Cultura

  • Cupio dissolvi

    Il latino andrebbe riportato, urgentemente, in tutte le scuole di ordine e grado in quanto unica lingua capace, con poche parole, di sintetizzare situazioni, sentimenti, costumi, e di individuare il motivo conduttore di un intera società.

    La nostra società, per meglio dire la nostra epoca storica, al di là di qualche regione del pianeta non ancora contaminata, si identifica spesso con il cupio dissolvi, l’irragionevole volontà di annientamento.

    Lo vediamo nelle correnti di pensiero, la parola pensiero è un eufemismo, che ardono dal desiderio di cancellare la storia distruggendo i monumenti che l’hanno rappresentata e la rappresentano, nel bene e nel male, nello scorrere dei millenni.

    Da quando i talebani, nel 2001, distrussero i Buddha di Bamiyan, bene dell’umanità, poi imitati dall’Isis, che per altro salvò una parte dei beni archeologici apparentemente distrutti per rivendere i vari pezzi a collezionisti malfattori, lentamente ma inesorabilmente, da più parti nel mondo, vediamo distruggere, o proporre di distruggere, monumenti, statue che rappresentano il passato nel tentativo di ridisegnare la storia, rimuoverla, come se abbattendo le statue si potesse cancellare quello che è stato il passato.

    Cupio dissolvi, dissolvere la Storia, ma non basta, in molti vogliono cancellare, modificare se stessi anche con i tatuaggi che ricoprono gran parte del corpo, per diventare altro da quello che sono.

    Non vogliamo essere noi stessi o, ancor meglio, vogliamo ogni giorno cambiare ciò che eravamo il giorno prima, ancor meglio vogliamo non avere nessuna identità chiara ma solo liquida, in una società altrettanto liquida dove solo chi ha veramente il potere sa invece benissimo chi è e cosa vuole.

    Una società liquida e senza Storia per popoli di uomini e donne con identità confuse, negate, perdute, collegati in un mondo virtuale, sostituiti nel pensiero dall’intelligenza artificiale e sempre più, inesorabilmente, pedine di quei pochi che detengono il potere economico e tecnologico, poteri che si supportano, vicendevolmente.

    Cancellare, uccidendoli o abbandonandoli, i bambini che impediscono ai genitori di sentirsi completamente liberi e senza responsabilità.

    Cancellare, usando anche la violenza estrema, le donne che non si assoggettano ad essere maltrattate, che vogliono chiudere un rapporto malato, cancellare, uccidere chi non accetta di essere proprietà altrui.

    Cancellare nazioni, popoli, per odio o per impadronirsi di beni e territori ai quali non si ha diritto, e non importa se con le guerre, con il terrorismo, muoiono migliaia, decine di migliaia di persone ed ogni legge internazionale diventa evanescente.

    Cancellare gli altri, cancellare se stessi, il cupio dissolvi diventa ogni giorno di più la dissolvenza della nostra società.

  • La “cultura contemporanea” incapace di tutelare Giulia

    “L’’obiettivo del Salone è di osservare il mondo, individuare i temi per descriverlo attraverso la letteratura, offrire un racconto del presente”. La mission del Salone del Libro, quindi, è quella di proporre e successivamente di valutare le diverse tematiche contemporanee attraverso letture dalle quali possano scaturire confronti dialettici approfonditi. Di conseguenza ogni suo rappresentante dovrebbe esprimere, in ogni occasione, il medesimo approccio culturale come sintesi di conoscenza e competenza delle diverse tematiche che affliggono la nostra società.

    In questo contesto, invece, la direttrice del medesimo Salone, pochi giorni fa, ha affermato come considerasse umiliante per il proprio figlio avere preso tre in un compito in classe.

    Un brutto voto è giustificato da una valutazione in relazione alla esecuzione del compito, ma non dovrebbe mai rappresentare un’umiliazione perché riguarda un elaborato e non è di certo una valutazione della persona. In più rappresenta anche un avvertimento fornito allo studente per invitarlo a modificare il proprio approccio allo studio e ottenere così un rendimento migliore.

