idrogeno

  • Snam e De Nora avviano la costruzione di una Gigafactory a Cernusco sul Naviglio

    Un centro produttivo di circa 25mila metri quadri a Cernusco sul Naviglio (MI) mira a diventare il più grande polo produttivo nazionale di elettrolizzatori per la generazione di idrogeno verde, sistemi e componenti per l’elettrolisi dell’acqua e celle a combustibile. Prende il via il cantiere per la costruzione della Gigafactory guidata da Industrie De Nora – tramite De Nora Italy Hydrogen Technologies S.r.I. (Dniht) -, ha l’obiettivo di diventare polo produttivo di elettrolizzatori sul territorio nazionale, con una capacità che raggiungerà i 2GW equivalenti entro il 2030. Il termine dei lavori è previsto tra la fine del 2025 e i primi mesi del 2026. L’opera punta inoltre a facilitare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità parte del Green Deal Europeo. L’ordine di grandezza dell’investimento per la Gigafactory a Cernusco sul Naviglio “è sui 100 milioni di euro. Non amiamo dare dettagli su quanto investiamo, siamo gelosi di questi numeri” ha dichiarato Paolo Dellachà, amministratore delegato di De Nora.

    Dnhit e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy hanno firmato lo scorso luglio 2023 un decreto di concessione che ha riconosciuto a Dnhit un importo pari a circa euro 32 milioni in forma di contributo alla spesa a valere sul fondo istituito dal Ministero per il sostegno finanziario alle imprese che partecipano alla realizzazione di Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (Fondo IPCEI). Il percorso di decarbonizzazione “va sostenuto secondo una visione di neutralità tecnologica e l’Europa punta a diventare leader nella produzione delle tecnologie, anche grazie alla forza che l’Italia può esprimere nella nuova legislatura, anche considerando la maggiore stabilità del nostro governo rispetto a quella degli altri Paesi” ha spiegato il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto in video collegamento durante la posa della prima pietra per la Gigafactory.

    L’importo è finanziato tramite risorse del Pnrr. Gli importi destinati alla concessione di agevolazioni a Dnhit potranno essere successivamente integrati fino a circa euro 63 milioni, a seguito delle ulteriori disponibilità derivanti dalle attivazioni destinate al sostegno dell’IPCEI Idrogeno. “Penso si debba fare più e meglio per coniugare la sostenibilità ambientale con quella sociale ed economica. In questo contesto l’idrogeno verde avrà un ruolo preminente” ha aggiunto Urso nel corso del suo intervento. Per questo l’avvio dei lavori qui a Cernusco sul Naviglio “è un’ottima importante e significativa notizia, in considerazione della strategicità dell’opera” ha concluso.

    La realizzazione dell’opera sarà portata avanti in collaborazione con Snam, che in De Nora detiene una quota pari a circa il 21 per cento. La posa della prima pietra “è sempre un evento simbolico che sancisce l’inizio della costruzione per il futuro Net-Zero. Il futuro sarà fatto di energia rinnovabile ma anche di molecole verdi. Questo progetto è strategico perché rappresenta una di quelle opportunità che ci consente di giocare un ruolo come Italia e come Europa all’interno della transizione” ha sottolineato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam. “Stiamo scoprendo pian piano che dipendiamo da altri Stati per la transizione, questa è un’opportunità per essere indipendenti”, ha infine concluso Venier, ricordando che oltre l’80 per cento dei pannelli fotovoltaici viene realizzato in Cina. A proposito della collaborazione tra le due Società, per l’ad di De Nora il “modello De Nora-Snam”, applicato per la realizzazione della Gigafactory a Cernusco sul Naviglio, “è sicuramente replicabile, non solo in Italia ma anche in altri Paesi”.

