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  • Cambiare sesso passa di moda: crescono i pentiti e scattano i primi divieti

    In Inghilterra e in America, dove tanti adolescenti vengono operati per cambiare sesso, aumentano e i ‘pentiti’ ed i segnali che stanno arrivando da Inghilterra e Stati Uniti indicano una chiara inversione di tendenza: il governo britannico ha chiuso il Gender identity development service (Gids) della clinica Tavistock, tempio della psicoanalisi infantile e unico ospedale pubblico del Regno Unito dedicato alla disforia di genere dei minori. In seguito a un rapporto che ha riscontrato «forti criticità», il sospetto è che il Gids incoraggi i trattamenti con troppa disinvoltura. Stessa imputazione pende sul Transgender Center della Washington University (Usa) su cui il procuratore generale del Missouri ha aperto un’inchiesta. Le testimonianze riferiscono una totale anarchia terapeutica, assenza di protocolli formali e accanimento nei confronti dei «detransitioners», isolati come reietti. Anche in Europa, la preoccupazione che troppi bambini possano essere messi inutilmente a rischio ha spinto nazioni come Finlandia e Svezia (primo al mondo ad autorizzare la transizione a spese dello Stato, nel 1972) a limitare l’accesso alle cure. Unica a non fare marcia indietro, al momento, è la Spagna.

    Le cliniche pediatriche di genere negli Usa sono passate da zero a più di 100 negli ultimi 15 anni. Secondo uno studio della società Komodo Health Inc, i bambini e adolescenti americani tra 6 e 17 anni che hanno iniziato ad assumere ormoni o bloccanti della pubertà dal 2017 al 2021 sono più che raddoppiati, senza considerare quelli che affrontano l’intervento chirurgico. La gender industry nel 2022 è arrivata a fatturare solo per la chirurgia 623 milioni di dollari (dati Global Market Insight), anche perché non ha bisogno dell’approvazione di Fda mentre ha ricevuto facilitazioni dall’amministrazione Obama nel 2016 che garantisce il cambio di sesso è garantito in diversi Stati anche alle famiglie a basso reddito attraverso il programma Medicaid. Uno studio p condotto dal Dipartimento della Difesa e pubblicato a maggio 2022, ha segnalato però che oltre il 25% dei pazienti che ha iniziato il percorso per cambiare sesso prima dei 18 anni ha smesso di assumere i farmaci.

    Le detransizioni restano più circoscritte, perché più difficoltose del semplice smettere di assumere farmaci, ma chi ha studiato l’argomento ha individuato che il pentimento in chi cambia genere sembra riconducibile a due motivi: scarsa sicurezza dei trattamenti e diagnosi affrettate per la disforia di genere. Le diagnosi, necessarie per accedere ai trattamenti, sono cresciute dalle 15.172 del 2017 alle 42.167 del 2021 ma in esse finiscono per essere ricondotti anche molti disagi adolescenziali, sociali o psicologici. Uno studio della California ha scoperto che il 25% degli 869 pazienti con vaginoplastica è stato ricoverato, e rioperato, per emorragie o lesioni intestinali. Le femmine soffrono spesso di atrofia vaginale, causata dal testosterone. Altro effetto è il calo della densità ossea. All’assenza di protocolli di trattamento ex-post si aggiunge lo stigma sociale: molti detransitioners hanno denunciato una perdita di sostegno da parte della comunità Lgbtq+, esperienze deludenti con i medici e isolamento. Negli Usa il percorso di cambiamento di sesso viene chiamato «modello affermativo» (l’idea è che sia il ragazzo o la ragazza a poter decidere il proprio sesso). Ma appare in realtà negativo e fonte di profonde solitudini.

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