Europa

  • La Commissione accoglie con favore l’orientamento generale sull’IVA nell’era digitale

    La Commissione ha accolto con favore l’orientamento generale annunciato dal Consiglio in merito alle proposte della Commissione sull’IVA nell’era digitale. Con l’adozione e la promozione della digitalizzazione, il pacchetto rende il sistema dell’IVA dell’UE più propizio alle imprese e più resiliente alle frodi. Le nuove norme segnano inoltre il primo passo per affrontare le sfide derivanti dall’economia delle piattaforme e contribuisce a creare la parità di condizioni tra i servizi ricettivi a breve termine e i servizi di trasporto online e tradizionali.

    Il pacchetto introduce tre misure:

    1. Il nuovo sistema introduce la comunicazione digitale uniforme in tempo reale ai fini dell’IVA basata sulla fatturazione elettronica per le operazioni transfrontaliere, che fornirà tempestivamente agli Stati membri le informazioni preziose di cui hanno bisogno per intensificare la lotta contro le frodi dell’IVA. La fatturazione elettronica accelererà ulteriormente la trasformazione delle imprese nell’era digitale attraverso la semplificazione delle operazioni, garantendo la conformità e la sicurezza, consentendo un processo decisionale basato sui dati e sostenendo la scalabilità per la crescita e l’innovazione future.
    2. Gli operatori dell’economia delle piattaforme nel settore dei servizi di trasporto di passeggeri e dei servizi ricettivi a breve termine diventeranno inoltre responsabili della riscossione dell’IVA e del versamento dell’imposta alle autorità fiscali, se il fornitore indiretto non applica l’IVA. La misura contribuirà a migliorare la parità di condizioni fra i servizi online e tradizionali e agevolerà le attività per gli operatori indiretti che non saranno responsabili dell’IVA.
    3. L’iniziativa ridurrà infine l’esigenza di registrarsi più volte nei diversi Stati membri, attraverso l’espansione del modello già esistente di “sportello unico per l’IVA” già in essere per le imprese commerciali.

    I ministri delle Finanze dell’UE dovrebbero adottare la proposta a seguito di una nuova consultazione con il Parlamento europeo.

     

  • Dalla caduta del muro di Berlino ai nuovi assetti mondiali: l’Europa si svegli

    Il 9 novembre 1989 abbiamo tutti festeggiato la caduta del muro di Berlino e la riunificazione della Germania che rappresentava anche una nuova speranza per un’Unione Europea più forte e coesa.

    A distanza di tempo rimangono ancora irrisolti i problemi dovuti alla riunificazione, non solo quelli economici, tutti gli stati europei hanno infatti, in misura diversa, contribuito a pagarne il costo, ma quelli culturali legati alla permanenza, per tanti anni, degli abitanti della Germania dell’est sotto il giogo comunista e senza conoscere il valore autentici della libertà e della democrazia.

    Oggi la Germania, per molto tempo pilastro fondamentale dell’Unione, sta vivendo una crisi preoccupante per i risvolti interni ed esterni: formazioni politiche estremiste, crisi di governo, riduzione della crescita sono problemi che, assommati a quelli derivanti dalla guerra russa contro l’Ucraina, dalla mancanza di unione politica e di difesa in Europa e dal nuovo corso che con Trump prederanno gli Stati Uniti, destano significative preoccupazioni.

    Il diverso corso che prenderà la politica statunitense verso l’Europa, anche tendendo conto degli altri risvolti internazionali, e l’attuale debolezza tedesca, che va di pari passo a quella francese, e non solo, dovrebbero finalmente convincere il Consiglio europeo ad affrontare immediatamente al proprio interno il confronto sulla urgente necessità di attuare quanto fino ad ora è stato solo enunciato e promesso.

    L’Europa è veramente unita solo se si dota, finalmente, di una politica comune di difesa e di progettualità sociale ed economica, senza l’Unione politica siamo destinati ad un inesorabile declino con catastrofiche conseguenze per noi e per i paesi nostri partner, a cominciare dall’Africa che è sempre più colonizzata da Cina e Russia.

