Medicina

  • In Lombardia bando da 24 milioni di euro per migliorare le cure del paziente

    Un bando da 24 milioni per finanziare progetti di ricerca finalizzati a migliorare ulteriormente la cura del paziente, le conoscenze mediche e il sistema sanitario regionale. Si tratta dell’iniziativa ‘From bed to bench: the way to innovation’, promossa della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (Frrb), in collaborazione con Regione Lombardia, e presentata a Milano in un convegno in cui è intervenuto il presidente della Regione. Al bando potranno partecipare gli enti compresi nel ‘Sistema Ricerca Lombardo’, ovvero Ats, Irccs pubblici e privati, Asst, Areu, Università pubbliche e privati e organismi di ricerca, riunitisi in partenariati. Saranno supportati programmi che prevedano la realizzazione di un processo di miglioramento continuo nel settore sanitario, in cui le osservazioni derivanti dalla cura del paziente contribuiscono direttamente all’indagine scientifica, portando a innovazioni che generino benefici ai pazienti. Un ciclo interattivo fondamentale per far avanzare le conoscenze mediche e migliorare il sistema sanitario regionale.

    “Un bando importante – ha affermato il presidente della Regione Lombardia – che ha l’obiettivo di applicare concretamente la ricerca ai luoghi di cura, così da assicurare una medicina sempre più personalizzata e di precisione, in grado di rispondere ai fabbisogni specifici della popolazione”. “Lavoriamo – ha proseguito il presidente di Regione Lombardia – affinché tutta l’attività di ricerca scaturita da bandi come questo sia poi messa a disposizione della pratica clinica e assistenziale, per garantire un miglioramento dell’offerta di cura, non solo quella ospedaliera ma anche quella territoriale e assistenziale. Potenziamo il collegamento tra ricerca e applicazione della ricerca”. “Tutto questo – ha evidenziato Fontana – è possibile grazie all’ecosistema lombardo nel settore della ricerca, che è all’avanguardia e competitivo. Lo dimostrano la presenza del maggior numero di Irccs pubblici e privati, i primati nel campo universitario e nella registrazione dei brevetti e gli investimenti nei progetti dei nostri ricercatori”.

  • Australia legalises psychedelics for mental health

    Australia has become the first country in the world to legalise the use of psychedelics to treat some mental health conditions.

    Approved psychiatrists can now prescribe MDMA to those suffering post-traumatic stress disorder and magic mushrooms for some types of depression.

    The controversial move has been hailed as a game-changer by many scientists and mental health experts.

    However, others say the move has been too hasty and should not be over-hyped.

    Experts say there is still the risk of a “bad trip”, which is when the user has an unpleasant experience while under the influence of drugs.

    And the therapy comes at a cost, with Australian media reporting one course could cost tens of thousands of dollars.

    MDMA – also known as the party drug ecstasy – is a synthetic drug that acts as a hallucinogen. It increases the user’s energy levels, sensory experiences and distorts their sense of time.

    Magic mushrooms, which grow naturally, also have hallucinogenic effects due to the active compound psilocybin.

    While Australia is the first country in the world to regulate the drugs as medications, clinical trials are also underway in the US, Canada and Israel.

    Under the new regulations which became official in Australia on 1 July, approved psychiatrists can prescribe MDMA for post-traumatic stress disorder (PTSD) and psilocybin for depression that has resisted other treatments.

    Use of the psychedelics would be carefully monitored and not a case of “take a pill and go away”, said Dr Mike Musker, a mental health researcher at the University of South Australia.

    Describing the move as a “game-changer”, he told AFP news agency that, in the case of MDMA for example, the patient would likely have three treatments over five to eight weeks. Each treatment would last about eight hours, with the therapist staying with the patient the whole time.

    Patients should not expect a miracle cure, however.

    “I have read about stories where people have had what you call bad trips, or actually they’ve re-experienced their trauma, and so we’ve got to take great caution,” Dr Musker said.

    Professor Susan Rossell, a cognitive neuropsychologist at Melbourne’s Swinburne University said that while psychedelics certainly had the potential for therapeutic use, the move had come about too quickly.

    “When you look at interventions… for any other kind of disease, whether it’s cardiovascular disease or cancer, you cannot get a drug to market as quickly as this has been done,” she told AFP.

    Prof Rossell, who is leading Australia’s biggest trial on the effects of psilocybin on depression, added that more research was needed to determine the long-term outcomes of the therapy.

    Australia’s Therapeutic Goods Administration (TGA) shocked many in the medical and science world in February when it reclassified MDMA and psilocybin so they could be used for therapeutic purposes.

    It declared the drugs “relatively safe” when used in a “medically-controlled environment” for patients “with serious mental health conditions”. Otherwise, both MDMA and psilocybin are illegal in Australia.

    The TGA acknowledges that there are unknowns and inconclusive evidence, but says “there are promising signs” that controlled therapeutic use of the drugs may improve mental health for some people and that the “benefits for some patients… will outweigh the risks”.

    The regulator says there are currently no approved products that contain MDMA or psilocybin. However the reclassification means psychiatrists will be able to access and legally supply certain medicines that contain them, even if they have not been evaluated for safety or effectiveness.

