Giovani

  • Dall’UE un progetto per le riforme volte a migliorare la salute mentale e il benessere dei giovani

    La salute mentale e il benessere dei bambini e dei giovani sono motivo di crescente preoccupazione in Europa. Per questo motivo la Commissione ha avviato un progetto multinazionale biennale per sostenere quattro Stati membri nell’attuazione di riforme volte a migliorare l’offerta di sostegno alla salute mentale e al benessere per tale segmento della popolazione.

    Grazie a questo progetto dello strumento di sostegno tecnico (SST), la Commissione, in collaborazione con l’UNICEF, instaurerà una cooperazione con le autorità di Cipro, Slovenia, Italia e Spagna (in particolare l’Andalusia) per rafforzare la capacità amministrativa degli Stati membri e promuovere la collaborazione tra le pubbliche amministrazioni nazionali. L’obiettivo è migliorare la qualità complessiva dei servizi di salute mentale.

    Il progetto assicurerà lo sviluppo di capacità per affrontare la frammentazione dei servizi sanitari, sociali e dell’istruzione, che spesso porta a interventi non coordinati. Rafforzerà inoltre le conoscenze, la consapevolezza e la capacità degli operatori sanitari di affrontare le esigenze di assistenza sanitaria in modo tempestivo ed efficace. Gli operatori sanitari e gli educatori, i bambini e i giovani saranno consultati nel corso dell’intero progetto.

  • I tumori giovanili aumentati dell’80%

    Il 15 gennaio scorso alcuni tra i più importanti giornali italiani hanno riportato la notizia che negli ultimi trent’anni, nel Mondo, l’incidenza dei tumori tra i giovani è aumentata di quasi l’80% e quasi tutti questi giornali hanno citato il commento alla notizia di un noto scienziato italiano che ha affermato: “un dato allarmante e non sappiamo ancora il perché”. Confesso che alla lettura di questo commento ho provato un senso di profondo sconforto misto a rabbia ma prima di condividere con il lettore le mie considerazioni al riguardo vorrei portare l’attenzione sui dati dello studio pubblicato nel settembre del 2023 sul British Medical Journal Oncology (https://bmjoncology.bmj.com/content/2/1/e000049) da cui emerge questa (tragica) percentuale e, di seguito, alcuni dati sulla situazione della salute dei più giovani in Italia. Obiettivo di questo studio, che ha visto coinvolti oncologi di diversi Paesi, era quello di esplorare l’incidenza mondiale negli ultimi trent’anni del cancro a esordio precoce (ovvero, nella popolazione giovane). Come detto, il risultato è stato che l’incidenza mondiale del cancro tra i più giovani è aumentata del 79,1%. Ora, a differenza del nostro emerito scienziato, gli autori di questo importante studio scientifico hanno indicato quelle che, secondo quanto osservato, potrebbero essere le principali cause di questa tendenza: una cattiva alimentazione (dieta ricca di carne rossa, ricca di sodio, di zucchero e povera di verdura, frutta ecc.), scarsa attività fisica, il consumo di alcolici, l’obesità e il fumo. I ricercatori, inoltre, hanno concluso che se non verranno rapidamente promossi e adottati stili di vita ed alimentari più sani l’incidenza dei tumori a esordio precoce è destinata ad aumentare significativamente.

    Qual è la situazione in Italia? L’Associazione Italiana Registri Tumori ha stimato che nel nostro Paese dal 2016 al 2020 sono state diagnosticate circa 7.000 neoplasie tra i bambini e 4.000 tra gli adolescenti (15-19 anni) con un aumento, rispetto al quinquennio precedente di circa il 4%. La media annuale stimata è di 1.400 casi nella fascia d’età da 0 a 14 anni e di 900 in quella dai 15 ai 19 anni. E stiamo parlando solo dei tumori.

