farmaci

  • Bruxelles approva gli aiuti di Stato per un progetto sui farmaci innovativi

    La Commissione europea ha approvato, in base alle norme comunitarie sugli aiuti di Stato, il primo Importante progetto di interesse comune europeo (Ipcei) per sostenere la ricerca, l’innovazione e la prima applicazione industriale di prodotti sanitari e di processi di produzione innovativi di prodotti farmaceutici. “Questo Ipcei contribuirà in particolare agli obiettivi dell’Unione europea di Salute fornendo innovazioni per affrontare le malattie per le quali non esistono mezzi soddisfacenti di prevenzione o trattamento e aumentando la preparazione dell’Ue alle minacce sanitarie emergenti. Il progetto, denominato “Ipcei Med4Cure”, è stato notificato congiuntamente da sei Stati membri: Belgio, Francia, Ungheria, Italia, Slovacchia e Spagna. Gli Stati membri forniranno fino a 1 miliardo di euro di finanziamenti pubblici, che dovrebbero sbloccare ulteriori 5,9 miliardi di euro di investimenti privati, specifica la Commissione europea in una nota.

    Nell’ambito di questo Ipcei, saranno 13 aziende con attività in uno o più Stati membri, tra cui nove piccole e medie imprese, che intraprenderanno 14 progetti altamente innovativi. Il progetto riguarda piani di ricerca e sviluppo che coprono tutte le fasi chiave della catena del valore farmaceutico, dalla raccolta e dallo studio di cellule, tessuti e altri campioni, fino alle tecnologie di produzione sostenibile di terapie innovative, compresi i trattamenti personalizzati, e all’applicazione di tecnologie digitali avanzate. Il progetto mira ad accelerare il progresso medico e a promuovere la resilienza dell’industria sanitaria dell’Ue, migliorando la scoperta di farmaci, in particolare per le esigenze mediche insoddisfatte come le malattie rare, e sviluppando processi di produzione innovativi e più sostenibili per i prodotti farmaceutici.

    “Questi sviluppi miglioreranno la qualità dell’assistenza sanitaria e aumenteranno la preparazione dell’Ue alle minacce sanitarie emergenti, contribuendo al contempo alla transizione verde”, specifica l’esecutivo Ue nella nota. Il completamento dell’intero Ipcei è previsto per il 2036, con tempistiche che variano in funzione dei singoli progetti e delle aziende coinvolte. Secondo gli Stati membri partecipanti, si prevede la creazione di circa 6 mila posti di lavoro diretti e indiretti.

  • La Commissione apre la partecipazione all’Alleanza per i medicinali critici

    L’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) della Commissione europea ha pubblicato un invito aperto per manifestare interesse a partecipare all’Alleanza per i medicinali critici. L’istituzione dell’Alleanza è una delle azioni chiave volte a prevenire e affrontare le carenze di medicinali critici, annunciate dalla Commissione nell’ottobre 2023.

    L’Alleanza riunirà l’insieme dei portatori d’interessi e lavorerà per rafforzare la cooperazione tra la Commissione, i governi nazionali, l’industria e la società civile. Individuerà le sfide, le priorità d’azione e le possibili soluzioni politiche al problema delle carenze di medicinali critici nell’UE. L’Alleanza è un meccanismo consultivo che fungerà anche da rete per accelerare la realizzazione dell’azione dell’UE in questo settore.

  • Gli italiani ricorrono meno agli antibiotici, metà degli anziani li usa

    Scende l’uso degli antibiotici in Italia, soprattutto al Nord, ma le prescrizioni sono sempre troppe rispetto a quelle di molti paesi europei. Nel confronto internazionale emerge nel nostro paese un maggior ricorso ad antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo delle resistenze antibiotiche. E cresce in ospedale il ricorso all’utilizzo di antibiotici indicati per la terapia di infezioni causate da microrganismi multi-resistenti. Nel 2021 la metà degli anziani è stata sottoposta ad una terapia antibiotica ed un antibiotico su 4 è comprato privatamente.