    L’affermazione del direttore del Salone del Libro, Annalena Benini, risulta invece di una gravità inaudita in quanto dimostra come il mondo che si considera culturale nella sua massima espressione consideri avvilente un semplice voto negativo.

    In altre parole, si richiede implicitamente un sostanziale appiattimento valutativo, come già in passato con il 18 garantito, generando contemporaneamente una incapacità gestionale della avversità rappresentata anche solo da un voto negativo e questo si ripercuote inevitabilmente nella formazione educativa e valoriale successiva del ragazzo.

    Non ci si rende conto che se il mondo culturale intende abituare i ragazzi, gli studenti e successivamente gli uomini ad una vita senza avversità, gli stessi di fronte al primo rifiuto di una povera ragazza che intenda chiudere un rapporto reagiranno senza alcuna esperienza in quanto saranno di fronte ad una situazione mai gestita precedentemente.

    E si pongono quindi le basi perché questi possano avere reazioni assolutamente smisurate fino arrivare al tragico epilogo della povera Giulia.

    In questo contesto, poi, in seguito al drammatico epilogo della vicenda di questa povera ragazza si sente ripetere in ogni trasmissione ed intervista affermazioni relative ad una presunta responsabilità della società patriarcale e di altre stupidaggini del genere.

    Quando è proprio il mondo della cultura nella sua massima espressione che allestisce un substrato culturale tossico tale da creare falsi supporti educativi a ragazzi i quali poi si rivelano incapaci di gestire qualsiasi minima avversità come quella di un semplice rifiuto. Questo approccio educativo rappresenta la vera ragione di reazioni assolutamente immotivate e smisurate da parte di troppi giovani.

    Tornando quindi al contesto sociale nel quale si cercano di trovare le ragioni di questo dramma, il problema è di natura culturale, laddove la cultura non rappresenta più la felice sintesi di conoscenza ed apertura al nuovo unita ad una reale competenza.

    In questi ambiti, invece, ormai domina ampiamente una espressione ideologica culturale la quale tende, in ragione di un falso egualitarismo, a negare lo stesso sistema piramidale amministrativo e annullare i ruoli formativi che nel crescere di un ragazzo vengono riconosciuti ai diversi livelli di istruzione.

    Il senso di inadeguatezza di questa cultura di matrice ideologica rappresenta il vero problema allestendo un substrato sociale all’interno del quale, poi, possono prendere forma queste aberrazioni giovanili i quali si dimostrano incapaci di gestire qualsiasi tipo di avversità.

  • L’università e la banda dei quattromila

    Risulta sempre molto difficile individuare la corretta definizione di cultura, in quanto molto spesso questa si può più agevolmente identificare  attraverso l’individuazione di  “comportamenti elevanti” dei singoli più che  da generiche  figure retoriche.

    La cultura, per propria natura, rappresenta un valore aggiunto e fornisce gli strumenti idonei per adottare  comportamenti i quali trascendano dai banali interessi di schieramenti politici ed ideologici. La sua acquisizione, quindi, dovrebbe sempre assicurare il conseguimento dell’obiettivo principale di questo valore, rappresentato dalla possibilità di un confronto umano e dialettico anche tra esponenti con posizione  opposte ed anche estreme.

    Al tempo stesso risulta assai facile accorgersi della sua assenza, basti ricordare la recente follia massimalista  espressa con il  divieto opposto all’esibizione di concertisti ed artisti in quanto nel DNA presentavano una  “russa” colpa,  cioè di rappresentare il paese  di Putin.

    Una scelta anticulturale e contemporaneamente un esempio classico di come in quei momenti la politica si sia dimostrata assolutamente incapace di assicurare anche il minimo flusso culturale garantito dalla stessa performance dell’artista.

    Tuttavia, la peggiore versione dell’anticultura (la negazione di tutti i valori che la cultura invece dovrebbe assicurare) viene ora rappresentata da quel mondo universitario impregnato di ideologia e massimalismo politico il quale chiede di interrompere ogni rapporto culturale e di confronto con le università israeliane.

    In questo contesto andrebbe ricordato ai quattromila (4.000) eruditi docenti universitari come un qualsiasi mondo accademico nazionale non possa venire identificato con l’indirizzo politico dello Stato, sia esso  dislocato tanto in Corea del Nord, Cina.  Israele o Stati Uniti.

