informazione

  • Aperte le candidature per il premio giornalistico Lorenzo Natali

    Aperte dal 29 maggio le candidature per il premio Lorenzo Natali 2024, il principale riconoscimento giornalistico dell’UE. Sono invitati a candidarsi online entro la mezzanotte del 30 giugno, inviando articoli e servizi idonei ai criteri, i giornalisti che si occupano di questioni relative a clima, ambiente, energia, digitale, infrastrutture, parità di genere, sviluppo umano, migrazione, sfollamenti forzati, pace, governance, crescita, occupazione sostenibile e giovani.

    I vincitori di ciascuna categoria saranno scelti da una giuria composta da giornalisti di fama internazionale e rappresentanti di organizzazioni non governative di prim’ordine di tutto il mondo. Ciascun vincitore riceverà 10 000 euro. Al vincitore nella categoria “Miglior giornalista emergente” sarà inoltre offerta un’esperienza di lavoro o di tirocinio con un media partner.

    I vincitori verranno annunciati nel corso della cerimonia di consegna del premio Lorenzo Natali, che si terrà a Bruxelles entro la fine dell’anno.

    Il premio rende omaggio all’ex Vicepresidente della Commissione europea Lorenzo Natali, che ha contribuito in modo significativo alla promozione e all’approfondimento delle politiche europee per lo sviluppo. Da oltre trent’anni il riconoscimento che porta il suo nome mantiene vivo questo spirito premiando giornalisti che, con le loro storie, ispirano il cambiamento. Il premio è stato indetto per la prima volta dalla Commissione europea nel 1992.

  • Giornata mondiale della libertà di stampa: l’UE chiede maggiori azioni in sostegno della libertà e indipendenza dei media

    In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, che si celebra il 3 maggio, la Commissione ribadisce il suo impegno a sostenere e difendere la libertà e il pluralismo dei media, nell’UE e nel resto del mondo. I giornalisti devono essere in grado di lavorare liberamente e in modo indipendente: questo diritto è al centro del sistema di valori e della democrazia nell’UE.

    Negli ultimi anni si sono registrati sempre più attacchi nei confronti di giornalisti. Per questo la Commissione europea ha adottato una serie di misure concrete e ha fatto della protezione dei giornalisti uno degli elementi chiave della nostra legislazione in materia di media, con alcune norme che entreranno in vigore sin dalla prossima settimana.

    Lunedì 6 maggio, infatti, entrano in vigore le nuove norme contro le azioni legali abusive contro i giornalisti e i difensori dei diritti umani (“azioni bavaglio” o SLAPP), che forniranno ai giornalisti e ai difensori dei diritti umani strumenti per contrastare i procedimenti giudiziari abusivi.

    Martedì 7 maggio entra in vigore anche il regolamento europeo sulla libertà dei media, che introdurrà ulteriori garanzie in materia di indipendenza editoriale, pluralismo dei media, trasparenza ed equità e consentirà una migliore cooperazione tra le autorità competenti per i media grazie a un nuovo comitato europeo per i media.

    La Commissione ha inoltre pubblicato uno studio dal quale emergono i tangibili progressi compiuti negli Stati membri dell’UE verso l’attuazione della raccomandazione della Commissione sulla protezione, la sicurezza e l’emancipazione dei giornalisti.

