libro

  • ‘Dispersi di guerra’, il nuovo libro della storica Silvia Pascale

    Si intitola Dispersi di guerra ed esce il 24 gennaio il nuovo volume sugli IMI (Internati militari italiani) firmato dalla storica Silvia Pascale e Orlando Materassi. Il libro racconta una tragica verità, che solo oggi, a 80 anni di distanza, le famiglie possono conoscere: decine di IMI finirono nelle cliniche naziste degli orrori.

    Alle già troppe vittime accertate della Seconda guerra mondiale si aggiungono le migliaia di soldati sconosciuti e dispersi, tuttora sepolti in luoghi ignoti in territorio straniero o italiano. Per ognuna di queste spoglie senza nome c’è almeno una persona, ma molto più spesso una famiglia che per molto tempo ha aspettato invano il ritorno del proprio caro e a un certo punto, in seguito, ne ha dovuto accettare la perdita senza conoscerne realmente il destino.

    Alcune di queste famiglie non hanno mai smesso di cercare. Al loro fianco ci sono le associazioni e gli enti che credono fermamente nella necessità di fare memoria pubblica : il singolo dramma familiare si unisce quindi alla ricostruzione della vicenda storica, confluendo nella narrazione collettiva.

  • Premio Megliounlibro 2023: quando le favole diventano testimonianza del proprio paese di origine

    Io sono figlio del fiume in Congo, sono nato in una regione in cui sfocia in tutta la sua grandezza e bellezza e arrivo a Pavia, in Italia, dove c’è il Ticino, cosiddetto “fiume azzurro”: dove cerco di riproporre la tradizione congolese ho ritrovato il fiume. La mia idea è proprio quello di riproporre storie che altrimenti non si conoscerebbero, e scrivere in italiano, per i ragazzi dai 9 ai 99 anni”. Sono parole di Paul Bakolo Ngoi, autore che sa valorizzare le tradizioni del Paese d’origine, la Repubblica Democratica del Congo, parlando ai più giovani e alle diverse generazioni con chiarezza e ironia e trasmettendo tra le righe la classica “morale della favola, e vincitore del premio letterario Megliounlibro con la sua opera più recente “Nonno mi racconti una favola”.

    Il Premio Megliounlibro è nato nel 2019 durante la Bologna Children’s Book Fair “per valorizzare testi scelti tra quelli recensiti di recente dal magazine Megliounlibro, che più degli altri abbiano saputo rapire il piccolo lettore, trasportandolo in una dimensione ricca di messaggi e portatrice di bellezza nelle sue variegate sfaccettature”, così Laura Prinetti, direttore responsabile.

    Per la giuria, composta da Marco Bertola presidente Giuria, giornalista, vicepresidente del Book Counselling, Ayleen Pineda architetto, esperta Letterature comparate, redazione Megliounlibro, Marinella Blanchi docente scuola primaria IC Toscanini-Perotti, Torino, Laura Prinetti, direttore responsabile Megliounlibro, docente Università Cattolica, “Nonno raccontami una favola” una perla luminosa, che affascina e coinvolge, trasportando i bambini, ai quali le favole sono destinate (e anche gli adulti che leggeranno con loro) in un mondo fantastico ma non distaccato dal reale.

    Megliounlibro, magazine di orientamento alla lettura, edito da 26 anni dalla non profit Il Segnalibro Book Counselling Service, ha tra i fini la promozione “della lettura che trasmette bellezza” per un target dai bambini agli adulti. Una redazione composta da cinque donne, e una schiera di collaboratori, tutti volontari e preparatissimi nel vagliare l’aspetto estetico e formativo delle opere. La sfida è trovare “i classici del futuro”, le perle. Questo Premio arriva a #BookcityMilano 2023 per valorizzare l’opera di un autore che ha il merito di saper trasmettere con garbo le tradizioni del suo Paese d’origine.