    Il Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2021», dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Aifa, pubblicato sul portale dell’Agenzia, prende in esame l’uso degli antibiotici in ambito ospedaliero, l’acquisto privato di antibiotici di fascia A, il consumo degli antibiotici non sistemici e gli indicatori di appropriatezza prescrittiva nell’ambito della Medicina Generale. I dati stabiliscono che continua il trend in riduzione del consumo di antibiotici in Italia: -3,3% nel 2021 rispetto al 2020. Nel 2021 circa tre cittadini su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85. Fra i bambini i maggiori consumi si concentrano tra i 2 e i 5 anni, fascia in cui circa 4 bambini su 10 hanno ricevuto nell’anno almeno una prescrizione di antibiotici.

    Più di un quarto dei consumi a livello territoriale (26,3%) corrisponde ad acquisti privati di antibiotici rimborsabili dal Ssn (classe A). Nel 2021 il consumo medio giornaliero di antibiotici di classe A acquistati privatamente dai cittadini è stato pari infatti a 4,1 dosi ogni 1000 abitanti, ovvero il 24% del consumo totale di antibiotici, mentre la spesa pro capite è stata di 2,25 euro (134 milioni di euro), rappresentando il 17% della spesa complessiva degli antibiotici e l’8,8% dell’intera spesa privata dei farmaci di classe A. Le penicilline in associazione agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo (36% dei consumi totali), seguita dai macrolidi e dai fluorochinoloni. Resta la grande variabilità regionale nei consumi a carico del Ssn, che sono maggiori al Sud rispetto al Nord e al Centro. Nelle regioni del Nord si registrano inoltre le riduzioni maggiori (-6,1%), mentre al Sud sono più contenute (-2,2%).

  • Una riforma della legislazione farmaceutica per medicinali più disponibili, a prezzi più accessibili e più innovativi

    La Commissione ha proposto la riforma più ampia in oltre 20 anni della legislazione farmaceutica dell’UE per renderla più agile, flessibile e adeguata alle esigenze dei cittadini e delle imprese dell’UE. La revisione migliorerà la disponibilità e l’accessibilità, anche in termini di prezzi, dei medicinali. Sosterrà l’innovazione e darà slancio alla competitività e all’attrattiva dell’industria farmaceutica dell’UE promuovendo al contempo i parametri ambientali più elevati. Oltre alla riforma la Commissione presenta anche una proposta di raccomandazione del Consiglio per intensificare la lotta contro la resistenza antimicrobica.

    La riforma è volta a superare sfide di fondamentale importanza. I medicinali autorizzati nell’UE non giungono ancora ai pazienti con sufficiente rapidità e non sono accessibili in egual misura in tutti gli Stati membri. Vi sono notevoli lacune in termini di risposta a esigenze mediche non soddisfatte, malattie rare e resistenza antimicrobica. I prezzi elevati dei trattamenti innovativi e le carenze di medicinali rimangono causa di forte preoccupazione per i pazienti e i sistemi sanitari. Inoltre, per conservare la propria attrattiva come luogo per gli investimenti e mantenere il proprio ruolo di leader mondiale nello sviluppo di medicinali, l’UE deve adattare il proprio sistema normativo alla trasformazione digitale e alle nuove tecnologie, pur riducendo la burocrazia e semplificando le procedure. Da ultimo, le nuove norme devono mitigare l’impatto ambientale della produzione di medicinali in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

