digitale

  • Pubblicati i primi inviti a presentare proposte nell’ambito del programma Europa digitale nei settori della tecnologia digitale, della cibersicurezza e dei poli europei dell’innovazione digitale

    La Commissione ha annunciato la prima serie di inviti a presentare proposte nell’ambito del programma Europa digitale. Ciò fa seguito all’adozione dei programmi di lavoro che assegnano una dotazione di quasi 2 miliardi di euro agli investimenti volti all’avanzamento della transizione digitale. Gli inviti sono aperti alle imprese, alle organizzazioni e alle amministrazioni pubbliche degli Stati membri dell’UE, nonché ai soggetti di altri paesi associati al programma Europa digitale.

    Fino alla fine del 2022 tali sovvenzioni saranno destinate a un investimento di oltre 415 milioni di euro nei settori delle infrastrutture cloud to edge, degli spazi di dati, dell’intelligenza artificiale, delle infrastrutture di comunicazione quantistica, dello sviluppo delle competenze digitali e dei progetti che promuovono un internet più sicuro, lottano contro gli abusi sessuali sui minori e la disinformazione.

    Inoltre, sempre fino alla fine del 2022, 43 milioni di euro in sovvenzioni saranno destinati a sostenere la cibersicurezza nel settore sanitario e a creare una rete di centri nazionali di coordinamento per aiutare gli Stati membri ad attuare la legislazione dell’UE in materia di cibersicurezza.

    Il primo invito a presentare proposte riguarda anche la creazione e l’attuazione della rete dei poli europei dell’innovazione digitale. Tali poli sosterranno le imprese private, comprese le PMI e le start-up, e il settore pubblico nella trasformazione digitale.

    Fonte: Commissione europea

  • Trustmeup, la nuova piattaforma digitale che promuove un nuovo modello di sostenibilità

    Non Profit ed E-commerce, due mondi apparentemente distanti, si uniscono nella piattaforma web TrustMeUp, l’unica in grado di trasformare ogni acquisto in donazione e ricompensare ogni donazione, al 100%, in sconti per nuovi acquisti digitali. Il tutto in maniera trasparente e tracciata grazie alla tecnologia blockchain.

    Un modello innovativo di raccolta fondi per il Terzo Settore, con l’obiettivo di raddoppiare il valore delle donazioni e offrire alle aziende una proposta innovativa di CSR condivisa che permette a tutti di comprare donando “a costo zero”. Da un lato, infatti, i consumatori possono donare mediamente il 15% dell’importo speso in uno dei negozi online aderenti alla piattaforma (secondo un modello definito come DonaComprando); dall’altro effettuare una donazione, per qualsiasi importo, a favore di un ente non profit presente all’interno di TrustMeUp e trasformare lo stesso valore in uno sconto digitale, da utilizzare in seguito.

    La piattaforma si presenta come una nuova frontiera dello shopping dimostrando che i consumi, fatti in modo differente, possono impattare sulla società e sostenere il mondo del Non Profit in maniera semplice, sostenibile e senza costi aggiuntivi. Ad ulteriore beneficio dell’utente e a dimostrazione della trasparenza e tracciabilità dello strumento, TrustMeUp emetterà per conto dell’Associazione Non Profit cui è stata fatta la donazione una ricevuta fiscale valida ai fini delle detrazioni fiscali, garantendo un cashback del 5% in media della cifra spesa.

    Presentato in occasione dell’evento “E-Commerce e Non Profit: un nuovo modello di sostenibilità” patrocinato da Assolombarda, TrustMeUp arriva in un momento di profonda crescita per il mondo dello shopping online. Secondo i dati NetComm, gli e-shopper durante i primi due mesi del 2020, sono aumentati di 2 milioni, raggiungendo il totale di 27 milioni, portando così a un incremento dell’e-commerce del 176% nel 2020 rispetto al 4% dell’anno precedente e una previsione di crescita di un ulteriore 19% nel 2021. Meno floridi sono stati gli ultimi mesi per il settore Non Profit, come evidenziano i dati dell’Istituto Italiano della Donazione: il 43% degli enti stima di chiudere il 2021 con una diminuzione delle entrate. Tuttavia una nuova speranza la danno i canali digitali: per il 28,4% nel 2020 le donazioni online sono aumentate o rimaste stabili (58%).

