Commissione

  • Dalla Commissione un sostegno alle imprese dell’Italia meridionale per le conseguenze della guerra russo-ucraina

    La Commissione europea ha approvato modifiche a un regime italiano esistente a sostegno delle imprese attive nell’Italia meridionale nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina.

    L’aiuto consisterà in una riduzione del 30% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati attivi nelle regioni meridionali dell’Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) che risentono delle conseguenze socioeconomiche derivanti dalla guerra della Russia contro l’Ucraina.

    L’Italia ha notificato due modifiche al regime esistente consistenti in un aumento di bilancio di 2,9 miliardi di euro e una proroga del periodo in cui si applica la riduzione dei contributi previdenziali fino al 31 dicembre 2024.

  • L’UE ribadisce il suo impegno a sostenere i rifugiati

    In occasione della Giornata mondiale dei rifugiati, è stata rilasciata una dichiarazione comune della Commissione e dell’Alto Rappresentate in cui l’UE ricorda il suo impegno a sostenere i rifugiati in tutto il mondo. “Oggi oltre 120 milioni di persone sono vittime di sfollamenti forzati in tutto il mondo. In occasione della Giornata mondiale dei rifugiati, ribadiamo il risoluto impegno dell’UE a essere uno dei principali donatori mondiali di aiuti ai rifugiati. Ci impegniamo a intensificare gli sforzi per garantire che l’Unione rimanga un luogo di protezione e sicurezza per i rifugiati.

    Nel concreto, l’UE sta attivamente dando seguito all’impegno assunto in occasione del Forum globale sui rifugiati del 2023 di migliorare la situazione di milioni di rifugiati e sfollati forzati coinvolti in conflitti e gravi crisi umanitarie in tutto il mondo, per esempio in luoghi come Gaza, l’Ucraina, la Siria, l’Afghanistan, il Myanmar, il Venezuela, lo Yemen, il Sudan, il Ciad e la Repubblica democratica del Congo. Aiutiamo inoltre i governi ad affrontare l’apolidia e a rafforzare i loro sistemi di asilo“.

  • La Commissione europea avvia un procedimento formale nei confronti di Meta sulla violazione dei servizi digitali

    La Commissione ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta, fornitore di Facebook e Instagram, abbia violato il regolamento sui servizi digitali in relazione alla tutela dei minori. A Bruxelles si teme infatti che i sistemi di Facebook e Instagram, compresi i loro algoritmi, possano stimolare dipendenze comportamentali nei minori generando il cosiddetto effetto “rabbit-hole” e c’è preoccupazione sui metodi di garanzia e verifica dell’età messi in atto da Meta.

    L’apertura del procedimento si basa su un’analisi preliminare della relazione di valutazione dei rischi presentata da Meta nel settembre 2023, sulle risposte di Meta alle richieste formali di informazioni da parte della Commissione (sulla tutela dei minori e sulla metodologia della valutazione dei rischi), sulle relazioni accessibili al pubblico e su analisi della Commissione stessa.

    Il 30 aprile 2024 la Commissione aveva già avviato un procedimento formale nei confronti di Meta, in relazione sia a Facebook sia a Instagram, per pubblicità ingannevole, contenuti politici, meccanismi di notifica e azione, accesso ai dati da parte dei ricercatori e per la mancanza di uno strumento efficace di monitoraggio in tempo reale del dibattito civico e delle elezioni fornito da terzi in vista delle elezioni del Parlamento europeo.

  • Luci d’Europa a Milano: la città celebra la Giornata dell’Europa con una serata tra musica e parole a un mese dalle elezioni europee

    In occasione della Giornata dell’Europa l’Ufficio del Parlamento europeo e la Rappresentanza della Commissione europea a Milano organizzano un evento dedicato ai cittadini.

    A un mese dalle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, a Milano, mercoledì 8 maggio avrà luogo un evento dedicato alla Giornata dell’Europa 2024 con una serata tra musica e parole. Dalle 19:00 alle 21:00, presso il Luiss Hub (via Massimo D’Azeglio 3), si celebrerà la storia europea e la democrazia, coinvolgendo cittadine e cittadini di tutte le età, istituti scolastici, università e organizzazioni della società civile del territorio.

    L’evento prevede momenti di dialogo e performance artistiche. Durante la serata si esibiranno e interverranno: Gaia, Roberto Vecchioni, Elio e Francesco Oggiano.

