diritti

  • Al via le candidature per l’edizione 2025 del premio Access City Award

    Sono aperte le candidature all’Access City Award 2025, la 15° edizione del concorso che premia le città che si sono adoperate per diventare più accessibili alle persone con disabilità. In occasione dei Giochi olimpici e paraolimpici di Parigi 2024, la Commissione dedicherà inoltre una menzione speciale alle “infrastrutture sportive accessibili”.

    Il concorso, organizzato dalla Commissione europea in collaborazione con il Forum europeo sulla disabilità, è aperto alle città dell’UE con più di 50.000 abitanti. I vincitori del 1°, 2° e 3° posto riceveranno rispettivamente premi dal valore di 150 000 euro, 120 000 euro e 80 000 euro.

    Le città vincitrici saranno annunciate in occasione della cerimonia di premiazione della conferenza sulla Giornata europea delle persone con disabilità, in programma il 28 e 29 novembre 2024. Le città possono candidarsi entro il 10 settembre 2024.

  • Lo scontro democratico tra garanzie ed opportunità

    Una democrazia rappresenta la forma di governo all’interno della quale, come nel periodo degli antichi Greci, tutti potevano godere degli stessi diritti e tutti potevano accedere a determinati incarichi pubblici in base alla propria competenza.

    Questa forma di governo basata sul principio di uguaglianza riportata all’era contemporanea offre anche delle opportunità (che rappresentano un concetto radicalmente diverso da quello di garanzia democratica) per chi sappia utilizzare e magari volgere a proprio favore delle “vacatio legis” tali da non definire una base minima di requisiti per la eleggibilità.

    Questa lacuna viene abitualmente interpretata da ogni forza politica come la possibilità di proporre per una carica elettiva candidati il cui unico merito è quello di rappresentare una vicinanza alla stessa compagine politica. Tuttavia, proprio perché in altri campi la legge nazionale risulta invece molto precisa nella definizione dei requisiti minimi di accesso, questa vacatio diventa non più una caratteristica della democrazia ma una semplice quanto banale opportunità speculativa.

    Il principio principe delle uguaglianza, già presente nella democrazia dell’antica Grecia, viene così azzerato quando per accedere ad un qualsiasi concorso del personale di servizio ATA il candidato deve risultare incensurato mentre una persona che abbia già subito quattro condanne e ventinove denunce possa venire tranquillamente candidata ed eletta al Parlamento Europeo.

    In fondo sarebbe bastato adottare il medesimo criterio richiesto per l’accesso ai concorsi pubblici come espressione della semplice garanzia democratica.

    Questa elezione di Ilaria Salis rappresenta in buona sostanza il risultato di uno sfruttamento della “Opportunità” che un sistema democratico assolutamente perfettibile non ha ancora avuto il coraggio di normare adeguatamente.  In altre parole, il voto non può e non deve rappresentare l’unica forma di manifestazione della democrazia.

    Questo, invece, si dovrebbe inserire all’interno di un sistema elettorale nel quale venisse adottato un criterio comune in relazione alla eleggibilità. Come logica conseguenza, quindi, i leader di partito non possono sentirsi esenti da una propria responsabilità quando utilizzano nel sistema una opportunità a proprio semplice beneficio politico, in più spacciandola come espressione di una garanzia democratica.

    La democrazia dovrebbe essere gestita cum grano Salis  da chi pretende di stabilirne i principi democratici ma che per opportunità politiche lascia la definizione di accesso assolutamente libera ed espressione degli interessi delle  formazioni politiche.

    In fondo basterebbe solo un minimo di discernimento in quanto la democrazia non può essere intesa come una giostra alla quale chiunque, solo in quanto scelto da un partito, possa accedere.

    Il livello di una democrazia comincia dalla qualità dei candidati i quali, per il principio di uguaglianza, dovrebbero essere soggetti ai medesimi obblighi di legge sia per un concorso pubblico quanto per la semplice presentazione di una candidatura.

  • Appello al voto per l’Europa

    Domani e domenica si vota per il Parlamento europeo, un voto che ci consente di scegliere con la preferenza chi ci dovrà rappresentare fisicamente e politicamente in Europa.

    Andiamo a votare in libertà e coscienza per una Europa più forte ed unita sui grandi temi, dalla politica estera alla difesa comune, meno burocratica e invasiva verso gli Stati nazionali, un’Europa che sappia affrontare la grande sfida: rimanere un mercato debole di fronte alle pressioni delle grandi potenze o diventare finalmente una realtà politica ed economica capace di difendere i propri legittimi interessi e la democrazia e la libertà dei suoi amici ed alleati

    Votare è un diritto, votare è un dovere.