    La revisione comprende proposte di una nuova direttiva e di un nuovo regolamento che rivedono e sostituiscono la legislazione farmaceutica esistente, anche per quanto riguarda i medicinali per uso pediatrico e per le malattie rare. La revisione mira a conseguire i seguenti obiettivi principali:

    creare un robusto mercato unico dei medicinali tale da garantire che tutti i pazienti nell’intera UE dispongano di un accesso tempestivo ed equo a medicinali sicuri, efficaci e a prezzi accessibili;

    continuare a offrire un quadro attraente e favorevole all’innovazione per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di medicinali in Europa;

    ridurre drasticamente gli oneri amministrativi accelerando fortemente le procedure, velocizzando il rilascio delle autorizzazioni per i medicinali in modo che queste giungano più rapidamente ai pazienti;

    migliorare la disponibilità e garantire che i medicinali possano essere forniti sempre ai pazienti, indipendentemente dal luogo in cui vivono nell’UE;

    contrastare la resistenza antimicrobica e la presenza di farmaci nell’ambiente seguendo un approccio “One Health”;

    migliorare la sostenibilità dal punto di vista ambientale dei medicinali.

    Il pacchetto proposto comprende anche una proposta di raccomandazione del Consiglio che contiene misure complementari per contrastare la resistenza antimicrobica nei settori della sanità umana, della salute animale e dell’ambiente, grazie al cosiddetto approccio “One Health”. La proposta sostiene l’uso prudente degli antimicrobici raccomandando obiettivi concreti e misurabili per ridurne l’uso e promuovere livelli elevati di prevenzione delle infezioni, in particolare in ambiente ospedaliero, e di controllo nel campo della sanità umana.

    Le proposte legislative saranno trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio.

  • Vittoria dell’UE nel procedimento presso l’OMC riguardante le pratiche discriminatorie della Turchia in materia di prodotti farmaceutici

    L’UE accoglie con favore la sentenza arbitrale d’appello pronunciata dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) nel procedimento intentato dall’UE contro la Turchia in materia di prodotti farmaceutici. Questa sentenza di appello conferma la decisione del panel ed evidenzia come la misura di localizzazione discrimini i prodotti farmaceutici stranieri in quanto non si tratta di una forma di appalto pubblico di prodotti farmaceutici. Non è inoltre intesa a conseguire obiettivi di salute pubblica, né a garantire il rispetto delle leggi che impongono alla Turchia di assicurare alla sua popolazione un’assistenza sanitaria accessibile, efficace e finanziariamente sostenibile. In particolare le pratiche discriminatorie obbligano i produttori stranieri di prodotti farmaceutici a trasferire la loro produzione in Turchia affinché tali prodotti possano essere oggetto di rimborso da parte dei sistemi di sicurezza sociale del paese. Tali pratiche non sono pertanto compatibili con gli impegni assunti dalla Turchia nell’ambito dell’OMC.

    Questa decisione rappresenta la prima sentenza arbitrale d’appello a norma dell’articolo 25 dell’Intesa sulla risoluzione delle controversie (DSU) dell’OMC e la prima decisione in appello dell’OMC da oltre due anni, a causa della paralisi dell’organo d’appello. L’appello in questione è stato reso possibile grazie alle procedure d’arbitrato d’appello concordate tra l’UE e la Turchia, che sono state trasmesse ai membri dell’OMC il 25 marzo 2022.

    Concordando tali procedure d’arbitrato, l’UE e la Turchia hanno fatto in modo di garantire che una risoluzione delle controversie pienamente operativa, comprendente un esame d’appello, potesse continuare in seno all’OMC per questo procedimento nonostante la paralisi dell’organo d’appello. Sebbene si tratti di un accordo ad hoc tra l’UE e la Turchia, le sue norme e le sue procedure sono molto simili a quelle dell’accordo provvisorio in materia di arbitrato d’appello. L’importanza di questa procedura di arbitrato d’appello va quindi ben oltre il caso specifico.

    L’UE accoglie con favore in particolare gli sforzi profusi dagli arbitri per applicare le procedure in modo efficiente, consentendo la presentazione di una relazione ben motivata entro il termine di 90 giorni previsto dall’accordo.

    Il panel ha inoltre rilevato che la Turchia non può dare priorità ai prodotti farmaceutici nazionali rispetto a quelli stranieri per quanto riguarda gli accertamenti per i rimborsi e le domande di autorizzazione all’immissione in commercio. La Turchia non ha fatto ricorso contro le conclusioni del panel sulla misura di attribuzione della priorità, che restano pertanto valide e applicabili.

