Commissione

  • La Commissione esige che sia posta fine alla pratica delle mutilazioni genitali femminili in tutto il mondo

    In occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili, in programma il 6 febbraio 2024, la Commissione europea e l’Alto rappresentante/vicepresidente hanno ribadito il forte impegno dell’UE per porre fine alla pratica delle mutilazioni genitali femminili in tutto il mondo.

    “Le mutilazioni genitali femminili sono una violazione dei diritti umani e una grave forma di violenza contro le ragazze e le donne. È bene essere chiari: queste pratiche non hanno alcun motivo medico. Mettono a rischio la vita delle ragazze, violano i loro diritti umani e provocano traumi fisici e psicologici duraturi. Non vi è giustificazione di sorta per le mutilazioni genitali femminili.

    Le comunità, i governi, le organizzazioni e i partner internazionali fanno fronte comune per proteggere i diritti umani, la dignità e la salute delle donne e delle ragazze. L’Unione europea continuerà a collaborare con i partner internazionali per mettere in atto un approccio all’insegna della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili e lottare per un mondo in cui nessuna ragazza e nessuna donna subisca una forma di violenza qualsiasi.

    Lo scorso anno l’Unione europea ha ratificato la Convenzione di Istanbul che costituisce un passo fondamentale per stigmatizzare la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani. Un altro passo importante consisterà nel sancire nel diritto dell’UE l’obbligo di perseguire penalmente le mutilazioni genitali femminili. Al riguardo stiamo lavorando a norme specifiche che faranno parte di un quadro giuridico più ampio per combattere tutte le forme di violenza contro le donne. Nella nostra proposta mirante a prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, suggeriamo di perseguire penalmente la mutilazione genitale femminile in quanto reato a sé stante. La proposta è attualmente in fase di negoziazione.  Stiamo anche preparando una raccomandazione su come prevenire tutte le pratiche dannose contro le donne e le ragazze. In Europa e nel mondo, le donne e le ragazze non devono più essere costrette a subire le mutilazioni genitali femminili o qualsiasi altra forma di violenza”.

    Secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), le mutilazioni genitali femminili (Mgf) comprendono tutte le pratiche che comportano la rimozione parziale o totale degli organi genitali esterni della donna o altre pratiche lesive degli organi genitali femminili non dovute a motivi medici. Si tratta di una forma di violenza contro le donne e le ragazze che comporta gravi conseguenze fisiche e psicologiche permanenti. Le stime ci dicono che in ben 17 paesi europei 190 000 ragazze sono a rischio di mutilazioni genitali e che, nel nostro continente, 600 000 donne sono costrette a viverne le conseguenze. Ogni anno almeno 20 000 donne e bambine arrivano in Europa come richiedenti asilo da paesi in cui vi è il rischio di mutilazioni genitali femminili.

    La Commissione europea è fortemente impegnata per porre fine a tutte le forme di violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili, sia all’interno che all’esterno dell’UE, come sottolineato nel piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024, nella strategia dell’UE per la parità di genere 2020-2025, nel piano d’azione dell’UE sulla parità di genere III e nella strategia dell’UE sui diritti dei minori, che mira a porre fine alla violenza contro i minori. In linea con queste politiche e con il nostro impegno a porre fine alle mutilazioni genitali femminili in Europa e nel mondo, sosteniamo le vittime, le loro famiglie e le comunità colpite oltre che gli esperti e i responsabili politici e cooperiamo con loro.

    La convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, la cosiddetta convenzione di Istanbul, prevede l’obbligo di perseguire penalmente le mutilazioni genitali femminili. La convenzione è stata firmata da tutti gli Stati membri dell’Ue e, ad oggi, è stata ratificata da 22 di essi. È entrata in vigore il 1° ottobre 2023. Con l’adesione alla convenzione, l’UE è vincolata da norme ambiziose ed esaustive per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica per quanto riguarda gli ambiti della cooperazione giudiziaria in materia penale, dell’asilo e del non respingimento, oltre che la sua amministrazione pubblica.

    Nel marzo 2022 la Commissione ha presentato una proposta per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica che qualifica la mutilazione genitale femminile come reato a sé stante. La proposta è attualmente in fase di negoziazione. Nel 2024 la Commissione adotterà inoltre una raccomandazione specifica sulla prevenzione e la lotta contro le pratiche lesive a danno delle donne e delle ragazze, comprese le mutilazioni genitali femminili. Nella raccomandazione sono suggerite anche azioni specifiche rivolte agli Stati membri ed è proposto un sostegno supplementare e specializzato per la protezione delle vittime di pratiche dannose come le mutilazioni genitali femminili.

    Il programma della Commissione Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (Cerv) offre finanziamenti per progetti volti a contrastare la violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili. Nel novembre 2023 la Commissione ha pubblicato un nuovo invito a presentare proposte per prevenire e combattere la violenza di genere. I progetti possono essere presentati fino al 24 aprile 2024. Le pratiche dannose sono tra le priorità dell’invito e comprendono le mutilazioni genitali femminili, le mutilazioni genitali intersessuali, l’aborto forzato, la sterilizzazione forzata, i matrimoni infantili e i matrimoni forzati e i delitti d’onore.

