film

  • Festival di Cannes 2024: candidati 16 film sostenuti dall’UE

    Sono 16 le opere nominate alla 77° edizione del Festival di Cannes, dal 14 al 25 maggio, finanziate dall’UE in sette diverse categorie.

    Si contendono la Palma d’oro Grand Tour di Miguel Gomes (Portogallo, Italia, Francia), All We Imagine as Light di Payal Kapadia (India, Francia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia), Limonov — The Ballad di Kirill Serebrennikov (Francia, Italia, Spagna) e The Girl with the Needle (Pigen med nålen) di Magnus von Horn (Danimarca, Polonia, Svezia).

    I vincitori saranno annunciati alla cerimonia di premiazione che si terrà sabato 25 maggio.

  • I figli di Dio non sono in vendita. Il film contro la tratta internazionale dei bambini

    Dal 19 febbraio scorso è arrivato finalmente nelle sale cinematografiche italiane, dopo una serie di proiezioni in anteprima nelle principali città, il film The sound of freedom – Il canto della libertà del regista Alejandro Monteverde e con protagonista Jim Caviezel, il Gesù del film The Passion of the Christ di Mel Gibson, ed è risultato secondo al botteghino. La distribuzione in Italia è merito della Dominus Production di Federica Picchi, che coraggiosamente si assume la missione di distribuire nel nostro paese pellicole cinematografiche scomode che altrimenti non riusciremmo a vedere (Cristiada, Dio non è morto, Unplanned). Anche fuori d’Italia questo film ha incontrato diverse traversie: realizzato nel 2018, incagliatosi in USA e riacquistato con un’operazione di crowfunding, nell’estate 2023 è giunto nei cinema statunitensi e contro ogni aspettativa è stato un vero successo di pubblico. A fronte di un budget di realizzazione di 15 milioni di dollari a fine 2023 ne ha incassati 250 milioni. The sound of freedom è un film d’azione ispirato alla realtà. Jim Caviezel interpreta l’agente Tim Ballard della Homeland Security che si occupa della pedopornografia in rete. Ballard è sconvolto dal fatto che la maggioranza delle vittime di questo odioso crimine e coinvolte nella tratta internazionale scompaiono per sempre. Un dato questo reale e confermato anche per l’Italia dove nel 2022 il Ministero dell’Interno segnala ben 17 mila minori scomparsi e non tutti ritrovati. Il buon Ballard, la cui filosofia è che “non si toccano i figli di Dio”, si dimette dalla HS e intraprende la sua ricerca per riportare al padre due bambini, fratello e sorella, rapiti in Honduras e trasferiti in Colombia. Anche nella realtà Ballard, dimessosi dalla HS, diede vita insieme ad altri ex agenti a un’organizzazione per il recupero dei minori scomparsi (Operation Underground Railroad). Un vero film d’azione le cui difficoltà di distribuzione sono dovute al tema sensibile della pedofilia. Infatti subito l’ambiente liberal internazionale ha reagito accusandolo di divulgare le tesi complottiste di QAnon che in realtà all’epoca in cui il film fu iniziato (2015) non esisteva neanche e nel film non appare alcun riferimento a tali deliranti ipotesi. Si sa bene che la cultura liberal è molto indulgente nei confronti di queste perversioni. In Italia, fin dai tempi dell’icona della cultura gay Mario Mieli, di tanto in tanto si levano voci che chiedono la liberalizzazione della pedofilia. Da anni don Fortunato Di Noto con la sua Associazione Meter Onlus raccoglie e segnala migliaia di video pedopornografici ma a causa dell’organizzazione dislocata in vari paesi i colpevoli raramente vengono consegnati alla giustizia. Si comprende quindi facilmente come questo film abbia trovato difficoltà di distribuzione che, superate, sono state premiate dal successo di pubblico e dalla maggioranza dei critici obiettivi e non ideologizzati. Il merito del film è di mostrare con realismo ma senza alcuna concessione alla morbosità o a scene sconsigliabili a un pubblico di minori la realtà perversa e il modus operandi di questi perversi criminali rompendo una cortina di silenzio favorita da complicità internazionali e dagli altissimi profitti perché, come viene detto nella pellicola, la cocaina si vende una volta sola, mentre un bambino può venire abusato molte volte.