    La Turchia deve eliminare le sue misure di localizzazione e di attribuzione della priorità immediatamente o entro un periodo di tempo negoziato con l’UE o fissato da un arbitro dell’OMC.

    L’UE ha presentato tale controversia (DS583) contro la Turchia nell’aprile 2019. La relazione del panel è stata pubblicata il 28 aprile 2022, insieme all’appello presentato dalla Turchia contro la relazione del panel.

    Fonte: Commissione europea

  • Unione europea della salute: più poteri a Hera per le future emergenze sanitarie

    Il Consiglio ha raggiunto un accordo politico sul regolamento che permette di attivare contromisure mediche urgenti e mirate tramite l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) in caso di crisi di sanità pubblica nell’UE. Tra queste misure rientrano l’acquisto di medicinali, di dispositivi medici e materie prime adatte per la gestione delle crisi, l’attivazione di strutture industriali riservate alla produzione di vaccini e prodotti terapeutici, l’istituzione di un comitato per le crisi sanitarie con gli Stati membri e di meccanismi di controllo rapido.

    Fonte: Commissione europea

  • Unione europea della salute: verso una riforma della legislazione farmaceutica dell’UE

    Nell’ambito dei suoi sforzi volti a creare un quadro normativo resiliente alle crisi e adeguato alle esigenze future per il settore farmaceutico, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sulla revisione della legislazione farmaceutica dell’UE. Si tratta di un nuovo passo verso l’ambiziosa riforma annunciata nella strategia farmaceutica per l’Europa che è stata adottata nel novembre 2020.

    La consultazione, che resterà aperta per 12 settimane, fino al 21 dicembre, raccoglierà i pareri del pubblico e delle parti interessate per sostenere la valutazione e la valutazione d’impatto della revisione della legislazione farmaceutica dell’UE. La consultazione odierna è stata preceduta da un’altra consultazione pubblica condotta in fase di preparazione della strategia stessa.

    Dall’adozione della strategia la Commissione lavora a una serie di azioni in stretta collaborazione con le autorità degli Stati membri, l’Agenzia europea per i medicinali e le organizzazioni dei portatori di interessi. Un’importante azione faro è la revisione della legislazione farmaceutica generale, prevista per la fine del 2022, anch’essa sostenuta da uno studio in corso. Altre azioni faro della strategia si concentrano sulla valutazione delle tecnologie sanitarie, sullo spazio europeo di dati sanitari, sulla normativa in materia di malattie rare e medicinali per uso pediatrico e sul rafforzamento della continuità e della sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali nell’UE.

    La consultazione pubblica riguarda in particolare: l’efficacia della legislazione,  farmaceutica dell’UE; le esigenze mediche non soddisfatte; gli incentivi all’innovazione; la resistenza antimicrobica; l’adeguamento alle esigenze future del quadro normativo per i nuovi prodotti; un migliore accesso ai medicinali; la competitività dei mercati europei per garantire medicinali a prezzi accessibili; il riposizionamento dei medicinali; la sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali; la qualità e la fabbricazione dei medicinali; le sfide ambientali.

    L’ultimo riesame completo della legislazione farmaceutica generale risale a quasi 20 anni fa. Da allora sono intervenuti cambiamenti sociali e scientifici e sono emersi nuovi temi preoccupanti, quali la resistenza antimicrobica, le sfide ambientali e le carenze di medicinali. In tale contesto, la strategia farmaceutica adottata nel novembre 2020 prevede un ambizioso programma di azioni legislative e non legislative da avviare nei prossimi anni e quattro obiettivi principali: garantire ai pazienti l’accesso a medicinali a prezzi contenuti e rispondere alle esigenze mediche non soddisfatte (per esempio per quanto riguarda la resistenza antimicrobica, il cancro e le malattie rare); promuovere la competitività, la capacità di innovazione e la sostenibilità dell’industria farmaceutica dell’UE e la sviluppo di medicinali di elevata qualità, sicuri, efficaci e più ecologici; potenziare i meccanismi di preparazione e risposta alle crisi e affrontare la questione della sicurezza dell’approvvigionamento; assicurare una posizione solida dell’UE sulla scena mondiale, promuovendo standard elevati in termini di qualità, efficacia e sicurezza.

