Energia

  • La Commissione e i leader industriali avviano un partenariato industriale per il biometano

    In occasione della Settimana europea dell’energia sostenibile, la Commissione ha avviato un partenariato industriale per il biometano in collaborazione con i principali rappresentanti dell’industria, ed ha ribadito il proprio impegno a favore della transizione energetica verde.

    In occasione dell’inaugurazione, il Vicepresidente esecutivo Frans Timmermans e la Commissaria Kadri Simson, insieme a Harmen Dekker, Direttore generale dell’Associazione europea per il biogas, e Ole Hvelplund, Direttore generale di Nature Energy, hanno celebrato l’avvio del partenariato industriale per il biometano con l’apertura simbolica di un gasdotto rinnovabile.

    Questo nuovo partenariato pubblico-privato, previsto dal piano REPowerEU, mira a sostenere l’obiettivo di aumentare la produzione e l’uso annuale di biometano a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030.

    Il partenariato ridurrà la dipendenza dell’Europa dal gas naturale in modo efficiente sotto il profilo dei costi. Nel contempo, contribuirà in modo sostanziale a un sistema energetico integrato a zero emissioni nette, alla diversificazione dei redditi degli agricoltori e a un approccio circolare.

    Nell’ambito del piano REPowerEU, lo scorso maggio la Commissione ha presentato il piano d’azione per il biometano, che include l’istituzione del partenariato industriale per il biometano. Tale partenariato è aperto a tutte le parti interessate che desiderano adoperarsi per conseguire tale obiettivo.

  • Il caro energia minaccia il 10% di bar e ristoranti

    Almeno il 10% delle imprese della ristorazione sono a rischio chiusura a causa del caro energia. E traballano soprattutto quelle più giovani e meno patrimonializzate. A lanciare l’allarme la Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, e la Fic, la Federazione italiana Cuochi. La guerra in Ucraina, le sanzioni alla Russia e il prezzo dei beni energetici – affermano – stanno mettendo seriamente a rischio, insieme alla pausa caffè degli italiani, anche il futuro di tante piccole imprese.

    E anche secondo Confesercenti, l’altra grande associazione, se non interviene una variante ad invertire la curva degli energetici, il settore rischia un colpo peggiore di quello subito dalle varie misure di contenimento del Covid. Già con le tariffe correnti Confesercenti stima che nei prossimi 12 mesi il comparto della ristorazione sosterrà per le bollette di energia e gas quasi 2 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti (1.944 milioni di euro), mentre le imprese di servizio bar si troveranno a sborsare oltre un miliardo in più (1.045 milioni). Le ultime bollette arrivate (relative al periodo giugno-luglio) mostrano incrementi anche del 400% rispetto allo scorso anno. Un colpo che potrebbe mettere fuori mercato circa 30mila pubblici esercizi.

    Secondo Confartigianato, per le piccole imprese del settore alimentare – in cui operano 70mila aziende artigiane con 271mila addetti – i rincari dell’energia elettrica hanno provocato, negli ultimi 12 mesi, un maggiore costo delle bollette pari a 1,2 miliardi. In particolare, per le 17.500 gelaterie e pasticcerie artigiane, le bollette, nell’ultimo anno, sono aumentate in media tra il 300 e il 350%.

    Per Confcommercio è “drammatico” lo scenario che si profila da qui ai primi sei mesi del 2023. Col caro energia nel 2022 il terziario di mercato ha speso 33 miliardi di euro, cioè il triplo rispetto al 2023. Sono a rischio circa 120mila piccole imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro.

    “Tutti i settori produttivi del Paese sono in ginocchio – sottolinea Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio – Ma se le imprese a monte della filiera riescono a scaricare gli extra-costi sugli altri anelli della filiera, bar e ristoranti non possono farlo con facilità perché i consumatori non sono imprese”.

  • La Commissione propone un intervento di emergenza sul mercato per ridurre le bollette degli europei

