guerra

  • Il Qatar smette di fare il mediatore tra Hamas e Israele

    Il Qatar ha deciso di porre fine al suo ruolo di mediatore nei negoziati tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas. Lo ha confermato al quotidiano “Times of Israel” una fonte diplomatica che ha familiarità con la questione. Se il Qatar non fa più da mediatore, non ha più motivo di permettere a Hamas di mantenere il suo ufficio politico nel Paese, ha affermato la stessa fonte. In precedenza, fonti statunitensi e qatariote hanno dichiarato all’emittente “Cnn” che il Qatar ha accettato di espellere i leader di Hamas dalla capitale Doha in seguito a una richiesta arrivata dagli Stati Uniti dopo mesi di tentativi falliti per convincere il gruppo islamista ad accettare un accordo di tregua con Israele nella Striscia di Gaza. Secondo la fonte di “Times of Israel”, i leader di Hamas si sposteranno dal Qatar in Turchia. A seguito della notizia del ritiro dalla mediazione del Qatar, un funzionario di Hamas di alto livello ha dichiarato ai media internazionali che il gruppo islamista non ha ricevuto alcuna indicazione dal Paese di Golfo di lasciare Doha, dove da anni ha sede il suo ufficio politico. “Non abbiamo nulla da confermare o smentire riguardo a quanto pubblicato da una fonte diplomatica non identificata e non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di lasciare il Qatar”, ha dichiarato il funzionario di Hamas da Doha.

    Secondo quanto riferito da “Cnn”, circa due settimane fa i funzionari Usa avrebbero informato le loro controparti del Qatar sulla necessità di smettere di dare rifugio a Hamas a Doha. Il Qatar ha accettato e ha dato al gruppo islamista un preavviso circa una settimana fa, hanno affermato le fonti di “Cnn”. “Hamas è un gruppo terroristico che ha ucciso statunitensi e continua a tenerli in ostaggio”, ha dichiarato a “Cnn” un funzionario di alto livello dell’amministrazione Biden, aggiungendo: “Dopo aver rifiutato ripetute proposte di rilascio degli ostaggi, i suoi leader non dovrebbero più essere i benvenuti nelle capitali dei partner degli Usa”.

    Nel corso dei negoziati mediati da Usa, Qatar ed Egitto nell’ultimo anno per raggiungere una tregua tra Israele e Hamas, i funzionari statunitensi hanno chiesto al Paese del Golfo di usare la minaccia di espulsione da Doha come leva nei colloqui con il gruppo islamista. L’impulso finale che avrebbe spinto il Qatar ad accettare di cacciare Hamas dalla sua capitale è arrivato di recente, dopo la morte dell’ostaggio statunitense-israeliano Hersh Goldberg-Polin e il rifiuto del movimento palestinese dell’ultima proposta di cessate il fuoco. Non è chiaro né quando i leader di Hamas saranno espulsi dal Qatar né dove andranno. Un funzionario statunitense ha spiegato a “Cnn” che al gruppo non è stato concesso un periodo di tempo prolungato per lasciare il Paese. Sebbene la Turchia sia vista come una possibile opzione, è probabile che gli Stati Uniti non approvino questo scenario.

  • Putin indebolito

    A due anni e mezzo dall’inizio della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina appare purtroppo evidente che l’Ucraina non ha ottenuto tutti gli aiuti promessi, che quelli avuti sono arrivati con colpevoli ritardi, che tuttora non vi è via libera per utilizzare alcune armi e che, di conseguenza, la situazione diventi ogni giorno più insostenibile.

    La Russia continua a bombardare le abitazioni civili, le centrali energetiche, scuole ed ospedali prendendo sempre più di mira la capitale ucraina.

    Nel frattempo si attendono le elezioni americane, con le conseguenze che ne potrebbero derivare, e si assiste, impotenti, all’immobilismo europeo, fatti salvi alcuni paesi dell’est e del nord Europa, che si spreca in affermazioni di sostegno ma nel concreto dilaziona e prende tempo rendendo sempre più difficile la salvezza territoriale ucraina.

