Lupo

  • Il lupo della Sila e il signor Guzzo, finalmente una storia vera

    Molte volte in questi anni abbiano sentito gridare, dalle pagine di svariati giornali e dalle dichiarazioni di rappresentanti di istituzioni o sindacati agricoli, al lupo al lupo, come se una grave minaccia incombesse più o meno ovunque. Il lupo più pericoloso dell’Isis o di Trump, dell’immigrazione o della catastrofe ambientale, delle stragi sulle strade o del sempre più consistente dilagare della droga o della criminalità. Molte volte scienziati e studiosi, non solo associazioni animaliste o benpensanti, nel vero senso del termine, hanno cercato di spiegare quanto il lupo, animale sociale per eccellenza, non sia  un pericolo per l’essere umano, sia contrastabile, con i mezzi adeguati, quando in cerca di cibo si avvicina ad animali domestici che sono al pascolo, e sopratutto rappresenti un insostituibile attore per la conservazione dell’ecosistema.

    La paura di quanto non si conosce, i pregiudizi che derivano da non culture e da ignoranza, la necessità di trovare sempre un nemico, un colpevole etc etc hanno continuato a fare proseliti tanto che, in modo assurdo, si è tentato di far credere che il lupo fosse, sia un pericolo per le persone. Non faremo qui, per l’ennesima volta, l’elenco del perché il lupo non è un pericolo per l’uomo, e neppure per gli armenti, se custoditi in modo adeguato con cani da guardia adatti come i pastori abruzzesi o maremmani, ma vogliamo raccontarvi quello che è veramente accaduto pochi giorni fa, tra Capodanno e l’Epifania.

    Una coppia viaggiava sulla statale 107, la Silano crotonese, quando, al ciglio della strada hanno visto un animale accasciato, un cane, un lupo? Fermatisi per soccorrerlo, ci sono ancora persone che provano sentimenti di empatia e generosità, hanno visto che era il lupo, un vero lupo della Sila. II signor Giuseppe Guzzo, i suoi filmati e le sue dichiarazioni girano sui  social, gli ha accarezzato la schiena poi il lupo ha aperto  la bocca prendendogli il ginocchio, si sono guardati negli occhi, i meravigliosi e profondi occhi del lupo hanno fissato gli occhi del suo soccorritore, il lupo, che non aveva mai stretto la presa al ginocchio, ha tolto la bocca e si è sdraiato sul fianco come avesse capito le parole di Giuseppe, lupo sono qui per aiutarti, come se avesse compreso, guardandogli gli  occhi, che aveva incontrato un amico umano. Sono arrivati soccorsi, il lupo è ricoverato a Cosenza, ha avuto alcuni traumi probabilmente causati da un investimento, ma presto potrà tornare alla sua montagna, nel frattempo mentre lo curano ha rifiutato tutti i tipi di carne, mangia solo cinghiale.

    Una volta di più è dimostrato che il lupo non è un pericolo per l’uomo ed è un grande aiuto per l’equilibrio naturale perché cacciando i cinghiali impedisce che questi, che sono già un problema per il loro numero sempre in aumento, diventino un serio pericolo per le coltivazioni, per l’ecosistema e anche per l’uomo infatti quando ci sono i piccoli i cinghiali non esitano, per difenderli, ad aggredire le persone.

    Questa volta nessuna disquisizione  scientifica, solo il racconto della realtà e chi vuole capire capisca.

  • Conoscere il lupo per conoscere noi stessi

    Continua nel Nord-est la pervicace ed ottusa ricerca di approvazione per una legge che consenta la cattura e l’abbattimento dei lupi. Come abbiamo più volte scritto, appellandoci non solo alle  normative europee ed italiane, gli allevatori hanno diversi sistemi per impedire che i loro armenti subiscano danni, dall’utilizzo di pastori maremmani e abruzzesi, alle recinzioni elettrificate e ai dissuasori sonori e luminosi. Inoltre gli eventuali danni, se effettivamente dimostrati, sono risarciti.