  • In viaggio con Connecting Europe Express, il treno europeo simbolo di innovazione e sostenibilità

    E’ iniziato a Lisbona il 2 settembre e terminerà a Parigi il 7 ottobre il viaggio del treno speciale Connecting Europe Express, iniziativa di punta per l’Anno europeo delle ferrovie 2021, che attraverserà più di 100 città europee nel giro di cinque settimane durante le quali sono previsti eventi e conferenze.

    Tutte italiane le tappe dal 5 al 9 settembre: Torino. Milano, Genova, Vaiano, Roma, Nogara, Brennero. Proprio durante la sosta nel capoluogo lombardo è stata sottolineata dalla Coordinatrice Europea del Corridoio del Mediterraneo, Iveta Radičová, l’importanza di investire, attraverso il Next Generation EU, nel settore delle tecnologie e delle comunicazioni affinché le persone possano il più possibile connettersi con le istituzioni dell’UE e permettere a queste ultime di conoscere al meglio i comportamenti e le necessità dei cittadini dell’Unione. Non poteva perciò che essere il treno a simboleggiare l’idea di connessione tra le genti e le città e Milano ben si colloca in questa strategia perché, come ha dichiarato Herald Ruijters, Direttore Generale DG Move della Commissione europea, “è centrale nella prospettiva nazionale e regionale e all’interno dell’Europa. E’ una scommessa per le numerose vie di comunicazione, per la digitalizzazione delle comunicazioni poiché sta rivestendo un ruolo strategico nel processo di decarbonizzazione dei trasporti per il quale l’UE si sta impegnando fortemente”. Il capoluogo meneghino ha un ruolo strategico grazie alle sue autostrade e alla posizione geografica, da un lato è collegata all’Europa continentale, dall’altra ai Balcani e all’intero bacino del Mediterraneo, per non parlare delle infrastrutture, come l’aeroporto di Malpensa che rivestirà un ruolo fondamentale per i prossimi giochi olimpici invernali.

    Il PNRR italiano ha destinato 62 miliardi di euro per gli interventi sulle infrastrutture e sulla logistica.

    Connecting Europe Express è il risultato di una importante cooperazione tra la Commissione europea, la Comunità delle ferrovie europee (CER), operatori ferroviari europei, gestori dell’infrastruttura e numerosi altri partner a livello locale e dell’UE. Un intenso percorso in treno, quale simbolo degli obiettivi di sostenibilità, innovazione e sicurezza che l’Unione europea persegue in tutte le sue politiche.

  • L’integralismo digitale

    Non ha alcuna importanza se il blackout digitale procurato al sistema informatico della Regione Lazio sia legato ad un attacco di un gruppo di hacker che pretenderebbero un riscatto per riportare alla normalità il sistema regionale oppure, siamo nella seconda ipotesi, se questo terremoto digitale risultasse legato ad un virus inseritosi nel computer di un impiegato a casa in smart working e successivamente utilizzato dal figlio durante una navigazione in siti hot. In entrambi i casi le conseguenti considerazioni non potrebbero modificarsi in alcun modo.

    Nessuno oggi è in grado di quantificare gli effetti di questa “guerra informatica”, soprattutto in relazione ai  “dati sensibili” ai quali dovrebbe venire assicurata la massima tutela, oppure ai profili personali che dovrebbero godere della privacy più assoluta o anche alle semplici banche dati. Attualmente, quindi, si brancola ancora nel buio in relazione alla genesi di questo atto di “terrorismo digitale“.

    Da anni, giustamente, gli investimenti in Cyber security continuano ad aumentare quanto gli esiti vincenti di attacchi tanto a siti istituzionali quanto ad aziende private. Finora questo tipo di problematiche legate alla malavita digitale ha avuto effetti pericolosi ed onerosi economicamente “solo“ per i singoli Stati o le imprese private.