    L’iniziativa, che si inserisce nel contesto della campagna istituzionale #UsailTuoVoto, si aprirà con la proiezione del video promozionale della stessa e ricorda l’importanza della partecipazione alle prossime elezioni europee.

    La partecipazione è gratuita previa iscrizione fino ad esaurimento posti al seguente Link

    Inoltre, nelle serate del 8 e 9 maggio l’Arco della Pace e la Torre del Filarete del Castello Sforzesco verranno illuminate con i colori dell’Unione europea nel contesto di un’iniziativa che coinvolge numerose città italiane ed europee orientata a celebrare la Giornata dell’Europa e ricordare l’appuntamento del voto.

  • Giornata dell’Europa 2024: le istituzioni europee di tutta Europa accolgono i cittadini ai loro eventi della Giornata Porte aperte

    In occasione della Giornata dell’Europa del 9 maggio, l’UE celebra l’unità e il lungo periodo di pace che ha permesso di conseguire commemorando la firma della dichiarazione Schuman nel 1950. Un mese prima delle elezioni europee (che si svolgeranno dal 6 al 9 giugno), i cittadini avranno l’opportunità di visitare le istituzioni dell’UE a Bruxelles e altrove per saperne di più su quello che l’Europa fa per loro e insieme a loro. I cittadini saranno invitati ad assistere a spettacoli dal vivo e a partecipare a dibattiti, giochi e altre attività.

  • Un finanziamento di 11 milioni di euro per reportage audiovisivi dedicati all’UE

    La Commissione ha pubblicato un invito a presentare proposte del valore di 11 milioni di euro per finanziare reportage audiovisivi indipendenti realizzati da media paneuropei e dedicati a questioni europee.

    Al fine di aumentare la quantità, la qualità e l’impatto di tali reportage, nel maggior numero possibile di lingue e paesi dell’UE, soprattutto laddove l’offerta da parte dei media è scarsa, l’invito è suddiviso in due sezioni: 8 milioni di euro per i media che presentano proposte per la produzione e la diffusione di programmi e reportage su questioni europee, e un ulteriore importo di 3 milioni di euro a disposizione per proposte di servizi di informazione realizzati in lingue nelle quali la copertura mediatica degli affari europei è limitata (compreso un servizio di informazione internazionale in ungherese) e/o in cui vi siano i margini per migliorare la diversità dei contenuti informativi sull’UE.

    I candidati possono presentare domanda per una delle due sezioni. La Commissione selezionerà una proposta per ciascuna sezione. Il termine ultimo per l’iscrizione è il 24 maggio 2024. Le convenzioni di sovvenzione dovrebbero essere firmate a settembre, a partire dall’ottobre 2024.

    Questo invito a presentare proposte rientra nel quadro delle azioni multimediali, che mirano a finanziare informazioni generali sull’UE, notiziari e programmi rivolti al pubblico con un’angolatura europea, realizzati in condizioni di assoluta indipendenza editoriale.

  • La Commissione accoglie con favore l’accordo provvisorio per modernizzare le ispezioni e la sorveglianza delle navi

    La Commissione accoglie con favore l’accordo politico raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio sull’aggiornamento degli obblighi per il controllo da parte dello Stato di approdo delle navi che fanno scalo nei porti dell’UE e sugli obblighi dello Stato di bandiera per le navi mercantili registrate negli Stati membri dell’Unione.

    Per quanto riguarda la direttiva sullo Stato di bandiera, i colegislatori hanno convenuto di integrare nel diritto dell’UE le norme pertinenti dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) (l’International Instruments Code, o codice III). Ciò garantisce che tali norme possano essere applicate alle navi battenti bandiera di uno Stato membro dell’UE. Gli Stati membri dovranno inoltre effettuare ogni anno un numero concordato di ispezioni dello Stato di bandiera e provvedere alla digitalizzazione dei certificati statutari delle proprie navi, il che a sua volta faciliterà le ispezioni da parte dello Stato di approdo.