    Al contrario, l’università, se veramente democratica, può talvolta venire definita come la rappresentazione,  anche se  parziale, di una variegata cultura contemporanea, ma non certo l’espressione di una realtà politica e governativa  nazionale.

    Questa degradante richiesta si rivela come la classica affermazione di quella anticultura, per di più in ambito accademico, e si conferma come l’antitesi di quel “comportamento elevante”  a cui si faceva riferimento prima. Un comportamento che, proprio grazie alla disponibilità di strumenti culturali, dovrebbe permettere alle persone di elevarsi a latitudini ben superiori rispetto alle terrene contrapposizioni politiche ed ideologiche espresse dalla “banda dei quattromila”.

    Mai come ora questa porzione del mondo accademico si rivela come una  mediocre espressione di quella anticultura nella sua forma più mediocre in quanto questa dimostra di non possedere il livello minimo di strumenti culturali i quali permetterebbero il mantenimento di un canale aperto e praticabile all’interno del quale valorizzare la possibilità di un confronto dialettico rispetto al contesto politico ed  ideologico.

    Il declino di un paese trova le proprie conferme proprio là dove dovrebbe regnare la cultura come valore aggiunto, ed invece si rivela il terreno di conquista di una qualsiasi “banda dei quattromila”.

  • Al PalaEventi Banca di Piacenza il Prof. Zecchi presenta ‘Safari’ di Cristiana Muscardini

    “Perché non lasciare l’Africa e i suoi abitanti al proprio destino?” Teatro della provocazione, lanciata dal Prof. Zecchi, eminente scrittore e filosofo, la sede centrale della Banca di Piacenza, nel capoluogo emiliano, cornice la presentazione del libro Safari, di Cristiana Muscardini (appena pubblicato dal Gruppo Albatros).

    È una delle serate di confronto e promozione della cultura che l’istituto di credito svolge sul territorio in cui opera, la provocazione – davanti a una platea altamente sensibile alla questione – la lancia il Professor Stefano Zecchi a Cristiana Muscardini, autrice del volume.

    Perché – risponde l’autrice con quella distanza critica che lo stesso Zecchi ravvisa nelle pagine del libro – se il nostro modello di sviluppo non è detto sia il migliore è altrettanto vero che non possiamo ignorare come la mancanza di strumenti vitali, come l’acqua potabile, siano un grave ostacolo non solo allo sviluppo ma alla stessa sopravvivenza delle popolazioni africane.

    E prosegue “gli africani credono che in Europa siamo tutti simili mentre, pur essendo europei abbiamo caratteri diversi, storie diverse tra uno stato e l’altro, lo stesso capita a noi europei parlando degli africani senza capire i grandi distinguo che ci sono tra africani arabi e musulmani, africani musulmani ma non arabi, africani animisti o di religioni cristiane. L’Africa centrale, l’Africa profonda è ben diversa dal Maghreb, da quella delle coste mediterranee. “L’Africa, sottolinea ancora Muscardini, è un crocevia potenzialmente esplosivo tra gli interessi commerciali e le ipoteche che la Cina accende, sotto forma di investimenti allo sviluppo, per perseguire le proprie mire egemoniche globali e gli interessi, in alcuni stati, dei russi che, attraverso Prigozhin, si sono impossessati di immense ricchezze difese dai miliziani della Wagner.

    Certo – rimarca Muscardini con l’esperienza e le riflessioni che derivano da 25 anni di permanenza nel Parlamento europeo e che le hanno consentito il confronto con colleghi di altri Paesi europei, –  la democrazia non si esporta, la democrazia deve essere lasciata maturare in seno al popolo, in un processo bottom-up e non certo top-down. Ma questo non giustifica l’inerzia che l’Unione europea ha troppo spesso mostrato di fronte al vicino continente africano sia per i problemi legati alla povertà che al terrorismo e non ultimo alla nuova colonizzazione cinese.