    Se la situazione ucraina è sempre più difficile vale la pena soffermarsi su quanto invece ha ottenuto Putin scatenando questa guerra e sacrificando centinaia di migliaia di soldati russi, immolati alla sua idea di potere.

    Se l’obiettivo di Putin era di conquistare in poco tempo l’Ucraina per russificarla, abbattere la sua classe politica, sostituendola con una di suo gradimento, rendere tutto il Paese uno stato satellite dipendente dalla grande Russia, Putin ha miseramente fallito. Al di là delle eventuali, piccole o meno, conquiste territoriali si è visto in modo inequivocabile che gli ucraini non accetteranno mai di essere russificati, su questo punto Putin ha perso.

    Se Putin voleva indebolire la Nato ha ottenuto il risultato opposto, come avevamo già scritto dopo poche settimane di guerra, la Nato è più forte e coesa di prima e gli stati della ex repubblica sovietica, salvo Slovacchia ed Ungheria, sono più che mai decisi a contrastare con ogni mezzo Putin ed hanno equipaggiamenti militari di grande potenza.

    L’operazione dello zar di tentare un ricompattamento militare ed economico con le ex repubbliche sovietiche si è rivelato un fallimento, il Kazakistan, per timore di diventare un bersaglio come l’Ucraina, viste le sue molte ricchezze e la presenza di una minoranza russa, guarda semmai alla Cina e comunque non vuole essere coinvolta da relazioni strette con il Cremlino. L’Azerbaijan ignora Mosca, l’Armenia, antico alleato di Mosca, si è sospesa dall’organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva che univa cinque delle ex repubbliche sovietiche, mentre Moldavia e Georgia, con il rischio dopo le recenti elezioni di gravi disordini, sono sempre più attirate verso l’Europa.

    La conclamata alleanza con la Cina sta rivelando risvolti poco simpatici per Putin che di fronte all’imperatore cinese non ha quella voce in capitolo che sperava ed ha ottenuto solo di vendere il suo gas senza altri significativi vantaggi economici o di prestigio, anzi perdendo sempre più peso internazionale rispetto al colosso cinese.

    Anche nei territori africani, dove la presenza russa con la Wagner, poi rinominata Africa Corps, era importante e aveva portato l’acquisizione di ricche concessioni e nuovi rapporti con le autorità locali, si sta sempre indebolendo il peso dello zar proprio perché cittadini e governi si sono resi conto di non aver tratto alcun beneficio dalla presenza russa.

    Ed è fallita anche l’aspettativa di minare i rapporti tra Stati Uniti, Francia e Germania creando un cuneo dentro l’Alleanza Atlantica.

    L’alleanza di Putin con la Corea del Nord, la presenza sul territorio russo ed ucraino di armi e militari nord coreani, testimonia come Putin, nella disperata ricerca di partner, in un mondo che sempre più lo ignora politicamente, sia disposto ad allearsi con i peggiori dittatori. D’altra parte un vecchio detto dice Chi si assomiglia si piglia e ancora Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei e più dittatore di Putin, che uccide e fa suicidare i suoi avversari, in patria, in galera e all’estero, c’è giusto Kim Jong-un, un’amicizia che ha bisogno di altro sangue per essere sancita definitivamente.

    Comunque finisca, quando finirà, la guerra, Putin non sarà mai il vincitore né a livello locale né internazionale, la sua smodata sete di potere ha scavato la fossa alla Russia e ci vorranno anni per ricucire il baratro che la guerra ha scavato fisicamente e psicologicamente tra popoli che avrebbero potuto vivere in pace nel reciproco rispetto.