    L’idrogeno “è fondamentale perché consente il trasporto e lo stoccaggio delle rinnovabili, che è il punto più difficile nella transizione e l’Italia, con le sue aziende e le sue tecnologie, è protagonista nell’innovazione” ha affermato Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy. “La transizione – ha proseguito – è già in atto, è epocale, e avviene con aziende e tecnologie italiane al centro. De Nora è un esempio di azienda italiana che nasce dall’artigianalità, cresce nella tecnologia e diventa leader mondiale”. Anche Snam è “protagonista all’interno del processo di transizione” che vedrà “un asse tra il Nord Africa e l’Europa. L’Europa ha capito che ci dobbiamo mettere assieme, sostenere le nostre eccellenze: ci saranno dei corridoi che vedranno le reti con le rinnovabili solari che dall’Africa attraverseranno l’Italia e l’Europa, dal Nord Europa avremo l’eolico. Ma perché questo sia possibile dobbiamo avere tecnologie”. L’impianto che sarà costruito, ha concluso Valentini, “dimostra che la transizione verde è sostenibile per l’economia e può portare posti di lavoro”.

    L’iniziativa supporterà la riduzione dei costi di produzione degli elettrolizzatori, contribuendo a centrare l’obiettivo di capacità installata finale prevista in Europa e di neutralità tecnologica necessario per la transizione energetica. La collocazione della Gigafactory in una primaria area industriale e produttiva a poca distanza da Milano consentirà inoltre di contribuire attivamente alla crescita economica e occupazionale del territorio locale, con la previsione di creare circa 200 posti di lavoro diretti e un indotto complessivo di circa 2000 persone. Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha definito l’opera “una dimostrazione di quella che è l’indirizzo che il nostro Paese e l’Europa devono avere in questo ambito”. Quindi “sostenibilità come opportunità, investimenti sul territorio, posti di lavoro e sostenibilità ambientale. Credo sia un esempio bellissimo, rappresenta esattamente quello che ho sempre sostenuto debba essere la sostenibilità” ha chiosato.

  • Edison e Sea costruiranno una stazione di idrogeno verde per i voli cargo a Malpensa

    Edison Next, società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica, e Sea, Aeroporti di Milano, hanno annunciato lo sviluppo di una stazione di rifornimento a idrogeno verde all’interno dell’aeroporto internazionale di Milano Malpensa per la decarbonizzazione della logistica aeroportuale. Il progetto è un tassello importante nel percorso di riconversione green dello scalo di Milano Malpensa, punto di riferimento per l’air-cargo nel centro-sud Europa, tra i primi cinque scali europei e il primo in Italia per traffico merci, con oltre 720.000 tonnellate di merce gestite nel 2022, pari a una quota di mercato di circa il 65% rispetto al totale transitato negli aeroporti italiani.

    Il progetto Malpensa H2, finanziato dal Pnrr, sarà sviluppato in collaborazione con Sea, Aeroporti di Milano, nei pressi dell’area di Malpensa Cargo City in sinergia con Olga (hOListic Green Airport), programma finanziato dalla Commissione europea (Horizon 2020) che si inserisce in un più ampio percorso di decarbonizzazione intrapreso da Sea per ridurre l’impatto ambientale del settore dell’aviazione. Nell’ambito del progetto Malpensa H2, Edison Next realizzerà una stazione di rifornimento a idrogeno verde, alimentata da un elettrolizzatore installato in loco, che rifornirà i veicoli pesanti della logistica aeroportuale dell’area Malpensa Cargo City. La mobilità a idrogeno è “zero-emission”, ciò significa che la sostituzione potenzialmente totale del parco mezzi presente nella cargo city permetterà un importante abbattimento delle emissioni inquinanti della zona.

