Città

  • Torino e Braga vincono il premio Capitale europea dell’innovazione

    La Commissione ha rivelato i vincitori del premio Capitale europea dell’innovazione (iCapital) 2024-25, che, ormai da dieci anni, riconosce il merito delle città che svolgono un ruolo importante nel fornire soluzioni innovative ai cittadini. Quest’anno il premio, finanziato dal programma di ricerca e innovazione dell’UE Orizzonte Europa, è andato alle città di Torino e Braga.

    La cerimonia di premiazione si è svolta ieri a Lisbona in occasione del WEB Summit, uno dei più grandi eventi tecnologici al mondo. La Commissaria Iliana Ivanova ha consegnato i premi alle città che hanno integrato l’innovazione nella vita urbana quotidiana, promuovendo comunità sostenibili, inclusive e resilienti.

  • Centri storici tra crisi, trasformazioni e buone pratiche europee

    L’identità dell’Europa è tracciata in larga parte dalle sue città e delle città, come di questa identità del continente, i centri storici ne costituiscono il cuore. Tuttavia non esiste una vera riflessione da parte delle istituzioni europee sulla dimensione metropolitana, e anche le misure di sostegno sono relativamente scarse rispetto a quanto elargito ad altri settori – agricoltura, politica regionale del territorio, pesca. I centri storici rappresentano, soprattutto in Italia, il talismano della città, il territorio che raccoglie i principali monumenti, le glorie e le ragioni dell’orgoglio di una città. Con la trasformazione della società, i centri storici sono stati e sono destinati ancora a importanti cambiamenti; di questi, il segno principale è stato in Italia la chiusura al traffico o una sua limitazione. In buona parte questa scelta è restata la sola misura di qualificazione del centro storico – come se essa bastasse.

    Una soluzione all’italiana, perché una dimensione europea deve tener conto di un certo numero di esigenze:

    • Prioritaria è la difesa della salute dei Cittadini, provvedendo a misure che limitino l’inquinamento, atmosferico come acustico, reso più pernicioso dalle misure ristrette delle strade antiche. A queste in buona parte si ovvia proprio con un accesso limitato ai mezzi di trasporto; ma non solo: occorre anche investire sulla riconversione dei mezzi di trasporto, in particolare pubblici, sfruttando anche i finanziamenti europei disponibili per dotare autobus e altri veicoli pubblici con impianti elettrici. Tuttavia altro deve essere fatto in questa direzione: taxi-collettivi e perfino risciò. Decoro: il centro storico deve essere il biglietto da visita della città. Occorre procedere a una mappatura dei restauri da effettuare e trovare le migliori forme di co-finanziamento private e pubblico, e anche europeo attraverso fondi diretti, e recuperare, anzi valorizzare dal punto di vista sia estetico che dell’impiego, gli edifici non solo storici ma anche quelli dell’architettura minore. Una regolamentazione sui colori da usare e anche su alcuni criteri per fissare le insegne sono altri strumenti essenziali.
    • Vita: il centre storico ha un senso solo se è Per questo occorre mantenere alcune funzioni dei servizi pubblici – uffici comunali, banche, posta – ma soprattutto permettere ai negozi di poter lavorare nelle migliori condizioni. Un coinvolgimento con le categorie è fondamentale. Un centro chiuso ma accogliente per il passeggio, ben restaurato, illuminato, può creare ottime opportunità commerciali. Percorsi tematici, carte di acquisto comune e formule di agevolazioni, giornate o settimane dedicate, aiutano a sollecitare delle nuove forme di fare acquisiti, sempre basate su un’identità peculiare al centro storico – “i negozi del quartiere”.
    • Cultura: il commercio e i servizi però sono solo una gamba, perché il centro ha bisogno di affermare la sua vocazione culturale. Meglio dieci iniziative diffuse per le strade che una sola più eclatante ma riservata a pochi. Gli spazi degli edifici pubblici – centri civici, uffici comunali, piazze pedonali o altro – devono trasformarsi in altrettante occasioni di incontro, laboratori creativi, spazi espositivi. In queste il ruolo principale è quelle delle associazioni, alle quali si possono dare in concessione la gestione di specifici spazi.
    • Sostenibilità: il centro deve essere luogo del futuro. Pannelli solari – regolando la questione dei divieti da parte delle sovrintendenze-abbattimento delle barriere architettoniche, panchine per anziani, bagni pubblici, fontanelle: tutto questo è necessario per rendere il centro facile da usare, per la terza età, per genitori con passeggini, per turisti.
    • Parcheggi e mobilità: è il problema principale. II successo degli outlet dimostra, al di là della convenienza degli acquisti, che la facilità di parcheggio è un pezzo irrinunciabile del successo. La costruzione di un parcheggio non è mai cosa facile, e a seconda della sua collocazione occorre predisporre biciclette in prestito, autobus elettrici, percorsi pedonali. Il piano dei parcheggi costituisce l’investimento più oneroso, anche perché la formula delle generose concessioni a società private che si accollano la maggior parte delle spese di costruzione, comporta spesso dei prezzi per la sosta che non incentivano gli utenti.

