fondi

  • Abusi confermati con i fondi europei

    L’abuso è il contrassegno del possesso e del potere.

    Paul Valéry, da “Quaderni, 1894/1945”

    All’inizio del 1999 al Parlamento europeo si discuteva di una mozione di censura nei confronti della Commissione europea. Si accusava la commissaria europea per la scienza, la ricerca e lo sviluppo di “presunti casi di frode, cattiva gestione e nepotismo in seno alla Commissione europea”. Accuse che la diretta interessata aveva respinto. Il 16 marzo 1999 però l’allora presidente della Commissione europea aveva annunciato “le dimissioni sue e dell’intero collegio”. E fino a settembre 1999 la Commissione ha svolto solo delle attività necessarie previste dalle normative in vigore. Il 28 aprile 1999 è stato costituito l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Office européen de lutte anti-fraude – OLAF; n.d.a.). L’OLAF é un organismo indipendente all’interno della Commissione Europea. Il suo obiettivo istituzionale allora era quello di evidenziare e combattere “le frodi, la corruzione e qualsiasi attività illecita lesiva degli interessi finanziari della Comunità europea”. Da allora però sono aumentati i compiti istituzionali di OLAF. Uno di quei compiti è quello di indagare sugli abusi dei fondi comunitari attuati anche nei Paesi candidati all’adesione all’Unione europea. E tra i fondi ci sono anche quelli previsti per promuovere e sostenere dei progetti di sviluppo delle aree rurali. Si tratta di finanziamenti effettuati tramite i programmi settennali IPARD (Instrument for Pre-Accession Assistance and Rural Development – Lo Strumento di assistenza pre-adesione per lo sviluppo rurale; n.d.a.).

    Uno dei Paesi che approfitta dei finanziamenti IPARD è anche l’Albania. Attualmente sono attivi i finanziamenti nell’ambito del programma IPARD III. Ci sono diversi obiettivi previsti da questo programma. Si tratta di obiettivi istituzionalmente confermati, da conseguire nel periodo 2021 – 2027. Obiettivi che riguardano l’agevolazione dello sviluppo delle imprese, la loro crescita e, di conseguenza, la crescita dell’occupazione nelle aree rurali. Il programma IPARD III prevede anche “…l’aumento della competitività nel settore agroalimentare e il miglioramento dello sviluppo comunitario e del capitale sociale in quelle aree rurali” dov’è attivo il programma. L’istituzione incaricata per la gestione del programma è la Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (The Directorate-General for Agriculture and Rural Development), nota anche come DG AGRI. Trattandosi però di finanziamenti europei per i Paesi candidati all’adesione all’Unione europea, o potenzialmente tali, diventa obbligatorio anche il controllo della gestione di quei finanziamenti. Controllo effettuato da OLAF.

    In Albania le istituzioni governative direttamente coinvolte nell’uso di quei finanziamenti sono il ministero dell’Agricoltura e l’Agenzia per lo sviluppo agricolo e rurale. Ed è proprio quest’ultima che gestisce, a livello nazionale, i finanziamenti dei programmi IPARD.  Purtroppo però, fatti accaduti, documentati e denunciati alla mano, risulterebbero degli abusi continui e ben evidenziati di quei finanziamenti. Si tratta di fatti resi pubblici e denunciati ufficialmente anche presso le strutture dell’Unione europea, OLAF compresa. Il nostro lettore è stato informato di questi abusi a tempo debito (Abusi anche con i finanziamenti europei, 19 settembre 2023; Misere bugie per nascondere clamorosi abusi quotidiani ed altro, 27 novembre 2023). Basandosi su quelle denunce OLAF ha, in seguito, effettuato delle indagini focalizzate soprattutto sulla distribuzione dei finanziamenti a fondo perduto previsti e destinati ai beneficiari agricoltori albanesi.

