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  • Contro il covid sì alle precauzioni alle frontiere

    La decisione del governo italiano, di chiedere il tampone a chi entra in Italia anche se proveniente dalla UE e in possesso di vaccinazione, è una obbligata scelta precauzionale per contenere il diffondersi del virus. Ricordiamo che il 24 novembre scorso avevamo scritto al commissario europeo Stella Kyriakides per chiedere di rendere al più presto obbligatorio esibire, entrando in ogni Stato, un certificato di avvenuta vaccinazione o almeno un tampone. Se più adeguate norme precauzionali fossero state attuate prima a tutti i confini interni ed esterni dell’Unione non ci sarebbero stati tanti di quei contagi che purtroppo si sono registrati.

  • Italia nona per mortalità da Covid in Europa

    Nella mappa europea della mortalità per Covid-19 l’Italia si colloca al nono posto. Considerando infatti il numero totale dei decessi provocati dalla pandemia di Covid-19, l’analisi delle curve di mortalità indica per il nostro Paese un valore di 1,79 decessi per mille abitanti, al di sopra della media europea, pari a 1.19.  Lo studio nel tempo del gruppo di Stati che eccedono significativamente la media europea rivela inoltre che la diffusione ha avuto tre fasi espansive e che si è propagata in modo analogo al calore, dalla sorgente alla periferia. Lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).

    “Dall’inizio epidemia nel 2020 fino al 31 marzo 2021, risulta che il nostro Paese, pur essendo stato il primo ad essere colpito, impreparato da un’epidemia sconosciuta, non è primo per numero totale di decessi per mille abitanti, ma solamente nono nella graduatoria”, osserva Sebastiani. “Attualmente i Paesi che eccedono significativamente il valore medio europeo formano un blocco nell’Europa centro-meridionale che si estende da Ovest, col Regno Unito, verso Est, con la Bulgaria”.  L’analisi indica inoltre che nella prima fase espansiva dell’epidemia di Covid-19, nel marzo 2020, il numero degli Stati colpiti in modo significativo è aumentato in modo esponenziale, mentre nelle altre 2 si, quella estiva e quella autunnale, è cresciuto in modo lineare. “Osservando la distribuzione spaziale di questi Paesi nel tempo, si comprende – osserva l’esperto – che la diffusione è avvenuta in modo simile a quella del calore da una sorgente verso la periferia. Essendo molto limitati gli spostamenti aerei, l’epidemia sembra essersi propagata principalmente tra Paesi confinanti. Questo sottolinea l’importanza sia del tempestivo isolamento di Paesi non appena si notino i primi segni di ripresa della diffusione che della vaccinazione di lavoratori che traversano giornalmente la frontiera”.

    Con 2,42 decessi ogni mille abitanti, la Repubblica Ceca è al primo posto nella mappa europea della mortalità per Covid-19, seguita da Ungheria (2.07), Montenegro (1.98), Belgio (1.97), Slovenia (1.93), Bosnia (1.90), Regno Unito (1.86), e Bulgaria (1.83). Se a questi Stati si aggiungono Macedonia (1.76), Slovacchia (1.74), Portogallo (1.65), Spagna (1.60), Francia (1.44) e Croazia (1.44) si ottengono i Paesi il cui valore della mortalità fino a oggi, rapportata alla popolazione, eccede in modo significativo il valore medio europeo. Si collocano invece leggermente al di sopra della media europea Polonia (1.37), Svezia (1,33), Lituania (1.31), Moldavia e Romania (1.2), mentre la Svizzera (1,19) la eguaglia. Al di sotto della media europea sono Lussemburgo (1,18), Austria (1,03), Kosovo e Lettonia (rispettivamente con 1), seguiti da Olanda (0.96), Irlanda (0,94), Germania (0,91),

    Albania e Ucraina (ognuno con 0,77), Grecia (0.76), Russia (0.66), Estonia (0.65), Serbia (0,59), Danimarca (0.42), Turchia (0,37). Registrano infine i valori più bassi Bielorussia (0.23) Finlandia (0,15), Norvegia (0,12) e Islanda (0.08). 

  • Conte: Io speriamo che me la cavo

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Michele Rallo.

    Giuseppi se la caverà anche questa volta? Venerdì, quando la rivista sarà uscita, lo sapremo già. Ma adesso, quando scrivo il mio pezzo settimanale, non è dato ancora sapere.

