Milano

  • Cambiare lo sguardo per una nuova Europa e una nuova Italia

    Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Simone Feder, lo psicologo che da anni, con il Team Rogoredo, affianca, ascolta e cerca i recuperare i tanti giovani disagiati che popolano l’area a sud di Milano.

    In questa accesa campagna elettorale pochissimo abbiamo sentito parlare di giovani e fragilità, eppure sono questi alcuni dei punti principali su cui si può valutare l’investimento effettivo di una società rispetto al proprio futuro. Ormai da sette anni mi ritrovo a camminare a fianco a molti giovani all’interno di quel boschetto di disperazione ed è su di loro che oggi sento il bisogno di puntare un faro di luce.

    I figli di Rogoredo hanno braccia segnate da domande senza risposte, pelle marchiata da una ricerca che non ha coordinate logiche, parole non dette, silenzi frastornanti e urla logoranti che scandiscono ore di attesa, secondi di tregua e innumerevoli minuti di paura. Oggi Rogoredo non è più la stazione, non è più la sede di Sky, non è più nemmeno ‘il boschetto’.

    Oggi Rogoredo è un disarmante rito, un atroce stile di vita, un terribile quesito esistenziale che non può lasciarci silenziosi e indifferenti.

    Occuparsi di questi figli vuol dire incontrare quegli occhi, sostenere quelle schiene, stringere quelle mani, asciugare quelle lacrime, accompagnare quei passi che restano invisibili alle passerelle di chi si limita ad osservare e a pensare il “non luogo” senza vedere le persone, a parlare dei giovani senza dedicare loro tempo. Come restare indifferenti a tale dramma? Ciò che sta accadendo ci mette di fronte ad una diversità esistenziale che ci interroga profondamente, ad una diversità di “scelte” che ci obbliga a chiederci se, e come, entrarci in contatto.

    Oggi Rogoredo è una lacerante domanda a cui dobbiamo dare ascolto e risposta, prima che il suo grido diventi così forte e profondo da trasformarsi solo in un fastidioso e indifferente rumore di fondo.

    Oggi Rogoredo è la punta dell’iceberg di un disagio che sempre più attanaglia i nostri giovani, invischiandoli in ragnatele di solitudine da cui non trovano via di scampo.

    Il tema giovanile e quello dell’attenzione alla cura e al disagio non possono oggi passare in secondo piano quando si tratta di pianificare il futuro del nostro Paese. Per poter essere portatori di proposte credibili è necessario essere pronti ad investire pensiero e risorse in questa necessaria avventura che è l’accompagnamento dei nostri giovani verso il loro futuro.

    Quali alternative concrete offrire loro? Quali possibilità? Quali valori guidano oggi la loro crescita? Dove sperimentano relazioni efficaci, attività promozionali, esperienze di volontariato che possano offrire loro chiavi di lettura e di approccio al mondo diverse?

    Il problema non è mai il sintomo ma la causa di esso, soffermarci sul tema droga diventa quindi pericoloso e riduttivo. È sempre più fondamentale porsi le domande giuste ed essere pronti ad offrire le risposte necessarie a questo dilagante disagio, che non ha più nomi né confini, ma per farlo è fondamentale far ritornare questi temi all’interno della prima pagina delle agende politiche. Perché non sappiamo quando un giovane che oggi trova nella droga la sua strada deciderà di accendere la lampadina del suo cambiamento, la nostra mission oggi deve essere quella di esserci quando quel giovane sarà in ricerca dell’interruttore.

  • In attesa di Giustizia: attacco alle garanzie

    Milàn l’è semper un gran Milàn: così si dice per sottolineare una sorta di eccellenza della città in diversi settori; con la locale Procura, dai primi anni ’90, vanta anche il primato nel calpestare le garanzie degli indagati: i trucchetti per eludere il termine di durata massima delle indagini prevista per legge svolgendole a totale insaputa dei destinatari, fascicoli con un unico numero di registrazione iniziale creando una sorta di discarica per centinaia di notizie di reato in cui la difesa è di fatto impossibilitata ad orientarsi adeguatamente, il “gioco a nascondino” delle prove a favore degli accusati (quello che ha determinato l’incriminazione del Procuratore Aggiunto Fabio De Pasquale è solo il più noto) sono solo alcuni dei fantasiosi metodi con cui addomesticare i rigori della legge che, nel loro complesso, hanno preso il nome di Codice Ambrosiano, rimarcando una discontinuità rispetto al resto della penisola che tanto il carnevale quanto la Messa avevano già segnato.