    Ebbene in base a quelle indagini avviate dall’inizio del 2021 e dalle conclusioni preliminari, il 16 luglio 2023 la Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale ha ufficialmente inviato alle istituzioni albanesi una lettera confermando la sospensione temporanea del sostegno finanziario nell’ambito dei programmi IPARD. Con quella lettera si comunicava ufficialmente alle responsabili istituzioni albanesi “la sospensione temporanea del sostegno finanziario nell’ambito dei programmi IPARD”. E tra le istituzioni c’erano anche il ministero dell’Agricoltura, il ministero delle Finanze e l’Agenzia per lo sviluppo agricolo e rurale. La notizia però è stata tenuta segreta dalle istituzioni, come spesso accade in simili casi in Albania. Notizia che comunque non poteva rimanere tale per molto tempo. E così è stato. La Delegazione dell’Unione europea in Albania il 19 luglio 2023 ha distribuito un comunicato ufficiale, con il quale confermava che la Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale “ha informato il governo albanese di aver preso delle misure precauzionali in base ad un’informazione iniziale diramata dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), in seguito alle indagine su delle accuse di corruzione riguardanti l’attuazione del programma IPARD II”. In più in quel comunicato diramato si sottolineava che “…in via preventiva, a tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea, la Commissione europea ha temporaneamente sospeso i rimborsi alle autorità albanesi per le spese sostenute nell’ambito del programma IPARD II”.

    In seguito è stato confermato, altresì, che nella stessa lettera ufficiale, inviata il 14 luglio scorso dalla Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale alle autorità albanesi, non si informava solo della sopracitata sospensione dei pagamenti. L’autore di queste righe informava il nostro lettore nel settembre dell’anno scorso che “…oltre alla sospensione dei rimborsi, l’Albania potrebbe essere espulsa anche dal programma di finanziamenti IPARD III (2021 – 2027), attivo ormai da tre anni. Le cause di una simile e possibile espulsione, nel caso accadesse, sarebbero la gestione corruttiva e gli abusi dei finanziamenti europei stanziati per l’agricoltura e per lo sviluppo delle aree rurali in Albania” (Abusi anche con i finanziamenti europei; 19 settembre 2023).

    Ebbene le scorsa settimana è stato reso pubblico il rapporto ufficiale dell’OLAF per il 2023. In quel rapporto si affermava che OLAF ha investigato basandosi sulle “…gravi accuse riguardanti l’uso improprio dei fondi dell’Unione europea provenienti dallo strumento di assistenza pre-adesione per lo sviluppo rurale (IPARD II) in Albania”. Un’accusa fatta e confermata dalle indagini dell’OLAF si riferiva alla denuncia secondo la quale coloro che avevano presentato la richiesta per avere dei finanziamenti dal programma IPARD II “erano obbligati a pagare un’elevata percentuale della loro sovvenzione a società di consulenza ‘preselezionate’, che avrebbero poi agevolato i contratti con l’Agenzia albanese per lo sviluppo rurale e l’agricoltura (ARDA), che distribuiva i fondi”. In base alle indagini fatte e alle derivanti e fondate conclusioni, OLAF raccomandava alle istituzioni competenti dell’Unione europea “…di impedire che 112 milioni di euro di futuri finanziamenti (IPARD III) all’Albania provengano da spese indebite, fino a quando non saranno messe in atto misure correttive per proteggere gli interessi finanziari dell’UE da qualsiasi attività illegale”. Aggiungendo in seguito che “Considerate le possibili attività criminali scoperte durante l’indagine, l’OLAF ha inviato copia dei risultati anche alle autorità giudiziarie albanesi”.

    Chi scrive queste righe è convinto che le autorità giudiziarie albanesi, ubbidienti al primo ministro e/o a chi per lui, insabbieranno anche quel rapporto dell’OLAF sugli abusi dei fondi europei. Come hanno fatto con delle innumerevoli altre clamorose denunce in precedenza. Aveva ragione Paul Valéry, l’abuso è il contrassegno del possesso e del potere.

  • L’Unione europea investe per la realizzazione del nuovo Campus dell’Università degli Studi di Milano

    L’UE scende in campo per finanziare il nuovo m dell’Università Statale di Milano con la Banca Europea per gli investimenti (BEI) che sosterrà la creazione di nuovi spazi didattici per studenti e ricercatori universitari nell’ambito di un più ampio progetto di rigenerazione urbana della città di Milano improntato alla sostenibilità.  La linea di credito messa a disposizione da Cassa Depositi e Prestiti beneficia a sua volta in parte della garanzia del Fondo InvestEU, il programma della Commissione Europea per il rilancio degli investimenti privati nell’Unione Europea che ha l’obiettivo di favorire la competitività e la crescita nel lungo periodo.