    In verità sono i cacciatori non gli agricoltori e gli allevatori, che chiedono l’abbattimento del lupo, non solo perché è una preda ambita ma anche perché il lupo, riportando l’ecosistema a migliori condizioni, seleziona e diminuisce la presenza di altre prede che i cacciatori vogliono per loro.

    La presenza del lupo ha fatto diminuire il numero degli ungulati, cinghiali in primis, portando grande sollievo ai coltivatori che, per anni, hanno lamentato la distruzione di molti raccolti, vigneti compresi, gravemente danneggiati dai cinghiali, particolarmente pericolosi quando hanno i loro piccoli. I cinghiali di riproducono con grande velocità e solo la presenza del lupo ha potuto contenere la loro eccessiva proliferazione, come dimostrano i dati che arrivano dalle regioni appenniniche. La diminuzione di cinghiali ed altri ungulati, ultimamente gruppi di  caprioli si erano spinti fin nelle zone periferiche delle città, se rasserena gli agricoltori riporta anche maggior equilibrio nell’ecosistema perché i lupi, come tutti i predatori, fanno spesso una caccia di selezione abbattendo gli animali più deboli perché malati od anziani o più piccoli, e le cucciolate dei cinghiali sono di diverse unità. Sono i cacciatori che spingono uomini politici, superficiali o in cerca di consenso nella categoria, a presentare periodicamente e pedissequamente proposte per l’abbattimento del lupo.

    Catturare  un lupo o abbatterlo può portare ancora maggiori danni se il lupo in questione è un animale alfa, infatti il branco, per altro sempre piccolo per ragioni che dipendono dalle regole che vigono all’interno del sistema sociale del lupo, disgregandosi crea soggetti incontrollati perché privati di regole e di gerarchia. Non va inoltre dimenticato che, purtroppo, molti lupi sono comunque uccisi in incidenti stradali e in troppi casi massacrati dai bracconieri.

    Intorno al lupo troppe leggende macabre, ancora troppo forte la paura dell’uomo per ciò che non conosce o che non vuole conoscere, gli occhi del lupo, se hai la rarissima fortuna di incontrarlo, ti guardano dentro e in troppi non vogliamo conoscere quello che si nasconde nel nostro cuore.

  • Attenti a chi dice attenti al lupo

    Mentre le contraddizioni nel governo ogni giorno continuano ed aumentano, oggi diventano anche più evidenti contraddizioni all’interno degli stessi dicasteri. Infatti pochi giorni fa dal Viminale è arrivata una circolare in merito alla diffusione di lupi e alla tutela della pubblica incolumità, inviata ai commissari di governo di Trento e Bolzano e al presidente della regione Val d’Aosta, che indicava interventi preventivi per il contenimento dei lupi. Subito dopo il ministro Salvini interveniva sull’argomento specificando che i lupi non dovevano essere uccisi, se non in casi estremi, ma contenuti ed eventualmente catturati. Parere ovviamente diverso da parte del ministro dell’Ambiente e giusta levata di scudi da parte di ambientalisti e animalisti.

    La circolare del Viminale, emanata in prossimità delle elezioni ed indirizzata proprio a quelle aree i cui presidenti o commissari avevano già in passato chiesto deroghe alle direttiva habitat che identifica il lupo come specie protetta, ha palesemente un carattere di tipo elettorale. Fa in ogni caso molta specie che coi problemi che affliggono il nostro Paese (compresi quelli di agricoltori e allevatori che non reggono più alla diminuzione di molti prezzi, dal latte al pomodoro, e che subiscono vere devastazioni per la presenza ormai senza controllo di ungulati, in special modo cinghiali), il problema sia diventato, da alcuni mesi, solo il lupo. Gli psicanalisti ci vedranno sicuramente un risvolto freudiano, ma quello che a noi interessa, una volta di più, ricordare, affinché i cittadini non siano tratti in inganno da articoli di giornale o circolari ministeriali, è che il lupo non è un pericolo per l’uomo, che se un lupo incontra un essere umano si nasconde e scappa, che il lupo è l’unico deterrente per le centinaia di migliaia di ungulati e che se il lupo si avvicina un po’ di più a zone abitate è perché vi è la pessima abitudine di lasciare derrate alimentari di scarto nei pressi delle abitazioni o nelle discariche. Certamente il lupo può anche essere un problema per greggi o animali non custoditi ma è altrettanto noto che la presenza di cani da pastore e la messa in essere di recinzioni elettrificate, che peraltro si usano anche per i cinghiali, copre gli animali da allevamento da qualunque pericolo. Vale inoltre ricordare che le Regioni provvedono anche ad eventuali risarcimenti purché sia dimostrato che l’animale da allevamento è stato ucciso dal lupo e non è morto per altri motivi.