    In piena pandemia e soprattutto in piena campagna di vaccinazione, invece, questo attacco, di fatto, ha bloccato pericolosamente la possibilità di prenotarsi per i prossimi vaccini e, di conseguenza, l’iter per ottenere il Green pass e quindi la stessa libertà dei singoli. Una situazione che si ripercuote direttamente sulla salute e sulla possibilità di libertà di movimento che il vaccino e il Green pass combinati assieme possono assicurare. Di fatto i cittadini della Regione Lazio si trovano in una situazione di default sanitario in relazione alla campagna vaccinale pagando le conseguenze in prima persona.

    È la prima volta che la cittadinanza è colpita da un attacco informatico limitando la possibilità ai cittadini stessi di accedere alle strutture sanitarie dedicate nello specifico alla campagna vaccinale. Questo effetto dovrebbe far pensare e rendere meno integralista la digitalizzazione della nostra economia e della nostra esistenza quotidiana. Per il semplice motivo che nel momento in cui un attacco informatico avesse per obiettivo la struttura digitale relativa ai pagamenti ed ai prelievi stessi presso i bancomat allora l’intera popolazione si troverebbe assolutamente priva di risorse economiche e di sostentamento, anche solo per una semplice spesa alimentare.

    Nella quotidianità della vita rappresenta di certo una forma di intelligenza quella di mantenere sempre una possibilità alternativa rispetto a quella in attuazione al fine di assicurare comunque lo “standard giornaliero qualitativo e valoriale” raggiunto. Nel momento in cui, invece, una parte dell’establishment economico e politico intende digitalizzare completamente ogni forma di pagamento allora un attacco informatico produrrebbe un default devastante per l’intera cittadinanza nella sua complessità.

    Mentre purtroppo per l’accesso ai sistemi sanitari e soprattutto al sistema di vaccinazione non esiste ancora un’alternativa per quanto riguarda i sistemi i pagamenti, l’uso del contante, ora più che mai, dovrebbe venire tutelato per evitare gli effetti devastanti di un attacco informatico che avesse per obiettivo i sistemi di pagamento elettronici.

    L’integralismo digitale che ammanta  buona parte della politica e del mainstream europeo dovrebbe trarre una serie di considerazioni importanti proprio in relazione alla sempre maggiore esposizione digitale” alla quale si sta portando l’intero sistema politico ed economico come quello relativo ai rapporti con la pubblica amministrazione.

    In questo contesto l’obiettivo di rendere sempre operativo e non penalizzante una possibilità alternativa al sistema informatico e all’uso del contante dovrebbe diventare un obiettivo di sicurezza finalizzato al mantenimento, anche se sotto attacco informatico, degli standard acquisiti.

    Una scelta che dimostrerebbe la volontà di assicurare il mantenimento dello stato dell’arte ad un sistema complesso come quello economico, politico e sociale di una società evoluta rispetto alla pura esaltazione dello strumento digitale.

  • La Commissione propone un’identità digitale affidabile e sicura per tutti gli europei

    La Commissione ha proposto un quadro relativo a un’identità digitale europea che sarà disponibile per tutti i cittadini, i residenti e le imprese dell’UE. I cittadini potranno dimostrare la propria identità e condividere documenti elettronici dai loro portafogli europei di identità digitale semplicemente premendo un tasto sul telefono. Potranno accedere ai servizi online con la loro identificazione digitale nazionale, che sarà riconosciuta in tutta Europa. Le piattaforme molto grandi saranno tenute ad accettare l’utilizzo dei portafogli europei di identità digitale su richiesta dell’utente, ad esempio per dimostrarne l’età. L’utilizzo del portafoglio europeo di identità digitale sarà sempre a discrezione dell’utente.

    In virtù del nuovo regolamento, gli Stati membri offriranno ai cittadini e alle imprese portafogli digitali in grado di collegare le loro identità digitali nazionali con la prova di altri attributi personali (ad esempio patente di guida, diplomi, conto bancario). Purché siano riconosciuti da uno Stato membro, tali portafogli potranno essere forniti da autorità pubbliche o da soggetti privati.

    I nuovi portafogli europei di identità digitale consentiranno a tutti gli europei di accedere ai servizi online senza dover utilizzare metodi di identificazione privati o condividere inutilmente dati personali. Con questa soluzione avranno il pieno controllo dei dati che condividono.

