Joe Biden tende la mano a Bruxelles per il rilancio della partnership e avvia il disgelo nella guerra dei dazi con la Ue, rottamando un’altra eredità di Donald Trump e dando una nuova boccata d’ossigeno ai mercati drammaticamente depressi dalla pandemia, compreso il Made in Italy. Usa e Ue hanno infatti concordato una tregua, sospendendo per quattro mesi le reciproche tariffe legate alla disputa sui rispettivi sussidi statali ai due maggiori costruttori mondiali di aerei, Boeing e Airbus.
E’ stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a dare l’annuncio per prima, dopo una telefonata con il presidente americano: “Come nuovo inizio per la nostra partnership, abbiamo deciso di sospendere tutte le tariffe relative alle controversie Airbus-Boeing su aeromobili e prodotti non aerei per un periodo iniziale di 4 mesi. Ci siamo anche impegnati a risolvere queste controversie”, ha detto, riferendo di aver proposto inoltre un “Consiglio per il commercio e la tecnologia a livello ministeriale per affrontare le sfide dell’innovazione” e di aver invitato Biden al vertice mondiale sulla salute a Roma il 21 maggio.
L’intesa è stata ufficializzata poco dopo anche dalla Casa Bianca, secondo cui il presidente americano ha ribadito il suo impegno ha “riparare e rivitalizzare la partnership Usa-Ue” e a “coordinarsi su questioni di comune interesse, compresa Cina, Russia, Bielorussia, Ucraina e i Balcani occidentali”. Biden ha anche sottolineato l’importanza di una stretta cooperazione Usa-Ue per contenere la pandemia di Covid-19 e potenziare la sicurezza sanitaria globale, perseguire una ripresa economica globale sostenibile, affrontare la crisi climatica e rafforzare la democrazia”. Insomma, piena e ritrovata sintonia tra Washington e Bruxelles.
La tregua è finalizzata a negoziare un accordo finale che metta fine a una disputa lunga 17 anni, durante i quali non sono mancati momenti di tensione e scontro. Soprattutto durante la presidenza Trump, che aveva ignorato le richieste europee per arrivare ad una intesa, preferendo cavalcare la sua guerra commerciale anche con gli alleati europei. Il braccio di ferro aveva portato all’imposizione di dazi, autorizzati dal Wto, per un valore complessivo di 11,5 miliardi di dollari: 7,5 miliardi di dollari da parte americana nell’ottobre 2019 e 4 miliardi di dollari da parte di Bruxelles l’anno successivo, come misura ritorsiva dopo i falliti tentativi di negoziati. Le tariffe si erano abbattute su settori strategici, dall’industria ai beni di consumo. L’Italia aveva pagato il prezzo più alto nel comparto food, anche se Trump non aveva infierito più di tanto sul Made in Italy. Secondo le ultime stime della Coldiretti, i dazi Usa colpivano le esportazioni agroalimentari italiane per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello. Graziato invece il vino tricolore, a differenza di quelli francesi e tedeschi. Ma non c’è dubbio che la tregua ora rilancerà export e consumi per tutti. A partire dall’Italia: gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco extra-Ue per i nostri prodotti agroalimentari, con un fatturato record di quasi 5 miliardi di euro l’anno nel 2020.
La mossa segue quella analoga annunciata giovedì nei confronti di Londra, con cui Washington ha una ‘special relationship’: 4 mesi di sospensione dei dazi, che in Gran Bretagna avevano colpito beni come il whisky scozzese, alcuni formaggi tipici, biscotti. Un passo importante nell’agenda britannica post Brexit, dove il premier Boris Johnson punta ora ad un nuovo accordo commerciale con gli Stati Uniti. Ma ora anche per la Ue si apre un nuovo terreno di collaborazione commerciale, dopo che Biden si è impegnato a rilanciare l’alleanza tra le 2 sponde dell’Atlantico su tutti i fronti.