    La Commissione propone un intervento di emergenza sui mercati europei dell’energia contro i recenti drammatici aumenti dei prezzi. L’UE affronta gli effetti di un grave squilibrio tra la domanda e l’offerta di energia, dovuto in gran parte alla continua strumentalizzazione delle risorse energetiche per fini bellici da parte della Russia. Per alleviare la crescente pressione sulle famiglie e sulle imprese europee, la Commissione compie un ulteriore passo per risolvere questa situazione proponendo misure eccezionali di riduzione della domanda di energia elettrica, che contribuiranno a ridurre il costo dell’energia elettrica per i consumatori, e misure per ridistribuire ai clienti finali i ricavi eccedenti del settore energetico. La proposta fa seguito a misure precedentemente concordate per il riempimento dei depositi di gas e per la riduzione della domanda di gas in preparazione al prossimo inverno. La Commissione continua inoltre ad adoperarsi per migliorare la liquidità per gli operatori del mercato, ridurre il prezzo del gas e riformare l’assetto del mercato dell’energia elettrica a più lungo termine.
    La prima risposta ai prezzi elevati è la riduzione della domanda, che può avere un impatto sui prezzi dell’energia elettrica e in generale calmare il mercato. Per intervenire sulle fasce orarie più costose di consumo, quando l’energia elettrica prodotta con il gas ha un impatto significativo sul prezzo, la Commissione propone l’obbligo di ridurre il consumo di energia elettrica di almeno il 5% in fasce orarie di picco dei prezzi selezionate. Gli Stati membri dovranno individuare fasce orarie di picco dei prezzi, pari al 10% delle ore totali, con il prezzo previsto più elevato e ridurre la domanda in quei periodi. La Commissione propone inoltre che gli Stati membri si adoperino per ridurre la domanda complessiva di energia elettrica di almeno il 10% fino al 31 marzo 2023. Gli Stati membri potranno scegliere le misure idonee per centrare quest’obiettivo, comprese compensazioni finanziarie. La riduzione della domanda nei periodi di picco consentirebbe una riduzione del consumo di gas durante l’inverno pari a 1,2 miliardi di metri cubi. L’aumento dell’efficienza energetica è anche un elemento essenziale per rispettare i nostri impegni per il clima nell’ambito del Green Deal europeo.

    La Commissione propone inoltre di applicare un massimale temporaneo sui ricavi dei produttori di energia elettrica “inframarginali”, che generano energia elettrica con tecnologie meno costose, come le rinnovabili, il nucleare e la lignite, e alimentano la rete a un costo inferiore rispetto al livello di prezzo fissato dai produttori “marginali”, che hanno costi più elevati. I produttori inframarginali hanno avuto ricavi eccezionali, con costi operativi relativamente stabili, nel momento in cui le costose centrali a gas hanno fatto salire il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica. La Commissione propone di fissare il massimale sui ricavi inframarginali a 180 EUR/MWh, in modo da consentire ai produttori di coprire i costi di investimento e di funzionamento senza compromettere gli investimenti in nuove capacità, in linea con i nostri obiettivi in materia di energia e clima per il 2030 e il 2050. I ricavi che eccedono il massimale saranno prelevati dai governi degli Stati membri e utilizzati per ridurre le bollette dei consumatori di energia. Gli Stati membri che commerciano energia elettrica sono incoraggiati, in uno spirito di solidarietà, a concludere accordi bilaterali per condividere parte degli utili inframarginali prelevati nello Stato produttore a beneficio degli utenti finali dello Stato membro importatore. Tali accordi dovranno essere conclusi entro il 1º dicembre 2022 se le importazioni nette di energia elettrica di uno Stato membro da un paese limitrofo sono pari ad almeno il 100% del consumo.

    La Commissione propone anche un contributo temporaneo di solidarietà sugli utili in eccesso generati dalle attività nei settori del petrolio, del gas, del carbone e della raffinazione che non saranno soggetti al massimale sui ricavi inframarginali. Questo contributo limitato nel tempo manterrebbe gli incentivi agli investimenti nella transizione verde. Sarebbe prelevato dagli Stati membri sulla parte degli utili del 2022 che eccede un incremento del 20% sugli utili medi dei tre anni precedenti. I ricavi sarebbero prelevati dagli Stati membri e trasferiti ai consumatori di energia, in particolare le famiglie vulnerabili, le imprese più colpite e le industrie ad alta intensità energetica. Gli Stati membri possono anche finanziare progetti transfrontalieri in linea con gli obiettivi di REPowerEU o utilizzare parte dei ricavi per il finanziamento comune di misure a tutela dell’occupazione o di promozione degli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica.

    Come ulteriore intervento sulle regole del mercato dell’energia elettrica la Commissione propone inoltre di ampliare il pacchetto di misure sui prezzi dell’energia disponibili per aiutare i consumatori. Le proposte consentirebbero per la prima volta la regolamentazione dei prezzi dell’energia elettrica sotto il prezzo di costo ed estenderebbero i prezzi regolamentati anche alle piccole e medie imprese. 

    Come annunciato mercoledì 7 settembre dalla presidente von der Leyen, la Commissione continuerà inoltre ad adoperarsi per ridurre i prezzi per i consumatori e per l’industria in Europa e allentare la pressione sul mercato. La Commissione approfondirà la discussione con gli Stati membri sui modi migliori per ridurre i prezzi del gas, analizzando anche diverse idee sui massimali tariffari e sul rafforzamento del ruolo della piattaforma dell’UE per l’energia nell’agevolare accordi di prezzi più bassi con i fornitori attraverso acquisti in comune volontari. La Commissione continuerà inoltre a lavorare sugli strumenti per migliorare la liquidità nel mercato per i fornitori di energia e riesaminerà il quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato affinché continui a consentire agli Stati membri di fornire un sostegno necessario e proporzionato all’economia, garantendo nel contempo parità di condizioni. In occasione del Consiglio straordinario “Energia” del 9 settembre i ministri dell’energia degli Stati membri hanno approvato l’operato finora svolto dalla Commissione in questi settori.