  • L’Africa raccontata dagli italiani che vivono lì

    Riceviamo dal sito bancadipiacenza.it e pubblichiamo 

    «Un libro curioso, piacevole da leggere, in parte biografico, che dà una visione dell’Africa cogliendo le sensibilità di italiani che lì vivono» (Stefano Zecchi); «I libri, come i film, raccontano la nostra vita vista dagli altri. La mia ultima fatica editoriale fa questo: testimonia la quotidianità di chi ha deciso di spostare le proprie esistenze in Kenya piuttosto che in Tanzania. Perché l’ho scritto? Non c’è una ragione legata a un progetto, è nato per caso, con lo scopo di lanciare messaggi utilizzando le altrui esperienze» (Cristiana Muscardini).
    Questi alcuni flash del dialogo tra il filosofo-scrittore e l’ex europarlamentare autrice del volume Safari – Viaggio nella vita di italiani in Africa (Ed. Gruppo Albatros-Il Filo), presentato al PalabancaEventi (Sala Panini) per iniziativa della Banca di Piacenza. Istituto ringraziato dall’on. Muscardini, che ha mandato un saluto – alla memoria – a Corrado Sforza Fogliani, definito «Presidente in eterno», ricordato anche dal vicepresidente della Banca Domenico Capra nel suo intervento di saluto. L’autrice (esperta di questioni europee, di ambiente e terrorismo, studio a Milano ma Valtrebbia come rifugio, dove vive con Mario e Anastasia e gli inseparabili cani – Luna, Tatanka, Evita, Sirio – e gatti – BobBon, Neve, Mao Mao), assecondando le sollecitazioni del prof. Zecchi, ha spiegato la grande differenza tra europei e africani: «Noi europei, pur avendo storie in comune, siamo sì diversi ma cerchiamo di restare uniti nelle diversità. In Africa non è così: le religioni hanno creato fratture spaventose».
    L’ex docente di Estetica ha posto quindi l’accento sulla nuova colonizzazione dell’Africa da parte della Cina. «E’ un problema gravissimo», ha risposto l’autrice, spiegando che «la Cina ha fatto lì investimenti colossali in infrastrutture, di cui poi rimane proprietaria e da cui pretende un ritorno. Gestisce le attività industriali e paga gli operai africani 1 dollaro al giorno, creando tensioni sociali che spesso sfociano in sommosse. E qui l’Europa non è esente da responsabilità, avendo lasciato troppo spazio allo strapotere cinese».
    Il prof. Zecchi ha osservato come nel libro si trovino delle sottolineature che spiegano l’esistenza non di una sola Africa, ma di più Afriche che faticano a rapportarsi con la nostra cultura e che vivono situazioni esplosive, come l’ultimo conflitto Hamas-Israele dimostra. Durante l’incontro è stato anche approfondito un altro aspetto: molto spesso si giudicano le cose secondo il nostro parametro di democrazia, «ma la democrazia – ha rimarcato l’on. Muscardini – non la puoi portare da fuori, deve crescere all’interno dei popoli. Il mondo arabo ha bisogno di pane, di speranze di una vita migliore. È difficile, però, che possano accettare il nostro modo di vivere. Il momento è molto difficile: bisognerebbe dare a milioni di giovani qualcosa di diverso dall’integralismo. Ma è sbagliato aiutare direttamente i governi, che usano i soldi per scopi personali».
    Netto il giudizio del prof. Zecchi sulla colonizzazione dell’Africa da parte dell’Occidente («volgare e falsa»); l’illustre ospite si è chiesto: «Ma non li possiamo lasciare in pace? Loro stanno bene così. Invece in noi prevale la volontà di imporre un’idea di vita, di bene, perché continuiamo a pensare che ci devono guardare come persone che hanno qualcosa da insegnare». Una posizione che ha trovato d’accordo anche la dott. Muscardini, al netto della precisazione che «è giusto offrire tecnologia e istruzione senza imporre modelli», e lasciando ai presenti, in chiusura, questa suggestione: «Non ho mai visto un bambino africano piangere».

  • Al PalaEventi Banca di Piacenza il Prof. Zecchi presenta ‘Safari’ di Cristiana Muscardini

    “Perché non lasciare l’Africa e i suoi abitanti al proprio destino?” Teatro della provocazione, lanciata dal Prof. Zecchi, eminente scrittore e filosofo, la sede centrale della Banca di Piacenza, nel capoluogo emiliano, cornice la presentazione del libro Safari, di Cristiana Muscardini (appena pubblicato dal Gruppo Albatros).

    È una delle serate di confronto e promozione della cultura che l’istituto di credito svolge sul territorio in cui opera, la provocazione – davanti a una platea altamente sensibile alla questione – la lancia il Professor Stefano Zecchi a Cristiana Muscardini, autrice del volume.

    Perché – risponde l’autrice con quella distanza critica che lo stesso Zecchi ravvisa nelle pagine del libro – se il nostro modello di sviluppo non è detto sia il migliore è altrettanto vero che non possiamo ignorare come la mancanza di strumenti vitali, come l’acqua potabile, siano un grave ostacolo non solo allo sviluppo ma alla stessa sopravvivenza delle popolazioni africane.