    Certo, questa volta l’Uomo-per-tutte-le-stagioni (dal verde al rosso, passando per il giallo e forse domani per il bianco…), l’Uomo-per-tutte-le-stagioni – dicevo – sembra davvero giunto al capolinea. Il suo governo è il fallimento istituzionalizzato, l’incapacitá eretta a sistema, il buco nero della politica e dell’antipolitica. L’unico campo dove eccelle è quello della mediazione esasperata, del compromesso ad ogni costo, della conciliazione inconciliabile, dell’arte di salvare capre e cavoli.

    Ma – diciamo la verità – forse il personaggino non è bravissimo neanche in quel campo. Semplicemente, approfitta della paura dei partiti governativi di andare a elezioni anticipate e, quindi, della loro disponibilità a trovare sempre un qualsiasi punto d’incontro pur di evitare le urne. Per tacere di altre paure: quelle del Deep State italiano di non potere controllare l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, quelle del Vaticano di non potere mantenere spalancati i porti italiani, quelle dell’Unione Europea di ritrovarsi a Roma un interlocutore sovranista e poco remissivo, quelle dei “mercati” di perdere il monopolio della creazione dal nulla del danaro, e cosí via dicendo.

    Forse sono queste paure, la somma di tutte queste paure a far dichiarare a Giuseppi che no, non ci sono pericoli per il governo nel passaggio parlamentare di mercoledí. O forse è l’involontario aiutino che causalmente gli giunge da non meglio precisate “voci” di ambito quirinalizio. Secondo queste voci, se mercoledì il governo andrà sotto nelle votazioni, Mattarella sarebbe orientato a sciogliere le Camere e a convocare elezioni anticipate. Così i dissenzienti grillini sono avvisati e, con loro, anche i malpancisti forzitalioti ed altri potenziali “responsabili”: chi vuole mantenere in vita la legislatura si regoli di conseguenza.

    Possibile? Possibile, ma non probabile. Se il governo dovesse incassare il “sì” sulla riforma (peggiorativa) del MES, si ritroverebbe subito nei guai sul cosiddetto “MES sanitario”. E, comunque, non credo alle voci che parlano di un Mattarella pronto a sciogliere le Camere.

    No, non penso che le sorti di Giuseppi II possano dipendere dalle votazioni di mercoledì. La qualcosa, però, non significa che possa dormire sonni tranquilli. L’Uomo-per-tutte-le-stagioni é nei guai fino al collo. E non solo per il MES, ma per una sequela infinita di problemi, problemini e problemoni. Innanzitutto, la tenuta dei Cinque Stelle, oramai allo sbando. Poi, per il pressing del PD, che vuole imporre al governo le sue scelte (MES compreso) anche a costo di macellare la componente grillina della maggioranza. E, poi ancora, per i tanti dossier aperti, primo fra tutti quello degli sperati 209 miliardi del Recovery Fund, che né i grillini né i piddini né i renziani vogliono lasciare alla piena disponibilitá di Giuseppi e delle sue fantasmagoriche task forces di “esperti”.

    Senza contare l’emergenza sanitaria: il virus ha rallentato notevolmente la sua corsa, ma gli ospedali italiani sono in affanno, senza personale e non in grado di reggere all’impatto di complicazioni impreviste. Intanto, i vaccini antinfluenzali non si trovano, e tutti si chiedono che cosa succederà dopo le feste, quando milioni di italiani scambieranno i normali malanni di stagione per le avvisaglie di Covid-19. Ciliegina sulla torta: i DPCM di Giuseppi, con i loro provvedimenti che sembrano studiati apposta per concentrare in pochi giorni gli spostamenti degli italiani, con conseguenti assembramenti fuori controllo in stazioni, porti e aeroporti, per tacere dei mezzi di trasporto.

    Ma l’emergenza sanitaria è nulla al confronto dell’emergenza economica: interi comparti economici condannati a morte, aziende chiuse, disoccupazione galoppante. E 200 miliardi di pannicelli caldi europei – nella migliore delle ipotesi – per affrontare una crisi da far tremare le vene ai polsi.

    No, non credo proprio che Giuseppi debba darsi pensiero per il voto di mercoledí. Credo che abbia ben altro di cui preoccuparsi.

     

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