    Fonte: Commissione europea

  • L’energia rinnovabile è l’unico vaccino contro lo stress energetico correlato

    Il ritorno alla vita quotidiana dopo le ferie estive è da sempre motivo di forte stress e in questo 2022 la cosiddetta “sindrome da post vacanze” ha un’ulteriore aggravante: lo stress energetico correlato, ovvero la condizione di malessere fisico, psicologico o sociale causato dal perdurare di richieste pressanti e urgenti di cambiamento, in particolare di riduzione, delle proprie abitudini di consumo energetico. Fenomeno già evidenziato nel 2019 dal filosofo ambientale Glenn Albrecht che definì l’ecoansia come “la sensazione generalizzata che le basi ecologiche dell’esistenza siano in procinto di crollare”.

    “La crisi energetica sta diventando sempre più un’emergenza economica e sociale” spiega Fabio Stefanini, General Manager di Otovo Italia, marketplace dedicato alla vendita online di pannelli fotovoltaici per il mercato domestico. “Dobbiamo impegnarci quotidianamente per ricavare dalle fonti rinnovabili molta più energia di quella che ricaviamo attualmente, sviluppando tutte le tecnologie necessarie. Mai come in questo momento l’energia solare rappresenta una valida alleata contro il rincaro vertiginoso dei costi in bolletta poiché offre a molte famiglie di perseguire sempre più facilmente un’indipendenza energetica con il proprio autoconsumo”.

    Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, le produzioni da fonte fotovoltaica quest’anno hanno raggiunto valori da record per il mese di luglio (3,5 miliardi di kWh), rappresentando circa il 36% della generazione rinnovabile complessiva. “Noi di Otovo – conclude Stefanini – crediamo fermamente che le energie rinnovabili siano l’unico vaccino contro lo stress energetico, ed è per questo motivo che il nostro obiettivo è quello di installare più impianti fotovoltaici possibili sul tetto di tutti gli italiani”.

    L’impennata del costo dell’energia, legato anche al conflitto russo-ucraino, ci costringe a ridurre i consumi per far fronte ai rincari in bolletta. Nella mente di tutti noi si materializza uno scenario poco rassicurante costellato da provvedimenti drastici, come la riduzione delle temperature negli uffici o delle ore di illuminazione, con molte incognite legate alla sicurezza.

    “Il rientro dalle vacanze quest’anno risulta particolarmente stressante in termini emotivi” spiega Ilaria Merici, Psicologa Psicoterapeuta a Milano. “La preoccupazione di modificare le nostre abitudini sui consumi di acqua, elettricità e gas, genera automaticamente resistenza perché il cambiamento è associato al disagio e alla rinuncia alle comodità. L’incertezza economica e politica aggrava ulteriormente la situazione perché sentiamo il peso di cambiamenti che comporteranno nuove abitudini: credo sia nostra responsabilità fare ognuno la propria parte per affrontare questa nuova difficoltà. Aspettiamo di vedere i risultati prima di preoccuparci e restiamo aperti alla possibilità che non sia così difficile come lo immaginiamo”.

  • Persone normali e marziani

    Tra tutti che, più che mai in campagna elettorale, dichiarano e promettono mi vengono in mente alcune considerazioni:

    ancora una volta, in questa torrida estate, abbiamo visto come in un minuto gli eventi naturali possano stravolgere la nostra vita, morti e feriti, centinaia di evacuati dalle proprie abitazioni, autostrade o linee ferroviarie in crisi, siamo in molti rimasti bloccati in tutto e per tutto dalla mancanza di elettricità che non solo ha fatto sciogliere il frigorifero ,tolto la luce in casa ma ci ha impedito di fare benzina o di mangiare una cosa qualsiasi al ristorante o al bar. Siamo una società super tecnologica ma… un piccolo tornado, un maxi temporale o qualche settimana di siccità possono stravolgere ed hanno stravolto  la nostra vita, internet e cellulari compresi.

    I super Paperoni possono fare vacanze miliardarie nello spazio ma noi rischiamo una multa se accendiamo il caminetto di casa. Ci spingono a comperare l’auto elettrica, che per altro è ancora agli albori per capacità kilometrica, ma non ci dicono né come smaltiranno le batterie né come le ricaricheremo se andrà via la corrente.

    Già, la corrente, l’energia, che non si crea dal nulla ma dall’acqua, dal sole, dal vento e dai combustibili…,piaccia o non piaccia, e il tanto parlare di nucleare dovrebbe portare a spiegare come e dove si smaltiranno le scorie, visto che in Italia abbiamo ancora il problema di smaltire quelle di Caorso e, diciamo  le cose come stanno, per avere centrali di ultima generazione, cioè potenzialmente sicure, ci vorranno ancora anni.