  • Azioni Marie Skłodowska-Curie: 429 milioni di euro a sostegno di dottorandi altamente qualificati

    La Commissione ha annunciato i risultati delle Azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA) 2022 per le reti di dottorato. 149 programmi di dottorato di eccellenza riceveranno un totale di 429,4 milioni di euro da utilizzare per formare oltre 1.650 dottorandi altamente qualificati, stimolandone il talento e l’occupabilità a lungo termine. Di questi programmi, 14 dottorati industriali formeranno ricercatori e ne svilupperanno le competenze al di fuori dell’ambiente accademico, in particolare nell’industria, nelle aziende e nel settore pubblico, mentre 12 dottorati congiunti offriranno una formazione integrata che porterà al conseguimento di titoli congiunti o multipli.

    I programmi selezionati riguardano tutte le discipline scientifiche e permetteranno di fare ricerca in aree quali la progettazione di materiali avanzati e di componenti per nuovi sistemi di accumulo dell’energia, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella ricerca sulla sicurezza stradale, o lo studio di nuove terapie contro le ricadute e le metastasi del cancro causate dalle cellule staminali.

    I programmi di dottorato finanziati sono attuati da partenariati internazionali che coinvolgono oltre 1.100 organizzazioni con sede in 62 paesi dell’UE, paesi associati a Orizzonte Europa e altri. Di queste organizzazioni 403 appartengono al settore privato e 796 al settore pubblico. Dal 2014 le Azioni Marie Skłodowska-Curie hanno finanziato 1 330 programmi di dottorato.

    L’apprendimento lungo tutto l’arco della vita rientra fra le priorità dell’Anno europeo delle competenze 2023, che verterà sull’aiutare le persone ad acquisire le competenze necessarie per ottenere posti di lavoro di qualità.

  • Agopuntura riconosciuta dall’ISS

    Il 25 luglio del 2022 sono state pubblicate le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità per l’uso dell’agopuntura nella terapia del dolore. Nello specifico, queste linee guida sono rivolte a tutti gli operatori sanitari che, nel corso della loro attività clinica, si trovino ad assistere pazienti adulti (≥18 anni) con sintomi da emicrania episodica e cronica o con lombalgia cronica e si riferiscono ad uno studio che ha rivelato una maggiore efficacia dell’agopuntura rispetto ai farmaci previsti per le suddette patologie. La notizia è molto positiva sotto tanti punti di vista. In primo luogo per il fatto che in Italia i più recenti studi riportano che l’emicrania ha una prevalenza che va dal 20 al 40% della popolazione (dipendentemente dall’età, il sesso e la collocazione geografica). In secondo luogo perché si può ridurre l’impatto economico di queste patologie e delle terapie ad esse associate (solo nei 27 Paesi UE è stato calcolato un costo complessivo pari a 111 miliardi di euro – Linde et al. 2012. Dati riferiti a dieci anni fa). E, in terzo luogo il fatto che l’agopuntura, come dimostrato, riduce quasi a zero gli eventi avversi o effetti collaterali (a patto, sempre, che sia eseguita da personale medico adeguatamente preparato). Insomma, come detto, si tratta di una buona notizia e, potrei anche aggiungere, meglio tardi che mai, visto che l’agopuntura è una pratica dalle origini talmente antiche che non vi è accordo sui suoi primi utilizzi. Alcuni reperti archeologici orientali (pietre sottilmente affilate) fanno pensare addirittura ad un suo uso in un periodo storico antecendente al neolitico. Nelle linee guida, tuttavia, come in quasi tutti gli studi clinici relativi a questa pratica di medicina tradizionale, non si fa mai riferimento alla teoria scientifica (possiamo iniziare a dirlo?) che l’ha resa possibile. Teoria che interpreta e codifica la realtà su due piani opposti e complementari tra loro, ovvero, quello fisico e quello metafisico. Ma torniamo all’agopuntura. Che cos’è? Come funziona? Innanzitutto è importante dire che l’agopuntura costituisce una delle 5 componenti della Medicina Tradizionale Cinese (insieme alla dieta, alla fitoterapia, alla massoterapia e alle ginnastiche psicofisiche quali, ad esempio, il Qi Gong e il Tai Chi). Il che ci fa capire che l’agopuntura non è un metodo terapeutico a sé stante ma una pratica di complemento di un sistema terapeutico più ampio che parte dal presupposto che la salute è il risultato del buon funzionamento di un insieme di sistemi (in occidente potremmo definirli sistema metabolico, nervoso, psichico, etc.). Equilibrio tra uomo e ambiente, equilibrio tra le sue interazioni fisiche (cibo, movimento, etc.) e le sue interazioni metafisiche (pensieri, idee, etc.) con l’ambiente (naturale o sociale) che lo circonda. Come funziona? Qui viene il bello, perché nessuno studio scientifico ne parla, o rimanda ad un approfondimento sul tema. L’agopuntura consiste nell’inserzione di specifici aghi (sono principalmente di due tipi) in specifici punti del corpo (dipendentemente dal trattamento necessario) che si trovano lungo canali energetici definiti “meridiani”. Sì, lungo canali “energetici”, ovvero, metafisici, invisibili, intangibili. Il che ci rimanda al discorso sulla teoria che ha generato l’agopuntura e sulla capacità di antichi saggi orientali di saper codificare e “mappare” sia i canali fisici (ad esempio il reticolato arterioso e venoso) sia quelli metafisici (i meridiani energetici, per l’appunto). Noi occidentali siamo educati ed abituati a considerare l’organismo dal solo punto di vista fisico, ovvero come un insieme di fasci nervosi, arterie, vene, vasi linfatici, muscoli, ossa e organi. Secondo gli antichi saggi fondatori della Medicina Tradizionale Cinese tutto ciò costituisce solo la parte fisica di qualsiasi sistema vivente (più o meno complesso) perché secondo la Medicina Tradizionale Cinese i meridiani energetici sono presenti anche nei vegetali e negli animali. I meridiani sono canali che scorrono in tutto il nostro corpo dalla superficie agli strati più profondi dove si trovano gli organi, mettendo in comunicazione le varie parti e riunendole nell’unità dell’organismo. Possiamo immaginarli come corsi d’acqua sotterranei a varie profondità che sgorgano in superficie in particolari punti chiamati Xuè, ovvero i punti che vengono stimolati con gli aghi nell’agopuntura o con la digito pressione nello shiatsu per accedere al sistema energetico di ogni individuo. I meridiani sono 12 e costituiscono la grande circolazione energetica del corpo. Ad ognuno è collegato un organo da cui prende il nome: Polmone, Intestino crasso, Rene, Vescica urinaria, Fegato, Vescica biliare (cistifellea), Cuore, Ministro di Cuore (pericardio), Intestino tenue, Triplice riscaldatore, Milza/Pancreas e Stomaco. La prima testimonianza scritta di agopuntura si trova nel Huangdi Neijing (tradotto come Canone di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo), datato circa 300 a.C. dove troviamo anche citate sia la teoria dello yin e dello yang che quella dei 5 elementi (o delle 5 trasformazioni). A questo punto, visto che l’agopuntura è oggetto di approvazione in Italia come in moltissime altre parti del Mondo (ad esempio, per determinate condizioni patologiche è stata approvata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, dal National Institutes of Health degli Stati Uniti e dal National Health Service del Regno Unito) non è forse arrivato il momento di approfondire lo studio, con metodo scientifico, di tutte le pratiche terapeutiche fondate su queste antichissime teorie? La dietoterapia come il Tai Chi, ad esempio? Del resto sempre di più si legge di studi scientifici che dimostrano che alcuni alimenti (mondo fisico) contribuiscono a cambiare il nostro umore, il nostro modo di pensare (mondo metafisico) o, viceversa, che alcuni stati mentali (depressione o ansia o stress) incidono sul nostro metabolismo. C’è ancora molto da recuperare in questo senso, soprattutto se pensiamo che la scuola di medicina salernitana (di influenza araba, a sua volta di influenza orientale) più di mille anni fa raccomandava come cure queste tre cose “l’animo lieto, la quiete e la moderata dieta”.