  • Per realizzare la pace occorrono democrazia e rispetto dei diritti fondamentali

    Ci sono guerre, tentativi di ritrovare la libertà e la vita, che spesso sono dimenticati, così di Birmania non si parla quasi mai mentre il conflitto civile, dal 2021 ad oggi, è sempre più aspro.

    Decine di migliaia di giovani, studenti, professionisti, gente normale, persone comuni sono fuggite dalle città per andare nelle giungla ad unirsi alle milizie che combattono contro l’esercito nazionale baluardo del sanguinoso regime militare.

    I villaggi sono bombardati da elicotteri che sparano ovunque e la brutalità dell’esercito ha raggiunto il limite estremo dopo le manifestazioni seguite al processo burletta al quale è stata sottoposta
    Aung San Suu Kyi, oggi ormai quasi ottantenne.

    Nei primi tempi molti governi avevano protestato ed imposto sanzioni ai generali ma il tempo è passato, altre guerre più vicine hanno distratto l’attenzione, i giovani birmani sono rimasti soli, nella giungla, a sognare la libertà, a difendersi, a vedere uccidere ogni giorno tanti civili, a sopportare ingiustizie e violenze.

    In Birmania non ci sono leggi di guerra o diritti civili da rispettare ma il paese, ricco nel suolo e nel sottosuolo, è di proprietà di una casta militare che considera la società divisa tra pochi, che decidono e comandano, e tutti gli altri che devono obbedire e subire mentre le Nazioni Unite tacciono e sarebbero comunque impotenti per come sono oggi organizzate.

    È giusto parlare di pace, operare sempre per la pace ma non vi è mai pace quando vi sono soprusi, violenze, quando la libertà ed il diritto sono negati, quando si massacra il proprio popolo, si invade un’altra nazione, si compiono stragi ed azioni terroriste.

    Per conquistare la libertà bisogna avere il coraggio di combattere, per realizzare la pace occorrono democrazia e rispetto dei diritti fondamentali.

  • La vita degli esseri umani

    La vita degli esseri umani dipende dalla capacità di saper coniugare le leggi di natura con le modifiche che l’uomo stesso apporta  sia con le scoperte tecnologiche che con le modifiche sociali e culturali che, via via negli anni, si definiscono.

    Credenti, di qualunque fede, o laici sappiamo tutti che l’ecosistema, nel suo complesso, non può essere stravolto, dalla formica al lupo, dall’ape all’uomo per vivere abbiamo necessità di rispettare le regole che la natura ci ha dato anche attribuendo ad ogni nostro organo specifiche funzioni.

    Non possiamo usare il cuore per defecare o il fegato per masticare il cibo, ogni organo deve svolgere uno specifico ruolo non per moralità ma per funzionalità dell’intero organismo così come ogni organismo è, per il suo piccolo, funzionale al complesso equilibrio del pianeta, dello stesso universo per come è conosciuto.

    Questa è la normalità, attenersi alle reciproche funzioni, anche se accade , come in tutti gli apparati complessi, che vi siano situazioni che escono dalla normalità .

    Nella società, umana ed animale, vi possono essere situazioni che portano degli individui a scelte per le quali alcuni organi sono in parte utilizzati per funzioni diverse rispetto a quelle per le quali sono stati predisposti

    Per gli animali si tratta di manifestazioni che simboleggiano, come gli etologi ci possono confermare, volontà di predominanza o confusione di istinti.

    Per gli esseri umani si tratta di scelte dovute a fattori diversi e che lasciamo alla scienza identificare, quando invece non si tratti di moda, opportunismo, paura, insicurezza.

    L’identità sessuale sembra oggi diventato uno dei problemi principali sui quali interrogarsi e spesso l’eccessiva attenzione mediatica ha portato, specie nei più giovani, a nuova pericolosa confusione.

    Una società che non ha saputo coltivare la paritetica collaborazione tra sessi diversi, che, surrettiziamente, ha creato la paura di confrontarsi con il sesso opposto, ha generato, da ultimo, il cosiddetto sesso fluido.

    Siamo assolutamente certi che ad ogni individuo devono essere garantiti dignità, diritti civili, rispetto per le sue scelte personali e sessuali.