    Fatte queste brevi e certamente non complete osservazioni ci troviamo davanti ad una realtà che in divenire è sempre più preoccupante per la follia sia di coloro che non hanno la capacità, la volontà di porre un limite alla loro smania di potere che di coloro che non possono fermarsi se vogliono avere una possibilità di garantire la sopravvivenza del loro popolo.

    Se a questo aggiungiamo le follie di chi pensa con la tecnologia di appropriarsi del mondo e di sostituire gli essere umani con le macchine vediamo bene come ogni giorno porti nuove paure ed insicurezze che si manifestano anche nella confusione mentale, e conseguente violenza, di tanti adolescenti, ma questo non sembra colpire più di tanto la coscienza collettiva o la politica.

  • Impianti di stoccaggio del gas dell’UE pieni al 95% prima del 1° novembre

    Durante la crisi energetica, gli Stati membri dell’UE hanno deciso di fissare un obiettivo giuridicamente vincolante per riempire gli impianti di stoccaggio del gas al 90% della capacità entro il 1° novembre di ogni anno, allo scopo di garantire una sicurezza sufficiente dell’approvvigionamento e la stabilità del mercato nei mesi invernali. Secondo gli ultimi dati ora pubblicati da Gas Infrastructure Europe, in vista della scadenza, l’attuale livello di stoccaggio del gas dell’UE è superiore al 95%. In questo momento nell’UE sono infatti stoccati circa 100 miliardi di metri cubi di gas, pari a quasi un terzo del nostro consumo annuo.

    Il regolamento sullo stoccaggio del gas del giugno 2022 stabilisce l’obiettivo vincolante dell’UE di riempire al 90% gli impianti di stoccaggio entro il 1° novembre di ogni anno, con obiettivi intermedi per i paesi dell’UE al fine di garantire un riempimento costante durante tutti i 12 mesi. Il regolamento rientra in un’ampia gamma di misure adottate dall’UE a seguito della crisi energetica innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, miranti a preparare meglio il sistema energetico europeo alla stagione invernale.

  • Fatti che smentiscono verità di parte

    I fatti sono la realtà che smentisce ogni presunta verità di parte.

    La Russia ha aggredito l’Ucraina, bombardato scuole, ospedali, abitazioni civili, supermercati, compiuto  stragi come quella di Bucha, messo in pericolo centrali nucleari e colpito quelle elettriche condannando al buio ed al gelo centinaia di migliaia, milioni di civili, compresi bambini ed anziani.

    La Russia ha deportato migliaia  di bambini strappandoli alle loro case, ai loro genitori e parenti, per cercare di snaturare la loro cultura e vita e trasformarli in russi.

    La Russia aveva stretto un accordo con la Cina, tramite la maggiore esportazione di gas, già nel 2021, prima dell’inizio dell’invasione, accordo che le consente oggi di utilizzare la tecnologia e  i molteplici componenti dell’industria cinese per proseguire nella sua sciagurata guerra contro l’Ucraina.

    La Russia ha stretto un’alleanza con un despota folle, nelle sue minacce ed azioni guerrafondaie, come Kim Jong-un e grazie a questo accordo la Corea del Nord ha alzato pericolosamente le sue minacce contro la Corea del  Sud ed inviato migliaia di suoi soldati e di armamenti per combattere contro l’Ucraina. E sempre la Russia ottiene da tempo armi dall’Iran.

    La Russia, tramite la Wagner, e il presunto defunto Prigozin, si è impossessata di importanti giacimenti e ricchezze in vari paesi africani.

    La Russia manovra e minaccia contro gli Stati suoi vicini, incarcera i cittadini dissidenti, fa sopprimere gli oppositori al regime, sia in patria che all’estero.

    La Russia usa hacker per destabilizzare paesi democratici.

    La Russia vuole creare un nuovo ordine mondiale nel quale avere un posto predominante.

    La Russia ha commesso molti più crimini di quelli che abbiamo elencato e continua a commetterli pur essendo nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sbeffeggiando gli stessi principi per i quali l’organizzazione è nata.