    Cosa dire per tutte le altre patologie riscontrate nei giovani? Stanno diminuendo o aumentando? “Giovani: 1 su 10 rischia infarto e ictus” (Fonte: Ansa, 26 settembre 2023), “I ricoveri per infarto tra le persone di età compresa tra i 20 e i 50 anni sono aumentati del 40%” (Fonte: Rivista Circulation 2021), “Dal 15 al 20% dei giovani sotto i 15 anni ha almeno un disturbo di competenza del neuropsichiatra infantile: disturbi del neuro sviluppo, autismo, paralisi cerebrale, epilessia, disturbi dell’apprendimento, deficit d’attenzione, disabilità intellettive, ecc.” (Fonte: ISS, 2022); “Allarme anoressia e bulimia, 3,6 milioni di casi. Il 20% dei pazienti sotto i 14 anni” (Fonte: IlSole24Ore, 15 marzo 2023), “Dal 2020 l’accesso al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma da parte di bambini e giovani è aumentato del 40%. Il 70% di questi ricoveri di emergenza deriva da tentativi di suicidio o autolesionismo e ogni giorno almeno 4 tra bambini e ragazzi accedono al pronto soccorso per problematiche mentali” (Fonte: IlSole24ore, 8 settembre 2023); “L’uso intensivo dei media digitali in età evolutiva è associato ad una significativa riduzione dello sviluppo delle funzioni cognitive (attenzione, memoria, linguaggio, lettura e scrittura) e un aumento del disagio psicologico (disturbi del sonno, ansia, depressione, isolamento, anoressia, bulimia, ecc.) e ad un aumento dei fenomeni di dipendenza (alcol, nicotina, cocaina, gioco, ecc.). In media i giovani dai 6 e i 16 anni dei paesi industrializzati trascorrono nei media digitali circa 5 ore al giorno” (Fonte: WHO, 2022); “Ogni anno, nei Paesi industrializzati, una morte su cinque nei giovani in età compresa tra i 10 e 20 anni è imputabile al consumo insufficiente di cibi sani o, in altre parole, al consumo eccessivo di cibi insalubri, come bevande zuccherate, alimenti molto salati e carni rosse o processate” (Fonte: Lancet, 2022); “Negli USA, il 67 per cento delle calorie della dieta di un bambino proviene oramai da alimenti ultra-processati (ricchi di zuccheri, sale, carboidrati e grassi idrogenati e poveri di fibre, proteine, vitamine e minerali” (Fonte: Journal of Allergy and Clinical Immunology, 2021); “L’aumento dei consumi in Europa dei cibi precotti è in grado di determinare un aumento dei tassi di mortalità a tutte le età: in particolare per problematiche cardiovascolari” (Fonte: British Medical Journal, 2019, 2021); “L’aria che respiriamo, l’acqua in bottiglia di plastica e molti alimenti confezionati e precotti contengono sempre più interferenti endocrini che sono sostanze in grado di alterare il sistema endocrino, influenzando negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che nelle specie animali” (Fonte: MASE, 2020); “Nei soggetti esaminati sono state riscontrate nel sangue tracce di plastiche e microplastiche. Il materiale più abbondante è il Pet (polietilene tereftalato) di cui sono fatte le bottiglie: è stata misurata una quantità di 1,6 microgrammi per millilitro di sangue. È risultato molto comune anche il polistirene utilizzato negli imballaggi, seguito dal polimetilmetacrilato, noto anche come plexiglas” (Fonte: Environment International, 2022); “L’Italia rimane ai primi posti in Europa per consumo di cannabis, cocaina ed eroina. È quanto emerge dall’ultima Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Antidroga. L’analisi rivela uno stretto legame tra spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, fenomeno in forte crescita tra i giovani sotto i 19 anni. Nel 2021, quasi il 40% degli studenti italiani, prevalentemente di genere maschile, ha riferito di aver utilizzato almeno una volta nel corso della propria vita una sostanza illegale tra cannabis, cocaina, stimolanti, allucinogeni e oppiacei” (Fonte: Scienze Forensi Magazine, 2022); “In Europa si stima che l’80% degli adolescenti tra i 15 e i 16 anni faccia un uso abituale di alcol; in Italia la percentuale di adolescenti della stessa fascia d’età è dell’84%, inoltre il 45% di questi ha iniziato il consumo alcolico a 13 anni o prima” (Fonte: OPBG, 2022) …e, purtroppo, la lista di questi problemi è molto più lunga.

    Che dire? Si tratta indubbiamente di dati spaventosi e che ci devono indubbiamente far riflettere sulle nostre scelte presenti e future. Una società che produce più malessere che benessere, soprattutto nelle e per le generazioni future, non è di certo una società che può guardare con ottimismo al proprio futuro.

    Cosa fare? Innanzitutto, non mentire a noi stessi. Come possiamo affermare che “non sappiamo ancora perché” tutto questo succede? Forse l’illustre medico intendeva dire che sono talmente tante le possibili cause e concause (l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, degli alimenti, la malnutrizione, lo stress, l’ibridazione dei semi in agricoltura, la diminuzione della biodiversità, il disboscamento, ecc.) che concorrono nel generare tali problemi che non si riesce ancora a determinare per ogni singola patologia – come per ogni singola persona – quali possano essere le specifiche ed effettive cause chimiche, biologiche, ecc? Se così fosse, che si parlasse chiaro. Che si dicesse che la popolazione tutta (giovani, adulti e anziani compresi) a causa di molteplici fattori (vedi la lista citata sopra) sta gradualmente ammalandosi. In modo tale che proprio a partire dai medici, che più di tutti noi assistono a questa mattanza, possa rafforzarsi la consapevolezza a quanti e a quali rischi siamo esposti tutti i giorni. Solo a causa dell’inquinamento dell’aria muoiono in Europa quasi 6.000 persone al giorno e l’Italia ha il primato con circa 140 morti al giorno (Fonte: Openpolis su dati Eurostat, 2023). È o non è dovere del medico “perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo a cui ispirare con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e SOCIALE, ogni suo atto professionale?” (Vedi il Giuramento di Ippocrate).

    Quello che sappiamo per certo (medici e non medici) è che gli esseri umani sono un prodotto dell’ambiente e possono vivere solo grazie all’ambiente. Se l’ambiente è inquinato, siamo inquinati. Se l’ambiente è malato, inevitabilmente, ci ammaleremo. Sono ormai migliaia gli studi scientifici che lo dimostrano ma a che pro? Se i risultati di questi importanti studi per le nostre scelte future sono oggetto di dibattito solo in piccoli e selezionati contesti? Dagli albori dei tempi viviamo perché respiriamo, beviamo, mangiamo e perché ci relazioniamo con gli altri per imparare a sopravvivere. La qualità dell’aria, dell’acqua, degli alimenti e delle nostre relazioni darà la qualità della nostra vita. Ma la qualità dell’aria è migliorata o peggiorata in questi ultimi trent’anni? E la qualità dell’acqua? La qualità degli alimenti? La qualità di vita? La qualità delle relazioni umane? Allora, se siamo onesti con noi stessi e con gli altri, conosciamo fin troppo bene i motivi per i quali i nostri figli e nipoti (e anche noi) sono sempre più malati fisicamente e mentalmente.