    Ancor meno giustifica che l’Europa si sia spesso dimostrata quel cattivo attore su scala globale che Zecchi ravvede spesso nell’occidente, fornendo aiuti senza prestare attenzione al fatto che i governi li utilizzassero effettivamente a favore dei governati. Solo un impiego delle risorse a favore di quei milioni di giovani che rappresentano la maggioranza degli abitanti del continente nero, osservano Zecchi e Muscardini, può offrire una soluzione al problema immigrazione che investe l’Europa e consentire così agli africani di perseguire il proprio destino sul proprio territorio. A beneficio, peraltro, di quella biodiversità che in Africa trova un giardino ancora non violato da un ritmo di sviluppo talmente forsennato da dimenticare, come accade altrove, la propria stessa sostenibilità.

    Nel libro anche i racconti della vita di italiani che si sono trasferiti in Africa, dopo l’ultima guerra, le loro avventure, le speranze, le difficoltà e le conquiste in un territorio che hanno imparato a conoscere ed amare e poi paesaggi, rituali, bracconieri e suggestivi ricordi.

  • Quasi 115 milioni di euro a sostegno dei settori culturali e creativi nell’ambito del programma Europa creativa

    Il programma Europa creativa ha lanciato i primi tre bandi di finanziamento per il 2024, offrendo un sostegno significativo ai settori culturali e creativi europei. L’invito a presentare progetti di cooperazione europea, con un bilancio di circa 60 milioni di €, rafforzerà la collaborazione transfrontaliera tra le organizzazioni culturali e sosterrà lo sviluppo, la sperimentazione e la diffusione di pratiche innovative nonché la creazione di contenuti artistici europei, finanziando almeno 130 progetti.

    Un nuovo bando, dotato di un bilancio di 47,4 milioni di €, offrirà sostegno a circa 15 piattaforme per la promozione di artisti emergenti nel periodo 2024-2027. Ogni piattaforma sosterrà almeno 50 artisti emergenti all’anno. Grazie ai finanziamenti di Europa creativa, dal 2021 al 2023, 16 piattaforme europee per la promozione di artisti emergenti hanno già fornito sostegno agli artisti europei emergenti e alle loro opere in tutta Europa e nel mondo.

    Infine, l’iniziativa enti culturali paneuropei mira a sostenere in particolare le orchestre, con un’ampia portata geografica. Grazie a questo bando, con un bilancio di 7,2 milioni di € per il periodo 2024-2027, gli enti riceveranno sovvenzioni per offrire opportunità di formazione, professionalizzazione e performance a giovani artisti di talento. Per ricevere questo finanziamento saranno selezionate fino a cinque orchestre distribuite su un’ampia area geografica.

    Il termine di presentazione delle candidature per i tre bandi è gennaio 2024. Maggiori informazioni sulla procedura di candidatura e sui dettagli del bando sono disponibili sul portale Finanziamenti e appalti dell’UE.

  • Nuovo bando Culture Moves Europe aperto fino al 31 maggio 2024

    Il più grande programma di mobilità culturale dell’Ue, “Culture Moves Europe”, ha pubblicato tra fine settembre e inizio ottobre un nuovo invito a candidarsi per la mobilità individuale. L’invito è rivolto ad artisti e professionisti della cultura di età non inferiore a 18 anni che siano legalmente residenti in uno dei 40 Paesi aderenti al programma Europa creativa e che operino nei seguenti settori: arti dello spettacolo, arti visive, musica, patrimonio culturale, architettura, design, moda e letteratura. È possibile candidarsi fino al 31 maggio 2024.

    Il programma offre borse di mobilità che contribuiscono alle spese di viaggio e di soggiorno, integrabili con un sostegno finanziario supplementare volto a promuovere una partecipazione più diversificata delle persone che incontrano ostacoli nella mobilità internazionale. Un sostegno finanziario più cospicuo viene offerto a coloro che viaggiano in modo sostenibile, ai genitori di bambini piccoli o a chi necessita di un visto. Gli artisti con disabilità sono particolarmente incoraggiati a candidarsi, in quanto Culture Moves Europe offre un sostegno speciale a copertura dei costi aggiuntivi che possono derivare dalla disabilità, per consentire loro di partecipare a progetti transfrontalieri.