    Anche la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di cui tutti gli Stati membri dell’UE sono parti contraenti, condanna la violenza contro i minori. Nel 2021 la Commissione ha adottato la strategia dell’Ue sui diritti dei minori volta a rafforzare l’impegno dell’Unione per proteggere le bambine e le ragazze dalle mutilazioni genitali femminili negli Stati membri dell’UE a livello mondiale; la strategia evidenzia inoltre il ruolo che l’istruzione, la sensibilizzazione e le misure giuridiche svolgono per eliminare la pratica delle mutilazioni genitali femminili attraverso azioni e raccomandazioni concrete volte a por fine a tutte le forme di violenza contro i minori.

    Nel contesto dell’azione esterna e della cooperazione allo sviluppo, l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili continua a essere un’azione fondamentale del piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 e del piano d’azione dell’UE sulla parità di genere 2021-2025, come testimoniato da dialoghi politici e azioni concrete.  Dal 2016 l’UE e i suoi Stati membri sono tra i principali donatori del programma congiunto UNFPA/UNICEF per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili con un contributo totale di 18,5 milioni di €. L’UE ha contribuito con 60 milioni di EUR all’iniziativa Team Europa sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi in Africa e con 23,5 milioni di EUR al programma regionale per l’Africa dell’iniziativa Spotlight che combatte in 18 paesi partner la violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili.

    L’UE cerca di trasformare le norme sociali e di genere collaborando con uomini e ragazzi, un aspetto fondamentale per porre fine alle mutilazioni genitali femminili e ai matrimoni infantili. Fino al 2023 più di 6 milioni di ragazzi e uomini hanno partecipato in sessioni di dialogo ed educative miranti a rafforzare la mascolinità positiva e l’impegno degli uomini per prevenire le pratiche dannose e conferire autonomia alle ragazze, con l’aiuto di quasi 900 000 leader religiosi, tradizionali o comunitari, mobilitati nel quadro del programma.

  • In arrivo dalla Commissione UE 551,2 milioni di euro come prefinanziamento REPowerEU

    La Commissione ha erogato all’Italia 551,2 milioni di euro a titolo di prefinanziamento relativi ai fondi REPowerEU nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF).

    Tale prefinanziamento contribuirà ad avviare l’attuazione delle principali misure di investimento e riforma delineate in ciascun capitolo dedicato al piano REPowerEU. Ciò accelererà gli obiettivi di REPowerEU in materia di risparmio energetico, produzione di energia pulita e diversificazione dell’approvvigionamento energetico, al fine di rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina.

  • Giornata internazionale dell’istruzione, Borrell: “L’istruzione permette ai singoli e alle società di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo”

    L’istruzione e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita sono essenziali per conseguire uno sviluppo giusto e sostenibile e contrastare le disuguaglianze attraverso il dialogo, la solidarietà, la comprensione reciproca e la cooperazione, una governance inclusiva, democratica e partecipativa e la parità di genere. Sono fondamentali al tempo stesso per proteggere, sostenere e costruire la pace”. Sono le parole che l’Alto rappresentante/Vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell ha espresso in vista della Giornata internazionale dell’istruzione che si celebra il 24 marzo. “L’istruzione – continua – permette ai singoli e alle società di sopravvivere e prosperare e di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo. Insieme alle arti e alla cultura, amplia gli orizzonti, consentendo ai cittadini, in particolare ai giovani, di immaginare, promuovere e costruire futuri diversi”. Ed aggiunge: “Continueremo in particolare ad adoperarci per consentire a tutti i minori e a tutti i giovani, chiunque siano e ovunque si trovino, di accedere all’istruzione, sulla base degli impegni assunti nell’ambito dell’Anno europeo dei giovani 2022. L’UE promuove inoltre l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita per tutti, in linea con l’Anno europeo delle competenze 2023”.  Sottolineando l’importanza che hanno avuto e continuano ad avere progetti come Erasmus+ e DEAR, Borrell afferma come all’interno dell’UE si persegua l’opera di costruzione dello spazio europeo dell’istruzione: “L’iniziativa, che riunisce i 27 Stati membri, mira a creare sistemi universali di istruzione e formazione più resilienti, inclusivi e orientati al futuro, in una prospettiva di apprendimento lungo tutto l’arco della vita. L’istruzione permette ai singoli e alle società di sopravvivere e prosperare e di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo”.

    L’accesso all’istruzione è un diritto umano fondamentale. Nel mondo, tuttavia, oltre 250 milioni di minori e giovani non sono scolarizzati e la maggior parte di coloro che frequentano la scuola non acquisisce competenze di base come la lettura e la scrittura. Occorrono altri 44 milioni di insegnanti qualificati per conseguire l’istruzione primaria e secondaria universale entro il 2030.  L’UE ha aumentato gli investimenti esterni nell’istruzione e si conferma pronta a cooperare da vicino con i paesi partner che rispetteranno i propri impegni. Le istituzioni e gli Stati membri dell’UE forniscono, insieme, più della metà di tutti gli aiuti all’istruzione a livello mondiale, sostenendo il settore in oltre 100 paesi.