    Nel lontanissimo 1971 il Club di Roma commissionò al MIT (Massachusetts Institute of Technology) un “rapporto sui limiti dello sviluppo” che venne poi pubblicato l’anno seguente. Ebbene, più di 50 anni fa, la conclusione di questo studio fu che “la Terra non è infinita né come serbatoio di risorse (terra coltivabile, acqua dolce, petrolio, gas naturale, carbone, minerali, metalli, ecc.), né come discarica di rifiuti. La crescita della popolazione e della produzione industriale comporta sia il consumo delle risorse, sia l’inquinamento e, di conseguenza il rischio di sopravvivenza per tutte le specie viventi”. Dov’è finito questo rapporto del MIT? Dov’è finito il buon senso? Dov’è finita la politica? Fino a dove crediamo di arrivare? Pensiamo davvero di pulirci la coscienza riempiendo di burattini o di pagliacci i reparti di oncologia pediatrica? Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere…

    Molti giovani (e spero sinceramente siano sempre di più) stanno mettendo insieme le poche forze rimaste per ribellarsi ad una società che ha perso completamente di vista l’ambiente e con esso il loro diritto di nascere in un contesto sano (come Dio lo ha fatto!). Quanti di loro hanno già visto un  amico o un fratello o una sorella morire suicida? O di tumore? O di anoressia? O di overdose? Quanti di loro hanno già conosciuto fin da bambini la violenza fisica o psicologica? O sono stati vittime di abusi sessuali o di sfruttamento? E qualcuno ancora si meraviglia che i ragazzi non hanno alcuna fiducia nelle Istituzioni? E negli adulti in generale?

    Un volta, durante un mio viaggio in Sud America, lessi questa frase sul muro all’entrata di un piccolo paese di provincia: “Si una persona no te demuestra con hechos lo que dice, no es necesario escuchar sus palabras” (Se una persona non dimostra ciò che dice con le azioni, non è necessario ascoltare le sue parole).

    Per tutto quello di cui abbiamo parlato fino ad ora, credo che i giovani di quest’epoca, più di tutti gli altri giovani delle epoche passate, siano impauriti del futuro che li attende e stanchi di vedere le Istituzioni e gli adulti riempirsi di belle parole sul futuro “sostenibile” e non vedere ora e oggi, azioni concrete, per quanto impopolari tra gli adulti, per eliminare le cause di tutto questo generale malessere e di tutta la sofferenza fisica, mentale e sociale di questi tempi. Pertanto, di fronte a tanta disumana inerzia ad affrontare il concreto rischio di sopravvivenza, è istintivamente UMANO reagire. Ed è certamente positivo che ancora qualcuno di loro riesca a farlo. Purtroppo qualcuno risponde a questa violenza con la violenza, qualcun altro ha la fortuna di poter ritornare a lavorare la terra dei propri nonni, qualcun altro fugge in paesi lontani, qualcun altro, invece, rischia la vita tutti i giorni unendosi a movimenti di resistenza e lotta non violenta per tutelare le foreste e con esse, i popoli nativi che vi abitano (Il Rapporto 2023 di Global Witness ha censito quasi 2.000 ragazzi e ragazze ambientalisti assassinati nel mondo negli ultimi 10 anni).

    I bambini e i giovani vivono sulla loro pelle quotidianamente quanto il mondo sia sull’orlo di una catastrofe ambientale. E loro, più di noi, percepiscono nei loro giovani cuori quanto stiamo diventando bugiardi (ci raccontiamo e raccontiamo che è colpa di qualcun altro…) e/o impauriti (dal cambiamento perché schiavi del salario… e del consumismo in generale) e/o impietriti (indifferenti, perché concentrati solo su noi stessi)… in altre parole, quanto stiamo diventando quei burattini e pagliacci che crediamo ancora possano riuscire a dar loro speranza ed alleviare il loro dolore.

  • Feder: a frequentare le vie del bosco di Rogoredo sono ormai i giovanissimi grazie anche a sostanze smerciate 24 ore al giorno a prezzi stracciati

    Ogni mercoledì sera lo si può incontrare al bosco di Rogoredo, il non-luogo di Milano noto alle cronache per essere una piazza di spaccio a cielo aperto e divenuto sinonimo di degrado e solitudini. Lui è Simone Feder, psicologo, da anni impegnato nelle strutture della comunità Casa del Giovane di Pavia dove è coordinatore dell’Area Giovani e dipendenze, che da tempo incontra e si confronta con i tanti giovani, e non, che popolano quell’area, soprattutto quando cala la sera, offrendo loro aiuto e ascolto. Da questa esperienza ha scritto, nel 2020, il libro ‘Alice e le regole del bosco’. Oggi in quello spazio, grazie all’interesse degli abitanti e al lavoro costante di chi vi opera, la situazione è migliorata., ma c’è ancora tanto da fare. Per aiutare il Team Rogoredo, qualche sera fa, è stato organizzato, a Milano, un evento di solidarietà in cui, grazie al passaparola, in tanti hanno incontrato Feder e ascoltato i suoi racconti, i suoi progetti e il suo invito a partecipare tutti attivamente per provare ad arginare un fenomeno solo apparentemente sopito.

    Qual è attualmente la situazione al bosco di Rogoredo?