  • Spie cinesi scoperte in Germania e Inghilterra

    Spie cinesi sono state arrestate in Germania e in Inghilterra. A Duesseldorf sono stati fermati i coniugi Ina ed Herwig Fischer, rispettivamente amministratore delegato e direttore tecnico della società di consulenza Innovative Dragon (Id). A Bad Homburg è stato arrestato Thomas Reichenbach, responsabile dei rapporti con gli investitori di Id. Secondo il proprio sito web, l’azienda con sede a Londra e uffici sia a Duesseldorf sia a Shangai, ha “oltre 30 anni di esperienza e conoscenza nell’avvio, pianificazione e implementazione di progetti di innovazione”. Inoltre, Id è “specializzata in progetti con un alto livello di innovazione e attenzione alle opportunità di marketing ottimali”, nonché nella “generazione mirata di idee e risoluzione dei problemi”. A Shanghai, la società ha sede nel parco scientifico e tecnologico dell’Università di Donghua. Secondo Id, questa localizzazione consente un “collegamento diretto con le risorse intellettuali” della metropoli cinese. Secondo la Procura generale federale (Gba) che ne ha disposto l’arresto, i Fischer e Reichenbach hanno acquisito informazioni su tecnologie militari per il ministero per la Sicurezza dello Stato cinese (Mss). Per le fonti di “Bild”, i tre sarebbero stati compensati con decine di migliaia di euro per ogni informazione trasmessa al dicastero. Prima del giugno del 2022, in base a quanto comunicato dal Gba, Reichenbach ha operato come agente di un dipendente dell’Mss che si trova in Cina. Per conto di questo contatto, la spia ha ottenuto informazioni in Germania su “tecnologie innovative che potrebbero essere utilizzate per scopi militari”.

    La testata Bild sulla scorta di informazioni ricevute dagli apparati di sicurezza riferisce che i 3 arrestati avrebbero agito per motivi “puramente pecuniari”.

    Con la complicità dei Fischer, l’Id è servita da “mezzo per la presa di contatto e la cooperazione con esponenti del mondo della scienza e della ricerca tedesca”. In particolare, la coppia ha concluso un accordo di collaborazione con un’università della Germania per il “trasferimento scientifico” attraverso la loro società. Nella prima fase si trattava della “preparazione di uno studio per un partner contrattuale cinese sullo stato dell’arte delle parti di macchine importanti anche per il funzionamento di potenti motori navali, ad esempio nelle navi da combattimento”. Dietro il partner contrattuale cinese vi era il dipendente dell’Mss da cui Reichenbach. riceveva i gli ordini. L’operazione è stata “finanziata dalle autorità cinesi”. Al momento del loro arresto, gli accusati erano in trattative su progetti di ricerca che avrebbero potuto essere utili soprattutto per aumentare la potenza della Marina cinese. Su incarico e a pagamento dell’Mss, i tre arrestati hanno acquisito “uno speciale laser dalla Germania e lo hanno esportato in Cina senza autorizzazione”, sebbene si tratti di un dispositivo soggetto al regolamento dell’Ue sui prodotti a duplice uso. Le spie cinesi sono state scoperte e fermate grazie alle indagini dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bfv), l’agenzia di intelligence interna della Germania. Secondo quanto appreso da “Bild”, Reichenbach ha lavorato a lungo in Cina, dove è stato reclutato dall’Mss, parla correntemente il mandarino ed è sposato con una cinese. Con i complici, il detenuto ha costituito l’associazione Smart City che afferma di perseguire “i seguenti obiettivi utili al grande pubblico: evitare e ridurre gli ingorghi nelle aree metropolitane, aumentare la sicurezza nella guida autonoma e diminuire l’inquinamento da particolato”. In Smart City, Reichenbach era primo presidente del consiglio, Ina Fischer sua seconda e suo marito Herwig tesoriere. Sul sito dell’Id si legge che la donna, amministratore delegato della società, ha studiato germanistica e politologia all’Università Georg-August di Gottinga e presso la Scuola tecnica superiore del Reno-Vestfalia di Aquisgrana (Rwth). Dal 1982, l’arrestata ha lavorato come “consulente aziendale indipendente nel settore dell’innovazione e come amministratore delegato in diverse imprese”.Grazie a “numerosi viaggi in Asia e i suoi rapporti commerciali nel mercato asiatico”, Fischer ha fornito “una solida base per l’orientamento internazionale di Innovative Dragon”. Direttore tecnico di Id, il marito Herwig ha studiato presso l’Rwth ingegneria meccanica e costruzione di aerei e veicoli spaziali “con particolare attenzione alla tecnologia di guida e ai materiali in fibra composita”. Dal 1976, Fischer “esercita la libera professione nel settore dell’ingegneria e dello sviluppo di prodotti innovativi”. Da allora, la presunta spia della Cina ha ideato e sviluppato “circa 300 invenzioni con oltre 150 brevetti nei settori automobilistico, aeronautico, della tecnologia di propulsione, delle energie rinnovabili e dello sport”. Direttore tecnico di Id, Fischer era responsabile della “progettazione, costruzione e coordinamento tecnico di tutti i prodotti nonché del supporto dei modelli Cad”. Su Reichenbach, che curava i rapporti tra Id e gli investitori, non sono disponibili altre informazioni.