    L’intervento di riqualificazione permetterà all’Università Statale di Milano di realizzare una struttura innovativa in grado di concentrare in un unico insediamento competenze scientifiche multidisciplinari trasferendo le attività di ricerca didattica e dipartimentale nell’ambito di un programma complessivo di sviluppo dell’ateneo. Il nuovo Campus sarà a regime entro la fine del 2027 e accoglierà oltre 23mila persone tra studenti, ricercatori docenti e staff, si svilupperà su una superficie costruita di 190mila metri quadrati con laboratori per la ricerca avanzata, oltre 8mila metri quadrati di biblioteca, auditorium e spazi comuni, cui si aggiungono spazi verdi e un orto botanico.

  • Il governo stanzia 18 milioni per la manutenzione delle strade da parte dei Comuni

    Con decreto del capo del Dipartimento per le opere pubbliche e le politiche abitative del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata approvata la graduatoria, per l’anno 2023, degli interventi di messa in sicurezza e manutenzione di strade comunali, ammessi al finanziamento a valere sul “Fondo interventi stradali nei piccoli Comuni”. E’ quanto si legge in una nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si tratta di 18 milioni di euro con i quali saranno finanziati 142 progetti, fino a un importo massimo di 150.000 euro ciascuno. Secondo quanto stabilito dalla norma istitutiva del Fondo, limitatamente all’anno 2023, le risorse sono state prioritariamente assegnate ai Comuni, fino a 5.000 abitanti, per i quali, nel medesimo anno, sia stato dichiarato lo stato di emergenza.

    I finanziamenti saranno poi erogati in due soluzioni – continua la nota -. La prima quota, pari al 50 per cento all’atto della stipula del contratto relativo ai lavori. La restante quota solo a seguito della verifica da parte del Dipartimento per le opere pubbliche e le politiche abitative del ministero di tutta la documentazione presentata per la rendicontazione. Matteo Salvini ha espresso “grande soddisfazione” per una scelta concreta “nell’interesse dei territori”.

  • La Commissione approva la richiesta di revisione mirata del piano di ripresa italiano

    La Commissione ha approvato la richiesta di revisione mirata del piano di ripresa e resilienza dell’Italia, a seguito della domanda presentata il 4 marzo 2024. Le modifiche proposte sono di natura tecnica e fanno seguito alla revisione completa del piano italiano, adottata dal Consiglio l’8 dicembre 2023.

    Il piano italiano di ripresa e resilienza ammonta a 194,4 miliardi di €, di cui 71,8 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Comprende in totale 620 traguardi e obiettivi, 66 riforme e 150 investimenti.

    Ad oggi la Commissione ha erogato oltre il 50% dei fondi assegnati all’Italia nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, vale a dire oltre 102 miliardi di €, compresi i prefinanziamenti.

  • Tanzania tourism: World Bank suspends funding for Ruaha National Park project

    The World Bank has halted its funding of a $150m (£120m) tourism project in Tanzania following allegations of rape, evictions and killings.

    The Ruaha National Park was reportedly meant to double in size as part of the project, but critics say the expansion has led to widespread abuses.

    The bank began investigating last year after it was accused of complicity in the abuses.

    On Tuesday, it said it was “deeply concerned” about the allegations.

    “We have therefore decided to suspend further disbursement of funds with immediate effect,” a spokesperson from the bank, which provides loans to developing countries, said.

    The Resilient Natural Resource Management for Tourism and Growth (Regrow) project was launched in 2017 in an effort to improve the “management of natural resources and tourism assets” in southern Tanzania, including in a number of national parks, the bank said.

    At least $100m has already been disbursed for the project, according to the US-based think tank Oakland Institute.

    Work to expand the boundaries of the Ruaha National Park, a 12,950-sq-km (5,000-sq-mile) conservation area that is home to lions and other wild animals, has been under heavy scrutiny.

    For over a year Oakland Institute has reported alleged abuses linked to development which, while being funded by the bank, has been carried out by the Tanzanian authorities.

    The Tanzanian government had not responded to BBC requests for comment.

    Last September, Oakland Institute said its research team had interviewed several villagers who alleged they were raped by rangers funded by Regrow.

    In its publication, Oakland Institute also pointed to reports from a Tanzanian MP and a community organisation that rangers had allegedly killed villagers.

    The think tank said government agencies had seized cattle en masse in a bid to force villagers off their land and that the Tanzanian government “blatantly” violated the bank’s procedures by planning to evict villagers without a formal plan to resettle them.

    The bank had “turned a blind eye to the horrific abuses unleased onto the communities”, the report alleged.

    The following month, the bank announced an investigation into the allegations.

