Commissione europea

  • Le dichiarazioni di Juncker: una marchetta o qualche libagione di troppo?

    Grave interferenza del Presidente della Commissione europea Juncker sulle elezioni italiane, interferenza indebita per le implicazioni sulla campagna elettorale e sull’economia nonché sul prestigio e peso dell’Italia rispetto alle altre nazioni europee e nel contesto internazionale. Juncker, personaggio non propriamente limpido per il suo passato da premier lussemburghese e non precisamente attivo positivamente nei suoi 4 anni di mandato alla Commissione, farebbe meglio ad occuparsi della oscura vicenda della sede dell’Ema, assegnata all’Olanda con un sorteggio al quale si è arrivati senza visionare la reale situazione della sede stessa. I lati inquietanti della vicenda si intrecciano con quelli, inquietanti da tempo, di un predominio dell’Europa del nord rispetto all’Europa del sud. Ci sono di fatto un latente razzismo, più o meno palesi preconcetti, il prevalere  di interessi economici di alcuni paesi rispetto ad altri. Così  l’Europa, di fronte ai gravi problemi del terrorismo, dell’immigrazione, del lavoro, della contraffazione e dell’illegalità ed insicurezza di troppi manufatti extraeuropei, silente e incapace di raggiungere quell’Unione politica necessaria, si spacca ancora una volta tra nord e sud, tra est ed ovest. Qualcuno definirà la dichiarazione di Juncker la solita gaffe dovuta a qualche libagione di troppo, qualcuno penserà ad una marchetta fatta per ottenere riconoscenza da parte di coloro ai quali Juncker deve la sua presidenza alla Commissione. Entrambe le tesi non solo sono plausibili ma compatibili tra di loro! Il Belgio, la Spagna e ancora oggi la Germania sono rimasti per lunghi mesi senza un nuovo governo, ma solo all’Italia è stato fatto l’affronto, in una vigilia di campagna elettorale, di dichiarazioni così destabilizzanti sul piano politico ed economico. Questa è una nuova dimostrazione di quanto Juncker sia inadatto al ruolo che ricopre o per incapacità politica o perchè asservito ad interessi di parte. Tra i risultati negativi raggiunti dal Presidente della Commissione europea non ultimo è l’aver portato acqua al mulino dei numerosi gruppi anti europeisti e di aver scatenato le comprensibili ire di chi, pur europeista, critica giustamente questo tipo di Europa, un boomerang pericoloso con conseguenze imprevedibili, non solo sul piano elettorale.

    Medaglia d’Oro al Merito Europeo

    Deputata per 25 anni al Parlamento europeo

     

  • Trump fa scuola: la Ue rende definitivi i dazi sull’acciaio cinese

    La Commissione europea ha imposto dazi anti-dumping definitivi sull’acciaio anticorrosione originario della Cina dopo aver appurato che i produttori cinesi praticavano il dumping del prodotto sul mercato dell’Ue (conclusione che aveva già portato all’imposizione di dazi provvisori ad agosto 2017). I dazi che saranno applicati nei prossimi 5 anni variano dal 17,2% al 27,9%.

    L’acciaio anticorrosione è utilizzato principalmente nell’industria edilizia, per l’ingegneria meccanica, nella produzione di tubi saldati e nella fabbricazione di elettrodomestici. Il valore del mercato dell’Ue di questo prodotto è stimato in 4,6 miliardi di euro e la quota di prodotto originario della Cina è del 20%.

    Le misure adottate contrastano la pressione al ribasso sui prezzi di vendita, fonte di problemi finanziari per i produttori dell’Ue basati principalmente in Belgio, Francia, Polonia e Paesi Bassi. L’industria siderurgica è fondamentale per l’economia dell’Unione, occupa una posizione centrale nelle catene globali del valore e impiega centinaia di migliaia di cittadini europei. Negli ultimi anni l’eccedenza di capacità produttiva di acciaio a livello mondiale ha fatto calare i prezzi a livelli insostenibili, con ripercussioni dannose sul settore, sulle industrie collegate e sull’occupazione. L’Ue sta quindi sfruttando tutte le potenzialità dei suoi strumenti di difesa commerciale per garantire ai suoi produttori condizioni di parità e la capacità di mantenere posti di lavoro nel settore.

