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  • Texas to arrest illegal migrants in challenge to federal government

    Texas has enacted a law that will make border crossings illegal and punishable with jail time, one of the toughest immigration laws passed by any US state in modern times.

    Governor Greg Abbott, a Republican, said it would “stop the tidal wave of illegal entry into Texas”.

    Immigrants rights groups have sued Texas to stop the law’s enforcement.

    It comes amid rising illegal migration and public concern over US President Joe Biden’s handling of the border.

    In practice, the law allows local and state police officers to stop and arrest anyone suspected of having crossed the border illegally, except in schools and hospitals.

    Punishments range from misdemeanours to felonies that can lead to jail time or fines of up to $2,000 (£1,580).

    A judge can also order that those arrested be sent back across the border into Mexico, although it is unclear how Texas authorities plan to enforce that provision.

    Penalties for illegal re-entry could go up to 20 years in jail, depending on a migrant’s immigration and criminal history.

    Crossing the border illegally is already a federal crime, but violations are currently handled as civil cases by the immigration court system.

    One of the key debates over the law is whether state governments can create such measures. US courts have previously ruled that only the federal government can enforce immigration laws.

    This measure has received heavy criticism from Democratic lawmakers and Mexico’s government, and it was a near certainty that it would face legal challenges from immigration advocates.

    The American Civil Liberties Union (ACLU) of Texas and Texas Civil Rights Project filed a lawsuit against the state on behalf of El Paso County and two immigrants rights organisations that operate in Texas the day after the law was signed by Governor Abbott.

    The ACLU argues in its lawsuit that the legislation is unconstitutional and burdensome to local governments.

    The lawsuit estimates that SB4 could result in 8,000 arrests each year in El Paso county alone – a potentially costly strain on the local court and jail system.

    The groups involved are asking for a federal judge to intervene, declare it unlawful and stop it from being enforced.

    “SB4 lets police arrest people over ‘suspicions’ about immigration status and judges deport people without due process,” the ACLU of Texas wrote on X, the platform formerly known as Twitter. “This is unconstitutional and will harm black and brown Texans the most.”

    On Tuesday, Mexican President Andrés Manuel López Obrador vowed his government would also challenge the law, characterising it as a misguided ploy for Governor Abbott to “win popularity”.

    White House spokesperson Angelo Fernández Hernández said that “generally speaking, the federal government – not individual states – is charged with determining how and when to remove noncitizens for violating immigration laws”.

    The BBC has contacted the justice department – which would be responsible for filing any federal legal action against Texas – for comment.

    Border and immigration issues have become a political headache for President Biden.

    During the 2022 fiscal year that ended in September, a total of 2.4 million migrant “encounters” were registered at the border, a record high.

    Republicans lawmakers have sought to use US military aid to Ukraine as leverage to secure policies to crack down on illegal immigration.

  • La Commissione modernizza il meccanismo di cooperazione EUROSUR per combattere la criminalità e salvare vite in mare

    La Commissione ha adottato nuove norme per modernizzare il sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (EUROSUR), un meccanismo di cooperazione per lo scambio di informazioni tra le autorità responsabili della gestione delle frontiere esterne dell’UE.

    Al fine di consentire un’adeguata analisi dei rischi e una risposta rapida, gli Stati membri pubblicheranno periodicamente relazioni e allarmi sulle situazioni attinenti alla gestione delle frontiere esterne dell’UE, tra cui la tratta di esseri umani, il sequestro di stupefacenti, armi o esplosivi, il traffico di veicoli o la sottrazione di minori. Oltre agli obblighi esistenti ai sensi del diritto internazionale, gli Stati membri dovranno anche segnalare gli incidenti e le operazioni di ricerca e soccorso, per contribuire a una migliore individuazione delle persone a rischio e al salvataggio di vite umane. Le nuove norme prevedono inoltre regole più rigorose in materia di sicurezza e protezione dei dati.

    EUROSUR fornisce alle guardie di frontiera, alle guardie costiere, alla polizia, alle dogane e alle marine militari un quadro aggiornato e completo della situazione alle frontiere esterne dell’UE. Inoltre, il meccanismo consente agli Stati membri di scambiare informazioni sia reciprocamente che con Frontex e con i paesi vicini. In tal modo, EUROSUR svolge un ruolo fondamentale nella gestione delle frontiere esterne dell’UE e contribuisce a individuare e combattere le forme gravi di criminalità, quali il traffico di stupefacenti e la tratta di esseri umani, nonché a salvare vite umane in mare. Le nuove norme entreranno in vigore il 2 maggio 2021.

    Fonte: Commissione europea

  • Tra Israele e Libano colloqui sui confini marittimi

    Un’altra svolta positiva in Medio Oriente. L’1 ottobre Israele e Libano hanno annunciato in contemporanea il prossimo avvio di negoziati per la definizione dei confini marittimi, nell’intento di dare impulso all’esplorazione e allo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale nella zona. Il presidente del Parlamento libanese Nabih Berri (leader del movimento sciita Amal) ed il ministro degli Esteri israeliano Gaby Ashkenazi hanno menzionato con riconoscenza la mediazione condotta dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo.