    E prosegue “gli africani credono che in Europa siamo tutti simili mentre, pur essendo europei abbiamo caratteri diversi, storie diverse tra uno stato e l’altro, lo stesso capita a noi europei parlando degli africani senza capire i grandi distinguo che ci sono tra africani arabi e musulmani, africani musulmani ma non arabi, africani animisti o di religioni cristiane. L’Africa centrale, l’Africa profonda è ben diversa dal Maghreb, da quella delle coste mediterranee. “L’Africa, sottolinea ancora Muscardini, è un crocevia potenzialmente esplosivo tra gli interessi commerciali e le ipoteche che la Cina accende, sotto forma di investimenti allo sviluppo, per perseguire le proprie mire egemoniche globali e gli interessi, in alcuni stati, dei russi che, attraverso Prigozhin, si sono impossessati di immense ricchezze difese dai miliziani della Wagner.

    Certo – rimarca Muscardini con l’esperienza e le riflessioni che derivano da 25 anni di permanenza nel Parlamento europeo e che le hanno consentito il confronto con colleghi di altri Paesi europei, –  la democrazia non si esporta, la democrazia deve essere lasciata maturare in seno al popolo, in un processo bottom-up e non certo top-down. Ma questo non giustifica l’inerzia che l’Unione europea ha troppo spesso mostrato di fronte al vicino continente africano sia per i problemi legati alla povertà che al terrorismo e non ultimo alla nuova colonizzazione cinese.

    Ancor meno giustifica che l’Europa si sia spesso dimostrata quel cattivo attore su scala globale che Zecchi ravvede spesso nell’occidente, fornendo aiuti senza prestare attenzione al fatto che i governi li utilizzassero effettivamente a favore dei governati. Solo un impiego delle risorse a favore di quei milioni di giovani che rappresentano la maggioranza degli abitanti del continente nero, osservano Zecchi e Muscardini, può offrire una soluzione al problema immigrazione che investe l’Europa e consentire così agli africani di perseguire il proprio destino sul proprio territorio. A beneficio, peraltro, di quella biodiversità che in Africa trova un giardino ancora non violato da un ritmo di sviluppo talmente forsennato da dimenticare, come accade altrove, la propria stessa sostenibilità.

    Nel libro anche i racconti della vita di italiani che si sono trasferiti in Africa, dopo l’ultima guerra, le loro avventure, le speranze, le difficoltà e le conquiste in un territorio che hanno imparato a conoscere ed amare e poi paesaggi, rituali, bracconieri e suggestivi ricordi.

  • Cristiana Muscardini torna in libreria con il libro ‘Safari’

    Dopo diverse pubblicazioni sui temi europei, sul terrorismo e sul covid Cristiana Muscardini torna in libreria con il libro Safari edito da Albatros.

    Oltre alle storie di italiani che hanno trascorso la loro vita in Africa, affrontando esperienze diverse, l’autrice ci porta a conoscere paesaggi, a provare sensazioni, a riscoprire la ineluttabile legge della catena alimentare affrontando, con lucide disamine, alcuni dei tanti problemi che ancora rendono non facile la comprensione reciproca tra le diverse culture.

    “I libri ed i film sono la nostra vita negli occhi degli altri”, scrive la Muscardini che crede che ognuno abbia qualcosa da dire e da dare ma spesso non se ne renda conto.

    In una società sempre più tesa a cercare altrove quello che non sappiamo riconoscere in noi, e nelle persone che ci camminano a fianco, il libro, tra leoni e gazzelle, paesaggi naturali e guaritori, esperienze vissute e bracconieri, ci porta a vedere quell’Africa nera, quell’Africa profonda che vide nella Rift Valley la nascita dei primi esseri umani.

  • È ancora il tempo delle favole?

    Tra gli eventi di Bookcity (13 – 19 novembre), kermesse dedicata al mondo dei libri e alla lettura all’interno della città, è da segnalare l’incontro e con consegna del Premio Megliounlibro 2023 – Sezione Ragazzi a Paul Bakolo Ngoi, scrittore originario della Repubblica Democratica del Congo. L’appuntamento è il 14 novembre, alle ore 17, alla Biblioteca Sormani (Sala del Grechetto- Via Francesco Sforza, 7).

    Incontro sulla tematica sempre affascinante della favola come tradizione classica e base per ogni tipologia narrativa contemporanea, nel contesto del magazine Megliounlibro che da 26 anni segnala le “perle” nel mare dell’offerta editoriale (www.megliounlibro.it).

    Il Premio Megliounlibro è nato nel 2019 per valorizzare testi scelti tra quelli recensiti di recente, che più degli altri “abbiano saputo rapire il piccolo lettore, trasportandolo in una dimensione ricca di messaggi e portatrice di bellezza nelle sue variegate sfaccettature”. Questo per la sezione Ragazzi.

    Sarà premiata l’opera più recente della ricca produzione dell’autore, che sa valorizzare le tradizioni del Paese d’origine, parlando ai più giovani e alle diverse generazioni con chiarezza e ironia e trasmettendo tra le righe la classica “morale della favola”.