    L’ultima tendenza è quella di indagare gli avvocati nell’ambito degli stessi processi in cui sono impegnati nella difesa: ecco così, poco dopo il caso legato al difensore di Alessia Pifferi, una richiesta di interdizione all’esercizio della professione per un anno nei confronti di due professionisti, collegata ad un’inchiesta per traffico di stupefacenti nella quale risultano assistere alcuni dei presunti trafficanti.

    Tale richiesta costituisce un attacco concentrico alle garanzie processuali, alla libertà dell’avvocato e all’esercizio del diritto di difesa che non sono generiche enunciazioni di principio ma canoni costituzionali.

    Ai due sventurati è stato attribuito il reato di ricettazione che consiste nel fatto di chi riceve denaro o altri beni provenienti da reato per procurare a sé o ad altri un profitto e ne sono sospettati per aver ottenuto il compenso per l’attività professionale svolta da parte di soggetti che si presume commercino droga.

    Impressiona per la sua natura l’ipotesi di accusa a carico di clienti che – probabilmente –  non presentano il Modello Unico all’Agenzia delle Entrate ma che dire, allora, se la difesa riguardasse un manager imputato di falso in bilancio o un imprenditore con il vizietto della bustarella, piuttosto che il produttore di salumi che falsamente certifica l’appartenenza al consorzio “Prosciutto di Parma” (sì, può essere un reato anche questo): gli esempi si sprecano e qui si arrestano per questioni di brevità.

    Fortunatamente, non solo a Berlino ma anche a Milano qualche giudice si trova ancora ed in questo caso il Giudice per le Indagini Preliminari cui era stata avanzata la richiesta l’ha rigettata con una motivazione ricca di riferimenti alla giurisprudenza, alle prove ed al buon senso laddove rimarca che il difensore dovrebbe addirittura rinunciare totalmente ai propri compensi allorquando l’assistito sia reo confesso.

    L’iniziativa della Procura, al di là della condivisibile decisione del giudice chiamato a vagliarla, ha determinato una ferma reazione dell’Ordine degli Avvocati di Milano, della Giunta dell’Unione e della Camera Penale di Milano rimarcando la prassi giudiziaria in inarrestabile deriva da quei principi costituzionali, che la magistratura sistematicamente disattende con buona pace della “cultura della giurisdizione” alla quale si dice appartenere anche il pubblico ministero.

    Emerge, viceversa una pericolosa assimilazione della difesa dell’indagato a quella del reato, se non ad una condivisione implicita di scelte criminali.

    Novelli influencers del diritto e della pubblica opinione, è bene che i P. M. si rendano conto che sono lontani i tempi di Mani Pulite e delle manifestazioni davanti al Palazzo di Giustizia con i cartelli “Di Pietro, Davigo, Colombo, fateci sognare”, che la schiera dei loro followers si sta drasticamente riducendo e tra questi non mancano i giudici.

  • L’Unione europea investe per la realizzazione del nuovo Campus dell’Università degli Studi di Milano

    L’UE scende in campo per finanziare il nuovo m dell’Università Statale di Milano con la Banca Europea per gli investimenti (BEI) che sosterrà la creazione di nuovi spazi didattici per studenti e ricercatori universitari nell’ambito di un più ampio progetto di rigenerazione urbana della città di Milano improntato alla sostenibilità.  La linea di credito messa a disposizione da Cassa Depositi e Prestiti beneficia a sua volta in parte della garanzia del Fondo InvestEU, il programma della Commissione Europea per il rilancio degli investimenti privati nell’Unione Europea che ha l’obiettivo di favorire la competitività e la crescita nel lungo periodo.

    L’intervento di riqualificazione permetterà all’Università Statale di Milano di realizzare una struttura innovativa in grado di concentrare in un unico insediamento competenze scientifiche multidisciplinari trasferendo le attività di ricerca didattica e dipartimentale nell’ambito di un programma complessivo di sviluppo dell’ateneo. Il nuovo Campus sarà a regime entro la fine del 2027 e accoglierà oltre 23mila persone tra studenti, ricercatori docenti e staff, si svilupperà su una superficie costruita di 190mila metri quadrati con laboratori per la ricerca avanzata, oltre 8mila metri quadrati di biblioteca, auditorium e spazi comuni, cui si aggiungono spazi verdi e un orto botanico.

