cittadinanza

  • Il “pragmatismo democratico” svizzero

    Alle ultime Olimpiadi molte squadre agonistiche della nazionale italiana presentavano atlete e atleti italiani  di ogni colore e provenienza geografica, ma tutti uniti dai colori della nazionale italiana.

    Immediatamente dopo l’evento olimpico la politica, priva di argomenti che potessero interessare i media che non fosse l’ennesima giravolta di Renzi, ha dato vita ad  una polemica relativa al diritto di cittadinanza ed in particolare allo ius  scholae. Una speculazione politica al limite della semplice strategia di una miserevole comunicazione, divenuta il mantra di una politica di un centro ormai avvizzito in quanto privo di una guida, Berlusconi, il quale,nel bene o nel male, lo aveva gestito e guidato.

    Ovviamente si dimentica come la presenza di molti atleti dalle più diverse origini geografiche nella nazionale dimostri come l’integrazione già ora sia stata  confermata  alle Olimpiadi di Parigi del 2024.

    Essere italiani, oppure diventarlo, non può essere limitato da un fattore relativo al colore della pelle e tantomeno alla provenienza di nascita, quanto dalla condivisione di quei valori democratici che rendono le nostre democrazie delle società aperte.

    In altre parole, gli atleti della nazionale hanno accettato e condiviso valori etici e sportivi assieme ai regolamenti nazionali ed internazionali dello sport. Successivamente, attraverso le proprie performance sportive, li esaltano esattamente come la nazione che rappresentano nell’ambito  dello sport .

    In questo contesto, allora, è la sola condivisione di valori e regole a rappresentare  il fattore fondamentale per dirsi e sentirsi appartenente ad una comunità.

    Il rifiuto, quindi, della accettazione dei valori di una società o comunità non può essere considerato come una democratica manifestazione di libertà del pensiero, in quanto la condivisione si declina come sintesi di valori ed obblighi i quali entrambi rappresentano le fondamenta istituzionali della democrazia e della nostra libertà.

    Mai come ora la Svizzera si dimostra come uno dei migliori  modelli di questo “pragmatismo democratico” basato  sulla condivisione di valori ed obblighi, i veri  fattore fondamentali  ed unificanti per appartenere ad una comunità. Recentemente, infatti, il titolo “Svizzera: non stringono la mano, negata cittadinanza a musulmani. Rifiutano di stringerla a persone sesso opposto. ‘Non integrati’ (*) indica che la semplice mancanza di un valore come l’uguaglianza ed il rispetto per e tra i  due sessi (o generi come si usa dire ultimamente) dimostra la impossibilità di una condivisione democratica nella vicina Svizzera e quindi la  mancanza di una base valoriale condivisibile.

    Al di là delle speculazioni ideologiche, quindi, utilizzate solo  per sostenere la stessa esistenza in vita dei vari gruppi politici, la sola  condivisione democratica di un sistema di diritti ed obblighi diventa l’espressione complessa della appartenenza ad una nazione.

    (*) https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/08/18/svizzera-non-stringono-la-mano-negata-cittadinanza-a-musulmani_8cc5dafc-384c-4490-babf-4efc4b1f45e1.html

  • In Germania 114mila richieste di asilo, in Italia 37mila

    Quanti sono gli arrivi di migranti in Europa? E quanti in Italia? Quali sono le disparità tra il nostro Paese e quelli dell’Unione? Secondo i dati forniti da IOM (International Organization for Migration), Ministero dell’Interno e Ministero del Lavoro, più della metà degli arrivi europei è verso l’Italia via mare. In Italia infatti, secondo quanto racconta il cruscotto statistico del Ministero dell’interno, quest’anno sono sbarcati, al 4 novembre 2022, 87.370 migranti di cui 9.930 sono minori stranieri non accompagnati. In Europa nello stesso anno, fino al 31 ottobre sono arrivati 149.102 migranti.

