Destra

  • Addio a Donna Assunta Almirante, testimone di un’epoca della nostra storia

    Con la scomparsa di Donna Assunta Almirante viene a mancare una importante testimone di un’epoca, recente eppure lontanissima, della nostra storia. Difficile per chi è abituato a confrontarsi col mondo nell’immediatezza di un Twitter, spesso non ragionato a sufficienza per capirne le eventuali conseguenze, comprendere una realtà politica ed economica nella quale si intrecciavano avvenimenti tragici e delitti ideologici efferati mentre le comunicazioni erano affidate a poco più di un telefono fisso.

    Chiunque abbia vissuto i lunghi anni che hanno portato l’MSI da movimento marginale a motore di una nuova corrente di pensiero, che tentava di unire i valori della tradizione con le necessità ed urgenze del progresso, sa come quegli anni siano stati formativi e come il percorso indicato sia ancora in gran parte da percorrere.

    Donna Assunta ha conosciuto i dubbi, le inquietudini, le accelerazioni ed i rallentamenti, i tradimenti e le ingiustizie, i dolori e le disperazioni per tante vittime colpite dall’odio perché condivideva con Giorgio Almirante la strada difficile del Movimento Sociale italiano.

    Vogliamo ricordarla tenendo dentro di noi alcuni lontani ricordi che appartengono a un comune vissuto e la immaginiamo ora, elegante e sorridente, battagliera come sempre, mentre affronta questa nuova avventura che prima o poi tocca a tutti.

    A Giuliana, a tutti i famigliari, a quanti le hanno voluto bene, la nostra affettuosa partecipazione.

  • L’estrema destra dà fuoco al Corano, s’infiamma la Svezia

    L’estrema destra provoca e la Svezia si infiamma nel weekend di Pasqua. Vi partecipano poche centinaia di persone, ma l’immagine che trasmettono al mondo è di una sommossa: da Örebro a Norrköping e Linköping, da Malmö a Stoccolma, tre giorni e tre notti violenti scontri oppongono polizia e manifestanti che lanciano sassi e bottiglie molotov e bruciano auto, pneumatici, cassonetti della spazzatura e tutto quanto capita loro a tiro, con un bilancio provvisorio di almeno 26 poliziotti e una quindicina di manifestanti feriti, alcuni colpiti di rimbalzo da proiettili di avvertimento sparati dagli agenti, varie decine di arresti. Il tutto in risposta a un ‘tour’ del leader di estrema destra danese Rasmus Paludan, che brucia pubblicamente copie del Corano, il testo sacro dell’Islam, in ogni centro della Svezia dove risieda una forte comunità di musulmani.

    La polizia svedese non ha per ora descritto la provenienza politica dei manifestanti, che però dalle testimonianze che si accumulano sui media appaiono comprendere cittadini musulmani, militanti antirazzisti e, in alcuni casi, dice la polizia, anche delinquenti comuni.

    Dopo essere iniziati venerdì a Örebro, nella domenica di Pasqua gli scontri sono tornati per la seconda volta a Norrköping, dopo essersi spostati nella vicina Linköping sabato, seguendo l’itinerario delle provocazioni di Paludan, ma approdando anche alla capitale Stoccolma.

    Domenica il leader di estrema destra ha rinunciato polemicamente al pubblico rogo del Corano dopo che la polizia lo ha obbligato a spostarlo a un luogo isolato, come aveva già fatto sabato, relegando la sua provocazione dal centro della cittadina di Lanskroma alla periferia della vicina città di Malmö, la terza più grande della Svezia, nel sud, in un parcheggio recintato da barriere. Su Facebook Paludan ha scritto polemicamente che la polizia e il governo svedesi “hanno dimostrato di essere assolutamente incapaci di proteggere se stessi e me. Se io venissi ferito gravemente o ucciso per colpa dell’inadeguatezza dell’autorità di polizia, sarebbe veramente triste per gli svedesi, i danesi e altri popoli del Nord”.

    Politico e avvocato danese di 40 anni, ma anche con passaporto svedese, Rasmus Paludan vuole lanciarsi in politica in Svezia nelle elezioni di settembre con il partito di estrema destra anti-immigrati e islamofobo Stram Kurs (Linea Dura) da lui fondato nel 2017, che si autodefinisce il “partito più patriottico della Danimarca”.