    Nel periodo 2021-2027 la Commissione europea destinerà all’istruzione almeno il 10% del proprio bilancio a favore dei partenariati internazionali con l’Africa, l’America latina e i Caraibi, l’Asia e il Pacifico. Nel solo 2023 il sostegno dell’UE è stato di oltre 162 milioni di euro.

  • Dall’UE 5 milioni di euro a sostegno delle traduzioni letterarie e della promozione dei libri

    La Commissione ha pubblicato l’invito a presentare proposte  2024 per la circolazione delle opere letterarie europee nell’ambito del programma Europa creativa. Sostenuta da un bilancio di 5 milioni di euro, questa iniziativa mira a facilitare la traduzione, la pubblicazione, la distribuzione e la promozione di vari generi di opere letterarie europee, tra cui romanzi, poesie e fumetti, attraverso circa 40 progetti.

    Nel 2024 l’invito continuerà a sostenere l’Ucraina nel campo dell’editoria, consentendo la pubblicazione di opere letterarie in lingua ucraina scritte da rifugiati e sfollati.

    I soggetti ammissibili, indipendentemente dal fatto che si candidino singolarmente o nell’ambito di un consorzio, sono invitati a elaborare strategie editoriali e promozionali complete per progetti che comportino almeno cinque opere letterarie ammissibili, tradotte da e verso le lingue ammissibili.

    Le dimensioni dei progetti finanziati variano da progetti su piccola scala (fino a 10 libri, 100 000 euro) a progetti su media scala (fino a 20 libri, 200 000 euro) fino a progetti su larga scala (almeno 21 libri, 300 000 euro). I progetti devono rispettare le condizioni generali di ammissibilità e comprendere almeno cinque traduzioni. Il termine ultimo per l’iscrizione è il 16 aprile 2024. Per ottenere informazioni consultare la pagina dell’invito sul portale “Finanziamenti e appalti” dell’UE.

  • Arrivano le norme europee per disciplinare l’intelligenza artificiale

    I grandi provider di intelligenza artificiale come Google, Meta o Microsoft dovranno garantire e certificare qualità e trasparenza di algoritmi e dati, altrimenti non potranno operare nella Ue. L’Unione europea ha infatti adottato l’AI Act, la prima legge al mondo che prova a indirizzare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale regolamentandone l’uso all’interno della stessa nell’Ue attraverso poteri di applicazione a livello europeo oltre ad estendere obblighi e divieti.

    Il testo sul quale la Commissione di Ursula von der Leyen ha ottenuto il sì di Parlamento e Consiglio nella notte tra l’8 e il 9 dicembre, dopo un intenso negoziato durato 36 ore ha dovuto fare i conti con due spinte opposte: gli europarlamentari volevano ottenere regole più restrittive, i governi del Consiglio chiedevano maggiori margini di manovra, sia nel campo della sicurezza che nell’ambito propriamente industriale ed economico. L’accordo provvisorio chiarisce che il nuovo regolamento non si applica ad aree al di fuori del campo di applicazione del diritto dell’Unione.

    Il semaforo verde è arrivato dopo che sono stati risolti gli ultimi due problemi, ovvero le normative sull’uso delle tecnologie di identificazione biometrica e i limiti ai sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT. L’identificazione biometrica sarà consentita solo in circostanze specifiche, mentre i “foundation models”, le potenti infrastrutture alla base dei prodotti di intelligenza artificiale generativa, dovranno rispettare criteri di trasparenza per essere introdotti sul mercato. Verranno imposte regole a tutti per garantire la qualità dei dati utilizzati nello sviluppo degli algoritmi e per verificare che non violino la legislazione sul copyright. Gli sviluppatori dovranno inoltre garantire che i suoni, le immagini e i testi prodotti siano chiaramente identificati come artificiali attraverso la cosiddetta filigrana digitale (watermarking), la stringa che avverte sui contenuti creati dall’AI. L’immagine del Papa con il piumino, per citare una celebre immagine fake, potrà arrivare sui nostri device solo con la barra che ci avvisa che si tratta di un’invenzione dell’AI.

    Il riconoscimento facciale attraverso telecamere biometriche sarà dunque consentito solo in tre casi: evidente minaccia di terrorismo, ricerca di vittime, indagini per omicidio e stupro. L’identificazione biometrica post-remoto, come spiegato in una nota del Parlamento europeo, sarà utilizzata esclusivamente per la ricerca mirata di una persona condannata o sospettata di aver commesso un reato grave. I sistemi di identificazione biometrica in tempo reale, come indicato nella nota, devono conformarsi a condizioni rigorose e il loro utilizzo deve essere limitato nel tempo e nello spazio per: ricerche mirate di vittime (rapimento, traffico, sfruttamento sessuale), prevenzione di minacce terroristiche specifiche e attuali, localizzazione o identificazione di una persona sospettata di aver commesso uno dei reati specifici menzionati nel regolamento (tra cui terrorismo, traffico di esseri umani, omicidio, stupro). La lista delle proibizioni include i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili, come le convinzioni politiche, religiose e la razza; la raccolta non mirata di immagini del volto da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale; il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle scuole; il social scoring; le tecniche manipolative; l’intelligenza artificiale utilizzata per sfruttare le vulnerabilità delle persone.
    Alle società big tech in particolare sarà richiesta una certificazione sugli algoritmi che dovranno essere ripuliti dai pregiudizi e sui dati che dovranno avere una conformità ambientale e di sicurezza.