    Fonte: Commissione europea

  • Eurodeputati italiani votate no alla mozione Hausling: gli antibiotici salvano la vita anche agli animali

    (Cremona, 10 luglio 2021) – Martedì 13 luglio, la Commissione Salute (ENVI) del Parlamento Europeo sarà chiamata ad esprimere un voto cruciale per la lotta all’antibiotico-resistenza e per la salvaguardia delle terapie antimicrobiche per tutte le specie animali.

    L’ANMVI si appella agli eurodeputati italiani* in ENVI affinchè respingano la mozione del relatore Mep Martin Hausling, che vorrebbe azzerare i criteri già decisi dalla Commissione Europea, in base ai quali  stabilire quando un determinato antibiotico dovrà essere riservato all’esclusivo impiego umano e quindi vietato in campo veterinario.

    Per l’ANMVI – la cui posizione è allineata a quella di EPRUMA**- i criteri individuati dalla Commissione Europea sono stati scientificamente ragionati e rappresentano un punto di equilibrio in chiave “one health” fra le esigenze di preservare l’efficacia degli antibiotici riservandone alcuni alle cure umane e la possibilità di continuare a curare gli animali senza privarli di antibiotici essenziali al trattamento di infezioni anche potenzialmente letali.

    Su base scientifica e one health, la Commissione ha individuato i seguenti criteri per decidere quando un antimicrobico deve essere riservato alle cure umane:
    – quando è l’unica risorsa disponibile per curare un paziente umano con infezioni gravi e potenzialmente letali
    – quando comporta rischi di insorgenza, diffusione e trasmissione di resistenza ai batteri
    –  quando non è un antimicrobico essenziale per la salute animale

    Al contrario la mozione Hausling vorrebbe ripartire da zero e introdurre criteri molto più stringenti che di fatto priverebbero ulteriormente  i medici veterinari delle terapie antimicrobiche indispensabili a trattare infezioni sia negli animali produttori di alimenti che negli animali da compagnia, con conseguenze infauste per il loro benessere e nei casi più gravi per la loro stessa sopravvivenza.

    ANMVI evidenza che ciò contrasterebbe con lo status giuridico riservato agli animali dal Trattato Europeo (sono “esseri senzienti”) e con la risoluzione del Parlamento europeo del 12 febbraio 2020 sugli animali da compagnia.

    Quanto verrà votato il 13 luglio dal Parlamento Europeo entrerà in vigore dal 28 gennaio 2022, insieme alle nuove regole sui medicinali veterinari che tutti gli Stati Membri saranno tenuti ad applicare.

    Ufficio Stampa ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani- 0372/40.35.47

    *Simona Baldassarre, Sergio Berlato, Simona Bonafe’, Marco Dreosto, Eleonora Evi, Pietro Fiocchi, Fulvio Martuscello, Giuseppe Milazzo, Alessandra Moretti, Luisa Regimenti, Silvia Sardone, Annalisa Tardino, Carlo Calenda, Rosanna Conte, Gianantonio Da Re, Salvatore Demeo, Danilo Oscar Lancini,  Aldo Patriciello, Piernicola Pedicini, Daniela Rondinelli, Vincenzo Sofo.

    **(The European Platform for the Responsible Using of Medicines in Animals)

     

  • Uso criminale della rete

    La pandemia, nonostante i molti vaccini che si sono potuti fare grazie all’accelerazione e all’organizzazione volute dal Gen. Figliuolo, continua a mietere vittime, non solo per la variante Delta. Troppe persone, specialmente giovani, hanno ormai da giorni abbandonato ogni precauzione ricreando vaste aree di contagi e l’incremento di casi in paesi come il Regno Unito, la Russia, il Portogallo e la Spagna preoccupano molto per i viaggi turistici che ormai sono iniziati.