    Qualcuno che, giustamente, parla di salario minimo ha anche pensato alle pensioni minime? Di anziani ed invalidi?

    Tutti sui social a spararsi addosso, a promettere la luna e a sembrare, alle persone comuni, sempre più marziani mentre intanto dilaga sempre più la violenza verbale e fisica.

  • A Enel Green Power fondi Ue i per progetti sull’idrogeno verde

    Produrre idrogeno verde in modo economicamente sostenibile. E’ la sfida green intrapresa da molte aziende, visto che attualmente a livello globale il 99% dell’idrogeno è ancora prodotto da combustibili fossili. Una buona prospettiva ce l’ha Enel Green Power che con il suo progetto “Hydrogen Industrial Lab” è riuscita a conquistare parte del finanziamento Ipcei (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo) “Hy2Tech”, il fondo con una dotazione totale di 5,4 miliardi di euro messo a disposizione dall’Unione europea per lo sviluppo d’iniziative d’interesse strategico incentrate sull’idrogeno.

    Il laboratorio d’innovazione su scala industriale, che sorgerà in Sicilia tra i comuni di Sortino e Carlentini, in provincia di Siracusa, e sarà alimentato da energia verde attraverso l’impianto eolico di Carlentini, connesso alla rete elettrica, “sarà il luogo ideale per creare sinergie virtuose con il mondo delle start-up e con le eccellenze della ricerca e rispondere a una delle principali sfide cui si trova di frontel’Europa: ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e accelerare la decarbonizzazione”, spiega Salvatore Bernabei, ceo di Enel Gp.

    Pensato nell’ambito di Nexthy, l’iniziativa di Enel Gp per accelerare l’implementazione delle tecnologie e del business dell’idrogeno verde, il laboratorio in concreto punterà a “sviluppare, sperimentare e validare nuove tecnologie di produzione e stoccaggio di idrogeno verde in maniera integrata con il business, con l’obiettivo di contribuire alla riduzione dei costi di questa tecnologia, necessaria per favorire la decarbonizzazione dei settori hard to abate, ovvero quelle industrie in cui l’elettrificazione diretta non è tecnicamente efficiente o economicamente conveniente”.

    “L’Etna Valley sta diventando la ‘Energy Valley’, ovvero il posto migliore per la rivoluzione energetica mondiale”, commenta Ernesto Ciorra, Chief Innovability officer di Enel aggiungendo che l'”Open Innovability per noi è la risposta al cambiamento climatico: condividere le sfide tecnologiche e sociali che questo comporta con gli innovatori di tutto il mondo per, tutti insieme, gestire una transizione energetica verso un modo di generare e distribuire energia che sia veramente sostenibile».

  • Cresce la domanda della legna da ardere e i prezzi vanno alle stelle

    È diventato un bene rifugio, un po’ come l’oro quando i mercati finanziari fanno le bizze: gli investitori cercano riparo nel metallo prezioso, facendo schizzare la valutazione verso l’alto. Ed è quanto sta accadendo con la legna da ardere, il cui prezzo al dettaglio, con la crisi del gas provocata dal conflitto tra Russia e Ucraina, è schizzato, in alcuni casi raddoppiando rispetto allo scorso anno. Un esempio: se a Trento nel 2021 un bancale di legna da ardere (circa 7-8 quintali di faggio o rovere) costava tra i 150 e i 170 euro, quest’anno difficilmente lo si trova per meno di 300 euro dai rivenditori trentini.

    Una situazione del tutto analoga è stata registrata per il pellet, il cui prezzo per i sacchi da 15 chili, solitamente assestato tra i 5 e i 6 euro, quest’anno ha avuto un aumento che talvolta sfiora il 100%. Un problema che va a toccare non solo l’arco alpino, dove il riscaldamento a biomassa è diffusissimo, ma molte regioni d’Italia, da nord a sud.

    Ma cos’è successo? Sono molteplici le cause. Dopo lo scoppio del conflitto lo scorso inverno e l’aumento del prezzo del gas, moltissimi italiani si sono buttati sulle cosiddette biomasse, ritenendole esenti dal rischio di uno stop improvviso: “Uno le tiene sotto casa e sa che sono sempre a disposizione”, osserva Valentino Gottardi, del Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento. Proprio il Servizio foreste, che monitora le aste per i lotti boschivi, ha registrato un aumento dei prezzi rispetto allo scorso anno che va dal 20 al 50%, una forbice che si giustifica dalla difficoltà o meno di operare il taglio nell’area assegnata. Questo dato – spiega Gottardi – ci dice che c’è un grande interesse da parte delle aziende a reperire legna da ardere. La corsa all’acquisto genera un aumento dei prezzi alla base che poi si riversa sul consumatore finale, anche a causa dell’incremento dei costi dell’energia per la trasformazione del legname.

