Commissione europea

  • REACT-EU: oltre 433 milioni di euro a Belgio, Italia e Lussemburgo per sostenere l’occupazione, la sanità e le persone in fuga dall’aggressione russa contro l’Ucraina

    Il Belgio, l’Italia e il Lussemburgo riceveranno ulteriori 433,79 milioni di € nell’ambito di REACT-EU per sostenere l’occupazione, la sanità e le persone in fuga dall’aggressione russa contro l’Ucraina. In Belgio, 33,4 milioni di € provenienti dal Fondo sociale europeo (FSE) miglioreranno l’orientamento, la consulenza e il sostegno all’occupazione. L’obiettivo è integrare nel mercato del lavoro i rifugiati ucraini e le persone vulnerabili in cerca di lavoro che hanno perso il lavoro dopo la pandemia di COVID-19 o si trovano in condizioni di lavoro precarie, con particolare accento sullo sviluppo delle competenze digitali. A Lussemburgo, il Fondo di aiuti agli indigenti riceverà 390 000 € per fornire più aiuti alimentari alle persone bisognose. Tali fondi consentiranno al Lussemburgo di continuare a rispondere non solo alle attuali esigenze delle famiglie in situazioni precarie, ma anche alle necessità più elevate e alle nuove esigenze di approvvigionamento alimentare causate dalle conseguenze sociali della pandemia. In Italia, 136 milioni di € saranno aggiunti al programma operativo “Governance e capacità istituzionale” per contribuire ad alleviare la pressione sul sistema sanitario nazionale, sostenere l’assunzione di nuovi operatori sanitari pubblici e coprire i costi delle ore lavorative supplementari prestate da 23 200 medici e da altro personale sanitario durante la pandemia. Inoltre, 264 milioni di € saranno utilizzati per l’acquisto di dosi di vaccini contro il COVID-19. A titolo della quota 2021 di REACT-EU erano già stati stanziati 40 miliardi di € per aiutare gli Stati membri a riprendersi dalla pandemia, investire nella transizione digitale e verde e, più recentemente, per integrare le persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Dal marzo 2022 la Commissione ha inoltre versato agli Stati membri prefinanziamenti per un importo di 3,5 miliardi di € a titolo di REACT-EU. La Commissione ha poi recentemente presentato la proposta FAST-CARE per garantire che i prefinanziamenti siano aumentati di altri 3.5 miliardi di €, da versare nel 2022 e nel 2023.

    Fonte: Commissione europea

  • E la von der Leyen punta sull’asse tra Macron, Draghi e Scholz

    L’entusiasmo dei commissari e della presidente von der Leyen in visita a Parigi traspare da ogni gesto e parola. A testimoniare le grandi aspettative riposte dalla Commissione europea nella presidenza francese di turno del Consiglio Ue. “I prossimi sei mesi saranno dedicati alla costruzione dell’Europa del futuro. Clima, digitale, regole moderne per l’economia, gestione delle migrazioni e politica estera e di difesa: le nostre priorità convergono in larga misura. Andremo avanti insieme”, ha twittato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Un avvio di una presidenza di turno che non si vedeva da tempo tanto che la visita di due giorni dell’esecutivo europeo a Parigi si è trasformata in una grande celebrazione europeista. Con la Torre Eiffel e l’Arco di Trionfo illuminati coi colori dell’Unione europea, la cena all’Eliseo, l’omaggio al Pantheon a Jean Monnet e Simone Veil, fondatori dell’Europa, e una sintonia non celata tra la presidente della Commissione e il presidente francese Emmanuel Macron.

    “Sono felice che un Paese con peso politico ed esperienza come la Francia assuma la presidenza del Consiglio Ue”, ha detto von der Leyen, soprattutto in “circostanze particolari”, per la situazione sanitaria – che resta preoccupante – e le pressioni sul vicinato da parte della Russia. L’obiettivo della Commissione è progredire velocemente su quei dossier ancora in stallo e rilanciare proprio a metà del mandato il progetto europeo minato dallo scetticismo dei paesi a guida sovranista.