    C’è però un altro aspetto molto grave e cioè quello delle truffe e dell’illegalità, è delle ultime ore la notizia di mail false che, spacciandosi per mail ufficiali, promettono ai cittadini il famoso pass covid e ovviamente chiedono e rubano i dati dei malcapitati che, convinti di rispondere ad un messaggio delle istituzioni, cadono nella trappola.

    Un altro grave danno è stato fatto dai molti siti che, durante la pandemia ed ancora oggi, continuano a diffondere notizie false proponendo cure e farmaci risolutivi. Un imbroglio dannoso non solo per il portafoglio ma soprattutto per la salute. Solo nell’ultimo mese il nucleo anti sofisticazione è riuscito, dopo elaborate e tempestive indagini, a chiudere 20 siti internet dove si vendevano medicinali spacciati per cure anti covid. I siti erano collocati su server esteri e i gestori non erano individuabili. Su questi siti si potevano acquistare antivirali dei quali l’Aifa aveva da tempo sospeso l’utilizzo off label e altri per i quali occorre una corretta valutazione clinica del paziente. Chiusi i 20 siti altri non sono ancora stati individuati ed altri se ne continuano ad aprire perché la sete di soldi facili, e le complesse attività per arrivare alla fonte e chiudere i siti pirata, danno ai malfattori la sicurezza di potere continuare a delinquere. Centinaia sono stati i negozi virtuali chiusi per lo smercio di farmaci e sostanze illegali e pericolose, da quelli spacciati per il covid a quelli per dimagrire e spesso si tratta di sostanze gravemente nocive e non adatte per uso umano. Mentre aumentano le truffe via internet si ripropone, per l’ennesima volta, il tema di come evitare che le reti da strumento di comunicazione corretta diventino sempre di più strumento privilegiato per la criminalità. Ma la politica, in tutto il mondo, non sembra in grado di trovare soluzioni che, rispettando la libertà, impediscano l’uso criminale della rete.

  • Pillole di felicità

    1963 Entra in commercio il Diazepam (Valium), il primo psicofarmaco della categoria delle benzodiazepine.

    1980 Durante il convegno del Medical Research Council della Gran Bretagna, viene diramata la notizia che le benzodiazepine provocano l’atrofia cerebrale. Gli psicofarmaci della categorie delle benzodiazipine sono ancora in commercio.

    2001 L’azienda farmaceutica Glaxo Smith Kline (GSK) pubblica uno studio clinico (noto come studio 329) dove dimostra l’efficacia e la sicurezza nel trattamento dei sintomi depressivi della paroxetina un farmaco appartenente alla categoria degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). Le vendite di questo farmaco ed altri simili subirono da subito una fortissima impennata. Le sole ricette prescritte per i bambini e gli adolescenti arrivarono a circa due milioni l’anno. Ma qualcosa non funzionava. Alcuni bambini iniziarono a manifestare diversi e gravi problemi di salute, sia fisica che mentale.

    2004 La procura generale di New York (Stati Uniti) denuncia la GSK per frode contro i consumatori per aver contraffatto i dati e diffuso informazioni false. La causa si concluse con il pagamento di una multa e nessuna restrizione sul suo commercio.

    2005 Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti denuncia la GSK per truffa nei confronti di Medicare e Medicaid (le principali agenzie assicuratrici pubbliche che finanziano la Sanità in America) per aver diffuso affermazioni false o fraudolente. Anche in questo caso l’azienda pagò una multa ma non furono presi provvedimenti restrittivi sul suo commercio.

    2015 Il British Medical Journal rivela come la GSK ha alterato i dati sull’antidepressivo paroxetina. L’articolo scientifico era accompagnato da numerosi documenti che confermano l’aumento di crimini violenti nei giovani che assumono farmaci antidepressivi come la paroxetina (commercializzata come Daparox, Dropaxin, Eutimil, Sereupin e Seroxat) e la fluoxetina (commercializzata come Prozac). Tutti farmaci facilmente reperibili anche senza ricetta.