    Ad appesantire il quadro italiano – spiega Annalisa Paniz, direttrice dell’Associazione italiana energie agriforestali – il blocco delle importazioni da Russia, Bielorussia e Ucraina e la riduzione dai paesi dell’est (come la Romania) che temono interruzioni sulle forniture del gas. Insomma, chi la legna ce l’ha, se la tiene a casa. L’Aiel già lo scorso inverno, dopo il 24 febbraio, data di inizio del conflitto, ha registrato un forte aumento dell’interesse degli italiani per le biomasse, con un incremento degli acquisti di stufe a legna o pellet che si aggira sul 20%.

    Il quadro dei prezzi – secondo Aiel – potrebbe migliorare in un prossimo futuro “grazie” al bostrico, che si è diffuso a dismisura dopo la tempesta Vaia e che oggi sta minacciando il patrimonio boschivo: la necessità di tagliare gli alberi colpiti dal coleottero potrebbe portare ad un aumento del materiale legnoso sul mercato e quindi ad un effetto calmiere. Un po’ com’era successo proprio dopo la tempesta Vaia, che aveva avuto tra le conseguenze l’immissione sul mercato di una quantità enorme di legna, corrispondente ad un crollo dei prezzi.

    Ci si chiede a questo punto cosa potrebbe accadere se la crisi del gas dovesse prolungarsi anche nei prossimi anni. Secondo Annalisa Paniz servirebbe una diversa politica, più efficiente, nella gestione del patrimonio boschivo in Italia: “Per essere meno dipendente dalle importazioni – afferma Annalisa Paniz direttrice generale di Aiel – l’Italia avrebbe dovuto investire maggiormente nell’industria addetta alla lavorazione del legno, realizzando più segherie e strutture per la raccolta e la lavorazione. La difficoltà nel reperire lotti disponibili in Italia per la produzione di legna da ardere impedisce alle aziende di supplire alla mancanza del materiale fino a poco tempo fa di provenienza estera”.

  • Sette curiosità da conoscere sul mondo dell’energia solare

    Transizione ecologica e sostenibilità ambientale sono diventati concetti chiave negli ultimi anni, spingendo sempre più aziende e persone ad agire in maniera “eco-friendly”. L’obiettivo è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, in accordo con il Green New Deal.

    Sebbene nel primo trimestre di quest’anno l’energia solare sia diventata in Italia la seconda fonte più importante tra le risorse rinnovabili, subito dopo quella idroelettrica, continua a regnare un senso di confusione e incertezza. La riduzione delle forniture di gas dalla Russia andrà a impattare in modo significativo il sistema energetico italiano ed europeo. In uno scenario di questo tipo bisognerà tenere conto degli effetti sulle bollette di luce e gas e delle contromisure che il Governo potrebbe attuare. Otovo, marketplace dedicato alla vendita online di pannelli fotovoltaici per il mercato residenziale, ha stilato un utile vademecum sulle sette curiosità da conoscere in merito al mondo dell’energia solare per consapevolizzare l’utente finale in materia green e accompagnarlo nella transizione energetica.

    L’energia sarà gratuita: dopo circa 5-10 anni, il risparmio totale sarà superiore al costo dell’impianto. Ne consegue che tutta l’energia generata dall’energia solare sarà gratuita

    I pannelli solari funzionano tutto l’anno: i pannelli solari generano il massimo rendimento energetico tra marzo e ottobre e funzionano in modo efficiente anche durante i mesi invernali. Indipendentemente dal fatto che le ore di sole in un giorno d’inverno siano meno numerose rispetto all’estate, la fornitura di energia continuerà senza ostacoli.

    I pannelli solari sono semplici e a bassa manutenzione: i pannelli solari richiedono una manutenzione minima per garantire la loro efficacia nella produzione di energia solare per la vostra casa. Si consiglia di pulire i pannelli periodicamente per garantire che siano nelle migliori condizioni per raccogliere la luce solare.

    L’energia solare può alimentare le vostre notti, non solo le giornate di sole: le batterie domestiche svolgono efficacemente il turno di notte del vostro fornitore di energia, risparmiando somme ingenti che vengono inutilmente prosciugate durante la notte. I sistemi di accumulo immagazzinano l’energia prodotta dai pannelli solari durante il giorno, consentendovi di riutilizzarla in un secondo momento quando ne avete più bisogno, come di notte o durante tutte quelle giornate uggiose o nuvolose in cui l’impianto non riesce a produrre abbastanza energia.

    Installare un pannello solare è molto semplice, indipendentemente dalla dimensione di un tetto: la superficie del tetto viene valutata prima dell’installazione dei pannelli solari, per stabilire il numero necessario di pannelli che possono essere installati. Anche se avete un tetto di piccole dimensioni, l’aggiunta di pochi pannelli solari ridurrà la vostra bolletta elettrica e porterà a un notevole risparmio a lungo termine.