    Altri numeri sono quelli sui minori stranieri non accompagnati che sono schizzati verso l’alto come ai tempi dell’emergenza migranti del 2017. Vedendo un altro database molto aggiornato, quello del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali si vede mese per mese l’andamento dell’arrivo dei Msna, la sigla per i minori stranieri non accompagnati, nel 2022 al 30 settembre erano entrati nel nostro territorio 18.967 MSNA. C’è da considerare in ogni caso un buon numero di minori ucraini, sopra i 5000, in Italia senza i genitori.

    Per quanto riguarda gli obiettivi di chi arriva in Europa i dati si invertono: per quanto riguarda le richieste di asilo è in Germania che nel 2022 si sono registrati i numeri più alti con 114mila domande mentre l’Italia è ferma a 37mila. Chi arriva, arriva in Italia insomma ma non ci vuole rimanere.

    L’altro dato importante però per il 2022 è proprio quello relativo all’emergenza Ucraina che è stata considerata dall’Unhcr la più grossa crisi di rifugiati dalla seconda guerra mondiale. In Europa dal 24 febbraio ad oggi sono arrivati 7.785.514 ucraini in fuga dalla guerra di cui 4.460.847 hanno chiesto protezione temporanea. Secondo l’UNHCR i primi tre Paesi di accoglienza sono la Polonia con 1.469.032 ucraini che si sono registrati, la Germania con 1.008.935 persone e la Repubblica Ceca con 455.731 ucraini in cerca di riparo. L’Italia, secondo il ministero dell’Interno, ha accolto finora 171.546 persone di cui 49.172 minori.

  • Nel napoletano sottratti allo Stato 6.557 milioni di euro da finti destinatari del reddito di cittadinanza

    Dopo cinque mesi dalla prima inchiesta, i Carabinieri di Napoli hanno scoperto nuove truffe ai danni dello Stato ad opera di finti percettori del reddito di cittadinanza. Nel solo capoluogo ben 1.204 persone (651 posizioni irregolari, 553 denunciati per truffa ai danni dello Stato) per un totale, nell’intera provincia, che ammonta a 6.557.931,86 di euro, il tutto venuto a galla dopo un controllo che ha visto coinvolti 1.167 nuclei familiari e 2.300 persone che hanno ‘operato’ in appena cinque mesi.

    La provincia nord orientale del capoluogo vede in Marano il centro che copre più di un terzo degli oltre 6 milioni di euro di totali. I carabinieri hanno riscontrato che ben 2.789.602,62 di euro sono finiti nelle tasche di persone residenti in quell’area che non avevano alcun diritto al beneficio del reddito di cittadinanza: 125 il numero delle persone denunciate, di queste 101 hanno pregiudizi penali.
    Un cospicuo numero di residenti delle municipalità 1 e 2 di Napoli (quartieri San Ferdinando, Chiaia, Posillipo, Montecalvario, San Giuseppe, Avvocata, Mercato, Pendino e Porto) hanno usufruito di 916.520,43 euro, 160 le persone segnalate per la revoca del beneficio.
    Nell’area sud del capoluogo l’ammanco ammonta a 287.927,99 euro, maglia nera per l’area stabiese nella quale sono stati rilevati crediti nei confronti dello Stato per 95.175,02 euro.

    I carabinieri della compagnia Napoli Centro hanno inoltre denunciato per truffa aggravata 129 cittadini di nazionalità romena, residenti in diverse municipalità del comune di Napoli. Secondo la normativa per l’erogazione del reddito, uno straniero può percepire il beneficio solo dopo aver risieduto in Italia per 10 anni, due dei quali continuativi. I militari, in seguito ad una segnalazione dell’Inps, hanno appurato che i 129 non fossero residenti in Italia da 10 anni come invece falsamente dichiarato. Grazie a questo stratagemma avevano percepito indebitamente circa 700mila euro.
    Situazione simile a Qualiano dove i carabinieri della locale stazione hanno denunciato a piede libero 45 cittadini stranieri: un danno per le tasche dei contribuenti pari a 360mila euro. Durante le attività i militari hanno setacciato uffici ed enti pubblici senza dimenticare i centri di assistenza fiscale presenti in zona. Gli indagati risponderanno del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e sono ancora in corso ulteriori indagini per individuare altri lati oscuri della vicenda.