    Iliana Ivanova, Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, ha dichiarato: “Culture Moves Europe sostiene la mobilità di tutti gli artisti, compresi quelli con disabilità, aiutandoli a superare gli ostacoli all’internazionalizzazione della loro carriera, contribuendo così all’apertura dell’estetica e alla diversità del paesaggio culturale. Culture Moves Europe ha un ruolo da svolgere come motore di cambiamento culturale“.

    Ad un anno dall’avvio, Culture Moves Europe ha già sostenuto oltre 1.800 beneficiari che scelgono di collaborare con partner internazionali in un altro paese di Europa creativa, dalla Norvegia alla Tunisia e dal Portogallo all’Armenia, per realizzare i loro progetti culturali. I candidati che non sono stati selezionati nel primo ciclo di inviti possono candidarsi nuovamente. Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo https://culture.ec.europa.eu/creative-europe/creative-europe-culture-strand/culture-moves-europe.

  • Esperti italiani per restaurare la Cattedrale a Odessa

    L’Italia scende in campo per la ricostruzione dell’Ucraina, a partire dai suoi beni culturali. E in particolare per Odessa, dove il governo ha annunciato che tecnici italiani saranno impegnati nel restauro della grande Cattedrale ortodossa della Trasfigurazione, gravemente danneggiato dai bombardamenti russi nella notte del 23 luglio scorso. La chiesa è uno dei simboli della storia culturale e religiosa della città costiera ucraina che dell’Italia è figlia: fondata nel 1794 dall’ammiraglio Giuseppe De Ribas, è legata indissolubilmente al nostro Paese nella sua storia intrisa di italianità, testimone la sua architettura omaggio del neoclassico italiano.

    “Anche in ricordo di una lunga e ricchissima storia di scambi tra Odessa e la cultura italiana, che ha portato alla fine del XVIII secolo gli architetti italiani a progettare il piano e gli edifici più rappresentativi della città, il governo italiano ha coinvolto due tra le più autorevoli istituzioni culturali italiane, la Triennale di Milano e il Maxxi di Roma, allo scopo di raccogliere le migliori energie economiche, tecniche e culturali in grado di contribuire al restauro della Cattedrale della Trasfigurazione”, ha annunciato Palazzo Chigi.

    Fondata nel 1794 e ricostruita nel 2005 dopo la distruzione da parte dell’Urss nel 1936, ora la cattedrale potrà fare affidamento sull’Italia per azioni di restauro. Facendo concreto l’impegno da tempo annunciato da Roma per una ricostruzione dell’Ucraina, che non passa solo dalle infrastrutture critiche e dalle risorse economiche, ma anche dai beni culturali devastati dall’invasione.

    L’annuncio giunge a pochi giorni dalla decisione dell’Unesco di approvare uno stanziamento d’urgenza di 169mila dollari per interventi degli edifici danneggiati a Odessa, il cui centro storico è patrimonio mondiale. Una missione dell’agenzia Onu nella città ha valutato che più di 50 beni culturali sono stati gravemente danneggiati dai raid russi, dieci quasi distrutti. Importanti danni ha subito proprio la Cattedrale della Trasfigurazione, insieme alla Casa degli Scienziati, il palazzo di Manuk-Bey, il Museo della Letteratura, il palazzo del Pommer, oltre allo stesso tessuto urbano storico, parte importante del sito del patrimonio mondiale.

  • Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo in mostra (ancora per poco) a Milano

    Ultimi giorni per visitare, al MUDEC di Milano, una delle mostre più interessanti della stagione: Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen. Il Surrealismo è stata l’avanguardia più onirica del XX secolo, ufficialmente nata il primo dicembre 1924, quando a Parigi il poeta André Breton pubblicava la sua raccolta di prose Poisson Soluble, la cui introduzione sarebbe diventata il Primo Manifesto del Surrealismo. Non solo uno stile, un movimento artistico, quanto piuttosto un atteggiamento, un modo alternativo di essere e concepire il mondo. È su questo concetto fondamentale che si sviluppano i molteplici temi della mostra milanese, visitabile fino al 30 luglio, con 180 opere, tra dipinti, sculture, disegni, documenti, manufatti, tutti provenienti dalla collezione del museo Boijmans Van Beuningen, uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, in dialogo con alcune opere della Collezione Permanente del Museo delle Culture.

