Intelligenza artificiale

  • La Commissione firma la convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale

    La Commissione ha firmato la convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale (IA) a nome dell’UE. Si tratta del primo accordo internazionale giuridicamente vincolante sull’IA ed è pienamente in linea con il regolamento dell’UE sull’IA, la prima normativa globale in materia di IA al mondo.

    La convenzione prevede un approccio comune per garantire che i sistemi di IA siano compatibili con i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, consentendo nel contempo l’innovazione e la fiducia. Comprende una serie di concetti chiave tratti dal regolamento dell’UE sull’IA, tra cui un approccio basato sul rischio, trasparenza lungo la catena del valore dei sistemi di IA e dei contenuti generati dall’IA, obblighi di documentazione dettagliata per i sistemi di IA identificati come ad alto rischio e obblighi di gestione dei rischi con possibilità di introdurre divieti per i sistemi di IA considerati una chiara minaccia per i diritti fondamentali.

    La firma è avvenuta in occasione della conferenza informale dei ministri della Giustizia del Consiglio d’Europa a Vilnius, Lituania. Tra le parti negoziali figuravano l’UE, altri Stati membri del Consiglio d’Europa, la Santa Sede, Stati Uniti, Canada, Messico, Giappone, Israele, Australia, Argentina, Perù, Uruguay e Costa Rica. Il contributo di 68 rappresentanti internazionali della società civile, del mondo accademico, dell’industria e di altre organizzazioni internazionali ha inoltre garantito un approccio globale e inclusivo. La convenzione del Consiglio d’Europa fa parte dei più ampi sforzi dell’UE in materia di IA a livello internazionale, che comprendono discussioni in sede di G7, OCSE, G20 e Nazioni Unite.

    La convenzione sarà attuata nell’UE mediante il regolamento sull’IA, che prevede norme armonizzate per l’immissione sul mercato, la diffusione e l’uso dei sistemi di IA, insieme ad altre normative pertinenti dell’UE, se necessario.

    Dopo la firma, la Commissione elaborerà una proposta di decisione del Consiglio per concludere la convenzione. Anche il Parlamento europeo dovrebbe dare la sua approvazione.

  • Italia tra i Paesi in cui più i lavoratori sfruttano l’intelligenza artificiale

    L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo delle imprese e si è affermata come una presenza stabile nel business delle stesse. Quasi tre quarti dei rispondenti italiani (76%) afferma di avere un’esperienza diretta con la nuova tecnologia. La maggior parte di loro utilizza l’AI prevalentemente nella vita privata (43%), o nel contesto lavorativo (12%), mentre il 20% la impiega in entrambi gli ambiti. Si evidenzia, quindi, un sostanziale ottimismo verso queste tecnologie. È quanto emerge dalla prima edizione dello studio “EY Italy AI Barometer” realizzato da EY, che ha coinvolto oltre 4700 manager di 9 Paesi europei, di cui 528 professionisti di imprese italiane in diversi settori, indagando aspettative e sfide future nei prossimi 12 mesi, nonché l’utilizzo attuale che viene fatto dell’intelligenza artificiale nel business. “L’intelligenza artificiale si sta affermando come una delle principali priorità e l’Italia è tra i primi tre Paesi che l’hanno adottata (77%o) – spiega Giuseppe Santonato, AI Transformation Leader di EY Italia – preceduta solo da Spagna (84 %) e Svizzera (82%). Investire oggi nell’intelligenza artificiale permette alle aziende di posizionarsi come leader in un contesto di mercato in costante evoluzione e sempre più competitivo. Un’azienda su tre, infatti, si prepara a investire sulle sue potenzialità per il prossimo anno e i settori che prevediamo saranno al fronte di questo movimento includono i servizi finanziari, il settore immobiliare e il retail e consumer products”.