    Attualmente sono in vigore 53 misure sui prodotti siderurgici, di cui 27 su quelli originari della Cina. A marzo 2016 la Commissione ha pubblicato una comunicazione che illustrava le misure a sostegno della competitività dell’industria siderurgica dell’UE; un maggiore utilizzo degli strumenti di difesa commerciale era uno dei pilastri della strategia. La Commissione ha anche partecipato al Forum mondiale sull’eccesso di capacità produttiva di acciaio, che nel novembre scorso ha approvato un ambizioso pacchetto di soluzioni strategiche concrete per affrontare la pressante questione dell’eccesso di capacità produttiva globale del settore. Il regolamento è disponibile nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

  • I paletti della Commissione per il prossimo bilancio della Ue annunciano tempesta nel confronto con gli Stati Ue

    La Commissione europea propone un budget Ue a lungo termine più ampio per l’era post-Brexit rispetto a quello attuale, da concordare prima delle elezioni europee del maggio 2019, secondo quanto il commissario al bilancio Guenther Oettinger ha rivelato lo scorso 14 febbraio. Oettinger ha detto ai giornalisti che il prossimo budget settennale per il periodo 2021-2027 dovrebbe essere compreso tra l’1,1% e l’1,2% del reddito nazionale lordo dell’UE, rispetto all’1% per cento attuale e ha sottolineato che in media, su  100 euro guadagnati dai cittadini dell’Ue, 50 sono assorbiti dalle tasse ma solo un euro finisce a finanziare l’Unione europea.

    La Commissione intende rimarcare ai leader dell’Unione che se vogliono che il bilancio si concentri su nuove priorità – come la protezione delle frontiere, l’immigrazione, la difesa e il mantenimento di una significativa politica agricola e di coesione che aiuti le regioni più povere – i singoli Stati dovranno fornire maggiori contributi (un’idea maturata a Bruxelles punta su una rimodulazione dell’Iva). Di contro, Paesi come l’Austria sono schierati sul fronte esattamente opposto: ridurre quanto gli Stati devono procacciarsi per sostenere l’Unione.

    Al confronto con gli Stati, la Commissione si presenterà con alcune cifre: per rafforzare il controllo delle frontiere occorreranno risorse da 8 a 150 miliardi di euro per un periodo di 7 anni, a seconda del rafforzamento che si vorrà realizzare, mentre per le politiche comuni di agricoltura e coesione (che rappresentano il 70% dell’attuale bilancio) verrà chiesto di scegliere oculatamente chi merita di essere sostenuto, perché tale scelta comporta un risparmio di 95-124 miliardi di euro nell’attuale programma di 370 miliardi di euro (la scelta si preannuncia dura per i Paesi contributori netti più sviluppati, le cui regioni più ricche oggi beneficiano anch’esse del fondo).

    L’Ue deve inoltre affrontare il buco annuale da 12 a 15 miliardi di euro nel futuro quadro finanziario pluriennale (QFP), conseguente all’uscita della Gran Bretagna. Oettinger ha escluso il taglio del budget della commissione, ricordando agli ascoltatori che, negli ultimi 7 anni, l’amministrazione dell’Ue è stata ridotta del 5%.

    Infine, nella ricerca di una mediazione tra le posizioni tedesche e francesi, la Commissione prevede una “funzione di stabilizzazione” separata per i membri dell’area dell’euro dalle crisi (il presidente francese Emmanuel Macron ha ipotizzato l’anno scorso un bilancio separato della zona euro, ma la Germania non lo vuole) e sta esaminando come subordinare il sostegno finanziario agli Stati all’osservanza dei principi dello Stato di diritto da parte di quegli stessi Stati (le crescenti preoccupazioni per Ungheria, Polonia, Romania e Malta rendono questa idea piuttosto plausibile, ma la questione è politicamente molto delicata perché per l’adozione del bilancio occorre l’unanimità dei membri della Ue).