    Se, come abbiamo detto e ripetiamo, il lupo, al di là delle circolari ministeriali, non può essere ucciso, nonostante i continui abbattimenti fatti dai bracconieri, è anche un non senso, come dice Luigi Casanova, vicepresidente di Cipra Italia, parlare di cattura. Ricorda Casanova, esperto custode forestale, che la cattura del capoguida del branco porterebbe solo a disgregare il branco, creando animali senza guida, o a far sì che da uno nascano più piccoli branchi.

    In ogni caso, per essere chiari col Viminale, il ministero dell’Ambiente ha elaborato il nuovo ‘Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia’ che è al dibattito della Conferenza Stato-Regioni. Nel piano non sono previsti, fortunatamente, quegli abbattimenti controllati che invece erano apparsi nel piano del 2017. Il nuovo piano lupo rafforza l’impegno del ministero per monitorare l’animale anche attraverso il supporto tecnico di Ispra. Il lupo rappresenta una parte importante per la conservazione di biodiversità ed ecosistemi. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha sottolineato come in molti casi si denunci la presenza di lupi ma si tratti in effetti di ibridi o di cani vaganti.

    Siamo d’accordo con Legambiente nel condividere le iniziative del ministero dell’Ambiente pur rimarcando la necessità che il provvedimento arrivi celermente all’approvazione e che poi il ministero controlli che le Regioni ratifichino il provvedimento e attuino i suoi vari punti. Anche il Wwf vede nel programma di combattere il bracconaggio, sostenere le azioni di prevenzione dei danni e nel rispetto dell’ecosistema, che nel piano è ben presente, un grande passo avanti.

    Intanto procede sull’Appenino tosco-emiliano il progetto Life Wolfnet e il centro di Montadone è diventato una pietra miliare sia per salvare lupi feriti da bracconieri o automobilisti sia per monitorare i loro comportamenti.

  • Senza rispetto della natura non c’è vita

    Dice un detto arabo “tutto è scritto”, noi crediamo nel libero arbitrio che dovrebbe guidare la vita e la scelta degli esseri umani ma crediamo anche che interpretare i messaggi che ci possono arrivare dalle coincidenze e circostanze sia importante per la sopravvivenza individuale e collettiva. Interpretare i segni della natura, del destino, un’arte che gli antichi conoscevano e che le nostre generazioni hanno per troppo tempo deciso di ignorare.

    Ogni giorno nuove calamità naturali distruggono, o mettono in seria difficoltà, aree e luoghi diversi del pianeta mentre è sempre più insistente l’allarme di numerosi scienziati che denunciano come l’emergenza climatica sia ormai una priorità. Molti giovani, da diverse e tra loro lontane nazioni, chiedono che la politica, la società, l’industria, prendano atto della necessità di cambiamenti che, senza pesare in modo ingiusto sui singoli, rivedano il nostro modo di vita prima che sia troppi tardi. L’inquinamento dell’aria, il consumo del suolo, l’incuria dei territori, le continue sperimentazioni di armi  nucleari e di nuove navicelle spaziali come l’abbattimento di immense foreste, le piattaforme petrolifere sul mare o l’uso indiscriminato di materie plastiche non degradabili sono tra le tante cause che stanno portando la terra sull’orlo del baratro.