    I pannelli solari possono essere riciclati: la durata di vita di un pannello solare è di circa 30-40 anni e dopo questo periodo può essere riciclato e trasformato in prodotti nuovi! La maggior parte dei materiali sono vetro, alluminio e rame, tutti facilmente riciclabili; tuttavia, i materiali semiconduttori, come il silicio, è consigliabile farli recuperare da specialisti.

    I pannelli solari aggiungono valore all’abitazione: diverse ricerche confermano il vantaggio economico  a lungo termine derivato dall’installazione di un pannello solare. Se dovete vendere la vostra abitazione, avere a disposizione degli impianti eco-friendly che permettono ai nuovi proprietari di creare la propria fonte di energia, risparmiando costi in bolletta, diventa sicuramente un vantaggio. Il tutto è ancora più agevolato dal credito d’imposta relativo alle spese di installazione di sistemi di accumulo, integrati in impianti di produzione elettrica alimentati da fonti rinnovabili.

  • La Commissione istituisce la task force della piattaforma energetica dell’UE per garantire approvvigionamenti alternativi

    La Commissione ha istituito una nuova task force nell’ambito della direzione generale dell’Energia per sostenere la piattaforma energetica dell’UE e conseguire l’obiettivo REPowerEU di diversificazione degli approvvigionamenti. Ciò contribuirà a ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi, consentendo agli Stati membri e ai paesi vicini di disporre di forniture di energia alternative a prezzi accessibili nei prossimi anni.

    La task force della piattaforma energetica sarà operativa dalla prossima settimana (1° giugno) e si occuperà immediatamente dei nuovi compiti indicati nel piano REPowerEU adottato il 18 maggio.

    Fonte: Commissione europea

  • REPowerEU: un piano per ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde

    La Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU, la sua risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato mondiale dell’energia causate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. La trasformazione del sistema energetico europeo è urgente per due motivi: porre fine alla dipendenza dell’UE dai combustibili fossili della Russia, che sono usati come arma economica e politica e costano ai contribuenti europei quasi 100 miliardi di € all’anno, e affrontare la crisi climatica. Agendo come Unione, l’Europa può affrancarsi più rapidamente dai combustibili fossili russi. L’85% degli europei ritiene che l’UE dovrebbe ridurre quanto prima la sua dipendenza dal gas e dal petrolio russi per sostenere l’Ucraina. Le misure contenute nel piano REPowerEU possono aiutare a realizzare questa ambizione attraverso il risparmio energetico, la diversificazione dell’approvvigionamento energetico e una più rapida diffusione delle energie rinnovabili per sostituire i combustibili fossili nelle case, nell’industria e nella generazione di energia elettrica.

    La trasformazione verde rafforzerà la crescita economica, la sicurezza e l’azione per il clima a beneficio dell’Europa e dei nostri partner. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), fulcro del piano REPowerEU, sostiene la pianificazione e il finanziamento coordinati delle infrastrutture transfrontaliere e nazionali e i progetti e le riforme nel settore dell’energia. La Commissione propone di apportare modifiche mirate al regolamento RRF per integrare specifici capitoli REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri (PRR) attualmente esistenti, in aggiunta alle numerose riforme e investimenti già presenti in tali piani. Le raccomandazioni specifiche per paese del semestre europeo 2022 daranno un contributo a questo processo.

    Il risparmio energetico è il modo più rapido ed economico di far fronte all’attuale crisi energetica e far diminuire le bollette. La Commissione propone di rafforzare le misure di efficienza energetica a lungo termine, tra cui un aumento dal 9% al 13% dell’obiettivo vincolante di efficienza energetica fissato nell’ambito del pacchetto legislativo “Pronti per il 55%” (Fit for 55) connesso al Green Deal europeo. Risparmiare energia adesso ci aiuterà a prepararci alle possibili sfide del prossimo inverno. Per questo motivo la Commissione ha pubblicato oggi una comunicazione sul risparmio energetico che illustra in dettaglio i cambiamenti nei comportamenti che potrebbero ridurre del 5% la domanda di gas e petrolio a breve termine e incoraggia gli Stati membri ad avviare campagne di comunicazione ad hoc rivolte alle famiglie e all’industria. Gli Stati membri sono inoltre invitati ad applicare misure fiscali per favorire il risparmio energetico, come aliquote IVA ridotte sui sistemi di riscaldamento efficienti, l’isolamento degli edifici e gli apparecchi e i prodotti efficienti sotto il profilo energetico. La Commissione definisce inoltre misure di emergenza in caso di grave interruzione dell’approvvigionamento e pubblicherà orientamenti sui criteri di priorità per i clienti, oltre ad agevolare l’elaborazione di un piano di riduzione della domanda coordinato a livello dell’UE.

