catastrofe

  • Sempre più necessario un corpo di soccorso europeo

    Mentre si raccolgono i morti annegati nell’acqua e nel fango ed altri rischiano malattie per l’ambiente contaminato nel quale sono costretti a vivere da giorni, decine di migliaia di persone sono senza acqua, luce, cibo e si assommano recriminazioni e denunce, appare evidente l’incapacità ed impreparazione delle istituzioni di fronte ad una grave calamità naturale.

    Se l’allarme è stato dato con colpevole ritardo, con la conseguenza di quei morti nel garage o nelle macchine, per le strade o nei negozi, è ormai evidente che anche i soccorsi non sono stati attivati immediatamente e non vi sia stata la necessaria quantità di uomini e mezzi  a fare fronte alla immensa devastazione.

    Ancora una volta la gran parte del lavoro, nell’immediato ed anche dopo ore e giorni, è stato a carico dei volontari, dei civili, della gente comune, scene che avevamo in parte visto con le alluvioni in Romagna anche se la distruzione dentro la città di Valencia non ha paragoni con altre pur terribili sciagure.

    Il volontariato non può sostituirsi alle strutture pubbliche, non ne ha i mezzi mentre sembra invece che sempre più le istituzioni lascino compiti a loro propri ai privati.

    L’aumento in Europa di calamità naturali, di una violenza un tempo sconosciuta, dovrebbe far comprendere alla Commissione ed al Consiglio la necessità urgente di un corpo di soccorso europeo, specializzato al massimo, pronto a partire 24 ore su 24 con mezzi a disposizione, aerei cargo, per portare i soccorsi necessari nell’immediatezza dell’evento catastrofico. Un corpo di soccorso europeo che possa intervenire in aiuto alle popolazioni colpite e di supporto alle forze di soccorso che i governi nazionali mettono in campo.

    Anche con queste iniziative si costruisce l’Europa unita e si contrastano le tragedie che sempre più costantemente ci colpiscono.

  • Alluvioni: l’UE mobilita attrezzature di emergenza per assistere le autorità italiane

    A seguito di una nuova richiesta di assistenza da parte dell’Italia, l’UE ha mobilitato offerte di attrezzature di pompaggio provenienti da Austria, Bulgaria, Germania, Francia, Polonia, Romania, Slovenia e Slovacchia attraverso il meccanismo di protezione civile dell’UE per aiutare le autorità italiane a far fronte alle gravi inondazioni. La richiesta è stata presentata a seguito di condizioni meteorologiche avverse in Italia che hanno provocato inondazioni e frane negli ultimi giorni, colpendo in particolare la regione centro-settentrionale dell’Emilia-Romagna.

    Il 21 maggio le autorità italiane hanno attivato il meccanismo di protezione civile dell’UE. La richiesta di assistenza riguarda le attrezzature di pompaggio ad alta capacità del pool europeo di protezione civile.

    Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’UE è in costante contatto con le autorità italiane, che stanno attualmente valutando le offerte, e l’UE è pronta a fornire ulteriore aiuto se necessario.

    Il servizio Copernicus dell’UE ha inoltre fornito una mappatura satellitare di emergenza delle zone colpite, a seguito di una richiesta dell’autorità italiana di protezione civile del 16 maggio.

    Quando un’emergenza supera le capacità di risposta di un paese in Europa e nel resto del mondo, il paese può chiedere assistenza attraverso il meccanismo di protezione civile dell’UE. La Commissione europea svolge un ruolo fondamentale nel coordinare la risposta alle catastrofi a livello mondiale. Dalla sua istituzione nel 2001, il meccanismo di protezione civile dell’UE è stato attivato per oltre 600 emergenze e crisi all’interno e all’esterno dell’UE. Il meccanismo di protezione civile dell’UE mira a rafforzare la cooperazione tra i 27 Stati membri e i 9 Stati ora partecipanti (Islanda, Norvegia, Serbia, Macedonia del Nord, Montenegro, Turchia, Bosnia-Erzegovina, Albania e, più recentemente, Ucraina) nel campo della protezione civile al fine di migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta alle catastrofi.

    Un approccio comune contribuisce inoltre a mettere in comune le competenze e le capacità degli operatori di primo intervento, ad evitare la duplicazione degli sforzi di soccorso e a garantire che l’assistenza risponda alle esigenze delle persone colpite. La messa in comune delle capacità e delle conoscenze in materia di protezione civile consente una risposta collettiva più forte e coerente.

    Il meccanismo contribuisce inoltre a coordinare le attività di preparazione e prevenzione delle catastrofi delle autorità nazionali e contribuisce allo scambio delle migliori pratiche, facilitando così lo sviluppo continuo di norme comuni più rigorose che consentano alle squadre di comprendere meglio i diversi approcci e di lavorare in modo intercambiabile in caso di catastrofi.

  • Haiti in a humanitarian catastrophe – UN envoy

    A chronic gang, economic and political crisis has led to a humanitarian catastrophe in Haiti, the country’s UN envoy has said.

    Weeks of violence and attacks on food aid warehouses have rocked the nation’s food security, Helen La Lime told an emergency UN Security Council meeting.

    In protest of the dire situation, businesses have closed and transport services are not running.

    Thousands are calling for Prime Minister Ariel Henry’s resignation.

    Civil unrest across the island escalated after he announced an end to government fuel subsidies on 11 September, which caused petrol and diesel prices to skyrocket.

    Since then, protests and looting have intensified, with the capital, Port-au-Prince, at the heart of it.

    Ms La Lime told the UN Security Council on Monday that an estimated 2,000 tonnes of food aid, valued at close to $5m (£4.6m), were lost following repeated attacks on local warehouses of the UN Food Programme.

    “That would have collectively supported up to 200,000 of the most vulnerable Haitians over the next month”, she said.

    World Food Program’s (WFP) executive director Valerie Guarnieri, who was also at the meeting, said: “The situation in Haiti has sadly reached new levels of desperation”.

    Inflation has risen to its highest level in a decade, and 40% of the country is relying on food assistance to survive, she said.

    And Ms Guarnieri added that she expects food security to deteriorate further this year, with 1.3 million people in a state of emergency due to the crisis.

    Criminal gangs are at the centre of Haiti’s problems, and chronic gang violence has left hundreds dead and thousands displaced.

    Rates of gang violence, which had already shot up since the assassination of President Jovenel Moïse by mercenaries a year ago, have reached shocking new levels since a battle erupted on 8 July between two criminal alliances, known as G9 and G-Pèp.

    But Haiti’s Foreign Minister Jean Victor Geneus told the UN Security Council that apart from some “isolated cases”, violence in his country was “generally under control” and calm had returned to parts of the island.

    At the meeting, Mr Geneus called on the international community to provide Haiti with “robust support” to ensure the police can fight against armed gangs.

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