  • Nuovi dati del Metodo Di Bella

    E’ stato  pubblicato sulla banca dati  biomedica  www.pubmed.gov  lo studio clinico sull’applicazione del Metodo Di Bella negli osteosarcomi. Il dato che emerge è la sopravvivenza a 5 anni degli osteosarcomi metastatici trattati con i protocolli oncologici del 30,5% e dell’ottanta per cento col metodo Di Bella.

    A retrospective observational study on cases of osteosarcomas treated with a multitherapy: The rationale and effectiveness. – Di Bella G, Di Bella L, Borghetto V, Moscato I, Costanzo E., Neuro Endocrinol Lett. 2022 Sep 16;43(3):173-179. Online ahead of print.PMID: 36179729

    Nella pubblicazione sono riportati i meccanismi biomolecolari che rendono particolarmente elevata l’incidenza degli osteosarcomi nell’età scolare e nell’adolescenza. Questi meccanismi spiegano l’aggressività con metastasi prevalentemente polmonari  e le mediane di sopravvivenza particolarmente limitate nell’osteosarcoma metastatico , quasi sistematicamente ad esito infausto. La coincidenza del livello minimo di melatonina nelle fasce di età colpite, in coincidenza col picco massimo dell’ormone della crescita ( GH), particolarmente concentrato nelle stesse zone di accrescimento osseo in cui si sviluppa il tumore , spiega il meccanismo biomolecolare dell’insorgenza del sarcoma e la sua risposta positiva al Metodo Di Bella mediante gli elevati dosaggi di melatonina e della somatostatina inibitore biologico dell’ormone della crescita, il GH. Diversi dei quindici casi metastatici pubblicati, guariti stabilmente da oltre cinque anni, hanno già superato i 10 anni in assenza di malattia.

  • La Commissione lancia un centro di conoscenze per la lotta contro il cancro

    La Commissione ha lanciato il centro di conoscenze sul cancro, la prima azione faro realizzata nell’ambito del piano europeo di lotta contro il cancro. Il centro di conoscenze è una nuova piattaforma online per raccogliere dati e coordinare le azioni contro la prima causa di morte al di sotto dei 65 anni in Europa. Il centro raccoglierà i dati più recenti sul cancro, fornirà orientamenti in materia di assistenza sanitaria e sistemi di garanzia della qualità, monitorerà ed elaborerà le tendenze relative all’incidenza e alla mortalità oncologiche in tutta l’UE. Si tratta inoltre di uno spazio in cui tutti coloro che sono impegnati nella lotta contro il cancro possono condividere le migliori pratiche, collaborare e coordinarsi per sfruttare al meglio le nostre conoscenze collettive e i dati scientifici comprovati.

