cittadini

  • Una riforma della legislazione farmaceutica per medicinali più disponibili, a prezzi più accessibili e più innovativi

    La Commissione ha proposto la riforma più ampia in oltre 20 anni della legislazione farmaceutica dell’UE per renderla più agile, flessibile e adeguata alle esigenze dei cittadini e delle imprese dell’UE. La revisione migliorerà la disponibilità e l’accessibilità, anche in termini di prezzi, dei medicinali. Sosterrà l’innovazione e darà slancio alla competitività e all’attrattiva dell’industria farmaceutica dell’UE promuovendo al contempo i parametri ambientali più elevati. Oltre alla riforma la Commissione presenta anche una proposta di raccomandazione del Consiglio per intensificare la lotta contro la resistenza antimicrobica.

    La riforma è volta a superare sfide di fondamentale importanza. I medicinali autorizzati nell’UE non giungono ancora ai pazienti con sufficiente rapidità e non sono accessibili in egual misura in tutti gli Stati membri. Vi sono notevoli lacune in termini di risposta a esigenze mediche non soddisfatte, malattie rare e resistenza antimicrobica. I prezzi elevati dei trattamenti innovativi e le carenze di medicinali rimangono causa di forte preoccupazione per i pazienti e i sistemi sanitari. Inoltre, per conservare la propria attrattiva come luogo per gli investimenti e mantenere il proprio ruolo di leader mondiale nello sviluppo di medicinali, l’UE deve adattare il proprio sistema normativo alla trasformazione digitale e alle nuove tecnologie, pur riducendo la burocrazia e semplificando le procedure. Da ultimo, le nuove norme devono mitigare l’impatto ambientale della produzione di medicinali in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

    La revisione comprende proposte di una nuova direttiva e di un nuovo regolamento che rivedono e sostituiscono la legislazione farmaceutica esistente, anche per quanto riguarda i medicinali per uso pediatrico e per le malattie rare. La revisione mira a conseguire i seguenti obiettivi principali:

    creare un robusto mercato unico dei medicinali tale da garantire che tutti i pazienti nell’intera UE dispongano di un accesso tempestivo ed equo a medicinali sicuri, efficaci e a prezzi accessibili;

    continuare a offrire un quadro attraente e favorevole all’innovazione per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di medicinali in Europa;

    ridurre drasticamente gli oneri amministrativi accelerando fortemente le procedure, velocizzando il rilascio delle autorizzazioni per i medicinali in modo che queste giungano più rapidamente ai pazienti;

    migliorare la disponibilità e garantire che i medicinali possano essere forniti sempre ai pazienti, indipendentemente dal luogo in cui vivono nell’UE;

    contrastare la resistenza antimicrobica e la presenza di farmaci nell’ambiente seguendo un approccio “One Health”;

    migliorare la sostenibilità dal punto di vista ambientale dei medicinali.

    Il pacchetto proposto comprende anche una proposta di raccomandazione del Consiglio che contiene misure complementari per contrastare la resistenza antimicrobica nei settori della sanità umana, della salute animale e dell’ambiente, grazie al cosiddetto approccio “One Health”. La proposta sostiene l’uso prudente degli antimicrobici raccomandando obiettivi concreti e misurabili per ridurne l’uso e promuovere livelli elevati di prevenzione delle infezioni, in particolare in ambiente ospedaliero, e di controllo nel campo della sanità umana.

    Le proposte legislative saranno trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio.

  • La Direzione Generale della Concorrenza della Commissione europea organizza un dibattito pubblico a Modena dal titolo “Markets for People: La concorrenza e le sue regole al servizio della società”

    Partirà da Modena il tour di “Markets for People: la concorrenza e le sue regole al servizio della società”, l’iniziativa lanciata dalla Direzione Generale per la Concorrenza della Commissione europea per approfondire e discutere l’impatto della politica di concorrenza sulla vita delle persone. L’appuntamento è per giovedì 20 aprile dalle 11 alle 12.30 al teatro della Fondazione San Carlo in via S. Carlo 5, Modena.

    Al confronto – moderato da Ubaldo Stecconi, esperto di comunicazione della Commissione europea – interverranno Anna Argentati, direttore direzione studi giuridici e analisi della legislazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Pier Luigi Bersani, politico e scrittore, Silvia Sciorilli Borrelli, giornalista del Financial Times, Sara De Simoni, dirigente alla Tetra Pak e il prof. Michele Polo, docente dell’Università Bocconi.