    Berri ha comunque tenuto a precisare che questo sviluppo è estraneo al graduale processo di normalizzazione fra Israele ed alcuni Paesi arabi, avviato sotto l’amministrazione Trump. Pompeo, da parte sua, ha egualmente auspicato che i colloqui diano un contributo “alla stabilità, alla sicurezza e alla prosperità economica di entrambi i Paesi”, che sono in stato di belligeranza da oltre 70 anni.

    Mediati dagli Stati Uniti, i negoziati dovrebbero iniziare ”verso il 14 ottobre”, secondo quanto ha anticipato alla stampa israeliana il consigliere di Pompeo, David Schenker. Si svolgeranno, ha aggiunto, sotto gli auspici dell’Onu nella sede dell’Unifil (il contingente Onu nel Libano sud) a Naqoura, il punto di valico sul mare fra i due Paesi. Tuttavia Israele si trova in uno stretto lockdown per il coronavirus e non è escluso che i colloqui possano tenersi, almeno nella fase iniziale, via zoom. La delegazione del Libano sarà messa a punto dal presidente Michel Aoun. Per Israele il coordinatore dei colloqui sarà il ministro dell’Energia Yuval Steinitz.

    Gli Stati Uniti, ha precisato Berri, hanno preso nota che “la delimitazione dei confini marittimi dovrà avvenire sulla base del meccanismo tripartito (Israele, Libano, Onu) concordato nel 1996″. Da parte sua Schenker ha confermato che si tratterà di colloqui tecnici e, ha confermato, ”senza nesso alcuno con una normalizzazione fra i due Paesi”.

    Dall’anno scorso gli emissari di Pompeo hanno mantenuto una spola serrata fra Gerusalemme e Beirut per mettere a punto il quadro dei negoziati per delimitare un’area marina di centinaia di chilometri quadrati, nota come ‘Bloc 9’. Questi contatti hanno avuto di recente un impulso per l’aggravarsi della crisi economica libanese (la peggiore degli ultimi 30 anni) e anche per i contraccolpi dell’esplosione di due mesi fa al porto di Beirut. Secondo la radio statale israeliana, è presumibile che la ripresa dopo tre decenni dei contatti israelo-libanesi sia stata approvata, almeno tacitamente, dal leader degli Hezbollah Hassan Nasrallah, strenuo nemico dello Stato ebraico. Ed un allentamento delle tensioni militari nella zona è appunto quanto si attendono le compagnie occidentali interessate allo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale.

  • L’UE e la Serbia rafforzano la cooperazione per il controllo delle frontiere

    L’Unione europea ha firmato il 19 novembre un accordo sulla cooperazione in materia di gestione delle frontiere tra la Serbia e l’Agenzia della guardia costiera e di frontiera dell’UE, Frontex. La cooperazione rafforzata aumenterà la sicurezza alle frontiere esterne dell’UE poiché mira a combattere l’immigrazione clandestina e la criminalità transnazionale. In base all’accordo, che fornirà una maggiore assistenza tecnica e operativa alla frontiera, Frontex e la Serbia effettueranno operazioni congiunte nelle regioni della Serbia che confinano con l’UE. Accordi simili tra l’UE e i paesi partner sono stati firmati con l’Albania nell’ottobre 2018 e il Montenegro nell’ottobre 2019. Gli accordi con la Macedonia settentrionale e la Bosnia ed Erzegovina sono in attesa di completamento.

  • EU considers freezing Customs Union negotiations with Turkey

    Amid growing concerns about the aggressive offshore drilling activities that are currently being carried out near the Cypriot coast by the Turkish government, the European Union is mulling putting Ankara’s accession chapters under discussion ahead of the European Council meeting in 20-21June,

    Turkey disputes the existence of an Exclusive Economic Zone that belongs to Cyprus. Instead, Turkey’s authoritarian President Recep Tayyip Erdoğan claims he has the legal right to send exploration vessels in the are, a move that EU-member Cyprus says violates its sovereignty.

    According to the draft joint communique, the EU leaders are preparing “to respond appropriately and in full solidarity with Cyprus,” and to reiterate that the bloc condemns “Turkey’s continued illegal actions in the Eastern Mediterranean” while noting that “Turkey continues to move further away from the European Union”.

    The EU’s leaders plan to publicly declare that Turkey’s EU accession negotiations have come to a standstill and no further chapters in the accession process can be considered for opening or closing at this time, including the change of status of the Customs Union with the EU and visa liberalisation for Turkish passport holders.

    “No further work towards the modernisation of the EU-Turkey Customs Union is foreseen,” the leaders are expected to say at the end of the week.

    The EU is also prepared to show Turkey that further escalation is possible if any illegal drilling continues. Greek Prime Minister Alexis Tsipras has already said that he may demand that the EU sanction Turkey because of Ankara’s continued violations of Cyrpus’ territorial waters.

    The dispute adds to a series of disagreements between the EU and Turkey in areas such as the rule of law and democratic standards, especially since a so-called failed coup against Erdoğan’s Islamist government in July 2016.

    Cyprus was split in 1974 into the EU-member Greek Cypriot south and the internationally unrecognised Turkish Cypriot north when Turkey invaded in response to a coup by local supporters of a formal union with Greece.

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