    Per Macron, invece, si tratta di avere a disposizione una grande vetrina – anche qui in chiave antisovranista – in piena campagna elettorale per le presidenziali. La numero uno della Commissione passa in rassegna le priorità della presidenza francese, che coincidono con quelle della Commissione. Dall’Unione della difesa “che ci prepari a nuove minacce in futuro” da lanciare con la Bussola Strategica nel vertice di marzo. Alla gestione delle frontiere, al rafforzamento dello spazio Schengen e all’approvazione del Patto sulla Migrazione e l’Asilo, ormai fermo da più di un anno. Grandi aspettative anche sul pacchetto per il clima “Fit for 55” e sui due provvedimenti per mettere ordine al mondo digitale. Infine, la revisione delle regole di governance economica dopo la moratoria del Patto di Stabilità fino a tutto il 2022. Anche su questo aspetto la Francia darà il suo contributo decisivo, cercando di convincere anche i paesi frugali ad allentare i rigidi vincoli di rientro del debito. “Abbiamo bisogno di investimenti per la transizione verde e digitale e tutto ciò richiede un esame approfondito delle esigenze europee, vale a dire, dovremmo conciliarli con le necessità di bilancio”, ha detto von der Leyen parlando all’Assemblea Nazionale francese.

    Dai due leader sono arrivate risposte in sintonia nella conferenza stampa congiunta. Dall’appello alla de-escalation in Kazakistan al richiamo alla responsabilità civile a chi decide di non vaccinarsi. “La libertà è sempre combinata con la responsabilità, non solo verso sé stessi, ma anche verso il prossimo, i familiari”, ha sottolineato la presidente, che ha difeso l’uso del green pass da parte dei governi che hanno anche “il compito di proteggere e il certificato di vaccinazione è una forma di protezione, uno strumento che il governo può usare”. Un tasto su cui ha insistito anche Macron, che non solo ha difeso la sua espressione ritenuta volgare di qualche giorno fa, di voler far inc… i no-vax francesi, ma ha rilanciato: “Ho avuto modo di dire che ci sono diversi concetti di libertà, io sono libero di non essere vaccinato ma la libertà dell’altro finisce dove la vita di qualcun altro può essere minacciata”.

    Da Macron è arrivato anche un elogio al presidente Sergio Mattarella e al premier Mario Draghi, non è entrato nel merito delle vicende politiche italiane ma si è detto fortunato ad avere 2 presidenti “così coraggiosi e amici della Francia”. Ha rimarcato l’importanza del trattato del Quirinale firmato a novembre e spiegato che non toglie nulla al progetto europeo ma lo rafforza. Così come non toglie nulla alla relazione storica tra Francia e Germania. Anzi: “Più riusciremo a funzionare a 3 (Francia, Germania e Italia) per l’Europa, più faremo cose utili – ha affermato -. Moltiplicheremo iniziative con l’Italia e moltiplicheremo anche le iniziative a 3 ogni volta che sarà possibile”.

  • Erasmus+: un successo anche nel 2020 malgrado le restrizioni

    La relazione annuale 2020 su Erasmus+ appena pubblicata indica che lo scorso anno, nonostante la pandemia di COVID-19, il programma ha sostenuto quasi 640 000 esperienze di apprendimento all’estero e fornito finanziamenti a 20 400 progetti ed a 126 900 organizzazioni. Il repentino passaggio all’apprendimento online ha dimostrato l’importanza delle soluzioni digitali a distanza per l’insegnamento e l’apprendimento. E proprio nel settore digitale Erasmus+ continua a svolgere un ruolo fondamentale per la formazione di persone e organizzazioni: lo scorso anno 200 milioni di € sono stati infatti stanziati specificamente per la transizione digitale. Il bilancio totale di Erasmus+ per il 2020 ammonta a 3,78 miliardi di €, ovvero 506 milioni di € in più rispetto al 2019, con un aumento del 15%. A 33 anni dal suo lancio nel 1987, Erasmus+ ribadisce dunque la propria solidità anche a fronte del difficile contesto del 2020. Dal 1987 il programma ha sostenuto complessivamente 11,7 milioni di partecipanti.