    L’incontro mira a sviluppare un confronto con la pubblica opinione sugli aspetti economici e sociali di mercati aperti, equi e regolati e sul loro impatto nella vita quotidiana dei cittadini. Il dibattito è aperto a tutti previa registrazione al link.

    L’iniziativa è organizzata in stretta collaborazione con l’Autorità Garante per il Mercato e la Concorrenza, le Rappresentanze della Commissione europea in Italia e il centro Europe Direct Modena unitamente agli altri centri della regione Emilia-Romagna.

    Per ulteriori informazioni si potrà contattare direttamente la Commissione europea scrivendo all’indirizzo email comp-mamawope@ec.europa.eu.

  • WhatsApp accetta di conformarsi pienamente alle norme dell’UE, informando meglio gli utenti e rispettando le loro scelte sugli aggiornamenti del contratto

    A seguito di un dialogo con le autorità dell’UE per la tutela dei consumatori e la Commissione europea (rete CPC), WhatsApp si è impegnata a garantire una maggiore trasparenza sulle modifiche delle condizioni d’uso. La società renderà anche più facile per gli utenti rifiutare gli aggiornamenti a cui sono contrari e spiegherà chiaramente in quali casi tale rifiuto renderà impossibile continuare a utilizzare l’applicazione. WhatsApp ha inoltre confermato che i dati personali degli utenti non sono condivisi a fini pubblicitari con terzi o altre società del gruppo Meta, tra cui Facebook. Il dialogo è stato coordinato dall’agenzia svedese per i consumatori e dalla commissione irlandese per la concorrenza e la tutela dei consumatori e agevolato dalla Commissione.

    Per tutti i futuri aggiornamenti delle politiche, WhatsApp dovrà: spiegare quali modifiche intende apportare ai contratti degli utenti e in che modo tali modifiche potrebbero incidere sui loro diritti; dare alla possibilità di rifiutare gli aggiornamenti delle condizioni d’uso lo stesso rilievo riservato all’opzione per accettarli; fare in modo che le notifiche riguardanti gli aggiornamenti possano essere ignorate o che si possano rivedere gli aggiornamenti in un momento successivo, rispettando le scelte degli utenti senza inviare continue notifiche.

  • “Rispettare la volontà dei cittadini e della Conferenza sul futuro dell’Europa”: petizione al Consiglio dell’Unione europea proposta dal Movimento Federalista Europeo

    Riceviamo e pubblichiamo la petizione che il Movimento Federalista Europeo presenta la Consiglio dell’Unione europea

    Ad un anno dall’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia è ormai evidente che il corso della politica mondiale è radicalmente cambiato, e che gli Europei devono attrezzarsi per potervi far fronte.

    In sintesi, è necessario e urgente che l’Unione europea sia dotata delle competenze, dei poteri decisionali e delle risorse indispensabili per poter garantire la nostra sicurezza, per assicurarsi un ruolo di peso sul piano internazionale, per far fare politiche efficaci in campo migratorio, economico, energetico, tecnologico, industriale, sanitario.

    Le richieste elaborate dai Cittadini e discusse con i rappresentanti delle istituzioni europee e nazionali nel quadro della Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFoE) hanno affrontato tutti questi temi e identificato anche una serie di punti su cui è indispensabile riformare i Trattati per rendere l’Unione europea più capace di agire e più democratica nel suo funzionamento politico-istituzionale, in modo da stabilire un rapporto diretto con i cittadini europei sul modello che caratterizza ogni governo democratico.

    Ora, mentre il Parlamento europeo sta elaborando le proposte per cambiare i Trattati come emerso dalla CoFoE dobbiamo tutti pretendere, come cittadini e come Europei, che il Consiglio – ossia i governi nazionali – non blocchino questo processo da cui dipende il nostro futuro!

    La Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFoE) ha rappresentato un momento democratico fondamentale che ha coinvolto i cittadini in una riflessione sulla natura e sul futuro dell’Unione europea. Tra le proposte elaborate, alcune richiedono una riforma dei Trattati per aumentare i poteri e migliorare i meccanismi decisionali dell’UE.

