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  • La Finlandia è il Paese più felice al mondo, l’Italia è al 25esimo posto

    La Finlandia si conferma il Paese più felice al mondo. Guadagna due posizioni l’Islanda, che passa al secondo posto, e relega al terzo posto (era seconda l’anno scorso) la Danimarca. L’Italia resta indietro, ma sale dal 28esimo al 25esimo posto. Nella top ten, nell’ordine, ci sono anche Svizzera, Olanda, Svezia, Germania, Norvegia, Nuova Zelanda e l’Austria. Il verdetto porta la firma del World happiness report, la classifica mondiale degli Stati più felici, che quest’anno si è trovato ad analizzare gli effetti della pandemia di coronavirus sul benessere individuale e collettivo.

    Il primato del Paese scandinavo è un risultato da attribuire principalmente alla fiducia della popolazione nei confronti della propria comunità, un elemento chiave in epoca Covid. Ma a differenza di altri Stati, secondo i ricercatori del Gallup world poll, la risposta dell’Italia al virus è stata insoddisfacente, principalmente per una scarsa adesione della popolazione alle misure richieste e i pochi controlli, nonostante il lockdown nella prima ondata.

    Il report, arrivato alla vigilia della Giornata mondiale della felicità (20 marzo), ha cercato di rispondere a una domanda fondamentale: perché i tassi di mortalità sono così diversi nel mondo? Il dato è infatti molto più alto in America e in Europa rispetto ad Asia, Australia e Africa. I fattori determinanti includono l’età della popolazione, l’essere un’isola o meno, la prossimità ad altre zone altamente infette. Alcune differenze culturali, inoltre, hanno ulteriormente contribuito a modificare il tasso. Si va dalla fiducia nelle istituzioni pubbliche alla conoscenza maturata in epidemia precedenti; dalla disuguaglianza nel reddito alla presenza di una donna come capo del governo e persino la probabilità di ritrovare i beni smarriti, come un portafoglio.

    Nell’anno del Covid, intanto, più di un italiano su due (55,5%) è insoddisfatto della propria vita con l’incertezza sulle prospettive future per salute e lavoro che condiziona le previsioni dei prossimi 5 anni, secondo l’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati dell’ultimo rapporto Bes Istat. Sul podio delle regioni dove prevalgono gli scontenti ci sono la Campania (68,3%), la Sicilia (60%) e il Lazio (58,9%), mentre è al Nord che si concentrano le quote più basse di insoddisfatti dal Trentino Alto Adige (37,8%) alla Valle d’Aosta (46,3%), dal Friuli Venezia Giulia (50,4) alla Lombardia (51,1%) con Emilia-Romagna e Veneto a pari merito (51,5%).

    Per Jeffrey D. Sachs, presidente dello United Nations sustainable development solutions network, l’ente che pubblica il report annualmente da 9 anni, “dobbiamo urgentemente imparare la lezione che ci ha dato il Covid”. John Helliwell, professore dell’Università British Columbia, aggiunge: “Siamo stati sorpresi di vedere che in media non c’è stato un declino nel benessere generale. Una possibile spiegazione è che la gente vede il coronavirus come una minaccia comune ed esterna, che tocca chiunque e che ha generato un maggior senso di solidarietà ed empatia”.

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