  • Il Comune di Milano cerca docenti di francese

    Il Comune di Milano ha indetto una selezione pubblica, per esami, per la copertura di due posti a tempo indeterminato del profilo professionale di Istruttore Direttivo dei Servizi Formativi – Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione – Docente: classe di insegnamento AA022 – Lingue e culture straniere nell’istruzione secondaria di I e II grado (Francese).

    La domanda di partecipazione alla selezione deve essere presentata, a far tempo dalle ore 12:00 del 10/05/2024 e non oltre le ore 12:00 del 10/06/2024, unicamente per via telematica attraverso SPID, CIE, CNS o eIDAS, mediante la compilazione del form di candidatura sul Portale Unico di Reclutamento della Funzione Pubblica, “InPA”, disponibile all’indirizzo internet https://www.inpa.gov.it/. Per la partecipazione al concorso è richiesto il versamento, entro il termine di scadenza del Bando, della tassa di euro 10,00 da effettuare esclusivamente tramite la piattaforma PagoPA.

    Per richieste di assistenza di tipo informatico legate alla procedura di iscrizione online, i candidati devono utilizzare esclusivamente l’apposito modulo di assistenza presente sul Portale “inPA”.

    Per qualunque altra informazione, o comunicazione, i candidati possono inviare una pec al seguente indirizzo: ru.selezioni@pec.comune.milano.it.

  • Milano celebra il talento del pittore della modernità Giuseppe De Nittis

    90 dipinti, tra olii e pastelli, per raccontare uno dei pittori italiani più straordinari: per la prima volta Milano celebra il talento di Giuseppe De Nittis (Barletta 1846 – Parigi 1884) con la mostra DE NITTIS. Pittore della vita moderna, a Palazzo Reale fino al 30 giugno 2024.

    Tra gli eventi più attesi dagli amanti dell’arte e della cultura, e non solo, l’esposizione meneghina è promossa dal Comune di Milano Cultura con il Patrocinio del Ministero della Cultura Italiano, curata da Fernando Mazzocca e Paola Zatti e prodotta da Palazzo Reale e CMS.Cultura in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna. Ospiti le opere dell’artista provenienti dal Musée d’Orsay e il Petit Palais di Parigi, dai Musée des Beaux-Arts di Reims e di Dunkerque, dagli Uffizi di Firenze, dallo GAM di Milano e da una selezione della Pinacoteca De Nittis di Barletta, la raccolta più vasta e significativa di opere dell’artista, arrivate alla sua città natale grazie al lascito testamentario della vedova Léontine.

    La fortuna espositiva De Nittis è transitata attraverso i Salon parigini, la prima mostra degli Impressionisti nel 1874 e le grandi Esposizioni Universali. Tasselli che lo hanno consacrato come uno dei maggiori protagonisti della pittura dell’Ottocento europeo. Dopo un periodo di oblio la Biennale di Venezia del 1914 ne rivalutò il talento con una magnifica retrospettiva seguita, in anni più recenti, da altri appuntamenti fondamentali come la rassegna Giuseppe De Nittis. La modernité élégante allestita a Parigi al Petit Palais nel 2010-11, e nel 2013, la monografica a lui dedicata a Padova da Palazzo Zabarella.

    Il progetto espositivo di DE NITTIS. Pittore della vita moderna a Palazzo Reale si articola in 11 sezioni introdotte da un omaggio alla moglie Léontine, musa e figura fondamentale per la sua ascesa artistica e mondana. Le sezioni successive ripercorrono l’intera vicenda creativa, a partire dalla sua formazione a Napoli, per approdare al clamoroso successo internazionale tra Parigi e Londra, fino agli ultimi anni di attività. Tra artisti dell’epoca, inoltre, è quello che meglio si è saputo misurare con gli stimoli dell’arte dell’estremo Oriente, in particolare del Giappone, allora diventata di grande moda.

    La mostra consacra la statura internazionale di un artista che è stato uno dei più grandi italiani a Parigi, dove è riuscito a reggere il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti, con cui ha condiviso, anche se con un diverso linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura.