    “Il settore aeroportuale è uno dei più sfidanti dal punto di vista della transizione energetica. Gli aeroporti sono ecosistemi complessi che coinvolgono numerosi attori e che stanno cominciando un percorso di trasformazione profonda con l’obiettivo di diventare veri e propri hub energetici in grado di autoprodurre, accumulare e condividere energia green – dichiara Gabriele Lucchesi Direttore Idrogeno di Edison Next. – L’idrogeno è un vettore energetico chiave nella transizione energetica e può giocare un ruolo importante anche nella decarbonizzazione del mondo dell’aviazione, non solo a livello dei velivoli, ma anche delle infrastrutture aereoportuali. Lo sviluppo di una stazione di rifornimento a idrogeno all’interno dell’aeroporto di Milano Malpensa rappresenta un importante passo in questo percorso di trasformazione, contribuendo alla decarbonizzazione della logistica aeroportuale di uno degli scali più trafficati d’Europa.”

    “Gli aeroporti di Milano sono impegnati nella riduzione delle emissioni di CO2, con un ruolo trainante verso la decarbonizzazione del trasporto aereo – afferma Alessandro Fidato, Chief Operating Officer di Sea Aeroporti di Milano. – Ci siamo impegnati a raggiungere zero emissioni entro il 2030 nei nostri scali. Lavoriamo su più fronti nel breve periodo ci siamo concentrati sui SAF, ma vogliamo essere pronti all’utilizzo dell’idrogeno come rifornimento: partiamo dalla mobilità su gomma, preparandoci ad accogliere in futuro anche gli aerei con motori a idrogeno”. Si prevede che l’impianto entrerà in servizio tra dicembre 2025 e febbraio 2026, in modo da essere operativo in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, che si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026. La stazione di rifornimento a idrogeno verde del progetto Malpensa H2 si estenderà su un’area di circa 12 mila metri quadrati e ospiterà sia tecnologie e attrezzature all’avanguardia per la produzione e la fornitura di idrogeno verde, sia spazi per i servizi destinati al pubblico. L’impianto potrà erogare a doppia pressione, 350 e 700 bar, al fine di asservire tutte le tipologie di mezzi presenti nell’area Malpensa Cargo City.

    L’impianto di produzione di idrogeno verde di Malpensa H2 sarà realizzato in modo da consentire il raddoppio della sua potenza così da essere in grado di sostenere lo sviluppo di ulteriori passi nel percorso di decarbonizzazione del parco mezzi dell’aeroporto. Quella con Sea Aeroporti di Milano non è l’unica stazione di rifornimento a idrogeno nella cui realizzazione è impegnata Edison Next; sono in sviluppo ulteriori sei stazioni di rifornimento, tre nei pressi di Venezia, Verona e Piacenza e tre nei dintorni di Vercelli, Frosinone e Foggia che serviranno principalmente mezzi pesanti e autobus in aree altamente trafficate e posizionate lungo corridoi TEN-T – Trans-European Networks Transport, (Rete transeuropea dei trasporti) – che attraversano l’Italia collegandola con il resto dell’Europa. Gli impianti di Venezia, Verona e Piacenza, che hanno ottenuto i finanziamenti già a marzo 2023, entreranno in servizio nel corso del 2025, mentre quelli di Vercelli, Frosinone e Foggia, appena finanziati, saranno operativi nel primo semestre del 2026.

  • La Commissione approva fino a 6,9 miliardi di € di aiuti di Stato a sostegno delle infrastrutture dell’idrogeno

    La Commissione, nel rispetto delle norme UE in materia di aiuti di Stato, ha approvato un terzo importante progetto di comune interesse europeo (IPCEI) a sostegno delle infrastrutture dell’idrogeno. L’IPCEI dovrebbe rafforzare l’approvvigionamento di idrogeno rinnovabile, riducendo così la dipendenza dal gas naturale e contribuendo al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo e del piano REPowerEU.

    Il progetto, denominato “IPCEI Hy2Infra”, è stato concepito e notificato congiuntamente da sette Stati membri: Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Slovacchia.