    Il Parlamento europeo, con il supporto della Commissione, si è già attivato per chiedere che si avvii una Convenzione per la riforma dei Trattati, e a primavera presenterà un rapporto con le sue proposte. Spetta al Consiglio portare avanti questa richiesta del Parlamento europeo; ma il Consiglio cerca di scoraggiare l’idea di avviare una riforma dell’Unione europea.
    I federalisti europei, insieme agli Ambasciatori dei Panel dei Cittadini della CoFoE denunciano il silenzio e l’ostruzionismo del Consiglio che sta danneggiando il potenziale della Conferenza.

    Per questo chiediamo a tutti di sottoscrivere e diffondere questa “Petizione al Consiglio dell’Unione europea” (www.mfe.it/petizione) perché il Consiglio rispetti la volontà dei cittadini e il lavoro della Conferenza sul futuro dell’Europa.
    E’ arrivato il momento che le istituzioni ascoltino la voce dei cittadini che chiedono risposte europee efficaci e lungimiranti, capaci di costruire sui valori di libertà, democrazia e solidarietà una società più giusta. E’ tempo che i governi accettino questa volontà popolare e aprano alla riforma dell’Unione europea per renderla quell’Europa politica che i Padri fondatori avevano concepito all’indomani della Seconda Guerra mondiale.

    Per conoscere nel dettaglio è al seguente link  https://sway.office.com/AUqrPA7SpSLcRqUE

    Per firmare la petizione cliccare il seguente link https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfURMzTbPzO8_OCUqGcQq81BrjIxL6xQ9tyaU-2Onq4JuBGcw/viewform

  • Il 91% dei cittadini dell’Ue schierato a favore dell’Ucraina

    Gli europei mostrano un forte sostegno per l’Ucraina e le iniziative prese per aiutarla dopo l’invasione russa. Sono inoltre favorevoli alle energie rinnovabili e alla riduzione della dipendenza dalla Russia. Malgrado i timori legati all’inflazione, il sostegno all’euro rimane elevato. Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro standard, pubblicato a ridosso del primo anniversario dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, i cittadini europei continuano a mostrarsi fortemente solidali con l’Ucraina e favorevoli alle iniziative prese per sostenere quel paese e il suo popolo. Ampio è anche il consenso per quanto riguarda l’accelerazione della transizione energetica, in particolare per gli investimenti nelle energie rinnovabili e i provvedimenti per ridurre la dipendenza dell’Ue dalle fonti energetiche russe. Sebbene l’inflazione continui a destare preoccupazione, inoltre, il sostegno all’euro rimane molto elevato.

    I cittadini dell’UE continuano a dimostrare la loro ferma solidarietà con l’Ucraina. Il 91% degli intervistati si è dichiarato d’accordo con la fornitura di sostegno umanitario e l’88 % si è detto a favore dell’accoglienza nell’UE delle persone in fuga dalla guerra. L’erogazione di aiuti finanziari all’Ucraina è approvata dal 77% degli intervistati, mentre l’imposizione di sanzioni economiche al governo, a imprese e a singoli cittadini russi vede d’accordo il 74% degli intervistati. I cittadini europei continuano inoltre a essere largamente favorevoli al divieto di trasmissione dei media statali russi (67%) e al finanziamento da parte dell’UE dell’acquisto e della fornitura di attrezzature militari destinate all’Ucraina (65%). Nel complesso, la maggioranza dei cittadini europei (56%) rimane soddisfatta della risposta dell’Unione europea all’invasione russa dell’Ucraina. Il 77% degli intervistati europei è a favore di una politica di difesa e sicurezza comune tra gli Stati membri dell’Ue (stessa percentuale dell’estate scorsa), mentre il 16% è contrario. Inoltre, l’80% ritiene che l’acquisto di attrezzature militari da parte degli Stati membri dovrebbe essere coordinato meglio e il 69% che l’UE debba rafforzare la sua capacità di produrre attrezzature militari.