    L’emergenza si è spostata fisicamente dal bosco di cui siamo abituati a parlare. Quella che non è cambiata e permane è la disperata situazione di vita di molti giovani, sempre più devastati da sostanze e prigionieri di una vita che non lascia scampi né respiro.

    Chi sono gli operatori del Team Rogoredo e quali sono gli interventi che abitualmente svolgete? 

    Come team Rogoredo, di cui fan parte ‘Casa del Giovane’, ‘La Centralina’, ‘Milano sospesa’, ‘Vispe’, ‘Cisom’, ci occupiamo fondamentalmente di aggancio e di accoglienza. Un’accoglienza che non è fatta di porte da aprire, ma di parole da ascoltare e mani da tendere. Il nostro appuntamento fisso del mercoledì sera è volto a creare un primo aggancio con chi abita il bosco, un segnale che possa risvegliare nell’altro il desiderio di riprendere in mano la propria vita. Vuole essere un modo per condurlo con i tempi necessari alla cura e alla presa in carico di un malessere che rischia altrimenti di diventare pervasivo.

    Ricevete appoggio e collaborazione dalle istituzioni e dalle Forze dell’Ordine?

    L’appoggio maggiore e più importante ci arriva soprattutto dalle associazioni che ruotano intorno al bosco e da tutta la gente che ha scelto di avvicinarsi alla nostra realtà. Sono giovani, studenti e lavoratori che, inciampati per qualche motivo nelle richieste di aiuto provenienti dal bosco, decidono di non essere indifferenti e impegnarsi in prima persona ad essere soggetti attivi di una rivoluzione cultuale sempre più necessaria.

    Qual è la fascia di età che maggiormente fa uso di stupefacenti e quanto è facile acquistarli? Sappiamo che i prezzi si sono abbassati e con essi la qualità dei prodotti, se si può usare un’espressione simile…

    Gli ospiti del bosco sono di appartenenze trasversali sia per età che per classe sociale, ormai non esiste più lo stereotipo del dipendente, adulto e appartenente a fasce più povere della società, a cui le narrazioni passate ci hanno abituati. Molti sono ormai i giovanissimi che frequentano le vie del bosco, in un continuo viavai favorito anche da sostanze smerciate 24 ore al giorno a prezzi stracciati. La droga al bosco si acquista con le monetine che facilmente si possono reperire scollettando in stazione.

    Le famiglie, alla fine anch’esse vittime delle droghe, come si relazionano con la vostra realtà? Vi cercano? Propongono di collaborare?

    Riceviamo continue richieste da parte di genitori disperati che ci chiedono notizie dei loro figli dispersi. Sono mamme e papà abbandonati da tutti, che cercano aiuto per strappare i loro cari dai sentieri del bosco, senza neanche sapere se sono ancora vivi.

    Numerose sono anche le famiglie che si avvicinano al mondo del volontariato e con buona volontà ci aiutano e sostengono con donazioni

    Tra i giovani che incontra c’è ancora la speranza di imbattersi in una nuova Alice?

    Nessuno è irrecuperabile, sono profondamente convinto che assolutamente in tutti c’è parte bella nascosta. Certo, sarebbe bello non avere più necessità di incontrare un’altra Alice, sarebbe bello pensare che non esista più nessuna Alice nel bosco che necessita di una mano per essere tirata fuori da quel luogo.

    Dobbiamo però essere pronti ad ascoltare la loro richiesta, anche quando non è espressa, a cogliere i segnali che diano appigli per riaccendere la speranza. Essere in prima persona ‘accoglienza’ e fare il possibile per porci in questa ottica.

    Negli anni scorsi c’è stato molto clamore mediatico attorno al bosco di Rogoredo, poi solo qualche notizia sporadica (e di mezzo il covid) che indurrebbe a far pensare che l’emergenza si sia ridotta, ma sappiamo bene che non è così. Come se lo spiega?

    Nell’ultimo periodo si è ridotto il tam tam mediatico su giornali e televisioni, il disagio fa audience solo se presentato in termini sensazionalistici, atteggiamento da cui siamo sempre rifuggiti, preferendo un diverso tipo di comunicazione.

    Quello che invece è sempre più in aumento è, per fortuna, la risposta di chi desidera aiutarci. Tanti sono i donatori che ci sostengono con forme più diverse, a seconda delle proprie disponibilità.

    Da diversi anni all’interno dei servizi si dice che è ora di cambiare paradigma, noi lo stiamo facendo partendo dal basso, andando incontro alle persone nel nascondimento e con costanza, con il sostegno di molti volontari che ci credono insieme a noi.

    Che aiuto concreto possono dare i cittadini al Team Rogoredo?

    L’aiuto più importante e necessario è quello di aiutarci a diffondere la cultura dell’accoglienza verso il prossimo, generare quella sensibilità necessaria a creare il giusto senso di responsabilità condivisa che è il primo motore di un cambiamento.

    Per il resto prosegue da alcuni anni la nostra iniziativa ‘dona un libro al bosco’, che prevede la raccolta di libri inviati da tutta Italia, con una dedica per i giovani del bosco, che andranno poi a riempire la nostra biblioteca.

    Nell’ultimo anno abbiamo poi iniziato la raccolta di vestiti che, specialmente nei mesi invernali, sono preziosi per combattere il freddo pungente.

    Negli Stati Uniti da qualche tempo è allarme Fentanyl, droga 30 volte più potente dell’eroina che sta uccidendo migliaia di persone. In Italia che rischio corriamo?