    L’identità digitale europea sarà disponibile per chiunque voglia utilizzarla: tutti i cittadini, i residenti e le imprese dell’UE che desiderino avvalersi dell’identità digitale europea potranno farlo; sarà di ampio utilizzo: i portafogli europei di identità digitale potranno essere utilizzati ampiamente quale mezzo di identificazione degli utenti o per provare determinati attributi personali, allo scopo di accedere a servizi digitali sia pubblici che privati in tutta l’Unione; permetterà agli utenti il controllo dei propri dati: i portafogli europei di identità digitale consentiranno alle persone di scegliere quali aspetti relativi all’identità, ai dati e ai certificati condividere con terzi e di tenere traccia di tale condivisione. Il controllo degli utenti garantisce che siano condivise solo le informazioni che è necessario condividere.

    Affinché diventi una realtà il prima possibile, la proposta è accompagnata da una raccomandazione. La Commissione invita gli Stati membri a predisporre un pacchetto di strumenti comuni entro settembre 2022 e ad avviare immediatamente i necessari lavori preparatori. Tale pacchetto di strumenti dovrebbe includere l’architettura tecnica, le norme e gli orientamenti sulle migliori pratiche.

    Parallelamente al processo legislativo, la Commissione lavorerà con gli Stati membri e il settore privato agli aspetti tecnici dell’identità digitale europea. Attraverso il programma Europa digitale la Commissione sosterrà l’attuazione del quadro europeo relativo a un’identità digitale e molti Stati membri hanno previsto progetti per l’attuazione di soluzioni di e-government, compresa l’identità digitale europea, nei rispettivi piani nazionali nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

    Fonte: Commissione europea

  • Il declino digitale

    E’ evidente, e non da oggi, come la soluzione indicata per molte problematiche complesse ed articolate venga individuata, in modo decisamente semplicistico, nella facile applicazione di un algoritmo. Questo, utilizzato come un vero e proprio “strumento salvifico”, in buona sostanza permette di giustificare qualsiasi decisione purché supportata dalle risultanti dello stesso strumento algoritmico. L’utilizzo di questa forma di innovazione tecnologica nel settore privato sostanzialmente nasce dalla necessità di usufruire di uno strumento aggiuntivo per la comprensione tanto dell’andamento dei mercati e dei consumi, espressione dei diversi profili di consumatori (si pensi anche alla platea dei risparmiatori) quanto di quello dei costi delle materie prime in prospettiva.

    Contemporaneamente il sempre maggiore utilizzo dello strumento algoritmico trova un maggiore utilizzo in funzione di una riduzione dei costi fissi, specialmente se “amministrativi”. Si pensi, per esempio, alle banche d’affari le quali da anni stanno sostituendo molte posizioni di analisti finanziari con la semplice applicazione di un algoritmo.

    In ambito politico la realtà scaturita dallo strumento algoritmico permette a persone prive di ogni competenza di appropriarsi dei risultati algoritmici venduti come realtà indiscutibili e talvolta come espressione delle proprie specifiche competenze. Se, poi all’interno dei fattori caratterizzanti dello stesso algoritmo vengano inseriti, o peggio, omessi parametri fondamentali il quadro che ne esce può risultare decisamente fuorviante.

    La Regione Lombardia in questo senso, ma sicuramente il quadro è simile in tutte le regioni italiane, riesce ad ammettere candidamente come nella rilevazione giornaliera dei “positivi” non vengano distinti i nuovi positivi (primo contagio) rispetto a quanti già precedentemente positivi e quindi al secondo o terzo tampone.

    In altre parole, l’algoritmo individuato come l’unico strumento dal quale trarre basi per elaborare una strategie di contenimento della pandemia dipende anche da una corretta rilevazione dei contagi.

    Viceversa, si arriva a conteggiare la medesima positività, cioè la medesima persona positiva, anche tre volte nell’arco di 10 giorni.