    Come gli Impressionisti, De Nittis ha privilegiato il paesaggio, il ritratto e soprattutto la rappresentazione della vita moderna, osservata lungo le strade affollate delle due grandi capitali europee dell’arte e della mondanità, Parigi e Londra. Con il suo racconto di pittura en plein air, conclusosi prematuramente con la scomparsa a soli 38 anni di età, ha saputo rappresentare magnificamente i luoghi e i riti privilegiati della modernità.

    Famoso e acclamato dai suoi contemporanei, sulla sua lapide, al Père-Lachaise di Parigi, Alexandre Dumas figlio fece incidere “Qui giace Joséph de Nittis /1846-1884/ Morto a trentotto anni nella piena giovinezza, in piena gloria come gli eroi e i semidei”.

  • Giornata dell’Europa: l’8 e il 9 maggio il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace a Milano illuminati con i colori dell’Unione europea

    In occasione della Giornata dell’Europa, il Parlamento europeo e la Commissione europea hanno illuminato alcuni dei principali monumenti di Milano con i colori della bandiera dell’Unione europea.

    Due luoghi simbolo di Milano, la Torre del Filarete di Castello Sforzesco e l’Arco della Pace, illuminati l’8 e il 9 maggio per celebrare la Giornata dell’Europa, ad un mese esatto dalle elezioni europee (6-9 giugno). L’accensione delle luci è avvenuta nelle serate del 8 e del 9 maggio.

    All’iniziativa hanno partecipato più di 60 città in tutta Europa. Tra gli altri edifici e monumenti di riferimento illuminati vi sono l’Arco di Trionfo di Parigi, la Grand Place di Bruxelles e la Fuente de Cibeles a Madrid, per citarne solo alcuni. Con queste illuminazioni nelle città di tutto il continente, il Parlamento europeo e la Commissione europea collaborano con le autorità nazionali e locali per inviare un messaggio a 440 milioni di cittadini europei sull’importanza che queste elezioni europee avranno per il futuro di tutti.

    In Italia, oltre al Colosseo a Roma, più di 40 città hanno illuminato i loro principali edifici e monumenti. Nel Nord Italia, la Mole Antonelliana di Torino, Ca’ Farsetti e Ca’ Loredan a Venezia, la Fontana di Piazza De Ferrari a Genova e il Palazzo del Podestà a Bologna sono solo alcuni dei monumenti illuminati per celebrare il 9 maggio.

    La Giornata dell’Europa, che si celebra il 9 maggio di ogni anno, celebra la pace e l’unità in Europa. La data segna l’anniversario della storica “dichiarazione Schuman” che ha esposto l’idea di una nuova forma di cooperazione politica in Europa, al fine di rendere impensabile la guerra tra le nazioni europee. La proposta di Schuman è considerata l’inizio di quella che oggi è l’Unione europea. La Giornata dell’Europa non è solo un giorno di memoria, ma anche un giorno per riflettere sul nostro futuro condiviso. La vicinanza della giornata alle elezioni la rende un’occasione più significativa che mai.

    Un mese prima delle elezioni europee (che si svolgeranno dal 6 al 9 giugno), i cittadini hanno anche l’opportunità di visitare le istituzioni dell’UE a Bruxelles e altrove per saperne di più su quello che l’Europa fa per loro e insieme a loro.

  • Luci d’Europa a Milano: la città celebra la Giornata dell’Europa con una serata tra musica e parole a un mese dalle elezioni europee

    In occasione della Giornata dell’Europa l’Ufficio del Parlamento europeo e la Rappresentanza della Commissione europea a Milano organizzano un evento dedicato ai cittadini.

    A un mese dalle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, a Milano, mercoledì 8 maggio avrà luogo un evento dedicato alla Giornata dell’Europa 2024 con una serata tra musica e parole. Dalle 19:00 alle 21:00, presso il Luiss Hub (via Massimo D’Azeglio 3), si celebrerà la storia europea e la democrazia, coinvolgendo cittadine e cittadini di tutte le età, istituti scolastici, università e organizzazioni della società civile del territorio.

    L’evento prevede momenti di dialogo e performance artistiche. Durante la serata si esibiranno e interverranno: Gaia, Roberto Vecchioni, Elio e Francesco Oggiano.

    L’iniziativa, che si inserisce nel contesto della campagna istituzionale #UsailTuoVoto, si aprirà con la proiezione del video promozionale della stessa e ricorda l’importanza della partecipazione alle prossime elezioni europee.