    Da diverso tempo al bosco abbiamo le prime avvisaglie dell’arrivo di diverse sostanze, mai viste prima, che danno effetti nuovi tra cui lacerazioni sulla pelle devastanti. Sono sperimentazioni sotto gli occhi di tutti al bosco, costantemente ci imbattiamo in persone preda di sostanze nuove o non sostanze perchè non conosciamo l’eziologia di certi comportamenti e manifestazioni fisiche e non.

    Il mercato si muove anche nel mondo della droga seguendo un’unica logica: risparmiare. Il Fentanyl è più pesante dell’eroina, i suoi effetti sono diverse volte più forti e con una dose piccolissima ottieni già effetti devastanti: è più conveniente per i venditori di morte.

    Lei è conosciuto per il suo impegno nella lotta alle ludopatie. Quanto l’uso, se non compulsivo ma abituale, dei social ha aggravato la situazione?

    Oggi il disagio si esprime attraverso forme sempre più trasversali e variegate. Oltre alle sostanze pensiamo all’azzardo, all’autolesionismo, ai disturbi alimentari… tutte forme di malessere in aumento esponenziale anche nei giovanissimi.

    Sono tentativi di lenire un dolore che è per loro devastante, non ha una risposta e non viene facilmente intercettata.

    Questo ci richiede di rivedere costantemente il nostro essere operatori oggi, ci interroga sulla nostra presenza e sul nostro modo di rispondere ad una sofferenza che rompe gli argini. Il termometro oggi non è cosa usi, ma perchè lo fai. In questo i social sono una potente cassa di risonanza, troppo spesso fuori controllo.

  • Vivere la vita affrontando ogni giorno quello che ci porta

    Da tempo, purtroppo, sappiamo che vi sono persone, specie giovani, che “affrontano” i loro problemi procurandosi tagli e lesioni volontarie, il fenomeno, negli ultimi anni, è peggiorato colpendo ragazzi sempre più giovani.

    Secondo alcuni dati, di recente pubblicazione, l’autolesionismo è aumentato del 70% interessando ragazzi che hanno una media di età dai 13 ai 14 anni.

    La crescita, non solo per il covid, del disagio dei più giovani, la depressione, l’incapacità di accettarsi e di sentirsi accettati, la violenza sempre più frequente, che molti devono subire, la competizione eccessiva, che emargina tanti, ed i messaggi negativi della rete sono solo alcuni dei motivi per i quali troppi adolescenti si sentono insicuri, frustrati, non capiti, senza un posto nel mondo.

    Il primario di neuropsichiatria infantile del Bambin Gesù di Roma avverte che i tre quarti delle malattie mentali iniziano prima dei 18 anni.

    L’autolesionismo è l’evidente sintomo di una grave sofferenza interiore che i genitori e gli insegnanti dovrebbero poter capire da tanti sintomi, dagli sbalzi d’umore all’eccessiva aggressività o indifferenza a quanto avviene intorno, ai disturbi dell’alimentazione.

    Diventa difficile combattere l’angoscia, che per altro ha attraversato anche le vite dei nonni e dei genitori degli adolescenti di oggi, quando diventa sempre più forte lo spirito di imitazione dei comportamenti di altri componenti del gruppo o di quanto si vede su Tik Tok o su altri sistemi di diffusione di massa che propagano notizie e comportamenti negativi.

    Spesso i tagli sono messaggi che si mandano alla stessa famiglia, anche se i tagli sono in punti nascosti, un grido d’aiuto che non ha suono e visibilità perché chi lo lancia vuole stare solo, è convinto di non essere capito, e contemporaneamente vorrebbe essere salvato.

    Troppe volte anche i genitori sono fragili come i loro figli, non danno loro la sicurezza che si cerca quando si è adolescenti, la scuola è distratta e i social sono diventati prevalenti con le loro orride suggestioni che portano anche a sfidare la morte in folli gare.

    Sapere educare i giovani alla vita per renderli autonomi e consapevoli significa far loro conoscere che l’ansia, la paura, i momenti d’angoscia o d’inadeguatezza fanno parte della vita di ciascuno, e che non bisogna avere paura del buio né rifugiarsi in esso.

    L’autostima è fondamentale, chi si rispetta rispetta gli altri, bisogna imparare a conoscere i propri pregi ed i propri difetti, non sentirsi inermi di fronte al giudizio degli altri, non sentirsi inadeguati o in eterna competizione.

    Ogni essere umano è un piccolo miracolo in se, una piccola grande meraviglia, cerchiamo di dare ai ragazzi, ai bambini il senso della vita che è proprio vivere affrontando ogni giorno quello che ci porta sapendo che non si è mai veramente soli ma che nessuno può sostituirsi a noi per affrontare le prove che ci toccano.

  • L’UE stanzia 4,3 miliardi di € per Erasmus+ 2024

    La Commissione ha pubblicato l’invito a presentare proposte del 2024 nell’ambito di Erasmus+, il programma dell’UE per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa. Con un bilancio di 4,3 miliardi di € per il prossimo anno, Erasmus+ continuerà a sostenere le esperienze transnazionali di alunni e studenti dell’istruzione superiore e dell’istruzione e formazione professionale. Il programma offre inoltre opportunità ai discenti adulti, agli educatori e al personale, nonché ai giovani nell’ambito di programmi di apprendimento informale.