  • Al via le iscrizioni al premio giornalistico Lorenzo Natali

    Dal 5 febbraio al 9 marzo è possibile candidarsi all’edizione 2018 del premio giornalistico Lorenzo Natali della Commissione europea, rivolto ai giornalisti che hanno condotto inchieste su tematiche legate allo sviluppo sostenibile. I lavori possono essere presentati in qualsiasi formato: pubblicazioni online, materiale audiovisivo o cartaceo. Il premio, nato nel 1992 e intitolato al Commissario europeo Lorenzo Natali che nei suoi 12 anni di attività fu strenue difensore della libertà di espressione e dei diritti umani, è suddiviso in due categorie, in base alla fascia d’età, e per ciascuna di esse si sceglierà un vincitore per ogni regione: Africa; mondo arabo e Medio Oriente; Asia e Pacifico; America latina e Caraibi; e Europa. Sarà inoltre proclamato un “vincitore assoluto” tra i vincitori regionali e si assegnerà un premio tematico supplementare ad un lavoro sull’eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze. Ad effettuare la selezione una giuria composta da importanti giornalisti provenienti da più parti del mondo. Gli 11 vincitori riceveranno il premio in una cerimonia che si svolgerà durante L’European Development Days 2018, in programma a Bruxelles a giugno. Maggiori informazioni sul regolamento e sui criteri specifici di ammissione sono disponibili online e nel relativo comunicato stampa.

    Fonte: Commissione europea

  • Nuovo codice di condotta per la Commissione europea, inimmaginabile in Italia

    La Commissione europea ha formalmente adottato il nuovo codice di condotta per i suoi membri, che entra in vigore da subito. Il nuovo codice di condotta estende il periodo di incompatibilità dagli attuali 18 mesi a due anni per gli ex-commissari e a tre anni per il presidente della Commissione. Durante questo periodo gli ex membri della Commissione hanno l’obbligo di informarla prima di assumere un nuovo incarico e sono inoltre soggetti a restrizioni per talune attività, come quella di lobby nei confronti dei membri o del personale della Commissione. Il nuovo codice di condotta definisce poi, per la prima volta, il concetto di “conflitto di interessi” e stabilisce il principio per cui i commissari sono tenuti ad evitare non solo le situazioni di conflitto di interessi, ma anche quelle che potrebbero essere percepite come tali. Gli ex-commissari che intendano lavorare in settori connessi al portafoglio che era stato loro assegnato sono tenuti a consultare prima il comitato etico indipendente. A partire da questo momento saranno rese pubbliche sia le decisioni della Commissione che i pareri del comitato in merito a tali decisioni. Norme più rigorose si applicheranno anche agli interessi finanziari dei commissari che dovranno dichiarare gli investimenti superiori ai 10 000 euro, che sussista o meno conflitto di interessi. Nel caso di un conflitto di interessi dovuto a un determinato attivo di un commissario, il presidente potrà chiederne la cessione o la collocazione in un “blind trust”. I commissari dovranno aggiornare le loro dichiarazioni all’inizio di ogni anno, come già avviene oggi. Ancora, a partire dalla fine del febbraio 2018, ogni due mesi saranno pubblicate informazioni sulle spese di viaggio di ciascun commissario.

    Nell’applicazione del codice il collegio sarà assistito da un nuovo comitato etico indipendente rafforzato, che potrà offrire consulenza su tutte le questioni etiche e formulare raccomandazioni in relazione al codice. Qualora si verifichi una violazione del codice di condotta ma non si giustifichi il deferimento alla Corte di giustizia, la Commissione può esprimere il suo biasimo e renderlo pubblico.

    A fronte di questa disciplina, l’onorevole Cristiana Muscardini dichiara: «Sarebbe semplice introdurre anche in Italia regole per la trasparenza degli amministratori pubblici nelle grandi città, nelle Regioni e a livello nazionale, ma evidentemente la stessa chiamiamola logica che impedisce al cittadino di scegliere i suoi rappresentanti, che non consente l’applicazione della Costituzione che vorrebbe partiti politici e sindacati con personalità giuridica e perciò con bilanci pubblici e trasparenti, impedisce che le forze politiche italiane propongano tegole come quelle che la Commissione europea si è data».

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