  • Più di 5 milioni di reddito di cittadinanza percepiti indebitamente

    Dal primo gennaio del 2021 a febbraio 2022 più di 5 milioni di euro sono finiti nelle tasche di persone che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. La scoperta, come riporta Tgcom24, è stata fatta dai Carabinieri delle Legioni Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Sardegna, inquadrati nel Comando Interregionale “Podgora” e dei locali Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro che hanno denunciato 955 persone per percezione del beneficio in violazione della normativa.

  • La Commissione esorta gli Stati membri a intervenire sui programmi di “passaporti d’oro” e “permessi di soggiorno d’oro”, e a adottare misure immediate nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina

    In una raccomandazione pubblicata il 28 marzo, la Commissione esorta gli Stati membri ad abrogare immediatamente i programmi di cittadinanza per investitori in vigore e a garantire che siano attuati controlli rigorosi per contrastare i rischi che presentano i programmi di soggiorno per investitori. La Commissione ha ripetutamente e sistematicamente espresso serie preoccupazioni in merito ai programmi di cittadinanza e di soggiorno per investitori e ai rischi ad essi inerenti. La raccomandazione fa parte della più ampia politica della Commissione volta a intervenire con decisione riguardo a tali programmi. L’attuale contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina mette in luce ancora una volta questi rischi.

    Alcuni cittadini russi o bielorussi soggetti a sanzioni o che sostengono in modo significativo la guerra in Ucraina potrebbero aver acquisito la cittadinanza dell’UE o un accesso privilegiato all’UE, compresa la possibilità di circolare liberamente nello spazio Schengen, nel quadro di tali programmi. Per contrastare questi rischi immediati, la Commissione oggi raccomanda agli Stati membri di valutare se debba essere revocata la cittadinanza concessa nel quadro di un programma di “passaporto d’oro” a cittadini russi o bielorussi che figurano nell’elenco delle sanzioni dell’UE in relazione alla guerra in Ucraina. I permessi di soggiorno rilasciati nel quadro di un programma di soggiorno per investitori a cittadini russi o bielorussi soggetti a sanzioni dovrebbero essere immediatamente revocati, a seguito di una valutazione individuale e nel rispetto del principio di proporzionalità, dei diritti fondamentali e del diritto nazionale degli Stati membri. Le stesse misure dovrebbero applicarsi ai cittadini russi o bielorussi che sostengono in modo significativo la guerra in Ucraina.

    Chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro dell’UE è al contempo cittadino dell’UE. La cittadinanza dell’UE conferisce automaticamente il diritto di libera circolazione, l’accesso al mercato interno dell’UE e il diritto di votare e candidarsi alle elezioni europee e locali. Ciò incide su tutti gli Stati membri e i rischi inerenti a tali programmi sono ancora una volta emersi chiaramente nel contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina.

    La raccomandazione sottolinea quanto segue.

    • Gli Stati membri che attuano ancora programmi di cittadinanza per investitori devono porvi fine immediatamente. Tali programmi non sono compatibili con il principio di leale cooperazione e con il concetto di cittadinanza dell’Unione sancito dai trattati dell’UE. Il 20 ottobre 2020 la Commissione ha avviato procedure di infrazione nei confronti di due Stati membri a causa del loro programma di cittadinanza per investitori. Ha inoltre esortato un altro Stato membro a porre fine al programma. Nel frattempo, due Stati membri hanno abolito i loro programmi o sono in procinto di farlo.
    • Gli Stati membri interessati dovrebbero effettuare valutazioni al fine di stabilire se debba essere revocata la cittadinanza precedentemente concessa a cittadini russi o bielorussi soggetti a sanzioni o che sostengono in modo significativo la guerra in Ucraina. Nell’effettuare tale valutazione, gli Stati membri interessati devono tenere conto dei principi stabiliti dalla Corte di giustizia dell’Unione europea per quanto riguarda la perdita della cittadinanza dell’Unione.

    I programmi di soggiorno per investitori aumentano i rischi in materia di sicurezza, riciclaggio di denaro, evasione fiscale e corruzione per gli Stati membri e per l’UE nel suo insieme. L’aggressione russa contro l’Ucraina ha messo in luce ancora una volta questi rischi.