    Ecco gli elementi più significativi della relazione. Ancora una volta, nel 2020, il programma Erasmus+ ha raggiunto un elevato numero di partecipanti e beneficiari:

    • nel settore dell’istruzione superiore, più di 323 000 studenti, persone che seguono corsi di formazione e 44 000 lavoratori hanno trascorso un periodo di apprendimento, formazione o insegnamento all’estero;
    • sono state cofinanziate oltre 185 600 attività di mobilità per i discenti e il personale del settore dell’istruzione e della formazione professionale;
    • quasi 180 000 giovani e animatori socioeducativi hanno beneficiato di finanziamenti Erasmus+, sotto forma di scambi di giovani o di opportunità per gli animatori giovanili;
    • la Settimana europea dello sport ha raggiunto un nuovo record con oltre 15,6 milioni di partecipanti europei a 32 600 eventi.

    Nel 2020 le alleanze delle università europee sono cresciute ulteriormente e ora vedono la partecipazione di 280 istituti di istruzione superiore in tutta Europa. Le alleanze delle università europee sono alleanze transnazionali che aumentano la qualità e l’attrattiva dell’istruzione superiore europea e promuovono una cooperazione profonda e strategica a lungo termine tra gli istituti, a beneficio dei loro studenti, dei professori e del rimanente personale.

    Erasmus+ è un programma che vanta una vastissima area di partecipazione geografica. Per quanta riguarda l’edizione 2020 sono stati ben 34 i paesi che vi hanno partecipato: tutti i 27 Stati membri dell’UE, più Regno Unito, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia. Il programma è inoltre aperto ai paesi partner di tutto il mondo. Le attività internazionali di Erasmus+ hanno continuato a contribuire alle priorità geopolitiche generali della Commissione, con particolare attenzione ai Balcani occidentali, ai paesi del vicinato orientale e meridionale e all’Africa. Oltre la metà del bilancio internazionale è stato assegnato al vicinato europeo (Mediterraneo meridionale, Balcani occidentali e partenariato orientale).

    Dal 2014 Erasmus è diventato sempre più ampio e innovativo, offrendo opportunità per periodi di studio all’estero, tirocini e apprendistati sia per gli studenti dell’istruzione superiore che per gli studenti dell’istruzione e della formazione professionale. Consente scambi di giovani e di personale in tutti i settori dell’istruzione, della formazione e della gioventù, nonché progetti nel campo dello sport.

    L’allegato statistico alla relazione Erasmus+ 2020 contiene informazioni complete sulle diverse azioni e sul loro bilancio, nonché informazioni particolareggiate sul numero di progetti, partecipanti e organizzazioni. I dati per paese sono disponibili anche relativamente ad azioni selezionate. Informazioni qualitative sui progetti Erasmus+ sono disponibili attraverso la Piattaforma dei risultati dei progetti Erasmus+, una banca dati che fornisce libero accesso a descrizioni, risultati e informazioni di contatto per tutti i progetti finanziati nell’ambito del programma Erasmus+ nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport.

    Fonte: Commissione europea

  • “L’UE dalla presidenza tedesca a quella portoghese”

    L’Ufficio a Milano del Parlamento europeo e la Rappresentanza a Milano della Commissione europea venerdì 29 gennaio ore 11.00 organizzano il webinar: “L’UE dalla Presidenza tedesca a quella portoghese” facente parte del ciclo “Caffè Europa” –  al fine di presentare le conclusioni del semestre di presidenza tedesco e le priorità del semestre di presidenza portoghese.

    Dopo i saluti di Massimo Gaudina, Capo della Rappresentanza a Milano della Commissione europea e di Maurizio Molinari, Responsabile dell’Ufficio a Milano del Parlamento europeo interverranno Niklas Wagner, Capo Ufficio Politico, Consigliere d’Ambasciata, Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, Sara Crespo, Vice Capo Missione dell’Ambasciata del Portogallo in Italia, Matteo Villa, Research Fellow Europa e Governance Globale, Geoeconomia, Migrazioni, ISPI.

    Per partecipare all’evento è necessario registrarsi al seguente link https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfgZueoiYiWYN9Z9NMUkk7PO6k3doEn9r02QcqNXxVSBirOYw/viewform entro il 28 gennaio. Si riceverà il link Zoom il giorno prima dell’evento.