    Il nuovo patto di offesa, più che di difesa, tra Russia e Corea del Nord, la ormai stretta amicizia tra Russia e Cina, la confluenza degli interessi di alcuni paesi Bric verso la ricerca di un diverso ordine mondiale, il che non significa solo modifica di assetti economici ma soprattutto di sistemi culturali e del concetto di libertà e democrazia, non consentono all’Europa ulteriori indugi.

    Anche a noi cittadini il compito di ricordarlo ai nostri rappresentanti nazionali ed europei, solo se sentiranno che la nostra voce è forte e decisa finalmente faranno seguire i fatti alle troppe parole inutili.

  • L’America ha votato, adesso aspettiamo una spinta di orgoglio europeo

    L’America ha votato, scelto il suo Presidente eletto sotto l’ala protettrice di Musk, l’uomo più ricco del mondo, che Trump ha definito non solo un genio ma anche una stella, speriamo che tra tante ricchezze qualcuno si occupi anche delle categorie in difficoltà.

    L’Europa abbia la forza e la capacità di scuotersi dall’immobilismo politico e istituzionale che da troppi anni le impedisce di avere autonomia e credibilità verso gli Stati Uniti e altre grandi potenze.

    I nodi che devono essere sciolti sono molti, da quelli legati alla guerra in Ucraina ed in Medio Oriente a quelli delle esportazioni e della autonomia e difesa militare.

    Senza l’unione politica l’Europa non riuscirà ad offrire una chiara e serena prospettiva futura ai proprio cittadini, possiamo solo sperare che dalle vicende d’oltreoceano possa rinascere una spinta di orgoglio europeo.

    Oggi speriamo che sia finita, con le elezioni, la politica spettacolo basata su slogan ad effetto e personaggi che ballano e cantano e si cominci ragionevolmente a capire che il mondo è sempre più sull’orlo del baratro e che non saranno i super miliardari che viaggiano sui razzi di Musk a salvare il pianeta.

  • Sempre più necessario un corpo di soccorso europeo

    Mentre si raccolgono i morti annegati nell’acqua e nel fango ed altri rischiano malattie per l’ambiente contaminato nel quale sono costretti a vivere da giorni, decine di migliaia di persone sono senza acqua, luce, cibo e si assommano recriminazioni e denunce, appare evidente l’incapacità ed impreparazione delle istituzioni di fronte ad una grave calamità naturale.

    Se l’allarme è stato dato con colpevole ritardo, con la conseguenza di quei morti nel garage o nelle macchine, per le strade o nei negozi, è ormai evidente che anche i soccorsi non sono stati attivati immediatamente e non vi sia stata la necessaria quantità di uomini e mezzi  a fare fronte alla immensa devastazione.

    Ancora una volta la gran parte del lavoro, nell’immediato ed anche dopo ore e giorni, è stato a carico dei volontari, dei civili, della gente comune, scene che avevamo in parte visto con le alluvioni in Romagna anche se la distruzione dentro la città di Valencia non ha paragoni con altre pur terribili sciagure.

    Il volontariato non può sostituirsi alle strutture pubbliche, non ne ha i mezzi mentre sembra invece che sempre più le istituzioni lascino compiti a loro propri ai privati.

    L’aumento in Europa di calamità naturali, di una violenza un tempo sconosciuta, dovrebbe far comprendere alla Commissione ed al Consiglio la necessità urgente di un corpo di soccorso europeo, specializzato al massimo, pronto a partire 24 ore su 24 con mezzi a disposizione, aerei cargo, per portare i soccorsi necessari nell’immediatezza dell’evento catastrofico. Un corpo di soccorso europeo che possa intervenire in aiuto alle popolazioni colpite e di supporto alle forze di soccorso che i governi nazionali mettono in campo.

    Anche con queste iniziative si costruisce l’Europa unita e si contrastano le tragedie che sempre più costantemente ci colpiscono.

  • Impianti di stoccaggio del gas dell’UE pieni al 95% prima del 1° novembre

    Durante la crisi energetica, gli Stati membri dell’UE hanno deciso di fissare un obiettivo giuridicamente vincolante per riempire gli impianti di stoccaggio del gas al 90% della capacità entro il 1° novembre di ogni anno, allo scopo di garantire una sicurezza sufficiente dell’approvvigionamento e la stabilità del mercato nei mesi invernali. Secondo gli ultimi dati ora pubblicati da Gas Infrastructure Europe, in vista della scadenza, l’attuale livello di stoccaggio del gas dell’UE è superiore al 95%. In questo momento nell’UE sono infatti stoccati circa 100 miliardi di metri cubi di gas, pari a quasi un terzo del nostro consumo annuo.