  • “Storia dell’integrazione europea in 2500 anni”, il saggio di Roberto Amati che racconta le origini del lungo processo

    Oggi si parla molto di integrazione come di un processo iniziato dopo la Seconda Guerra Mondiale per riunire tutti i popoli e le nazioni del continente seguendo un programma politico ed economico complesso ma tuttora incompleto. Per poter integrare le parti di un sistema che hanno origini comuni bisogna avere una visione completa grazie ad una approfondita ricerca.
    Certamente è la meta finale della storia europea: ma senza conoscere le origini dei popoli europei, la storia condivisa connessa all’impero romano cristiano, al cristianesimo e alla cultura tradizionale europea, non è possibile ipotizzarla.

    Con il suo saggio, STORIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA IN 2500 ANNI – Le antiche origini si rinnovano nelle attuali aeternitas (Pathos Edizioni) Roberto Amati fa una lettura impegnata, un racconto criptico che si sviluppa su diversi piani di lettura, e che certamente potrà accendere dibattiti sui temi e i personaggi citati, nonché essere fonte di acculturamento. Per i lettori appassionati si presenta come una novità letteraria, originale e documentata, attraverso genealogie regali e cartine storiche, secondo un approccio multidisciplinare e poliedrico infuso in parti tematiche scritte con stili linguistici differenti. Certamente, si tratta di un’interpretazione innovativa della Storia europea, incentrata sui capisaldi dell’Impero, del Cristianesimo e della Mitologia, che racconta come la “linea di sangue divina” ha governato l’Europa per millenni, al termine di una ricerca personale dell’autore durata oltre vent’anni.

    La visione dell’Europa Unita ha storia antica ed è evoluta nel corso dei secoli, da quando l’Impero Romano pose le prime pietre della costruzione comunitaria, per cui l’interpretazione del percorso comune fatto dal “popolo europeo” può essere considerata in vari modi. Senza dubbio, questo processo ha formato una solida cultura tradizionalista europea, cui dobbiamo dare il dovuto riconoscimento, recuperandola, così è importante riproporre oggi più che mai nell’agenda politica il futuro del continente e quali forma essa possa assumere. Questo libro è una novità nella saggistica storica, sia sul piano linguistico che per la ricchezza e completezza di informazioni.

  • Dalla pandemia ai giorni nostri di Francesco Pontelli

    L’economista Francesco Pontelli, attraverso una serie di puntuali e pungenti articoli, fotografa la realtà contemporanea. Dalla pandemia ai giorni nostri è infatti una interessante e per molti versi controcorrente raccolta di spunti di riflessione e analisi. Vengono toccati temi di stringente attualità. Dall’inflazione al ruolo della BCE, dalla crisi energetica alla lunga e sanguinosa guerra in Ucraina. Consigliato per una lettura della situazione interna e internazionale non scontata e ricca di utili informazioni.
    Francesco Pontelli è stato, dal 2007 al 2013, docente idoneo presso il Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano. È inserito nella Banca dati docenti dell’agenzia ICE (Istituto commercio estero). Articolista del sito Il Patto Sociale – Informazione Europa. Con Infilaindiana Edizioni ha già pubblicato la miscellanea di articoli Politica, economia e attualità.

  • Il saggio di Roberto Amati, Storia dell’integrazione europea in 2500 anni, al Salone del Libro di Torino

    Anche quest’anno lo scritto re Roberto Amati sarà presente al Salone internazionale del libro di Torino, presso lo stand dell’editore PATHOS, con il suo saggio intitolato Storia dell’integrazione europea in 2500 anni. L’appuntamento è il 19 maggio, dalle ore 19:00. Per l’occasione l’autore presenterà il su saggio e il progetto editoriale che lo accompagna, come ad esempio il Blog che egli stesso cura sul sito predisposto per promuovere il libro.

  • Presentazione saggio sulla storia d’Europa

    Il saggio sull’Europa di Roberto Amati intitolato “STORIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA IN 2500 ANNI” sarà presentato lunedì 11 luglio alle ore 18.00 presso la Biblioteca civica “Ginzburg” di Torino. L’autore dialogherà con l’ingegnere Sergio Capogreco

    Il libro è edito da Pathos Edizioni di Torino ma è nato in versione e-book nel 2019, ricevendo diversi premi e riconoscimenti, fra cui la presentazione ai saloni del libro di Torino e di Milano nel 2021, quindi tradotto in inglese, spagnolo e russo.

    Per conoscere meglio l’opera e l’autore si può visitare il sito predisposto per promuoverla e leggere i numerosi articoli nel Blog (a partire dall’ultimo pubblicato  https://storiadellintegrazioneeuropeain2500anni.it/popoli-europei/).

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