    Dal sito web di un’altra azienda ora disattivato, il quotidiano “Handelsblatt” ha appreso che la presunta spia della Cina ha studiato all’Università di Pechino a metà degli anni ’80 prima di intraprendere un lavoro autonomo come consulente aziendale. Reichenbach si è descritto come un “esperto di investimenti diretti esteri in Cina” e, sul proprio profilo su Linkedin, affermava di lavorare come responsabile marketing per il Consiglio per lo sviluppo del commercio di Hong Kong (Hktdc) da luglio 2022. Si tratterebbe di una “organizzazione parastatale senza scopo di lucro per sviluppare opportunità commerciali per le aziende di Hong Kong”. Alla scoperta delle attività di spionaggio dei Fischer e di Reichenbach hanno collaborato altre agenzie di intelligence europee, probabilmente del Regno Unito dato che l’Id ha sede a Londra.

    Nel Regno Unito l’emittente “Sky News”, citando l’ufficio della Polizia metropolitana di Londra (Met), ha dato notizia dell’accusa a carico di Christopher Berry, 32 anni, e Christopher Cash, 29 anni, di spionaggio a favore della Cina. I due sono stati accusati ai sensi dell’Official Secrets Act dopo un’indagine antiterrorismo: avrebbero fornito informazioni considerate “utili al nemico”. Tra il dicembre 2021 e il febbraio 2023 i due uomini avrebbero ottenuto, registrato e pubblicato informazioni “per uno scopo pregiudizievole alla sicurezza o agli interessi dello Stato” e che potrebbero essere “direttamente o indirettamente utili a un nemico”. Berry e Cash sono stati rilasciati su cauzione e venerdì compariranno davanti alla corte di Westminster.

  • Giornalista ai domiciliari in Russia per aver diffuso notizie sulla strage di Bucha

    Un tribunale russo, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa “Ria Novosti”, ha ordinato che il giornalista dell’edizione russa di Forbes, Sergej Mingazov, sia messo agli arresti domiciliari. Il suo avvocato, Konstantin Bubon, ha reso noto sulla propria pagina Facebook che Mingazov è stato arrestato a Khabarovsk con l’accusa di aver diffuso false informazioni sull’esercito russ: il giornalista aveva pubblicato sul suo canale Telegram notizie circa gli eventi nella città ucraina di Bucha, dove la popolazione fu trovata sterminata poco dopo l’inizio delle ostilità russe in Ucraina.

    Oltre a scrivere per “Forbes”, infatti, Mingazov ha gestito in passato un canale Telegram, “Khabarovskaja Mingazeta”, dedicato agli eventi che riguardano la regione di Khabarovsk e l’Estremo Oriente della Russia. E proprio attraverso questo canale Mingazov avrebbe “ripostato”, secondo le accuse, dei messaggi presi da altre fonti che accusano l’esercito russo di aver ucciso dei civili a Bucha.

    Nel 2022, Mingazov aveva rilanciato dei messaggi pubblicati su altri canali Telegram che accusavano la Russia di aver commesso un massacro a Bucha. Bubon ha precisato ieri che le autorità hanno perquisito l’abitazione di Mingazov, confiscando telefonini e computer di tutti i membri della sua famiglia.

    Procedendo all’arresto le autorità hanno anche perquisito l’abitazione di Mingazov, confiscando telefonini e computer di tutti i membri della sua famiglia.

  • La Commissione apre il programma di formazione sulla politica di coesione per studenti di giornalismo e giovani giornalisti

    La Commissione ha aperto il periodo di candidatura per l’8a edizione di Youth4Regions, il programma che offre a studenti di giornalismo e giovani giornalisti una settimana a Bruxelles, nell’ottobre 2024, durante la quale i candidati selezionati seguiranno corsi di formazione, lavoreranno fianco a fianco con giornalisti esperti e visiteranno le istituzioni dell’UE e le organizzazioni operanti nel settore dei media.