    Per attenuare gli effetti dell’inflazione sui partecipanti che studiano all’estero e consentire un’ampia partecipazione, il programma aumenterà gli importi delle borse di mobilità. Seguendo lo stesso approccio adottato per l’invito del 2023, gli importi delle borse individuali per gli studenti all’estero saranno adeguati del 5,9% per la maggior parte delle azioni di mobilità dell’invito del 2024. Nel 2024 il programma offrirà maggiori incentivi a favore dei viaggi sostenibili. Per la prima volta saranno offerte sovvenzioni di viaggio anche per la mobilità all’interno dell’UE nell’ambito dell’istruzione superiore.

    Erasmus+ continuerà a sostenere l’Ucraina mediante numerosi progetti, come la promozione dell’integrazione dei rifugiati in un nuovo sistema di istruzione.

  • La “cultura contemporanea” incapace di tutelare Giulia

    “L’’obiettivo del Salone è di osservare il mondo, individuare i temi per descriverlo attraverso la letteratura, offrire un racconto del presente”. La mission del Salone del Libro, quindi, è quella di proporre e successivamente di valutare le diverse tematiche contemporanee attraverso letture dalle quali possano scaturire confronti dialettici approfonditi. Di conseguenza ogni suo rappresentante dovrebbe esprimere, in ogni occasione, il medesimo approccio culturale come sintesi di conoscenza e competenza delle diverse tematiche che affliggono la nostra società.

    In questo contesto, invece, la direttrice del medesimo Salone, pochi giorni fa, ha affermato come considerasse umiliante per il proprio figlio avere preso tre in un compito in classe.

    Un brutto voto è giustificato da una valutazione in relazione alla esecuzione del compito, ma non dovrebbe mai rappresentare un’umiliazione perché riguarda un elaborato e non è di certo una valutazione della persona. In più rappresenta anche un avvertimento fornito allo studente per invitarlo a modificare il proprio approccio allo studio e ottenere così un rendimento migliore.

    L’affermazione del direttore del Salone del Libro, Annalena Benini, risulta invece di una gravità inaudita in quanto dimostra come il mondo che si considera culturale nella sua massima espressione consideri avvilente un semplice voto negativo.

    In altre parole, si richiede implicitamente un sostanziale appiattimento valutativo, come già in passato con il 18 garantito, generando contemporaneamente una incapacità gestionale della avversità rappresentata anche solo da un voto negativo e questo si ripercuote inevitabilmente nella formazione educativa e valoriale successiva del ragazzo.

    Non ci si rende conto che se il mondo culturale intende abituare i ragazzi, gli studenti e successivamente gli uomini ad una vita senza avversità, gli stessi di fronte al primo rifiuto di una povera ragazza che intenda chiudere un rapporto reagiranno senza alcuna esperienza in quanto saranno di fronte ad una situazione mai gestita precedentemente.

    E si pongono quindi le basi perché questi possano avere reazioni assolutamente smisurate fino arrivare al tragico epilogo della povera Giulia.

    In questo contesto, poi, in seguito al drammatico epilogo della vicenda di questa povera ragazza si sente ripetere in ogni trasmissione ed intervista affermazioni relative ad una presunta responsabilità della società patriarcale e di altre stupidaggini del genere.

    Quando è proprio il mondo della cultura nella sua massima espressione che allestisce un substrato culturale tossico tale da creare falsi supporti educativi a ragazzi i quali poi si rivelano incapaci di gestire qualsiasi minima avversità come quella di un semplice rifiuto. Questo approccio educativo rappresenta la vera ragione di reazioni assolutamente immotivate e smisurate da parte di troppi giovani.

    Tornando quindi al contesto sociale nel quale si cercano di trovare le ragioni di questo dramma, il problema è di natura culturale, laddove la cultura non rappresenta più la felice sintesi di conoscenza ed apertura al nuovo unita ad una reale competenza.

    In questi ambiti, invece, ormai domina ampiamente una espressione ideologica culturale la quale tende, in ragione di un falso egualitarismo, a negare lo stesso sistema piramidale amministrativo e annullare i ruoli formativi che nel crescere di un ragazzo vengono riconosciuti ai diversi livelli di istruzione.

    Il senso di inadeguatezza di questa cultura di matrice ideologica rappresenta il vero problema allestendo un substrato sociale all’interno del quale, poi, possono prendere forma queste aberrazioni giovanili i quali si dimostrano incapaci di gestire qualsiasi tipo di avversità.

  • Dalla Fondazione Italia USA 200 borse di studio per il master online “Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy”

    La Fondazione Italia USA ha rinnovato per il 2024 il bando che offre 200 borse di studio Next Generation per il master online “Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy”, allo scopo di sostenere concretamente i giovani nel loro ingresso nel mondo del lavoro globale e delle sfide internazionali.

    Il sito del master da cui presentare la candidatura è masteritaliausa.org, sezione Borse di Studio Next Generation.

    Il master è svolto in collaborazione con Agenzia ICE e GEDI Gruppo Editoriale che commissionano il project work, è diretto dall’ex ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca prof. Stefania Giannini, presieduto dall’ambasciatore Umberto Vattani, presidente della Venice International University, e si avvale di un panel didattico di prestigio internazionale formato da oltre 35 docenti. Il master opera all’interno del programma accademico delle Nazioni Unite, UNAI – United Nations Academic Impact del quale la Fondazione Italia USA fa parte.