    Il governo socialdemocratico svedese della premier Magdalena Andersson ha duramente condannato tanto le dimostrazioni di Paludan, quanto le violenze di reazione, tenendo fermo il punto che uno dei principi fondanti della democrazia svedese è la libertà totale di espressione. Principio che Stoccolma ha difeso di fronte alla grandinata di proteste provenienti dai Paesi a maggioranza islamica del mondo contro “l’offesa deliberata al sacro Corano”, dall’Iraq all’Egitto, dagli Emirati arabi alla Giordania. Chi scatena la violenza nelle strade, ha fatto capire Andersson, si presta al gioco dell’estremista Paludan e della sua agenda razzista. Il ministro della Giustizia, Morgan Johansson, si è rivolto ai dimostranti invitandoli ad “andare a casa”, dopo aver definito Paludan un “buffone di estrema destra il cui unico fine è la violenza e la divisione”, ma ricordando come la Svezia sia una democrazia e che in democrazia “anche i buffoni hanno libertà di parola”.

  • La Fondazione Tatarella digitalizza gli archivi della destra italiana

    La Fondazione Tatarella di Bari ha avviato la digitalizzazione dell’archivio raccolto dai fratelli Pinuccio e Salvatore Tatarella sui movimenti politici della destra italiana, con il contributo di un bando della Direzione generale Archivi del Mibact. Lo fa sapere la stessa Fondazione, affidando a una nota il commento dell’archivista Leonardo Musci, che ha già curato archivi importanti (Fondazioni Di Vagno, Craxi, Einaudi). “La Fondazione Tatarella – sottolinea Musci – ha il maggior numero di documenti del Msi e di An. Se c’è un buco archivistico a livello nazionale è a destra, con delle splendide eccezioni come la Fondazione Tatarella”.

    “Era il sogno di mio padre – spiega nella nota Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione – costruire il più importante archivio della destra italiana. Lo stiamo realizzando. Nel panorama archivistico nazionale siamo un unicum per quando riguarda la destra italiana e la sua recente evoluzione storica. Proprio in queste stanze Pinuccio Tatarella ha immaginato il percorso della destra italiana come moderna forza di governo. Tra questi documenti e queste carte che appartengono ai due fratelli è possibile ricostruire non solo la storia e le vicende politiche di due persone, ma l’intera storia di una comunità, quella della destra italiana”.

    Con Musci, collaborano al riordino e digitalizzazione la Dabimus srl, spin off dell’Università di Bari, con il professor Nicola Barbuti. Inoltre, “collaboriamo con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica di Puglia e Basilicata e l’Università di Bari, con la quale abbiamo sottoscritto un Accordo Quadro”, ha aggiunto Fabrizio Tatarella, ringraziando la soprintendente, professoressa Annalisa Rossi, “per aver recentemente visitato la Fondazione e deciso di seguire in prima persona questo percorso”.

  • La giustizia mancata per il Rogo di Primavalle

    Sono passati 45 anni da quel 16 aprile 1973 quando tre militanti appartenenti a Potere operaio, gruppo della sinistra extraparlamentare italiana, diedero fuoco all’abitazione del segretario del MSI della borgata Primavalle di Roma, Mario Mattei. Nel rogo morirono due dei suoi figli, Virgilio e Stefano, un ragazzo di 22 anni e un bambino di 10. Ancora oggi il rogo di Primavalle è ricordato come uno dei delitti più efferati provocati dall’odio politico. All’epoca dei fatti, quando vigeva il motto che ‘ammazzare un fascista non era reato’, il delitto in un primo momento passò addirittura come vendetta tra appartenenti allo stesso Movimento e negli anni, ancor peggio, come un reato di serie B. Una intellighenzia salottiera e drogata di ideologia, non potendo accettare che gente ‘proletaria’, come erano i Mattei, potesse essere iscritta al Movimento Sociale e non al Partito Comunista, noto per la strenua difesa delle classi più umili, difese strenuamente i tre colpevoli con articoli di giornali e manifestazioni di piazza. Né la nomenklatura voleva rendersi conto, incaponendosi, che proprio al suo interno ci fossero formazioni violente e criminali. Gli assassini, Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo, condannati in via definitiva, non hanno mai scontato la loro pena e a distanza di quasi mezzo secolo i fratelli Mattei, come tanti altre vittime di destra, non hanno mai ottenuto giustizia (Lollo, tra l’altro, risulta essere un collaboratore del Movimento5Stelle). In occasione dell’anniversario le associazioni nate in memoria dei Fratelli Mattei hanno organizzato una serie di incontri e manifestazioni per ricordare i due ragazzi assassinati e sottolineare come quell’orribile delitto chieda ancora giustizia.

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