    Le candidature, riguardanti tre categorie (generale, fotogiornalismo e video giornalismo), possono provenire dagli Stati membri dell’UE, dai paesi vicini e dai paesi in via di adesione.

    I vincitori parteciperanno inoltre al concorso per il prestigioso premio Megalizzi-Niedzielski, dedicato al riconoscimento dell’eccellenza del lavoro svolto da giovani giornalisti, che verrà assegnato il 9 ottobre 2024.

    Youth4Regions è l’iniziativa faro della Commissione volta a promuovere la crescita degli studenti di giornalismo e dei giovani giornalisti, offrendo loro un’esposizione diretta all’UE. Dal suo avvio nel 2017, il programma è stato completato da più di 210 persone provenienti da tutta Europa, che hanno potuto così accedere a esperienze e conoscenze preziose.

    Il modulo di candidatura e le condizioni di partecipazione sono disponibili nella pagina web del programma. Il periodo per la presentazione delle candidature termina l’8 luglio 2024. La Commissione sosterrà tutti i costi del programma per i partecipanti.

  • La disinformazione arma di guerra

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Franco Maestrelli apparso su Corrispondenza Romana il 3 aprile 2024

    Nel dicembre 2023 è tornato in libreria un romanzo da anni esaurito. Si tratta de Il montaggio di Vladimir Volkoff (Edizioni Settecolori, Milano 2023, pagine 350, euro 25,00 con una postfazione di Stenio Solinas), pubblicato per la prima volta in Italia da Rizzoli nel 1983 e che viene presentato solitamente come un romanzo di spionaggio. Uscito in Francia nel 1982, ottenne il Grand Prix du Roman de l’Académie Française e venne tradotto in una decina di lingue.

    A prescindere dal successo del romanzo, quale interesse riveste ora questo libro e chi è l’autore? La trama è abbastanza complessa: Aleksandr Psar, figlio di un emigrato russo, deluso dalla società occidentale e desideroso di rientrare in Russia, vende la sua anima al diavolo sotto l’aspetto di Pitman, funzionario del KGB a Parigi. Psar nelle vesti di agente letterario servirà il governo sovietico come “agente di influenza”. Istruito dal suo reclutatore Pitman e da Abdulrakmanov, il cervello dell’ufficio D del KGB, Psar opera negli ambienti letterari parigini. Il suo incarico è diffondere idee che destabilizzino la società occidentale, usando come armi la disinformazione e l’intossicazione. Si serve di intellettuali di sinistra e di destra come pedine più o meno consapevoli che gli servono da cassa di risonanza.

    La chiave di lettura del romanzo è in questa frase dell’autore. «Non sarei creduto, se affermassi che Il montaggio è soltanto frutto della mia immaginazione». Sotto forma di romanzo quindi l’autore descrive le reali «misure attive» come effettivamente svolte.

    Volkoff nato a Parigi nel 1932 da una famiglia della prima emigrazione russa e morto nel 2005, dopo la laurea e il servizio militare in Algeria (nel servizio di intelligence), svolge un’intensa attività di romanziere. Grazie a un suo romanzo di spionaggio di successo incontra Alexandre de Marenches allora direttore dello SDECE, il servizio di controspionaggio d’oltralpe che gli suggerisce l’idea di dedicarsi al tema della disinformazione che l’Unione Sovietica utilizzava ampiamente nei paesi occidentali. Volkoff sceglie come mezzo questo romanzo. Come seguito e corollario pubblicherà alcuni saggi, mai tradotti in italiano, che permettono di approfondire il tema quali La désinformation arme de guerre. Textes base (L’Age d’Homme, 1986), Petite histoire de la désinformation. Du Cheval de Troie a Internet (Editions du Rocher, 1999) e Manuel du politiquement correct (Editions du Rocher, 2001).