    Non è necessario avere delle competenze scientifiche e tantomeno matematiche per comprendere come il non aver distinto tra nuove e vecchie positività incida in modo notevole tanto per il calcolo dell’andamento dei contagi quanto per il calcolo della percentuale di positività rispetto ai tamponi effettuati. Ogni strategia che ne consegua nasce dall’analisi di dati assolutamente non indicativi della realtà. Senza dimenticare come in questo modo non si riesca neppure a trarre una rilevazione veritiera relativa all’efficacia delle terapie farmacologiche in rapporto al fattore temporale i cui risultati vengono vanificati dall’inserimento della persistenza di una positività all’interno dei nuovi contagi.

    Una responsabilità che va interamente attribuita agli ideatori di questo incredibile errore progettuale algoritmico e ad una classe politica che dopo un anno non si è accorta, per propria incapacità, di questo errore strutturale.

    In ultima analisi, questo strumento algoritmico individua in modo inequivocabile come il declino culturale di un paese non possa essere aggirato con il semplice inserimento di uno strumento matematico e scientifico, anzi questo diventa espressione di una nuova forma di declino culturale. Quello digitale.

  • La Commissione propone iniziative per tutelare i diritti dei minori

    La Commissione ha adottato la prima strategia generale dell’UE sui diritti dei minori, nonché una proposta di raccomandazione del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l’infanzia, al fine di promuovere pari opportunità per i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale. Per preparare entrambe le iniziative la Commissione, in associazione con le principali organizzazioni globali per i diritti dei minori, ha raccolto il parere di oltre 10 000 minori. Sei le aree tematiche e l’azione proposta.

    I minori come agenti di cambiamento nella vita democratica: la Commissione propone una serie di azioni, dalla produzione di testi giuridici adatti ai minori all’organizzazione di consultazioni con i minori nel contesto della conferenza sul futuro dell’Europa e dell’attuazione del patto per il clima e del Green Deal. Gli Stati membri dovrebbero da parte loro consentire la partecipazione dei minori alla vita civica e democratica.

    Il diritto dei minori di realizzare pienamente il loro potenziale indipendentemente dal loro contesto sociale: la Commissione intende istituire una garanzia europea per l’infanzia per combattere la povertà e l’esclusione sociale dei minori. Si occuperà, ad esempio, anche della salute mentale dei minori e aiuterà a sostenere un’alimentazione sana e sostenibile nelle scuole dell’UE. Si impegnerà inoltre per migliorare le norme sull’educazione e la cura della prima infanzia in tutta l’UE e per assicurare un’istruzione inclusiva di qualità.

    Il diritto dei minori di essere liberi dalla violenza: la Commissione proporrà testi legislativi volti a combattere la violenza di genere e la violenza domestica e formulerà raccomandazioni per prevenire le pratiche dannose nei confronti delle donne e delle ragazze. Gli Stati membri sono invitati a creare sistemi integrati di protezione dei minori e migliorarne il funzionamento, rafforzare la risposta nazionale alla violenza nelle scuole e adottare atti legislativi nazionali per porre fine alle punizioni corporali in tutti i contesti.

    Il diritto dei minori a una giustizia a misura di minore in quanto vittime, testimoni, indagati o imputati per la commissione di un reato, o parti in qualsiasi procedimento giudiziario. La Commissione contribuirà, ad esempio, alla formazione giuridica specializzata e collaborerà con il Consiglio d’Europa per attuare le linee guida del 2010 per una giustizia a misura di minore; gli Stati membri sono invitati a sostenere, fra l’altro, la formazione, e a sviluppare solide alternative all’azione giudiziaria, quali le alternative alla detenzione o la mediazione nei casi civili.

    Il diritto dei minori di navigare in sicurezza nell’ambiente digitale e di sfruttarne le opportunità: la Commissione aggiornerà la strategia europea per un internet migliore per i ragazzi; la proposta di legge sui servizi digitali mira a rendere sicura l’esperienza online. La Commissione invita gli Stati membri ad attuare efficacemente le norme sulla protezione dei minori contenute nella direttiva riveduta sui servizi di media audiovisivi e a favorire lo sviluppo delle competenze digitali di base dei minori. La Commissione esorta inoltre le imprese del settore delle TIC a lottare contro i comportamenti nocivi online e a rimuovere i contenuti illegali.