    L’analisi evidenzia, quindi, come l’Italia sia avanti nell’implementazione dell’AI nei contesti lavorativi rispetto alla media europea (19%), con quasi un quarto dei rispondenti (24%) che afferma che l’AI sta già influenzando il loro lavoro e il 46% che prevede invece un incremento nei prossimi tre anni dell’impatto delle applicazioni AI nel business. Inoltre, il 24% dei rispondenti ritiene che l’intelligenza artificiale possa sostituire parti delle mansioni su larga scala e il 76% si aspetta che questa porti a una riduzione del numero di dipendenti man mano che il suo utilizzo si consolida. Il tema della formazione si conferma cruciale in questo campo e si evidenzia come le imprese possano fare di più per sostenere i propri lavoratori nell’implementazione dell’AI, adottando un ruolo attivo nella formazione e nell’aggiornamento professionale delle proprie persone: il 37% dei rispondenti, infatti, pensa che la propria azienda dovrebbe fornire maggiore formazione e il 32% ritiene di non avere abbastanza aiuto in questo senso. Solo il 16% dei rispondenti si ritiene soddisfatto della formazione che riceve sul posto di lavoro, inoltre, il 55% dei rispondenti si dedica all’autoformazione, sia privatamente (22%) che professionalmente (20%), entrambi il 13%, prediligendo per la maggior parte formazione dal vivo e workshop e corsi online.

    Le trasformazioni derivanti dalle nuove tecnologie che stanno pervadendo sempre più il business delle imprese non vengono viste in modo negativo dalla maggior parte dei rispondenti: il 52% di questi, infatti, ritiene che la propria azienda abbia sufficienti conoscenze per implementare l’AI nel modo corretto. Guardando ai settori, questo trend si evidenzia in particolare nel settore energetico, dei servizi finanziari e nei media e telecomunicazioni. Al contrario, il 67% dei rispondenti appartenenti al settore pubblico pensa di non avere abbastanza conoscenze. Nonostante le numerose sfide, i benefici dell’adozione dell’AI sono già evidenti, soprattutto in termini di risparmi sui costi: in Italia, più della metà dei manager (58%) afferma che l’uso dell’AI ha permesso loro di risparmiare sui costi, aumentare i profitti o entrambi. Il 16%, al contrario, non ha riscontrato risparmi. Queste tecnologie in Italia impattano maggiormente il 69% di coloro che hanno ruoli manageriali, a differenza di chi ha un ruolo non manageriale (49%).

  • Entra in vigore la legislazione europea sull’intelligenza artificiale

    E’ entrato in vigore il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (IA), il primo atto legislativo comprensivo sull’intelligenza artificiale al mondo. Il regolamento sull’IA è concepito per garantire che l’IA sviluppata e utilizzata nell’UE sia affidabile e offra garanzie per proteggere i diritti fondamentali dei cittadini. Il regolamento mira a istituire un mercato interno armonizzato per l’IA nell’UE, incoraggiandone l’adozione e creando un ambiente favorevole all’innovazione e agli investimenti.

    La maggior parte delle norme della legislazione sull’IA verrà applicata a partire dal 2 agosto 2026. Tuttavia, i divieti sui sistemi di IA che si ritiene rappresentino un rischio inaccettabile si applicheranno già dopo sei mesi, mentre le norme per i cosiddetti “modelli di IA per finalità generali” si applicheranno dopo 12 mesi.

    Come “ponte” durante il periodo transitorio che precederà la piena attuazione del regolamento, la Commissione ha varato il patto per l’IA. Tale iniziativa invita gli sviluppatori di IA ad adottare volontariamente gli obblighi fondamentali del regolamento sull’IA prima dei termini legali.

    Gli Stati membri hanno ora tempo fino al 2 agosto 2025 per designare autorità nazionali competenti che vigilino sull’applicazione delle norme relative ai sistemi di IA e svolgano attività di vigilanza del mercato. L’ufficio per l’IA della Commissione sarà il principale organo di attuazione del regolamento sull’IA a livello dell’UE, oltre a monitorare le norme per i cosiddetti modelli di IA per finalità generali.

  • Bastano 15 secondi per clonare una voce

    L’intelligenza artificiale può clonare la voce umana in modo pressoché perfetto e generare file audio deepfake con cui perpetrare truffe e generare disinformazione.

    Fino a qualche tempo fa l’intelligenza artificiale riusciva a clonare la voce basandosi su campioni audio piuttosto lunghi (almeno 30 minuti), che dovevano rispettare specifici standard qualitativi ed espressivi per poter consentire all’algoritmo di sintetizzare la voce alla perfezione; oggi può bastare un semplice vocale WhatsApp.