    After the bank announced it was suspending its funding of Regrow on Tuesday, Anuradha Mittal, executive director of Oakland Institute, said the “long overdue” decision was a “crucial step towards accountability and justice”.

    “It sends a resounding message to the Tanzanian government that there are consequences for its rampant rights abuses taking place across the country to boost tourism.”

    The think tank said villagers who had been “victims of gross human rights violations” should now receive “adequate” and “prompt” reparations.

    It also said the bank must prevent the forced evictions of other villagers.

    The bank said it had “robust policies” in place to prevent any potential “harmful impacts” and that it would “continue to work with the authorities and the local communities to ensure all Bank-supported projects protect and improve the lives of Tanzanians”.

    Allegations of abuse are not limited to tourism projects is the south – in recent years groups like Amnesty International and Human Rights Watch have accused the government of forcibly evicting thousands of Tanzanians from the Maasai ethnic group in order to develop a game reserve in the northern Ngorongoro region.

    The government has previously denied the allegations.

  • Dalla Ue 123 milioni di euro alla Tunisia per la costruzione di un ponte ad opera di una ditta cinese

    La Banca europea per gli investimenti (Bei) stanzia un finanziamento di 123 milioni di euro, coperto da garanzia dell’Unione europea (Ue), al progetto del ponte di Biserta, in Tunisia, che si va ad aggiungere a un prestito da 122 milioni di euro della Banca africana allo sviluppo (Afdb). Un impegno congiunto di Bei, Ue, Adb e Stato tunisino per sviluppare le infrastrutture di trasporto del Paese rivierasco. “La firma del contratto di costruzione dà il via ai lavori di costruzione di 38 mesi”, si legge in un comunicato congiunto che sottolinea: “La Banca europea per gli investimenti – la Banca dell’Ue – conferma il proprio sostegno finanziario di 123 milioni di euro (circa 416 milioni di dinari) per la costruzione del nuovo ponte a Biserta, nel nord della Tunisia, in collaborazione con la Banca africana di sviluppo (AfDB) che prevede un finanziamento di 122 milioni di euro e lo Stato tunisino. Sin dal suo avvio nel 2016, questo progetto ha beneficiato del sostegno dell’Ue attraverso una donazione di circa 3 milioni di euro (più di 10 milioni di dinari) destinata agli studi di fattibilità e alla fase di progettazione”.

    L’iniziativa mira a migliorare significativamente la mobilità e la qualità della vita dei residenti della regione. Situato in posizione strategica tra il Lago di Biserta e il Mediterraneo, questo ambizioso progetto mira a costruire un moderno ponte lungo 2,07 chilometri e alto 56 metri, con un budget totale di circa 250 milioni di euro. La firma del contratto di costruzione segna quindi l’inizio dei lavori, con un periodo di costruzione stimato in 38 mesi per il ponte e 27 mesi per le strade e gli svincoli associati. “Questo progetto – prosegue il comunicato – è fondamentale per la città di Biserta, perché mira a convogliare il traffico fuori dal centro cittadino, ridurre l’inquinamento atmosferico e decongestionare il traffico urbano. La costruzione di questo ponte rappresenta un passo importante verso lo sviluppo sostenibile della regione e la preparazione del futuro per le nuove generazioni, riflettendo l’impegno di Bei ed Ue a sostegno delle infrastrutture moderne e sostenibili in Tunisia”.

    Il contratto di costruzione è stato assegnato alla Sichuan Road and Bridge Group (Srbg), selezionata a seguito di una gara internazionale, per un costo di 200 milioni di euro, pari al 79 per cento dell’investimento totale. I lavori prevedono tre fasi, ovvero la realizzazione di un collegamento sud tramite l’autostrada di 4,5 chilometri, la costruzione del ponte principale, e la realizzazione di un collegamento nord e di un’autostrada di 2,5 chilometri. Questa nuova struttura, molto attesa dagli abitanti di Biserta, convoglierà il traffico fuori dal centro cittadino e libererà il transito attraverso il ponte mobile, attualmente utilizzato da più di 44 mila veicoli al giorno. Oltre a razionalizzare il traffico, il progetto sosterrà anche l’attività economica regionale facilitando l’accesso al porto di Biserta e stimolando lo sviluppo locale.