    Gli Stati membri erogheranno fino a 6,9 miliardi di € in finanziamenti pubblici, che dovrebbero a loro volta liberare 5,4 miliardi di € di investimenti privati. 32 imprese con attività in uno o più Stati membri, tra cui anche piccole e medie imprese (“PMI”), parteciperanno a 33 progetti nel quadro dell’IPCEI.

    L’IPCEI Hy2Infra interesserà un’ampia parte della catena del valore dell’idrogeno e sosterrà: la diffusione di elettrolizzatori su larga scala per 3,2 GW per produrre idrogeno rinnovabile; la realizzazione di condotte di trasporto e distribuzione dell’idrogeno nuove e riconvertite per circa 2 700 km; lo sviluppo di impianti di stoccaggio dell’idrogeno su larga scala con una capacità di almeno 370 GWh; la costruzione di terminali di movimentazione e delle relative infrastrutture portuali per vettori di idrogeno organico liquido (“LOHC”) al fine di gestire 6 000 tonnellate di idrogeno all’anno.

    Diversi progetti sono in cantiere per il prossimo futuro: vari elettrolizzatori su larga scala dovrebbero essere operativi tra il 2026 e il 2028 e, a seconda dell’area geografica, la realizzazione delle condotte è prevista tra il 2027 e il 2029. Il completamento di tutti i progetti è previsto per il 2029, con calendari che variano a seconda del progetto e delle imprese.

    Nei casi in cui non possano concretizzarsi iniziative private a sostegno dell’innovazione pioneristica e della costruzione di infrastrutture su larga scala di grande importanza per l’UE a causa del considerevole rischio che questo tipo di progetti implica, le norme sugli IPCEI consentono agli Stati membri di colmare insieme le carenze e superare questi fallimenti del mercato. Allo stesso tempo, le norme garantiscono che l’economia dell’UE nel suo complesso tragga vantaggio dagli investimenti e limiti le potenziali distorsioni della concorrenza.

    L’IPCEI comprenderà 33 progetti di 32 imprese, tra cui cinque PMI. Le imprese partecipanti coopereranno strettamente tra loro nel quadro di numerose iniziative nonché con partner esterni, quali gestori dei sistemi di trasmissione, potenziali acquirenti, università, organizzazioni di ricerca e fornitori di attrezzature in tutta Europa, PMI incluse.

  • Dalla BEI 40 milioni di euro al Gruppo PUNCH per sviluppare tecnologie per la propulsione a idrogeno nelle sedi di Torino e Strasburgo

    La Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Gruppo PUNCH, un’innovativa MidCap belga leader nello sviluppo di sistemi di propulsione e controllo per veicoli ibridi ed elettrici, hanno firmato un contratto di finanziamento di 40 milioni di euro per sostenere le attività di ricerca, sviluppo e innovazione (RSI) della società. Gli investimenti saranno effettuati principalmente presso le sedi aziendali di Torino e, in misura minore, di Strasburgo.

    Le risorse messe a disposizione dalla banca dell’UE, sostenute da una garanzia del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) consentiranno al Gruppo PUNCH di sviluppare tecnologie per motori a idrogeno e relativi sistemi di stoccaggio energetico (fuel cells) per il settore automobilistico e dei veicoli commerciali e industriali, con l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile e la diffusione di tecnologie innovative in tutta Europa.

    L’operazione in oggetto è in linea con l’Accordo di Parigi e con la politica di finanziamento della Banca nel settore dei trasporti in quanto contribuisce alla decarbonizzazione del settore automobilistico, dei veicoli commerciali e industriali e all’adozione di tecnologie verdi basate sull’idrogeno e l’elettrificazione.

    PUNCH Torino nasce nel 2005 come Centro di Ingegneria e Sviluppo di General Motors. Dal 2020 fa parte del Gruppo PUNCH come sito all’avanguardia per i sistemi di propulsione e mobilità. La sua affiliata PUNCH Hydrocells sta lavorando attivamente per far confluire le competenze acquisite sui motori diesel verso l’idrogeno.