    La mostra, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura, con la curatela affidata alla storica dell’arte Els Hoek, curatrice del museo, e la collaborazione di Alessandro Nigro, professore di Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze, presenta una selezione della collezione del Museo Boijmans Van Beuningen con un focus particolare sull’interesse dei surrealisti per le culture native. Il visitatore potrà ammirare opere di Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte e Man Ray assaporando il racconto di un intero movimento artistico. Particolare attenzione viene data all’approfondimento delle tematiche fondamentali su cui si è focalizzata la ricerca surrealista – sogno, psiche, amore e desiderio, un nuovo modello di bellezza; attraverso opere di artisti famosi ma anche meno conosciuti, pubblicazioni e documenti storici, la mostra fornisce al pubblico una visione a 360 gradi dell’universo surrealista.

    Introdotta dal concetto che il surrealismo non è uno stile, ma un atteggiamento, si parte con le origini dadaiste del Surrealismo e tre artisti Dada che hanno avuto un ruolo importante nel gruppo surrealista: Max Ernst, Man Ray e Marcel Duchamp. In mostra tra gli altri lavori, Cadeau (Audace) di Man Ray o la Scatola in valigia di Duchamp (De ou par Marcel Duchamp ou Rrose Selavy) del 1952. E prosegue con gli artisti influenzati dalle idee della psichiatria e della psicoanalisi, come Salvador Dalí del quale è possibile ammirare Venere di Milo a cassetti, o l’esplorazione della sessualità con la Venere restaurata di Man Ray, per concludere con Meret Oppenheim e la sua Sotto le resede.

    Una sezione particolare approfondisce il tema del complesso rapporto tra il Surrealismo e le culture del sud globale. Tale rapporto costituisce un fil rouge che accomuna numerosi protagonisti del movimento, a partire dal capofila André Breton, che scoprì l’arte a quel tempo detta “primitiva” sin da ragazzo, diventandone poi un importante collezionista. Per i surrealisti quello per le culture native non fu solamente un interesse di tipo estetico o collezionistico, ma costituì uno dei temi di riferimento del movimento.

    Gli artefatti delle culture native venivano a integrarsi nel concetto di “meraviglioso”, una delle categorie fondanti del movimento che assicurava l’accesso alla dimensione della surrealtà, essenziale per la liberazione dell’individuo e per il suo affrancamento dalle convenzioni della società.

  • Il G7 a guida italiana nel 2024 sarà in Puglia

    Sarà la Puglia ad ospitare il prossimo G7 a guida italiana che si terrà nella seconda metà di giugno del 2024, “dopo il voto europeo” previsto il 9-10. L’annuncio è arrivato da Hiroshima dalla premier Giorgia Meloni che non ha voluto aggiungere dettagli sulla località che ospiterà il vertice. Qualche indiscrezione, però, fa ipotizzare che non sarà una città, ma un luogo che consenta da un lato una più facile gestione delle questioni legate alla sicurezza delle delegazioni, e dall’altro sia al centro di una delle zone più belle e caratteristiche della regione. “La sede precisa ve la dico la prossima volta – ha detto Meloni -. C’è tempo, è fra un anno. Ce l’ho, ma preferisco dirvela la prossima volta”.

    L’annuncio in conferenza stampa in Giappone, è stato preceduto di qualche minuto da una telefonata al presidente della Regione Michele Emiliano che ha ringraziato la premier “per il grande riconoscimento che il governo italiano, con questa scelta, ha dato a noi tutti”.

    “Abbiamo scelto la Puglia come sede del G7 – ha spiegato Meloni da Hiroshima – perché storicamente ha svolto la funzione di ponte: anche Francesco l’ha scelta per un evento senza precedenti, terra simbolo di dialogo tra oriente e occidente”.  Papa Francesco, infatti, per due volte ha scelto la Puglia e in particolare Bari come sede di eventi rilevanti per il dialogo ecumenico e tra le sponde del Mediterraneo: il 7 luglio del 2018 vi si tenne l’incontro con i capi delle Chiese Ortodosse, Orientali Ortodosse e Cattoliche Orientali, mentre 2 anni dopo, il 23 febbraio 2020, Bari fu sede dell’evento “Mediterraneo Frontiera di Pace”, dove il Papa chiamò a raccolta tutti i vescovi del Mediterraneo. Qualche anno prima, nel maggio del 2017, Bari aveva ospitato la riunione ministeriale finanze del G7.