    L’accordo sul controllo da parte dello Stato di approdo allineerà il diritto dell’UE all’IMO e al Memorandum d’intesa di Parigi relativo al controllo delle navi da parte dello Stato d’approdo in merito agli obblighi relativi all’organizzazione e all’esecuzione dei controlli da parte dello Stato di approdo. Gli Stati membri hanno inoltre convenuto di istituire un regime volontario di controllo da parte dello Stato di approdo per i pescherecci più grandi e di aumentare l’importanza dei requisiti ambientali del controllo da parte dello Stato di approdo, adeguando il profilo di rischio della nave utilizzato per selezionare le navi da ispezionare. La direttiva riveduta prevede anche certificati navali elettronici, che consentiranno agli ispettori di prepararsi meglio prima delle ispezioni e di concentrarsi sulla conformità delle navi alle norme applicabili, piuttosto che su un riesame dei documenti una volta a bordo.

    I controlli da parte dello Stato di bandiera e da parte dello Stato di approdo sono strumenti importanti per un’ampia gamma di questioni relative al trasporto marittimo, quali la sicurezza marittima, la protezione dell’ambiente e le condizioni di lavoro a bordo.

    A seguito dell’accordo politico di ieri, ora i testi definitivi devono essere adottati formalmente. Una volta completato tale processo da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, le nuove norme saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entreranno in vigore dopo 20 giorni. Gli Stati membri disporranno di 30 mesi per recepire le direttive nel diritto nazionale.

  • La Commissione investe oltre 233 milioni di euro in progetti strategici per l’ambiente e il clima in tutta Europa

    La Commissione investirà oltre 233 milioni di euro in 12 nuovi progetti strategici in tutta Europa, a titolo del programma LIFE, allo scopo di sostenere l’attuazione delle ambizioni dell’UE sul piano ambientale e climatico nell’ambito del Green Deal europeo. Tali progetti strategici dovrebbero mobilitare importanti finanziamenti aggiuntivi provenienti da altre fonti dell’UE, tra cui i fondi agricoli, strutturali, regionali e per la ricerca, oltre che dai governi nazionali e dal settore privato.

    I finanziamenti concessi a questi 12 progetti strategici favoriranno il raggiungimento degli obiettivi nazionali sul piano ambientale e climatico di Bulgaria, Cechia, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lituania, Austria, Polonia e Finlandia, oltre ad aumentare il contributo di questi paesi alla transizione ecologica dell’UE.

    Sono stati selezionati anche altri sei progetti per promuovere la natura e la biodiversità. Nell’ Italia settentrionale LIFE NatConnect2030 intraprenderà azioni in oltre 500 siti per migliorare la biodiversità e rafforzare i corridoi ecologici.

  • La relazione degli esperti sulla politica di coesione propone modalità per amplificarne l’efficacia e l’influenza future

    Perché la politica di coesione è fondamentale per il futuro dell’Europa? Cosa fa la politica di coesione e cosa dovrebbe fare? In che modo la politica di coesione può svolgere meglio la sua missione di coesione economica, sociale e territoriale nel contesto della transizione verde e digitale e dei cambiamenti demografici? Sono le tre questioni chiave per riflettere sul futuro della politica di coesione dopo il 2027 che il gruppo indipendente di esperti ad alto livello sul futuro della politica di coesione ha presentato nella sua relazione. Il documento valuta il funzionamento della politica di coesione e contiene raccomandazioni su come garantire che la politica continui a promuovere la prosperità e la convergenza in tutta l’UE.

    Tali raccomandazioni andranno ad aggiungersi alle riflessioni in corso e al corpus di pareri di molte parti interessate e istituzioni sul futuro della politica di coesione.

    Istituito dalla commissaria europea per la Coesione e le riforme Elisa Ferreira, il gruppo, indipendente dalla Commissione, ha esaminato le modalità per garantire che la politica di coesione continui a sostenere la crescita e la ripresa in tutte le regioni d’Europa, realizzando nel contempo la transizione verde e digitale e aiutando le regioni ad adattarsi alle sfide demografiche, industriali e geopolitiche in corso.

    La relazione è il risultato di un intenso lavoro svolto dal gruppo nel corso dello scorso anno, arricchito da contributi accademici, documenti di input preparati dalla Commissione e presentazioni di diverse parti interessate.