  • La Commissione rinnova il suo impegno per rafforzare i diritti fondamentali nell’UE

    La Commissione europea ha presentato, il 2 dicembre, una nuova strategia per rafforzare l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali nell’UE.

    I diritti fondamentali non possono essere dati per scontati. La nuova strategia conferma un rinnovato impegno a garantire che la Carta sia pienamente applicata. A partire dal prossimo anno, la Commissione presenterà una relazione annuale che esaminerà le modalità con cui la Carta è applicata negli Stati membri in un determinato ambito tematico.

    La strategia integra il piano d’azione europeo per la democrazia e la relazione sullo Stato di diritto, illustrando l’approccio globale della Commissione alla promozione e alla tutela dei diritti fondamentali e dei valori dell’UE.

    La strategia è incentrata su quattro pilastri d’azione, che definiscono i criteri per l’attuazione della Carta nei prossimi 10 anni.

    • Applicazione effettiva da parte degli Stati membri: la Carta è vincolante per gli Stati membri nell’attuazione del diritto dell’Unione. La Commissione collaborerà strettamente con gli Stati membri ed è pronta ad aiutarli mediante il dialogo ad attuare efficacemente il diritto dell’UE e ad assicurare il pieno rispetto della Carta. Gli Stati membri sono invitati a designare un punto di riferimento per la Carta, al fine di agevolare il coordinamento e la condivisione delle informazioni. A partire dal 2021 la Commissione riferirà annualmente in merito alla Carta, esaminando più da vicino l’applicazione della Carta negli Stati membri in specifici ambiti. La relazione del 2021 si concentrerà sui diritti fondamentali nell’era digitale.
    • Responsabilizzare la società civile: la Commissione monitorerà da vicino i provvedimenti nazionali che si ripercuotono sulle attività della società civile e che sono contrari al diritto dell’UE e adotterà misure contro di essi. Alcuni Stati membri non dispongono ancora di istituzioni nazionali per i diritti umani pienamente funzionanti, che svolgano l’importante ruolo di collegamento tra il governo e la società civile. Gli Stati membri sono invitati a creare tali istituzioni e a garantire che dispongano dei mezzi necessari per operare in piena indipendenza. La Commissione promuoverà inoltre azioni di formazione sulla Carta per i giudici, altri operatori della giustizia e i difensori di diritti.
    • La Carta come bussola per le istituzioni dell’UE: le istituzioni dell’UE devono rispettare la Carta in tutte le loro azioni. La Commissione rafforzerà la sua capacità interna in materia di rispetto della Carta, anche attraverso l’e-learning, orientamenti aggiornati per il personale e piani di formazione. La Commissione è pronta a sostenere il Parlamento europeo e il Consiglio affinché applichino efficacemente la Carta nel loro lavoro.
    • Rafforzare la consapevolezza dei cittadini: una recente indagine Eurobarometro indica che sei intervistati su dieci desiderano saperne di più sui loro diritti e su a chi rivolgersi in caso di violazione dei propri diritti sanciti dalla Carta. La Commissione avvierà una campagna d’informazione sulla Carta e utilizzerà il programma Erasmus+ per sensibilizzare i giovani. La Commissione incoraggia gli Stati membri a sviluppare proprie iniziative di sensibilizzazione.

    In considerazione del ruolo chiave degli Stati membri nell’attuazione di questa strategia, la Commissione invita il Consiglio a elaborare conclusioni di follow-up. Nel 2025 la Commissione riferirà in merito all’attuazione di tale strategia.

  • Equilibrio di genere nei consigli di amministrazione: la direttiva europea non ancora adottata

    Si torna a parlare di equilibrio di genere al Parlamento europeo, l’occasione è quella della sessione planaria di ottobre. Nel 2012, la Commissione Europea ha proposto una direttiva per migliorare l’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione: si richiedeva che il sesso sottorappresentato costituisse il 40% dei consiglieri di amministrazione delle società quotate in borsa. Sebbene il Parlamento europeo abbia sostenuto la proposta nel 2013, la direttiva non è stata ancora adottata a causa delle riserve di diversi Stati membri in seno al Consiglio.