    E, ancora, nell’accordo viene garantita una migliore protezione dei diritti attraverso l’obbligo per chi impiega sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio di condurre una valutazione d’impatto. In questa categoria rientrano anche i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per influenzare l’esito delle elezioni e il comportamento degli elettori. I cittadini avranno il diritto di presentare reclami sui sistemi di intelligenza artificiale e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio che influenzano i loro diritti.

    Un punto chiave riguarda i limiti imposti ai sistemi di intelligenza artificiale generale e, in particolare, a quelli ad alto impatto con rischio sistemico, per i quali sono previsti obblighi più rigorosi, dalla valutazione del modello alla valutazione e mitigazione dei rischi sistemici, fino alla protezione della sicurezza informatica.
    A questo proposito è stato istituito un AI Office a Bruxelles, con un proprio budget e con il compito di raccordo e supervisione. Ma anche i singoli Paesi sono chiamati a dar vita a un’Authority indipendente oppure ad affidare la vigilanza sull’artificial intelligence (AI) a un’autorità già esistente.

    Il testo include anche misure a sostegno dell’innovazione e delle PMI e un regime di sanzioni, con multe che variano da 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale a 7,5 milioni o l’1,5% del fatturato, a seconda della violazione e delle dimensioni dell’azienda.

    Il voto finale sul testo di legge è atteso a inizio febbraio 2024. Da quel momento sono previste le fasi sperimentali che prevedono anche l’adesione volontaria delle imprese alle nuove regole che entreranno in vigore in tempi scaglionati per essere completamente a regime nel 2025.

    Il commissario europeo al Mercato Interno, Thierry Breton, ha commentato: “Storico! L’UE diventa il primo continente a stabilire regole chiare per l’uso dell’IA. L’AI Act è molto più di un regolamento: è un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’UE per guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale”, ha scritto Breton in un post su X, aggiungendo: “Il meglio deve ancora venire!”. “Accogliamo positivamente i progressi compiuti in molti campi, ma restiamo preoccupati da un approccio a due livelli che provocherà significativa incertezza giuridica. Siamo inoltre delusi dal divieto di categorizzazione biometrica, che ostacolerà molti usi commerciali dell’intelligenza artificiale, vantaggiosi e a basso rischio”, ha ribattuto Marco Leto Barone, dell’Information Technology Industry Council.

    Dubbi sono però emersi anche dal versante opposto. Critica è stata la European Consumers Organization: “I sistemi di intelligenza artificiale in grado di identificare e analizzare i sentimenti dei consumatori saranno ancora consentiti, il che è molto preoccupante visto quanto sono invasivi e imprecisi. Inoltre, i modelli alla base di sistemi come Chat-GPT, che possono essere integrati in un’ampia gamma di servizi, non saranno sufficientemente regolamentati”.

  • Dall’UE il primo regolamento europeo sul benessere dei cani e dei gatti

    La criminalità organizzata continua il suo business anche con il traffico illegale di cani e gatti e la Commissione Europea denuncia che dal luglio 2022 a luglio 2023, attraverso la cooperazione tra gli Stati, sono state scoperte diverse illegalità che hanno già portato ad avviare 35 procedimenti giudiziari.

    Come già abbiamo scritto sul Patto la pubblicità on line e l’uso scorretto dei social ha consentito e consente ai criminali di contattare facilmente il vasto pubblico di coloro che cercano un animale da compagnia.

    I paesi dai quali provengono di più gli animali illegali sono Romania e Bulgaria per l’Europa e Russia, Serbia, Bielorussia e Turchia per fuori Europa.

    Gli animali viaggiano in pessime condizioni ed in età troppo giovane e molti cuccioli arrivano a destinazione gravemente ammalati e forniti di documenti falsi, si traffica anche in falsi timbri, microchip e documenti contraffatti come i passaporti sanitari.

    La Commissione ritiene urgente affrontare il problema con un sistema multiforme e cioè leggi più idonee, maggiori controlli, collaborazione tra le diverse autorità giudiziarie e sanzioni più severe in tutti i paesi dell’Unione.

    Certamente la riforma dell’Unione doganale, proposta nel maggio del 2023 ma ancora non entrata in funzione, contribuirà a controlli più attenti e mirati alle frontiere.

    I diversi sistemi infatti non aiutano la piena collaborazione tra Stati, mentre in Italia i servizi veterinari collaborano attivamente con la polizia in altri paesi i veterinari hanno rapporti con le autorità doganali o le associazioni non governative, comunque la cooperazione, che ha preso avvio nel luglio 2022, ha già dato i primi evidenti risultati.