  • ‘Kinderswohl’, il film tratto dalla storia di Marinella Colombo presentato a Milano

    Sarà presentato a Milano, nell’Ufficio del Parlamento europeo, il film Kinderswohl del regista Franco Angeli, tratto dal libro Non vi lascerò soli di Marinella Colombo. Interpretata dall’attrice Livia Bonifazi la pellicola narra la vicenda umana e giudiziaria della dottoressa Marinella Colombo, la manager milanese alla quale nel 2008, dopo la separazione dal marito tedesco, lo Jugendamt, l’ufficio tedesco per la tutela del minore, sottrasse i due figli affidandoli al padre in Germania, privandola della possibilità di vederli e sentirli.

    Lo Jugendamt, istituto in vigore da decenni, tra l’altro stabilisce che i figli di coppie nelle quali uno dei genitori non sia di nazionalità tedesca siano affidati esclusivamente al genitore tedesco, sia esso padre o madre, poiché prima che della sua famiglia il bambino è figlio della Germania.

    Su queste colonne ci siamo occupati più volte, attraverso la rubrica Achtung Binational Babies, e non solo, della battaglia di Marinella, arrivata al Parlamento europeo grazie all’interessamento dell’On. Cristiana Muscardini, e di altre storie simili alla sua in cui il genitore non tedesco si è visto sottrarre, con motivazioni discutibili, i propri figli privando questi ultimi dell’affetto dell’altro genitore, dell’altra cultura di appartenenza, della propria storia.

  • Premio LUX: il pubblico e i deputati europei scelgono il film europeo dell’anno

    Ancora più film europei e un accesso ancora maggiore alla produzione cinematografica del nostro continente, con il nuovo Premio LUX del Parlamento europeo.

    Il premio cinematografico, creato 13 anni fa dal Parlamento europeo per sostenere la distribuzione dei film europei, è stato rinnovato per offrire ancora più opportunità ai creatori europei. Da quest’anno il pubblico sarà chiamato a scegliere direttamente il vincitore. Sempre da quest’anno il Premio sarà dato in collaborazione con la European Film Academy, per raggiungere un pubblico ancora più vasto.

    Il primo segno di questo profondo cambiamento è nel nome: “LUX- Premio del pubblico per il cinema europeo”. Ci saranno inoltre più film sottotitolati in tutte le 24 lingue ufficiali dell’Unione, cinque. Solo quest’anno i finalisti saranno tre, a causa dell’impatto che la pandemia ha avuto anche sull’industria del cinema.

    Il nome completo del nuovo riconoscimento riflette questa partnership: “LUX – Premio del pubblico per il cinema europeo, conferito dal Parlamento europeo e dalla European Film Academy – in collaborazione con la Commissione europea e Europa Cinemas”.

    Il nuovo iter che porterà alla proclamazione dei film vincitori sarà il seguente:

    Autunno: una giuria composta da professionisti del cinema sceglie i film in gara, che vengono sottotitolati nelle 24 lingue ufficiali dell’Unione;

    12 dicembre 2020 a Berlino: i tre film nominati vengono annunciati durante la cerimonia degli European Film Awards;

    Dicembre 2020 – 23 maggio 2021: i film vengono distribuiti nelle sale e online, per il pubblico europeo;

    Fino al 23 maggio 2021 – Il pubblico e gli eurodeputati votano sul sito www.luxaward.eu. Ciascun gruppo conta per il 50% del risultato finale;

    9 giugno 2021: il film vincitore viene annunciato durante una cerimonia al Parlamento europeo

    Il premio LUX promuove co-produzioni europee che trattano i temi politici e sociali dell’attualità e incoraggiano un dibattito sui nostri valori. Questo impegno continua, così come quello di rendere il cinema europeo accessibile, sottotitolando in 24 lingue i film in gara.

    Naturalmente registi e interpreti ritroveranno il tappeto rosso al Parlamento europeo, visto che la premiazione avverrà come di consueto durante una sessione plenaria. Cambia solo la stagione: invece che a novembre, il premio verrà assegnato in primavera, in aprile.

    “Siamo l’unico parlamento al mondo che conferisce un premio al cinema”, ha detto il Presidente David Sassoli in un video messaggio mandato al Festival di Venezia, che ha aggiunto: “Il nuovo premio è un passo avanti nel sostegno ai lavoratori della cultura e alle produzioni duramente colpite dalla pandemia”

  • History of great famine in the Kazakh steppe

    The Kazakh feature film “The Crying Steppe” has been included in the long list as Kazakhstan’s entry for the Best International Feature Film in foreign language at the 93rd Academy Awards scheduled for April 25 this year.