    Il centro di conoscenze sul cancro è un mediatore di conoscenze indipendente che fornisce un sostegno alle politiche basato sui dati, ampliando nel contempo i sistemi informatici, i gateway, i portali, le piattaforme e le banche dati della Commissione attualmente esistenti sul cancro. Servirà a raccogliere e fornire i dati e le statistiche più recenti sul cancro; monitorare le tendenze oncologiche in modo da poter valutare l’efficacia delle strategie di prevenzione e dei programmi di screening; fornire orientamenti europei per la prevenzione, lo screening, la diagnosi e la cura allo scopo di migliorare i risultati in ambito oncologico e ridurre le disuguaglianze tra le regioni dell’UE, contribuire a definire politiche per la prevenzione del cancro in relazione all’ambiente e a stili di vita sani, compreso il controllo del tabagismo e dell’alcool; individuare le lacune relative alla ricerca o alle politiche; fornire uno spazio di coordinamento per iniziative oncologiche su un’unica piattaforma; contribuire a ridurre le disuguaglianze nella prevenzione e nella cura oncologiche in tutta l’UE.

    La piattaforma ospita un punto di riferimento per l’elaborazione delle politiche in materia di prevenzione, attraverso lo sportello informativo per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie, il sistema europeo d’informazione sul cancrogli orientamenti europei e i sistemi di garanzia della qualità per la prevenzione, lo screening, la diagnosi e la cura oncologici.

    Il Centro di conoscenze è un’iniziativa faro del piano europeo di lotta contro il cancro, priorità fondamentale della Commissione von der Leyen nel settore della salute e colonna portante di una solida Unione europea della salute. Il piano di lotta contro il cancro definisce un nuovo e ambizioso approccio per ridurre l’onere del cancro nell’UE, affrontando la malattia in tutte le sue fasi, dalla prevenzione alla qualità della vita di chi ne è affetto e di chi l’ha sconfitta – e concentrandosi sulle azioni alle quali l’UE può apportare il massimo valore aggiunto. Inoltre, la futura missione sul cancro nell’ambito di Orizzonte Europa costituirà una componente fondamentale degli investimenti dell’UE nel campo della ricerca e dell’innovazione sul cancro, sostenendo numerose azioni chiave del piano di lotta contro il cancro e fornendo nuovi concetti per elaborare soluzioni strategiche innovative a vantaggio dei pazienti.

    Il centro di conoscenze sul cancro contribuirà al successo di queste iniziative attraverso l’individuazione, l’allineamento, la pianificazione e il coordinamento delle azioni scientifiche e tecniche. Ciò consentirà di migliorare la prevenzione, lo screening per la diagnosi precoce, le cure e l’assistenza, in modo che tutti possano vivere in modo più sano e più felice in futuro.

    E’ stato lanciato anche un primo risultato chiave del centro di conoscenze: gli orientamenti europei e il programma di garanzia della qualità per lo screening, la diagnosi e la cura del cancro al seno. Questi orientamenti incentrati sul paziente e basati sui dati offrono ai prestatori di assistenza sanitaria e alle donne indicazioni chiare e indipendenti per un percorso di assistenza sanitaria completo per la più frequente tipologia di cancro nella popolazione femminile. Contribuiranno a ridurre l’incidenza del cancro al seno e ad affrontare disuguaglianze evitabili in termini di incidenza, prevalenza, mortalità e tassi di sopravvivenza tra i paesi dell’UE e al loro interno. Gli orientamenti e i manuali di garanzia della qualità che li accompagnano sono disponibili online sulla pagina del centro di conoscenze e saranno aggiornati man mano che saranno disponibili nuovi dati.

    Saranno gli scienziati del Centro comune di ricerca della Commissione a gestire il centro di conoscenze sul cancro; si trovano nella posizione ideale per farlo, vista la loro esperienza sia nella gestione di altri centri di conoscenza che in ambito oncologico. Sono esperti nel formulare orientamenti per migliorare lo screening, la diagnosi e la cura, consolidare le migliori pratiche per la prevenzione del cancro e sfruttare il potenziale dei dati oncologici per monitorare l’onere del cancro ed effettuare previsioni al riguardo.

    centri di conoscenza della Commissione riuniscono esperti, ricercatori e responsabili politici all’interno e all’esterno della Commissione per definire in modo olistico le questioni strategiche e sviluppare risposte basate sui dati.

    Il centro di conoscenze sul cancro è il 10o centro di conoscenze della Commissione e il 9o che sarà lanciato sotto la guida del Centro comune di ricerca; si aggiunge a quelli già istituiti in materia di biodiversità, bioeconomia, osservazione della Terra, sicurezza alimentare e nutrizionale globale, politiche territoriali, migrazione e demografia, gestione del rischio di catastrofi, frode alimentare e qualità degli alimenti e interpretazione (quest’ultimo è guidato dal servizio di interpretazione della Commissione — DG SCIC).