    La grande maggioranza dei cittadini dell’Ue (84%) concorda poi sul fatto che l’Ue dovrebbe ridurre quanto prima la sua dipendenza dalle fonti energetiche russe. È inoltre ampio il consenso sul concetto che l’Ue dovrebbe sostenere la transizione verde investendo massicciamente nelle energie rinnovabili (86%). L’85% degli europei è convinto che l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici, dei trasporti e delle merci ci renderà meno dipendenti dai produttori di energia situati al di fuori dell’Ue. L’82% concorda sul fatto che gli Stati membri dell’UE dovrebbero acquistare congiuntamente energia da altri paesi per ottenere un prezzo migliore. Inoltre, l’81% afferma di aver adottato misure per ridurre il proprio consumo di energia.

    I cittadini dell’Ue ritengono che l’aumento dei prezzi/dell’inflazione/del costo della vita sia uno dei due problemi più importanti che l’UE si trova ad affrontare al momento (32%, -2 punti percentuali), seguito dalla situazione internazionale (28%, stabile) e dall’approvvigionamento energetico (26%, -2 punti percentuali).

    La percezione della situazione dell’economia europea è rimasta invariata dall’estate scorsa: il 40% la considera “buona”, il 51% “negativa”. Anche la percezione della situazione dell’economia nazionale è rimasta relativamente stabile rispetto all’estate del 2022, con il 35% di giudizi positivi e il 63% di giudizi negativi. In tale contesto, il sostegno all’euro rimane a un livello molto elevato nell’UE nel suo complesso (71%, il secondo livello più alto mai registrato) e soprattutto nella zona euro (79%). Inoltre, più della metà degli intervistati (54%) ritiene che il piano di ripresa NextGenerationEU possa dare una risposta efficace alle attuali sfide economiche. Il 63% ritiene anche che per stimolare gli investimenti del settore privato dovrebbero essere utilizzati fondi pubblici a livello di Ue.

    Il 47% degli europei tende a fidarsi dell’Ue e il 32% dei governi nazionali. Il 45% degli europei ha un’immagine positiva dell’Ue, il 36% un’immagine neutra e il 18% un’immagine negativa. Infine, il 62% afferma di essere ottimista sul futuro dell’Ue (-3 punti percentuali rispetto all’estate scorsa, percentuale comunque analoga a quella registrata nel febbraio del 2022, prima dell’aggressione russa all’Ucraina).

  • Elezioni regionali: 2010/2023

    Se venisse, come sembra, confermato il trend relativo all’affluenza inferiore di oltre il 50% rispetto alle precedenti Elezioni Regionali, allora saremo di fronte alla evidente rottura del “giocattolo democratico” nel nostro Paese.

    Questa percentuale, infatti, nasce senza ombra di dubbio dalla percezione per i cittadini della sostanziale inutilità del proprio voto, anche se all’interno di una istituzione regionale e quindi nella visione del federalisti italiani intesa come più “vicina” alle legittime aspettative degli elettori e perciò in grado di risolvere le complesse problematiche dei cittadini.

    Adesso arriva l’ennesima conferma della disaffezione verso le istituzioni, e regionali in particolare, le quali vengono invece percepite come lontane ed espressione di un ulteriore blocco normativo burocratico esattamente come lo stato centrale.

    In secondo luogo, la sostanziale diserzione delle urne azzera il valore anche solo a livello propagandistico e relativo ad una facile ricetta la quale individua ogni possibile ripartenza del nostro Paese semplicemente Introducendo maggiore autonomia delle regioni, pur mantenendo invariata la classe politica e dirigente.

    Questa risibile affluenza, poi, dimostra, senza possibilità di equivoci, la stanchezza degli elettori i quali, dopo tre anni caratterizzati dalle conseguenze disastrose della pandemia alle quali si aggiungono quelle legate alla guerra in Ucraina, si ritrovano con il disarmante risultato di avere, unici in Europea, il tasso di inflazione a doppia cifra e contemporaneamente l’aumento della pressione fiscale.

    In altre parole, quando all’interno di un periodo così difficile come quello dal 2020 ad oggi si reca alle urne meno di un elettore su tre allora, differentemente da quanto sostenuto da accademici aderenti alla deriva del sistema, viene meno la stessa legittimazione del mandato elettorale sulla base del quale un parlamento o un governo credono di potere esercitare la propria funzione istituzionale.