    I diritti dei minori nel mondo: i diritti dei minori sono universali e l’UE ribadisce il suo impegno a proteggerli, promuoverli e rispettarli in tutto il mondo e nei contesti multilaterali. Ad esempio, assegnerà il 10 % dei finanziamenti per gli aiuti umanitari all’istruzione nelle situazioni di emergenza e nelle crisi prolungate. La Commissione intende elaborare un piano d’azione per i giovani entro il 2022 per promuovere la partecipazione dei giovani e dei bambini a livello mondiale, e rafforzare le capacità di protezione dei minori nelle delegazioni dell’UE. La Commissione applica inoltre una politica di tolleranza zero nei confronti del lavoro minorile.

    Nel 2019 quasi 18 milioni di minori nell’UE (il 22,2 % dei minori) vivevano in famiglie a rischio di povertà o di esclusione sociale. Questa situazione genera un ciclo intergenerazionale di svantaggio, con effetti profondi e a lungo termine sui minori. La garanzia europea per l’infanzia mira a spezzare questo circolo vizioso e a promuovere le pari opportunità garantendo l’accesso a una serie di servizi fondamentali per i minori in stato di necessità (persone di età inferiore a 18 anni a rischio di povertà o di esclusione sociale).

    Nell’ambito della garanzia europea per l’infanzia, si raccomanda agli Stati membri di permettere ai minori bisognosi di accedere gratuitamente ed efficacemente a: educazione e cura della prima infanzia, ad esempio evitando la segregazione scolastica; istruzione e attività scolastiche, ad esempio fornendo attrezzature adeguate per l’insegnamento a distanza e organizzando gite scolastiche; almeno un pasto sano per ogni giornata scolastica; e assistenza sanitaria, ad esempio agevolando l’accesso a esami medici e programmi di screening sanitario. Tali servizi dovrebbero essere gratuiti e facilmente accessibili ai minori in stato di necessità.

    La Commissione raccomanda inoltre che gli Stati membri forniscano ai minori bisognosi un accesso effettivo a un’alimentazione sana e a un alloggio adeguato: ad esempio, i minori dovrebbero ricevere pasti sani anche al di fuori della scuola e i minori senza fissa dimora e le loro famiglie dovrebbero avere accesso a un alloggio adeguato.

    Nell’individuare i minori in stato di necessità e nel formulare le misure nazionali, gli Stati membri dovrebbero tenere conto delle esigenze specifiche dei minori che provengono da contesti svantaggiati, come quelli senza fissa dimora, con disabilità, con situazioni familiari precarie, provenienti da contesti migratori, appartenenti a una minoranza etnica o che ricevono assistenza alternativa.

    L’UE mette a disposizione finanziamenti a sostegno di tali azioni nell’ambito del Fondo sociale europeo Plus (FSE+), che finanzia progetti destinati a promuovere l’inclusione sociale, lottare contro la povertà e investire nelle persone, nonché del Fondo europeo di sviluppo regionale, di InvestEU e del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

    L’attuazione della strategia dell’UE sarà monitorata a livello nazionale e dell’Unione, e la Commissione riferirà sui progressi compiuti in occasione della riunione annuale del Forum europeo per i diritti dei minori. Alla fine del 2024 sarà svolta una valutazione della strategia, con la partecipazione di minori.

    La Commissione invita gli Stati membri ad adottare rapidamente la proposta di raccomandazione del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l’infanzia. Entro sei mesi dalla sua adozione, i governi sono invitati a presentare alla Commissione piani d’azione nazionali sulle modalità di attuazione. La Commissione monitorerà i progressi compiuti attraverso il semestre europeo e pubblicherà, ove necessario, raccomandazioni specifiche per paese.

    Fonte: Commissione europea

  • APProach: cittadini europei, innovazione digitale, partecipazione e cittadinanza inclusiva Milan Digital Week

    Si intitola APPROACH I cittadini europei, innovazione digitale e cittadinanza inclusiva, l’evento che si terrà online il 18 marzo 2021, dalle ore 10:30-12:00, nell’ambito della Milan Digital Week, a cui partecipa anche l’ufficio del Parlamento europeo a Milano.