    Nel vocabolario occidentale la parola disinformazione giunge piuttosto tardi (in quello sovietico però era già presente) e si fonda sul manuale del generale e filosofo cinese Sun Tzu (V – VI secolo a,C.) L’arte della guerra. Il segreto dell’antico stratega cinese può essere riassunto in queste sue affermazioni: «La suprema arte della guerra, sta nel soggiogare il nemico senza combattere» e «Tutta l’arte della guerra è fondata sull’inganno». Per fare questo bisogna pianificare e raccogliere informazioni sul nemico attraverso le spie ma soprattutto, prima di aprire le ostilità, gli agenti segreti devono cercare di dividere il fronte nemico, suscitare falsi rumori, dare informazioni errate e demoralizzarlo affinché perda ogni volontà di resistenza.

    Nella guerra si usano dunque astuzie, intossicazione attraverso informazioni false, uso della propaganda “bianca” o “nera” (quella la cui fonte non è individuabile come nemica), e l’influenza sulle popolazioni attraverso operatori in territorio nemico che, ben mimetizzati, suscitino sottilmente divisioni e contrapposizioni nel paese. La disinformazione in senso stretto secondo Volkoff si colloca a mezza strada tra l’intossicazione e l’influenza e, attraverso l’uso dei media che fungono da cassa di risonanza, cerca di modificare l’atteggiamento della popolazione nemica.

    Se l’uso della cosiddetta guerra psicologica è una tecnica, la disinformazione è una dottrina. La disinformazione nell’epoca attuale ha avuto uno sviluppo sempre maggiore al punto che oggi accanto alla guerra convenzionale troviamo sempre un’attività di disinformazione che la precede o la affianca e ormai si parla di guerra asimmetrica, di guerra ibrida e di grey war zone. Storicamente è stata sviluppata fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso in Unione Sovietica nel Dipartimento D del KGB. Questa dottrina si sposa perfettamente con l’insegnamento di Lenin che, accanto all’uso del terrore, prevede che i comunisti all’occorrenza debbano essere pronti, per il trionfo della Rivoluzione, a impiegare ogni astuzia, ogni stratagemma illegale, a negare e dissimulare la verità. Da qui l’abilità del Dipartimento D di falsificare fotografie, firme, documenti con cui intossicare l’Occidente. Non è propaganda, la cui fonte nemica è ben visibile, ma un’intossicazione lenta attraverso una lunga catena, con un misto di vero e di falso, usando i media come cassa di risonanza o inquinando intellettuali e politici di sinistra e di destra. Se necessario la Rivoluzione è capace di creare anche la reazione, per screditarla o per disarmarla come nel caso del “Trust” narrato anche nel romanzo. L’attuale offensiva contro l’Occidente ha riportato l’interesse e l’allarme nei confronti del pericolo delle “misure attive” di disinformazione utilizzate da Cina e Russia.  Oggi la disinformazione ha raggiunto livelli altamente sofisticati grazie all’enorme sviluppo di internet e della “intelligenza artificiale”, che all’epoca del romanzo Il Montaggio, pur previsto, non era ancora così diffuso. In questa complessa epoca di guerre asimmetriche, il confronto dell’Occidente con i suoi nemici si gioca più che con le armi, con i media e con la disinformazione che disarma la già fragile società occidentale. Auspicabile, pertanto, far tesoro degli scritti di Volkoff anche sotto forma di romanzo per farsi idee proprie e non suggestioni e fake news ispirate dagli agenti di influenza.

  • Mentre si discute di regole comuni l’intelligenza artificiale prende sempre più potere sulla nostra vita

    Da molti anni nel mondo occidentale, grazie alla libertà, c’è sovrabbondanza di informazioni ma, grazie alla mancanza di controlli, per verificare che le regole siano rispettate, c’è anche sovrabbondanza di notizie fasulle e di disinformazione.

    L’arrivo dell’intelligenza artificiale, messa di fatto alla portata di tutti senza avere prima stabilito come usarla senza procurare ulteriori danni, sta portando sempre più, per larghe fasce di cittadini, a partire dagli Stati Uniti, alla scomparsa della verità, della stessa realtà.