  • Dal 2024 bus a idrogeno prodotti in Italia

    Autobus urbani a idrogeno prodotti tra Bologna e la provincia di Avellino. Si comincerà nel 2024, grazie a un accordo tra Industria italiana autobus (Iia) e l’azienda portoghese CaetanoBus. I mezzi fabbricati in Italia saranno destinati sia al mercato interno sia a quello internazionale. “É presto per quantificare i volumi di produzione”, fanno sapere dall’azienda, “ma la domanda è in costante crescita”. Intanto, già dalla fine di quest’anno, Iia avvierà la commercializzazione dei veicoli a idrogeno prodotti da Caetano con Toyota.

    L’azienda nipponica e quella lusitana lavorano insieme dal 2021 per la diffusione di autobus a emissioni zero. Quelli in arrivo in Italia sono equipaggiati con le celle a combustibile, dove l’energia è sprigionata dalla reazione chimica tra idrogeno e ossigeno. Oltre alla tecnologia Fuel Cell di Toyota, i bus si basano sul sistema H2.City Power, messo a punto proprio da Caetano.

    Iia, ex Bredamenarinibus, si prepara così a compiere un nuovo passo verso la mobilità sostenibile. Percorso intrapreso già all’indomani del salvataggio del 2019, con l’entrata nell’azionariato di Invitalia, con il 42,76%, e Leonardo, 28,65%. Dopo aver rilanciato la filiera italiana dell’autobus elettrico, l’azienda ha appena ricevuto un finanziamento di 50 milioni di euro da un gruppo di istituti di credito guidato da Banco Bpm.

    “Oggi, come ieri, continuiamo a perseguire gli obiettivi della transizione ecologica”, commenta Antonio Liguori, presidente e amministratore delegato Iia. Soddisfatta dell’intesa anche Patricia Vasconcelos, Ceo di Caetano: “Iia è il partner ideale perché condividiamo la stessa visione nel contribuire a costruire una società a emissioni zero attraverso la nostra innovazione congiunta”.

  • Snam più forte negli Emirati Arabi grazie a un accordo con Mubadala

    Snam si rafforza negli Emirati Arabi Uniti grazie ad un accordo con Mubadala per sviluppare progetti sull’idrogeno. L’intesa consente alla società guidata da Marco Alverà di rafforzare la posizione negli Emirati Arabi e di potenziare il ruolo svolto nell’ambito della transizione energetica.

    L’obiettivo principale dell’accordo è quello di realizzare attività di valutazione, compresi studi tecnici e di fattibilità economica, per progetti finalizzati a promuovere lo sviluppo dell’idrogeno negli Emirati Arabi Uniti ed in altri Paesi a livello globale. L’accordo, siglato ad Abu Dhabi da Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, e da Musabbeh Al Kaabi, amministratore delegato di Mubadala, rafforza la fiducia nel potenziale tecnologico dell’idrogeno e nella sua capacità di accelerare la transizione energetica.

    L’intesa con Mubadala arriva dopo l’operazione che ha portato Snam, in consorzio con altri fondi, ad entrare nelle reti di Abu Dhabi attraverso l’acquisizione del 49% di Adnoc Gas Pipeline. Una operazione da 10 miliardi di dollari perfezionata a luglio dello scorso anno.  Snam rafforza ulteriormente la “propria presenza nelle aree degli Emirati Arabi Uniti e del Golfo, entrambe strategiche per il loro ruolo cruciale nella transizione energetica”, afferma Alverà. “Lavoreremo insieme a Mubadala – aggiunge – mettendo a fattor comune le rispettive competenze e capacità di investimento, per progetti di mutuo interesse negli Emirati”.