    Nel 2020, le donne rappresentano solo il 28,7% dei membri del consiglio di amministrazione delle più grandi società quotate nell’Europa a 27. La percentuale è distribuita in modo non uniforme, con un solo Stato membro, la Francia, che raggiunge e supera il 40% delle donne membro di un consiglio. Gli Stati che si avvicinano al 40% sono Belgio, Danimarca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia.

    Gli approcci normativi nazionali sono attualmente molto diversi, ma quelli che hanno assicurato i progressi più rapidi sono anche quelli che hanno normative più ‘rigide’(Belgio, Italia, Francia). Sono stati compiuti progressi anche in alcuni Stati che hanno verso la materia un approccio più morbido, come la Svezia e la Finlandia, anche se è previsto il ricorso a norme più severe in caso di fallimento delle regole ‘soft’.

    L’idea che si possano trarre vantaggi economici da un buon equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società è promossa dall’Organizzazione Internazionale del lavoro, dalla Banca mondiale e dall’OCSE. Le interviste realizzate da McKinsey con i CEO mostrano anche quanto la diversità del consiglio di amministrazione migliori il processo decisionale eliminando il pensiero di gruppo.

    L’indagine non ha sempre prodotto però risultati soddisfacenti perché è stata posta sì l’attenzione sulla presenza femminile ma non è stato esaminato l’effettivo contributo e il modo con il quale le donne esercitano la loro influenza.

    I consigli di amministrazione ‘di genere’ hanno dimostrato di avere un approccio positivo in merito alla trasparenza delle aziende e le società gestite da CEO donne hanno maggiori probabilità di rimanere operative. Non avere donne in posizioni apicali invece può essere considerato ingiusto e uno spreco di capitale umano.

    Nel 2012 la Commissione ha proposto una direttiva sul miglioramento dell’equilibrio di genere nelle aziende/società quotate in borsa. La proposta era basata sull’Articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che fa riferimento al principio di parità di genere nell’occupazione e riconosce l’azione positiva come metodo per ottenerla. L’obiettivo che si prefiggeva era il raggiungimento, entro il 2018, di un minimo del 40% dei membri non esecutivi di sesso femminile sottorappresentato nei consigli di amministrazione nelle aziende del settore pubblico ed entro il 2020 nel settore privato. La direttiva non si applicherebbe alle PMI e agli Stati membri che hanno come obiettivo la presenza femminile al 33%.

    La proposta non è stata adottata perché molti Stati membri hanno espresso riserve sulla sussidiarietà e perché alcuni Paesi dispongono già di una legislazione nazionale al riguardo. A maggio 2020, otto Stati membri si sono opposti alla proposta. Tuttavia, la Commissione mantiene l’impegno, includendo la proposta tra le priorità della strategia sull’uguaglianza di genere 2020-2025.

    Il Parlamento ha fortemente sostenuto la legislazione in questo settore e ha adottato la sua posizione in prima lettura a larga maggioranza il 20 novembre 2013, richiedendo, tra l’altro, sanzioni più severe. Il Parlamento ha continuato a chiedere lo sblocco e l’approvazione sia a febbraio 2019 che gennaio 2020.

  • Farm to Fork Strategy: le regole dell’allevamento sostenibile varate dalla Commissione europea

    La Commissione Europea vara la strategia “Dal produttore al consumatore” (Farm to Fork Strategy) per approdare a un nuovo sistema alimentare europeo caratterizzato dalla “sostenibilità”. L’allevamento sarà fra i settori guida di questa transizione: una road map per il benessere animale e un’altra per ridurre del 50% le vendite di antibiotici, applicando i nuovi regolamenti europei dei farmaci veterinari e dei medicati. I testi.
    Agricoltori, allevatori, pescatori e acquacoltori europei avranno un ruolo fondamentale nella transizione verso un sistema alimentare più equo e sostenibile, quel nuovo sistema alimentare, delineato il 20 maggio scorso dalla Commissione Europea, e che va sotto il nome di Farm to Fork Strategy.
    “Sostenibilità” – E’ la parola chiave della Strategia. Le pratiche sostenibili saranno finanziate, perchè l’UE intende “fare della sostenibilità il marchio dell’Europa”, il che vuol dire “aprire nuove opportunità commerciali e diversificare le fonti di reddito per gli agricoltori e i pescatori europei”.