    Per evitare che succeda è bene anzitutto limitare il consenso all’utilizzo dei cookies che viene chiesto quando si naviga in rete ed è poi opportuno avvalersi degli strumenti tecnologici in via di sviluppo per impedire di vedersi rubare la voce, come ad esempio AntiFake. Negli Usa sono già numerosi vip e star che hanno lamentato di aver vista clonata la propria voce lamentando di non aver acconsentito e reclamando i diritti di autore del caso e nelle primarie per la scelta del prossimo presidente americano sono stati utilizzati anche messaggi con la voce registrata dei candidati stessi per distogliere gli elettori avversari dal recarsi a votare.

    La buona notizia è che alcune aziende che sviluppano intelligenza artificiale e dunque la connessa possibilità di clonare la voce hanno intanto annunciato che non renderanno accessibile al pubblico la funzione di duplicazione della voce almeno fino a quando i sistemi bancari non avranno rimosso o meglio tutelata i sistemi di accesso ai conti individuali basati sulla voce (oggi clonabile) di chi è titolare del conto stesso.

  • La Commissione istituisce un ufficio per rafforzare la leadership dell’UE in materia di Intelligenza Artificiale sicura e affidabile

    La Commissione ha presentato l’Ufficio per l’IA che, istituito internamente, mira a consentire uno sviluppo, una diffusione e un uso futuri dell’IA tali da promuovere i benefici e l’innovazione sociali ed economici, attenuando nel contempo i rischi. L’Ufficio svolgerà un ruolo fondamentale nell’attuazione della normativa sull’intelligenza artificiale, in particolare in relazione ai modelli di IA per finalità generali. Promuoverà inoltre la ricerca e l’innovazione per una IA affidabile e per permettere all’UE di avere un ruolo di leader nelle discussioni internazionali.

  • L’intelligenza artificiale aumenterà del 25% la produttività mondiale

    L’Intelligenza artificiale generativa – anche detta Generative AI -, oggi rappresenta la nuova frontiera dell’innovazione tecnologica che trasformerà il settore delle utilities. Si stima infatti, che per le Utilities, la Generative AI potrà portare a un incremento della produttività fino al 25% a livello mondiale. Queste sono alcune delle evidenze emerse dall’analisi Agici-Accenture presentata a Milano in occasione del Workshop: “Le utilities nell’era della Generative AI: ottimizzazione, competitività e gestione degli asset” organizzato dalle due società, alla presenza dei top manager delle principali aziende del settore. A oggi il 77% dei dispositivi elettronici include già una qualche forma di Generative AI. Lo scorso febbraio, a distanza di un anno da ChatGPT 3.5, è stato lanciato Sora, un modello di generazione di video da testi, oltre a Dall-E 3, in grado di generare immagini ad alta definizione da testi. Le grandi aziende dell’IT sembrerebbe punti con “decisione” su questa tecnologia, con investimenti in start-up dedicate che nel 2023 sono stati pari a 33 miliardi di dollari per Meta, 13 miliardi per Microsoft, 4 miliardi per Amazon e 2 per Google.

    Cresce infatti il numero delle realtà che puntano alla Generative AI, come Siram Veolia, “perché é una tecnologia che ha una potenzialità incredibile. Soprattutto nel nostro mestiere, che ha a che fare con l’ambiente e, nel nostro caso specifico, con l’efficientamento energetico, il digitale ha un effetto moltiplicatore estremamente importante” ha spiegato Emanuela Trentin, Amministratore Delegato di Siram Veolia, che “questo dal punto di vista dei risvolti ottimistici e positivi”. Sarà necessario poi costruire un modello flessibile per rendere l’intelligenza artificiale scalabile, accertarsi che questa venga usata in modo responsabile e senza generare rischi (Accenture calcola che il 28% dei lavoratori usi già la Generative AI, il 50% dei quali senza supervisione) e riqualificare e riorganizzare la forza lavoro, che dovrà arrivare a uno stato “liquido”, pronto cioè a modificare velocemente ruoli e compiti in modo da stare al passo dell’evoluzione tecnologica. Infatti ha precisato Trentin che “questi sono anche strumenti che sono tanto potenti quanto da maneggiare con estrema cautela”. Per questo “ci siamo dotati di una compliance forte proprio per gestire al meglio l’utilizzo di questi strumenti che, appunto, devono essere governati”. Inoltre, per quanto riguarda il dato, Veolia “ha già sviluppato un suo sistema, di sua proprietà, perché con ChatGpt, se utilizzato in maniera inconsapevole e non strutturata, si rischia di diffondere all’esterno dei dati sensibili” ha osservato.