    Snam è stata la prima società in Europa a sperimentare l’immissione di idrogeno misto a gas naturale nella propria rete ed è impegnata a rendere la propria infrastruttura pronta a trasportare quantitativi sempre più crescenti di idrogeno. La società ha anche dato vita a una business unit impegnata nello scouting di nuove tecnologie e nello sviluppo di progetti, insieme ad altri partner, per l’adozione dell’idrogeno in vari settori industriali, dal trasporto ferroviario alla siderurgia.

    Mubadala Investment Company ha invece anche aderito all’Investor Group dell’Hydrogen Council, rafforzando l’impegno in questo settore emergente.  Recentemente ha anche creato la Abu Dhabi Hydrogen Alliance, insieme ad Adnoc e Adq, con l’obiettivo di creare una vera economia dell’idrogeno verde negli Emirati.

    La firma di questo accordo con Snam rappresenta una “prova ulteriore dei nostri sforzi congiunti per sviluppare un’economia alimentata a idrogeno negli Emirati, e dell’impegno a sostenere il ruolo che l’idrogeno può avere nel far fronte alla domanda energetica mondiale”, afferma Musabbeh Al Kaabi, amministratore delegato di Mubadala.

  • Accordo tra Fs e Snam per l’alimentazione a idrogeno dei treni

    L’idrogeno bussa alle porte del trasporto ferroviario per prendere il posto dei combustibili fossili. Con questo obiettivo il gruppo Fs Italiane e Snam hanno sottoscritto un accordo per valutare la fattibilità tecnico-economica e nuovi modelli di business in Italia.

    È il primo accordo in Europa tra un operatore ferroviario nazionale e un operatore energetico e di fatto è una prima possibile applicazione dell’idrogeno nel sistema che può innescare la trasformazione. L’accordo, firmato dagli amministratori delegati del gruppo Fs Italiane, Gianfranco Battisti, e di Snam, Marco Alverà, prevede la realizzazione di analisi e studi di fattibilità e lo sviluppo di progetti congiunti su linee ferroviarie convertibili all’idrogeno sul territorio nazionale. In particolare, Fs Italiane e Snam costituiranno un gruppo di lavoro con l’obiettivo di valutare possibili progetti pilota che prevedano la sostituzione dei combustibili fossili con idrogeno.

    Le due società sperimenteranno soluzioni tecnologiche innovative legate alla produzione, al trasporto, alla compressione, allo stoccaggio, alla fornitura e all’utilizzo dell’idrogeno per contribuire allo sviluppo della mobilità sostenibile. L’accordo con Snam conferma l’importanza, per Fs Italiane, di “incentivare la mobilità sostenibile, in piena coerenza con gli indirizzi europei del green new deal”, afferma Gianfranco Battista, amministratore delegato del gruppo Fs Italiane. I trasporti ferroviari a idrogeno rappresentano in questo senso una “fondamentale innovazione in grado di rendere più ecologici i viaggi di passeggeri e merci sulle residue tratte ferroviarie non ancora elettrificate”, conclude il manager.

    Sempre nell’ambito del trasporto ferroviario, nei mesi scorsi Snam ha sottoscritto anche un accordo con il costruttore di treni Alstom per sviluppare i treni a idrogeno in Italia. L’intesa raggiunta con il gruppo Fs Italiane rappresenta un “passo importante nella promozione di una filiera dell’idrogeno in Italia partendo da settori cruciali per la decarbonizzazione come il trasporto di persone e merci”, afferma Marco Alverà, amministratore delegato di Snam. Grazie a questa collaborazione si punta a realizzare “infrastrutture per convertire rapidamente a idrogeno treni attualmente alimentati a diesel in Italia e così acquisire una leadership tecnologica da capitalizzare anche a livello internazionale”.

    L’importanza per la transizione verso l’idrogeno è ormai ribadita sia dal mondo imprenditoriale che dagli esponenti politici. Nei giorni scorsi, ad esempio, il ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha evidenziato che si tratta di una “partita fondamentale a livello europeo e l’Italia non può non essere protagonista”.

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