    Sostenibilità, nel documento della Commissione Europea,  vuol dire:
    – salvaguardia della la sicurezza alimentare
    – accesso a regimi alimentari sani provenienti da un pianeta sano
    – riduzione dell’impatto ambientale e climatico
    – protezione della salute dei cittadini
    – garanzia di sostentamento agli operatori economici.
    Dimezzare le vendite di antimicrobici entro il 2030 – La Farm to Fork Strategy stabilisce alcuni obiettivi di trasformazione dell’attuale sistema alimentare dell’UE, individuando- subito dopo la riduzione di pesticidi e fertilizzanti- la riduzione del 50 % delle vendite di antimicrobici utilizzati per gli animali d’allevamento e l’acquacoltura entro il 2030
    La Commissione Europa rimanda ai nuovi regolamenti sui medicinali veterinari e sui mangimi medicati, applicabili  dal 2022, che prevedono un’ampia gamma di misure concrete per limitare ulteriormente l’uso degli antimicrobici per gli animali e promuoverne un uso prudente e responsabile. “L’impatto concreto delle misure porterà a una diminuzione dell’uso di antimicrobici per gli animali da allevamento e le vendite di tali prodotti saranno monitorate su base annua”- scrive la Commissione.
    Etichettatura e benessere animale – Fra gli altri obiettivi, la Strategia prevede inoltre  di destinare il 25 % dei terreni agricoli all’agricoltura biologica e introdurre un sistema di etichettatura che risponda più adeguatamente alle esigenze di informazione dei consumatori in materia di alimenti sani e sostenibili. Inoltre, la Strategia è accompagnata da una serie di appendici fra cui una road map dedicata al benessere animale e alla verifica, a partire da quest’anno, dell’adeguatezza della pertinente legislazione unionale.
    Il benessere degli animali  – spiega la Commissione- si traduce nel miglioramento della salute degli animali e della qualità degli alimenti e in una minore necessità di medicinali, e può contribuire a preservare la biodiversità. La Commissione sta valutando le disposizioni vigenti in materia di benessere degli animali, comprese quelle sul trasporto e sulla macellazione degli animali, e sottoporrà a revisione la normativa dell’Unione. La Commissione prenderà inoltre in esame varie opzioni per l’etichettatura relativa al benessere degli animali, ponendo i consumatori nelle condizioni di scegliere e offrendo nel contempo agli agricoltori incentivi per il miglioramento del benessere degli animali.
    La Commissione agevolerà inoltre l’immissione sul mercato di additivi per mangimi sostenibili e innovativi che contribuiscano a ridurre l’impronta di gas a effetto serra e l’inquinamento dell’acqua e dell’aria ad essi associati.
    Incoraggiare la scelta di prodotti sostenibili- Lo sviluppo della produzione zootecnica sostenibile nell’UE sarà cruciale per ridurre l’impatto ambientale e climatico della produzione animale. La politica agricola comune (PAC) accompagnerà la transizione verso sistemi di allevamento sostenibile supportando soluzioni innovative e pratiche di produzione sostenibile. La domanda di prodotti sostenibili sarà  promossa elaborando un’etichettatura di sostenibilità dei prodotti alimentari a livello dell’UE e prendendo nel contempo in esame l’etichettatura relativa al benessere degli animali per collegare gli sforzi compiuti in termini di sostenibilità nelle aziende alla domanda da parte dei consumatori.
    Per incoraggiare i consumatori a scegliere alimenti prodotti in modo più sostenibile, la Commissione riesaminerà inoltre il programma dell’UE di promozione dei prodotti agricoli al fine di rafforzarne il contributo alla produzione e al consumo sostenibili, in linea con l’evoluzione dei regimi alimentari. Per quanto riguarda la carne, tale revisione dovrebbe concentrarsi sul modo in cui l’UE può utilizzare il programma di promozione per sostenere i metodi di produzione animale più sostenibili ed efficienti in termini di emissioni di carbonio.
    Il programma Orizzonte Europa promuoverà inoltre le attività di ricerca volte ad aumentare la disponibilità e le fonti di proteine alternative quali le proteine di origine vegetale, microbica e marina e a base di insetti e i prodotti sostitutivi della carne.