    L’uomo nelle sua superbia crede di poter piegare la natura che, invece, risponde a regole superiori, violarle significa la decadenza, la fine della nostra specie e la natura, con le sue leggi ed i suoi tempi, cerca di mandare segnali. Uno di questi segnali è arrivato negli ultimi giorni di aprile proprio mentre, una volta di più, alcuni sconsiderati riproponevano l’abbattimento di quei lupi che, salvati da pochi anni dall’estinzione, sono l’unico regolatore, tramite la catena alimentare, di altre specie, in special modo degli ungulati. I segni del destino, i messaggi che devono essere recepiti, quei messaggi al di fuori dalla tecnologia che ormai contraddistingue, anche nei rapporti interpersonali, la nostra vita. Messaggi della natura che dobbiamo ricominciare ad ascoltare e a comprendere. Il 23aprile, con stupore di tutti, nel naviglio grande di Milano un giovane lupo lotta allo stremo delle proprie forze per non morire, i vigili del fuoco riescono a salvarlo. Nello stesso giorno nel canale di una centrale idroelettrica a Lonato, Brescia, una giovane lupa disperatamente cerca di non morire annegata e i vigili del fuoco riescono a salvala. Lo stesso giorno, per la prima volta in Lombardia, due  lupi, un maschio ed una femmina, sono salvati dall’acqua dai vigili del fuoco. Entrambi, Diana ed Ambrogio, come sono stati chiamati, oggi sono al centro Just  Freedom di  Monte Adone (Bologna) nello stesso box, entrambi con  problemi cardio renali, entrambi rassicurati dalla presenza l’uno dell’altro. La vita può continuare e dare nuova vita, basta ascoltare, capire, soccorrere, lottare. Diana ed Ambrogio, vivi ed insieme dopo tante paure e pericoli, potrebbero essere un messaggio anche per noi, se i messaggi siamo ancora in grado di ascoltarli, la natura, la vita ogni giorno presenta sfide, difficoltà, problemi, ma senza rispetto della natura non c’è vita, non c’è futuro, nessuna tecnologia potrà sostituire il verde di un albero che purifica l’aria, l’ululato di un lupo che, chiamando il resto del branco, ci ricorda che la vita sociale si basa sulla capacità di cooperare e di rispettare le regole. Un grazie ai vigili del fuoco il cui impegno è salvare, uomini, lupi, gatti, salvare la vita e finché c’è vita c’è speranza.

  • A Palazzo Galli svelati i segreti di una razza speciale: il lupo italiano

    Riceviamo e pubblichiamo l’articolo apparso su ‘Il Piacenza’ il 17 novembre 2018 sul convegno svoltosi presso la Banca di Piacenza “Il lupo italiano natura, ingegno, passione. Così il sogno di Mario Messi ha dato vita al cane lupo italiano”

    C’era anche “Falco”, (con il suo affidatario di Vigolzone), come “animale interessato ai fatti”, all’incontro dedicato alla sua razza, il lupo italiano, che si è tenuto nella serata di venerdì 16 novembre a Palazzo Galli. Un magnifico maschio di 3 anni che oggi possiamo ammirare grazie all’infaticabile opera del professor Mario Messi (originario di Bergamo e laureato in filosofia – studiò economia con Luigi Einaudi), che si dedicò, dagli anni ‘60 fino alla sua morte, avvenuta nel 2011, alla creazione di una nuova – e ancora oggi l’ultima – razza canina italiana. Messi fece accoppiare un lupo dell’Alto Lazio (salvato cucciolo due anni prima) con un esemplare di pastore tedesco: nacque Zorro e da lì iniziò la storia del lupo italiano, riconosciuto come razza dal ministero dell’Agricoltura nel 1998, posta sotto il diretto controllo di un ente di tutela, l’ETLI, sciolto il quale le sue funzioni sono state prese in carico dall’AAALI (Associazione degli Affidatari e Allevatori del Lupo Italiano), che ha la sua sede operativa a Piacenza (precisamente a San Nicolò, presso lo studio veterinario del dott. Roberto Barani). Un’associazione – nata grazie al paziente lavoro del generale piacentino Giuseppe Farinelli, previsto tra i relatori ma assente per problemi di salute – assolutamente necessaria per salvaguardare la purezza della razza attraverso un Registro anagrafico ufficiale che prevede un attento programma di accoppiamenti (l’AAALI ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Milano per mantenere bassa la consanguineità e la parentela tra lupi) e l’assoluto divieto di commercializzare questi cani, che non possono essere acquistati ma solo dati in affidamento ai soci AAALI che ne fanno richiesta. L’affidatario assume precisi impegni in base a un disciplinare emanato dal ministero delle Politiche agricole. Questo per evitare ciò che temeva Mario Messi, che diceva sempre: «Guai se il lupo italiano fosse allevato e incrociato come si fa con gli altri cani: bisogna seguire le linee genetiche».