    Abbiamo detto la Russia ma non è vero, non è vero perché è Putin il fautore, la mente malvagia che ha architettato tutto questo, ed altro ancora, mentre il popolo russo è mandato come carne da cannone a combattere, mentre i russi sono tenuti all’oscuro di quanto sta realmente avvenendo con l’involontaria complicità di quanti, non solo in occidente, non riescono a contrastare lo zar, almeno con la stessa controinformazione da lui usata contro tutti coloro che non sono suoi alleati.

    Le parole di Rutte, il nuovo segretario della Nato, parole chiare e coraggiose, speriamo servono a rendere meno miopi quei leader politici che nel passato antico e recente non hanno saputo agire per prevedere ed evitare tante sofferenze e quei pericoli che oggi sono sempre più incombenti, le armi a Kiev non possono aspettare e devono poter essere usate come è necessario senza alcun tipo di restrizione e la diplomazia, se ancora esiste, cominci ad agire su tutti i fronti.

  • La fine di Sinwar esempio per irriducibili fautori di violenza

    Quando muore una persona, specie se è uccisa, umanamente dispiace ma quando è eliminato uno dei più feroci terroristi ed assassini come Sinwar pensiamo solo che con la sua morte saranno risparmiate le vite di migliaia di innocenti.

    La fine dei vertici di Hamas ci auguriamo porti al più presto ad una nuova era per la Palestina e per Israele, che l’intera area ritrovi una convivenza civile, che ogni popolo, ogni legittimo governo abbiano la capacità, la volontà di sconfiggere qualunque tipo di terrorismo.

    La fine di Sinwar serva di estremo esempio agli irriducibili fautori di violenze, dagli Hezbollah all’Iran.

  • Che cos’è la pace?

    Andate in pace, vivete in pace, la pace sia con voi, quante volte la parola pace e sulle nostre labbra e quante volte effettivamente nei nostri cuori, nelle nostre azioni?

    Mentre camminiamo in un campo o guardiamo in riva al mare una luminosa stellata quante volte abbiamo detto “Senti che pace”.

    La pace è una condizione dello spirito ed una condizione sociale e politica che può esistere solo in assenza di conflitti, di ingiustizie manifeste, di aggressioni, la pace è tale solo nel rispetto di reciproche regole condivise, nella comprensione di se stessi e degli altri.

    Dove è la pace se le regole sono calpestate, se la legge del più forte, potente, ricco vuole imporsi sugli altri?

    Dov’e la pace se la finanza prevale sugli interessi sociali, se il profitto illecito, e fine a se stesso, prevale sulla dignità dell’essere umano, dove è la pace quando i diritti sono calpestati?

    Ci sono voluti secoli di guerre, di armistizi, di carneficine, di accordi perché si arrivasse ad aumentare il grado di civiltà e il recente passato della seconda guerra mondiale portasse gradualmente molti paesi europei ad unirsi per trovare con l’Unione Europea una strada che allontanasse i conflitti e garantisse, tra mille problemi, la Pace.

    Oggi siamo tutti angosciati dalle guerre in medio oriente ed in Ucraina e spesso dimentichiamo le molte altre guerre che anche in questo momento stanno insanguinando il mondo, uccidendo persone inermi, travolgendo economie già deboli in paesi dove povertà e fame sono una drammatica consuetudine.

    Abbiamo scritto e firmato la Carta universale dei diritti ignorando che senza una corrispondente carta universale dei doveri i diritti sarebbero stati spesso violati.

    Abbiamo accolto nelle nostre associazioni democratiche, dalle Nazioni Unite all’Organizzazione Mondiale del Commercio, Paesi che non conoscono né democrazia né diritti senza mettere negli atti costitutivi clausole che ci ponessero al riparo dalle loro logiche di potere, così l’Onu non può fare nulla nel Consiglio di sicurezza per frenare, sospendere od espellere la Russia, dopo il massacro che ha iniziato in Ucraina, e il WTO non ha strumenti per opporsi alle guerre commerciali cinesi.