    Fonte: @nmvioggi del 22 maggio 2020

  • L’UE sospende parte dei vantaggi commerciali della Cambogia per violazione dei diritti umani

    Stretta dell’Unione europea sulle agevolazioni commerciali di cui gode la Cambogia secondo i principi del Trattato EBA (Everything but Arms) a causa delle sistematiche violazioni dei diritti umani. La Commissione europea, che si è espressa al riguardo, ha stabilito infatti che il paese asiatico perderà circa il 20% dei diritti preferenziali di cui gode nell’ambito dell’EBA, circa 1 miliardo di euro delle esportazioni annuali verso l’UE, anche se continuerà a ricevere un sostegno sulla diversificazione delle sue esportazioni in modo che le industrie emergenti continuino a godere del dazio zero e senza quote al blocco imposto da Bruxelles.

    La norma entrerà in vigore il 12 agosto 2020, a meno che il Parlamento europeo e il Consiglio non si oppongano alla decisione.

    L’accaparramento di terre, la quasi totale assenza dei diritti dei lavoratori e la repressione politica sono problemi che attanagliano da lungo tempo la Cambogia, come ha indicato la Commissione Europea nel 2019 e che martedì scorso ha presentato un rapporto secondo il quale il governo del Primo Ministro cambogiano Hun Sen negli ultimi tre anni ha represso opposizione, gruppi della società civile e media.

    L’Unione europea ha il diritto di revocare le prestazioni dell’EBA in caso di “violazione grave e sistematica” dei principi dell’Organizzazione internazionale del lavoro, ai quali l’EBA si è conformata quando è stata istituita nel 2001 offrendo a 48 tra i paesi più poveri del mondo un accesso esente da dazi ai mercati dell’UE.

  • Svolta verde per l’Europa: il Parlamento europeo approva il Green Deal proposto dalla Commissione

    Via libera del Parlamento europeo al Green Deal della Commissione europea, ovvero il grande progetto per rendere l’Europa il primo blocco di Paesi al mondo ad impatto climatico zero entro il 2050. Presentato dalla Presidente Ursula von der Leyen all’Europarlamento riunito in Sessione Plenaria a Strasburgo, l’ambizioso progetto – il cosiddetto “piano di investimenti per un’Europa sostenibile” – richiede notevoli investimenti sia pubblici (a livello dell’UE e degli Stati membri) che privati che dovrebbero ammontare ad almeno 1.000 miliardi di euro distribuiti in dieci anni. Il Parlamento ha adottato la Risoluzione con 482 sì, 136 no e 95 astensioni chiedendo come obiettivo la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 invece del 40% attualmente previsto

    All’Italia saranno destinati 364 milioni di euro ma essendo il nostro Paese un contributore netto al bilancio europeo, dovrà versarne circa 900 milioni per alimentare il fondo.

    Sebbene tutti gli Stati membri, le regioni e i settori dovranno contribuire alla transizione, la portata della sfida non sarà uguale per tutti: alcune regioni saranno particolarmente colpite e subiranno una profonda trasformazione socioeconomica. Sosterremo le popolazioni e le regioni chiamate a compiere gli sforzi maggiori affinché nessuno sia lasciato indietro. Il Green Deal comporta un ingente fabbisogno di investimenti, che trasformeremo in opportunità di investimento”, ha rassicurato la Presidente von der Leyen. Come si può immaginare, infatti, il raggiungimento degli obiettivi e l’applicazione del piano sarà più impegnativa per i cittadini, i settori e le regioni che dipendono in larga parte dai combustibili fossili. Il meccanismo per una transizione giusta aiuterà perciò chi ne ha più bisogno, rendendo più attraenti gli investimenti e proponendo un pacchetto di sostegno pratico e finanziario del valore di almeno 100 miliardi di euro. Uno sforzo che migliorerà il benessere delle persone e aumenterà la competitività europea. Un aiuto sarà dato anche alle autorità pubbliche e agli attori del mercato perché individuino e sviluppino tutti quei progetti green atti a contribuire alla realizzazione della neutralità climatica.