    L’UE collabora da diversi mesi con partner internazionali per diversificare l’approvvigionamento, ed è riuscita a garantire livelli record di importazioni di GNL e maggiori forniture di gas via gasdotti. La piattaforma dell’UE per l’energia, di recente creazione e sostenuta dalle task force regionali, consentirà acquisti comuni volontari di gas, GNL e idrogeno aggregando la domanda, ottimizzando l’uso delle infrastrutture e coordinando i contatti con i fornitori. Per la tappa successiva, riproducendo l’ambizione del programma di acquisto comune dei vaccini, la Commissione valuterà la possibilità di sviluppare un “meccanismo di acquisto congiunto” che negozi e concluda contratti di acquisto di gas per conto degli Stati membri aderenti. La Commissione prenderà inoltre in considerazione misure legislative che impongano agli Stati membri di diversificare nel tempo l’approvvigionamento di gas. La piattaforma consentirà inoltre l’acquisto congiunto di idrogeno rinnovabile.

    La strategia esterna dell’UE per l’energia adottata oggi faciliterà la diversificazione energetica e la creazione di partenariati a lungo termine con i fornitori, compresa la cooperazione in materia di idrogeno o di altre tecnologie verdi. In linea con il Global Gateway, la strategia dà priorità all’impegno dell’UE a favore della transizione energetica verde e giusta a livello mondiale, aumentando il risparmio energetico e l’efficienza energetica per ridurre la pressione sui prezzi, promuovendo lo sviluppo delle rinnovabili e dell’idrogeno e intensificando la diplomazia energetica. Nel Mediterraneo e nel Mare del Nord saranno sviluppati importanti corridoi per l’idrogeno. Di fronte all’aggressione della Russia, l’UE sosterrà l’Ucraina, la Moldova, i Balcani occidentali e i paesi del partenariato orientale, insieme ai partner più vulnerabili. Continueremo a collaborare con l’Ucraina per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e il funzionamento del settore energetico, preparando nel contempo la strada agli scambi futuri di energia elettrica e idrogeno e ricostruendo il sistema energetico nel quadro dell’iniziativa REPowerUkraine.

    Una massiccia espansione e accelerazione delle energie rinnovabili nella generazione di energia elettrica, nell’industria, nell’edilizia e nei trasporti ci consentirà di conseguire l’indipendenza più in fretta, darà impulso alla transizione verde e abbasserà i prezzi nel tempo. La Commissione propone di aumentare dal 40% al 45% l’obiettivo principale per il 2030 per le rinnovabili nell’ambito del pacchetto “Pronti per il 55%”. Questa maggiore ambizione generale getterà le basi per altre iniziative, tra cui:

    • una strategia dell’UE per l’energia solarevolta a raddoppiare la capacità solare fotovoltaica entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030;
    • un’iniziativa per i pannelli solari sui tetticon l’introduzione graduale di un obbligo giuridico di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali;
    • il raddoppio del tasso di diffusione delle pompe di caloreunito a misure per integrare l’energia geotermica e termosolare nei sistemi di teleriscaldamento e di riscaldamento collettivo;
    • una raccomandazionedella Commissione per affrontare la lentezza e la complessità delle procedure di autorizzazione per i grandi progetti in materia di rinnovabili e una modifica mirata della direttiva sulle energie rinnovabili affinché queste ultime siano riconosciute come interesse pubblico prevalente. Gli Stati membri dovrebbero istituire zone di riferimento specifiche per le rinnovabili con procedure di autorizzazione abbreviate e semplificate in presenza di minori rischi ambientali. Per agevolare la rapida individuazione di tali zone, la Commissione mette a disposizione serie di dati sulle zone sensibili dal punto di vista ambientale nell’ambito del suo strumento di mappatura digitale dei dati geografici relativi all’energia, all’industria e alle infrastrutture;
    • la definizione di un obiettivo di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile prodotto internamentee 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato entro il 2030 per sostituire gas naturale, carbone e petrolio nei trasporti e nei settori industriali difficili da decarbonizzare. Per stimolare il mercato dell’idrogeno i colegislatori dovrebbero concordare obiettivi secondari più ambiziosi per settori specifici. Sono inoltre in pubblicazione due atti delegati della Commissione sulla definizione e la produzione di idrogeno rinnovabile per garantire che quest’ultima porti alla decarbonizzazione netta. Per accelerare i progetti connessi all’idrogeno, sono stati stanziati finanziamenti supplementari pari a 200 milioni di € a favore della ricerca e la Commissione si impegna a completare la valutazione dei primi importanti progetti di comune interesse europeo entro l’estate;
    • un piano di azione per il biometano, che definisce strumenti tra cui un nuovo partenariato industriale per il biometano e incentivi finanziari per portare la produzione a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030, anche attraverso la politica agricola comune.