    La Commissione europea, per debellare il traffico illegale di animali, propone varie iniziative.

    Tutti i cani e i gatti prima di essere venduti dovranno essere identificati e dotati di microchip per essere registrati e così consentire agli acquirenti di verificare che siano state rispettate le norme europee per l’allevamento ed il trasporto. Gli allevamenti devono essere riconosciuti, i venditori dovranno dimostrare che le norme siano rispettate e fornire tutte le informazioni agli acquirenti.

    La Commissione ha anche chiesto agli Stati membri di prevedere sanzioni adeguate per i trasgressori.

    L’obiettivo è di arrivare ad una tracciabilità europea dei cani e dei gatti e delle attività che si occupano del loro commercio.

    I problemi restano molti non solo perché non si riesce ad effettuare un controllo su quanto avviene via internet, infatti spesso la commercializzazione è fatta sotto mentite spoglie e non viene registrata nel sistema Traces, ma anche perché le norme di identificazione degli animali, attraverso i microchip, sono diverse tra paese e paese, addirittura in Italia non c’è ancora un registro nazionale per verificare i cani o i gatti chippati nelle diverse regioni.

    Un passo, avanti, per sconfiggere uno dei business della criminalità organizzata, è stato fatto ma vi è ancora molto da fare e ci auguriamo che tutti gli Stati si mettano al passo per sconfiggere una piaga che porta sofferenze agli animali, danni morali ed economici agli acquirenti e un fiume di denaro sporco ai criminali.

  • Bruxelles rafforza la prevenzione rispetto ai rischi del sistema bancario ombra

    La Commissione europea ha adottato gli standard tecnici che gli enti creditizi dovranno utilizzare nel segnalare le proprie esposizioni verso soggetti del sistema bancario ombra (in inglese shadow banking system), ossia quel complesso di mercati, istituzioni e intermediari che erogano servizi bancari senza essere soggetti alla relativa regolamentazione in quanto posti al di fuori del perimetro di applicazione delle relative norme.

    Gli standard promosso dall’esecutivo comunitario stabiliscono i criteri per l’identificazione dei soggetti del sistema bancario ombra, garantendo l’armonizzazione e la comparabilità delle esposizioni segnalate dagli enti creditizi. Gli standard forniranno inoltre alle autorità di vigilanza dati affidabili per valutare i rischi delle banche in relazione ai non-banking financial intermediaries.

    Tutto questo dovrebbe rafforzare il quadro prudenziale, consentendo una maggiore trasparenza dei collegamenti materiali tra il settore bancario tradizionale e il settore bancario ombra.

    “Le istituzioni finanziarie non bancarie sono cresciute negli ultimi anni – ha commentato Mairead McGuinness, Commissaria per i servizi finanziari – Alcuni hanno accumulato considerevoli disallineamenti di liquidità e di leva finanziaria e, come evidenziato dalle recenti perdite nel settore bancario che hanno coinvolto tali entità, la loro attività potrebbe rappresentare un rischio per il sistema finanziario. Le norme odierne forniscono alle banche attive nell’UE ulteriore chiarezza su quali entità rientrano nel sistema bancario ombra, garantendo coerenza di reporting tra le banche e migliorando la capacità delle autorità di vigilanza di individuare l’accumulo di grandi esposizioni verso istituzioni finanziarie non bancarie e gestire i rischi in modo efficace”.

  • Storie dall’Ucraina: a Milano la mostra fotografica sulla vita durante la guerra

    Dal 15 settembre al 15 ottobre, dopo la prima tappa a Roma, sarà aperta al pubblico la mostra fotografica “CONTRA SPEM SPERO. Storie dell’Ucraina”, allestita al Palazzo delle Stelline (Milano, Corso Magenta 61), che raccoglie i progetti documentaristici e artistici di 11 fotografi di nazionalità ucraina, prodotti durante la guerra di aggressione russa.

    Il titolo della mostra fa riferimento a un testo della poetessa classica ucraina Lesia Ukrainka, scritto nel 1890, un monologo dell’autrice che proclama lo spirito di speranza e di opposizione a tutti i problemi anche nelle circostanze più difficili. La mostra è divisa in tre parti – la lotta, la speranza e l’indomani – che parlano ognuna della nuova realtà e dell’adattamento alla vita durante la guerra, della lotta per l’esistenza del Paese, delle esperienze traumatiche e della speranza che li spinge a continuare a vivere.

    Curata da Kateryna Radchenko dell’Odesa Photo Days Festival (Odesa, Ucraina), organizzata dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia e dalla Fondazione Stelline con il supporto della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, l’Ambasciata di Spagna in Italia (Presidenza del Consiglio dell’Unione europea), l’Ambasciata di Svezia in Italia e l’Ambasciata d’Ucraina in Italia, la mostra ha il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Milano.