    Fonte: Commissione europea

  • Venti milioni di italiani perdono i capelli e a Roma nasce il primo Centro europeo per loro

    Tra i 15 e i 20 milioni di italiani, donne e uomini, giovani o più avanti con gli anni, perdono i capelli per patologie del cuoio capelluto, malattie differenti o semplicemente per fattori ereditari. Chi ne soffre – dicono gli specialisti – prova un profondo disagio con ripercussioni negative psicologiche e sociali. Per affrontare in modo sistematico la calvizie di qualsiasi tipo è nato a Roma, primo in Europa, il Centro Integrato Alopecie (Cia) presso l’Istituto dermopatico dell’Immacolata (Idi) Irccs, struttura in grado di gestire in maniera coordinata sotto lo stesso tetto le fasi di diagnosi e terapia di tutte le affezioni del cuoio capelluto. Il Centro, diretto da Gianfranco Schiavone, accoglie fino a 700 pazienti al mese: di cui una ventina al giorno sono giovani tra i 15 e i 22 anni, donne il 20% di questi.

    Secondo i dati dell’Idi, il fenomeno colpisce, diversamente da quanto si creda, circa il 50% del sesso femminile in fasi differenti della vita: con esordio dalla pubertà nei casi più gravi, ma di solito dopo la gravidanza o la menopausa. Per il sesso maschile, a 30 anni la caduta riguarda mediamente il 30% della popolazione, a 50 anni il 50%, a 70 anni l’80%.

    “Il paziente tipo è un ragazzo molto giovane – spiega Schiavone – che comincia a vedere la stempiatura o lo sfoltimento in cima alla testa, molto ansioso per come può evolvere la situazione, specie nel caso in cui i genitori abbiano lo stesso problema. Rispetto al passato, le terapie attuali non rappresentano un rischio poiché non alterano alcun assetto ormonale. Nei casi in cui è necessario, si procede con il trapianto”.

    La nascita del Cia è stata fortemente voluta, anche per superare il vecchio concetto di ambulatorio con visita tricologica, oltre che per garantire ai pazienti un approccio scientifico complessivo e integrato a cui prendono parte specialisti di diversi settori. Come per esempio nel caso delle donne che perdono i capelli a causa dell’ovaio policistico e che vengono seguite contemporaneamente da dermatologi e ginecologi. Non solo: la creazione di un Centro integrato, già punto di riferimento per tutto il Centro-Sud, evita la trafila spesso senza successo presso privati legati a società commerciali che vendono prodotti e trapianti anche di dubbio valore scientifico. Del resto a far comprendere il peso e la diffusione del fenomeno basta guardare alla crescita esponenziale del cosiddetto turismo medico degli ultimi anni in Albania o Turchia per i trapianti di capelli. “A Istanbul, diventata come Rio De Janeiro per la chirurgia estetica degli anni ’80, si spende la metà che da uno specialista privato in Italia – racconta Schiavone – ma ci sono quei rischi legati a possibili complicanze post-operatorie che non vanno trascurati. Se quando si è tornati a casa si presenta un’infezione, la febbre, le croste, difficilmente il paziente riprenderà l’aereo per tornare in Turchia o in Albania. Con tutte le conseguenze del caso”.

    Per combattere la forma più diffusa di calvizie, l’alopecia androgenetica, all’Idi vengono utilizzate tra l’altro le terapie biologiche a base di derivati del plasma nella loro ultima variante il-prf (evoluzione del prp), erogata in ospedale sotto il controllo del Centro trasfusionale secondo le direttive del Centro nazionale sangue. La fotobiomodulazione (low level laser therapy); il microneedling, sia chirurgico che domiciliare tramite derma-pen e derma-stamp associato o meno alla somministrazione di sostanze topiche come alcuni biorivitalizzanti. Contro l’alopecia androgenetica i dermatologi del Cia usano pureil trapianto di cellule staminali dal grasso autologo, una sorta di lipofilling su cui stanno convergendo le ricerche per che richiede un piccolo intervento chirurgico ambulatoriale, nei casi di pazienti resistenti alle altre terapie.

    La rivoluzione nell’assistenza dei pazienti comprende altri due punti: le terapie per le persone trattate con cure oncologiche e il versante estetico. Ossia il trapianto, eseguito in associazione alle terapie biologiche seguendo una nuova metodica chiamata Beht (biologically enhanced hair transplantation). Al Cia i pazienti pagano il ticket e, nel caso di trapianto e trattamenti estetici, la spesa è calmierata rispetto agli studi privati.

  • Ok del Consiglio Stato ai test sui macachi: non ci sono alternative

    La sperimentazione sui macachi non ha alternative. Il progetto Lightup per ridare la vista a migliaia di persone che l’hanno persa e che è stato autorizzato dal ministero della Salute, “non potrebbe essere raggiunto con metodologie effettuate direttamente sull’uomo” né è possibile la sperimentazione “su un numero inferiore di macachi”. Così i giudici del Consiglio di Stato hanno motivato la decisione con cui il 28 gennaio scorso hanno ritenuto la “legittimità” della sperimentazione sui sei macachi prevista dal progetto delle Università di Torino e di Parma.