    Molti governi parlano di pace e parte di quegli stessi governi consente delittuose triangolazioni di armi, petrolio, acciaio che rendono ridicoli i tanti proclami sugli embarghi.

    Se un paese è attaccato, i suoi confini violati, una parte del suo popolo violentata ed uccisa come fa questo paese ad ottenere la pace se non respingendo l’aggressore?  Se non sperando nell’aiuto di chi dovrebbe poter ripristinare le regole internazionali, e come si possono ripristinare queste regole se a monte non si sono predisposti gli strumenti necessari?

    L’arte, nelle sue multiformi espressioni può essere di grande aiuto per ritrovare un dialogo tra le persone ed i popoli, l’arte, che non deve avere colore partitico, è il ponte naturale che, attraverso persone dotate di particolare sensibilità e capacità, può arrivare a toccare le corde più intime di ciascuno.

    La musica, la pittura, la scultura che non hanno bisogno di traduzioni ma arrivano direttamente a noi, con l’udito e la vista, sono i primi veicoli di comunicazione purché si presentino in modo comprensibile e non criptico. Poi le altre espressioni artistiche, a partire dalla poesia, dovranno provare a ricostruire quei sentimenti, quella predisposizione all’ascolto ed alla comprensione che oggi, anche per colpa di un distorto utilizzo della Rete, è sempre più difficile ed effimero.
    Io non credo si debba mai sostenere che se si vuole la pace si deve preparare la guerra ma altrettanto convintamente credo che per mantenere la pace dobbiamo  predisporre tutti gli strumenti necessari, dalle regole comuni ad una diplomazia più forte fino a sistemi militari di difesa adeguati e, per quanto riguarda l’Europa, ad un esercito ed una intelligence comuni e tra gli strumenti per difendere e ritrovare la pace l’arte ha un compito primario.

    La parola Pace è una delle più belle parole quando significa dignità nei fatti, convivenza civile, giustizia, rispetto delle regole internazionali, libertà e sicurezza.

    La parola Pace è una delle più inutili quando è pronunciata senza programmi seri, volontà sincere per raggiungerla.

    La parola Pace è una delle più abusate quando non si sa cosa altro dire, cosa proporre e la si usa strumentalmente.

    La parola Pace diventa una presa in giro, un vilipendio proprio alla pace quando si vuole ottenere la sconfitta dell’aggredito ed il trionfo dell’aggressore.

  • Notizie in breve per ricordare a chi dimentica

    Ogni giorno Mosca fa volare i suoi missili sulle centrali nucleari ed energetiche dell’Ucraina, il rischio di un disastro nucleare è sempre più reale e gli ucraini, nell’inverno, sono al gelo e senza luce, per Putin ogni mezzo è lecito per distruggere la popolazione che invece, insieme al proprio esercito, gli resiste dando prova di un attaccamento alla patria e di un coraggio degno di  ogni onore.

    Steven Seagal, l’ex popolare attore americano, ormai bolso e grasso e che ha preso la cittadinanza russa ha nuovamente dichiarato, dopo quanto già detto all’inizio della guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina, di essere pronto a morire per Putin, il suo presidente. Speriamo vada presto in Russia e che le tv italiane smettano di trasmettere i suoi vecchi e ridicoli film.

    Molte fonti confermano che soldati nord coreani stanno già combattendo contro l’Ucraina ed altre migliaia si stanno addestrando in Russia, lo zar macellaio continua ad usare gli esseri umani, russi o di qualunque nazionalità, come carne da cannone pur di tentare di sfiancare i coraggiosi soldati ucraini che, ad oltranza, difendono  la loro patria e la loro identità.

