Investimenti per 190 miliardi nel periodo 2021-2030, di cui 40 nei prossimi 3 anni. E’ con questa potenza di fuoco che il gruppo Enel si attrezza per affrontare le sfide future. Davanti c’è un “decennio pieno di opportunità”, ha spiegato l’a.d. Francesco Starace che affida al nuovo piano strategico triennale la “direzione per i prossimi 10 anni”. Al centro della strategia, l’accelerazione della transizione energetica, con l’obiettivo di fare del gruppo un protagonista nelle rinnovabili.
Il nuovo piano 2021-23, presentato ai mercati e alla stampa, è corredato da una visione strategica decennale per cogliere al meglio i cambiamenti che caratterizzeranno i prossimi anni, dal crescente ruolo delle rinnovabili all’elettrificazione e digitalizzazione delle infrastrutture. Per farlo, il gruppo mobilita una maxi-mole di risorse al 2030: 160 miliardi di investimenti diretti (150 attraverso il modello ‘Ownership’, cioè in proprio, e altri 10 attraverso il modello ‘Stewardship’, cioè attraverso partnership), e altri 30 miliardi provenienti da terzi. Sull’orizzonte dei tre anni, investirà direttamente circa 40 miliardi (38 nel quadro del modello Ownership e 2 miliardi Stewardship), mobilitando altri 8 miliardi da terzi, con una crescita degli investimenti di circa il 36% rispetto al piano precedente. Solo per l’Italia, precisa il Cfo Alberto De Paoli, il nuovo piano prevede “14 miliardi di euro di investimenti”, dai 9 del precedente. L’obiettivo del piano è far crescere l’Ebitda ordinario ad un tasso annuo composto del 5-6% (a 20,7 e 21,3 miliardi di euro nel 2023) e l’utile netto ordinario ad un ritmo tra l’8 e il 10% (a 6,5-6,7 miliardi di euro nel 2023). Enel guarda anche agli azionisti, ridefinendo la politica dei dividendi, con un dividendo fisso per azione garantito e crescente nel triennio (+7% fino a 0,43 euro nel 2023): una “politica molto chiara e attrattiva che darà dei benefici ai nostri azionisti”, sottolinea Starace, “e questo sarà un vantaggio per noi, per la società e sarà un futuro molto luminoso per Enel”.
E’ alle rinnovabili che viene dedicata una grossa fetta di questi investimenti: 70 miliardi in 10 anni che consentiranno di arrivare a circa 120 GW di capacità installata nel 2030, quasi tre volte quella attuale. Nei primi tre anni del piano, grazie a 17 miliardi di investimenti, la capacità installata da rinnovabili salirà a 60 GW (+33%). “Intendiamo diventare veramente protagonisti nelle rinnovabili con una presenza mondiale”, ha sottolineato Starace, che considera le rinnovabili “il futuro della produzione energetica” e punta a raggiungere una quota di mercato del 4% (da 2,5% attuale) in 10 anni. In parallelo, Enel spinge l’acceleratore anche sul processo di decarbonizzazione (la quota di produzione dal carbone scende già quest’anno al 7%, dal 28% del 2017), anticipando di 3 anni l’uscita dal carbone al 2027.
Una grossa percentuale degli investimenti è poi destinata alle infrastrutture e reti, con un’attenzione particolare alla digitalizzazione. Un intervento che consentirà di aumentare gli utenti finali a circa 77 milioni nel 2023, digitalizzati al 64% con contatori intelligenti nel 2023 (da circa 74 milioni, digitalizzati al 60% nel 2020), per poi arrivare a oltre 90 milioni nell’arco di 10 anni, digitalizzati al 100% grazie all’uso dei contatori intelligenti. E parlando di reti, uno dei temi caldi resta Open Fiber, soprattutto dopo il pressing del governo per accelerare sulla rete unica. Starace, che vede nella missiva una “conferma” della bontà della scelta di creare Open Fiber, ha risposto in modo vago alle molte domande di analisti e stampa (monetizziamo non appena vediamo un’opportunità “in linea con il nostro interesse”, ha detto, forse è un bene uscire “se il prezzo è giusto e le condizioni sono quelle giuste”). Salvo poi rivelare, in un’intervista a Bloomberg Tv, che l’accordo potrebbe essere vicino: la vendita della nostra quota è “questione di settimane”, tanto che l’argomento prezzo è già stato superato e si è arrivati agli ultimi dettagli.