    La partecipazione è gratuita previa iscrizione fino ad esaurimento posti al seguente Link

    Inoltre, nelle serate del 8 e 9 maggio l’Arco della Pace e la Torre del Filarete del Castello Sforzesco verranno illuminate con i colori dell’Unione europea nel contesto di un’iniziativa che coinvolge numerose città italiane ed europee orientata a celebrare la Giornata dell’Europa e ricordare l’appuntamento del voto.

  • Il Demanio del Comune di Milano mette a bando 31 immobili

    Le ex Cucine Economiche di via Montegrappa, 18 box in zona Navigli, nove posti auto in diversi quartieri della città. Sono tra gli immobili oggetto di un bando pubblicato dal Demanio del Comune di Milano, che propone in concessione o locazione 29 beni di sua proprietà.
    Si tratta del più ampio avviso pubblico di questo genere aperto negli ultimi anni e si chiuderà il 29 maggio. Gli spazi saranno aggiudicati, in concessione per 12 anni o in affitto per sei anni rinnovabili, alle migliori offerte economiche che verranno presentate da persone sia fisiche sia giuridiche.

    L’unità a bando di maggiori dimensioni e valore è costituita dal primo piano dell’edificio di via Montegrappa 8, la storica costruzione in mattoni a vista e decori in terracotta delle Cucine Economiche, progettata da Luigi Broggi e aperta nel 1883 come refettorio per operai e indigenti, oltre che forno sociale per la vendita di pane a prezzi modici. Il fabbricato, in stile neoromanico e soggetto a vincolo di interesse culturale, non ospita più le cucine economiche dagli anni Settanta ma mantiene il suo scopo sociale con il Centro Socio Ricreativo Culturale per il tempo libero Montegrappa, che ha sede al piano terra. Il bando riguarda i 455 metri quadri al primo piano, fin dall’origine destinati ad uffici e proposti in concessione per un canone annuo a base d’asta di 88mila euro.
    In via Carlo Torre 24, in zona Navigli, si trovano 18 box aggiudicabili in locazione, al piano interrato all’interno di un condominio privato. Si tratta di beni confiscati alla criminalità organizzata e trasferiti al patrimonio indisponibile del Comune di Milano. L’Amministrazione ha deciso di metterli a bando, vincolando i proventi dei canoni a finalità sociali, come consentito dalla normativa.
    A bando anche nove posti auto, all’interno di diversi condomini privati nei Municipi 4 e 7 e un negozio di 83 metri quadri in via Morgantini.

  • Da Regione Lombardia fino a 90 euro mensili ai pendolari alta velocità Milano – Brescia – Desenzano

    Su iniziativa dell’assessore regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibile, Franco Lucente, la Giunta regionale lombarda ha approvato una delibera che proroga il contributo denominato ‘Dote Trasporti’ destinato agli abbonamenti acquistati da marzo 2024 sino a febbraio 2025, assegnando alla misura un importo massimo di 400.000 euro per il biennio 2024-25. “Si tratta di risorse importanti – ha commentato l’assessore regionale ai Trasporti – che permettono ai viaggiatori di poter accedere ai servizi di Alta Velocità promuovendo l’integrazione con i servizi ferroviari regionali e abbattendo così i costi. Questa agevolazione valorizza ulteriormente il trasporto pubblico su ferro e l’interconnessione con quello su gomma, garantendo all’utenza di viaggiare scegliendo il tipo di servizio desiderato e consono alle proprie esigenze“.

    Il contributo è variabile tra i 10 e i 90 euro per mensilità, a seconda del tipo di abbonamento e della tratta prescelta.

    La richiesta del contributo ‘Dote Trasporti’, come in precedenza, potrà essere presentata ogni 6 mesi, in corrispondenza delle due finestre previste a ottobre 2024 e aprile 2025, tramite la piattaforma ‘Bandi e Servizi on line’ di Regione Lombardia.

  • Prima di tutto cerca di aiutare chi ha bisogno

    Invitata al convegno “L’impronta di Borsani sulla sanità lombarda” organizzato in Regione Lombardia dall’Assessore Franco Lucente, che non posso che ringraziare insieme al presidente Attilio Fontana che, nonostante l’intensa agenda, non ha mancato di venire per ricordare papà “uomo di grande ironia – le sue parole – signorilità e onestà intellettuale”, da figlia mi sono chiesta cosa potessi dire.