    “Un riconoscimento straordinario – ha detto Emiliano – del lavoro che la Puglia ha svolto con riferimento al dialogo tra oriente e occidente, in permanente connessione con Papa Francesco, e della nostra capacità di accoglienza di tutti i popoli del mondo”. La “non casualità della scelta” è stata sottolineata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, mentre il ministro Raffaele Fitto (entrambi sono pugliesi) ha parlato del “ruolo centrale dell’Italia nel Mediterraneo e nel mondo”.

  • Quattro progetti italiani tra i vincitori del più prestigioso Premio Europeo per il Patrimonio Culturale

    La Commissione Europea e Europa Nostra hanno annunciato i vincitori dei Premi Europei per il Patrimonio Culturale/Europa Nostra Awards 2023. Quest’anno 30  straordinari progetti da 21 paesi hanno ricevuto il più prestigioso premio Europeo per il patrimonio culturale. Tra i vincitori di questa edizione ci sono quattro esemplari progetti italiani:

    Giardini Reali di Venezia

    Dopo complessi lavori di ristrutturazione, questi giardini risalenti all’epoca Napoleonica e che si trovavano in grave stato di abbandono, sono stati riportati a nuova vita e il loro legame architettonico con Piazza San Marco è stato ripristinato. Attualmente i Giardini Reali sono un’oasi meravigliosa,ecologicamente sostenibile  e fruibile da tutti.

    L’architettura protoindustriale del Veneto nell’età di Palladio

    Questa ricerca triennale sul patrimonio protoindustriale del Veneto è senza precedenti in Italia ed  in Europa. Offre una panoramica sulla storia dell’innovazione e della diffusione di conoscenze a livello europeo, concentrandosi sui meriti dell’energia idraulica.

    Aperti per Voi

    Una straordinaria iniziativa che apre le porte più di 85 siti culturali in 35 città in tutta Italia che altrimenti rimarrebbero chiusi al pubblico. Il segreto di questo successo è soprattutto nella forte dedizione di una vasta rete di più di 1,600 volontari.

    Sergio Ragni

    Gli sforzi eccezionali del musicologo Sergio Ragni, nell’arco di oltre 60 anni, hanno permesso di collezionare, studiare e condividere con il pubblico un patrimonio di conoscenze sulla vita e la rilevanza culturale di Gioacchino Rossini,  uno dei più influenti compositori d’Europa.

    I 30 vincitori sono stati selezionati da una Giuria, composta da esperti provenienti da tutta Europa, sulla base delle valutazioni di Comitati di Selezione che hanno avuto il compito di esaminare le candidature per i Premi inviate da organizzazioni e individui da 35 paesi Europei.  I Premi sono finanziati dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

    I vincitori saranno celebrati il 28 Settembre a Venezia durante la Cerimonia per i Premi Europei del Patrimonio Culturale, che si terrà al Palazzo del Cinema. Il prestigioso evento sarà onorato dalla partecipazione di Cecilia Bartoli, Presidente di Europa Nostra. È attesa anche la partecipazione di Margaritis Schinas, Vice-Presidente della Commissione Europea. Durante la cerimonia, verranno anche annunciati i vincitori del Grand Prix e il vincitore del Public Choice Award, scelti tra i progetti vincitori di questa edizione e che riceveranno un premio di €10,000 ognuno. La cerimonia sarà uno degli eventi più importanti del Summit 2023 sul Patrimonio Culturale Europeo, organizzato da Europa Nostra con il supporto della Commissione Europea, e che si terrà tra il 27 e il 30 Settembre a, Venezia.

    Tutti i sostenitori e gli appassionati del patrimonio culturale sono invitati a scoprire i vincitori e a votare online per decidere chi vincerà il Public Choice Award 2023, che avrà diritto a ricevere un premio in denaro di 10.000 euro.

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