    “Sono i giovani – ha indicato il ministro dell’Università Anna Maria Bernini nel suo messaggio agli studenti del master – che hanno il compito di immaginare e realizzare l’Italia del futuro. Auspico che questa esperienza formativa contribuisca a formare menti aperte, visionarie, coraggiose ed internazionali. Il Paese ha bisogno della vostra tenacia, del vostro entusiasmo e della vostra creatività”.

  • La trappola del sesso online

    Si chiama gaslighting uno dei fenomeni perversi che possono avere luogo sulla rete e in particolare sui social. Si tratta della manipolazione psicologica che un individuo esercita su un altro, mettendo in discussione la sua vita, il suo vissuto, facendo dubitare la persona della sua stessa memoria, intelligenza. La continua esposizione di sé, la biografia costante che molti postano sui social, può infatti dar luogo a reazioni critiche, se non  di aperta derisione, che possono minacciare i soggetti più deboli, che cercano conferma e approvazione sui social e ricevono invece reazioni di segno avverso.

    Accanto a questo, c’è il problema, ormai classico, della pornografia vera e propria. Psicologi e psichiatri  mettono in allarme rispetto al fatto che la possibilità dell’adolescente, o addirittura del bambino, di attingere a immagini e video pornografici senza difficoltà alcuna stia modificando il rapporto delle nuove generazioni con il sesso.  Avere come paradigma la pornografia – avvisano gli esperti – ha portato i giovani a due forme di relazione antitetiche col sesso. Una percentuale importante dei ragazzi lo vive il sesso in modo inattivo, perché temono di non riuscire a competere con quello che vedono sullo schermo. Altri, all’estero opposto, trovano nella pornografia un modello aspirazionale e non esitano quindi ad assumere sostanze come il Viagra per sentirsi più performanti. La pornografia peraltro ha fatto perdere il senso di gravità di uno strupro, anche di gruppo, posto che immagini di sesso di gruppo sono ricorrenti nei film hard core (dove però tali pratiche sono svolte di norma da adulti tutti consenzienti).

    Ci sono poi il revenge porn e la pornografia a scopo estorsivo. La normalità con cui si è ormai sommersi da immagini di sesso e nudità spinge molti a filmare i propri momenti di intimità. Un diletto privato pienamente lecito finché resta tale ed è svolto col consenso di tutti i partecipanti (due o più che siano), ma che non è più lecito quando quelle immagini vengono diffuse fuori dalla cerchia dei diritti interessati. Accade, di norma, quando in una coppia o in gruppo qualcuno vuole vendicarsi di qualcun altro, tipicamente dopo la rottura di una coppia. Da tempo, peraltro, la diffusione di simili immagini può essere anche solo minacciata, con la richiesta (estorsiva) di pagare del denaro per evitare la messa in rete di tali immagini. Non è una novità, eppure accade ancora, che sui social vi siano tentativi di adescamento, inviti a spogliarsi, toccarsi e masturbarsi. Le immagini registrate di chi cade in questi adescamenti, che accadono ancora nonostante il fenomeno sia ormai notorio, vengono poi utilizzate per estorcere denaro a chi è caduto nell’adescamento (in realtà si può fare denuncia alla polizia postale, il pudore che impedisce a molti di fare denuncia consente solo a chi opera il ricatto di continuare a chiedere denaro sotto minaccia di diffondere le immagini).

    La rete offre infine nuove opportunità alla prostituzione. Il sesso mercenario online è più difficile da stroncare di quello per strada, perché non consente di multare chi accosta lungo la strada, e rende sicuramente più difficile scoprire se si sia in presenza di sfruttamento di persone obbligate a offrire il proprio corpo a pagamento. Ma l’aspetto più drammatico è che la facilità di accesso alla rete da ogni luogo consente anche a minorenni di offrirsi a sconosciuti. E’ successo, è finito sui giornali, ma ad oggi non è stata individuata soluzione per scongiurare tale eventualità.

  • Un pensiero per Giulia impone nuove scelte in famiglia e nella scuola

    Purtroppo le guerre occupano da molto tempo i nostri pensieri oltre che le pagine dei giornali e le tv.

    L’ingiustizia e la crudeltà di quel che abbiamo visto e vediamo dovrebbe indurci a riflettere meglio anche sui nostri modi di comportarci. Invece continuiamo, in troppi, ad essere distratti dalle risse politiche e quanto ci accade intorno lo viviamo spesso in modo superficiale.

    La recente tragedia di Giulia, uccisa dall’ex fidanzato, due ragazzi dalle facce pulite ma con due storie che oggi sappiamo ben diverse, ripropone la tragedia delle tante donne uccise dai propri compagni o ex compagni ma anche la necessità, per i genitori e per gli insegnanti, di essere più attenti a quanto, in apparenza, può sembrare un problema da poco e che invece si rivela poi, negli anni, una distorsione caratteriale che porta a tragiche conseguenze.

    Molte volte, negli ultimi anni, peccato non ne abbiano parlato prima, analisti, medici e scienziati stigmatizzano come il virtuale sia stato e sia per i giovani un fenomeno molto pericoloso, che spesso porta all’incapacità di vivere normalmente la realtà è che induce, in troppi casi, all’autoisolamento, all’incapacità di vedere il futuro, a credere che il presente sia quello della rete, o alla la rabbia e alla violenza che portano a gesti estremi.

    Nello stesso tempo un uso ed abuso, in giovane età, di sostanze chimiche, o di droghe pseudonaturali, e di alcol ha seri influssi sulle capacità di ragionamento e di percezione della gravità di azioni che, sotto la spinta dell’ira o del senso di abbandono, portano a conseguenze irreparabili.