    Così mi sono concentrata sul titolo, l’impronta, appunto; il suo cuore; l’eredità e l’attualità di quanto tracciato allora, tra il 1995 e il 2005, i dieci anni in cui svolse l’incarico di Assessore alla Sanità in Lombardia. “Anni entusiasmanti – mi disse un giorno – specie quelli della prima legislatura”. E non è un caso perché fu quella della Legge 31 del 1997, più nota come Legge Borsani, che segnò una profonda rivoluzione nel Sistema Sanitario Regionale: la libertà di scelta del cittadino, in un rapporto innovativo tra strutture pubbliche e private accreditate, diventa la bussola, il cuore della Sanità lombarda così che anche il più povero cristo possa avere le cure migliori. Dopo vent’anni lo si dà per scontato, ma allora fu una vera e propria rivoluzione culturale basata su tre capisaldi: 1) la libertà di scelta della persona; 2) la competitività tra le strutture pubbliche e private, determinata dal sistema degli accreditamenti; 3) il rafforzamento della separazione delle competenze tra programmazione ed erogazione dei servizi, attraverso l’introduzione di un meccanismo terzo di controllo e della centralizzazione della regia degli acquisti che generi economia di scala.  Però… e un però c’è. Papà nel suo ruolo di Assessore ha sempre coerentemente difeso la legge 31/97 nel suo complesso pur avendo ben presente che era la sintesi di un lungo lavoro di confronto tra le forze di centro destra, ma era anche conscio delle criticità contenute nella stessa che avrebbero dovuto essere affrontate successivamente, al loro manifestarsi.
    In particolare su due questioni. In primo luogo aveva chiaro che stante le diverse modalità di governo, la sanità pubblica correva azzoppata rispetto a quella privata. Il pubblico infatti è soggetto al Diritto amministrativo che privilegia il rispetto delle procedure rispetto ai tempi della decisione, mentre il privato, soggetto al Codice civile, ha una capacità decisionale molto più rapida nel dare risposte. Non a caso anni dopo, da cittadino, guardò con interesse al tentativo (fallito) di trasformare gli IRCCS pubblici della Lombardia in Fondazioni di Diritto privato. L’altro punto riguardava la debolezza delle ASL di svolgere un ruolo di programmatore e controllore delle prestazioni sanitarie erogati dal pubblico (AO) e dalla sanità privata. Ruolo che, per essere governato, di fatto venne centralizzato dalla Regione.
    Due problemi che, credo, siano tuttora all’ordine del giorno. Così come tre obiettivi interrotti dalla sua mancata conferma ad Assessore (lì il coraggio mancò a qualcun altro, ma questa è un’altra storia): la messa a regime del SISS, la rete telematica regionale (telemedicina); il completamento della continuità assistenziale senza trascurare la necessità di ammodernare la rete ospedaliera tradizionale; il mantenimento dell’eccellenza nella ricerca, nell’assistenza e nella cura, a partire da una sua sempre più decisa personalizzazione. A che punto siamo oggi?

    E mentre poneva le basi per la nuova sanità lombarda, non trascurò gli investimenti per costruire nuovi ospedali e riqualificare quelli esistenti su tutto il territorio lombardo, perché tutti i Lombardi avessero la possibilità di andare a curarsi dove volessero. Ebbe un cruccio, la mancata realizzazione della Città della Salute (Istituto Nazionale dei Tumori e Istituto Besta) che riteneva corretto, da un punto di vista funzionale, in particolare per la condivisione di strumenti diagnostici avanzati, che nascesse a fianco di un grande ospedale generalista, da lui individuato nell’Ospedale Sacco.
    Infine, vorrei parlare del politico Borsani capace di prendere decisioni scomode per se stesso pur di difendere le sue idee. Una su tutte la decisione di candidarsi alle elezioni regionali fuori dal listino bloccato. Perché lo fece? Perché per completare la riforma, per una questione di equilibri tra partiti di maggioranza e dentro al suo stesso partito, aveva bisogno di “pesare” e il peso di un politico lo fanno le preferenze. “La politica – diceva – è una visione della Società e per realizzarla nel modo più perfettibile umanamente deve anche educare a fare scelte (con priorità) che possono anche non essere condivise da una parte della popolazione. Ma se la politica si limita ad accettare supinamente ed addirittura ampliare ancor più gli umori dei singoli rimane solo l’anarchia inconcludente e dannosa per tutti gli uomini”.

Pulsante per tornare all'inizio