edilizia

  • Tutto tace

    Un’affermazione ricorrente, specie detta da coloro che governano, è che la crisi legata al mondo delle costruzioni ed ai settori collegati impedisce sviluppo e posti di lavoro. Ma nonostante le molte promesse e dichiarazioni del governo ad oggi non solo non sono partite le grandi opere ma nemmeno si è proceduto a dare avvio a quelle più piccole, a partire dalla messa in sicurezza delle scuole. Tutto tace per quanto riguarda la bonifica di troppe aree inquinate, la messa in sicurezza dai rischi idrogeologici, la ricostruzione delle aree terremotate, un piano acqua potabile per rifare il nostro sistema idrico infatti è più l’acqua che è sprecata disperdendosi nel terreno di quella che arriva nelle nostre case.

    L’edilizia non può ripartire in assenza di programmi e rapide designazioni di quelle opere che servono, a livello nazionale o regionale, a ridare sviluppo e sicurezza al paese, incredibilmente ancora oggi gran parte di ponti e viadotti non sono ancora stati controllati. Ma è anche difficile immaginare che l’edilizia si risollevi quando nel settore privato non vi sono più nuove costruzioni per le eccessive imposizioni fiscali che portano molti a rinunciare a comperarsi la casa ed altri a disfarsi di quella che hanno.

    La crisi ha colpito tutti ma uno dei fatti più allarmanti, specie in un paese come il nostro nel quale da sempre tutti mirano ad acquistarsi la casa, è l’aumento del 25%, rispetto all’anno scorso, delle case messe all’asta. Le responsabilità specifiche delle banche e dei soggetti che erogano i mutui portano decine di migliaia di cittadini a dover sottostare alla perdita della loro abitazione venduta a prezzi molto inferiori al valore reale, mentre tantissimi altri cittadini mettono in vendita, anche sottocosto, i loro beni perché non sono più in grado di mantenerli. Da un lato troppe case in vendita dall’altro quasi nulle le opzioni d’affitto e mentre tasse e balzelli vari aumentano come pensare che l’edilizia possa riprendersi e con lei tutti gli altri, molti, settori collegati? Ma il governo tace e dorme e non certo il sonno del giusto.

  • Continua lo scandalo sulla mancata assegnazione degli alloggi popolari

    L’assessore ai Lavori pubblici e Casa del Comune di Milano, Gabriele Rabaiotti, in un’intervista al Corriere della Sera, affronta il problema delle case popolari sostenendo che Milano è meglio di altre città in quanto vi è un alloggio pubblico ogni dieci alloggi e che i problemi principali sono le domande irregolari e l’occupazione di case di edilizia pubblica da parte di persone che non avrebbero più i titoli. In verità vi sono moltissime case del Comune o della Regione non utilizzate sia perché ancora fatiscenti sia perché non assegnabili a persone non autosufficienti in quanto con barriere architettoniche, sia perché, ed è noto da anni, vi è un farraginoso sistema di assegnazione, sia perché di fatto non si riescono neppure a fare i cambi di alloggio anche quando gli inquilini lo richiedono. Senza dilungarci sulle pesanti problematiche passate dell’ALER sta di fatto che una città come Milano, che ha indubbiamente avuto negli ultimi anni una grande svolta in meglio per quanto riguarda il turismo, le offerte culturali e lo sviluppo di attività in tutti i settori, una città che è ai primissimi posti a livello europeo per attrattività, non può continuare a lasciare inevase le richieste legittime di migliaia di cittadini, specie in una situazione che vede aumentare il disagio delle famiglie sia per le nuove povertà sia per gli alti costi che la vita  a Milano comporta.

    Se ci sono problemi da risolvere per snellire, migliorare i sistemi di controllo, di ristrutturazione  e di assegnazione si passi finalmente ad azioni concrete, quelle azioni che fino ad ora sono mancate, come dimostrano le tante persone in regola con i titoli di assegnazione e che da anni inutilmente, anche quando posizionate all’inizio della graduatoria nei bandi, attendono ancora la casa promessa. Persone che in molti casi sono anziane o portatrici di gravi impedimenti fisici e vivono in appartamenti a locazione privata o pubblica privi di ascensore e perciò praticamente recluse. Milano è una città tradizionalmente generosa ma il problema dell’edilizia pubblica si trascina da decenni diventando ogni giorno sempre più drammatico e come le amministrazioni di centrodestra non hanno saputo risolvere il problema così le amministrazioni di centrosinistra lo hanno ancor più aggravato.

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