    Siamo altrettanto convinti che il proselitismo, ormai palese, che spinge, fin dall’adolescenza, a trovare soluzione alle proprie insicurezze facendo scelte che portano ad un difforme utilizzo dei propri organi, rispetto alla funzionalità originaria, non sia da condannare sul piano morale ma da contrastare dal punto di vista sociale e naturale.

    Potrà anche accadere che nel futuro gli essere umani potranno avere figli senza utilizzare i loro organi sessuali e riproduttivi, ciò non toglie che comunque vi sono organi che servono a funzioni diverse da quelle sessuali tour court e se è possibile anche usarli sessualmente la loro funzione resta di  ben altro tipo.
    Ognuno perciò faccia nella sua vita privata come meglio ritiene e la società tuteli e rispetti ogni individuo ma è anche arrivato il momento di ricordare che quanto va bene per alcuni non può diventare la norma per tutti gli altri stravolgendo le leggi di natura.

  • Silenzi e parole

    Ogni giorno muoiono tante persone per malattia, anche tanti bambini

    Ogni giorno muoiono tante persone per fame, carestie, povertà, anche tanti bambini

    Ogni giorno, in guerre subite o volute, guerre di offesa e troppe guerre di difesa, muoiono tanti civili, anche tanti, troppi bambini.

    Muoiono esseri umani, che non hanno fatto mai male a nessuno, durante le catastrofi naturali o in incidenti voluti o provocati da altri esseri umani, muoiono persone mentre stanno lavorando o mentre tornano a casa e qualcuno le uccide in macchina, muoiono donne per mano di chi pretendeva di amarle, muoiono bambini per poter vendere i loro organi.

    La morte purtroppo fa parte della vita quando si diventa anziani ma tutte queste morti tragiche volute da altri uomini, o tutte le tragedie per le quali sembra non poter esserci risposta se non continuando ad avere il coraggio della fede, perché sono sempre di più gli innocenti che muoiono rispetto a chi innocente non è, sembra che non colpiscano più di tanto rispetto alla morte di una persone potente e conosciuta.

    La morte del presidente iraniano ha avuto più parole e attenzione di tutti i morti in Ucraina o di tutti coloro che sono morti mentre fuggivano disperati dai loro paesi in guerra.

    Comprendiamo ovviamente tutte le ragion di Stato ma per la morte di Raisi possiamo solo dire di avere l’ingenua, incrollabile speranza che chi lo sostituirà sia meno sanguinario e crudele di lui.

  • Hong Kong bans protest anthem after court case win

    Hong Kong’s government will be able to proceed with making a protest song illegal under the city’s national security laws after winning a court challenge.

    The High Court had last year rejected the government’s request for Glory to Hong Kong to be banned, saying it would have “chilling effects” on free speech.

    But on Wednesday an appeal court overturned that ruling.

    The move is likely to deepen concerns about freedoms being further eroded in the city.

    Amnesty International said the government’s ban was “as ludicrous as it is dangerous”.

    In the court’s ruling on Wednesday, it said that the song can still be used for “academic” or “news” activities.

    But its melodies and lyrics can not be broadcast, performed, shared or reproduced in any setting where the user intends to “incite others to commit secession” or is used “with seditious intention” against the Hong Kong government. Those convicted of breaching the ban on the anthem could face up to life imprisonment.

    It is also illegal for people to use the song to advocate for Hong Kong’s separation from China, and to present it as the anthem of the territory.

    A Chinese foreign ministry spokesman on Wednesday said banning the song was a “necessary measure by (Hong Kong) to fulfil its responsibility of safeguarding national security”.

    Amnesty’s China Director, Sarah Brooks said: “Banning ‘Glory to Hong Kong’ not only represents a senseless attack on Hong Kongers’ freedom of expression; it also violates international human rights law.

    “Singing a protest song should never be a crime, nor is it a threat to ‘national security’.”

    Hong Kong is part of China, but has had some autonomy since the end of British rule in 1997. Campaigners say that democratic freedoms have been gradually eroded since then.

    The song Glory to Hong Kong – sung in the territory’s native dialect Cantonese – emerged during pro-democracy protests in 2019 against a controversial extradition law and later became the unofficial anthem of the movement.

    Its lyrics include lines such as “Liberate Hong Kong” and “Revolution of our times. May people reign, proud and free, now and evermore. Glory be to thee Hong Kong”.

    While the new ban will specifically codify when the song’s use is illegal, people in Hong Kong had already been punished under national security laws for playing it.

    In 2022, a harmonica player was arrested for playing the song outside the British consulate in Hong Kong to mourn the death of Queen Elizabeth II.