    L’evento è a cura di Affari Europei-Area Relazioni Internazionali della Direzione Gabinetto del Sindaco del Comune di Milano, Assessorato alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici, Assessorato alla Partecipazione, Cittadinanza Attiva e Open Data.

    L’iniziativa offrirà l’occasione di presentare la prossima attività di APProach, il progetto europeo volto a promuovere l’inclusione e la partecipazione dei cittadini europei che vivono in città. La presentazione avverrà con una tavola rotonda dedicata al rapporto tra transizione digitale, cittadinanza inclusiva, collaborazione civica e partecipazione, che metterà a confronto pratiche locali e internazionali. L’incontro prevede anche un confronto tra campagne informative internazionali rivolte a promuovere l’accesso e l’esercizio del diritto di voto dei cittadini europei nelle città in cui risiedono, tra cui la campagna di grande successo del Parlamento europeo per le elezioni europee 2019 #STAVOLTAVOTO.

    I contenuti saranno disponibili dal 17 marzo a questo link: https://www.milanodigitalweek.com/approach-i-cittadini-europei-digitale-partecipazione

  • Verso un’Europa autonoma e responsabile dal punto di vista digitale entro il 2030

    Decennio digitale europeo: un’Europa autonoma e responsabile dal punto di vista digitale entro il 2030. La Commissione ha presentato la visione, gli obiettivi e le modalità per conseguire la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030 che sarà fondamentale anche ai fini della transizione verso un’economia a impatto climatico zero, circolare e resiliente. L’ambizione dell’UE è conseguire la sovranità digitale in un mondo aperto e interconnesso e perseguire politiche per il digitale che conferiscano ai cittadini e alle imprese l’autonomia e la responsabilità necessarie per conseguire un futuro digitale antropocentrico, sostenibile e più prospero. A tal fine è necessario porre rimedio alle vulnerabilità e alle dipendenze, come pure accelerare gli investimenti.

    La comunicazione fa seguito all’esortazione della Presidente von der Leyen a fare dei prossimi anni il decennio digitale dell’Europa, risponde all’invito del Consiglio europeo a presentare una bussola per il digitale e si basa sulla strategia digitale della Commissione del febbraio 2020. La comunicazione propone di concordare una serie di principi digitali, di varare rapidamente importanti progetti multinazionali e di preparare una proposta legislativa che stabilisca un quadro di governance solido per monitorare i progressi compiuti: la bussola per il digitale.

    Per tradurre le ambizioni digitali dell’UE per il 2030 in termini concreti, la Commissione propone una bussola per il digitale concepita attorno a quattro punti cardinali:

    1) cittadini dotati di competenze digitali e professionisti altamente qualificati nel settore digitale. Entro il 2030 almeno l’80% della popolazione adulta dovrebbe possedere competenze digitali di base e 20 milioni di specialisti dovrebbero essere impiegati nell’UE nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con un aumento del numero di donne operative nel settore;

    2) infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti. Entro il 2030 tutte le famiglie dell’UE dovrebbero beneficiare di una connettività Gigabit e tutte le zone abitate dovrebbero essere coperte dal 5G; la produzione di semiconduttori sostenibili e all’avanguardia in Europa dovrebbe rappresentare il 20% della produzione mondiale; 10 000 nodi periferici a impatto climatico zero e altamente sicuri dovrebbero essere installati nell’UE e l’Europa dovrebbe dotarsi del suo primo computer quantistico;

    3) trasformazione digitale delle imprese. Entro il 2030 tre imprese su quattro dovrebbero utilizzare servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale; oltre il 90% delle PMI dovrebbe raggiungere almeno un livello di base di intensità digitale e dovrebbe raddoppiare il numero di imprese “unicorno” nell’UE;

    4) digitalizzazione dei servizi pubblici. Entro il 2030 tutti i servizi pubblici principali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini avranno accesso alla propria cartella clinica elettronica e l’80% dei cittadini dovrebbe utilizzare l’identificazione digitale (eID).

    La bussola definisce una solida struttura di governance comune con gli Stati membri, basata su un sistema di monitoraggio con relazioni annuali che prevedono un sistema a “semafori”. Gli obiettivi saranno sanciti da un programma strategico da concordare con il Parlamento europeo e il Consiglio.