    “Promuovere queste testimonianze ci aiuta a riflettere insieme sulle varie fasi dell’aggressione – la lotta, la speranza e il dopo – che ci vede tutti coinvolti anche se in modo diverso. Anche nelle sere più buie, la speranza ci è amica, perché ci indica il cammino”, il commento di Claudia Colla, Capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano.

  • Green Deal, migranti, obiettivi raggiunti e un report sulla competitività chiesto a Mario Draghi. Il discorso ‘State of the Union’ della Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen

    Stato di diritto, politica di difesa, miglioramento e rafforzamento delle economie, maggiore autonomia energetica per contrastare la politica economica scorretta della Cina, sostegno alle imprese, il grande impegno per il Green Deal. Questi i capisaldi dello ‘State of the Union’ pronunciato dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von del Leyen, nell’emiciclo di Strasburgo, davanti ai deputati europei riuniti per la Sessione Plenaria. Un discorso atteso perché l’ultimo di una quinquennio di legislatura che ha visto l’intera UE colpita da eventi inattesi e gravi come la pandemia da Covid 19 e l’attacco sferrato dal Presidente russo Putin all’Ucraina causando una guerra ancora in corso, con le gravi conseguenze che ne sono conseguite. Nella sede della Rappresentanza a Milano della Commissione europea il discorso sullo Stato dell’Unione è stato commentato, alla presenza di numerosi giornalisti, dal capo della Rappresentanza, Claudia Colla, dal Presidente dell’Associazione Stampa estera di Milano, Andrew Spannaus, e dall’economista e docente dell’Università Bocconi, Carlo Altomonte.

    “Grazie al Parlamento, agli Stati membri e alla mia squadra di Commissari, oltre il 90% degli orientamenti politici che ho presentato nel 2019 sono diventati misure concrete”, dichiara la Presidente von der Leyen, che aggiunge: “Insieme abbiamo dimostrato che, quando agisce con coraggio, l’Europa raggiunge i propri obiettivi. C’è ancora molto da fare, perciò restiamo uniti. Trasformiamo il presente e prepariamoci per il futuro”. Ed anche per questo la Presidente della Commissione ha chiesto a “Mario Draghi, uno dei più grandi cervelli economici d’Europa, di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea”.

    A meno di 300 giorni dalle prossime Elezioni europee (6-9 giugno 2024) gli europei sono invitati sin da ora a riflettere su quale Europa vorranno. “Tra loro ci saranno milioni di persone che voteranno per la prima volta, le più giovani nate nel 2008. Nella cabina elettorale penseranno ai temi che stanno loro a cuore: alla guerra che infuria ai nostri confini, o all’impatto devastante dei cambiamenti climatici, al modo in cui l’intelligenza artificiale influenzerà le loro vite o alle loro possibilità di comprare una casa o trovare un lavoro negli anni a venire. Oggi la nostra Unione rispecchia la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la Seconda guerra mondiale. Un futuro in cui un’Unione di nazioni, democrazie e persone avrebbe lavorato insieme all’insegna della pace e della prosperità. Per loro l’Europa significava rispondere alle sfide della Storia. La stessa convinzione che, in un’epoca di incertezze, l’Europa debba ancora una volta rispondere alle sfide della Storia. Ed è proprio quello che dobbiamo fare insieme”.

    Von der Leyen fa un bilancio del suo quinquennio a capo dell’istituzione europea, a partire dalla nascita di “un’Unione geopolitica, che sostiene l’Ucraina, si oppone con forza all’aggressione della Russia, reagisce all’assertività della Cina e investe nei partenariati”, dal Green Deal europeo come fulcro della “nostra economia”, fino alla transizione digitale senza dimenticare il NextGenerationEU, uno strumento storico che destina 800 miliardi di euro a riforme e investimenti e sta creando posti di lavoro dignitosi per il presente e per il futuro, all’essere più indipendenti in settori cruciali come l’energia, i chip o le materie prime fino al lavoro svolto in tema di parità di genere. E a tale proposito la Presidente fa il suo appello ai deputati presenti: “So che quest’Aula sostiene la nostra proposta sulla lotta alla violenza contro le donne. Anche qui vorrei che si trasformasse in legge un altro principio fondamentale: No, significa no. Non può esserci vera uguaglianza senza libertà dalla violenza”. 

    Green Deal. “Sul Green Deal europeo manteniamo la rotta. Rimaniamo ambiziosi. Manteniamo la nostra strategia di crescita. E ci impegneremo sempre per una transizione giusta ed equa”. “La nostra Unione oggi riflette la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un futuro in cui un’Unione di nazioni, democrazie e persone avrebbe lavorato insieme per condividere pace e prosperità. Essi credevano che l’Europa fosse la risposta all’appello della storia. Quando parlo con la nuova generazione di giovani, vedo la stessa visione di un futuro migliore. Lo stesso ardente desiderio di costruire qualcosa di migliore. La stessa convinzione che, in un mondo di incertezza, l’Europa debba ancora una volta rispondere all’appello della storia. Ed è questo che dobbiamo fare insieme”, ha aggiunto. “Entrando nella fase successiva del Green Deal europeo, una cosa non cambierà mai: continueremo a sostenere l’industria europea durante questa transizione”.