    Ma quali sono le principali caratteristiche di questo splendido animale? Gli appartenenti a questa “giovane” razza possiedono tutte le migliori caratteristiche del lupo selvatico (coraggio, robustezza, resistenza alla fatica protratta, acutezza di tutti i sensi, in particolare olfatto e vista), unitamente a tutte le migliori qualità del cane pastore tedesco (docilità, stabilità caratteriale, affidabilità e capacità di apprendimento) addirittura esaltandole.

    Aprendo la conferenza, il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza, Corrado Sforza Fogliani ha detto che «non c’era sede più idonea» per ospitare un incontro di questo tipo «visto che il nostro è l’unico Istituto di credito in Italia che ha studiato un conto corrente per gli amici degli animali. Tanto raro che ne ha parlato persino il Times».

    Il presidente AAALI Dario Fiorito di Torino, dove l’associazione ha la sua sede amministrativa, ha sottolineato che «il lupo italiano è una razza nata per l’uomo anche se non sempre l’uomo è per il lupo italiano», utilizzato da Protezione civile, Forestale, Polizia, Carabinieri per interventi di ricerca e salvataggio in occasione di calamità naturali (è molto adatto sulla neve). «L’Emilia Romagna – ha osservato Fiorito – è, dopo il Piemonte, la seconda mamma del lupo italiano e sono tanti i piacentini che ci sono vicino in questa nostra attività di volontariato non facile e che ha bisogno di sostegno (sette sono gli esemplari di lupo italiano che sono stati affidati a piacentini, ndr)».

    L’onorevole Cristiana Muscardini – autrice della pubblicazione “L’ululato della memoria” che ricorda la straordinaria impresa di Mario Messi – ha evidenziato l’importanza, in questa società complessa, di salvaguardare il rapporto umano («un po’ come fa – ha esemplificato – la Banca di Piacenza con i suoi clienti, banca che è da portare ad esempio per come gestisce i risparmi degli italiani»), ma anche quello con i cani. «I lupi italiani – ha spiegato l’on. Muscardini – sono tutti uguali per affidabilità. Non sentirete mai che una persona sia stata morsa da un lupo italiano». E’ quindi stato ricordato come il lupo italiano sia stato mascotte dei Giochi olimpici invernali di Torino e lo sia della Protezione civile. Cristiana Muscardini ha messo in evidenza un problema contro il quale l’AAALI combatte da sempre: l’ostruzionismo di qualcuno che vorrebbe, con il lupo italiano, fare business.

    Il dottore Roberto Barani, responsabile dell’Ufficio centrale AAALI (che prende in esame le domande di affido), ha sottolineato «l’importanza della collaborazione con i genetisti dell’Università di Milano, che ci aiutano a tenere basso il grado di consanguineità e di parentela nell’accoppiamento e ad abbassare il rischio di alcune patologie, soprattutto cardiache. Spesso i soggetti idonei sono lontani tra loro e questo rappresenta una difficoltà. L’anno scorso è stato un anno orribile, avendo avuto solo due cuccioli. Quest’anno sta andando meglio: ne sono già nati 4 e abbiamo una femmina gravida con 6-7 cuccioli». Il dottore Barani ha poi ringraziato l’onorevole Muscardini «che ha finanziato un progetto con una banca del seme che ci ha permesso di congelare quello di alcuni riproduttori avanti con gli anni, non più in grado di effettuare la monta. Un altro sforzo che facciamo per portare avanti questa magnifica razza, conservandola e migliorandola».