    Nella raccomandazione la Commissione chiede agli Stati membri di:

    • istituire ed effettuare controlli rigorosi prima di rilasciare un permesso di soggiorno per investitori: gli Stati membri dovrebbero adottare tutte le misure necessarie per evitare che i programmi di soggiorno per investitori pongano rischi in materia di sicurezza, riciclaggio di denaro, evasione fiscale e corruzione; dovrebbero quindi istituire ed effettuare verifiche relative alle condizioni di soggiorno e di sicurezza prima del rilascio di tali permessi di soggiorno e verificare la continuità del soggiorno;
    • revocare immediatamente o rifiutare il rinnovo dei permessi di soggiorno rilasciati in virtù di un programma di soggiorno per investitori a cittadini russi o bielorussi soggetti a sanzioni dell’UE in relazione alla guerra in Ucraina, a seguito di una valutazione; la stessa misura dovrebbe applicarsi a coloro che sostengono in modo significativo la guerra in Ucraina o altre attività correlate del governo russo o del regime di Lukashenko in violazione del diritto internazionale;
    • sospendere il rilascio dei permessi di soggiorno nel quadro di programmi di soggiorno per investitori a tutti i cittadini russi e bielorussi.

    Tutte queste misure devono essere applicate nel rispetto del principio di proporzionalità, dei diritti fondamentali e del diritto nazionale degli Stati membri.

    La raccomandazione costituisce un elemento della politica globale della Commissione volta a intervenire con decisione riguardo ai programmi di cittadinanza e di soggiorno per investitori. Se necessario la Commissione può adottare ulteriori misure in futuro.

    Spetta agli Stati membri attuare la raccomandazione odierna.

    La Commissione chiede agli Stati membri interessati di riferire, entro la fine di maggio, in merito all’attuazione della raccomandazione presentata oggi e di tenere la Commissione regolarmente informata successivamente.

    programmi di cittadinanza per investitori consentono a una persona di ottenere la cittadinanza sulla base di un pagamento o di un investimento significativo. I programmi di soggiorno per investitori consentono ai cittadini di paesi terzi di ottenere un permesso di soggiorno in un paese dell’UE in cambio di un pagamento o di un investimento.

    Nel 2019 la Commissione ha pubblicato una relazione sui programmi di cittadinanza e di soggiorno per investitori attuati da diversi Stati membri dell’UE, che ha passato in rassegna le pratiche esistenti e individuato alcuni rischi che tali programmi comportano per l’UE, in particolare in materia di sicurezza, riciclaggio di denaro, evasione fiscale e corruzione.

    Mentre le condizioni per l’ottenimento e la revoca della cittadinanza nazionale sono regolamentate dal diritto interno di ciascuno Stato membro, nel rispetto del diritto dell’UE, la cittadinanza di uno Stato membro è l’unica condizione preliminare per avere la cittadinanza dell’UE e l’accesso ai diritti conferiti dai trattati. La Commissione ha spesso espresso serie preoccupazioni in merito ai programmi di cittadinanza per investitori e ai rischi ad essi inerenti e ha avviato procedure di infrazione nei confronti di due Stati membri a causa del loro programma di cittadinanza per investitori.

    programmi di soggiorno per investitori, pur differendo dai programmi di cittadinanza per quanto riguarda i diritti concessi, presentano seri rischi per la sicurezza a livello sia degli Stati membri che dell’UE nel suo insieme. Un permesso di soggiorno valido dà ai cittadini di paesi terzi il diritto di soggiornare nello Stato membro in questione, ma anche di circolare liberamente nello spazio Schengen. Mentre il diritto dell’UE disciplina le condizioni di ingresso per determinate categorie di cittadini di paesi terzi, il rilascio dei permessi di soggiorno per investitori non è disciplinato a livello dell’UE e resta di competenza nazionale.

    La raccomandazione presentata non dovrebbe pregiudicare l’ammissione e il soggiorno di cittadini russi e bielorussi nell’UE per altri motivi, quali l’ammissione umanitaria o la protezione internazionale.