    Tutti questi elementi, nessuno escluso, devono far parte di un approccio globale, che metta insieme le varie sfide in modo integrate. Un tale metodo è anche la condizione migliore per rivolgersi alla Commissione Europea per ottenere dei finanziamenti. Numerosi sono i programmi di finanziamento disponibili, altrettanti tasselli per realizzare un centro storico a misura d’uomo. In alcuni casi occorre una collaborazione tra enti locali o imprese e università in altri la creazione di consorzi internazionali. Ma tutte le esigenze di un centro storico possono essere soddisfatte con i finanziamenti europei, a patto di conoscere le regole di fondo dell’euro-progettazione. Dunque bisogna lavorare con metodo, coinvolgendo vari attori – associazioni di categoria, volontariato, operatori culturali, forze dell’ordine, comitati di cittadini – e mettere insieme un disegno complessivo.

    Spetta alle amministrazioni comunali farsi carico del coordinamento di queste lavoro, per far capire che tutti devono prendere parte a una decisione, nei rispettivi ruoli, e che chiudere una strada al traffico e basta è spesso indispensabile ma semplicistico. Nelle città ad alto flusso turistico queste strade pedonali si trasformano spesso in un mercificio che tradisce i connotati storici e allontana i residenti; in quelle meno battute dal turismo di massa, il centro storico si svuota di negozi e di residenti. Due forme di un medesimo deserto contemporaneo, tutt’altro che irresistibile perché, a volerle usare, ci sono idee e risorse per trasformare i centri “storici” in centri di vita.

  • Non abbandoniamo i nostri amici a quattro zampe

    Alcuni sono già partiti per le ferie, molti altri partiranno, altri ancora, troppi, non potranno farne e se le città fossero più verdi, con parchi e giardini, chi non può partire avrebbe dagli alberi alti, un po’ di ossigeno e di fresco, ma sembra essere un problema che non riguarda né gli amministratori pubblici né la politica.

    Nel periodo estivo e con molto caldo non dobbiamo dimenticarci dei nostri amici animali, i cani, i gatti hanno bisogno anche loro di maggiori attenzioni per non subire colpi di calore, importante non lasciarli mai in macchina, avere attenzione a bagnare loro la testa e i piedi se la temperatura si alza e non portarli a passeggiare nelle ore più calde sull’asfalto bollente.

    L’eccessivo caldo può portare dissenteria, in questo caso sentite il veterinario, non lasciateli mai senza acqua fresca e non date un’alimentazione che possa procurare eccessiva sete, non fateli correre o giocare dopo mangiato, specie gli animali più grandi possono incorrere con il movimento, dopo il cibo, nel rovesciamento dello stomaco.