  • Per i lupi ormai è emergenza bracconaggio

    Uccisi, decapitati e poi esposti come trofei. E’ questa l’ultima orrenda moda di uccidere i lupi in Italia, secondo quanto denunciato dal WWF che fa riferimento ad un grave episodio di bracconaggio in Piemonte dove è stata ritrovata la testa di un lupo mozzata e appesa ad un cartello stradale. Non è la prima volta che ci si trova di fronte ad episodi di questo tipo: contro il lupo si è scatenata una caccia alle streghe senza frontiere e sembra di tornare indietro di 50 anni, quando i lupi venivano cacciati con ogni mezzo nei paesi e poi esposti, come fossero trofei. Per difendere il lupo bisogna agire tempestivamente e lavorare non solo per fermare il bracconaggio, ma anche per fare pressione a livello istituzionale affinché venga finalmente approvato il Piano di Gestione Conservazione del lupo in Italia.

     

  • Le minacce agli animalisti non sono degne di una regione che ospiterà le Olimpiadi

    Il consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, eletto nella lista Zaia, ha postato su Facebook la foto di un lupo ucciso in Veneto con sotto la scritta “Il prossimo che troverete in foto sarà uno della Lav” (onlus animalista da sempre attiva nella difesa degli animali e nella lotta al bracconaggio). La Lav ovviamente lo ha denunciato e ci si aspetta che Zaia condanni la frase del suo consigliere, speriamo di non aspettare invano, sarebbe ulteriormente negativo e preoccupante il silenzio del presidente della Regione che potrebbe pesare anche sulle scelte per le Olimpiadi. Difficile infatti pensare che i giochi che riuniscono atleti di tutto il mondo si svolgano in una regione nella quale un suo esponente istituzionale, come il consigliere Valdegamberi, istiga alla violenza e all’omicidio ed il suo massimo rappresentante, il presidente Zaia, avalla tale comportamento.

  • I veri animali camminano su due gambe

    Molte volte, per stigmatizzare un comportamento pesantemente riprovevole, si dice a una persona «Sei un animale» o «Ti comporti come un animale». In verità, nel mondo animale, non esistono pedofili incalliti, seviziatori di donne o sadici che godono nel fare male. Nel mondo umano, è sempre più frequente usurpare il posto auto del disabile o rapinare, eventualmente anche uccidendo, anziani inermi. In verità gli animali sono diversi e uccidono per mangiare e aggrediscono per paura di essere aggrediti, la crudeltà fine a se stessa appartiene solo all’essere umano.

    Tra gli animali poi vi sono alcune specie che hanno una organizzazione sociale complessa e completa come dimostra, una volta di più, il branco di lupi nel parco di Castel di Guido, a Roma, dove c’è un’importante oasi faunistica. In quel parco vive un piccolo branco di lupi, uno dei cuccioli era disabile, non poteva usare le gambe posteriori, e faticosamente cercava di arrancare per seguire la sua famiglia, ma fratelli e sorelle, i componenti del branco, non lo lasciavano mai troppo indietro e si premuravano di portargli il cibo necessario, come dimostrano le telecamere che hanno più volte ripreso il cucciolo e i suoi fratelli. Il cucciolo aveva circa un anno e pochi giorni fa, un veicolo introdottosi illegalmente nella riserva lo ha investito ed ucciso. Mentre gli altri lupi si sono presi cura del membro disabile della famiglia, degli esseri umani, probabilmente pronti a compiere crudeltà verso i propri simili, hanno cominciato ad esercitarsi uccidendo un povero cucciolo invalido. Il piacere di uccidere e il piacere di uccidere lupi sta diventando una specie di epidemia in Italia, basta vedere quanti se ne trovano impiccati, scuoiati, mutilati. Il fatto che ad essere colpiti siano specialmente animali inermi e sempre più anche animali sociali, come è il lupo, è purtroppo la controprova di come l’empatia, il rispetto dell’altro, il senso di responsabilità verso i più deboli e l’ambiente che li circonda siano sempre più deboli.