    Marcus Cornaro, ambasciatore dell’Ue in Tunisia, ha dichiarato: “Confermiamo il nostro impegno nella realizzazione di questo progetto strategico che contribuirà a migliorare la vita quotidiana degli abitanti di Biserta e lo sviluppo economico della regione. Attraverso il suo contributo, l’Ue riafferma il proprio impegno a fianco delle istituzioni e dei cittadini tunisini per lo sviluppo sostenibile”. Jean-Luc Revéreault, capo della rappresentanza della Bei in Tunisia ha ribadito che “al di là del suo notevole aspetto tecnico, questo ponte tanto atteso ridurrà il traffico nel centro della città di Biserta e migliora gli scambi economici con la regione del nord-est e la frontiera algerina. Questo risultato riflette il nostro impegno per soluzioni durature e un futuro promettente per i cittadini tunisini”.

  • L’Italia chiede una revisione mirata del suo piano per la ripresa

    L’Italia ha presentato alla Commissione una richiesta di revisione mirata del proprio piano per la ripresa e la resilienza. Le modifiche proposte sono di natura tecnica e fanno seguito alla revisione completa del piano adottata dal Consiglio l’8 dicembre 2023.

    Il piano italiano per la ripresa e la resilienza ha una dotazione totale di 194,4 miliardi di euro, di cui 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Il piano prevede 66 riforme e 150 investimenti. Ad oggi la Commissione ha erogato oltre il 50% dei fondi assegnati all’Italia nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, vale a dire oltre 102 miliardi di euro.

  • La Commissione europea emette obbligazioni per 7 miliardi di euro

    Nel quadro della sua seconda operazione sindacata del 2024, la Commissione europea ha raccolto 7 miliardi di euro di fondi tramite obbligazioni dell’Ue. Si tratta di una somma simile a quella raccolta nell’ambito della prima operazione dello stesso generale, effettuata alla fine di gennaio e che ha trovato un’accoglienza sui mercati giudicata molto soddisfacente a Bruxelles.

    L’operazione di febbraio è consistita in una nuova tranche unica di 7 miliardi raccolti tramite un’obbligazione dell’Ue in scadenza il 4 dicembre 2034. L’obbligazione a 10 anni ha raggiunto un rendimento di riofferta del 3,028%, equivalente ad un prezzo di 99.754 (per la prima emissione di eurobond a gennaio il rendimento si era attestato tra il 2,781% e il 3,687% a seconda della durata dei singoli titoli emessi). Le offerte ricevute hanno raggiunto un importo di 67 miliardi di euro, generando così un tasso di sottoscrizione eccedente pari a 9.

    I proventi dell’operazione saranno utilizzati per finanziare i programmi strategici dell’Unione, anzitutto il piano NextGenerationEU (che è quello che consente il Pnrr all’Italia). Sia gli Stati, per voce del presidente francese Emanuel Macron, che la Commissione europea, tramite il commissario Paolo Gentiloni, hanno fatto appello al ricorso degli eurobond per consentire investimenti che favoriscano politiche di sviluppo dei Paesi dell’Unione.

    Per il primo semestre del 2024, la Commissione ha già emesso obbligazioni per circa 24 miliardi di euro a fronte del suo obiettivo complessivo di finanziamento di 75 miliardi.

    I trattati dell’Ue conferiscono alla Commissione europea il potere di contrarre prestiti sui mercati internazionali dei capitali per conto dell’Unione europea. La Commissione gode di un’ottima reputazione nei mercati dei titoli di debito grazie alle numerose emissioni di obbligazioni coronate da successo nell’arco di 40 anni. Tutte le emissioni della Commissione europea sono denominate esclusivamente in euro. L’assunzione di prestiti dell’Ue è garantita dal bilancio dell’UE e i contributi al bilancio dell’Unione costituiscono un obbligo giuridico incondizionato per tutti gli Stati membri a norma dei trattati della stessa Ue.

  • Nelle mani di Al-Shabaab i fondi della Chiesa norvegese per la Somalia

    Milioni di corone destinate dalla Chiesa norvegese alla Somalia per finanziare progetti di formazione professionale sono scomparse in seguito a frodi sistematiche andate a beneficio di al Shabaab e di altri gruppi terroristici. Lo denuncia il quotidiano norvegese “Panorama nyheter”, spiegando che sotto accusa sono i fondi destinati al Paese dalla Norwegian Church Aid (Kn), organizzazione religiosa affiliata alla Chiesa norvegese ma di gestione indipendente. Secondo quanto rivelato in un’inchiesta, l’Agenzia nazionale norvegese di cooperazione allo sviluppo (Norad) ha criticato l’organizzazione per la mancanza di controllo sui fondi e ha chiesto il rimborso di 4,7 milioni di corone norvegesi (oltre 415 mila euro), la somma che secondo la direzione sarebbe andata perduta. La Norwegian Church Aid ha avviato nel 2010 un programma di formazione di giovani somali, con l’obiettivo di proporre un’alternativa alle reti criminali cui molti di loro aderiscono. Sul periodo 2010-2021, il progetto è stato finanziato con 10,7 milioni di corone norvegesi (circa 950 mila euro), 6,4 delle quali tramite il servizio pubblico.