    The song has been banned in schools since 2020.

    Officials had also petitioned internet giants like Google to remove the protest song from their search results and video platforms – something the sites refused to do.

    The song has also at times been mistakenly played as the city’s anthem at official events like international sporting matches, something that has angered authorities.

    On Thursday, the appeal court said pursuing a ban on the song’s use in political contexts fell within the remit of current national security laws.

    It said that because it was hard to prosecute individual criminal acts, “a more effective way to safeguard national security was to ask” would be to ask internet platforms to “stop facilitating the acts being carried out on their platforms”.

  • In attesa di Giustizia: fantasia al governo

    Uno dei tanti delicatissimi compiti affidati ai magistrati è la motivazione tanto delle loro richieste – quando si tratta di Pubblici Ministeri – che delle loro decisioni nel caso dei giudicanti e cioè dire devono esporre le ragioni che le sorreggono descrivendo il percorso conoscitivo e l’analisi delle prove che, a sua volta, deve risultare immune da vizi di logica, contraddizioni, omissioni di evidenze.

    E qui viene il bello, si fa per dire, per la fantasia non sempre sana che viene impiegata: basti dire che una volta, appena approdato in Cassazione, Piercamillo Davigo, durante una conversazione, affermò “che fatica che a volte bisogna fare per salvare delle sentenze insalvabili”. Ma stiamo parlando del campione del giustizialismo, fortunatamente pensionato, che di quella fantasia abbondava.

    Le “chicche” peraltro continuano a non mancare ed un esempio recente è questo con il quale si è deciso che se un avvocato non può leggere gli atti di un processo si tratta di trascurabile cosa.

    L’argomento è stato affrontato alla sesta sezione penale della Cassazione, sentenza depositata il 2 maggio, esaminando l’ennesima forzatura, priva di buon senso, di un Tribunale prima e di una Corte di Appello poi che hanno negato la sussistenza di legittimo impedimento ad un difensore che aveva chiesto rinvio di udienza certificando di essere affetto da un “riacutizzarsi della miodepsia in occhio sinistro con esiti di distacco posteriore del vitreo con calo visivo e deficit di concentrazione”; raccomandati sette giorni di riposo assoluto evitando sia la lettura che la scrittura.

    Secondo i giudici di merito l’avvocato non avrebbe comunicato immediatamente quell’impedimento e la patologia documentata non “avrebbe esposto il legale ad un rischio grave per la propria salute” in quanto, in quella udienza, si sarebbero solo dovuti ascoltare dei testimoni. Poco importa, quindi, se nei giorni precedenti non è stato possibile preparare il controinterrogatorio rileggendo atti e documenti, poco male se l’avvocato non può confrontare ciò che viene riferito a voce con quanto verbalizzato in precedenza e poco male anche se la sua patologia peggiora perché deve fare gli sforzi sconsigliati in un’aula.

    La sesta sezione, una delle migliori della Corte di Cassazione, ha accolto il ricorso contro queste bestialità ritenendo – in particolare – che l’impedimento fosse stato comunicato tempestivamente come prevede la legge: in questo caso la certificazione medica era datata un venerdì 22 gennaio e depositata il lunedì successivo ma i primi giudici avevano preteso ben diversa e fulminea attivazione…come se fosse possibile credere che nel week end (a prescindere dai momenti di chiusura totale al pubblico) le cancellerie fossero aperte alla bisogna ed i giudici in anelante attesa di ricevere una pec con siffatta comunicazione.

    Ma passiamo ad un diverso esempio ed alla fantasiosa motivazione che viene stesa dal Consiglio Giudiziario di Milano a vantaggio…ma – vedi un po’ – di un Pubblico Ministero. Per chi non lo sapesse, il Consiglio Giudiziario è una sorta di C.S.M. “periferico” che si occupa di valutazioni dei magistrati locali da inoltrare, poi, al Consiglio Superiore per quanto di sua competenza: come nel C.S.M., nel Consiglio Giudiziario ci sono anche avvocati ma qui non hanno voce in capitolo se non per quanto riguarda i Giudici di Pace (che, a loro volta sono avvocati che svolgono la funzione a titolo onorario).

    Parliamo di quel Fabio De Pasquale che la settimana scorsa abbiamo visto annaspare in una improbabile difesa di sé davanti al Tribunale di Brescia che lo sta giudicando per avere occultato prove a favore di imputati al fine di ottenerne la condanna. Ingiusta, c’è bisogno di dirlo?