    La maggior parte delle persone che ha un animale da compagnia sa bene che non bisogna mai abbandonarlo ma purtroppo, in estate, c’è sempre qualche sciagurato che si libera del proprio compagno a quattro zampe, lasciandolo sulla strada o in condizioni che portano sofferenza e morte. Per questo vigiliamo tutti segnalando alle forze dell’ordine ogni caso anomalo o pericoloso, un animale abbandonato o lasciato al sole in macchina o detenuto su un balcone.

    Per difendere i nostri amici pelosi vigiliamo insieme collaborando anche con le associazioni animaliste sempre attive su tutto il territorio nazionale.

  • Al via le candidature per l’edizione 2025 del premio Access City Award

    Sono aperte le candidature all’Access City Award 2025, la 15° edizione del concorso che premia le città che si sono adoperate per diventare più accessibili alle persone con disabilità. In occasione dei Giochi olimpici e paraolimpici di Parigi 2024, la Commissione dedicherà inoltre una menzione speciale alle “infrastrutture sportive accessibili”.

    Il concorso, organizzato dalla Commissione europea in collaborazione con il Forum europeo sulla disabilità, è aperto alle città dell’UE con più di 50.000 abitanti. I vincitori del 1°, 2° e 3° posto riceveranno rispettivamente premi dal valore di 150 000 euro, 120 000 euro e 80 000 euro.

    Le città vincitrici saranno annunciate in occasione della cerimonia di premiazione della conferenza sulla Giornata europea delle persone con disabilità, in programma il 28 e 29 novembre 2024. Le città possono candidarsi entro il 10 settembre 2024.

  • Alberi per il nostro futuro

    La biodiversità non è solo un valore, è un’esigenza per la salute umana, per la nostra stessa sopravvivenza.

    Intaccare di continuo la natura con la cementificazione ancora inarrestata, la mancanza di cura dei boschi, il disboscamento selvaggio, la continua sparizione di specie viventi (a partire dagli insetti) sta portando a una perdita di biodiversità che il professor Ferrini, docente di Arboricoltura all’Università di Firenze, stima nella misura del 17% per il 2100.

    Ogni nostra azione porta delle conseguenze per le future generazioni ed è bene tenere in considerazione quanto gli alberi aiutano la vita degli esseri umani, dal contrasto dell’inquinamento all’abbassamento delle temperature nei periodi di maggior calore, alla sopravvivenza e proliferazione degli insetti (senza i quali non ci sarebbero frutti e fiori) e degli uccelli (altrettanto utili all’ecosistema), gli alberi, fin dagli albori della vita sul pianeta, hanno consentito che l’uomo trovasse l’habitat necessario alla sua sopravvivenza.

    Nonostante una maggior sensibilità verso la funzione imprescindibile degli alberi, che vi è stata negli ultimi anni, rimangono ancora tantissimi problemi dovuti alla loro mancanza di cura, spesso sono abbattuti nelle aree coltivate, mentre è invece dimostrato che anche i vigneti producono uva migliore se c’è qualche albero, e alla abitudine di troppi sindaci di abbattere piante, anche secolari, piuttosto che investire nella loro manutenzione, per creare grandi aree cementificate e assolate.

    Gli alberi sono anche molto utili per bonificare terreni inquinati perché estraggono gli inquinanti e li trattengono nei loro tessuti o perché le radici degli alberi stessi trasformano gli inquinanti in composti non tossici.

    In Senegal sono state piantate milioni di mangrovie per proteggere la costa e la Cina, per frenare la desertificazione dei suoli, sta costruendo da anni una grande muraglia di alberi. L’Italia, che ha un grande patrimonio boschivo sugli Appennini, pur con l’impegno di varie associazioni (Legambiente tra esse), è ancora lontana dall’aver compreso appieno il valore e la necessità di rispettare e coltivare gli alberi. Infatti anche i forti stanziamenti dell’Unione europea per rimboschire le aree urbane non stati utilizzati da molti Comuni, tra i quali Milano, o per incapacità o per incuria ed indifferenza o addirittura, come a Milano, perché a forza di cementificare non sono state individuate per tempo aree da piantumare.