    Il paradosso, poi, di questa rottura democratica raggiunge la sua massima espressione, trasformandosi in farsa, quando con queste minime percentuali di affluenza il potere dei partiti viceversa aumenta, grazie al maggiore peso dei propri iscritti e simpatizzanti sull’esito elettorale finale.

    Un sistema politico trae la propria legittimazione dal consenso elettorale, attraverso il quale si esprime la volontà degli elettori.

    Quando, invece, in soli tredici anni, dal 2010 al 2023, esistenti tra i due appuntamenti elettorali regionali non abbinati alle elezioni politiche, si perde oltre il 30% del rapporto fiduciario degli aventi diritto – nel 2010 l’affluenza fu del 58,76% a fronte del 37% della odierna tornata elettorale –  allora viene meno la stessa rappresentanza elettorale democratica: un quadro ormai evidente nel nostro Paese.

  • A botta calda

    A botta calda il risultato elettorale premia, giustamente, Giorgia Meloni per come ha saputo crescere politicamente portando avanti il suo partito ma anche aprendosi alla società e dimostra, non solo con le incredibili esternazioni di Berlusconi, che il pericolo maggiore per il governo sono proprio gli alleati di Fratelli d’Italia.

    Il meritato successo non deve distrarre i vincitori, e neppure i vinti, dall’analisi approfondita della sempre maggior disaffezione al voto di tanta parte degli italiani.

    Qualcuno può anche sostenere che lo stesso astensionismo si è verificato in altre democrazie ma in questo periodo storico, nel quale proprio il concetto di democrazia è messo in discussione dai vari presidenti dittatori che governano in troppi paesi, è necessario che chi governa e chi è all’opposizione analizzi e comprenda come l’astensionismo, nato dalla mancanza di credibilità dei partiti, sia un grave pericolo in e per l’Italia.

    Salvini può anche dirsi soddisfatto di aver preso più o meno il 16% ma è il 16% del misero 41% che è andato a votare!

    Se poi vogliamo parlare del peso dell’Italia in Europa le dichiarazioni di Berlusconi non incoraggiano certo le istituzioni europee a fidarsi del nostro Paese nonostante i lodevoli sforzi della Presidente del Consiglio.

    Finita la conta dei voti bisognerà cominciare a fare altri conti e nuove riflessioni.

  • Unione sanitaria: diventa operativa la rete di laboratori HERA

    L’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) sta istituendo una rete di laboratori che è diventata operativa il 1 febbraio. La rete, denominata DURABLE, è finanziata con 25 milioni di euro nell’ambito del programma EU4Health. Fornirà informazioni scientifiche rapide e di alta qualità per sostenere l’UE nella preparazione e nella risposta alle minacce sanitarie transfrontaliere e nella valutazione dell’impatto delle contromisure mediche.

    DURABLE sarà coordinata dall’Institut Pasteur e comprenderà diciotto laboratori di alto livello all’interno dell’UE. Contribuirà a un’analisi e un’individuazione rapide, complete ed efficaci degli agenti patogeni e a una loro migliore caratterizzazione; ciò aiuterà a individuare, sviluppare e acquistare contromisure mediche adeguate. DURABLE integrerà le reti esistenti, comprese quelle coordinate del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, per affrontare le sfide future.

    DURABLE promuoverà lo scambio di dati e orienterà il processo decisionale a livello mondiale. Ciò sosterrà i paesi nei loro sforzi per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 3 su salute e benessere e altri traguardi e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile legati alla salute.

  • Dalla comunicazione alla…

    All’interno di una civiltà globale la comunicazione diventa un elemento importante e determinante per la sua stessa definizione. Si parla, infatti, di “infocrazia” come di una evoluzione (assolutamente imperfetta) degli asset democratici espressi dalle diverse “civiltà” contemporanee.

    In questo contesto, allora, anche la stessa comunicazione istituzionale rappresenta un fattore fondamentale nel mantenimento di un rapporto tra le istituzioni ed i cittadini quanto nella sua evoluzione.

    L’obiettivo principale dovrebbe essere rappresentato dal fornire all’utenza dei riferimenti precisi e verificabili, tanto nella tutela dei propri diritti quanto nella trasparenza delle linee guida politiche, economiche e sociali delle istituzioni stesse.