    La Gen AI trasformerà in modo sostanziale la Industry, a partire da tre direttrici principali che possiamo definire come “archetipi”: nuove modalità di interazione con i clienti, una ridefinizione degli asset aziendali attraverso l’incrocio fra “fisico” e “digitale” (phygital) e, infine, la progettazione di nuovi servizi, costruiti attorno ai lavoratori. Sulla scia della digitalizzazione e della ricerca Pier Lorenzo Dell’Orco, amministratore delegato di Italgas Reti spiega che ora “stiamo avviando una nuova fase, che sarà dominata dall’avvento prorompente dell’intelligenza artificiale generativa”. Inoltre, si è detto “fortemente convinto che la GenAI cambierà, in positivo, l’organizzazione complessiva del settore e il nostro modo di fare”. Infatti, “abbiamo avviato le prime iniziative di GenAI nell’ambito della gestione documentale, dei processi commerciali e delle manutenzioni degli asset, e i primi risultati sono davvero sorprendenti. Siamo molto fiduciosi sugli sviluppi futuri”. Il gruppo italgas ha avviato già dal 2017 “un ambizioso percorso diretto alla completa digitalizzazione degli asset e dei processi aziendali, iniziato con la totale migrazione on cloud nel e proseguito con il deployment massivo degli smart meters, la digitalizzazione di impianti e reti di distribuzione e lo sviluppo del primo sistema al mondo di comando e controllo remotizzato per reti gas. Di pari passo abbiamo avviato concrete applicazioni di intelligenza artificiale, che ci hanno portato in pochi anni a conseguire risultati sorprendenti in termini di adoption ed efficienza. Oggi, in Italgas, una persona su 4 utilizza quotidianamente strumenti di intelligenza artificiale per svolgere in modo più rapido ed efficace il proprio lavoro” ha concluso.

    La Generative AI “rappresenta un fattore trasformativo dirompente anche per il mondo delle Utilities e consentirà a tutti gli attori del mercato di ripensare radicalmente il modo in cui si svolgono processi e modalità di interazione con i consumatori, abilitando soluzioni fino a oggi inimmaginabili. Pensiamo, infatti, che nel comparto delle Utilities in Italia fino al 40% delle ore lavorate sarà trasformato dalla Gen AI, migliorando la qualità del lavoro delle persone e la produttività attraverso le potenzialità di questa innovativa tecnologia, a beneficio dell’intero Sistema” ha sottolineato Claudio Arcudi, responsabile dell’Industry Group Energy e utility in Europa di Accenture. Il mondo dell’energia “si trova oggi sulla soglia di una grande trasformazione, quella dell’Intelligenza Artificiale, che potrà rivelarsi decisiva per lo sviluppo di un settore sempre più complesso” ha evidenziato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici. La crescente centralità dell’efficienza energetica, delle rinnovabili, dell’economia circolare e della gestione delle acque in Europa e in Italia “ha ampliato, rispetto al passato, il perimetro delle attività svolte dalle Utilities. Aprirsi alla rivoluzione dell’IA Generativa sarà quindi funzionale alla gestione di questa complessità, favorendo anche un aumento della produttività delle Utilities. Per questo motivo, con l’incontro di oggi abbiamo voluto dare il nostro contributo al tema, per lanciare lo sguardo su un futuro che è sempre più vicino” ha concluso.

    Al termine dell’incontro sono stati consegnati i premi “Manager Utilities – Andrea Gilardoni” per l’anno 2023, votati dai prestigiosi comitati della Rivista Management delle Utilities e delle Infrastrutture di Agici. In questa diciassettesima edizione, vince nella categoria Energia Monica Iacono, ceo di Engie Italia, premiata dalla giuria “per i risultati raggiunti nel promuovere la leadership di Engie Italia nel processo di transizione energetica del nostro Paese”. Luca Dal Fabbro, Presidente Esecutivo di Iren, si aggiudica la vittoria nella categoria “Servizi Pubblici Locali “per la visione strategica fortemente innovativa ed i risultati industriali raggiunti da Iren nei servizi ambientali e nella circular economy”. Infine, Valentina Tamburini, head of strategy di A2A, ha ottenuto il Riconoscimento Speciale “L’energia di domani: il futuro è donna”, giunto alla seconda edizione e destinato alle professioniste under 40 nel settore delle utilities, “per il prezioso contributo al disegno della strategia del gruppo A2A”.