    La giustizia amministrativa mette così fine alla lunga querelle sulla sperimentazione sui primati. A ottobre dell’anno scorso il Consiglio di Stato aveva sospeso la sperimentazione e disposto una verifica sul progetto affidata all’Istituto di ricerca Irccs ‘Fondazione Bietti per lo studio e ricerca in oftalmologia’ a cui aveva posto più quesiti, a partire dalle domande se il progetto di ricerca fosse perseguibile soltanto mediante sperimentazione sulla specie ‘primati umani’ vivi e se il numero di sei primati fosse il minimo indispensabile. La verifica ha dimostrato – si legge nella sentenza (relatrice la consigliera Giulia Ferrari) della Terza Sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Franco Frattini –  che “la sperimentazione oggetto del progetto rispetta tutti i requisiti per essere autorizzata”. Per questo “non può e non deve essere annullata solo perché non esterna congruamente le ragioni per cui il progetto è assentibile, una volta dimostrato, come è stato dimostrato, che è effettivamente autorizzabile”.

    Soddisfazione è stata manifestata da parte dei due atenei che auspicano “ora il miglior successo della ricerca a beneficio del progresso delle conoscenze e della salute dei pazienti”, mentre la Lav ha parlato di “speranze di salvezza svanite per gli animali”. E ha annunciato nuove battaglie.

    Il progetto era stato sospeso dal Consiglio di Stato nel gennaio 2020, poi a maggio il Tar aveva respinto i ricorsi degli animalisti dando di nuovo via libera alle sperimentazioni. Il 28 gennaio scorso, in udienza collegiale, i giudici amministrativi avevano dato via libera alla sperimentazione.

    Dunque, la sentenza sancisce definitivamente la legittimità dell’autorizzazione del ministero della Salute e che “tutto è stato fatto nel rispetto delle normative e degli obiettivi di una sperimentazione che è giudicata di grande interesse a livello europeo”, aveva commentato in ottobre Research4Life, piattaforma che rappresenta il meglio della ricerca scientifica italiana.

  • Piano europeo di lotta contro il cancro: un nuovo approccio dell’UE in materia di prevenzione, trattamento e assistenza

    Alla vigilia della giornata mondiale contro il cancro, che si celebra il 4 febbraio, la Commissione europea ha presentato il piano europeo di lotta contro il cancro, priorità fondamentale della Commissione von der Leyen nel settore della salute e colonna portante di una solida Unione europea della salute. Muovendo da nuove tecnologie, ricerca e innovazione, il piano definisce il nuovo approccio dell’UE in materia di prevenzione, trattamento e assistenza, affrontando la malattia in tutte le sue fasi – dalla prevenzione alla qualità della vita di chi ne è affetto e di chi l’ha sconfitta – e concentrandosi sulle azioni alle quali l’UE può apportare il massimo valore aggiunto.

    Il piano europeo di lotta contro il cancro sarà sostenuto da azioni in vari settori strategici, dall’occupazione all’istruzione fino alla politica sociale e all’uguaglianza, passando per commercio, agricoltura, energia, ambiente, clima, trasporti, politica di coesione e fiscalità.

    Il piano si articola in quattro aree d’intervento fondamentali, nelle quali sono previste 10 iniziative faro e numerose azioni di supporto. Per realizzarle saranno attivati tutti gli strumenti di finanziamento della Commissione, con uno stanziamento complessivo di 4 miliardi di € destinati ad azioni di lotta contro il cancro in provenienza dal programma EU4Health, da Orizzonte Europa e dal programma Europa digitale, solo per citarne alcuni.

    1.Prevenzione, attraverso azioni finalizzate ad arginare i principali fattori di rischio, ad esempio il tabagismo (affinché entro il 2040 la percentuale di popolazione che fa uso di tabacco sia inferiore al 5 %), il consumo nocivo di alcol, l’inquinamento ambientale e le sostanze pericolose. La campagna “HealthyLifestyle4All” promuoverà inoltre l’alimentazione sana e l’attività fisica. Per prevenire i tumori causati da infezioni, il piano punta a vaccinare almeno il 90 % della popolazione bersaglio di ragazze nell’UE e ad aumentare considerevolmente la copertura vaccinale dei ragazzi entro il 2030.

    2.Individuazione precoce, migliorando l’accesso alla diagnostica e la sua qualità e appoggiando gli Stati membri di modo che entro il 2025 il 90 % della popolazione dell’UE che soddisfa i requisiti per lo screening del tumore al seno, del tumore del collo dell’utero e del tumore del colon-retto abbia la possibilità di sottoporvisi. A tal fine sarà proposto un nuovo programma di screening sostenuto dall’UE.

    3.Diagnosi e trattamento, mediante azioni volte a offrire una migliore assistenza integrata e completa e a correggere le disparità di accesso a cure e medicinali di alta qualità. Di qui al 2030 il 90 % degli aventi diritto dovrebbe avere accesso a centri nazionali integrati di cancerologia facenti parte di una rete UE. Entro la fine del 2021 sarà inoltre varata una nuova iniziativa di diagnosi e trattamento del cancro per tutti allo scopo di migliorare l’accesso a diagnosi e trattamenti innovativi, mentre un’iniziativa europea per comprendere il cancro (UNCAN.eu) aiuterà a individuare le persone ad alto rischio di sviluppare tumori comuni.