    Il 21 novembre si festeggerà come ogni anno la giornata mondiale dell’albero. Speriamo che per quell’occasione il governo, da un lato, e gli amministratori regionali e locali, dall’altro, abbiano qualche buona notizia da darci, abbiano realizzato finalmente qualche progetto concreto.

  • Mobilità sostenibile e smart city. Se ne parla in un convegno in Regione Lombardia

    Si intitola Smart mobility alliance il convegno che si svolgerà lunedì 8 aprile, dalle ore 16.00, presso la Sala Biagi di Palazzo Lombardia (Piazza Città di Lombardia, 1 – Milano. Ingresso N4 – 1° piano). Organizzato da Regione Lombardia in collaborazione con ImpresaFacendo, l’incontro sarà aperto dai saluti del Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dell’Assessore alla Mobilità, Franco Lucente. L’evento sarà dedicato all’esplorazione delle frontiere della mobilità sostenibile, delle smart city e della rigenerazione urbana. Un appuntamento per c-level, imprenditori e innovatori che plasmano con il loro lavoro quotidiano il futuro della mobilità urbana: un’occasione per connettersi e fare rete con istituzioni, personalità emergenti e i principali player del settore.

    Prima tappa di un articolato percorso, l’evento sarà scandito da una serie di speech e dialoghi e culminerà con l’annuncio di una “call for start” rivolta alle startup più innovative nel campo della mobilità sostenibile. Il format 2024 si concluderà con un evento celebrativo il 26 novembre, in occasione della Giornata Mondiale ONU del Trasporto Sostenibile, nel cui ambito il “Comitato tecnico SMA” premierà le startup più meritevoli con visibilità e l’opportunità di raccontarsi a un pubblico di innovatrici, innovatori, investors, istituzioni e business angels.

    SMA – Smart Mobility Alliance è infatti un ecosistema di dialogo, networking e crescita per chi vuole essere protagonista nel mondo della mobilità sostenibile e dell’innovazione urbana.

    Per partecipare al convegno basta registrarsi al seguente link: Smart mobility alliance – Eventi Regione Lombardia

  • I romani si fidano degli autobus, i milanesi vanno in macchina

    Su base nazionale l’utilizzo dei mezzi privati per gli spostamenti cala di due punti percentuali, passando dal 72% al 70%. E così cala, seppur di un solo punto percentuale rispetto allo scorso anno, passando dal 66% al 65%, l’uso di auto e moto per gli spostamenti a Roma. Lo stesso non vale per Napoli e Milano. Il capoluogo campano vede una crescita di un punto percentuale, e passa dal 64% al 65%, dell’uso dei mezzi privati, auto e moto, per gli spostamenti. Il capoluogo lombardo invece registra un aumento di tre punti percentuali nell’uso di auto e moto e va dal 55% del 2022 al 58% del 2023. Al lieve calo del mezzo privato, a Roma, fa eco una leggera e parallela crescita, sempre dell’1%, dell’uso dei mezzi del trasporto pubblico. Anche su base nazionale cresce l’uso del trasporto pubblico: registra un +3% (passa dal 13% al 16%). Così l’andamento in salita è rintracciabile a Roma, dove si va dal 19% del 2022 al 20% del 2023 nell’utilizzo di bus, tram e metropolitane. In controtendenza, quindi in lieve calo, l’uso del Tpl, invece, a Milano e Napoli: nel capoluogo lombardo si va dal 25% dello scorso anno al 24% attuale, in quello campano si passa dal 19% del 2022 al 18% del 2023. La fotografia è stata scattata dall’ultimo rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con Ipsos.