  • L’acqua scarseggia, ma l’intelligenza artificiale aiuta a non sprecare quella che c’è

    Il 22 marzo si è celebrato il World Water Day, la Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per sensibilizzare sul valore di questa preziosa risorsa, ancora difficilmente accessibile per 2 miliardi di persone.

    Al di là del valore umanitario della giornata proclamata dall’Onu, il problema dell’acqua riguarda anche l’Italia. Nel 2021 l’Istat fotografava un’Italia con 286 giorni senza pioggia all’anno, un dato in costante crescita dal 2015. E lo scorso febbraio il Centro internazionale di monitoraggio ambientale ha denunciato una carenza di neve su Alpi e Appennini del 63%, mentre le regioni del Centro e del Sud, in particolare Sicilia e Sardegna, rimangono tuttora a secco. Certo, a marzo Giove Pluvio non ha mancato di manifestarsi ma la siccità appare ormai non più un’emergenza bensì un fenomeno strutturale che richiede strategie di lungo periodo. Secondo la Fao è causa del 34% di tutte le catastrofi naturali che si verificano a livello globale.

    A livello globale, per ottenere acqua potabile si contano oltre 16mila desalinizzatori, di cui i più noti sono quelli di Barcellona e in Israele.  L’Italia ha a sua volta intrapreso la via della desalinizzazione ma appare più capace a recuperare acqua potabile tramite la depurazione delle acque di scarto. In Emilia-Romagna un progetto dell’Università di Bologna e di Enea sulla depurazione delle acque di scarto ha permesso di coprire il 70% del fabbisogno idrico regionale, con vantaggi soprattutto per l’agricoltura (il settore che la Fao indica come il responsabile della maggior parte del consumo di acqua destinata all’uomo).
    Sistemi di intelligenza artificiale, internet of things e droni che permettono di gestire meglio l’irrigazione dei campi consentono di procedere alla valutazione dell’umidità del terreno, attraverso sensori meteorologici e di suolo, e al monitoraggio costante dello stato di salute della pianta, per poter intervenire tempestivamente, ridurre l’uso di fertilizzanti e rendere l’irrigazione più efficiente e mirata, abbattendo gli sprechi.

  • I ceo aziendali finiranno commissariati dall’intelligenza artificiale?

    L’intelligenza artificiale commissarierà dirigenti e amministratori delegati di aziende e società? G42, colosso con sede ad Abu Dhabi (attivo in settori che vanno dalle tecnologie alle comunicazioni, dalla farmaceutica all’intelligenza artificiale) ha lanciato BoardNavigator presentandolo come un ‘secondo pilota’ che affiancherà chi guida grandi imprese aiutandoli a scegliere le migliori strategie. Secondo i suoi sviluppatori, si tratta di «un compagno del consiglio di amministrazione con I. A. che trasformerà la strategia e la governance aziendale» e «sarà disponibile per le organizzazioni di tutto il mondo, analizzerà grandi set di dati privati e pubblici per supportare i membri del consiglio di amministrazione nei loro processi decisionali».

    Costruito pensando alla sicurezza del servizio Azure OpenAI di Microsoft, BoardNavigator risponderà alle esigenze specifiche delle singole organizzazioni utilizzando i dati dell’organizzazione per garantire privacy, pertinenza e accuratezza. «BoardNavigator sarà in grado di elaborare decenni di dati aziendali interni, informazioni finanziarie combinate con tendenze e indicatori di mercato esterni che aiuteranno a navigare nelle complessità delle risoluzioni aziendali, attraverso capacità analitiche superiori», evidenzia l’agenzia stampa emiratina Wam dando notizia della prima azienda che lo metterà alla prova: International Holding Company (IHC), società di investimento multisettoriale e globale già quotata alla Borsa degli Emirati Arabi Uniti. Sarà la prima organizzazione complessa ad adottare BoardNavigator in tutte le attività del Consiglio di amministrazione.