    L’India, secondo notizie statunitensi, sarebbe il secondo maggior fornitore della Russia per tecnologie soggette a restrizione, così anche l’India alimenta sempre più la macchina da guerra di Putin attraverso microchip e macchine utensili particolari, il primo paese a supportare Putin è la Cina, l’India contribuisce con circa un quinto della tecnologia sensibile che invia a Putin per la sua sciagurata guerra.

    Putin si è rifiutato di rispondere alla telefonata del cancelliere tedesco, la sua arroganza prima o poi dovrà pagare un prezzo.

    Ancora un delitto pesa su Putin: è morta, durante il trasferimento da un carcere all’altro, anche la giovane reporter ucraina catturata da Mosca nel 2023.

    Ancora una volta, fortunatamente, fallisce il test, sarebbe il quarto, per il super missile di Putin, l’area di lancio si è trasformata in un immenso cratere.

  • Il silenzio arabo nella crisi mediorientale

    Credere che un anno fa, il 7 ottobre 2023, sia cominciata una delle più gravi crisi mediorientali rappresenta una visione legittima ma piuttosto limitata e probabilmente viziata da un approccio ideologico. L’inizio di questa crisi sfociata nell’attuale conflitto trae la propria origine strategica e politica con l’inizio della presidenza Biden, il quale annullò, appena insediatosi alla Casa Bianca, l’accordo siglato dalla precedente amministrazione Trump con l’Arabia Saudita (sunnita), che aveva una funzione anti Iran (sciita), con l’obiettivo di isolare quella teocrazia all’interno del mondo arabo e con lo stesso appoggio della Russia.

    Questa scellerata decisione di politica estera dell’amministrazione Biden, invece, ha determinato come effetto immediato quello di riportare la teocrazia iraniana all’interno dello scacchiere internazionale e soprattutto medio orientale, come hanno dimostrato i finanziamenti a vari gruppi terroristici come Hamas e gli Hezbollah,

    In altre parole, il riconoscimento statunitense di un ritrovato ruolo alla teocrazia sciita iraniana all’interno dello scacchiere politico ha rigenerato, come affetto collaterale, lo stesso ruolo dell’Opec che l’accordo tra Stati Uniti, Arabia Saudita e Russia, anche sul prezzo del barile di petrolio, aveva messo in disparte.

    Soprattutto nello scacchiere mediorientale, il tradimento diplomatico statunitense ha posto le basi politiche dell’attuale crisi, il cui esito finale risulta ancora in via di definizione, anche se già ora alcune aspettative politiche cominciano a delinearsi.

    Pur riconoscendo che il mondo arabo, infatti, da sempre risulti di difficile lettura ed interpretazione, tuttavia forse all’interno di questo scenario di guerra israelo-palestinese contemporaneo i ruoli appaiono un po’ più definiti. Prova ne sia che dal 7 ottobre 2023 ad oggi si sia registrato l’assoluto silenzio delle Nazioni arabe moderate e soprattutto dell’Arabia Saudita, un silenzio indice di un nuovo atteggiamento politico nei confronti di Israele.

    Questi paesi arabi intendono assistere in complice silenzio alle azioni sempre più profonde della strategia militare israeliana, da tempo non più limitate all’interno di Gaza ma anche del Libano e forse in previsione probabilmente anche dello stesso Iran.

    L’inconfessabile desiderio dell’Arabia Saudita, i cui vertici politici hanno confermato una volta di più l’assoluto disinteresse per la causa palestinese, quanto dei paesi arabi moderati, rimane quello di vedere implodere la democrazia iraniana, da sempre fornitrice di supporti finanziari ai diversi gruppi terroristici che mettono a rischio la stabilità di molti paesi del Medio Oriente.

    Il paradosso di questa crisi mediorientale è definibile dal clamore assicurato nell’occidente dalle frange più estremiste nelle democrazie occidentali nella più totale assenza di una posizione politica dell’Unione europea, al quale si contrappone il silenzio dei paesi arabi moderati e della stessa Arabia Saudita che vedono in Israele lo strumento attraverso il quale eliminare il più grande pericolo al mondo arabo rappresentato dall’Iran.