  • Il lupo può diventare un opportunità turistica ma…

    Molte le considerazioni in merito.
    1) Nell’area considerata è presente un branco, riprodottosi l’anno passato. I giovani di quasi un anno hanno cominciato ad esplorare le aree limitrofe alle zone boscose dove si sono riprodotti, facendosi avvistare più volte nelle aree intorno ai paesi. Questa è una normale fase nella vita di un giovane lupo, nella quale l’esplorazione del territorio comporta anche la frequentazione di aree periurbane limitrofe ad aree naturali.
    2) Questo nucleo occupa un territorio ricco di attività turistiche. La presenza del lupo in un’area simile va ovviamente attentamente monitorata. Gli avvistamenti ripetuti hanno creato nella cittadinanza allarme sociale. Da sottolineare come, a parte avvistamenti ripetuti e una probabile predazione notturna su gatto randagio, nessun comportamento di aggressività verso le persone è mai stato mostrato per ora.
    3) Nel caso di effettivo pericolo per l’incolumità delle persone è giusto rimuovere un animale. Una strategia tale permette di salvaguardare l’intera specie da danni ben più gravi.
    4) Il parere di Ispra sembra fuori luogo in questo momento storico, in quanto apre un precedente pericolosissimo. Il permesso a catturare, traslocare, captivare o abbattere un lupo (o ibrido) per un ipotetico procurato allarme sociale, apre la porta a innumerevoli richieste simili da parte di altri comuni e Istituzioni.
    Oggi la popolazione di lupo è ben distribuita, e la presenza della specie si rileva anche in aree periurbane e abitate, dove per le persone è ovviamente più frequente avvistare alcuni esemplari. Questo non significa si abbia a che fare sempre con individui confidenti o problematici, ma le situazioni vanno analizzate con attenzione e scientificità, senza lasciarsi guidare da emotività nelle scelte.
    5) Ribadiamo che la legislazione, ad oggi, non fa differenza tra lupi ibridi e lupi puri.
    Nel caso di animali confidenti o pericolosi, si tratti di lupi puri o meno, la strategia da adottare è la stessa. La possibilità di soppressione, nel caso si tratti di ibrido, paventata dalla nota di Ispra, per questo appare fuori luogo e decisamente anche controproducente in un momento storico simile, nel quale la caccia alle streghe è sempre dietro l’angolo.
    6) La scelta di Ispra ha l’effetto di scaldare gli animi su un fronte molto delicato, nel quale qualsiasi mossa andrebbe valutata molto più approfonditamente (cosa che in questo caso evidentemente non è stata fatta).
    Paradossalmente, questo parere tecnico di Ispra provoca l’ira di animalisti, ambientalisti, cittadini fruitori del territorio e anche allevatori. Questi ultimi infatti vedono le Istituzioni agire in un contesto dove il conflitto con zootecnia non è certo il problema.
    Ultima considerazione, al di là della delle riflessioni sulla gestione di individui problematici, e sulla loro effettiva pericolosità.
    La presenza del lupo in un territorio votato al turismo, come l’Argentario, può essere un ulteriore opportunità di sviluppo per l’area. Il lupo, come poche altre specie, sa attrarre turismo e quindi muovere anche l’economia dei posti. Sfruttare questa nuova presenza, in un’area tra l’altro dove la zootecnia è pressoché assente (unico vero conflitto che può nascere tra lupo e uomo), può essere un’opportunità.
    Al di là del valore ecologico ed etico che questa presenza certamente ha, un territorio dovrebbe cogliere anche le altre possibilità che questo predatore dona, con la sua sola presenza.

    Fonte: Canis Lupus Italicus

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