    Azioni per il contrasto alle pratiche economiche cinesi. “Il nostro obiettivo sarà sempre una transizione equa e giusta! Ciò significa garantire un risultato equo per le generazioni future: vivere su un pianeta più sano. E garantire a tutti una transizione equa, con lavori decorosi e la promessa solenne di non lasciare indietro nessuno. Ecco perché l’equità è così importante nell’economia globale: ha ripercussioni sulle vite e sui mezzi di sostentamento. Interi settori e comunità dipendono da essa. Dobbiamo quindi essere consapevoli dei rischi che corriamo. Prendiamo il settore dei veicoli elettrici. Si tratta di un’industria cruciale per l’economia verde, con un potenziale enorme per l’Europa. Attualmente però i mercati globali sono invasi da automobili elettriche cinesi a buon mercato, i cui prezzi sono mantenuti bassi artificialmente grazie a ingenti sovvenzioni statali. La Commissione avvierà un’inchiesta antisovvenzioni riguardo ai veicoli elettrici provenienti dalla Cina. L’Europa è aperta alla concorrenza, non a una corsa al ribasso. Dobbiamo difenderci dalle pratiche sleali.

    Allo stesso modo, però, è essenziale mantenere aperta la porta della comunicazione e del dialogo con la Cina”.

    Il pianeta e il clima. “Quattro anni fa, il Green Deal europeo è stata la nostra risposta alla chiamata della storia. E quest’estate, la più calda mai registrata in Europa, ce lo ha chiaramente ricordato. La Grecia e la Spagna sono state colpite da devastanti incendi, e solo poche settimane dopo sono state colpite nuovamente da devastanti inondazioni. E abbiamo visto il caos e la carneficina provocati da condizioni meteorologiche estreme, dalla Slovenia alla Bulgaria e in tutta la nostra Unione. Questa è la realtà di un pianeta in ebollizione”.

    Necessarie forme di energia alternative. “La Commissione europea presenterà un pacchetto di misure europee sull’energia eolica, in stretto coordinamento con l’industria e i Paesi membri. Accelereremo ulteriormente il rilascio dei permessi. Miglioreremo i sistemi di aste in tutta l’Ue”.

    Agricoltura. Non manca un riferimento a quel principio che è alla base del progetto europeo, cioè l’essere uniti nelle differenze. E infatti la Presidente rimarca l’orgoglio della nostra diversità culturale poiché “siamo l'”Europa delle regioni” con un’eccezionale varietà di lingue, musica, arti, tradizioni, artigianato e specialità culinarie”. Senza dimenticare una biodiversità unica, indispensabile per la sopravvivenza di noi tutti in Europa. “Per questo motivo vogliamo avviare un dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’UE. Sono profondamente convinta che l’agricoltura e la tutela della natura possano andare di pari passo. Molti stanno già lavorando per un’agricoltura più sostenibile. Dobbiamo lavorare insieme agli uomini e alle donne dell’agricoltura per affrontare queste nuove sfide. È l’unico modo per garantire l’approvvigionamento di cibo per il futuro. Abbiamo bisogno di più dialogo e meno polarizzazione. Per questo vogliamo avviare un dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’Ue.

    Sull’inflazione. La prima sfida, per la Presidente von der Leyen, riguarda il mercato del lavoro. “Grazie a SURE, la prima iniziativa europea di riduzione dell’orario lavorativo, abbiamo salvaguardato 40 milioni di posti di lavoro. Successivamente ci siamo prodigati per ridare slancio alla nostra economia con NextGenerationEU. Oggi ne vediamo i risultati. L’Europa si appresta a raggiungere la piena occupazione. Anziché milioni di persone che cercano lavoro, oggi ci sono milioni di posti di lavoro per cui si cercano persone. Dobbiamo inoltre rispondere ai profondi cambiamenti in campo tecnologico, sociale e demografico. Per farlo dovremo affidarci alle competenze delle imprese e dei sindacati, ovvero i nostri partner nella contrattazione collettiva. Christine Lagarde e la Banca centrale europea (BCE) stanno lavorando sodo per tenere sotto controllo l’inflazione. Come sappiamo, il ritorno all’obiettivo a medio termine della BCE richiederà tempo. La buona notizia è che l’Europa ha iniziato a ridurre i prezzi dell’energia. Non dimentichiamo come Putin abbia deliberatamente usato il gas come arma e come ciò abbia innescato in noi la paura del blackout e della crisi energetica, ricatapultandoci negli anni ’70. Molti temevano che non avremmo avuto abbastanza energia per affrontare l’inverno. Ma ce l’abbiamo fatta e questo perché siamo rimasti uniti”.

    Innovazione. “Il terzo pilastro della nostra strategia è guidare l’innovazione in modo responsabile. Grazie ai nostri investimenti degli ultimi anni, l’Europa è diventata leader nel supercalcolo, con 3 dei 5 supercomputer più potenti al mondo. Dobbiamo trarre vantaggio da questa situazione. È per questo che oggi posso annunciare una nuova iniziativa per aprire i nostri computer ad alte prestazioni alle start-up di IA per addestrare i loro modelli”.