    Lo psichiatra e saggista Paolo Crepet, in una intervista, si rifà anche ad eventi e problemi degli anni 70-’80: i figli di ex contestatori, diventati a loro volta genitori, non hanno spesso gli strumenti per educare i loro figli perché all’interno della famiglia di origine non è stato affrontato come risolvere le angosce, le insicurezze o le rivalse che nascono da quell’inquietudine che appartiene naturalmente all’adolescenza.

    Quando i giovani non riescono a dialogare tra di loro, se non attraverso un sistema informatico, e si perde sempre più la capacità di relazionarsi con gli altri, di accettare i propri difetti e di comprendere le ragioni altrui, diventa quasi impossibile integrarsi con il resto della società.

    Troppe volte i genitori vogliono essere amici dei figli, vogliono continuare a sentirsi giovani, non sanno trovare gli strumenti per dire ai figli quei no necessari a far crescere prima un bambino e poi un ragazzo.

    Non saper affrontare i no, che la vita comunque ti propone e proporrà sempre, non avere gli strumenti per affrontare la frustrazione di un divieto o di una sconfitta porta troppi giovani a pensare  di essere stati privati di un diritto e a vedere la società come un luogo ostile a ritenere un nemico chiunque opporrà un rifiuto a loro desideri, amorosi o di qualunque genere.

    Se la capacità educativa manca in troppe famiglie, manca anche nella scuola, dove troppi insegnanti hanno gli stessi difetti dei genitori dei loro studenti o le stesse incapacità di comprendere quei segnali che, captati per tempo, potrebbero impedire quelle tragedie che si sono verificate e che purtroppo si verificheranno ancora.

    L’incapacità della scuola di affrontare questi temi va di pari passo con il timore, la paura in alcuni casi, che alcuni insegnanti ormai hanno dei loro allievi, quando addirittura non delle famiglie degli stessi allievi.

    Sarebbe il momento di immaginare una presenza fissa, all’interno delle strutture educative, di figure in grado di affrontare le difficoltà psicologiche che hanno molti studenti, analizzando nel contesto anche la realtà familiare nella quale vivono.

  • In aumento la violenza minorile

    Negli ultimi 12 anni, secondo la direzione generale  della polizia criminale, i reati perpetrati da minori  sono aumentati  del 12% e nello stesso periodo, secondo il rapporto criminalità minorile in Italia, vi è stato  un aumento del 31% di giovani denunciati  o arrestati nel nord ovest.

    Continua ad abbassarsi l’età di chi commette crimini o violenze come dimostrano le sempre più frequenti aggressioni perpetrate da bande di ragazzini, sia a danno di loro coetanei che di adulti.

    L’arrivo di molti migranti minorenni non accompagnati, o figli di famiglie disagiate, ha aumentato il fenomeno che, dopo il covid ed i problemi causati dalla forzata mancanza di socialità e di frequentazioni scolastiche,si è ulteriormente aggravato e  ha reso ancora più evidente l’insicurezza, e la sensazione di pericolo per le persone più fragili, non solo nelle aree metropolitane.

    La violenza che porta a risse, furti, soprusi, pestaggi non è un fenomeno legato solo alle periferie e alle grandi metropoli ma si è spostato anche in città di provincia, addirittura in paesi dove si poteva presupporre che vi fosse maggior capacità di controllo ed educazione da parte  delle famiglie e della scuola.

    Vi è una sempre maggior diffusione, in età adolescenziale, del consumo di stupefacenti e di alcool e la presenza, sui social, di video che mostrano la violenza, il compimento di reati come fatti da imitare perché creano maggiore considerazione nel gruppo, ha acuito il fenomeno.

    Le bande di strada aumentano così come la diffusione di reati sessuali e di stalkeraggio e nei più piccoli cresce l’imitazione dei gesti negativi, come dimostra quanto avvenuto recentemente a Piacenza, in una terza elementare, dove un ragazzino di 8 anni, già noto per le sue eccessive turbolenze fisiche e verbali, ha reagito ad una reprimenda dell’insegnante minacciandola con un coltello.

    Da tempo gli insegnanti subiscono atti intimidatori o vere e proprie aggressioni, purtroppo a volte anche da parte dei genitori, e da tempo si parla, inutilmente, di come certi strumenti tecnologici dovrebbero non essere usati dai bambini così come non dovrebbe essere permessa, ai minori, la visione di molto di quanto trasmesso dai social.

    Troppe famiglie sembrano non in grado di occuparsi seriamente della crescita corretta dei loro figli, di non essere più in grado di vietare alcunché, troppi minorenni, anche giovanissimi, non hanno nessun controllo, figure di riferimento, remore che facciano comprendere come non può esistere una libertà totale nel disprezzo delle libertà e dei diritti altrui.

    La recente intervista, sul Corriere della Sera, al magistrato e procuratore di Napoli Nicola Gratteri dovrebbe richiamare tanta parte della politica ad occuparsi con più attenzione e a tutto campo  dell’educazione dei giovani partendo dalla scuola, dalla famiglia, dall’informazione e all’uso della rete.

    Bisogna occuparsi dei giovani, degli adolescenti, dei bambini  prima che il baratro, davanti al quale si trova la società dell’apparire, che ha spodestato la società dell’essere, diventi per tutti la tomba del futuro.

Pulsante per tornare all'inizio