    2015 La Food and Drug Administration degli Stati Uniti pubblica una serie di avvisi pubblici sulla salute che mettono in allarme sul fatto che il Ritalin e medicinali simili (farmaci prescritti anche ai bambini per combattere insonnia e depressione) possono causare allucinazioni visive, pensieri suicidi e comportamenti psicotici, oltre a comportamenti aggressivi o violenti. Ritalin è il nome comune del metilfenidato, classificato come narcotico di Classe II: la stessa classificazione della cocaina, della morfina e delle anfetamine. Ovvero un potente stimolante del sistema nervoso centrale (cervello e spina dorsale). Farmaco ancora in commercio e facilmente reperibile senza ricetta su internet o agli angoli di certe strade.

    2016 Stati Uniti: 14 milioni di bambini ogni anno affrontano una visita psichiatrica. In Italia non esistono stime ufficiali.

    2018 Le Associazioni di Psichiatri e Specialisti italiani si pronunciano per il via libera alle medicine per curare i disturbi mentali dei più piccoli “purché”, si legge in una nota del sottosegretario del Ministero della Salute A. Guidi, “non diventino delle scorciatoie”. Il Telefono Azzurro dichiara che un bambino o adolescente ogni 6 ha un disturbo mentale. Eurispes pubblica uno studio in cui si legge che il 40% di bambini e adolescenti seguiti da un servizio di salute mentale presentano più disturbi: il 18.6% usa tranquillanti (11,7% delle ragazze contro il 5,3% dei ragazzi), il 14,7% antidepressivi (il 7,4% delle ragazze contro il 2.7% dei ragazzi).

    2018 Il World Drug Report della Unodc (il report sulla droga a cura delle Nazioni Unite), considera il consumo di psicofarmaci una delle grandi minacce emergenti di salute pubblica, inserendo le benzodiazepine tra le prime tre sostanze di abuso comunemente usate in 40 Paesi. Tutti farmaci facilmente reperibili senza ricetta su internet o agli angoli di certe strade.

    2019 L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che nel mondo sono oltre 15 milioni i minori in terapia farmacologica, per le più diverse patologie e il ricorso ai farmaci antidepressivi per trattare bambini e adolescenti è in crescita. I dati di uno studio scientifico pubblicato sullo European Journal of Neuropsychopharmacology dimostrano che in Gran Bretagna il numero di antidepressivi prescritti ai minori è cresciuto del 54%, del 60% in Danimarca, del 49% in Germania, del 26% negli Stati Uniti e del 17% in Olanda; maggiori incrementi si sono registrati nelle fasce d’età tra 9 e 19 anni, e i farmaci più utilizzati sono quelli a base di paroxetina, citalopram, fluoxetina e sertralina.

    2019 Il rapporto ESPAD (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs) rileva che il 10% dei minori italiani utilizza psicofarmaci per le più svariate motivazioni: dal miglioramento delle performance scolastiche alla gestione di depressioni passeggere etc., senza alcuna ricetta medica, acquistandoli da spacciatori o direttamente sul web.

    2020 L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che nel mondo sono oltre 21 milioni i minori in terapia farmacologica nonostante si moltiplicano gli studi che riferiscono sugli effetti negativi degli psicofarmaci e degli ansiolitici quali deficit cognitivo, amnesia, depressione, allucinazioni e pensiero delirante, comportamento anormale, rischi di suicidio o di tentativi di suicidio, violenza, ostilità e agitazione. Non sarebbe doveroso monitorarne e limitarne oltre che la prescrizione anche la produzione?

    2030 L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma che fra dieci anni la depressione sarà la patologia più diffusa al mondo, anche fra i bambini. Per qualcuno è una bruttissima notizia. Per qualcun altro, no.

    C’è chi fa parte del problema, chi della soluzione e chi del paesaggio.

    Dal film “Ronin” (1998)

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