    E nel complesso delle ore trascorse a spostarsi, a Roma, il sondaggio rileva un calo di 8 punti percentuali del tempo trascorso in auto o in moto: si va dal 62% dello scorso anno al 54% attuale. Il calo su base nazionale è di 2 punti percentuali (dal 66% al 64% il tempo trascorso in auto o in moto per gli spostamenti) e più marcato a Milano e Napoli dove si registrano rispettivamente un -4% e -6%: nel primo caso si passa dal 49% al 45% del tempo di spostamento a bordo di un veicolo privato, nel secondo caso la variazione è dal 61% al 55%. In media a Roma “sono 6,6 le ore di spostamenti settimanali, degli intervistati, con un mezzo privato: un dato sopra la media nazionale di 5,8 ore – spiegano da Legambiente -. I motivi, emersi dalla ricerca, per utilizzare maggiormente l’automobile sono legati a mezzi che non coprono lo spostamento da compiere, alla loro insufficienza e agli orari inaffidabili”. Tra le opinioni rilevate nella ricerca emerge come sia il 60% degli intervistati romani a dirsi pienamente o abbastanza favorevole a vietare progressivamente la circolazione dei mezzi inquinanti in città, il 65% è favorevole a dare priorità a bici, pedoni e trasporto pubblico nella progettazione delle strade. Per quanto riguarda l’idea di estendere le “zone 30” nelle città, il sondaggio mostra una marcata divisione di opinioni: il 32% è favorevole, il 49% è contrario e il 19% non ha una posizione definita.

  • La Befana europea scrive al Sindaco di Bologna

    Riceviamo e pubblichiamo una lettera della Signora Adriana Palleni

    Caro Sindaco Matteo Lepore,

    ieri, uscendo dalla libreria Feltrinelli in piazza Ravegnana, sotto le due torri ho notato che non c’è più l’ultima panchina rimasta dove mi sedevo per recitare la filastrocca della befana europea…Cosi sparisce l’ultima panchina rimasta e certamente sarà per motivi di sicurezza ora, per le altre panchine da qualche anno sono sparite. Ma questa era speciale, ho fatto una piccola magia ……Ora  tutto è incerto ancora circolano dal lato destro quegli orribili enormi pesanti bus che fanno vibrare tutta strada maggiore, abitazioni comprese, e le timide colonnine della Basilica dei Servi inguainate da orribili fermagli di acciaio per potersi reggere…La befana EU è ecologista e chiede stop al traffico nel centro storico medievale, chiede di ridisegnare la città anche con la presenza dei suoi abitanti e cittadini per avere un futuro dove i bambini e gli anziani e, perchè no, anche tutte le fasce di età possano viverci in serenità con meno polveri sottili da respirare e meno inquinamento acustico per godere della bellezza dell’arte passata e il futuro sereno e di pace…Questa è la bellissima città in cui vorrei abitare e vivere ….

    Ciao la befana EU Adriana Palleni

    La nostra è una piccola associazione in difesa dell’ambiente e tutela della salute e desidera partecipare alle future scelte che ridisegnano il centro storico

    Associazione comitato cittadini indipendenti città del tricolore via Broccaindosso 2– 40125 Bologna Italia EU info+39.051.226251

  • Una domanda al Sindaco Sala

    Come si può conciliare l’idea di una Milano sempre più verde, a dimensione umana, fruibile sia da chi ci lavora, ci vive come da chi la frequenta per turismo con i gravissimi ritardi che anche la sua amministrazione, al secondo mandato, non è riuscita a risolvere mentre ad ogni pioggia il Lambro ed il Seveso esondano procurando danni economici immensi ed innumerevoli disagi?

    Forse prima delle piste ciclabili, che non hanno risolto il traffico e spesso lo hanno reso più difficoltoso per tutti, ciclisti compresi, non sarebbe stato necessario pensare a come impedire che metà città rimanesse periodicamente sotto l’acqua e il fango?