    Con l’intelligenza artificiale si creano mondi che non esistono, teorie complottiste basate su fantasie tradotte in realtà da una documentazione visiva creata artificialmente.

    Troppe persone ormai vivono in un mondo parallelo, avulse da ciò che effettivamente accade e chi cerca di difendersi non sa a chi credere, non sa se l’articolo che sta leggendo è stato scritto da un giornalista o dall’intelligenza artificiale, non sa come potrebbe cambiare la sua vita se potenze straniere ostili cominciassero a entrare, subdolamente, in casa sua instillando, giorno per giorno, una verità diversa, artefatta, creata per confondere il reale e poi annientarlo.

    Dall’Unione Europea e da molti governi si cerca di trovare una soluzione, delle regole comuni ma, come sempre, si è partiti tardi, molto tardi e mentre si esamina e si discute l’Intelligenza artificiale prende sempre più spazio e potere nella nostra vita e sulla nostra vita.

  • La Commissione invita a Bruxelles giornalisti e creatori di contenuti per far conoscere le istituzioni dell’UE e la politica di coesione

    I giornalisti che desiderano saperne di più sul funzionamento delle istituzioni, sulle politiche generali dell’UE, e in particolare sulla politica di coesione, sono invitati a candidarsi all’edizione 2024 del programma di viaggi per i media #EUinMyRegion della Commissione. L’invito sarà aperto fino alle ore 17:00 di lunedì 8 gennaio 2024.

    Il programma è aperto ai giornalisti regionali e locali e ai creatori di contenuti nell’UE e prevede un viaggio di studio di due giorni a Bruxelles. I partecipanti visiteranno le istituzioni dell’Unione, impareranno di più sulle diverse strutture e procedure e discuteranno di politica di coesione, gestione delle frodi da parte dell’UE e cattiva gestione dei fondi.

    Alla conclusione del programma i partecipanti avranno acquisito una migliore comprensione delle politiche dell’Unione, in particolare della politica di coesione. Avranno inoltre stabilito nuovi contatti e collegamenti con giornalisti di altri paesi e regioni.

    Il primo viaggio di studio è previsto per il 19-22 marzo 2024, mentre altri due sono previsti in aprile e maggio. Ad ogni viaggio di studio dovrebbero partecipare circa 40 giornalisti e creatori di contenuti provenienti dagli Stati membri dell’UE.

  • In attesa di Giustizia: un passo avanti e due indietro

    Nella puntata di domenica 5 novembre di Report il conduttore, Sigfrido Ranucci, ha dedicato un “capitolo” della trasmissione a criticare il Ministro Nordio affermando, incurante che sia una fake new, essere stata approvata una legge di origine governativa che limita, quasi azzerandolo, l’uso delle intercettazioni con la conseguenza che ne risulterebbe mutilata la potenzialità investigativa soprattutto nei confronti di mafiosi e corrotti.

    Per dar corpo allo sproloquio, viene mandato in onda uno stralcio di intervento di Carlo Nordio ad un evento di Fratelli d’Italia: il sapiente taglia e cuci delle parole del Guardasigilli impedisce agli ascoltatori di rendersi conto della bufala che viene loro somministrata…ma non a tutti: il caso vuole che proprio il curatore di questa rubrica stia scrivendo un manuale sul cosiddetto “disegno di legge Nordio” che affronta – tra gli altri – proprio quell’argomento. Sia, allora, da subito ben chiaro, che è un disegno di legge approdato in Commissione Giustizia al Senato poco prima della chiusura per le ferie estive che non è ancora neppure passato al voto dell’Aula. Quindi siamo ben lungi dalla approvazione anche da uno solo dei rami del parlamento.

    Quanto al contenuto della proposta di riforma – per quanto riguarda la parte dedicata alle intercettazioni – la finalità è quella di renderne stringente il divieto di pubblicazione, oggi prassi comune per le redazioni dei quotidiani che ne entrino subito e furtivamente in possesso, qualora il contenuto non sia «riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento»; si vuole, altresì, impedire che possa esservi rilascio di «copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione ad un soggetto diverso dalle parti e dai loro difensori».