    Gestione dei migranti. Von der Leyen, a questo punto, parla apertamente di sicurezza e umanità. “Il nostro lavoro sulla migrazione si basa sulla convinzione che l’unità sia alla nostra portata. Un accordo sul patto non è mai stato così vicino. Il Parlamento e il Consiglio hanno l’opportunità storica di superarlo. Dimostriamo che l’Europa può gestire la migrazione in modo efficace e compassionevole”. E a tal proposito lancia l’organizzazione di una Conferenza internazionale sulla lotta al traffico di esseri umani. “Abbiamo firmato un partenariato con la Tunisia che apporta vantaggi reciproci oltre la migrazione: dall’energia e l’istruzione, alle competenze e alla sicurezza. E ora vogliamo lavorare su accordi simili con altri Paesi. L’Europa sarà sempre pronta a prestare aiuto, in tutti i modi possibili. Pensate ora al Sahel, una delle regioni più povere, ma con la crescita demografica più rapida. Il susseguirsi di colpi di Stato militari renderà la regione più instabile negli anni a venire e anche più soggetta all’influenza della Russia, che sta traendo vantaggio dal caos che si è creato.

    E la regione, nel frattempo, è diventata terreno fertile per una recrudescenza del terrorismo. Questa situazione riguarda direttamente l’Europa, la nostra sicurezza e la nostra prosperità. Nei confronti dell’Africa dobbiamo quindi dar prova della stessa unità d’intenti che abbiamo dimostrato per l’Ucraina. Dobbiamo concentrarci sulla cooperazione con i governi legittimi e con le organizzazioni regionali”.

    Estendere la protezione temporanea per gli ucraini. “Sono orgogliosa di annunciare che la Commissione proporrà di estendere la nostra protezione temporanea agli ucraini nell’Ue. Il nostro sostegno all’Ucraina continuerà. Solo quest’anno abbiamo fornito 12 miliardi di euro per contribuire al pagamento di salari e pensioni. Per contribuire al funzionamento di ospedali, scuole e altri servizi. E con la nostra proposta Asap stiamo incrementando la produzione di munizioni per far fronte alle necessità immediate dell’Ucraina”

    Bulgaria e Romania nell’area Shengen: “Bulgaria e Romania fanno parte della nostra area Schengen. Quindi facciamole finalmente entrare, senza ulteriori indugi. Sofia e Bucarest stanno svolgendo un buon lavoro sulla migrazione, mostrando le migliori pratiche sia in materia di asilo che di rimpatri”.

    Adesione all’Ue basata sul merito: “L’adesione all’Ue è basata sul merito e la Commissione difenderà sempre questo principio. Ci vuole duro lavoro e leadership. Ma ci sono già molti progressi. Abbiamo visto i grandi passi avanti già compiuti dall’Ucraina da quando le abbiamo concesso lo status di candidato. E abbiamo visto la determinazione di altri Paesi candidati ad attuare riforme. Tocca a noi, adesso, dimostrare altrettanta determinazione. Dobbiamo cioè pensare a come prepararci al completamento dell’Unione. È l’ora di abbandonare le vecchie discussioni manichee sull’allargamento. Non si tratta di scegliere se approfondire l’integrazione o allargare l’Unione. Possiamo e dobbiamo fare entrambe le cose. Per acquistare il peso geopolitico e la capacità di agire. Del resto, la nostra Unione lo ha sempre fatto. Sono convinta che il nuovo allargamento debba essere anche catalizzatore di progresso”.

    Stato di diritto. “Oggi la Storia ci chiama ad adoperarci per completare la nostra Unione. In un mondo in cui c’è chi prende di mira i paesi uno dopo l’altro, non possiamo permetterci di lasciare indietro i nostri concittadini europei. In un mondo in cui contano le dimensioni e il peso, il completamento dell’Unione è chiaramente nell’interesse strategico e di sicurezza dell’Europa. Ma al di là degli aspetti politici e geopolitici, dobbiamo avere in mente qual è la posta in gioco. Dobbiamo delineare una visione per il successo dell’allargamento. Un’Unione completa in cui più di 500 milioni di persone vivano in libertà, democrazia e prosperità. Un’Unione completa in cui i giovani possano vivere, studiare e lavorare in libertà. Un’Unione completa con democrazie vitali in cui la magistratura sia indipendente, le opposizioni siano rispettate e i giornalisti siano protetti. Perché lo Stato di diritto e i diritti fondamentali saranno sempre il fondamento della nostra Unione, sia negli Stati membri attuali che in quelli futuri”.

  • Gestione della migrazione: il Vicepresidente Schinas a Roma

    Il 13 e 14 luglio il Vicepresidente Schinas a Roma per una visita incentrata sulla migrazione. Previsti incontri con funzionari di alto livello italiani per portare avanti l’accordo sul nuovo patto sulla migrazione e l’asilo e per discutere delle priorità dell’UE nei settori delle competenze e dell’istruzione superiore.

    Il Vicepresidente Schinas ha incontrato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e la Ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani.

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