    Ebbene il nostro uomo è in corsa per vedersi confermare il ruolo di Procuratore della Repubblica Aggiunto per altri quattro anni ed il Consiglio Giudiziario ha espresso un apprezzamento che sarà trasmesso a Roma: è ben vero che la condotta di De Pasquale è da considerarsi “non imparziale” (il termine esatto sarebbe ben altro…), tuttavia si tratta di episodi legati ad un solo processo che non intaccano i requisiti di imparzialità ed equilibrio richiesti dalla legge. Peccato che queste innocenti marachelle siano costate un patrimonio allo Stato per imbastire un monumentale processo finito nel nulla esponendo la Procura di Milano ad una figuraccia di livello planetario, peccato che sia stato dimenticato il parere negativo originariamente espresso dal Procuratore Facente Funzioni, Riccardo Targetti, un gentiluomo andato in pensione, peccato che avere uno dei vertici dell’Ufficio sotto processo (forse, presto condannato per come stanno andando le cose a Brescia) non sia esattamente il fiore all’occhiello della Procura ma, probabilmente, stiamo assistendo una volta di più ad uno di quei giochetti tra correnti della magistratura, ad uno scambio di favori ed una motivazione fantasiosa aiuta.

    Come direbbe Cicerone: le malattie dell’anima sono più pericolose di quelle del corpo.

  • O maschile o femminile: la Baviera mette al bando lo schwa e ripristina la grammatica tedesca

    Simbolo del linguaggio inclusivo imposto dal politicamente corretto, per emancipare la galassia arcobaleno, lo schwa è stato messo al bando in Baviera. Il Land conservatore del sud della Germania ha infatti emanato il divieto di usare forme linguistiche neutre rispetto al genere, il Regolamento generale di procedura (Ago) delle autorità bavaresi stabilisce che “non sono consentite ortografie multigenere che utilizzano simboli verbali interni come asterisco, due punti, trattino basso o punto intermedio». Questo significa di fatto ripristinare il rispetto della grammatica tedesca classica, che ha diverse forme maschili e femminili per alcuni sostantivi e che in passato utilizzava il plurale maschile come forma predefinita onnicomprensiva.

    Il divieto è stato aspramente criticato dalla sinistra tedesca – Verdi in testa – al fianco di gruppi politici universitari, sindacati, associazioni queer. Ma il governo bavarese tira dritto: “Se o quando la soglia di negligenza rilevante ai sensi del diritto disciplinare nel senso di violazione dei doveri d’ufficio viene superata in un caso concreto e individuale dovrà essere valutata in particolare per quanto riguarda la frequenza, l’entità e il rispettivo contesto”. Il ministro Florian Herrmann é stato ancora più spiccio: “Il messaggio è: il linguaggio deve essere chiaro e comprensibile”.

    L’Associazione tedesca degli insegnanti (Dl) ha accolto con favore questa politica. Il presidente della DL Stefan Düll ha dichiarato all’agenzia di stampa Dpa che il linguaggio ufficiale dovrebbe essere incentrato su “formulazioni rispettose e sensibili al genere senza contrassegnarlo come tale”, rimarcando che anche la schwa o l’asterisco potrebbero risultare tutt’altro che inclusivi.

  • Chi vota ha sempre ragione se il suo voto è libero

    Chi vota ha sempre ragione se vota in un Paese democratico nel quale la libertà è un diritto fondamentale ed inalienabile.

    Se vive in un Paese dove la minoranza è rispettata ed ha il suo spazio, un Paese con regole certe ed un’informazione libera a tutto campo, un Paese, uno Stato, una Nazione il cui governo non imprigiona gli avversari e li suicida o uccide, una nazione che rispetta il diritto internazionale e la vita dei suoi cittadini.
    Se le elezioni si svolgono in un paese libero e democratico ognuno ha il diritto di esprimere la sua scelta ed il risultato elettorale va rispettato, in caso contrario si tratta di elezioni farsa, guidate dalla forza di chi detiene in modo assoluto il potere e nessun risultato può essere riconosciuto come attendibile.
    Lo diciamo con calma a Salvini e ai tanti o pochi amici di Putin che vivono in Italia ricordando che se hanno tanta ammirazione per il nuovo zar niente vieta a loro di andare a vivere in Russia, quello che certamente non consentiremo a nessuno è di tentare di portare in Italia, in Europa, l’autocrazia e qualunque altro regime che privi i cittadini della libertà e dei diritti fondamentali che regolano le democrazie.

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