    Per il gruppo la politica di coesione dovrebbe essere maggiormente basata sul territorio, con investimenti orientati al futuro adattati ai punti di forza, alle sfide e alle esigenze unici di ciascuna regione; promuovere un approccio olistico alla politica sociale investendo maggiormente nello sviluppo del capitale umano e nell’integrazione sociale per prevenire e ridurre le disuguaglianze in tutti i territori; sfruttare le capacità locali e il potenziale per sviluppare future opportunità di crescita inclusiva e sostenibile attraverso la diversificazione e la collaborazione; costruire migliori istituzioni nazionali e regionali mettendo lo sviluppo di capacità e l’innovazione sullo stesso piano degli investimenti nelle infrastrutture e nel capitale produttivo; elaborare strategie di sviluppo più efficaci e inclusive utilizzando i principi di un partenariato forte e di una gestione condivisa, riunendo le parti interessate dei diversi livelli di governo e della società civile; collegare le regioni per sfruttare le opportunità globali e realizzare un’innovazione più sostenibile e resiliente; diventare maggiormente basato sulle prestazioni, combinando questo approccio con la sua dimensione territoriale; essere meglio integrati nel sistema di governance economica; razionalizzare le proprie procedure amministrative e adottare approcci più efficienti e di facile utilizzo per semplificare i processi;  continuare a concentrarsi sulla sua missione originaria di promuovere lo sviluppo sostenibile e stimolare la competitività, mantenendo nel contempo la flessibilità necessaria per affrontare le sfide urgenti.

  • L’insostenibilità economico-ambientale

    Qualsiasi esito di una strategia si basa sulla valutazione del pieno o parziale raggiungimento dell’obiettivo indicato anche in ragione dei costi sostenuti per il suo conseguimento, il tutto inserito in un contesto temporale.

    Questo principio vale soprattutto nella considerazione di una strategia economica all’interno di una macro area come l’Unione Europea, la quale si confronta con le dinamiche di un mercato sempre più globale.

    Ogni obiettivo strategico la cui valutazione si basi su parametri diversi, determina inevitabilmente l’ingresso di un ipotetico fattore ideologico come termine di riferimento. Ed è esattamente quello che sta accadendo in Europa con il settore Automotive.

    Da anni tanto a livello europeo quanto nazionale l’automobile rappresenta il nemico pubblico espressione anche di un becero individualismo e quindi da combattere non solo per l’inquinamento ma anche sulla base di valutazioni prettamente etiche.

    In questo senso si può interpretare la virata della Commissione europea la quale ha individuato nell’articolato mondo dell’Automotive il primo vero responsabile del cambiamento climatico quando invece questo rappresenta solo l’1% delle già risibili emissioni dell’Unione Europea che rappresentano il 6,7/7 % del totale delle emissioni europee.

    Inoltre questi cambiamenti climatici probabilmente possono ritenersi conseguenza non tanto dell’attuale livello di emissioni quanto di quelle dei decenni precedenti in quanto le automobili hanno ridotto negli ultimi vent’anni di oltre il 92% le proprie emissioni.

    Di conseguenza si considera legittimo ed assolutamente proficuo cercare di ridurre l’1% dell’inquinamento attribuibile all’automobile, un settore che rappresenta il 6,7% della occupazione europea.

    Contemporaneamente si rinuncia, sempre e solo sulla base di parametri ideologici, ad oltre il 7% del PIL e a 396 miliardi di tasse che il settore, nel suo complesso, versa nelle casse delle Nazioni e della stessa Unione Europea.

    Non paghi della apocalisse prossima ventura gli esperti di economia ambientalista sostengono come il supporto fiscale assicurato dal settore Automotive dovrebbe venire caricato alle società petrolifere, un delirio la cui sola idea creerebbe un tracollo finanziario molto simile a quello del ’29 e che non risparmierebbe alcun settore.

    La stessa crisi di Volkswagen, la quale ora si vede costretta a tagliare il 10% del proprio personale a causa degli avventati investimenti nell’auto elettrica come espressione della propria strategia speculativa che aveva adottato il delirio ambientalista della Commissione, ne rappresenta una pericolosa anteprima.

    In altre parole, quando pretendi di combattere l’1% di emissioni di un complessivo 6,7% dell’inquinamento attribuibile all’Europa, sacrificando scientemente il 7% del PIL espressione di un know how frutto di decenni di investimenti industriali e professionali, quando pretendi di lasciare senza lavoro oltre il 6,7% degli occupati assicurati dal settore Automotive e rinunciando a 394 miliardi di tasse, in più utilizzando le risorse fiscali per incentivare automobili made in China prodotte con l’energia assicurata dalle centrali al carbone a fortissimo impatto ambientale, allora è necessario assumersi le responsabilità del proprio delirio di fronte ai lavoratori ed ai cittadini europei.

    (*) https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AE8MlslB

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