    La sostituzione del carbone, del petrolio e del gas naturale nei processi industriali ridurrà le emissioni di gas a effetto serra e rafforzerà la sicurezza e la competitività. Il risparmio energetico, l’efficienza, la sostituzione dei combustibili, l’elettrificazione e una maggiore diffusione dell’idrogeno rinnovabile, del biogas e del biometano ad opera dell’industria potrebbero far risparmiare fino a 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030 in aggiunta a quanto previsto dalle proposte del pacchetto “Pronti per il 55%”.

    La Commissione proporrà contratti per differenza sul carbonio per sostenere l’adozione dell’idrogeno verde da parte dell’industria e finanziamenti specifici per REPowerEU nell’ambito del Fondo per l’innovazione, utilizzando i proventi dello scambio di quote di emissioni per favorire ulteriormente la fine della dipendenza dai combustibili fossili russi. La Commissione fornisce inoltre orientamenti in materia di energie rinnovabili e di accordi di compravendita di energia elettrica e metterà a punto uno strumento di consulenza tecnica con la Banca europea per gli investimenti. Per mantenere e riconquistare la leadership tecnologica e industriale in settori quali l’energia solare e l’idrogeno, e sostenere la forza lavoro, la Commissione propone di istituire un’alleanza industriale per il solare nell’UE e un partenariato su vasta scala per le competenze. La Commissione intensificherà inoltre i lavori sull’approvvigionamento di materie prime critiche e preparerà una proposta legislativa al riguardo.

    Per migliorare il risparmio energetico e l’efficienza nel settore dei trasporti e accelerare la transizione verso veicoli a emissioni zero la Commissione presenterà un pacchetto per l’inverdimento del trasporto merci, e prenderà in considerazione un’iniziativa legislativa per aumentare la quota di veicoli a emissioni zero nei parchi auto pubblici e aziendali al di sopra di una determinata dimensione. La comunicazione sul risparmio energetico comprende anche molte raccomandazioni rivolte alle città, alle regioni e alle autorità nazionali che possono contribuire efficacemente alla sostituzione dei combustibili fossili nel settore dei trasporti.

    Per centrare gli obiettivi di REPowerEU servono 210 miliardi di € di investimenti supplementari entro il 2027, in un’ottica di indipendenza e sicurezza future. Inoltre tagliare le importazioni di combustibili fossili dalla Russia può farci risparmiare quasi 100 miliardi di € l’anno. Questi investimenti devono essere sostenuti dal settore pubblico e privato a livello nazionale, transfrontaliero e dell’UE.

    A sostegno di REPowerEU sono già disponibili 225 miliardi di € sotto forma di prestiti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF). Oggi la Commissione ha adottato atti giuridici e orientamenti a uso degli Stati membri sulla modifica e l’integrazione dei piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEU. La Commissione propone inoltre di aumentare la dotazione finanziaria dell’RRF di 20 miliardi di € sotto forma di sovvenzioni, provenienti dalla vendita di quote di emissioni del sistema ETS attualmente detenute nella riserva stabilizzatrice del mercato. L’asta dovrebbe svolgersi in modo da non perturbare il mercato. Oltre a ridurre le emissioni e l’uso dei combustibili fossili, infatti, l’ETS serve anche a raccogliere i fondi necessari per raggiungere l’indipendenza energetica.

    L’attuale quadro finanziario pluriennale prevede già che la politica di coesione sostenga progetti di decarbonizzazione e transizione verde con investimenti fino a 100 miliardi di € nelle energie rinnovabili, nell’idrogeno e nelle infrastrutture. Attraverso trasferimenti volontari all’RRF potrebbero essere messi a disposizione altri 26,9 miliardi di € dai fondi di coesione e 7,5 miliardi di € dalla politica agricola comune. La Commissione raddoppierà i finanziamenti destinati all’invito a presentare proposte su larga scala del Fondo per l’innovazione in calendario per l’autunno 2022, portandoli a circa 3 miliardi di €.

    Le reti transeuropee nel settore dell’energia (TEN-E) hanno contribuito a creare nell’UE un’infrastruttura del gas resiliente e interconnessa. Per integrare i progetti inclusi nell’elenco dei progetti di interesse comune (PIC) e compensare appieno la futura perdita di importazioni di gas russo sono necessarie infrastrutture supplementari per il gas di portata limitata, che secondo le stime richiederanno circa 10 miliardi di € di investimenti. È possibile soddisfare le esigenze di sostituzione del prossimo decennio senza restare vincolati ai combustibili fossili, creare attivi non recuperabili o pregiudicare le nostre ambizioni climatiche. Per adattare la rete elettrica alle esigenze future sarà fondamentale anche imprimere un’accelerazione ai PIC nel settore dell’energia: il meccanismo per collegare l’Europa fornirà sostegno in tal senso e la Commissione ha pubblicato oggi un nuovo invito a presentare proposte con un budget di 800 milioni di €, cui ne seguirà un altro all’inizio del 2023.

    Fonte: Commissione europea

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