    All’atto pratico, si tratta di vedere cosa succederà quando i dirigenti dovranno optare tra varie scelte, seguendo o meno il ‘secondo pilota’. Cosa succederà se seguendo i suoi consigli le performance aziendali no fossero quelle attese? Il secondo pilota diventerà di fatto un elemento di valutazione della performatività dei dirigenti aziendali?

    “Aiden Insight”, come è stato chiamato da IHC, sarà utilizzato nelle riunioni del consiglio di amministrazione di IHC come strumento decisionale, offrendo approfondimenti in tempo reale per informare le discussioni e guidare le decisioni. In tale veste, Aiden Insight sarà responsabile dell’osservazione delle riunioni del consiglio di amministrazione dell’IHC, fornendo analisi dei dati, valutazione del rischio e supporto alla pianificazione strategica in modo sicuro e conforme. Secondo Tahnoun bin Zayed Al Nahyan, Presidente di IHC, «Aiden Insight ci fornirà analisi dei dati e approfondimenti strategici senza precedenti, garantendo che IHC rimanga in prima linea negli sviluppi del settore e continui a fornire valore ai nostri azionisti».

    G42 intende inizialmente implementare BoardNavigator nei settori in cui vanta competenze significative, tra cui energia, salute, finanza e tecnologia. Successivamente, prevede di espandere la portata dello strumento a diversi settori e mercati, garantendo un’applicabilità diffusa e un impatto positivo nel tempo.

  • La Commissione richiede informazioni sui rischi dell’IA generativa a sei piattaforme e due motori di ricerca online

    La Commissione ha formalmente inviato a Bing e Google Search (motori di ricerca online di dimensioni molto grandi), e a Facebook, Instagram, Snapchat, TikTok, X e YouTube (piattaforme online di dimensioni molto grandi) richieste di informazioni riguardo alle loro misure di mitigazione dei rischi relativi all’IA generativa, tra cui la diffusione virale di deepfake, le cosiddette “allucinazioni” in cui l’IA fornisce informazioni false e la manipolazione automatizzata di servizi che possono fuorviare gli elettori.

    La Commissione richiede inoltre informazioni e documenti interni sulla valutazione dei rischi e sulle misure di mitigazione relative all’impatto dell’IA generativa su processi elettorali, diffusione di contenuti illegali, tutela dei diritti fondamentali, violenza di genere, tutela dei minori, benessere mentale, protezione dei dati personali, protezione dei consumatori e proprietà intellettuale. Tali questioni riguardano sia la diffusione sia la creazione di contenuti di IA generativa.

    Le aziende interessate sono tenute a fornire alla Commissione le informazioni richieste entro il 5 aprile 2024 per le questioni legate alla protezione delle elezioni ed entro il 26 aprile 2024 per le questioni rimanenti.

  • Mentre si discute di regole comuni l’intelligenza artificiale prende sempre più potere sulla nostra vita

    Da molti anni nel mondo occidentale, grazie alla libertà, c’è sovrabbondanza di informazioni ma, grazie alla mancanza di controlli, per verificare che le regole siano rispettate, c’è anche sovrabbondanza di notizie fasulle e di disinformazione.

    L’arrivo dell’intelligenza artificiale, messa di fatto alla portata di tutti senza avere prima stabilito come usarla senza procurare ulteriori danni, sta portando sempre più, per larghe fasce di cittadini, a partire dagli Stati Uniti, alla scomparsa della verità, della stessa realtà.

    Con l’intelligenza artificiale si creano mondi che non esistono, teorie complottiste basate su fantasie tradotte in realtà da una documentazione visiva creata artificialmente.

    Troppe persone ormai vivono in un mondo parallelo, avulse da ciò che effettivamente accade e chi cerca di difendersi non sa a chi credere, non sa se l’articolo che sta leggendo è stato scritto da un giornalista o dall’intelligenza artificiale, non sa come potrebbe cambiare la sua vita se potenze straniere ostili cominciassero a entrare, subdolamente, in casa sua instillando, giorno per giorno, una verità diversa, artefatta, creata per confondere il reale e poi annientarlo.

    Dall’Unione Europea e da molti governi si cerca di trovare una soluzione, delle regole comuni ma, come sempre, si è partiti tardi, molto tardi e mentre si esamina e si discute l’Intelligenza artificiale prende sempre più spazio e potere nella nostra vita e sulla nostra vita.

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