicurarsi non solo della regolarità dell’acquisto ma anche sia del carattere dell’animale che del fatto che sia rimasto il tempo necessario con la madre (due mesi dalla nascita) per imparare a socializzare, ancora molte persone si rivolgono ad internet e cadono nella truffa. Un cane non è un vestito, non è un oggetto che possiamo scegliere su un qualsiasi sito, un animale è fatto di carne e di sentimenti e fino a che qualcuno, pensando di risparmiare, continuerà a cercarlo sulla rete ci saranno sempre malviventi disposti a proseguire in questo business per il quale tanti cuccioli muoiono inutilmente e con molte sofferenze. Non è necessario avere un cane di razza pura, il cane non è uno status symbol, se non si può o non si vuole spendere ma si vuole un compagno di vita vi sono decine di associazioni private e di canili pubblici che hanno meravigliosi meticci ed anche cani di razza abbandonati sia da grandi  che da cuccioli.

Pulsante per tornare all'inizio