“Il fenomeno delle truffe on line è in costante e preoccupante aumento!” a rilevare tale dato ed a lanciare l’allarme è l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”.
Quest’ultima, infatti, dai dati in proprio possesso, basati su segnalazioni ricevute, vicende seguite per tutelare i diritti dei propri associati e lo studio e la catalogazione di pronunzie dell’Arbitro Bancario Finanziario e dell’Autorità Giudiziaria, ha potuto costruire un quadro completo del fenomeno.
Secondo l’Associazione le truffe on line non solo sono in continuo aumento ma stanno registrando una sensibile evoluzione anche per quanto concerne le modalità tecniche delle stesse, divenendo sempre più sofisticate, insidiose e difficili da individuare per il consumatore che viene, nella maggior parte dei casi, colto alla sprovvista.
“Dal phishing siamo approdati alla truffa del codice QR, passando attraverso il visching e lo smishing – afferma l’avv. Emilio Graziuso, Presidente dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” – Anche lo stesso phishing, forma iniziale di truffa on line, si è evoluto con il tempo ed ha assunto la forma della c.d. truffa del pacco ed ultimamente lo stesso è effettuato non più solo tramite e su email semplice ma attraverso e su indirizzo di posta elettronica certificata (pec), sotto forma di notifica di atti giudiziari o comunicazioni di enti pubblici” .
Un vero e proprio arrembaggio, quindi, ai dati sensibili ed al denaro di ignari consumatori che molto spesso non riescono a fronteggiarlo non avendo una informazione adeguata come scudo protettivo.
Ed è proprio sul versante dell’informazione che l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” da anni svolge un ruolo di vera e propria “prevenzione”.
“L’informazione è l’arma più potente della quale il consumatore può munirsi per difendere i propri diritti. Essa, infatti, agisce in una fase preventiva evitando, sin dal principio, il verificarsi dell’evento dannoso. Una volta che il consumatore è stato vittima di una truffa on line, infatti, il danno si è ormai verificato ed alla vittima del raggiro non resta che percorrere la strada giudiziaria, preceduta dalla mediazione o dalla procedura dinnanzi all’Arbitro Bancario Finanziario, per la tutela dei propri diritti” afferma l’avv. Emilio Graziuso.
Nell’ambito della propria attività di informazione, l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” ha redatto un apposito vademecum – aggiornato costantemente sulla base delle nuove tipologie e modalità di truffa – che si prefigge di fornire uno strumento rapido, agile ed efficace per consentire al cittadino di individuare immediatamente una truffa informatica e non rimanere vittima della stessa.
VADEMECUM CONTRO LE TRUFFE ON LINE
1.Nessuna Banca, Società (sia essa di gestione di carte di credito, sia essa di spedizione, ecc.), Ente Pubblico o Autorità Giudiziaria (Nazionale o estera) chiede, attraverso email, pec, sms, whatsapp o telefonicamente i dati personali del cliente;
2.l’indirizzo dal quale proviene la mail o la pec fraudolenta non è quello ufficiale dell’Istituto di credito, della Società, dell’Ente o dell’Autorità Giudiziaria (Nazionale o estera) alla quale si vorrebbe attribuire e del quale viene riprodotto, spesso in modo perfetto, il logo;
3.l’oggetto della email o della pec è, spesso, generico, alle volte scritto in lingua inglese o appare come risposta ad una email precedente;
4.nella email o pec fraudolenta, non viene, quasi mai inserito il nome e cognome del destinatario, ma sono utilizzati locuzioni standard come “Gentile cliente”, “Egr. signore” ecc.;
5.nel testo della mail o pec sono presenti errori di ortografia e di grammatica. Ad esempio: molte parole sono privi di accenti, di lettere o sono unite con quelle successive; l’italiano, in alcuni passaggi, è poco comprensibile;
- Anche la formattazione del testo risulta poco precisa;
- le mail o pec (phishing), gli sms (smishing) e le telefonate (vishing) fraudolenti, nel proprio contenuto, paventano, qualora non si inseriscano i dati richiesti, un danno economico, il blocco del conto corrente, della carta di credito o di un pacco in attesa di consegna. In altri casi, l’inserimento dei dati è richiesto per riscuotere vincite o beneficiare di offerte irrinunciabili. In altri ancora si tratta di comunicazione di azioni giudiziarie intraprese nei confronti del destinatario per evitare le quali è possibile concludere unn accordo con il pagamento di una somma di denaro;
8.le email o pec, gli sms ed i whatsapp fraudolenti contengono l’indicazione di un link di rimando ad un sito che, sebbene spesso identico o molto simile a quello della Banca o della Società per le quali i truffatori si spacciano, non è, invece, quello ufficiale. Su tale link di rimando è bene, quindi, non cliccare;
9.spesso le email o pec pervenute dai phisher ricadono tra la posta indesiderata;
10.per evitare di cadere vittima di una truffa informatica si consiglia di:
a)non aprire e cancellare immediatamente email, pec, sms e whatsapp sospetti;
b)non intrattenersi in conversazioni telefoniche con soggetti/istituti/enti ed in particolare con coloro che richiedano di effettuare operazioni o inserire o fornire i propri dati personali e/o i propri codici di accesso;
c)non fornire mai i propri dati personali, codici di accesso ed informazioni private;
d)qualora si è, effettivamente, clienti della Banca o della Società della quale si è ricevuto telefonate, email o pec, sms o whatsapp sospetti, telefonare o contattare, tramite i canali ufficiali, la detta Banca o Società;
11.non scansionare codici QR dei quali non si è certi della provenienza;
12.qualora si sia rimasti vittime di truffe on line: bloccare, immediatamente, il proprio conto corrente e la propria carta di credito, comunicare l’accaduto al proprio istituto di credito e sporgere denunzia alla Polizia Postale.