    Prima di rifare, per altro malamente, piazzale Lavater, giusto per fare un esempio tra i tanti, non sarebbe stato più saggio, pensando agli abitanti di Milano, occuparsi di realizzare subito le vasche necessarie al contenimento delle acque e tutto quanto, fin dal 1976, si sapeva che serviva per evitare i periodici allagamenti?

    Certo vi sono responsabilità anche delle amministrazioni precedenti ma più errori non fanno una ragione e se altri, che comunque non avevano sposato l’ideologia verde in modo oltranzista, non si sono mossi questa non è una giustificazione per Lei sindaco Sala.

    Così come non esistono giustificazioni per la mancata manutenzione del verde che ha portato al crollo di molti alberi centenari ed al depauperamento dei pochi giardini della città, a partire da quelli di corso Venezia e dei Bastioni.

    Oggi, e da molti anni, i cittadini che abitano in centro, grazie a Lei, devono pagare per entrare a casa propria con una evidente lesione della proprietà e della libertà individuale e gli abitanti di un’altra parte della città devono pagare per i danni subiti dalle inondazioni che si sarebbero potute evitare.

    Mentre si spendono denari pubblici per opere non di immediata urgenza quelle necessarie, da anni, non sono realizzate, la metà del patrimonio immobiliare pubblico è inutilizzabile in attesa di ristrutturazioni che non sono mai fatte come non è stato mai messo in cantiere un piano di edilizia popolare mentre dagli studenti ai lavoratori di alzano proteste per l’impossibilità di trovare alloggi a prezzi accessibili.

    Signor Sindaco pensa veramente di aver fatto il bene di Milano o non piuttosto di qualche gruppo politico ed economico?

  • Topi a New York, è boom di tour su luoghi infestati

    New York, città dalle mille attrazioni, tuttavia di recente una del tutto insolita sta diventando sempre più popolare: il ‘rat tour’, ossia il tour dei luoghi infestati da topi. Il roditore sta infatti alla Grande Mela come probabilmente la statua della Libertà o l’Empire State Building. Sono quindi un dato di fatto e anche una battaglia persa. A poco valgono gli sforzi da parte delle diverse amministrazioni comunali per risolvere il problema. L’ultima crociata, quella del sindaco Eric Adams che ha persino nominato uno ‘zar dei ratti’ per far fronte all’emergenza.

    Alcune guide turistiche hanno invece deciso di ‘capitalizzare’ su questa emergenza e, come riferisce il New York Post, hanno cominciato a lanciare dei tour personalizzati per introdurre i visitatori ad una specie ormai diventata autoctona. “Sono come le nuove celebrità a New York vista tutta l’attenzione della stampa” – ha commentato  Luke Miller, proprietario di ‘Real New York Tours’. Non a caso alcuni anni fa divenne virale un video in cui un topo trascinava una fetta di pizza lungo una scalinata della metropolitana di New York. La sequenza ebbe oltre 12 milioni di visualizzazioni e il roditore fu soprannominato ‘Pizza Rat’.

    “I topi sono come una mascot per New York – sottolinea la guida Kenny Bollwerk -. Le persone vogliono vedere con i loro occhi”. Bollwerk offre tour a piedi gratuiti sui luoghi più infestati e ogni suo live stream su Tik Tok attira migliaia di persone. Secondo i dati dell’assessorato alla Sanità, nel 2022 ci sono state oltre 60mila denunce per avvistamento da topi, pari al 102% in più rispetto al 2021.

    I topi sono diventati un problema anche a Roma questa estate. Alcuni turisti hanno pubblicato dei video che mostrano la presenza di roditori proprio vicino al Colosseo. Nonostante il Comune abbia comunicato un piano per derattizzare la zona, la notizia ha fatto il giro del mondo tanto che anche la Bbc ha scritto un articolo a riguardo.

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