Futuro

  • L’hotel del futuro tra tecnologia e condivisione

    Durante il recente Salone del Mobile si è molto discusso sul futuro degli hotel. Tra motori di ricerca di case private da affittare e una gamma di offerta sempre più ampia, il settore alberghiero è costretto a pianificare bene il proprio futuro per non restare a mani vuote. Per prepararsi all’ospitalità 2.0, si dovranno capire bene le esigenze dei turisti e di tutta quella fascia di nuovi viaggiatori disposti a pagare per dormire fuori casa.

    Se finora ristoranti stellati, piscine e spa, terrazze con viste mozzafiato sono stati simbolo di hotel esclusivi e imperdibili, in futuro lo sguardo si sposterà più sui servizi e sulla capacità di vivere l’hotel come vero e proprio centro di aggregazione.

    “Gli hotel del futuro usciranno dall’immaginario comune che li associa a strutture che hanno il proprio fulcro nelle stanze da letto”, ha dichiarato Alfonso Femia, architetto fondatore di Ateliers. “Il vero valore sarà dato dai servizi, dagli spazi di condivisione e di convivialità dove sarà possibile spendere il proprio tempo libero, lavorare, riposare, fruire di tutta una serie di optional che riflettono le domande della società contemporanea”.

    Alfonso Femia ne ha parlato nella settimana del design milanese nell’ambito del format “Hotel Rewind”, ospite dell’evento space&interiors promosso da FederlegnoArredo. Lo studio guidato da Femia si è aggiudicato all’inizio del 2018 un maxi-concorso internazionale per progettare un hotel di quasi 500 stanze in un’area di espansione della capitale francese, Europacity, vicino Parigi. L’atelier italiano ha vinto una delle otto gare ad inviti per realizzare un hotel a tre stelle nell’ambito di un nuovo pezzo di città di 80 ettari di superficie complessiva, promosso da una compagine privata guidata da Immochan, divisione immobiliare del gruppo Auchan, e dal gruppo cinese Dalian Wanda, con un investimento di 3,1 miliardi di euro.

    Spiega Femia: “Ci sarà un’attrezzatura metropolitana che si adatta alle esigenze di viaggiatori che manifestano costantemente esigenze uniche e in evoluzione, con spazi generosi e collegamenti interni orizzontali e verticali che accoglieranno al piano terra una serie di funzioni in stretta relazione con la città, con una grande corte e con il vicino parco”. Questa è la sintesi dell’hotel del futuro: connessione e servizi; servizi utili al turista per muoversi con più facilità in città. Ecco che quindi il turista vive in una continua relazione tra interno ed esterno, diventando così un vero e proprio cittadino coinvolto e non un semplice turista.

    “Il mix funzionale di un hotel deve interpretare la condizione del viaggio di chi si sposta continuamente per incontrare altre persone, lavorare, organizzare eventi. Ecco che l’hotel può essere davvero lo spazio più sperimentale e innovativo – commenta Femia – per studiare soluzioni inedite, pensando alla qualità del tempo che si trascorre in queste strutture, che sono altro rispetto a casa propria”.

    L’hotel di Femia sarà pronto nel 2025, intorno, già dal prossimo anno, inizieranno i lavori anche per realizzare un circo contemporaneo, un acquario, un centro culturale dedicato al cinema e altri hotel. Uno sarà legato al tema dei bambini, un altro ancora sarà dedicato ad un centro congressi.

    Questo ci fa capire come in futuro non basterà nemmeno la firma di una star dell’architettura internazionale, né il brand di una prestigiosa catena di hotel per rendere le strutture alberghiere davvero appetibili. Il futuro è rappresentato dai giovani, la generazione dei cosiddetti “millennials”, che sarà il target di viaggiatori da soddisfare. Sono clienti diversi da quelli del passato, clienti che si aspettano di trovare anche in hotel ambienti in cui regnano il digitale e i dispositivi più tecnologici, pronti ad essere usati come strumenti per avere informazioni immediate e aggiornate.  Soprattutto vorranno servizi e informazioni per poter vivere la città a pieno, in modo “smart” e veloce. Per questo la sfida agli hotel è lanciata, e non si può far altro che adeguarsi ai tempi.

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