  • 7 ottobre: troppi

    Troppi gli Stati, le persone che non hanno mai condannato la strage del 7 ottobre, denunciato il terrorismo di Hamas

    Troppi gli ostaggi uccisi e troppi quelli ancora nelle mani dei terroristi

    Troppi i tunnel che anche dal Libano mettono in pericolo la vita degli israeliani

    Troppi i morti, troppi gli sfollati di una guerra che non solo Israele porta avanti in modo sempre più violento e che ormai colpisce nel mucchio i civili

    Troppi i terroristi ancora attivi e capaci di altre stragi oggi e domani

    Troppi finti santoni in Iran alimentati dall’odio verso Israele e verso qualunque concetto di pace e libertà

    Troppi gli armamenti in possesso di Hezbollah, degli Houthi, di Hamas e troppi gli aiuti ufficiali ed ufficiosi sui quali possono contare

    Troppi i proclami, gli inviti al cessate il fuoco, dei leader di tante nazioni, fatti con la consapevolezza della loro inutilità, dell’estrema debolezza che hanno di fronte al reale pericolo, per lo Stato di Israele, di essere attaccato e distrutto se lascia ancora spazio ai suoi nemici, da sempre decisi ad annientarlo

    Troppi i silenzi che ci sono stati nel passato di fronte ad una situazione che ogni giorno peggiorava, che ci sono stati prima e dopo il 7 ottobre da parte di tanti occidentali, per non parlare di dittatori, come russi e cinesi, che con l’Iran hanno interessi comuni specie in tema di armi, di violenza, di libertà negate

    Troppi gli attacchi agli ebrei che anche in Europa rendono lo stato di allerta sempre più alto

    Troppi i violenti, fiancheggiatori di fatto dei terroristi, che sfilano nei cortei delle nostre democrazie sempre più deboli e confuse

    Troppi gli esponenti del mondo musulmano ed orientale che si nascondono dietro il silenzio nell’attesa di capire come andrà a finire

    La parola Pace è una delle più belle parole quando significa dignità nei fatti, convivenza civile, giustizia, rispetto delle regole internazionali, libertà e sicurezza

    La parola Pace è una delle più inutili quando è pronunciata senza programmi seri, volontà sincere per raggiungerla

    La parola Pace è una delle più abusate quando non si sa cosa altro dire, cosa proporre e la si usa strumentalmente

    La parola Pace diventa una presa in giro, un vilipendio proprio alla pace quando si vuole ottenere la sconfitta dell’aggredito ed il trionfo dell’aggressore

  • Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, questo verso di Cesare Pavese rappresenta plasticamente quello che sta accadendo nella nostra vita in questo travagliato momento.

    Gli occhi di una madre che uccide i suoi neonati

    Gli occhi di un figlio che uccide i suoi genitori

    Gli occhi di un adolescente che uccide una sconosciuta per sapere cosa si prova ad uccidere

    Gli occhi della mafia o della ‘ndrangheta che uccidono anche chi non c’entra niente con le loro aspirazioni di vendetta

    Gli occhi dei fidanzati, compagni, mariti che uccidono le donne

    Gli occhi dei terroristi che da anni seminano stragi

    Gli occhi degli assassini del 7 ottobre in Israele

    Gli occhi dei soldati che uccidono anche innocenti per cercare di evitare altre morti ed altre stragi

    Gli occhi di Putin e dei tanti criminali dittatori che avvelenano e distruggono libertà e speranze

    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, intorno a noi come lontano da noi ci sono gli occhi del male e saperli riconoscere non è facile perché la disperazione e la morte arrivano anche da occhi che non vediamo, gli occhi dei social che si insinuano nel nostro privato, studiano, sollecitano violenza, creano mostri là dove erano inizialmente solo persone che avevo forse solo bisogno di aiuto per guarire dall’oscurità.

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