    Nel dettaglio Il piano di investimenti del Green Deal europeo prevede tre tipologie di finanziamento:

    1. il Fondo per una transizione giusta, per il quale saranno stanziati 7,5 miliardi di euro di nuovi fondi UE, che si sommano alla proposta della Commissione per il prossimo bilancio a lungo termine (per poterne beneficiare gli Stati membri dovranno individuare i territori ammissibili mediante appositi piani territoriali per una transizione giusta, di concerto con la Commissione);
    2. un sistema specifico per una transizione giusta nell’ambito di InvestEU, che punta a mobilitare fino a 45 miliardi di euro di investimenti. Lo scopo è attrarre investimenti privati a beneficio delle regioni interessate e aiutare le economie locali a individuare nuove fonti di crescita;
    3. uno strumento di prestito per il settore pubblico in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, sostenuto dal bilancio dell’UE, che dovrebbe mobilitare investimenti compresi tra 25 e 30 miliardi di euro. Servirà ad accordare prestiti al settore pubblico, destinati ad esempio agli investimenti nelle reti di teleriscaldamento e alla ristrutturazione edilizia.

    La Commissione non si fermerà solo al supporto economico ma offrirà assistenza tecnica agli Stati membri e agli investitori e garantirà il coinvolgimento delle comunità interessate, delle autorità locali, dei partner sociali e delle organizzazioni non governative.

  • Lo European Youth Parliament presenta la 92esima Sessione Internazionale che si svolgerà a Milano nel 2020

    Sarà presentata venerdì 15 ottobre alle ore 15,30, durante un conferenza stampa che si svolgerà nella Sala Sartori di Palazzo Pirelli a Milano, la 92esima Sessione Internazionale dello European Youth Parliament (EYP). L’evento, che si svolgerà nel capoluogo meneghino dal 30 aprile al 10 maggio 2020, coinvolgerà più di 350 giovani selezionati da tutta Europa ed è organizzata dal comitato nazionale dello European Youth Parliament che con i suoi oltre 40.000 aderenti è la più grande rete internazionale di giovani in Europa con l’obiettivo di avvicinare i suoi membri alle istituzioni europee e le sue politiche, sensibilizzare al pensiero critico e al dibattito costruttivo. Il tema della Sessione Internazionale è ‘Circular sustainability: rethinking today, shaping tomorrow’.

    L’EYP rappresenta un’organizzazione unica a livello internazionale, così come la Sessione Internazionale costituisce l’evento di punta del network che ritorna in Italia dopo oltre quindici anni. Con approfondimenti da un punto di vista economico, sociale e ambientale l’intera Sessione si porrà come crocevia tra diverse culture e pluralità di idee. L’evento persegue la volontà di promuovere il pensiero critico, autonomo e consapevole, avendo come protagonisti i giovani a cui verrà offerta la possibilità di espandere le proprie conoscenze riguardo le principali sfide europee.

    Durante la conferenza stampa, i sostenitori dell’iniziativa avranno l’occasione di spiegare l’importanza del proprio coinvolgimento nella Sessione, nonché di approfondire i valori e la missione di ciascuno. I patroni e gli sponsor avranno modo poi di confrontarsi in un dibattito aperto con i rappresentanti della stampa al fine di creare un momento di condivisione di opinioni e riflessioni.

    La conferenza stampa si presenta così come l’evento di lancio della 92esima Sessione Internazionale dello European Youth Parliament, primo momento di confronto di un lungo percorso che porterà a far riflettere i partecipanti sulla missione che noi tutti dobbiamo e possiamo svolgere nel dare forma all’Europa del domani.

    Alla conferenza stampa parteciperanno Daniele Timpano e Giulia Giaganini, Dipartimento Pubbliche Relazioni del Comitato Organizzativo della Sessione Internazionale, Elena Marro, Katerina Mucci e Gloria Maria Cavalieri, project manager della Sessione, l’Assessore Martina Cambiaghi – Regione Lombardia, Francesco Perrini, Presidente della Sustainability Committee – Università Bocconi, Francesco Laera, Rappresentanza Commissione Europea a Milano, Enrico Giovannini, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo.

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