    4.Miglioramento della qualità della vita dei malati di cancro e dei sopravvissuti, compresi gli aspetti di riabilitazione e di possibile recidiva o metastasi, e misure per facilitare l’integrazione sociale e il reinserimento lavorativo. Sarà avviata un’iniziativa a favore di una vita migliore per i malati di cancro incentrata sull’assistenza durante il follow-up.

    Per promuovere le nuove tecnologie, la ricerca e l’innovazione sarà inoltre creato un centro di conoscenze sul cancro, che aiuterà a coordinare le iniziative scientifiche e tecniche a livello dell’UE. Sarà varata un’iniziativa europea sulla diagnostica per immagini (imaging) dei tumori, tesa a sostenere lo sviluppo di strumenti computerizzati in grado di far progredire la medicina personalizzata e le soluzioni innovative.

    Particolare attenzione sarà rivolta ai più piccoli nell’ambito di un’iniziativa per aiutare i bambini affetti da cancro, allo scopo di garantire che abbiano accesso a un’individuazione, una diagnosi, un trattamento e un’assistenza rapidi e ottimali. Per individuare tendenze, disparità e disuguaglianze tra Stati membri e regioni sarà infine istituito nel 2021 un registro delle disuguaglianze.

  • L’antiscienza secondo i mainstream

    Riceviamo e pubblichiamo l’articolo di replica del Dott. Giuseppe Di Bella al Corriere sella Sera e all’On. Rosy Bindi

    Il 12 gennaio il Corriere della Sera ha pubblicato: “Dalle cure miracolose ai no-vax, ecco quando e come nasce l’antiscienza in Italia (con la foto del Prof. Di Bella per non lasciare dubbi) … Ossi di Seppia, la serie “saggistica” prodotta da 42°Parallelo per RaiPlay, dedica la prima puntata online dal 12 gennaio a questo tema. “”… abbiamo chiesto a Rosy Bindi, il ministro pro tempore della salute, di riavvolgere il nastro della sua memoria”” spiega Mauro Parissone, ideatore della serie”.

    Nella trasmissione viene capovolta la realtà ovviamente senza contraddittorio, secondo una prassi consolidata della TV di regime. Non furono partiti o singoli parlamentari come l’On Storace cui fa riferimento l’intervista, a promuovere manifestazioni, ma già nel 1996, gli esiti positivi del MDB, avevano creato un crescente interesse da parte della pubblica opinione, e una progressiva ostilità da parte delle multinazionali del farmaco e dei circoli di potere politici, accademici, finanziari e degli apparati sanitari collegati. Si arrivò a ripetute manifestazioni di piazza per ottenere l’erogazione del MDB. Quando il MDB era all’ordine del giorno e gli organi d’informazione avevano riportato numerose testimonianze dirette di molti casi di guarigione con MDB, le forze politiche presero una decisa posizione, le sinistre si schierarono a favore delle multinazionali e dei circoli di potere accademico finanziari e degli apparati sanitari collegati, le destre a favore della libertà di cura e di valori etici e sociali.

    Questi mainstream si arrogano il diritto di giudicare, senza produrre alcuna prova, documentazione, riscontro, alle loro offensive dichiarazioni sul Prof. Luigi Di Bella. Sono perfettamente consapevoli di potere offendere, disinformare, senza alcun rischio di denunce, avendo sperimentato innumerevoli volte l’immunità e impunità quando si tratta del vilipendio del Prof Di Bella e dei figli. Denunce e querele sono regolarmente, e senza eccezioni, archiviate, al punto che io e mio fratello ormai non presentiamo più denunce consapevoli della loro totale e sperimentata inutilità. Nel 1998 i giornaloni di regime pubblicarono su di me ogni tipo di falsità: debiti per gioco d’azzardo, visite a cifre astronomiche ecc. Feci querela, dopo innumerevoli rinvii, l’avvocato di un noto imprenditore, proprietario di un giornalone e di una casa editrice e azionista di parecchie importanti aziende e testate giornalistiche, dopo l’ennesimo rinvio, venne da me ridendo con atteggiamento canzonatorio dicendo: ma veramente lei vuole mettersi contro …. ma non sa chi è?
    La diffamazione continuata e aggravante del Prof Di Bella da parte di questa pseudodemocrazia è iniziata nel dicembre del ’97, col comunicato stampa del ministro pro tempore Rosy Bindi, riportato nella pagina del sito www.metododibella.org Sulla sperimentazione-truffa del Metodo di Bella: la verità – Metodo di Bella – Sito Ufficiale alla sezione Dossier 1: La Sperimentazione MDB: ragioni reali per cui si giunse alla sperimentazione. Il 23/12/97 il comunicato stampa N° 267 del Ministero della Sanità, firmato dal Ministro Rosy Bindi e massime autorità sanitarie istituzionali, recitava: “Considerata l’esistenza del cosiddetto Metodo Di Bella per il trattamento di varie patologie oncologiche, considerati i pareri che su detto metodo sono stati resi dalla Commissione oncologica nazionale nei dati 5 febbraio 1996, dalla commissione unica del farmaco nei dati 8 gennaio 1997, nonché il comunicato del Comitato di Presidenza del Consiglio superiore di sanità nei dati 16 luglio 1997 e il parere dell’assemblea generale del Consiglio stesso nei dati 19 dicembre 1997.
    Rilevato che tutti gli organismi suddetti è stato affermata la mancanza di fondamento scientifico documentato del metodo Di Bella e quindi l’insuscettibilità del medesimo all’impiego sistematico negli ammalati di tutti i tipi di tumore…
    Risponde a verità quanto affermato in tono perentorio, sprezzante, intimidatorio, dalle massime autorità e commissioni sanitarie italiane? E’ proprio vero che la letteratura medico scientifica mondiale, alla fine del 1997, non comprendesse alcun fondamento scientifico che comprovasse l’azione antitumorale dei farmaci componenti del MDB?
    Non vi erano pertanto pubblicazioni relative all’azione antitumorale di questi farmaci?
    Una ricerca eseguita il 23/12/97 sulla massima banca dati biomedica www.pubmed.gov (è possibile oggi effettuare una ricerca retrograda inserendo la data) sui singoli farmaci componenti del MDB, incrociando i farmaci con la parola “Cancro”, e limitando la ricerca agli studi eseguiti sull’uomo, ha evidenziato settemilaquaranta (7040) pubblicazioni sulle  proprietà antitumorali dei componenti del  MDB, confermando chiaramente anche la razionalità e scientificità della multiterapia oncologica MDB.
    Melatonina:318
    Retinoidi:1582
    Vitamina E: 819
    Bromocriptina:1504
    Somatostatina:2817
    Totale:7040