    Fonte: Commissione europea

  • Oltre 1,2 milioni i percettori del reddito di cittadinanza a giugno

    A giugno, i nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza sono oltre 1,2 milioni, mentre i percettori di Pensione di Cittadinanza sono 128mila, per un totale di 1,3 milioni di nuclei e oltre 3 milioni di persone coinvolte, di cui 753mila minorenni. E’ quanto comunica l’Inps, secondo l’Istituto sono oltre 1,6 milioni i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità, pari a 3,7 milioni di beneficiari, di cui 1,3 milioni minori. Incremento del 4% di percettori nel Nord (579mila) e Centro (419mila) rispetto a maggio, mentre nel Sud e Isole incremento del 2%, toccando i 2 milioni.

  • APProach: cittadini europei, innovazione digitale, partecipazione e cittadinanza inclusiva Milan Digital Week

    Si intitola APPROACH I cittadini europei, innovazione digitale e cittadinanza inclusiva, l’evento che si terrà online il 18 marzo 2021, dalle ore 10:30-12:00, nell’ambito della Milan Digital Week, a cui partecipa anche l’ufficio del Parlamento europeo a Milano.

    L’evento è a cura di Affari Europei-Area Relazioni Internazionali della Direzione Gabinetto del Sindaco del Comune di Milano, Assessorato alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici, Assessorato alla Partecipazione, Cittadinanza Attiva e Open Data.

    L’iniziativa offrirà l’occasione di presentare la prossima attività di APProach, il progetto europeo volto a promuovere l’inclusione e la partecipazione dei cittadini europei che vivono in città. La presentazione avverrà con una tavola rotonda dedicata al rapporto tra transizione digitale, cittadinanza inclusiva, collaborazione civica e partecipazione, che metterà a confronto pratiche locali e internazionali. L’incontro prevede anche un confronto tra campagne informative internazionali rivolte a promuovere l’accesso e l’esercizio del diritto di voto dei cittadini europei nelle città in cui risiedono, tra cui la campagna di grande successo del Parlamento europeo per le elezioni europee 2019 #STAVOLTAVOTO.

    I contenuti saranno disponibili dal 17 marzo a questo link: https://www.milanodigitalweek.com/approach-i-cittadini-europei-digitale-partecipazione

  • Sondaggio UE: europei favorevoli all’avvio di una conferenza sul futuro dell’Europa

    Il Parlamento europeo e la Commissione europea hanno pubblicato i risultati del primo sondaggio Eurobarometro condotto insieme.

    L’indagine speciale Eurobarometro sul futuro dell’Europa si è svolta tra il 22 ottobre e il 20 novembre 2020 nei 27 Stati membri dell’UE.

    Stando ai risultati del sondaggio, pubblicati nell’imminenza della firma della dichiarazione comune sulla conferenza sul futuro dell’Europa, la stragrande maggioranza delle risposte (92%), distribuita fra tutti gli Stati membri, chiede che le decisioni relative al futuro dell’Europa tengano maggiormente conto della voce dei cittadini.

    È proprio questo lo scopo della conferenza sul futuro dell’Europa: aprire un nuovo foro pubblico che ospiti un dibattito aperto, inclusivo, trasparente e strutturato con gli europei sulle questioni che ritengono importanti e che incidono sulla loro vita quotidiana.

    1. La conferenza sul futuro dell’Europa

    Tre quarti degli europei pensano che la conferenza sul futuro dell’Europa avrà un effetto positivo sulla democrazia nell’UE: il 76% concorda sul fatto che rappresenti un considerevole progresso in tal senso (il 25% è d’accordo totalmente, il 51% tendenzialmente), con una netta maggioranza a favore in tutti gli Stati membri dell’UE.

    Le risposte evidenziano l’opportunità di coinvolgere attivamente persone di ogni estrazione (51%); un ruolo importante spetta ai giovani (47%) così come ai governi nazionali (42%) e agli accademici, specialisti, intellettuali e scienziati (40%).

    Poco più della metà degli europei (51%) vorrebbe partecipare in prima persona, con le risposte più entusiastiche in arrivo da Irlanda (81%), Belgio (64%), Lussemburgo (63%) e Slovenia (63%).