    The film is based on real events that happened in Kazakhstan in 1920-30, when about 1.5 million – 3 million people of the local nation died of famine, a result of forced collectivization for Kazakhs who were nomadic livestock farmers as part of their culture.

    In Kazakhstan, it was dramatically aggravated by the decision to enforce in parallel a violent campaign of sedentarisation of nomadic cattle-breeders, which was the majority of Kazakh people before the 1930s. The Soviets confiscated cattle from the Kazakhs. By forcefully taking cattle from nomads, they doomed the Kazakh nation to extinction.

    The story centers around a berkutchi (eagle hunter) Turar and his wife Nuriya who try to save their family and other village residents from hunger.

    “The crackdown on free-thinking and the annihilation of ethnic culture and human values led to spiritual starvation and the killing of the soul,” Marina Kunarova, the director of the film, said, as quoted by goldenglobes.com.

    “The film raises the question of ‘why?’ Why did our forefathers have had to pay such a terrible price? And why, up until now, have we been afraid to admit what really happened and, instead, conceal our tragic history from the rest of the world?” she said.

    Kunarova is the first female director from Kazakhstan nominated for the prestigious award. The film was presented in November 2020 in Los-Angeles, the film also participated in the Golden Globe competition for Best Foreign Language Film Award.

    “(It is) the history of our people, our ancestors who died innocently. It all took us five years and two years of preparations. We are now on the long list. Now, the shortlist of Oskar will be announced at the end of February,” said film producer Yernar Malikov, as quoted by Tengrinews.kz

    The tragedy caused by the Great Famine in the Kazakh steppe has affected every modern Kazakh family, as well as myself. For example, my maternal grandmother Gaini told me that she lost her husband and small children during a time of famine.

    “I cried a lot and missed my dead children. It was scary to be alone in those years,” my grandmother told me.

    Left as a widow, she married my grandfather Bilyal, who at the same time stayed with two young sons, the youngest was two years old. My grandfather’s first wife died of hunger along with the newborn. Thus, my grandmother Gaini raised two sons from my grandfather’s first marriage. Then my mother was born. I – the author of these lines, belong to the second generation of Kazakhs, born from those who were able to survive the Great Famine in the Kazakh steppe.

    For Kazakhstan, the historical topic has become especially relevant today in connection with the statements of some Russian politicians about the alleged lack of statehood among the Kazakhs. In addition, this year this Central Asian republic is celebrating the 30th anniversary of its independence following the collapse of the Soviet empire.

    At the beginning of this year, Kazakhstan’s President Kassym-Jomart Tokayev, in his  article “Independence is the most precious thing”, where he outlined his program, said that today historical scenarios are in demand in the world film industry and that “Netflix, HBO and other large film companies are heading to Asia,” and Kazakhstan has a history of many important events that can form the basis of such films, for example, the history of the Golden Horde, one of the most powerful empires in the world.

    Tokayev noted that in the future, Kazakh film critics should pay special attention to the history of the country. He stressed, “we need to keep strong roots, not to break away from our national identity, culture and traditions” and that the younger generation should know the value of the country’s independence”.

  • Coronavirus, Muscardini a Franceschini e Foa: basta solo film obsoleti, la tv trasmetta film più recenti per dare un po’ di distrazione alle famiglie e alle persone sole

    “Dare un supporto di svago alle famiglie numerose, che spesso, specie nelle città, vivono in appartamenti piccoli e sentono di più il peso della forzata convivenza, ed alle persone che vivono sole deve essere compito della televisione che, in molti casi, è l’unico strumento di comunicazione, con l’esterno, e di intrattenimento. Da qui la necessità di trasmettere film più recenti rispetto a quelli molto datati che continuano ad essere messi in onda da un canale all’altro”. E quanto chiede l’on. Cristiana Muscardini al ministro Franceschini, al presidente Rai e a quelli delle più importanti reti private, Mediaset e LA7. “Chiuse le sale cinematografiche, che non riapriranno molto presto, si facciano accordi con le case di distribuzione per offrire agli italiani la visione di film recenti cercando così, anche in minima parte, di alleviare le lunghe serate in casa”.

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