    Ovviamente, i canali utilizzati quanto le occasioni scelte per rafforzare la comunicazione istituzionale rappresentano essi stessi delle forme di rispetto e sensibilità tali da comprometterne lo stesso contenuto informativo proposto. Quando, infatti, si utilizza un evento di natura assolutamente lontano dal contesto politico per riaffermare la posizione del governo all’interno di un confronto importante per l’intera cittadinanza italiana, si passa inevitabilmente dalla comunicazione alla banale “propaganda” governativa, espressione della peggiore deriva ideologica massimalista.

    Oggi, ma il problema nasce molto prima, utilizzare un Festival per “propagandare” e quindi giustificare le posizioni governative (nazionali quanto europee) rappresenta la conferma di una regressione culturale senza precedenti.

    Un altro passo nella direzione contraria rispetto ad una qualsiasi evoluzione di un sistema democratico e liberale.

  • Google si impegna a fornire ai consumatori informazioni più chiare e accurate per conformarsi alle norme dell’UE

    Al fine di allineare le sue pratiche al diritto dell’UE – in particolare per quanto riguarda la mancanza di trasparenza e di informazioni chiare ai consumatori – Google si è impegnata a introdurre modifiche in diversi dei suoi prodotti e servizi. A seguito di un dialogo avviato nel 2021 con la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC), coordinata dalla Commissione europea e guidata dall’Autorità olandese per i consumatori e i mercati e dalla direzione generale belga per l’ispezione economica, Google ha accettato di affrontare le questioni sollevate dalle autorità e di apportare modifiche a Google Store, Google Play Store, Google Hotels e Google Flights, per garantire il rispetto delle norme dell’UE in materia di tutela dei consumatori.

    A seguito del dialogo, Google si è impegnata a limitare la propria capacità di apportare modifiche unilaterali agli ordini per quanto riguarda prezzi o cancellazioni e a creare un indirizzo di posta elettronica riservato alle autorità per la tutela dei consumatori, in modo che quest’ultime possano segnalare e richiedere la rapida rimozione di contenuti illegali.

    Google ha inoltre accettato di introdurre una serie di modifiche alle sue pratiche, quali:

    Google Flights e Google Hotels

    • Chiarire ai consumatori se stipulano un contratto direttamente con Google o se la società agisce semplicemente come intermediario;
    • indicare chiaramente il prezzo utilizzato come riferimento quando la piattaforma pubblicizza offerte promozionali, come pure il fatto che le recensioni su Google Hotels non sono verificate;
    •  accettare gli stessi impegni in materia di trasparenza assunti da altre grandi piattaforme ricettive, per quanto riguarda le modalità con cui presentano le informazioni ai consumatori, ad esempio in materia di prezzi o disponibilità.

    Google Play Store e Google Store

    • Fornire informazioni precontrattuali chiare sui costi di consegna, sul diritto di recesso e sulla disponibilità di opzioni di riparazione o sostituzione. Google faciliterà inoltre l’acquisizione di informazioni sulla società (ad esempio la ragione sociale e l’indirizzo), indicando punti di contatto diretti ed efficaci (ad esempio, la possibilità di parlare con un operatore telefonico);
    • chiarire le modalità di consultazione delle differenti versioni nazionali di Google Play Store e informare gli sviluppatori dell’obbligo di rendere le loro applicazioni disponibili in tutta l’UE (ai sensi del regolamento sui blocchi geografici) e consentire ai consumatori di utilizzare mezzi di pagamento di tutti i paesi dell’UE.

    La rete di cooperazione per la tutela dei consumatori effettuerà un attivo monitoraggio dell’attuazione di tali impegni e le autorità nazionali eserciteranno un controllo sugli stessi, intervenendo per garantirne l’osservanza, qualora permangano elementi di preoccupazione. In particolare, vi è una pratica di Google che non è pienamente conforme al regolamento sui blocchi geografici, in quanto la società applica limitazioni tecniche all’uso di applicazioni che sarebbero normalmente disponibili nel paese in cui l’utente si trova in via temporanea. Google si è giustificata dicendo che gli utenti possono cambiare il proprio paese di residenza una volta all’anno per avere accesso alle applicazioni e ai giochi locali in un altro Stato membro. Una modifica di questo tipo, tuttavia, può comportare la perdita di contenuti acquisiti e del credito rimanente in violazione del regolamento sui blocchi geografici.

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