    1. La voce dei cittadini nell’UE

    Il voto alle elezioni europee emerge indubbiamente (nel 55% delle risposte) come il modo più efficace per far sentire ai decisori dell’UE la voce dei cittadini, ma questo non va a scapito di un sostegno molto forte a una maggiore incidenza dei cittadini nelle decisioni relative al futuro dell’Europa. Fra il 92 % di coloro che reputano necessario tener maggiormente conto delle opinioni dei cittadini dell’UE, il 55 % concorda totalmente, il 37 % tendenzialmente. Soltanto il 6% non condivide l’affermazione.

    1. Il futuro dell’Europa

    Sei europei su dieci riconoscono che la crisi del coronavirus li ha indotti a riflettere sul futuro dell’Unione europea (il 19% concorda totalmente, il 41% tendenzialmente); il 39%, invece, dissente (il 23% tendenzialmente, il 16% totalmente).

    Ai partecipanti al sondaggio è stato chiesto di scegliere gli sviluppi che volevano trovare nel futuro dell’Europa: i due più citati sono stati l’equiparabilità del tenore di vita nei diversi Stati membri (35%) e una maggiore solidarietà tra questi (30%). Prioritarie per gli europei sono anche la definizione di una politica sanitaria comune (25%) e la comparabilità dei parametri nell’istruzione (22%).

    1. Punti di forza e sfide

    A parere degli europei, i principali punti di forza dell’UE sono il rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto (32%) e la potenza economica, industriale e commerciale (30%). Il rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto è considerato il patrimonio più importante dell’UE (in assoluto o insieme ad altro) in 14 paesi, in primis in Svezia, paese nel quale è citato come fondamentale nel 58% delle risposte. La potenza economica, industriale e commerciale è considerata il patrimonio più importante dell’UE (in assoluto o insieme ad altro) in nove paesi, capitanati da Finlandia (45%) ed Estonia (44%).

    Il problema dei cambiamenti climatici emerge chiaramente come la principale sfida globale che si ripercuoterà sul futuro dell’UE, selezionata dal 45% delle risposte; il secondo e il terzo posto, selezionati da una percentuale simile di europei, sono occupati da terrorismo (38%) e rischi sanitari (37%), La migrazione e lo sfollamento forzati costituiscono la quarta sfida più citata, in poco più di un quarto delle risposte (27%).

    L’indagine speciale Eurobarometro “Il futuro dell’Europa” è stata condotta in modalità diretta faccia a faccia, integrata da interviste online ove necessario a causa della pandemia. Le persone intervistate sono state in totale 27.034.

    Fonte: Commissione europea

  • A fine 2020 1,25 milioni le famiglie salariate dallo Stato col reddito di cittadinanza

    Aumenta il numero delle famiglie che percepiscono il Reddito o la Pensione di cittadinanza (per gli over 67): con il mese di dicembre 2020 salgono a 1,25 milioni i nuclei beneficiari, coinvolgendo in totale 2,9 milioni di persone. Il dato segna un incremento del 3,3% rispetto al mese precedente (1.249.809 beneficiari rispetto ai 1.209.381 di novembre scorso). La fotografia aggiornata arriva dall’Osservatorio statistico dell’Inps, che fa il punto anche sul Reddito di emergenza, la misura nata a maggio scorso per aiutare le famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza Covid, prevedendo un sostegno economico che va da 400 a 800 euro. In 8 mesi, da maggio a dicembre scorso, sono circa 1,5 milioni le mensilità pagate, in base ai 3 diversi decreti che hanno istituito e prorogato il Rem: il decreto Rilancio (per 2 mesi), il decreto agosto che introdotto la possibilità di richiedere un’altra mensilità indipendentemente dall’averla già chiesta o meno e il decreto Ristori di ottobre che ha previsto due ulteriori mensilità per novembre e dicembre 2020.

    Col prossimo decreto Ristori 5 si vedrà se il Rem sarà eventualmente prorogato e se ci saranno altri fondi per Reddito e Pensione di cittadinanza.