    Il regolamento sullo stoccaggio del gas del giugno 2022 stabilisce l’obiettivo vincolante dell’UE di riempire al 90% gli impianti di stoccaggio entro il 1° novembre di ogni anno, con obiettivi intermedi per i paesi dell’UE al fine di garantire un riempimento costante durante tutti i 12 mesi. Il regolamento rientra in un’ampia gamma di misure adottate dall’UE a seguito della crisi energetica innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, miranti a preparare meglio il sistema energetico europeo alla stagione invernale.

  • Diminuite di oltre l’8% nel 2023 le emissioni di gas a effetto serra dell’UE grazie alla crescita delle energie rinnovabili

    La Commissione europea ha pubblicato la relazione 2024 sui progressi dell’azione per il clima, da cui emerge che le emissioni nette di gas a effetto serra dell’UE sono diminuite dell’8,3% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Si tratta del più marcato calo annuo degli ultimi decenni, con l’eccezione del 2020, quando la pandemia di COVID-19 comportò riduzioni delle emissioni del 9,8 %. Le emissioni nette di gas a effetto serra sono oggi inferiori del 37% rispetto ai livelli del 1990, mentre nello stesso periodo il PIL è cresciuto del 68%, a dimostrazione della sempre crescente disassociazione delle emissioni dalla crescita economica. L’UE rimane dunque sulla buona strada per mantenere l’impegno di ridurre le emissioni di almeno il 55 % entro il 2030.

    Mentre la relazione contiene notizie incoraggianti sulle riduzioni delle emissioni dell’UE, bisogna sottolineare anche che durante l’anno scorso a causa dei cambiamenti climatici si sono verificati più eventi catastrofici e più perdite di vite umane e di mezzi di sussistenza, mentre le emissioni globali non hanno ancora raggiunto il loro picco. È quindi necessaria un’azione costante per garantire che l’UE raggiunga i suoi obiettivi per il 2030 e si avvii sulla strada giusta per conseguire l’obiettivo prefissato per il 2040 e il traguardo di azzerare le emissioni nette entro il 2050. L’UE deve inoltre proseguire il suo impegno internazionale, a partire dalla COP29 del mese prossimo, per fare sì che anche i nostri partner internazionali adottino le misure necessarie.

  • Il Consiglio europeo per l’innovazione investirà 1,4 miliardi di euro in tecnologie deep tech e nell’espansione delle tecnologie strategiche

    Il prossimo anno il Consiglio europeo per l’innovazione (CEI), che fa parte del programma di ricerca e innovazione dell’UE Orizzonte Europa, sosterrà la ricerca europea in deep tech e le imprese start-up ad alto potenziale con 1,4 miliardi di €.

    Il programma di lavoro 2025 del CEI, adottato dalla Commissione, prevede un aumento degli investimenti di quasi 200 milioni di € rispetto al 2024.

    Oltre a un bilancio più consistente, il programma di lavoro 2025 apporta diversi miglioramenti, tra cui un miglior accesso a finanziamenti azionari per scale-up attraverso il regime “scale-up” della piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa del CEI (STEP), introdotto in virtù del regolamento STEP.

  • Aumenta nel 2023 il dialogo della Commissione con i parlamenti nazionali

    La Commissione ha adottato la relazione annuale 2023 sui rapporti con i parlamenti nazionali e sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. La relazione evidenzia un incremento della partecipazione dei parlamenti nazionali al dialogo politico con la Commissione: i 402 pareri scritti dei parlamenti alla Commissione segnano un aumento di oltre il 10% rispetto al 2022.

    Emerge che i parlamenti nazionali hanno continuato a dialogare con la Commissione sulle sue priorità politiche, in particolare in relazione al Green Deal europeo, a un nuovo slancio per la democrazia europea e alla promozione dello stile di vita europeo. I parlamenti nazionali si sono concentrati anche sul programma di lavoro della Commissione per il 2023, che è stato il documento più commentato, sulla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, sul conflitto in Medio Oriente, sulle riflessioni sul futuro dell’Unione, sull’allargamento, sulla migrazione e sulla sicurezza.