    L’organizzazione è stata criticata anche per non aver denunciato i furti alle autorità somale. Secondo quanto spiegato dal responsabile esteri di Kn, Arne Naess-Holm, le frodi avrebbero coinvolto anche personale interno all’organizzazione. Intervistato sul caso, il professore universitario Stig Jarle Hansen ha ricordato che al Shabaab riscuote una tassa anche dalle organizzazioni umanitarie che operano sui territori sotto il suo controllo, in particolare nelle regioni centrali e nel Puntland. Proprio in queste zone è in corso da mesi l’offensiva dell’esercito somalo contro i jihadisti, lanciata dal presidente Hassan Sheikh Mohamud dopo la sua elezione, a maggio del 2022. Il docente universitario ha ricordato che tanto le tasse di al Shabaab quanto quelle riscosse dallo Stato islamico rappresentano una forma di finanziamento indiretto del terrorismo, come anche i contratti stipulati dalle ong umanitarie con imprese locali soggette al “pizzo” jihadista.

    Il tema dei fondi internazionali intercettati da reti criminali somale è legato in particolare all’acquisto illegale di armi. Mogadiscio ha ottenuto di recente la revoca dell’embargo sulle armi che era in vigore da oltre 30 anni, un nuovo grande successo politico del presidente Mohamud dopo l’adesione della Somalia alla Comunità dell’Africa orientale (Eac). A questo proposito, nel 2022 uno studio del centro di ricerca somalo Hiraal incoraggiava una revisione dell’embargo da parte della comunità internazionale in modo da migliorare la responsabilità e i processi di gestione delle armi, ricordando che l’anno precedente Al Shabaab era comunque riuscita a spendere 24 milioni di dollari nell’acquisto di armi. In base ai dati raccolti e pubblicati nel rapporto intitolato “L’arsenale di Al Shabaab: dalle tasse al terrore”, l’istituto precisava che l’organizzazione terroristica affiliata ad Al Qaeda spende in armi in media 2 milioni di dollari al mese, di cui 1,8 milioni vengono utilizzati per esplosivi “interni” e 150 mila dollari per altri tipi di armi e osserva che il gruppo ha entrate per circa 180 milioni di dollari l’anno e una spesa prevista di circa 100 milioni.

  • Dall’UE 5 milioni di euro a sostegno delle traduzioni letterarie e della promozione dei libri

    La Commissione ha pubblicato l’invito a presentare proposte  2024 per la circolazione delle opere letterarie europee nell’ambito del programma Europa creativa. Sostenuta da un bilancio di 5 milioni di euro, questa iniziativa mira a facilitare la traduzione, la pubblicazione, la distribuzione e la promozione di vari generi di opere letterarie europee, tra cui romanzi, poesie e fumetti, attraverso circa 40 progetti.

    Nel 2024 l’invito continuerà a sostenere l’Ucraina nel campo dell’editoria, consentendo la pubblicazione di opere letterarie in lingua ucraina scritte da rifugiati e sfollati.

    I soggetti ammissibili, indipendentemente dal fatto che si candidino singolarmente o nell’ambito di un consorzio, sono invitati a elaborare strategie editoriali e promozionali complete per progetti che comportino almeno cinque opere letterarie ammissibili, tradotte da e verso le lingue ammissibili.

    Le dimensioni dei progetti finanziati variano da progetti su piccola scala (fino a 10 libri, 100 000 euro) a progetti su media scala (fino a 20 libri, 200 000 euro) fino a progetti su larga scala (almeno 21 libri, 300 000 euro). I progetti devono rispettare le condizioni generali di ammissibilità e comprendere almeno cinque traduzioni. Il termine ultimo per l’iscrizione è il 16 aprile 2024. Per ottenere informazioni consultare la pagina dell’invito sul portale “Finanziamenti e appalti” dell’UE.

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