maiali

  • La Commissione riconosce la Sardegna e la Svezia indenni dalla peste suina africana

    La Commissione europea ha ufficialmente riconosciuto la Sardegna e la Svezia indenni dalla peste suina africana mediante una revisione del regime di regionalizzazione dell’UE adottata il 23 settembre. La peste suina africana è una malattia virale mortale che colpisce i suini domestici e selvatici.

    Per la Sardegna ciò segna la fine di un focolaio di peste suina africana di genotipo I sviluppatosi per la prima volta nel 1978. L’eliminazione della malattia è stata conseguita mediante un rigoroso programma di eradicazione e controllo, sostenuto dall’UE e guidato da un gruppo di esperti nazionali e regionali. Le azioni comprendevano in particolare una sorveglianza rafforzata dei cinghiali e dei suini domestici associata a misure di biosicurezza, nonché la formazione di operatori quali allevatori e cacciatori.

    In Svezia lo status di paese indenne da peste suina africana è stato concesso un anno dopo che la malattia è stata rilevata per la prima volta in un cinghiale morto nella contea del Västmanland. Questo risultato è dovuto alla rapida attuazione da parte delle autorità svedesi di misure per controllare ed eradicare la malattia, adattate sulla base delle raccomandazioni del gruppo veterinario di emergenza dell’UE (EUVET). Dalla breve epidemia di agosto-settembre dello scorso anno, in Svezia non sono stati segnalati nuovi casi.

    La Commissione continua a sostenere gli altri Stati membri affinché restino vigili e applichino la legislazione europea pertinente per combattere la malattia.

  • ‘Operazione Pig’ da spy story ad ammonimento della comunità scientifica

    Domenica 8 settembre nella pagina dei commenti sul Corriere della Sera la scienziata Ilaria Capua ha ammonito su ‘Peste suina, rischi e responsabilità’, quasi riecheggiando la trama della spy story recentemente pubblicata da Albert De Bonnet ‘Operazioni Pig’ incentrata proprio sui rischi, conosciuti o anche paventabili, legati a laboratori privati che manipolano virus.

    Ricordando, in merito all’allevamento di suini, che «la Commissione europea ci ha redarguito qualche mese fa per come sono state gestite le prime avvisaglie di questa infezione sul territorio italiano, Capua sollecita come «urgente, anzi urgentissimo, seguire pedissequamente le indicazioni della Commissione europea» in merito ai controlli per garantire che i suini non diventino un veicolo di propagazione di malattie ed epidemie.

    A valle, come esplicita Capua dati alla mano, c’è un settore che in Italia «ha un valore economico pari a 20 miliardi di euro (di questi 2,1 miliardi sono legati all’export) ed occupa 100.000 persone in tutti i segmenti della filiera». A monte, come ci ammonisce De Bonnet col suo romanzo, c’è il problema di un utilizzo della scienza troppo scarsamente regolamentato e vigilato a livello internazionale e di possibili spregiudicati giochi di potere da parte di chi ha più mezzi e cognizioni che scrupoli. In mezzo, va da sé, c’è la salute di tutti e la sicurezza dell’intero pianeta.

  • La peste suina un problema che ritorna e preoccupa

    Salvo qualche quotidiano locale da tempo il silenzio stampa è sceso sul grave problema della peste suina che, negli ultimi anni, sta creando notevoli danni, non solo economici, negli allevamenti di molti paesi europei e l’Italia è tra questi.

    La peste suina, in precedenza, ha portato all’abbattimento di milioni di maiali in Cina dove il maiale non solo è utilizzato per il mercato interno ma anche esportato in notevoli quantità, vivo o macellato.

    Il Italia la regione che in passato ha avuto più problemi è stata la Sardegna, la peste suina è diffusa da cinghiali e maiali selvatici che la attaccano ai maiali da allevamento. Già da due anni vi sono zone, in Piemonte, in Liguria ed Emilia, nelle quali è stato proibito il passaggio nei boschi con i cani e la ricerca dei tartufi proprio per la recrudescenza dell’epidemia, recentemente anche la Toscana ha identificato cinghiali infetti.

    Nei prossimi giorni in Emilia Romagna partirà un piano di abbattimento, con operatori esperti, dei cinghiali per cercare di arginare la diffusione della peste, e partirà in primis dalle province di Parma e Piacenza, al momento le più colpite.

    La peste suina se è presente in un allevamento comporta l’abbattimento di tutti gli animali, danno economico molto ingente con conseguenze anche per lo smaltimento delle carcasse ed il rischio, purtroppo presente, che qualcuno, per cercare di contenere il danno, cerchi di macellare e vendere maiali ammalati, fortunatamente la rete sicura dei veterinari e della finanza procede con controlli a tappeto.

    Apparentemente la peste suina non si attacca all’uomo ma vi sono stati sporadici casi sospetti e comunque l’uomo, inconsapevolmente, rischia di essere veicolo di trasmissione del virus che può restare in incubazione fino a 100 giorni.

    Mentre partono le nuove iniziative delle regioni per contrastare il diffondersi della peste Il Patto Sociale vi ha dato notizia del libro Operazione Pig, edito da Europa Edizioni, di Albert de Bonnet, che tratta proprio dell’argomento oggi ritornato di primaria importanza.

    Un romanzo nel quale realtà e fantasia si intrecciano con scenari che, purtroppo, potrebbero non essere sempre di fantapolitica visti i molti laboratori che, nel mondo, lavorano su nuovi virus, spesso per creare nuove armi.

  • Allarme peste suina a Piacenza e Parma

    La peste suina si sta estendendo nelle zone di Parma e Piacenza e la Regione Emilia Romagna, mentre tramite l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi sollecita, già da tempo, una strategia nazionale, è corsa ai ripari, mettendo a disposizione 3,5 milioni di euro per la prevenzione dei danni da fauna selvatica, 8 milioni di euro per il rafforzamento della biosicurezza nelle aziende suinicole attraverso fondi regionali e Programma di Sviluppo Rurale. Inoltre ha affidato 2 milioni di euro al Commissario per la prevenzione della peste suina e la posa di reti di protezione nelle zone di confine tra Piacenza e Parma, per proteggere gli allevamenti.

    Il 24 ottobre la Provincia di Piacenza ha invitato il professor David Garcia Paez (docente di tossicologia, farmaceutica e biologia in diverse università e formatore per diverse realtà zootecniche iberiche e sudamericane) e gli esperti in biosicurezza Carlos Gamito e Jordi Ramirez ad illustrare le misure adottate in Spagna per far fronte alla medesima peste. La Spagna stan ottenendo ottimi risultati attraverso conoscenza: informazione diffusa a tutti gli attori del territorio (addetti ai lavori ma anche popolazione) circa le modalità di trasmissione e i danni generati dalla peste, prevenzione attraverso la preparazione individuale di tutti coloro che operano nella filiera e nel controllo ed automatismi di disinfezione per persone e mezzi in aziende/allevamenti.

    La filiera suinicola in Emilia-Romagna conta circa 1.200 allevamenti, 1,2 milioni di capi e una produzione lorda vendibile stimata in 307 milioni di euro. I prodotti a base di carne Dop e Igp hanno un valore alla produzione pari a 1,93 miliardi di euro e un valore al consumo pari a 4,98 miliardi di euro. L’export vale 601 milioni di euro. Il 53% del fatturato nazionale relativo ai prodotti a base carne Dop e Igp derivante dalla filiera è attribuibile all’Emilia-Romagna.

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