    Queste 7040 pubblicazioni per il Ministero della Sanità e le massime autorità e Commissioni Sanitarie nazionali, evidentemente, significavano: Mancanza di fondamento scientifico documentato del metodo Di Bella e quindi l’insuscettibilità del medesimo all’impiego sistematico negli ammalati di tutti i tipi di tumore…”
    A due mesi dal comunicato stampa ministeriale, nel febbraio 1998, il Premio Nobel Andrea Schally pubblicava su www.pubmed.gov, nella rivista “Proc Soc. Exp Biol Med. 1998 Feb;217(2):143-52. Mechanisms of antineoplastic action of somatostatin analogs” Meccanismi di azione antineoplastica della somatostatina e analoghi “La pubblicazione inizia con l’affermazione ““impressive antineoplastic activity of somatostatin analogs has been demonstrated in many tumor models“. impressionante effetto antitumorale della somatostatina in molti tumori”.- Continua:” Nell’ultimo decennio, l’impressionante attività antineoplastica degli analoghi della somatostatina è stata dimostrata in molti modelli tumorali“.
    Nei 10 anni precedenti (pertanto a partire dal 1988) la somatostatina e gli analoghi avevano già dimostrato un’impressionante attività antitumorale in molte varietà tumorali, pertanto, nove anni prima della comunicato stampa, era già noto e documentato l’effetto antitumorale di quella somatostatina di cui tutte le autorità istituzionali sanitarie e il ministro nel dicembre 1997, avevano dichiarato la “mancanza di fondamento scientifico” rinnegando nuovamente questa evidenza scientifica a conclusione della sperimentazione del 1998. La pubblicazione del Prof Schally è giunta 20 anni dopo quelle del Prof Di Bella, presentate anche come relazioni a congressi mondiali, link: Pubblicazioni Scientifiche del Prof. Luigi Di Bella – Metodo di Bella – Sito Ufficiale
    Perspectives in pineal functions (1978),
    Somatostatin in cancer therapy (1981)
    Oggi nell’allegato sui componenti MDB, reperibile alla sezione comunicazioni nella prima pagina del sito www.metododibella.org, si può evidenziare l’espansione esponenziale dell’interesse della ricerca e delle pubblicazioni a conferma della proprietà antitumorali antinfettive, e immunomodulanti dei singoli componenti del MDB. Per questo, col problema Covid, per il documentato potenziamento immunitario e antinfettivo il MDB è oggi la terapia antitumorale di scelta. Le pubblicazioni del Nobel Schally sul deciso effetto antitumorale della somatostatina, componente fondamentale del MDB, oggi sono 107, verificabili da chiunque digitando:-Schally Somatostatin in cancer therapy – Risultati ricerca – PubMed (nih.gov), e  le pubblicazioni sulla somatostatina sono 34.477, reperibili digitando:-somatostatina – Risultati ricerca – PubMed (nih.gov).Digitando sulle 2 massime banche dati medico scientifiche  https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=Giuseppe+Di+Bella https://www.researchgate.net/profile/Giuseppe_Di_Bella2

    si evidenziano 40 pubblicazioni che documentano in oltre un migliaio di pazienti oncologici curati con MDB, mediane di sopravvivenza e qualità di vita ampiamente superiori ai migliori risultati ufficiali ottenuti dell’oncologia nelle varietà tumorali e stadi, reperibili nel National Cancer Institute, massima banca dati clinica oncologica Clinical Trials Information for Patients and Caregivers – Istituto Nazionale Tumori.
    Queste evidenze scientifiche, ufficiali, documentate, incontestabili e verificabili, per il Corriere della Sera, la TV di stato e il Ministro della salute pro tempore, l’On Rosy Bindi, sono : “… cure miracolose … e antiscienza

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