    Al fine di colmare in modo più efficace le lacune nelle capacità critiche dell’UE la Commissione agevolerà il varo rapido di progetti multinazionali in cui confluiscano investimenti provenienti dal bilancio dell’UE, dagli Stati membri e dall’industria, a integrazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri finanziamenti dell’UE. Gli Stati membri si sono impegnati, nei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza, a destinare almeno il 20% alla priorità digitale. Tra i progetti multinazionali di possibile realizzazione figurano un’infrastruttura di elaborazione dati paneuropea interconnessa, la progettazione e la diffusione di processori a consumo ridotto affidabili di prossima generazione o le amministrazioni pubbliche connesse.

    I diritti e i valori dell’UE sono al centro del modello europeo dell’UE per il digitale, incentrato sulla persona, e dovrebbero trovare pieno riscontro nello spazio online, al pari di quanto accade nel mondo reale. È per questa ragione che la Commissione propone l’elaborazione di un quadro di principi digitali, quali l’accesso a una connettività di alta qualità, a competenze digitali sufficienti, a servizi pubblici e a servizi online equi e non discriminatori, che, più in generale, garantirà che gli stessi diritti applicabili nel mondo offline possano essere pienamente esercitati online. Detti principi sarebbero discussi in un dibattito pubblico di ampia portata e potrebbero essere sanciti da una dichiarazione interistituzionale solenne del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, che trarrebbe spunto dal pilastro europeo dei diritti sociali, integrandolo. La Commissione propone infine di monitorare mediante un Eurobarometro la percezione da parte dei cittadini europei del rispetto dei loro diritti digitali.

    La trasformazione digitale pone sfide globali. L’UE lavorerà per promuovere la propria agenda digitale positiva e antropocentrica in seno alle organizzazioni internazionali e attraverso partenariati digitali internazionali forti. La combinazione degli investimenti interni dell’UE e dei significativi finanziamenti disponibili nell’ambito dei nuovi strumenti di cooperazione esterna consentirà all’UE di lavorare con partner in tutto il mondo per conseguire obiettivi globali comuni. La Commissione ha già proposto l’istituzione di un nuovo Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia. La comunicazione pubblicata oggi mette in risalto l’importanza di investire nel miglioramento della connettività con i partner esterni dell’UE, ad esempio attraverso la creazione di un fondo per la connettività digitale.

    Fonte: Commissione europea

  • Lo scenario economico e del mercato digitale nel 2021

    Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e l’on. Irene Tinagli, Presidente della Commissione Problemi Economici Monetari del Parlamento Europeo intervengono alla web conference

    Lo scenario economico e del mercato digitale nel 2021
    Previsioni di Ripresa e Recovery Fund – Verso la “Nuova Normalità”
    organizzata da The Innovation Group, il 25 marzo, nell’ambito del Digital Italy Program 2021.

    Tanti i temi da affrontare: dal PNRR – Piano Nazionale Ripresa e Resilienza- Next Generation Italia che offre grandi opportunità e sfide importanti all’industria ICT e al mercato, agli interventi prioritari che potrebbero beneficiare dei fondi per la ripresa.

    Quali i punti di snodo più critici nei percorsi di modernizzazione e quali impatti sul Mercato Digitale 2021? Quali politiche industriali per facilitare l’aumento della produttività e della competitività delle nostre imprese? In che modo le imprese ICT possono contribuire con i loro prodotti e servizi a ottimizzare gli investimenti previsti nel nostro sistema produttivo e nella nuova organizzazione del lavoro che caratterizzerà la “Nuova Normalità”?

    Oltre al Ministro Giovannini e all’On. Tinagli hanno già confermato la propria presenza:

    Elio Catania, Senior Advisor e Consigliere per la politica industriale, Ministero dello Sviluppo Economico
    Carlo Bozzoli, Global Chief Information Officer, Enel
    Andrea Provini, Presidente, AUSED e Global CIO, Bracco
    Giuseppe Roscioli, Vicepresidente Vicario, Federalberghi
    Gianluigi Viscardi, Presidente Digital Innovation Hub Lombardia e Coordinatore Nazionale della Rete dei DIH, Confindustria.

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