    Dagli ultimi dati Inps, l’importo medio risulta di 528 euro. Solo il 15% dei nuclei percepisce un importo medio superiore a 800 euro mensili. Il Mezzogiorno, con la Campania resta in testa. Il 61% dei nuclei percettori di Reddito o Pensione di cittadinanza risiede infatti tra Sud e isole (quasi 765mila nuclei, per 1,9 milioni di persone), il 23% al Nord (291mila nuclei, 584 mila persone) e il 16% al Centro (194mila nuclei, 403mila persone). La regione con il maggior numero di famiglie beneficiarie è la Campania, con il 21% delle prestazioni erogate, seguita dalla Sicilia (18%), dal Lazio (10%), dalla Lombardia e dalla Puglia (9%): in queste 5 Regioni risiede il 67% dei nuclei che ricevono il sostegno. Quanto alla cittadinanza di chi lo richiede, nell’85% dei casi risulta erogato ad un italiano, nel 9% ad un cittadino extra-comunitario in possesso di un permesso di soggiorno, nel 5% ad un cittadino europeo ed infine nell’1% ai familiari considerando i diversi casi.

    Nel 34% dei nuclei beneficiari è presente almeno un minore e l’importo medio mensile risulta di 647 euro; mentre nel 17% dei nuclei è presente almeno un disabile e l’importo medio percepito è di 518 euro.

  • A fine 2020 1,25 milioni le famiglie salariate dallo Stato col reddito di cittadinanza

    Aumenta il numero delle famiglie che percepiscono il Reddito o la Pensione di cittadinanza (per gli over 67): con il mese di dicembre 2020 salgono a 1,25 milioni i nuclei beneficiari, coinvolgendo in totale 2,9 milioni di persone. Il dato segna un incremento del 3,3% rispetto al mese precedente (1.249.809 beneficiari rispetto ai 1.209.381 di novembre scorso). La fotografia aggiornata arriva dall’Osservatorio statistico dell’Inps, che fa il punto anche sul Reddito di emergenza, la misura nata a maggio scorso per aiutare le famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza Covid, prevedendo un sostegno economico che va da 400 a 800 euro. In otto mesi, da maggio a dicembre scorso, sono circa 1,5 milioni le mensilità pagate, in base ai tre diversi decreti che hanno istituito e prorogato il Rem: il decreto Rilancio (per 2 mesi), il decreto Agosto che introdotto la possibilità di richiedere un’altra mensilità indipendentemente dall’averla già chiesta o meno e il decreto Ristori di ottobre che ha previsto due ulteriori mensilità per novembre e dicembre 2020.

    Col prossimo decreto Ristori 5 si vedrà se il Rem sarà eventualmente prorogato e se ci saranno altri fondi per Reddito e Pensione di cittadinanza.

    Dagli ultimi dati Inps, l’importo medio risulta di 528 euro. Solo il 15% dei nuclei percepisce un importo medio superiore a 800 euro mensili. Il Mezzogiorno, con la Campania resta in testa. Il 61% dei nuclei percettori di Reddito o Pensione di cittadinanza risiede infatti tra Sud e isole (quasi 765mila nuclei, per 1,9 milioni di persone), il 23% al Nord (291mila nuclei, 584 mila persone) e il 16% al Centro (194mila nuclei, 403mila persone). La regione con il maggior numero di famiglie beneficiarie è la Campania, con il 21% delle prestazioni erogate, seguita dalla Sicilia (18%), dal Lazio (10%), dalla Lombardia e dalla Puglia (9%): in queste 5 Regioni risiede il 67% dei nuclei che ricevono il sostegno. Quanto alla cittadinanza di chi lo richiede, nell’85% dei casi risulta erogato ad un italiano, nel 9% ad un cittadino extra-comunitario in possesso di un permesso di soggiorno, nel 5% ad un cittadino europeo ed infine nell’1% ai familiari considerando i diversi casi.

    Nel 34% dei nuclei beneficiari è presente almeno un minore e l’importo medio mensile risulta di 647 euro; mentre nel 17% dei nuclei è presente almeno un disabile e l’importo medio percepito è di 518 euro.

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