    Viene, inoltre, previsto un obbligo di vigilanza del Pubblico Ministero sulle modalità di redazione delle sintesi delle intercettazioni ed il corrispondente dovere del giudice di eliminare quelle non pertinenti e i dati personali sensibili di soggetti estranei ai reati ipotizzati, salva l’ipotesi che siano comunque rilevanti ai fini delle indagini. Tradotto: Nelle trascrizioni fatte dalle Forze dell’Ordine devono evitarsi riferimenti a fatti o persone estranee ai reati di cui si intende accertare la responsabilità ed il giudice dovrà, comunque, eliminare tutte quelle residue non pertinenti. Come dire, la telefonata dell’indagato con l’amante non potrà più diventare un ghiotto boccone per certa stampa: si tratta di principi di civiltà volti ad impedire il dilagante gossip giudiziario. Con buona pace di Ranucci e Report.

    Le intenzioni del Ministro, basandosi sulle  dichiarazioni di intenti quando assunse la carica, sono delle migliori ma…ma…fino ad ora sono rimaste solo buone intenzioni smentite – non sarà tutta colpa sua – dai fatti: vi era quella di riprendere il progetto di riforma del Codice Penale e di dar vita alla eliminazione di una quantità di reati di poco o nessun conto (da trasformare in contravvenzioni amministrative) per alleggerire il carico dei tribunali e, invece, non solo non si ha avuto neppure più notizia di passi in avanti in questo senso ma – anzi – il catalogo dei reati si sta via via arricchendo con nuove ipotesi a cavallo tra l’inutile, il bizzarro ed il francamente improponibile: dalle norme anti rave party all’omicidio nautico fino alla più recente idea di criminalizzare il privato cittadino che non rispetta le regole di smaltimento differenziato della spazzatura.

    E tutto questo mentre ancora dobbiamo iniziare a metabolizzare i danni della “Riforma Cartabia” che ha determinato il coma irreversibile del processo penale proponendo un modello che moltiplica  adempimenti e formalità durante le indagini in nome di un garantismo di facciata invece di assicurare fluidità alla fase investigativa per giungere, se vi sono gli estremi, celermente al giudizio dove la prova – per legge – si deve formare con testimoni freschi di ricordi, documenti rintracciabili senza scavare negli abissi degli archivi e perizie attuali ed attendibili. Dunque, un (mezzo) passo avanti e due (anche di più) indietro: e l’attesa di giustizia continua.

  • La Commissione UE e AGCOM firmano un accordo per sostenere l’applicazione del regolamento sui servizi digitali

    La Commissione ha firmato un accordo amministrativo con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) a sostegno dei poteri di vigilanza e di esecuzione della Commissione ai sensi del regolamento sui servizi digitali.

    L’accordo è volto a sviluppare competenze e capacità che aiuteranno la Commissione a individuare e valutare rischi sistemici nell’ambito del regolamento sui servizi digitali, tra cui i rischi correlati alla diffusione di disinformazione e contenuti illegali e gli effetti negativi sui minori. Contribuirà a organizzare lo scambio pratico di informazioni, dati, buone pratiche, metodologie, sistemi tecnici e strumenti con l’autorità di regolamentazione.

    L’AGCOM è stata nominata coordinatore dei servizi digitali per l’Italia e diventerà pertanto parte del comitato per i servizi digitali, che sarà istituito entro febbraio 2024 e sarà composto da un’autorità competente per Stato membro.

    Il servizio della Commissione responsabile dell’attuazione e dell’applicazione del regolamento sui servizi digitali (CNECT) ha recentemente concluso accordi amministrativi analoghi con le autorità di regolamentazione dei media di Francia e Irlanda e sono in corso colloqui con altre autorità.

    Gli accordi fanno seguito alla recente raccomandazione della Commissione agli Stati membri in cui questi ultimi vengono invitati a coordinare la loro risposta alla diffusione e all’amplificazione di contenuti illegali su piattaforme e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi.

    Il regolamento sui servizi digitali stabilisce norme fondamentali per plasmare un ambiente online sicuro e affidabile all’interno dell’UE.

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