    Ventidue pareri motivati dei parlamenti nazionali hanno ravvisato casi di mancato rispetto o di violazione del principio di sussidiarietà nelle proposte della Commissione, il che segna una riduzione di quasi un terzo rispetto ai 32 ricevuti nel 2022, coerentemente con la tendenza al ribasso a lungo termine.

    La relazione indica che i membri del collegio hanno tenuto 127 riunioni con i parlamenti nazionali e spiega le modifiche che diversi parlamenti nazionali hanno attuato per essere informati meglio e più tempestivamente sul processo di elaborazione delle politiche dell’UE e per esprimere le loro opinioni in maniera più efficace. Si sottolinea inoltre che alcuni parlamenti nazionali hanno iniziato a usare il dialogo politico in modo innovativo. Ciò illustra il potenziale strategico e la flessibilità offerti dal dialogo tra i parlamenti nazionali e la Commissione.

  • Dalla Commissione 116 milioni di euro alla Germania e l’Italia nella ripresa da catastrofi naturali

    La Commissione propone 116 milioni di euro di assistenza finanziaria a titolo del Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE) per aiutare la Germania e l’Italia a far fronte alle conseguenze delle gravi inondazioni di maggio e giugno 2024.

    La proposta di finanziamento fa seguito alle domande di assistenza del FSUE presentate dai paesi interessati, che hanno fornito alla Commissione valutazioni dei danni comprensive di stime. Il sostegno ammonterebbe a 112,07 milioni di euro per la Germania per i danni causati dalle inondazioni in Baviera e Baden-Württemberg alla fine di maggio 2024 e a 3,96 milioni di euro per l’Italia a sostegno degli sforzi di ripresa dopo le inondazioni che hanno colpito la Valle d’Aosta nel giugno 2024.

    Il sostegno del FSUE coprirà una parte dei costi delle operazioni di emergenza e di recupero, comprese la riparazione delle infrastrutture danneggiate e la messa in sicurezza delle infrastrutture di prevenzione, la salvaguardia del patrimonio culturale e le operazioni di pulizia.

    Una volta che la proposta della Commissione sarà approvata dal Parlamento e dal Consiglio, l’aiuto finanziario potrà essere erogato in un’unica rata. Gli interventi di emergenza e di recupero possono essere finanziati retroattivamente dal primo giorno della catastrofe.

  • La Commissione avvia un nuovo corso per giornalisti per rafforzare le conoscenze su UE e politica di coesione

    Dal 18 ottobre la Commissione, insieme a sei università europee e a due associazioni di giornalisti, avvia il corso online aperto e di massa (MOOC) dal titolo “Covering Cohesion Policy in Europe”. Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme, aprirà l’evento con un videomessaggio.

    Il corso, volto a colmare le lacune nell’informazione giornalistica e a promuovere le conoscenze relative alla politica di coesione e ai numerosi benefici che questa apporta a regioni e città europee, è rivolto agli studenti di giornalismo, ai professionisti e a chiunque sia interessato agli affari europei.

    Nel 2022 la Commissione ha pubblicato un invito a presentare proposte del valore di 1 milione di € per produrre un corso incentrato sulla politica di coesione. La proposta vincente è stata elaborata da un consorzio di istituzioni, tra cui l’Università Tecnica di Dortmund (Germania), l’Università di Porto (Portogallo), l’Università di Breslavia (Polonia), l’Università Babeș-Bolyai di Cluj-Napoca (Romania), l’Università Aristotele di Salonicco (Grecia) e l’Università AP di Anversa (Belgio), come anche diverse organizzazioni di giornalisti.

    Il MOOC è una piattaforma di apprendimento online gratuita e interattiva disponibile in tutte le lingue dell’UE. Riguarda settori chiave quali la governance dell’UE, la politica di coesione, gli strumenti disponibili per reperire i dati dell’UE, la segnalazione transfrontaliera e il giornalismo digitale. Strutturato in 14 moduli, il corso corrisponde a un semestre completo ed è accessibile sul sito web del progetto.

Pulsante per tornare all'inizio