Il sociologo russo Maksim Shugalej ed il suo collaboratore Samer Sueifan, vicini al leader defunto dell’ex gruppo paramilitare Wagner Evgenij Prigozhin, sono stati arrestati in Ciad in compagnia di E. Tsaryov, uomo del quale è nota solo l’iniziale. Lo ha riferito il ministero degli Esteri russo, affermando di essere “in stretto contatto” con le autorità di N’Djamena e di aver adottato tutte le “misure necessarie nell’interesse del loro rapido rilascio”. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa russa “Ria Novosti”, i tre sono stati trattenuti lo scorso 19 settembre al loro arrivo all’aeroporto di N’Djamena, quando i servizi di sicurezza ciadiani hanno rifiutato il loro ingresso. Il ministero degli Esteri russo ha aggiunto che un cittadino bielorusso era stato arrestato insieme ai tre uomini russi in Ciad, e lo ha identificato come A. Denisevich.
Amico intimo di Prighozin – morto nell’agosto 2023 nello schianto di un aereo dopo una tentata rivolta contro il Cremlino – Shugaley è considerato “l’uomo di Mosca” in Africa. Inizia la sua carriera come sociologo e consulente politico di alto livello a San Pietroburgo prima di essere nominato a capo della rete russa di Wagner in Africa, con responsabilità legate in particolare alla gestione delle risorse minerarie. Soggetto a sanzioni dell’Unione europea dal 25 febbraio del 2023, viene ritenuto un contributore importante delle attività di propaganda e disinformazione del gruppo Wagner (ora rinominato Africa Corps). Viene notato in Ciad già in due occasioni: la prima come “osservatore” elettorale e sostenitore del leader Mahamat Deby alle presidenziali dello scorso marzo, la seconda quest’estate in occasione dell’inaugurazione della “Casa russa”, sorta di centro culturale russo nel Paese africano.
All’inizio del 2019 Shugalev viene inviato in Libia alla guida di un team di sociologi con l’idea di redigere un rapporto da presentare in occasione del Forum economico Russia-Africa di Sochi, in agenda nell’ottobre dello stesso anno. Tuttavia, a maggio del 2019 Shugaley e Sueifan – che ugualmente partecipa alla missione – vengono rapiti a Tripoli con l’accusa di aver tentato di influenzare lo svolgimento delle future elezioni, accuse smentite da parte russa. Consegnati alle Forze di deterrenza speciale (Rada), potente milizia libica affiliata al Consiglio presidenziale e specializzata nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, saranno rilasciati solo il 10 marzo del 2020 dopo mesi di ostaggio nelle prigioni di Mitiga, controllate dai rapitori.
Shugaley viene ritenuto un ingranaggio determinante della propaganda russa in Africa anche per l’attività esercitata nel quadro dell’Associazione per la libera ricerca e la cooperazione internazionale (Afric), organizzazione soggetta a sanzioni da parte del Tesoro statunitense per l’acclarato ruolo di società di copertura per le operazioni di influenza di Prigozhin “tramite false missioni di monitoraggio elettorale in Zimbabwe, Madagascar, Repubblica democratica del Congo, Sudafrica e Mozambico”. Il ruolo di “influencer” politico di Shugaley vede il sociologo attivo anche in Repubblica Centrafricana, altro territorio dove il gruppo Wagner ha una solida presenza. In occasione delle elezioni presidenziali del dicembre del 2020, quando il presidente uscente Faustin-Archange Touadera fu rieletto al primo turno, per le strade di Bangui campeggiarono manifesti a suo nome nei quali venivano promossi sondaggi in base ai quali la rielezione di Touadera veniva data per certa (“oltre il 98 per cento” delle preferenze) e con la richiesta di arrestare “i banditi della Cpc” – la Coalizione dei patrioti per il cambiamento, unione di gruppi armati formata nel 2020 per impedire la rielezione di Touadera – voluta dall’87,5 per cento dei presunti intervistati.